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Linguistica Generale 12cfu (da lez. 1 a 31)

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Linguistica Generale 12cfu (da lez. 1 a 31)

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lm-39 Pegaso Agovino

Creation Date: 2023/06/01

Category: Others

Number of questions: 299

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La lettera H: Può raddoppiare se intervocalica salvo rare eccezioni. Indica la sonorità di -g- e -c- davati alle vocali -e- e -i-. Indica il suono duro di -c- e -g- davanti alle cocali -e- e -i-. Non è mai utilizzata per la trascrizione di forme esclamative.

I plurali delle parole in -cia e -gia: Chiedono la -i- se il gruppo è preceduto da consonante. Chiedono la -i- se il gruppo è preceduto da vocale. Non ammettono la -i- al plurale. Chiedono la -i- al plurale solo in caso di s impura o raddoppiamento intervocalico.

L'utilizzo di -CU- e -QU- : Non è vincolato da alcuna regola pratica. Segue delle precise norme ortografiche che impongono l'uso di Q nel raddoppiamento. Segue una sola norma ortografica per il suono -cq-. Varia a seconda del tipo di raddoppiamento imposto dalla norma ortografica.

Le parole che conservano la grafia latina originale: Non ammettono l'utilizzo del gruppo -li- nella grafia. Non seguono una specifica norma ortografica. Chiedono l'uso degl gruppo -gli- e non -li-. Chiedono l'uso del gruppo -li- e non -gli-.

La corretta divisione in sillabe della parola MARASCHINO è: Mar-a-schi-no. Ma-ra-schi-no. Ma-ras-chi-no. Mar-as-chi-no.

Una sillaba aperta: Permette di andare a capo a piacimento. Termina in consonante. Permette l'aggregazione di altre sillabe. Termina in vocale.

La parola POLIMORFO: Appartiene ai gruppi di trisillabi. E' un polisillabo. E' un bisillabo. Appartiene al gruppo dei monosillabi.

La S impura, nella divisione in sillabe: Va isolata in una sola sillaba. Fa sillaba con la vocale successiva. Fa sillaba con la vocale precedente. Non va mai a capo nella divisione.

La corretta divisione in sillabe delle parole UN'ANATRA è: Un'-a-na-tra. U-n'a-na-tra. Un'a-na-tra. Un'-ana-tra.

Nella divisione in sillabe, le consonanti doppie: Vanno sempre divise. Non si dividono. Non vengono contemplate. Si annullano.

Congelare, dal punto di vista dell'accentazione, è una parola: Piana. Sdrucciola. Bisdrucciola. Atona.

La particella pronominale della parola SCRIVIMI è: Proclitica. Piana. Accentata. Enclitica.

La maggior parte delle parole dell'italiano è: Enclitica. Atona. Sdrucciola. Piana.

L'accento acuto: Indica un suono aperto. Si utilizza solo sulle vocali E ed O. Si utilizza su tutte le vocali. Non va mai scritto in italiano.

L'accento circonflesso sulla parola principî: Indica che l'ultima sillaba non è accentata. Indica che l'ultima sillaba è accentata su due diverse vocali. Indica la contrazione di due vocali in una sola. Indica una diversa pronuncia del plurale della parola principio.

Sui monosillabi con una sola vocale, l'accento grafico è: Vietato. Facoltativo. Permesso. Obbligatorio.

Sulle parole QUI e QUA l'accento grafico è: Permesso. Facoltativo. Obbligatorio. Vietato.

Sui composti di -tre l'accento grafico è: Obbligatorio. Permesso. Facoltativo. Vietato.

Sulle parole omografe, l'uso dell'accento grafico è: Permesso. Obbligatorio. Facoltativo. Vietato.

L'accento tonico in italiano è di tipo: Orale. Scritto. Grafico. Acuto.

La soppressione della vocale finale di una parola non accentata davanti a un'altra parola che inizia per vocale o per H, si chiama: Elisione. Troncamento. Anafora. Apostrofo.

UN'ALTRA chiede l'apostrofo perché: Si tratta di elisione della A di UNA davanti alla A di ALTRA. Non chiede l'apostrofo. Si tratta del troncamento della vocale A. Segnala che il nome è femminile e singolare.

Con l'avverbio CI davanti alle voci del verbo essere che cominciano con E, l'elisione è: Facoltativa. Obbligatoria. Vietata. Consigliata.

Con l'aggettivo dimostrativo QUESTO, l'eleisione è: Obbligatoria. Consigliata. Vietata. Faccoltativa.

Con i pronomi LI e LE l'elisione è: Facoltativa. Obbligatoria. Consigliata. Vietata.

Con i pronomi personali l'elisione è: Facoltativa. Obbligatoria. Consigliata. Vietata.

L'elisione è sempre vietata: Con l'avverbi CI davanti alle voci del verbo ESSERE che iniziano per E. Con l'aggettivo dimostrativo QUESTO. Nel caso in cui il nome sia maschile. Nel caso in cui vada a modificare la parola.

CI non si elide: Mai. Davanti a A, O, U. Davanti a E, O. Davanti al verbo essere.

L'uso dell'apostrofo a fine riga è: Facoltativo. Scorretto. Sconsigliato ma non scorretto. Scorretto ma non sconsigliabile.

L'apostrofo a fine riga è usato: In linguistica. In lessicografia. In tipografia. Nella scrittura a mano dei testi.

Il troncamento: Non va mai segnalato dall'apostrofo. Va segnalato dall'apostrofo solo per le parole femminili che iniziano per vocale. Va segnalato dall'apostrofo in tutte le parole femminili. Va sempre segnalato dall'apostrofo.

La caduta della vocale o della sillaba finale di una parola davanti a un'altra parola che comincia per consonante o per vocale si chiama: Ellissi. Elisione. Troncamento. Apocope.

Parole comuni come Cavaliere, Signore, Ingegnare, Professore seguite da un nome proprio: Richiedono obbligatoriamente il troncamento. Vietano categoricamente il troncamento. Richiedono obbligatoriamente elisione. Vietano categoricamente l'elisione.

UNO e i suoi composti: Richiedono obbligatoriamente l'elisione. Vietano categoricamente il troncamento. Richiedono obbligatoriamente il troncamento. Vietano categoricamente l'elisione.

Nelle parole che iniziano con PS (es: psicosi): Avviene un troncamento solo al femminile singolare. Avviene apocope. Avviene troncamento. Non avviene troncamento.

Bello, Santo e Quello: Non richiedono troncamento. Richiedono obbligatoriamente troncamento. Hanno la possibilità del troncamento facoltativo. Richiedono apocope.

ORA e i suoi composti: Non richiedono troncamento. Richiedono obbligatoriamente troncamento. Hanno la possibilità del troncamento facoltativo. Richiedono apocope.

Nelle parole al plurale: Non avviene troncamento. Avviene troncamento solo in parole che iniziano con PS, X, Z, GN, e S IMPURA. L'apocope è obbligatoria. Il troncamento è obbligatorio.

Po' (poco) è: Un troncamento. Un'elisione. Un' apocope. Un'ellissi.

