Linguistica Generale lm-39 (da lez.32a69)12cfu
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Title of test:![]() Linguistica Generale lm-39 (da lez.32a69)12cfu Description: Pegaso Agovino Creation Date: 2023/06/04 Category: Others Number of questions: 340
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1 La linguistica è: A Lo studio del linguaggio umano. B Lo studio scientifico del linguaggio. C Lo studio scientifico del linguaggio umano. D Lo studio scientifico dei linguaggi e delle lingue. 2 La linguistica è una disciplina: A Interrelazionale. B Normativa. C Organizzativa. D Descrittiva. 3 I vari linguaggi sono uguali tra loro: A Nella funzione ma non nella struttura. B Nella struttura e nella funzione. C Nella struttura e non nella funzione. D Nella funzione strutturale e nella struttura funzionale. 4 Il linguaggio umano è: A Desueto. B Discreto. C Continuo. D Discontinuo. 5 I fonemi: A Hanno un significato proprio. B Formano i significanti. C Non hanno un significato proprio. D Hanno significato solo nei foni del significante. 6 La ricorsività è: A Presente nel linguaggio umano e animale. B Quella capacità che permette al parlante di costruire frasi sempre nuove inserendo una frase in un'altra, in un'altra, e così via. C La capacità di formare significati con un insieme di fonemi. D Assente nel linguaggio umano. 7 Discretezza e ricorsività: A Esistono anche in linguaggi non umani. B Esistono solo nel linguaggio umano. C Esistono solo nei linguaggi dei primati. D Sono assenti nel linguaggio infomratico. 8 La frase: *Maria andarono a ballare è: A Scorretta. B Ricorsiva. C Grammaticale. D Agrammaticale. 9 Riconoscere una frase agrammaticale si definisce: A Senso intuitivo dei primati. B Senso intuitivo di grammaticalità. C Senso intuitivo di agrammaticalità. D Sesto senso del parlante. 10 Il linguaggio è: A La capacità degli esseri umani di comunicare indipendentemente dalla norma. B La forma specifica che un sistema di comunicazione assume nelle varie comunità. C La capacità comune a tutti gli esseri umani di sviluppare un sistema di comunicazione dotato di caratteristiche proprie. D La capacità animale di comunicare con l'essere umano. 1 La linguistica predilige lo studio della lingua: A Parlata. B Scritta. C Scritta e parlata indifferentemente. D Scritta poiché non esistono lingue solo parlate. 2 Il livello morfologico della lingua riguarda: A I suoni. B Le parole. C La sintassi. D L'ortografia. 3 Nel caso delle parole Varo e Vero, tra a ed e si verifica: A Relatività. B Contrasto. C Langue. D Opposizione. 4 La distinzione tra tutte le possibili realizzazioni di suono di [a] è: A Linguistica. B Non linguistica. C Linguistica solo in fonologia. D Linguistica a livello morfologico. 5 Saussure divide il senso di astrattezza e concretezza della lingua in: A Competenza e codice. B Codice e messaggio. C Sintassi e morfologia. D Langue e parole. 6 Chomsky divide il senso di astrattezzza e concretezza dela lingua in: A Competenza e codice. B Competenza ed esecuzione. C Messaggio e codice. D Langue e parole. 7 Il codice per Jakobson è: A Un fatto concreto. B Un insieme di potenzialità astratto. C Un insieme di possibili realizzazioni della langue. D Un insieme di potenzialità concrete. 8 Jakobson divide la lingua atratta e concreta in: A Competenza e codice. B Codice e messaggio. C Sintassi e morfologia. D Langue e parole. 9 I concetti astratti della lingua sono: A Langue, Codice, Messaggio. B Langue, competenza, esecuzione. C Langue, parole, codice. D Langue, codice, competenza. 10 I concetti concreti della lingua sono: A Langue, Codice, Messaggio. B Codice, langue, competenza. C Parole, messaggio, esecuzione. D Parole, competenza, codice. 1 L'insieme delle conoscenze linguistiche di un parlante si chiama: A Competenza. B Conoscenza. C Connessione. D Grammatica. 2 Riconoscere cheil suono [ü] non fa parte dell'italiano rientra nella competenza: A Morfologica. B Sintattica. C Lessicale. D Fonologica. 3 Riconoscere la giusta posizione dell'accento in una parola della propria lingua, rientra nella competenza: A Morfologica. B Sintattica. C Semantica. D Fonologica. 4 Riconoscere le combinazioni di suono atte a formare parole, rientra nella competenza: A Morfologica. B Sintattica. C Semantica. D Fonologica. 5 Riconoscere quali siano le parole della propria lingua e quali no, rientra nella competenza: A Morfologica. B Sintattica. C Semantica. D Fonologica. 6 Capire frasi mai udite prima, rientra nella competenza: A Morfologica. B Sintattica. C Semantica. D Fonologica. 7 Saper comporre le forme passive e interrogative dei verbi, rientra nella competenza: A Morfologica. B Sintattica. C Semantica. D Fonologica. 8 Riconoscere sinonimia e antinomia nelle parole di una lingua, rientra nella competenza.: A Morfologica. B Sintattica. C Semantica. D Fonologica. 9 Il cane abbaia / il cane della pistola. Queste frasi sono esempio di: A Antinomia. B Sinonimia. C Ambiguità lessicale. D Ambiguità sintattica. 10 I dati linguistici primari vengono di norma acquisiti: A Dai parlanti L2. B Dai bambini in età scolare. C Dai bambini in età prescolare. D Dagli adulti analfabeti. 1 La lingua è: A l'unione di fonologia e sintassi. B il frutto dell'elaborazione di tutte le possibilità. C un codice su due livelli. D un sistema binario di comunicazione. 2 I suoni di una lingua: A sono autonomi. B non variano mai. C si influenzano a vicenda. D sono sincronici. 3 Nelle parole: Lana e Luna, A ed U sono in rapporto: A binario. B sintagmatico. C simbiotico. D paradigmatico. 4 Lo studio del cambiamento delle lingue nel tempo è: A sincronico. B arcaico. C temporale. D diacronico. 5 Lo studio sincronico di una lingua è: A lo studio dell'evoluzione della lingua nel tempo. B lo studio di una lingua in un dato momento. C lo studio delle lingue contemporanee. D lo studio di una lingua presente. 6 La sostituzione di un elemento con un altro nel tempo è un fenomeno: A diacronico. B sincronico. C paradigmatico. D sintagmatico. 7 Il rapporto sintagmatico avviene: A in assenza. B in presenza. C in simbiosi con quello paradigmatico. D in assenza solo con i verbi coniugati all'indicativo. 8 L'unione di significante e significato dà: A il simbolo. B la catena parlata. C il segno. D il codice. 9 L'idea che abbiamo di un oggetto/animale eccetera è i suo: A significato. B simbolo. C segno. D significante. 10 Book, Libro, Livre, sono tutti: A significati. B simboli. C segni. D significanti. 1 Nelle sei componenti di Jakobson i referente è: A la lingua. B l'argomento. C il contesto. D il tono di voce. 2 La funzione referenziale indica: A la lingua. B l'argomento. C il contesto. D il tono di voce. 3 Nei versi danteschi: "E caddi come corpo morto cade " si esplica una fuzione linguistica: A fàtica. B poetica. C referenziale. D conativa. 4 Nel chiedere all'interlocutore: "Mi senti"? Realizziamo una funzione: A fàtica. B poetica. C referenziale. D conativa. 5 In Italia abbiamo venti italiani regionali, ma quanti sono se li dividiamo in macroaree: A 5. B 2. C 6. D 3. 6 La stratificazione di una lingua indica: A i livelli. B i componenti. C i registri. D il code switching. 7 Quale dialetto indica un'area regionale: A dialetto regionale. B italiano dialettale. C dialetto di koiné. D dialetto locale. 8 Il fatto che esistano lingue logiche è un: A paradosso linguistico. B fenomeno linguistico. C pregiudizio linguistico. D illogico linguistico. 9 Il fatto che la lingua si più eveoluta del dialetto è: A un paradosso linguistico. B una realtà oggettiva. C un illogico linguistico. D un pregiudizio linguistico. 10 Esistono lingue brutte e belle, quest'idea è: A vera. B una realtà oggettiva. C un illogico linguistico. D un pregiudizio linguistico. 1 Le lingue nel mondo sono circa: A 3000. B 600. C 60000. D 6000. 2 Inglese e cinese mandarino contano circa: A 2 milioni di parlanti. B 1 miliardo di parlanti. C 1 milione di parlanti. D 3 milioni di parlanti. 3 Nella scala indicata da Linguasphere lo 0 indica: A lingue parlate da più di un milione di persone. B lingue parlate da meno di un milione di persone. C tutte le lingue estinte. D le lingue estinte nel corso del XX secolo. 4 La famiglia linguistica è: A l'unità genealogica meno ampia. B un gruppo di lingue accomunate da vicinaza areale. C l'unità genealogica più ampia. D l'unica unità genealogica possibile. 5 Dante sosteneva che: A il latino era una lingua artificiale e non poteva essere origine dell'italiano. B il francese e l'italiano derivassero dal latino. C il latino era una lingua ancora parlata ai suoi tempi in alcune zone. D il latino era una lingua solo ecclesiastica. 6 Le parlate dell'Est (finnico, ungherese, ecc…) fanno parte della famiglia: A altaica. B afro-Asiatica. C uralica. D dravidica. 7 Il vietnamita fa parte della famiglia: A altaica. B afro-Asiatica. C uralica. D dravidica. 8 La maggiore scoperta linguistica del XIX secolo fu: A la parentela del Sanscrito con l'Yddish ebraico. B la scoperta della famiglia Afro-Asiatica. C la parentela del Sanscrito con il Latino e il Greco. D la scoperta delle famiglie linguistiche. 9 Il gruppo slavo è diviso in: A 3 sottogruppi. B 2 sottogruppi. C Non è diviso in sottogruppi. D 4 sottogruppi. 10 La lingua inglese fa parte del gruppo: A germanico. B neerlando-tedesco. C baltico. D britannico. 1 Due lingue che manifestino caratteristiche comuni si possono ritenere: A geograficamente collegate. B genealogicamente collegate. C arealmente collegate. D tipologicamente collegate. 2 Le correlaaioni tipologiche tra due lingue vanno cercate: A nell'area geografica di appartenenza. B nella struttura. C nella comune origine. D nella genealogia. 3 La classificazione tipologica comprende le tipologie: A sintattica e sillabica. B sintattca e Morfologica. C morfologica e Genealogica. D sintattica e Fonetica. 4 Le lingue con morfologia quasi nulla sono: A isolanti. B agglutinanti. C flessive. D polisintetiche. 5 Le lingue indoeuropee sono principalmente: A isolanti. B agglutinanti. C flessive. D polisintetiche. 6 Le lingue che hanno tanti affissi quante sono le loro relaizoni grammaticali sono: A isolanti. B agglutinanti. C flessive. D polisintetiche. 7 Le lingue in cui una sola parola esprime i concetti di una frase intera sono: A isolanti. B agglutinanti. C flessive. D polisintetiche. 8 La scrittura alfabetica fu inventata: A dai Greci. B dai Fenici. C da popolazioni semitiche. D dagli Egizi. 9 Nel II Millennnio a.C.: A i Fenici importano la scrittura alfabetica. B i Fenici importano la scrittura sillabica. C si attestano le prime forme di scrittura in Egitto e Mesopotamia. D i Greci diffondono la scrittura alfabetica in Europa. 10 L'alfabeto: A ha relazioni strette con la lingua cui appartiene. B non ha relazioni con la lingua ma è un fatto accidentale. C dipende dalle lingue che scrive. D cambia a seconda che la lingua sia flessiva o agglutinante. 1 Dei suoni che l'essere umano può produrre: A una gran parte è destinata alla comunicazione. B tutti vengono destinati alla comunicazione. C una minima parte viene destinata alla comunicazione. D nessuno viene destinato alla comunicazione. 2 I fonemi sono suoni: A atti alla pura produzione sonora umana. B atti a comunicare. C inutili alla comunicazione. D utili alla comunicazione, ma non sono i soli atti a questo scopo. 3 I fonemi: A se combinati tra loro si influenzano a vicenda. B non si influenzano mai. C si influenzano a vicenda solo in alcuni casi specifici. D subiscono l'influenza delle consonanti bilabiali. 4 Quando l'aria fuoriesce solo dalla bocca avremo suoni: A nasali. B orali. C sordi. D sonori. 5 Quando il velo palatino resta fermo, avremo suoni: A nasali. B orali. C sordi. D sonori. 6 Il punto di articolazione è quello in cui: A vibrano le corde vocali. B passa l'aria. C si dispongono gli organi fonatori. D l'aria viene ostacolata. 7 La sonorità è data: A dallo spostamento del velo palatino. B dalla vibrazione della trachea. C dalla vibrazione delle corde vocali. D dall'occlusione dell'aria che esce dai polmoni. 8 L'IPA è: A l'afabeto fonetico italiano. B l'alfabeto fonetico internzaionale. C l'alfabeto fonetico nazionale. D l'alfabeto fonologico internazionale. 9 Le consonansti sono: A sempre sonore. B sia sorde che sonore. C sempre sorde. D sorde solo se sono semiconsonanti. 10 Le vocali sono: A sempre sonore. B sia sorde che sonore. C sempre sorde. D sorde solo se sono semiconsonanti. 1 I suoni dell'italiano sono: A Circa 60. B Circa 20. C Circa 30. D Circa 40. 2 In una tabella il suono sordo si trova: A A destra. B A sinistra. C Indifferentemente a destra o sinistra. D Mai a sinistra. 3 La terza fase dell'articolazione di una consonante è: A Rilascio. B Tenuta. C Articolazione. D Impostazione. 