L'apocope: Va segnalata sempre con l'apostrofo. Non va mai segnalata con l'apostrofo. Va segnalata con l'accento. Non va segnalata in nessun caso di caduta vocalica.

La punteggiatura è: Una serie di norme rigidissime e infallibili sul corretto utilizzo dei segni di interpunzione. Un sistema di segni convenzionali volto a dare allo scritto la corretta intonazione. Un insieme di segni di interpunzione regolato da norme esatte. Un insieme di segni grafici e interpuntivi che serve a regolare lo scritto senza affinità con il parlato.

L'intonazione: Si può avere nello scritto grazie alle virgole. Viene data allo scritto solo dai segni grafici. Si può avere solo nella lingua parlata. Viene data allo scritto dalla punteggiatura.

La punteggiatura : Non ha regole fisse. Segue le regole dettate dalla poesia. Ha regole rigide. Segue le regole dettate dalla prosa letteraria.

Prima delle congiunzioni avversative: La virgola non si usa mai. La virgola si deve usare per forza ogni volta. Si può usare la virgola. La virgola si usa solo se la congiunzione non è avversativa ma coordinante.

Tra soggetto e verbo: La virgola non si usa. La virgola si deve usare per forza. Si usa la virgola. La virgola si usa solo se il soggetto è un nome comune.

Per introdurre un discorso diretto si usa: Le virgolette alte. Il punto fermo. I due punti. Le virgolette basse.

Il punto e virgola: Si può usare al posto del punto fermo. Si può usare al posto della virgola. Indica una sospensione più forte della virgola ma meno del punto fermo. Indica una sospensione più forte del punto fermo ma meno della virgola.

La parte omessa di una citazione si indica: Tra parentesi quadre. Tra due trattini. Tra due asterischi. Tra virgolette alte.

I titoli di giornale si segnalano attraverso: I trattini. Le virgolette alte. Gli asterischi. Le parentesi tonde.

La barretta: Indica alternanza tra due parole. Indica separazione tra due parole. Indica una sospensione tra due parole. Indica una citazione letteraria.

L'uso delle maiuscole è: Una convenzione di scrittura. Un obbligo morfologico insito nelle parole. Obbligatorio dopo il punto e virgola. Obbligatorio per i nomi comuni femminili.

L'uso delle maiuscole : Segue regole fisse. Non segue alcuna regola. Segue rigidi schemi grafici. Segue delle norme convenzionali, non fisse.

Indicare il corretto utilizzo della maiuscola: Rivoluzione francese. Rivoluzione Francese. rivoluzione Francese. rivoluzione francese.

Indicare il corretto utilizzo della maiuscola: Monte Everest. monte Everest. monte everest. Monte everest.

Indicare il corretto utilizzo della maiuscola: il Fiume Giallo. il fiume Giallo. il fiume giallo. Il Fiume giallo.

Indicare il corretto utilizzo della maiuscola: Porta genova. porta Genova. Porta Genova. porta genova.

Indicare il corretto utilizzo della maiuscola: Orsa Maggiore. orsa Maggiore. orsa maggiore. Orsa maggiore.

Per le sigle: Si usano solo ed esclusivamente le maiuscole. Si usano solo ed esclusivamente le minuscole. Si può utilizzare sempre la maiuscola alla prima lettera. Si può utilizzare la maiuscola solo alla prima lettera se la sigla è famosa.

Indicare il corretto utilizzo della maiuscola: Lorenzo il Magnifico. Lorenzo Il Magnifico. Lorenzo il magnifico. Dlorenzo il Magnifico.

Indicare il corretto utilizzo della maiuscola: Papa Francesco. Papa francesco. papa Francesco. papa francesco.

Finire, smettere, terminare sono: Verbi difettivi. Verbi irregolari. Verbi aspettuali. Verbi indefiniti.

Radice e desinenza indicano: La struttura del verbo. La modalità del verbo. La definizione del verbo. L'essenza del verbo.

Le persone del verbo sono: 3. 2. 6. 7.

I modi indefiniti sono: 3. 2. 4. 5.

Il condizionale ha il tempo: Futuro. Passato. Trapassato. Imperfetto.

I verbi deboli: Sono atoni. Sono accentati alla radice. Sono accentati alla desinenza. Sono accentati indifferentemente alla radice o alla desinenza.

La coniguazione è irregolare: Quando cambia la forma del verbo. Quando cambia solo la radice del verbo. Quando non cambia né la radice né la desinenza del verbo. Quando cambia solo la desinenza del verbo.

Potere, volere e dovere sono verbi: Servili. Irregolari. Sovrabbondanti. Frseologici.

Delinquere, Indulgere, Ostare sono verbi: Fraseologici. Irregolari. Sovrabbondanti. Difettivi.

Arrossare e Arrossire sono verbi: Sovrabbondanti. Irregolari. Difettivi. Frseologici.

Essere e Avere sono verbi: Ausiliari. Difettivi. Sovrabbondanti. Frasali.

Nei tempi composti della forma riflessiva: Si usa avere. Non si usano gli ausiliari. Si usa essere. Non si usa essere.

Il verbo essere: Si può sostituire solo con Stare. Si può sostituire solo con Avere. Non si può sostituire in alcun caso. Si può sostituire con verbi che hanno la stessa funzione.

Egli sarebbe stato è: Condizionale passato. Condizionale trapassato. Indicativo trapassato remoto. Indicativo trapassato prossimo.

Noi fossimo stati è: Condizionale imperfetto. Condizionale passato. Congiuntivo passato. Congiuntivo trapassato.

Voi eravate stati è: Indicativo trapassato prossimo. Indicativo futuro anteriore. Indicativo trapassato remoto. Congiuntivo trapassato.

Essi saranno stati è: Indicativo futuro semplice. Indicativo futuro anteriore. Indicativo trapassato remoto. Congiuntivo trapassato.

Sii, imperativo presente è: Una forma arcaica di congiuntivo. Una forma arcaica di condizionale. Una forma inventata nel Quattrocento per sopperire al vuoto. Una forma inutilizzata.

Ente: Si usa solo al posto di Essente. Si usa solo in ambito letterario e giuridico. Si usa come sostantivo. Non si usa.

Suto: Viene sostituito da Stato per il participio. Non esiste. Si usa in linguaggio giuridico. Riguarda l'imperativo presente del verbo essere.

Nei tempi composti dei verbi transitivi attivi: Si usa essere. Si usa avere. Si usa quasi sempre essere. Non si usano gli ausiliari.

Essere e Avere si usano: Per la formazione dei tempi semplici. Per la formazione dei modi indefiniti. Solo nella forma passiva dei verbi transitivi. Per la formazione dei tempi composti.

Tu avevi avuto è: Congiuntivo passato. Indicativo trapassato prossimo. Indicativo imperfetto. Condizionale passato.

Egli abbia avuto è: Imperativo passato. Indicativo trapassato prossimo. Condizionale passato. Congiuntivo passato.

Essi avessero avuto è: Congiuntivo trapassato. Indicativo trapassato prossimo. Condizionale passato. Congiuntivo passato.

Noi avremmo avuto è: Imperativo passato. Indicativo trapassato prossimo. Condizionale passato. Congiuntivo passato.