4 La classificazione in bilabiali, alveodentali, ecc è sviluppata per: A Modo. B Luogo. C Zona. D Indice. 5 P, t, d, b,k, g sono consonanti: A Affricate. B Velari. C Fricative. D Occlusive. 6 F e V sono consonanti: A Affricate. B Velari. C Fricative. D Occlusive. 7 La R è una conosnate: A Liquida laterale. B Liquida nasale. C Liquida affricata. D Liquida vibrante. 8 Il suono gn in vigna è costituito da una consonante: A Palatale nasale. B Palatale liquida. C Palatale occlusiva sorda. D Liquida laterale sonora. 9 Un nesso consonantico composto da tre consonanti: A Non esiste in italiano. B Esiste se la prima lettera è R. C Non esiste se la prima lettera è R. D Esiste in lingua slave ma non nelle lingue romanze. 10 In uno iato: A L'unione di due vocali fa sillaba a sé. B L'unione di due semivocali non fa sillaba. C L'unione di due vocali non fa sillaba. D L'unione di vocale e semivocale non fa sillaba. 1 Il segno grafico: ʃ corrisponde al suono: A GN. B GL. C SC. D SCH. 2 Il segno grafico: ɔ corrisponde al suono: A C. B O aperta. C O chiusa. D GH. 3 Le incongruenze tra simbolo grafico e suono: A sono specifiche della lingua italiana. B non esistono in italiano. C esistono in tutte le lingue. D non sono rilevanti nelle lingue romanze. 4 L'IPA in italiano si chiama: A API. B PIA. C AFI. D FIA. 5 Il simbolo per i suoni geminati in IPA è: A (.). B (#). C (;). D (:). 6 Le maiuscole in IPA: A si segnano solo nei nomi di persona. B non esistono in italiano. C si trascrivono solo per i nomi di città. D non esistono. 7 L'accento in IPA: A si segna solo sulla vocale accentata. B si segna prima della sillaba accentata. C ha il simbolo #. D non si segna mai. 8 Il simbolo + indica il confine: A di suono. B di sillaba. C di morfema. D di parola. 9 Il simbolo (.) indica il confine: A di suono. B di sillaba. C di morfema. D di parola. 10 Il simbolo (#) indica il confine: A di suono. B di sillaba. C di morfema. D di parola. 1 La scienza che si occupa della funzione linguistica dei suoni è la: A fonetica. B fonematica. C fonografia. D fonologia. 2 La scienza che studia l'aspetto fisico dei suoni è la: A fonetica. B fonematica. C fonografia. D fonologia. 3 Il fenomeno della distribuzione riguarda: A il contesto in cui un suono può comparire. B l'aspetto fisico del suono. C l'aspetto astratto del suono. D la corretta pronuncia dei foni. 4 Le occlusive tra loro: A hanno simile distribuzione. B hanno distribuzione differente. C non possono avere la distribuzione simile. D hanno identica distribuzione per forza. 5 I suoni del linguaggio articolato sono: A fonemi. B allofoni. C foni. D lettere. 6 I foni hanno valore linguistico quando: A sono contrastivi. B sono distributivi. C sono realizzabili. D sono distintivi. 7 I caratteri pertinenti del fonema: A sono contrastivi. B sono distributivi. C sono realizzabili. D sono distintivi. 8 Quando due suoni ricorrono nelle medesime posizioni e non possono essere scambiati senza con ciò mutare il significato delle parole o renderle irriconoscibili, allora questi due suoni sono realizzazioni fonetiche di due diversi fonemi. Questa appena descritta è: A la prima regola di Trubeckoj. B la terza regola di Trubeckoj. C la prima regola di Jakobson. D la terza regole di Jakobson. 9 La terza regola di Trubeckoj afferma che: A quando due suoni della stessa lingua compaiono nelle medesime posizioni e si possono scambiare fra loro senza causare variazione di significato della parola, questi due suoni sono soltanto varianti fonetiche facoltative di un unico fonema. B se pronuncio Rosa con la R italiana o con la R tipica del francese non avrò due parole di diverso significato, quindi le due R sono VARIANTI LIBERE di uno stesso fonema. C quando due suoni ricorrono nelle medesime posizioni e non possono essere scambiati senza con ciò mutare il significato delle parole o renderle irriconoscibili, allora questi due suoni sono realizzazioni fonetiche di due diversi fonemi. D quando due suoni di una lingua, simili dal punto di vista articolatorio, non ricorrono mai nelle stesse posizioni, essi sono due varianti combinatorie dello stesso fonema. 10 Il contesto in cui ricorrono gli allofoni si definisce: A distribuzione complementare. B distribuzione distributiva. C distribuzione contrastiva. D distribuzione americana. 1 Nelle parole [s]era e ro[z]a nella pronuncia italiana settentrionale, [s] e [z]: A sono due fonemi. B sono un fono e un fonema. C sono due alloglotti. D sono due realizzazioni dello stesso fonema. 2 Gli allofoni sono: A imprevedibili. B ipotizzabili. C prevedibili. D supponibili. 3 Due suoni intercambiabili che non cambiano il significato di una parola sono: A allofoni. B varianti combinatorie. C fonemi diversi. D varianti libere. 4 Due suoni intercambiabili che cambiano il significato di una parola sono: A allofoni. B varianti combinatorie. C fonemi diversi. D varianti libere. 5 Due suoni non intercambiabili tra loro sono: A allofoni. B varianti combinatorie. C fonemi diversi. D varianti libere. 6 I fonemi /p/ e /b/ sono tra loro in: A contrasto. B coesione. C opposizione. D combinazione. 7 Il tipo di opposizione che si riferisce ai soli membri dell'opposizione è detta: A multilaterale. B costante. C bilaterale. D non privativa. 8 L'opposizoone: /p/ occlusiva bilabiale non sonora/b/ occlusiva bilabiale sonora è un tipo di opposizione: A multilaterale. B privativa. C bilaterale. D costante. 9 Il termine che possiede la proprietà in un'opposizione privativa si chiama: A definito. B privato. C contrasto. D marcato. 10 Le opposizioni che non funzionano in tutti i conytesti si definiscono: A multilaterali. B neutralizzabili. C costanti. D non privative. 1 Il Binarismo si attribuisce a: A Bloomfield. B Saussure. C Jakobson. D Chomsky. 2 I fonemi la cui realizzazione prevede occlusione dell'aria sono detti: A [+ consonantici]. B [+ continui]. C [ + nasali]. D [+ rilascio ritardato]. 3 I fonemi la cui realizzazione prevede una frizione data dall'attrito dell'aria sono detti: A [ + consonatici]. B [ + stridenti]. C [ + nasali]. D [ + rilascio ritardato]. 4 Le regole che collegano rappresentazione fonologica astratta e fonetica concreta si chiamano: A regole linguistiche. B regole fonetiche. C regole fonematiche. D regole fonologiche. 5 Nelle regole fonologiche la freccia vuol dire: A implica. B diventa. C impone. D chiede. 6 Nelle regole fonologiche il segno /____ vuol dire: A implica. B nel contesto. C impone. D diventa. 7 Parentesi tonde e graffe: A non si uniscono mai. B si combinano sempre nelle regole fonologiche. C possono combinarsi nelle ragole fonologiche. D possono combinarsi nelle regole fonematiche. 8 Le parentesi tonde indicano: A grafia fonetica. B facoltatività. C una scelta. D indecisione. 9 Le parentesi graffe indicano: A grafia fonetica. B facoltatività. C una scelta. D indecisione. 10 La facoltatività in linuistica si indica: A con le parentesi quadre. B con le parentesi graffe. C con il simbolo F. D con le parentesi tonde. 1 Quando il segmento assimilante segue quello assimilato, l'assimilazione è: A progressiva. B regressiva. C totale. D parziale. 2 Quando il segmento assimilante precede quello assimilato, l'assimilazione è: A progressiva. B regressiva. C totale. D parziale. 3 In + probabile = improbabile. Si tratta di un'assimilazione: A parziale progressiva. B parziale regressiva. C totale regressiva. D totale progressiva. 4 In + logico = illogico. Si tratta di un'assimilazione: A parziale progressiva. B parziale regressiva. C totale regressiva. D totale progressiva. 5 La sillaba rappresenta un'unità prosodica costituita da uno o più foni agglomerati intorno a un picco di intensità. Tale definizione della sillaba è: A fonologica. B sintattica. C didascalica. D fonetica. 6 La rima, nella sillaba, è costituita da: A nucleo + coda. B attacco + nucleo. C nucleo isolato. D attacco + coda. 7 La sillaba più frequente in tutte le lingue è costituita da: A nucleo + coda. B attacco + nucleo. C nucleo isolato. D attacco + coda. 8 Il fatto che una sillaba doppia si elimina è definito: A apologia. B aplogia. C struttura della sillaba. D nucleo. 9 Nella scomposizione dalla parola ai tratti distintivi il terzo livello è detto: A segmentale. B strutturale. C della sillaba. D della parola. 10 Il livello segmentale è quello: A della parola. B dei tratti distintivi. C dei fonemi. D della sillaba. 1 Un segmento è: A un fono. B una parola. C una sillaba. D un fonema. 2 I fenomeni che oltrepassano i segmenti sono detti: A soprasegmenti. B fatti ultrasegmentali. C fatti soprasegmentali. D fatti subsegmentali. 3 La durata temporale dei suoni è detta: A tono. B intonazione. C lunghezza. D tempo. 4 In alcune lingue il tratto distintivo è dato: A dalla lunghezza. B dai segmenti. C dalla sillaba. D dal fonema. 5 In italiano ha valore distintivo la lunghezza: A vocalica. B consonantica. C sia vocalica che consonantica. D solo vocalica ma non consonantica. 6 L'accento contrastivo: A si usa su parole differenti. B cambia il significato della stessa parola. C non muta il significato di parole uguali. D non muta il significato di parole diverse. 7 L'altezza dei suoni è detta: A tono. B intonazione. C lunghezza. D tempo. 8 L'intonazione: A ha rilevanza sintattica ma non in italiano. B non ha rilevanza sintattica. C ha rilevanza sintattica. D perde rilevanza sintattica con la punteggiatura. 9 Le lingue in cui il tono della sillaba cambia il significato della parola sono dette: A atone. B tonali. C toniche. D intonate. 10 L'altezza tonale: A rappresenta un fatto puramente linguistico. B dipende da fattori extralinguistici. C non varia in base all'età della persona. D varia solo in base alle diverse lingue del mondo. 1 La nasale velare ŋ : A in taliano è un fonema. B in italiano è una variante combinatoria, in inglese un fonema. C in italiano è un fonema, in inglese una variante combinatoria. D non è mai un fonema nelle lingue indoeuropee. 2 Il colpo di glottide viene identificato dal simbolo: A Ɂ. B ʖ. C ʊ. D Ɵ. 3 Il simbolo (Ɂ) : A non ha valore fonico. B non ha valore fonetico. C ha valore fonetico. D non ha valore fonematico. 4 Le vocali tese e rilassate sono tipiche della fonologia: A italiana. B inglese. C generale. D indoeuropea. 5 Le lingue differiscono fra loro: A solo per le regole fonologiche. B per i fonemi ma non per gli allofoni. C per allofoni, fonemi e regole fonologiche. D per allofoni ma non per fonemi. 6 Le regole fonologiche: A sono sempre diverse da lingua a lingua. B sono sempre uguali in tutte le lingue. C possono differire tra le lingue e esistere o meno a seconda della lingua di riferimento. D possono differire solo tra lingue appartenenenti a famiglie linguistiche diverse. 7 Le vaocali nasali sono tipiche della lingua: A inglese. B italiana. C francese. D tutte quelle del ceppo indoeuropeo. 8 Nell'antichità si occuparono di studi fonologici i linguisti: A cinesi. B europei. C americani. D indiani. 9 La fonologia viene studiata in Occidente: A da metà Settecento. B da metà Ottocento. C dal primo Novecento. D fin dal Medioevo. 10 L'IPA nasce: A nel 1982. B nel 1880. C nel 1888. D nel 1789. 1 Le unità del linguaggio umano istintivamente presenti alla consapevolezza dei parlanti, sono: A parole. B frasi. C radici. D foni. 2 Ex-amico è una parola: A complessa, composta, prefissata. B semplice. C complessa, derivata, prefissata. D complessa, derivata, suffissata. 3 Amichetto è una parola: A complessa, composta, prefissata. B semplice. C complessa, derivata, prefissata. D complessa, derivata, suffissata. 4 Il lemma è: A la radice. B la desinenza. C la forma di citazione. D la forma fonologica. 5 Le interiezioni sono parti del discorso: A invariabili. B variabili. C miste. D declinate. 6 Le categorie lessicali sono: A le preposizioni semplici e artcolate. B le parti del discorso. C i lemmi del dizionario. D le forme declinate. 7 I pronomi appartengono alle classi di parole: A aperte. B chiuse. C medie. D declinate. 8 Gli avverbi appartengono alle classi di parole: A aperte. B chiuse. C medie. D declinate. 9 La sottocategoria [+numerabile] si può attribuire al nome: A sangue. B libro. C acqua. D zolfo. 10 La sottocategoria [+transitivo] si può attribuire al verbo: A dormire. B sognare. C cadere. D lavare. 1 Un morfema è: A un significato. B un significante. C un segno linguistico. D un atto della lingua italiana. 2 Le forme grammaticali dei morfemi: A dipendono parzialmente dal contesto. B non dipendono dal contesto. C dipendono totalmente dal contesto. D non dipendono dal contesto., salvo rari casi. 3 I suffissi in italiano sono: A fonemi legati. B morfemi liberi. C morfemi legati. D fonemi liberi. 