Abbi è: Una forma arcaica di congiuntivo. Il gerundio presente. Una forma arcaica di condizionale. Un congiuntivo passato.

Avente si usa: Regolarmente nell'italiano standard scritto e parlato. Mai in italiano. In forma arcaica. Nel linguaggio giuridico.

Abbiente si usa: Sia in funzione verbale che aggettivale. Come un gerundio. Solo in funxione di aggettivo o sostantivo. Solo in funzione verbale.

Il congiuntivo ha: 6 tempi vebali. 4 tempi verbali. Solo 2 tempi verbali. 7 tempi verbali.

Dopo espressioni impersonali, il congiuntivo: Si usa nelle proposizioni indipendenti. Non si usa in nessun caso. Si usa nelle proposizioni dipendenti. Si usa solo nelle principali ma mai nelle subordinate.

Il tempo del congiuntivo che esprime anteriorità o contemporaneità rispetto alla reggente è: Presente. Imperfetto. Trapassato. Passato.

Il trapassato congiuntivo, rispetto alla reggente esprime: Anteriorità. Contemporaneità. Anteriorità e contemporaneità. Mai anteriorità, solo contemporaneità.

Che egli sia stato vestito è: Congiuntivo trapassato passivo. Congiuntivo passato attivo. Congiuntivo passato passivo. Congiuntivo trapassato attivo.

Che voi amaste è: Congiuntivo trapassato passivo. Congiuntivo imperfetto attivo. Congiuntivo passato passivo. Congiuntivo trapassato attivo.

Che egli sia sentito è: Congiuntivo trapassato passivo. Congiuntivo imperfetto attivo. Congiuntivo presente passivo. Congiuntivo trapassato attivo.

Che io sia vestito è: Congiuntivo presente attivo. Congiuntivo imperfetto attivo. Congiuntivo presente passivo. Congiuntivo trapassato attivo.

Che essi fossero stati visti è: Congiuntivo trapassato attivo. Congiuntivo passato attivo. Congiuntivo presente passivo. Congiuntivo trapassato passivo.

Che voi amaste è: Congiuntivo imperfetto attivo. Congiuntivo imperfetto passivo. Conguntivo presente attivo. Congiuntivo trapassato attivo.

I tempi del condizionale sono: Presente e futuro. Presente, imperfetto, passato e trapassato. Presente e passato. Presente e imperfetto.

Per esprimere una notizia di cui chi parla non è certo si usa: Il participio passato. L'indicativo. Il congiuntivo. Il condizionale.

Per esprimere un concetto futuro si può utilizzare: Il condizionale passato. Il congiuntivo trapassato. L'indicativo imperfetto. Il congiuntivo presente passivo.

Dopo "se" si usa il condizionale: Se si è certi che una condizione si verifichi. Se non si è certi che una condizione si verifichi. Mai, si usa il congiuntivo. Se non si può incontrare un doppio congiuntivo.

Noi voteremmo è: Condizionale passato passivo. Condizionale passato attivo. Condizionale presente passivo. Condizionale presente attivo.

Essi sarebbero stati interpellati è: Condizionale passato passivo. Condizionale passato attivo. Condizionale presente passivo. Condizionale presente attivo.

Io sarei salutato è: Condizionale passato passivo. Condizionale passato attivo. Condizionale presente passivo. Condizionale presente attivo.

Io avrei vinto è: Condizionale passato passivo. Condizionale passato attivo. Condizionale presente passivo. Condizionale presente attivo.

Voi non sareste stati eletti è: Condizionale passato passivo. Condizionale passato attivo. Condizionale presente passivo. Condizionale presente attivo.

Io me ne andrei è: Condizionale passato passivo. Condizionale passato attivo. Condizionale presente passivo. Condizionale presente attivo.

Nei verbi transitivi: L'azione passa dal soggetto al complemento oggetto. L'azione ritorna sul soggetto. L'azione resta sul verbo. L'azione non passa sul complemento oggetto.

Mangiare è un verbo: Intransitivo. Riflessivo. Transitivo. Impersonale.

I verbi transitivi hanno come ausiliare: Essere. Avere. Sia essere che avere. Solo ed esclusivamente il verbo essere.

I verbi intransitivi: Non hanno il complemento di termine. Ammettono il complemento oggetto sempre. Non ammettono il complemento oggetto. Sono quelli in cui l'azione transita dal soggetto all'oggetto.

L'ausiliare dei verbi intransitivi è: Di norma essere. Mai essere, sempre avere. Avere, con rare eccezioni. Solo ed esclusivamente il verbo essere.

Quando il complemento oggetto ha la stessa radice del verbo: I verbi transitivi non ammettono la forma passiva. I verbi intransitivi necessitano del si passivante. I verbi transitivi possono essere usati intransitivamente. I verbi intransitivi possono essere usati transitivamente.

L'uso corretto del SI passivante è: Vendonsi appartamenti. Vendesi appartamenti. Vendesi monolocali. Si vende appartamenti.

Nella forma riflessiva le particelle mi, ti, ci, vi, si: Fungono da complemento di termine. Fungono da complemento oggetto. Non vanno utilizzate in nessun caso. Fungono da rafforzativo del verbo.

MI asciugo le mani è una forma: Riflessiva. Riflessiva reciproca. Riflessiva apparente. Intransitiva.

Sara e Mara si odiano è una forma: Riflessiva. Riflessiva reciproca. Riflessiva apparente. Intransitiva.

Le preposizioni formano: Complementi diretti. Complementi indiretti. Periodi coordinati. Locuzioni avverbiali indirette.

Le preposizioni hanno funzione: Subordinante. Allocutiva. Diretta. Coordinante.

Nello è: Una preposizione impropria. Una locuzione prepositiva. Una preposizione propria. Una preposizione semplice.

Sugli è: Una preposizione impropria. Una locuzione prepositiva. Una preposizione propria. Una preposizione semplice.

Accanto a è: Una preposizione impropria. Una locuzione prepositiva. Una preposizione propria. Una preposizione semplice.

La preposizione di: Non perde mai la i finale. Fa parte delle preposizioni articolate. Può perdere la finale per elisione. Fa parte delle locuzioni prepositive.

Le locuzioni prepositive: Hanno sempre un unico significato specifico. Variano il significato a seconda della frase. Variano il significato a seconda della preposizione. Hanno un significato variabile a seconda della preposizione indiretta che segue.

A può indicare: Solo luogo. Sia luogo che tempo. Solo tempo. Mezzo o modo.

Scrivere a penna è: Corretto. Assolutamente scorretto. Scorretto ma adattato nell'uso. Corretto ma non utilizzato in italiano.

Salire in treno è: Scorretto ma accettato. Assolutamente scorretto. Scorretto ma adattato nell'uso. Corretto ma non utilizzato in italiano.

La frase complessa: Ha un solo verbo. E' particolarmente lunga. Può avere uno o più verbi. Ha più di un verbo.

La frase semplice: Ha un solo verbo. E' particolarmente lunga. Può avere uno o più verbi. Ha più di un verbo.