4 Le parole in italiano sono: A fonemi legati. B morfemi liberi. C morfemi legati. D fonemi liberi. 5 Le parole composte da due morfemi si chiamano: A bimorfemiche. B polimorfe. C dimorfemiche. D bimorfe. 6 Le parole composte da un solo morfema si chiamano: A bimorfemiche. B monomnorfe. C monomorfiche. D monomorfemiche. 7 I verbi regolari in italiano, di norma sono: A bimorfemici. B trimorfemici. C monomorfemici. D monomorfici. 8 Il morfema è un'unità: A concreta. B astratta, il suo equivalente concreto è il Fonema. C astratta, il cui equivalente concreto è l'Allomorfo. D concreta, il cui equivalente astratto è l'Allomorfo. 9 Di norma un morfema: A È rappresentato da due allomorfi. B È rappresentato da un solo allomorfo. C non viene rappresentato da allomorfi in astratto. D viene rappresentato da allomorfi in serie di tre. 10 Si definisce distribuzione complementare degli allomorfi: A quando appartengono a due diversi morfemi. B quando ognuno appare in un contesto specifico in cui gli altri non possono comparire. C quando il morfema di riferimento è Trimorfemico. D quando appartengono allo stesso morfema e compaiono nello stesso contesto. 1 In morfologia, l'insieme di tre processi di modifica differenti è la: A derivazione. B flessione. C composizione. D morfizzazione. 2 In morfologia l'aggiunta di una forma legata ad una forma libera è la: A derivazione. B flessione. C composizione. D morfizzazione. 3 Quando l'affisso è a destra di una parola, il processo di derivazione è dettto: A infissazione. B flessione. C suffissazione. D prefissazione. 4 In italiano non esiste il processo di: A infissazione. B flessione. C suffissazione. D prefissazione. 5 Capotreno è una parola che ha subito morfologicamente un processo di: A infissazione. B flessione. C composizione. D prefissazione. 6 La formazione di una parola nuova da due parola già esistenti è detta in morfologia: A composizione. B flessione. C suffissazione. D morfizzazione. 7 Dolceamaro, a livello morfologico è un processo di: A composizione. B flessione. C suffissazione. D prefissazione. 8 L'aggiunta di informazioni su genere, numero, ecc ad una parola base in morfologia è detta: A composizione. B flessione. C suffissazione. D morfizzazione. 9 Il cambio di genere bello/bella, in morfologia è detto: A composizione. B flessione. C suffissazione. D prefissazione. 10 Il cambio di diatesi in morfologia è detto: A composizione. B flessione. C suffissazione. D prefissazione. 1 Le parole formate tramite regole morfologiche si definiscono: A Semplici. B Minime. C Complesse. D Analitiche. 2 Le parole non derivate e non composte si definiscono: A Semplici. B Minime. C Complesse. D Analitiche. 3 Le parole composte più volte sono: A Semplici. B Minime. C Complesse. D Analitiche. 4 Quale delle seguenti è una parola semplice: A Inevitabile. B Ognora. C Ogni. D Antipatia. 5 Il prefisso "auto", in italiano, può stare: A Solo davanti ai nomi. B Davanti a nomi e aggettivi ma non verbi. C Davanti a verbi e nomi ma non aggettivi. D Davanti a nomi, verbi e aggettivi. 6 Il prefisso "sub", in italiano, può stare: A Solo davanti ai nomi. B Davanti a nomi e aggettivi ma non verbi. C Davanti a verbi e nomi ma non aggettivi. D Davanti a nomi, verbi e aggettivi. 7 I nomi risultato: A Sono astratti. B Non possono essere nomi d'azione. C Sono nomi d'azione. D Sono nomi concreti. 8 I suffissi come - ino e - accio sono detti: A Valutativi. B Astrattivi. C Deverbali. D Agentivi. 9 La parte fissa di una parola suffissata è: A Variabile. B Il nome di base. C Il significato. D Il prefisso. 10 La semantica composizonale indica che: A Il significato di una parola semplice si deduce dal contesto. B Il significato non si può dedurre dalla parola. C Il significato di una parola complessa si può dedurre dagli elementi che la compongono. D Il significato di una parola complessa non si può dedurre dagli elementi che la compongono. 1 In italiano il composto nome + nome: A Non è produttivo. B E' produttivo solo in alcuni casi. C E' sempre produttivo. D Non è realizzabile. 2 Ndella formazione dei composti: A Non sono possibili tutte le combinazioni. B Tutte le combinazioni sono possibili. C Si può comporre a piacere. D Non si può comporre un composto nome + nome. 3 In italliano la composizione forma per lo più: A Avverbi. B Aggettivi. C Verbi. D Nomi. 4 La categoria di un composto deriva: A Dalla combinazione. B Dal nome. C Dalla testa del composto. D Dal significato del composto. 5 Il test "è un" in morfologia serve a identificare: A I nomi semplici. B La testa del composto. C Il significato del composto. D I suffissi dei composti. 6 Il test "è un" in morfologia vale: A sia a livello sintagmatico che sematico. B Sia a livello lessicale che fonologico. C Sia a livello sematico che lessicale. D Solo a livello lessicale ma non semantico né fonologico. 7 Il genere di un composto dipende: A Dalla semantica della testa. B Dal numero della testa. C Dal genere dell'intero composto. D Dal genere della testa. 8 Le regole di riaggiustamento si situano tra il livello morfologico e quello: A Sintattico. B Semantico. C Fonologico. D Lessicologico. 9 La parola vinaio: A Ha subito riaggiustamento. B Non ha subito riaggiustamento. C Non chiede regiola di riaggiustamento. D Non è un composto. 10 La parola composta lungomare: A Ha subito riaggiustamento. B Non ha subito riaggiustamento. C Varia il significato fonologico. D Non è un composto. 1 Le informazioni che i parlanti hanno relativamente alle parole sono incamerate: A Nel lessico semantico. B Nel lessico mentale. C Nell'ipofisi. D Nell'area di Broca. 2 Nel lessico mentale si trovano le conoscenze: A Delle singole parole. B Dei significati. C delle parole, dei loro rapporti e del loro funzionamento. D Della fonologia delle parole ma non del loro significato. 3 Il lessico mentale appartiene: A Ai parlanti molto colti. B Ai parlanti poco colti. C A tutti i parlanti. D Ai parlanti incolti o analfabeti. 4 La lessicografia si occupa: A Delle grammatiche. B Dei significati. C Dei dizionari. D Della fonologia delle parole ma non del loro significato. 5 Il dizionario si pone a livello di: A Langue. B Parole. C Competenza. D Uso. 6 Il dizionario è: A Sincronico. B Obsoleto. C Diacronico. D relativo alla parole. 7 Le entrate del dizionario sono parole: A Semplici e flesse. B Complesse e flesse. C Complesse e non flesse. D Semplici e non flesse. 8 Le parole polirematiche: A Non compaiono sul dizionario. B Sono parole il cui significato si desume dal contesto delle componenti. C Sono lessicalizzate sul dizionario. D Sono parole semplici non flesse. 9 Quando un'unità perde significato locale e ne acquisisce uno grammaticale si parla di: A Grammaticalità. B Grammatismo. C Grammatica delle frasi. D Grammaticalizzazione. 10 Le abbreviazioni di parti di parole sono dette: A Abbreviazioni. B Sigle. C Parole-macedonia. D Acronimi. 1 [ + nativo ] è: A Lo strato periferico della lingua. B Lo strato marginale della lingua. C Lo strato medio di una lingua. D Lo strato centrale della lingua. 2 I contatti che una lingua ha avuto nella storia con altri sistemi linguistici sono: A Nativi. B Centrali. C Periferici. D Mediani. 3 Xenofobo è una parola italiana: A Non stratificata. B Periferica. C Nativa. D Centrale. 4 Caraffa, in italiano è: A Un prestito non adattato. B Un calco. C Un prestito semantico. D Un prestito adattato. 5 I palindromi rientrano nei dizionari: A Di frequenza. B Dei giochi. C Inversi. D Bilingui. 6 L'ordine della parole da destra verso sinistra è dato dai dizionari: A Etimologici. B Dei giochi. C Inversi. D Bilingui. 7 Lif e LIP sono dizionari: A Etimologici. B Di frequenza. C Inversi. D Dei giochi. 8 Gli omografi non momofoni compaiono nei dizionari: A Etimologici. B Dei giochi. C Inversi. D Bilingui. 9 Le liste di contesti in cui appare una daterminata parola sono: A Concordanze. B Etimologie. C Dizionari inversi. D Dizionari dei giochi. 10 Il verso nelle conocrdanze è: A Un contesto. B Un paragrafo. C un indicatore. D Un indice. 1 Il cerchio verde suona la chitarra è una frase: A Agrammaticale. B Di senso compiuto. C Grammaticale ma senza senso. D Grammaticale e dotata di senso. 2 Frasi e combinazioni di parole in linguistica sono oggetto: A Della fonolgia. B Della sintassi. C Della moforlogia. D Della semantica. 3 I verbi di dire e di dare sono: A Monovalenti. B Zerovalenti. C Bivalenti. D Trivalenti. 4 I sintagmi sono: A Gruppi di parole. B Argomenti. C Funzioni circostanziali. D Parole singole. 5 L'enunciabilità in isolamento è: A Una regola morfologica. B Un criterio per riconoscere i sintagmi. C Un criterio per riconoscere i morfemi. D Un gruppo di parole. 6 Alle sette e Carlo è andato al bar. Questa frase non rispetta il criterio di: A Enunciabilità in isolamento. B Coordinabilità. C Funzione circostanziale. D Movimento. 7 I verbi transitivi sono: A Monovalenti. B Zerovalenti. C Bivalenti. D Trivalenti. 8 I diagrammi ad albero indicano: A Schemi fonetici. B Schemi fonologici. C Sintagmi. D Morfemi. 9 IN sintassi un SP è : A Un Sintagma Proposizionale. B Un Sintagma Preposizionale. C Un Sostantivo Parlante. D Un Sintagma Pronominale. 10 La funzione circostanziale: A Può essere svolta sia da una sola parola che da gruppi di parole. B Può essere svolta solo dal sintagma. C Può essere svolta solo da singole parole. D Può essere svolta solo da sintagma e gruppi di parole. 1 Le frasi sono: A Entità composte di soggetto e predicato. B Gruppi di parole di senso compiuto. C Espressioni di senso compiuto. D Non esiste una definizione corretta. 2 Soggetto e predicato in una frase sono: A Indipendenti. B Il soggetto dipende dal verbo. C Il predicato dipende dal soeggtto. D In dipendenza reciproca. 3 Perché ci sia una frase è necessaria la presenza di un verbo. Questa affermazione è: A Sempre vera. B Sempre falsa. C Vera solo in alcune lingue. D Riportata dai manuali di linguistica. 4 La frase complessa è: A Semplice. B Composta. C Un periodo. D Formata da due periodi. 5 La coordinazione tra frasi implica: A Una frase principale. B Necessariamente due frasi coordinate. C Due o più frasi principali e due o più subordinate. D Che se si omette una delle coordinate (due o più) resta comunque una o più frasi grammaticali. 6 Le frasi interrogative sono: A Di due tipi. B Di tre tipi. C Di un solo tipo. D Tutte uguali. 7 La polarità distingue le frasi: A Attive e passive. B Affermative e negative. C Semplici e complesse. D Segmentate e non. 8 Benché Carla fosse in orario, non trovò nessuno ad attenderlo. Questa frase è: A Completiva. B Circostanziale temporale. C Circostanziale concessiva. D Circostanziale condizionale. 9 Gli alunni che non hanno consegnato il permesso dei genitori non potranno partecipare alla gita. Questa frase è: A Relativa restrittiva. B Circostanziale temporale. C Relativa appositiva. D Circostanziale condizionale. 10 Che il mare sia salato è fuori di dubbio. Questa frase è: A Relativa restrittiva. B Argomentale soggettiva. C Relativa appositiva. D Circostanziale condizionale. 1 La persona o la cosa che fa l'azione, o, nelle frasi di forma passiva, che la subisce è: una definizione per: A Il complemeneto d'agente. B Il soggetto. C Il predicato. D Il complemento predicativo del soggetto. 2 L'azione subita da un soggetto è: A Un predicato. B Il soggetto. C Un complemento d'agente. D Un complemento di causa efficiente. 3 L'argomento che ha sempre la stessa persona e numero del verbo è: A Un predicato. B Il soggetto. C Un complemento d'agente. D Un complemento di causa efficiente. 4 L'agente, a livello semantico è: A Un predicato. B Il soggetto. C Un complemento d'agente. D Un complemento di causa efficiente. 5 In italiano i generi sono: A 2. B 3. C 4. D 5. 6 Il triale è: A Un numero del greco antico. B Un numero del graco moderno. C Un genere delle lingue dell'Oceania. D Un numero delle lingue dell'Oceania. 7 Noi andremo in pizzeria, voi uscite dopo cena? Il noi in questa frase è: A Inclusivo. B Duale. C Esclusivo. D Escludente. 8 La relazione che un dato elemento nominale ha con le altre parole della frase è: A Il caso. B Il soggetto. C Il genere. D La persona. 9 I tempi grammaticali in italiano sono: A 1. B 8. C 5. D 6. 10 L' espressione dell'atteggiamento del parlante rispetto all'evento descritto dal verbo è: A Il caso. B Il tempo. C La modalità. D Il modo. 1 La nozione di verità è essenziale per comprendere il concetto di: A Significato. B Significante. C Senso. D Ambiguità della frase. 2 Le frasi che descrivono frammenti di realtà sono: A False. B Verosimili. C Indipendenti. D Vere. 3 Esistono lingue più precise di altre per indicare la realtà. Questa affermazione è: A Vera, solo in alcuni contesti. B Falsa. C Vera. D Verosimilie. 