Nella frase "Il silenzio fu rotto" manca: Il verbo. La norma. La completezza. Il soggetto.

Carla legge è una frase: Minima. Semplice. Complessa. Incompleta.

La riduzione alla frase minima: Non si può fare sempre. Si deve fare ogni volta che si fa un'analisi logica. Non si deve fare quando ci sono due verbi. Si può fare in ogni caso.

La frase minima è composta da: Soggetto e attributo. Predicato. Soggetto e predicato. Soggetto e apposizione.

Il processo inverso all'espansione di una frase minima si chiama: Decremento. Riduzione. Minimalizzazione. Induzione.

L'espansione di una frase minima riguarda: Solo il gruppo del soggetto. Il gruppo del predicato ma non il gruppo del soggetto. Il gruppo del soggetto o il gruppo del predicato, mai insieme. Il gruppo del predicato e il gruppo del soggetto.

Nella frase: Il mio gatto Jack mangia. Quel mio è: Apposizione. Attributo. Pronome. Aggettivo qualificativo.

Nella frase: Il mio gatto Jack mangia. Gatto è: Apposizione. Attributo. Pronome. Aggettivo qualificativo.

Ciò di cui parla il predicato si chiama: Soggetto. Oggetto. Apposizione. Ellissi.

Nella frase: Un urrà accolse il papa in Piazza S. Pietro il soggetto è: Il Papa. Un urrà. Accolse. Un.

Le subordinate soggetive sono: Frasi mancanti del soggetto. Frasi in cui il soggetto è costituito dall'intera frase. Frasi in cui il soggetto è un'interiezione. Frasi in cui il soggetto può essere eliminato a piacimento.

Indica la risposta esatta: La folla gridano. La folla gridava. La folla gridavano. La folla grideranno.

Solitamente il soggetto: Segue il verbo. Precede il verbo. Si posiziona indifferentemente. Evidenzia l'elemento nuovo di una frase.

Delle case sono state vendute. La frase indica: Un soggetto logico. Un soggetto ellittico. UN soggetto posposto. Un soggetto partitivo.

Con le costruzioni di si + intransitivo, il soggetto: Resta in posizione seguente al predicato. Rimane sottinteso. Manca del tutto. Viene posposto.

Il soggetto che compie l'azione è detto: Soggetto grammaticale. Soggetto logico. Soggetto partitivo. Soggetto ellittico.

Attributi, apposizioni e complementi sono elementi: Del gruppo del soggetto. Del gruppo del predicato. Del gruppo nominale logico. Del gruppo attributivo complementare indiretto.

Un predicato: Può avere più soggetti. Non può avere più soggetti. Può avere massimo due soggetti. Può avere più soggetti solo se si tratta di nomi propri di persona.

Il predicato verbale: Non forma mai frase da solo. Ha bisogno dei verbi copulativi o del vrebo essere. Può formare frase da solo con i vrebi impersonali. Può formare frase da solo con tutti i verbi.

Il canarino cinguetta è: Un intransitivo assoluto. Un predicato nominale. Un complemento predicativo del soggetto. Un predicato verbale limitativo.

L'avverbio Non: Si stacca dal predicato nell'analisi logica. Non si separa dal predicato. Si separa dal predicato solo se seguito da un verbo all'infinito. Non si separa dal predicato tranne in caso di intransitivo assoluto.

La frase ellittica del predicato ha: Il verbo espresso all'infinito. Il verbo intransitivo assoluto. Il vebo sottinteso. Il soggetto formato da un predicato verbale.

Trasformando il verbo in un nome si ottiene: Un intransitivo assoluto. Una frase nominale. Un complemento predicativo del soggetto. Un predicato verbale limitativo.

Buonasera , è: Un intransitivo assoluto. Una frase nominale. Un complemento predicativo del soggetto. Un predicato verbale limitativo.

Patti chiari, amicizia lunga è: Un intransitivo assoluto. Una frase nominale. Un complemento predicativo del soggetto. Un predicato verbale limitativo.

La coppia copula + parte nominale si chiama: Predicato nominale. Predicato verbale. Complmento predicativo del soggetto. Predicato.

Il ragazzo cresce robusto, è: Un predicato nominale. Una frase nominale. Complmento predicativo del soggetto. Un predicato verbale.

Il bambino è bello, è: Un predicato nominale. Una frase nominale. Complmento predicativo del soggetto. Un predicato verbale.

I nomi o pronomi, da soli o preceduti da preposizioni, o anche avverbi, che si aggiungono al soggetto, al predicato o a qualsiasi altro elemento della frase, per completarne il significato, sono: Apposizioni. Locuzioni. Attributi. Complementi.

I complementi possono essere formati: Solo da nomi. Da avverbi, nomi e aggettivi. Da nomi o qualsiasi altra parte del discorso sostantivata. Da verbi, nomi e aggettivi sostantivati.

I complementi indiretti: Sono legati direttamente al verbo da cui dipendono. Sono legati al verbo o nome da cui dipendono da articoli o particelle. Sono legati al verbo o nome da cui dipendono da preposizioni. Non sono legati al nome da cui dipendono.

Il complemento che indica la persona, l'animale o la cosa su cui cade direttamente l'azione compiuta dal soggetto ed espressa da un verbo transitivo attivo, è: Il complemento oggetto. Il complemento predicativo dell'oggetto. Il complemento predicativo del soggetto. Il complemento d'agente.

Nella frase: Ho visto delle porte davvero belle al negozio. Delle porte è: Complmeneto predicativo dell'oggetto. Complemento oggetto partitivo. Complemento d'agenete. Complemento di specificazione.

Il complemento oggetto può essere costituito: Da pronomi personali atoni e non tonici. Da pronomin personali tonici e non atoni. Da pronomi personali atoni e tonici. Da pronomi personali solo se tonici.

Nella frase: Il professore ha trovato ben elaborata la mia tesina. Ben elaborata è: Complmeneto predicativo dell'oggetto. Complemento oggetto partitivo. Complemento di specificazione. Complemento predicativo del soggetto.

Il complemento predicativo dell'oggetto può completare: A Qualsiasi avrebo intransitivo che abbia il complemento oggetto espresso. B Qualsiasi verbo servile ma non i fraseologici e i transitivi. C Qualsiasi verbo transitivo attivo che abbia il complemento oggetto espresso. D Ogni verbo transitivo e intransitivo purché passivo.

9 Nella frase: L'hanno assunta in qualità di direttore del settore commerciale. In qualità di direttore è: A Complmeneto predicativo dell'oggetto. B Complemento oggetto partitivo. C Complemento di specificazione. D Complemento predicativo del soggetto.

10 Con i verbi elettivi: A Non si può avere il complemento predicativo dell'oggetto. B Non si può avere il complemento predicativo del soggetto. C Si può avere il complemento predicativo dell'oggetto. D Il complemento predicativo dell'oggetto è vietato assolutamente.

1 Il complemento che serve a precisare il significato dell'elemento cui si riferisce, è: A Il complemento di modo. B Il complemento partitivo. C Il complemento di specificazione. D Il complemento di denominazione.