4 Le parole POLISEME hanno: A Una sola entrata nel dizionario. B Due entrate nel dizionario. C Più di una entrata del dizionario. D tante entrate quanti sono i significati. 5 L'estensione di significato di una parola connessa alla prima per contiguità è una: A Metafora. B Anafora. C Metonimia. D Antinomia. 6 'Mano di poker' è una: A Metafora. B Anafora. C Metonimia. D Antinomia. 7 La relazione di due lessemi diversi che hanno lo stesso significato si chiama: A Antinomia. B Sinonimia. C Iponimia. D Iperonimia. 8 Quando due lessemi diversi hanno significati opposti, la relazione tra loro è detta: A Antinomia. B Sinonimia. C Iponimia. D Iperonimia. 9 Quando un lessema è incluso in un altro, si parla di: A Antinomia. B Sinonimia. C Iponimia. D Iperonimia. 10 Quando un lessema ne include un altro, si parla di: A Antinomia. B Sinonimia. C Iponimia. D Iperonimia. 1 La semantica frasale studia: A il significato delle parole. B la grammatica delle frasi. C il significato delle frasi. D il senso delle combinazioni di frasi tra loro. 2 Il principio di composizionalità NON vale: A con le frasi interrogative. B con le espressioni idiomatiche. C con le parole al plurale. D con le frasi composte e complesse. 3 Con i modi di dire: A il principio di composizionalità è idiomatico. B il principio di composizionalità è valido. C il principio di composizionalità non vale. D il senso delle combinazioni di frasi tra loro è nullo. 4 I connettivi frasali sono: A solo le avversative. B connettivi preposizionali. C connettivi indipendenti. D connettivi proposizionali. 5 Una frase complessa formata con il connettivo O è è vera se: A se le frasi semplici contenute all'interno sono tutte vere. B se almeno una delle due frasi semplici è falsa. C se almeno una delle frasi semplici contenute al suo interno è vera. D se almeno una delle due frasi semplici contenute al suo interno è vera. 6 Oggi esco e non esco è una: A tautologia. B contraddizione. C analisi. D presupposizione. 7 Domani parto o non parto per Milano è una: A tautologia. B contraddizione. C analisi. D presupposizione. 8 Si parla di analiticità quando: A non c'è contraddizione. B il valore di verità o falsità di una frase si evince unicamente dai connettivi e lessemi contenuti nella frase stessa. C il principio di composizionalità non vale. D il senso delle combinazioni di frasi tra loro è nullo. 9 Il re di Francia è calvo è una frase: A vera. B falsa. C contraddittoria. D inappropriata. 10 La frase che deve essere vera perché le frasi che la presuppongono siano definite vere o false è la: A tautologia. B contraddizione. C presupposizone. D indipendente. 1 Gli atti perlocutori sono rappresentati: A Dal tentativo di produrre un effetto sul nostro interlocutore. B Dal riferimento a specifiche entità e loro proprietà. C Dalla pronuncia di parole e sintagmi. D Dall'enunciare una promessa, una domanda, un consiglio, ecc. 2 Gli atti locutori sono rappresentati: A Dal tentativo di produrre un effetto sul nostro interlocutore. B Dal riferimento a specifiche entità e loro proprietà. C Dalla pronuncia di parole e sintagmi. D Dall'enunciare una promessa, una domanda, un consiglio, ecc. 3 Gli atti proposizionali sono rappresentati: A Dal tentativo di produrre un effetto sul nostro interlocutore. B Dal riferimento a specifiche entità e loro proprietà. C Dalla pronuncia di parole e sintagmi. D Dall'enunciare una promessa, una domanda, un consiglio, ecc. 4 Gli atti performativi sono quelli che indicano: A Lo svolgimento di una trama. B Il compiere un'azione. C La passività del verbo. D I verbi derivati dall'inglese. 5 Performativo è un termine che deriva dal: A Tedesco. B Framcese. C Inglese. D Arabo. 6 Mi scuso per averti offeso. In questa frase "MI scuso" è un verbo: A Performativo. B Indirettivo. C Illocutorio. D Ricorsivo. 7 Gli atti illocutori sono rappresentati: A Dal tentativo di produrre un effetto sul nostro interlocutore. B Dal riferimento a specifiche entità e loro proprietà. C Dalla pronuncia di parole e sintagmi. D Dall'enunciare una promessa, una domanda, un consiglio, ecc. 8 La massima della relazione di Grice prevede: A Sii perspicuo. B Sii pertinente. C Fornisci un contributo tanto informativo quanto richiesto. D Dì ciò che irtieni essere vero. 9 La massima della modalità (o modo) di Grice prevede: A Sii perspicuo. B Sii pertinente. C Fornisci un contributo tanto informativo quanto richiesto. D Dì ciò che irtieni essere vero. 10 La massima della quantità di Grice prevede: A Sii perspicuo. B Sii pertinente. C Fornisci un contributo tanto informativo quanto richiesto. D Dì ciò che irtieni essere vero. 1 La varietà diatopica riguarda: A le differenze geografiche. B le differenze verticali. C le differenze sociali. D le differenze in base all'età. 2 La varietà diastratica riguarda: A le differenze geografiche. B le differenze orizzontali. C le differenze sociali. D le differenze in base all'età. 3 La varietà diamesica riguarda: A le differenze geografiche. B i mezzi di comunicazione utilizzati. C le differenze sociali. D le differenze in base all'età. 4 Per la sociolinguistica, la variazione libera: A non esiste. B esiste a determinate condizioni. C non spiega la morfologia. D si tratta di un fenomeno prettamente morfologico. 5 L'insieme di tutte le persone che parlano una determinata lingua o varietà linguistica e ne condividono le norme d'usosi chiama: A comunione linguistica. B repertorio linguistico. C società linguistica. D comunità linguistica. 6 L'insieme di codici e varietà padroneggiato da un parlante è detto: A comunione linguistica. B repertorio linguistico. C società linguistica. D comunità linguistica. 7 La capacità di un parlante si gestire la lingua nelle varie situazioni è detta: A competenza linguistica. B repertorio linguistico. C società linguistica. D competenza comunicativa. 8 La competenza comnunicativa è: A un fatto sociale. B un fatto collettivo. C un fatto individuale. D un fatto linguistico. 9 Il comunicare diversamente a livello personale in base a sesso, età, provenienza, ecc si chiama: A competenza linguistica. B funzione di presentazione. C competenza di presentazione. D linguistica della funzione. 10 Il parlante idealizzato è studiatoda: A la sociolinguistica. B la linguistica applicata. C la linguistica comunicativa. D la linguistica teorica. 