2 Nella frase Alcuni dei parenti non sono venuti a cena ieri sera. Dei parenti è: A Complemento oggetto partitivo. B Complemento partitivo. C Soggetto partitivo. D Complemento di specificazione.

3 I numerali reggono di norma: A Il complemento di modo. B Il complemento partitivo. C Il complemento di specificazione. D Il complemento di denominazione.

4 Il complemento che risponde alla domnda Di quale nome, è: A Il complemento di modo. B Il complemento partitivo. C Il complemento di specificazione. D Il complemento di denominazione.

5 Il complemento che rispode alla domanda A chi? A che cosa? È: A Il complemento di modo. B Il complemento partitivo. C Il complemento di termine. D Il complemento di denominazione.

Nella frase: La pianta è stata annaffiata da mia madre. Da mia madre è un complemento: A Di causa efficiente. B D'agente. C Di termine. D Di specificazione.

7 Nella frase: la pianta è stata annaffiata dalla pioggia. Dalla pioggia è un complemento: A Di causa efficiente. B D'agente. C Di termine. D Di specificazione.

8 Nella frase: si avvia serenamente verso la vecchiaia. Verso la vecchiaia è: A Complemento di moto a luogo. B Complemento partitivo. C Complemento di luogo figurato. D Complemento di moto per luogo.

9 Cesare è nativo di Roma. In questa frase il complemento di Roma è: A Complemento di origine. B Complemento partitivo. C Complemento di luogo figurato. D Complemento di specificazione.

10 Mario si è separato da Rita. Nella frase il complemento da Rita è: A Complemento di moto da luogo. B Complemento partitivo. C Complemento di luogo figurato. D Complmento di separazione.

1 Nella frase: si vedeva la felicità per il lieto evento. Per il lieto evento è: A Complemento di mezzo. B Complemento di fine. C Complemento di causa. D Complemento di relazione.

2 Nellla frase: Devo muovermi per non fare tardi. Per non fare tardi è: A Complemento di mezzo. B Complemento di fine. C Complemento di causa. D Complemento di relazione.

3 Nell'espressione: La barca a remi: a remi è: A Complemento di mezzo o strumento. B Complemento di materia. C Complemento di causa. D Complemento di relazione.

4 Nella frase: Ho cucito una camicia su misura. Su misura è: A Complemento di mezzo. B Complemento di fine. C Complemento di materia. D Complemento di modo.

5 Nella frase: Maria è andata ad abitare con Camilla. Con Camilla è: A Complemento di unione. B Complemento di compagnia. C Complemento di causa. D Complemento di fine.

6 Nella frase: Maria è riuscita a litigare con Camilla. Con Camilla è: A Complmeneto di unione. B Complemento di compagnia. C Complemento di relazione. D Complemento di modo.

7 Nella frase: L'armatura è costruita in ferro. In ferro è: A Complemento di materia. B Complemento di mezzo. C Complemento di relazione. D Complemento di modo.

8 Nella frase: Hanno parlato molto male di Pietro. Di Pietro è: A Complemento di termine. B Complemento di argomento. C Complemento di relazione. D Complemento di compagnia o unione.

9 Nella frase: Professore, posso uscire un attimo? Professore è: A Complemento di vocazione. B Complemento di argomento. C Complemento di esclamazione. D Complemento di compagnia o unione.

10 Nella frase: Uffa! Non ti sopporto più! Uffa è: A Complmeneto di unione. B Complemento di vocazione. C Complmento di esclamazione. D Complemento di mezzo.

1 Nella frase: in quanto a bontà, Mario è un campione. In quanto a bontà è un complemento di: A Stima. B Limitazione. C Vantaggio. D Sostituzione.

2 Nella frase: Ho scritto il tema meglio di Anna. Meglio di Anna è un complemento di: A Stima. B Limitazione. C Paragone. D Sostituzione.

3 Nella frase: Ho incontrato un professore dalla preparazione impeccabile. Dalla preparazione impeccabile è complemento di: A Stima. B Limitazione. C Sostituzione. D Qualità.

4 Questa pianta ha bisogno d'acqua. La frae esprime un complemento di: A Stima. B Limitazione. C Privazione. D Qualità.

5 L'albergo dista 200 metri dalle piste. In questa frase 200 metri è complemento di: A Stima. B Limitazione. C Sostituzione. D Distanza.

6 Rossi è stato condannato a tre anni di galera. Il complemento qui espresso è un complemento di: A Colpa. B Pena. C Tempo determinato. D Limitazione.

7 Nonostante Maria in disaccordo, abbiamo comprato quella barca. In questa frase Nonostante Maria è un complemento: A Di limitazione. B Concessivo. C Di privazione. D Di esclusione.

8 Nella frase: Abbiamo versato 100 euro a testa. A testa è un complemento: A Distributivo. B Concessivo. C Di privazione. D Di limitazione.

9 Sopporta tutto, ,meno che la noia. In questa frase compare un complemento di: A Esclusione. B Privazione. C Limitazione. D Pena.

10 Il complemento predicativo del soggetto vuole le preposizioni: A Di, a, da, per, tra e fra. B Da, in, su, per. C Di, a, da, in, per. D Di, a , su, tra, fra.

1 Un pensiero compiuto, formato da una o più proposizioni, organicamente collegate tra loro, separato dal resto del discorso con un segno di punteggiatura forte si chiama: A Proposizione. B Periodo. C Subordinata. D Frase semplice.

2 Un periodo è formato: A Da tante proposizioni quanti sono i predicati. B Da tante proposizioni quanti sono i soggetti. C Da tante proposizioni quanti sono i participi. D Da tante proposizioni quanti sono i verbi reggenti.

3 La proposizione indipendente di un periodo è detta: A Subordinata. B Centrale. C Sorretta. D Principale.

4 Le congiunzioni coordinative collegano: A Le proposizioni principali alle subordinate. B Le proposizioni subordinate alle proposizoni subordinanti. C Le proposizioni principali tra loro. D Le proposizioni subordinate alle principali.

5 Il periodo semplice è formato: A Da una sola proposizone retta da una principale. B Da due o più proposizioni subordinate. C Da una sola proposizione. D Da due o più subordinate e una principale.

6 Il periodo composto è fromato: A Da due o più proposizioni indipendenti coordinate. B Da due o più proposizioni subordinate. C Da una sola proposizione. D Da due o più subordinate e una principale.

7 Il periodo complesso è formato: A Da due o più proposizioni indipendenti coordinate. B Da una proposizione principale e due o più subordinate. C Da una sola proposizione. D Da due proposizioni principali e una subordinata.

8 Contare i predicati è utile: A Per numerare le frasi semplici. B Per numerare le frasi complesse. C Per numerare i periodi. D Per numerare i soggetti coordinati.

9 I verbi di modo indefinito reggono: A Quando non hanno subordinate in dipendenza. B Quando non si possono trasformare in verbi di modo finito. C Quando c'è almeno una subordinata. D Quando si possono trasformare in verbi di modo finito.

10 L'inifinito è il participio usati come nomi: A Sono un predicato verbale. B Non sono un predicato. C Formano un periodo subordinato. D Sono un predicato nominale.

1 Una proposizione principale diventa reggente quando: A Le aggiungiamo almeno una subordinata. B Trasformiamo la subordinata in principale. C Le aggiungiamo almeno due subordinate coordinate tra loro. D Non si aggiunge niente alle principale, resta sempre reggente.

2 La proposizione incidentale è: A Accessoria. B Reggente. C Subordinata. D Prinicipale.

3 Ripetendo le stesse congiunzioni più volte, la coordinazione avviene: A Per asindeto. B Per ripetizione. C Per polisindeto. D Non c'è coordinazione.

4 La coordinazione per asindeto avviene: A Accostando due proposizioni senza nulla. B Ripetendo la congiunzione coordinante. C Coordinando sia tramite punteggiatura che tramite congiunzione. D Accostando due proposizioni con un segno di punteggiatutra debole.

5 Non aveva portato l'ombrello, poiché non credeva avrebbe piovuto. In questa frase: A Non aveva portato l'ombrello è subordinata di secondo grado. B Poiché non credeva avrebbe piovuto è la reggente. C Non aveva portato l'ombrello è subordinata di primo grado. D Non aveva portato l'ombrello è la reggente.

6 Con preposizione + infinito si formano le proposizioni: A Coordinate. B Reggenti. C Subordinate. D Prinicipali.

7 Con il verbo al gerundio o al participio passato si possono formare proposizioni: A Coordinate. B Reggenti. C Subordinate. D Principali.

8 Le relative proprie sono subordinate: A Attributive. B Sostantive. C Reggenti. D Complementari indirette.

9 La subordinata di terzo grado è retta: A Dalla principale. B Dalla subordinata di primo grado. C Dalla subordinata di secondo grado. D Da sé stessa.

10 Nella frase: è obbligatorio conoscere le regole del gioco. La principale è: A È obbligatorio. B Conoscere le regole del gioco. C È obbligatorio conoscere. D Conoscere.

1 Le note che riportano il'indicazione del esto citato sono dette: A Note di testo. B Note a piè di pagina. C Note bibliografiche. D Note di commento.

2 Le note che aggiungono un'osservazione al testo sono dette: A Note di testo. B Note a piè di pagina. C Note bibliografiche. D Note di commento.

3 T. Agovino, Della narrazione vuisiva di Manzoni, in NS XXXVIII (2017). Questa nota è tratta da: A Una miscellanea. B Una rivista. C Un volume monografico. D Un atto di convegno.

T. Agovino, Romanzo criminale dalle citrazioni manzoniane al piccolo scehrmo, in Agnizioni, peripezie, a cura di T.Agovino, P. Marzano, Avellino, Sienstesie, 2019. Questa nota rimanada a: A Una miscellanea. B Una rivista. C Un volume monografico. D Un atto di convegno.

5 E. L. EISENSTEIN, The printing Press as an Agent of Change, Cambridge - New York, Cambridge University Press, 1979 (trad. it. La rivoluzione inavvertita. La stampa come fattore di mutamento, Bologna, Il Mulino, 1985). Queesta nota rimanda a: A Una miscellanea. B Un volume in traduzione. C Un volume monografico. D Un atto di convegno.

6 AA.VV in una nota vuol dire: A Antichi Vangeli. B Autori Vari. C Autori Veri. D Antologia Varia.

7 (Siti 2018: 73). In questa nota anglosassone il numero 73 indica: A L'edizione. B L'anno. C La pagina. D La prima stampa.

8 Per informare chi legge il nostro lavoro degli studi compiuti si usa: A La bibliografia finale. B L'indice dei nomi. C Le note bibliografiche. D Le note di commento.

9 La bibliografia in ordine cronologico generalmente: A Si compila dal più antico al più recente dei testi utilizzati. B Si compila dal più recente al più antico dei testi utilizzati. C Non si compila, si preferisce l'ordine alfabetico. D Si compila insieme all'ordine alfabetico, che è prioritario.

10 I nomi menzionati all'interno di un lavoro vengono raccolti: A Nell'indice bibliografico. B Nell'indice delle pagine. C Nell'indice dei nomi. D Nella bibliografia finale.

1 La linguistica popolare: A Si occupa del linguaggio dei popoli antichi. B Si occupa della lingua dei popoli primitivi. C Studia l'origine del linguaggio in generale o di una singola comunità. D Studia l'origine del linguaggio arcaico.

2 La storia della linguistica europea: A Si svolge a scatti nel tempo senza continuità. B Si occupa della lingua dei popoli primitivi. C Si svolge in una linea di sviluppo continua dalla Grecia ad oggi. D Non ha contatti con la linguistica Americana.

3 I Greci: A Non si occupano di linguistica. B Sono i primi ad avviare lo studio della linguistica nel mondo. C Studiano la lingua dei brabari. D Sono i primi ad avviare uno studio linguistico in ambito europeo.

4 Le divisioni dialettali greche: A Non interessano gli studiosi greci. B Assumono presto dignità letteraria. C Non esistono. D Vengono studiate dal Medioevo in poi.

5 L'alfabeto greco: A Viene modellato su quello Egizio. B Viene modellato su quello Fenicio. C Non possiede vocali. D Viene creato ex-novo dai grammatici.

6 Lo studio dei grammatici alessandrini: A Si avvia in epoca micenea. B Riguarda solo lo studio dei testi sacri. C Coincide con il periodo ellenistico. D Studia l'alfabeto fenicio e la sua derivazione greca.

7 V arrone divide le classi di parole: A Secondo la struttura. B Secondo la fonetica. C Secondo la flessione. D Secondo il significato della sillaba.

8 I testi di Varrone: A Vengono studiati durante il Medioevo. B Non si occupano di sintassi. C Ci sono giunti interi. D Non vengono studiati durante il Medioevo.

9 Nomen, Figura e Potestas: A Sono le tre proprietà della lettera alfabetica secondo Prisciano. B Sono le tre proprietà delle lettera alfabetica secondo Varrone. C Sono le parti del discorso secondo Prisciano. D Sono le categorie di flessioni delle parole secondo Varrone.

10 Prisciano: A Viene studiato meno di Varrone durante il Medioevo. B E' il grammatico di riferimento nel Medioevo. C Non è noto come grammatico ai contemporanei. D Viene scoperto solo dopo il Settecento.

1 Il latino privilegiato dalla Chiesa in epoca medievale: A E' quello di Girolamo. B E' quello di Cicerone. C E' quello arcaico. D E' quello di Agostino.

2 Le arti liberali di epoca medievale: A Si dividono in nominalistiche e universalistiche. B Non vengono prese in considerazione dagli studiosi. C Si dividono in Trivio e Quadrivio. D Derivano dalle classificazioni di Prisciano e Donato.

3 Intorno al XII secolo: A Viene riscoperta l'opera di Prisciano. B Nascono in Europa le prime Università. C Boezio distingue le arti liberali in Trivio e Quadrivio. D La filosofia Scolastica unisce teorie aristoteliche con dottrina cristiana.

4 Petrus Hispanus: A Opera una prima importante distinzione tra Significatio e Suppositio. B Si ispira ai testi di Varrone per le sue opere linguistiche. C Suddivide le arti liberali in Trivio e Quadrivio. D Conferma la compatibilità delle teorie aristoteliche con la dottrina cristiana.