1 La scienza che si occupa di problemi linguistici legati alla società si chiama: A socialità del linguaggio. B sociologia del parlato. C bilinguismo e comunicazione. D sociologia del linguaggio. 2 "Lo studio delle società in rapporto con la lingua" è la definizione della: A sociolinguistica. B etnografia della comunicazione. C sociologia del linguaggio. D antopologia linguistica. 3 Il plurilinguismo passivo lo troviamo in: A America. B Russia. C India. D Europa. 4 L'etnografia della comunicazione è: A una branca della linguistica alfabetica. B una sottodisciplina della sociolinguistica. C una sottodisciplina dell'antropologia linguistica. D una materia che si occupa del plurilinguismo e dell'alfabeto tra lingue diverse. 5 L'idea che il linguaggi sia alla base della trasmissione degli schemi sociali è proprria della: A sociolinguistica. B etnografia della comunicazione. C socialità linguistica. D linguistica applicata. 6 Quale branca della linguistica studia come ci si saluta in una conversazione nelle varie società?: A socialità della comunicazione. B sociologia del parlato. C etnografia della comunicazione. D antopologia linguistica. 7 I pronomi di cortesia esprimono: A solidarietà. B simmetria sociale. C asimmetraia sociale. D buona educazione. 8 " pronomi t"tu" (ita) e "toi" (fr) sono: A pronomi di cortesia. B pronomi di potere. C pronomi di solidarietà. D pronomi di confidenza. 9 I pronomi "Usted" (spa) e "Sie" (deu) sono pronomi di: A cortesia. B potere. C solidarietà. D buona educazione. 10 Il foreigner talk è: A dare del lei agli estranei di altra nazionalità. B la lingua di mezzo usata quando parliamo con uno straniero (es: metà italiano metà spagnolo). C la lingua semplificata che usiamo con gli immigrati. D la lingua semplificata che usiamo per parlare con qualsiasi parlante straniero. 1 L'italiano standard si forma: A dal toscano. B dal latino. C dalle lingue romanze. D dai dialetti. 2 I dialetti italiani sono: A derivati da lingue diverse. B varietà sorelle. C varianti libere. D non legati tra loro. 3 Dal toscano deriva: A l'italiano parlato standard. B l'italiano toscano scritto. C l'italiano scritto standard. D l'italiano della poesia del Trecento. 4 Il primo a classificare i dialetti italiani fu: A Ferdinand De Saussure. B Dante Alighieri. C Antonio Muratori. D Pietro Bembo. 5 La linea La Spezia - Rimini divide: A i dialetti veneti da quelli gallo-italici. B i dialetti settentrionali da quelli centrali. C i dialetti centro - meridionali da quelli toscani. D i dialetti settentrionali da quelli centro - meridionali. 6 Lo scempiamento delle consonanti lunghe è un fenomeno che avviene: A a sud della linea La Spezia - Rimini. B in tutto il territorio. C nei dialetti centro meridionali. D a Nord della linea La Spezia - Rimini. 7 La pronuncia sorda della sibilante intervocalica è un fenomeno che avviene: A a sud della linea La Spezia - Rimini. B in tutto il territorio. C nei dialetti toscani ed emiliani. D a Nord della linea La Spezia - Rimini. 8 I parlanti tedeschi in Alto Adige sono: A alloglossi. B bilingui. C alloglotti. D diglossi. 9 In Italia bilinguismo e diglossia si sviluppano in diverse possibilità. Quante?: A 2. B 4. C 6. D 3. 10 Quando una delle due varietà parlate ha uno status socioculturale più elevato di un'altra parliamo di: A bilinguismo. B alloglossia. C dilalia. D diglossia. 1 Secondo la teoria della Torre di Babaele la lingua comune oringinaria era: A l'aramaico. B il latino. C l'ebraico. D il greco. 2 Becan sosteneva che la lingua originaria fosse: A l'ebraico. B il greco. C il fiammingo. D il tedesco antico. 3 Le lingue giapetiche secondo Liebniz comprendevano: A parlate Europee e Asiatiche. B parlate Italiane e Cirilliche. C l'Ebraico, il Latino e Il Cinese. D il Latino come lingua originaria anche delle lingue asiatiche. 4 La linguistica comparativa nasce: A nel Seicento. B nel Novecento. C nel Settecento. D nell'Ottocento. 5 Secondo studi recenti l'origine dei suoni del linguaggio risalirebbe: A all'homo erectus. B all'homo habilis. C all'homo sapiens sapiens. D all'Homo sapiens. 6 Il metodo che si basa sul confronto tra lingue è detto: A comparativo. B comparatistico. C comparante. D comparatista. 7 Grazie al metodo comparativo possiamo scoprire se due lingue sono: A geneticamente complesse. B uguali. C derivate o flesse. D genealogicamente imparentate. 8 Ciò che può trarre in errore nel metodo comparativo è: A la lingua originaria. B la semantica. C i prestiti. D la morfologia. 9 L'antenato comune a due o più lingue si ricava attraverso studi: A anacronistici. B ricostruttivi. C morfosintattici arcaici. D storico-comparativi. 10 La comparazione storicatra lingue si basa su fenomeni: A lessicali. B di prestito. C fonetici e Morfologici. D morfologici e lessicali. 1 Il great vowel shift mutò: A le vocali del modern english in quelle del middle english. B le vocali latine toniche in quelle italiane atone. C le vocali del latino imperiale in quelle del middle english. D le vocali del middle english in quelle del modern english. 2 La forma dell'indicativo imperfetto in -a in italiano è nata per: A contaminazione. B assimilazione. C analogia. D metatesi. 3 Quando gli elementi di una forma si mescolano con quelli di un'altra forma parliamo di: A contaminazione. B assimilazione. C analogia. D metatesi. 4 Il fenomeno per cui "factum" (lat) diventa "fatto" (ita) si chiama: A contaminazione. B assimilazione. C analogia. D metatesi. 5 Quando un segmento fonologico si modifica per diffrenziarsi dal suo contesto fonologico avremo un fenomeno di: A contaminazione. B assimilazione. C dssimilazione. D aplologia. 6 Arborem (lat) > Albero (ita). Questo fenomeno è detto: A contaminazione. B assimilazione. C dissimilazione. D aplologia. 7 La trasformzione del latino crocodilus nell'italiano coccodrillo è una: A metatesi. B assimilazione. C analogia. D dissimilazione. 8 Il mutamento in cui viene rovesciato l'ordine di successione di due fonemi si chiama: A contaminazione. B assimilazione. C metatesi. D dissimilazione. 9 Il passaggio da eroico - comico a "eroicomico" si chiama: A contaminazione. B aplologia. C metatesi. D dissimilazione. 10 Pieve in italiano è un: A allotropo entrato per via dotta. B allomorfo entrato per via popolare. C allofono entrato per prestito. D allotropo entrato per via popolare. |