5 I classici greci e latini in epoca rinascimentale: A Furono letti seguendo la pronuncia europea. B Furono letti nelle loro forme originali. C Furono messi in secondo piano rispetto ad altri testi antichi. D Furono letti nei commenti degli Scolastici.

6 Durante il Rinascimento fu una grande innovazione: A La filosofia Scolastica. B Lo studio del Cinese. C Lo studio della grammatica antica e l'uso di dizionari del latino. D Lo studio della fonologia e il recupero della pronuncia originale.

7 Petrus Ramus: A Studiò la fonologia araba. B Si occupò della pronuncia delle semivocali latine. C Si occupò della forma grafica delle semivocali latine. D Scrisse un dizonario di cinese antico restituendo la grafia originale.

8 Durante il Rinascimento fu constatata: A La pronuncia velare di c e g in ogni posizione. B La pronuncia palatale di c e g in posizione preconsonantica. C La pronuncia velare di c e g solo in posizione prevocalica. D La pronuncia affricata di c e g in ogni posizione.

9 Durante il Seicento: A Ci si preoccupò molto di studi di sintassi arcaica. B Ci si concentrò sulle questioni di ortografia e fonetica (ortoepia). C Ci si occupò dello studio della lingua Sanscrita. D Si lavorò principalmente sulla grammatica latina.

10 Gli empiristi: A Fondavano la conoscenza sulla percazione dei sensi umani. B Non trattarono l'argomento linguistico a differenza dei razionalisti. C Si occuparono di riabilitare le idee platoniche. D Fondavano la conoscenza sulla base delle scoperte scientifiche del secolo precedente.

1 Nel corso del Settecento: A La scienza si distaccò dall'Antico Testamento e chiuse ad ogni posizione di conciliazione. B La Chiesa rifiutò le posizioni della Scienza in materia di creazione. C Gli scienziati, distaccandosi dall'Antico Testamento mantennero posizioni concilianti con le dottrine ecclesiastiche. D Chiesa e Scienza ruppero ogni legame ma si accordarono qull'esistenza di Dio.

2 Condillac: A Era convinto che ci fosse stato un accordo comune tra gli uomini per sostituire i gesti con la parola. B Era convinto che esistesse un periodo misto di passaggio in cui gesti e parole venivano utilizzati indifferentemente. C Era convinto che le parole si fossero formate spontaneamente senza ausilio della gestualità. D Era convinto che la creazione del linguaggio fosse opera di Dio.

3 Nell'approccio allo studio linguistico del '700: A Illuministi e Rimantici si trovarono d'accordo sull'importanza del linguaggio come comunicazione. B Solo gli Illuministi si approcciarono allo studio della linguistica. C I Romantici si occuparono del linguaggio a livello razionale e scientifico. D I Romantici non si occuparono dello studio della linguistica, gli Illuministi la elevarono a scienza.

4 Rousseau: A Era convinto che ci fosse stato un accordo comune tra gli uomini per sostituire i gesti con la parola. B Era convinto che esistesse un periodo misto di passaggio in cui gesti e parole venivano utilizzati indifferentemente. C Non si occupò della questione dell'origine del linguaggio umano. D Era convinto che la creazione del linguaggio non fosse opera di Dio ma della razionalità umana.

5 Harris: A Ebbe come modello Seneca. B Ebbe come modello Cartesio. C Ebbe come modello Quintiliano. D Ebbe come modello Aristotele.

6 Le parole, per Harris: A Sono le unità minime del pensiero umano base. B Non hanno rapporto convenzionale con ciò che designano. C Hanno un rapporto convenzionale con ciò che designano. D Non hanno significato assoluto, ma relativo.

7 I Prinicipali, paer Harris, sono: A Il nome e il pronome. B L'aggettivo e il pronome. C Il nome e l'avverbio. D Il nome e il verbo.

8 La teoria della creatività del linguaggio fu formulata da: A James Harris. B Wilhelm von Humboldt. C Cartesio. D Rousseau e Condillac.

9 Il problema a cui Humboldt risponde è: A Come un parlante possa creare infinite soluzioni con un numero finito di risorse. B Come le lingue indoreuropee siano legate al nazionalismo ottocentesco. C Come i gesti venissero sostituiti dalle parole in una fase arcaica di comunicazione. D Come il Sanscrito fosse la matrice delle lingue flessive indoeuropee.

10 La divisione in lingue isolanti, agglutinanti e flessive: A Humboldt la riprende da James Harris. B E' stata formulata da Cartesio e ripresa da Humboldt. C Appartiene a Schlegel e fu ripresa da Humboldt. D Appartiene a Humboldt e fu ripresa da Schlegel.

1 L'Ottocento è il secolo: A Degli studi incentrati sulla linguistica applicata. B Degli studi incentrati sulla scrittura fonetica. C Degli studi incentrati sulla linguistica comparativa. D Degli studi incentrati sulla linguistica italiana.

2 Dante Alighieri: A Non crede all'origne linguistica biblica della Torre di babele. B Divide la famiglie di lingue in germanica, latina e greca. C Scrive il de vulgari eloquentia solo per parlare dei dialetti italiani. D Non affronta la questione della lingua.

3 Giuseppe Giusti Scaligero: A Confuta l'idea che le lingue romanze derivino dal latino. B Compila liste di vocaboli in varie lingue a fine comparatistico. C Confuta la teoria della Torre di Babele. D Confuta l'idea che le lingue nascano tutte dall'ebraico.

4 La lingua "Giapetica": A E' la lingua Aramaica arcaica studiata da Scaligero. B E' la lingua della Torre di Babele. C E' una delle due varietà di lingua originaria ipotizzata da Liebniz. D E' una varietà delle lingue celtiche analizzata da Liebniz.

5 La distinzione tra lingue analitiche e traspositive: A E' fondata sulle differenze dei tratti morfologici tra le lingue. B Fu intuita da Schlegel e ripresa dagli Enciclopedisti. C E' fondata sulle etimologie storiche delle lingue celtiche. D Non verrà affrontata fino a fine Ottocento dagli studiosi di linguistica.

6 Gli enciclopedisti: A Erano certi che il latino fosse la matrice del francese moderno. B Erano certi che il sanscrito fosse la lingua intermedia indoeuropea. C Erano convinti che il francese moderno non fosse figlio del latino. D Avevano assimilato il latino alle lingue analitiche.

7 La linguistica tedesca del primo Ottocento: A Si dedicò alla ricerca della lingua originaria comune. B Non fu toccata dalla spinta nazionalista romantica. C Fu caratterizzata e influenzata dal forte nazionalismo romantico. D Entrò in collisione con gli ideali nazionalisti romantici.

8 August Wilhelm Schlegel: A Si può considerare il primo fondatore della linguistica scientifica. B Studiò con il fratello favole e canti popolari tedeschi. C Non fu toccato dagli ideali nazionalisti durante i suoi studi linguistici. D Studiò fuori dalle scuole tedesche e si formò all'estero.

9 Lo studio della morfologia: A Fu il campo di studio principale di Bopp, che cercava le affinità genetiche tra le lingue. B Secondo Schlegel serviva a cogliere le affinità genetiche tra le lingue. C Fu studiata da Grimm che distinse le lingue in sintetiche e analitiche. D Non fu mai studiata da Schlegel che si occupò principalmente di fonetica indoeuropea.

10 Franz Bopp: A Studiò le forme flesse delle lingue indoeuropee. B Distinse le lingue in sintetiche e analitiche. C Fondò la linguistica germanica moderna. D Scrisse le prime grammatiche sistematiche dell'anglosassone.

1 La Stammbaumtheorie: A Ha dei limiti a causa della disposizione grafica ad albero delle lingue indoeuropee. B Limita la conoscenza del Sanscrito. C Fu coniata da Schlegel nel 1896 per le lingue indoeuropee. D Riguarda le lingue agglutinanti ma non le flessive, disposte ad albero e suddivise in famiglie.

2 Schleicher, leggendo Darwin: A Venne ispirato dalle teorie darwiniane ma non vide contatti con il mondo linguistico. B Non lo comprese perché non capì il testo prima della sua traduzione tedesca. C Accostò le teorie darwiniane agli studi liinguistici. D Rifiutò ogni connessione tra l'evoluzionismo e la linguistica.

3 Le sottofamiglie: A Sono gruppi di lingue indoeuropee raggruppate e suddivise da Grimm. B Sono gruppi di lingue indoeuropee raggruppate e suddivise da Schleicher. C Sono gruppi di lingue indoeuropee raggruppate e suddivise da Verner. D Sono gruppi di lingue indoeuropee raggruppate e suddivise da Humboldt.

4 I Neogrammatici: A Si occuparono dello studio della morfologia delle lingue. B Analizzarono la discendenza del Sanscrito dall'Indoeuropeo. C Regolarono le teorie dei mutamenti di suoni nelle lingue. D Non influirono sulle generazioni successive.

5 Osthoff e Burgmann fuorno i due promotori: A Della derivazione delle lingue romanze da quelle Indoeuropee. B Della teoria delle stoofamiglie di Schleicher. C Della teoria Idealista. D Della teoria Neogrammatica.

6 I mutamenti fonetici seguono regole precise. Si tratta della teoria: A Neogrammatica. B Idealista. C Comparatista. D Scolastica.

7 L'appellativo "Neogrammatici": A Lo scelsero gli stessi studiosi di teoria Neogrammatica. B Fu dato loro in senso dispregiativo. C Fu assegnato loro dalle generazioni successive. D Non è un'invenzione ottocentesca, ma risale a un secolo prima.

8 Gli Idealisti: A Propendevano per la funzione cosciente dell'uomo nei mutamenti fonetici della lingua. B Ipotizzarono la divisione delle lingue in flessive e agglutinanti. C Teorizzarono le "sottofamiglie" linguistiche. D Regolarono le norme dei mutamenti di suono nelle lingue.

9 Lo sbaglio degli idealisti fu quello di: A Non riconoscere le "sottofamiglie linguistiche". B Puntare troppo sull'influenza della letteratura nella lingua. C Basarsi soltanto sullo schema ad albero per le lingue indoeuropee. D Non attribuire peso alla funzione cosciente dell'individuo nei mutamenti linguistici.

10 La scuola Neolinguistica: A Nacque in Italia alla ifne del XVIII secolo. B Nacque in Germania dalle teorie idealiste. C Nacque in Germania a fine Ottocento. D Nacque in Italia dalle teorie idealiste.

1 Strutturalismo e Linguistica generativa sono i principali filoni di studio nel: A Settecento. B Novecento. C Ottocento. D Duemila.

2 Il corso di Linguistica Generale di Saussure viene pubblicato: A Da lui stesso nel 1912. B Da lui stesso nel 1916. C Dai suoi allievi nel 1913. D Dai suoi allievi nel 1916.

3 Tubeckoj e Jakobson appartenevano: A Alla scuola di Londra. B Alla scuola di Mosca. C Alla scuola di Praga. D Alla scuola bloomfieldiana.

4 La Linguistic Society of America viene fondata: A Nel 1916. B Nel 1920. C Nel 1923. D Nel 1924.

5 Boas e Sapir appartengono: A Alla scuola di Londra. B Alla scuola di Mosca. C Alla scuola di Praga. D Al filone americano.

6 Negli anni Trenta e Quaranta del Novecento le teorie linguistiche domininanti furono quelle di: A Boas. B Bloomfield. C Saussure. D Firth.

7 Sapir dedicò molta attenzione: A Alla scienza. B Alla neurologia. C Alle materie umanistiche. D Al positivismo.

8 Firth fu il capostipite della scuola di: A Londra. B Praga. C Dresda. D Berlino.

9 Il continuatore dell'opera di Firth fu: A Bloomfield. B Lamb. C Halliday. D Saussure.

10 La teoria della stratificazione di Lamb consta di: A Tre livelli. B Quattro livelli. C Due livelli. D Cinque livelli.

1 Syntactici Structures è l'opera principale di: A Bloomisfield. B Saussure. C Chomsky. D Montague.

2 La grammatica generativo-trasformaizonale nasce con: A Bloomisfield. B Saussure. C Chomsky. D Montague.

3 Le traformazioni obbligatorie sono quelle: A Che trasformano le frasi affermative in interrogative. B Che trasformano le frasi interrogative in negative. C Che trasformano le frasi negative in affermative. D Che generano la corretta forma di una frase.

4 Chomsky è particolarmente interessato a: A Fonologia. B Strutture sintattiche. C Grammatica delle regole. D Sintassi dei casi.

5 La teoria in cui lessico, morfologia e sintassi formano un continuum di unità simboliche che sono al servizio del contenuto della struttura concettuale per scopi espressivi, è detta: A Sintassi dei casi. B Grammatica delle regole. C Grammatica di Montague. D Grammatica cognitiva.

6 Il linguaggio è un concetto derivato e neppure molto interessante. Lo ha detto: A Bloomisfield. B Saussure. C Chomsky. D Montague.

7 La linguistica non si occupa della lingua o delle lingue... ma delle grammatiche; il linguaggio è quindi un'astrazione di secondo grado ... ma non è l'interesse principale della linguistica. Lo ha detto: A Smith. B Bloomsfield. C Chomsky. D Montague.

8 La pragmatica studia: A La sintassi delle lingue neolatine. B Le famiglie indoeuropee. C La fonologia degli opposti. D L'uso reale che si fa del linguaggio.

9 La condizione di felicità viene rispettata in uno solo dei seguenti casi: A In una classe un alunno dice al compagno "Gianni io ti battezzo". B In un negozio una commessa risponde "io ti condanno a tre anni di carcere". C In chiesa il prete dice: "La messa è finita andate in pace". D In tribunale il giudice dice: "Sono 3 euro di resto. Arrivederci a presto".

10 Dell'uso illocutivo del linguaggio si sono occupati: A Bloomisfield e i suoi seguaci. B Chomsky e Halliday. C Austin e Searle. D Montague e Austin.

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