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Linguistica italiana 12 CFU

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Linguistica italiana 12 CFU

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COLUMBUS ACADEMY

Creation Date: 2023/10/03

Category: Others

Number of questions: 232

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1. L'’italiano è la lingua ufficiale d’Italia come detto: nella Costituzione e nella legge 1999/482. nello Statuto autonomico della Provincia di Bolzano. nello Statuto autonomico della Provincia di Bolzano e nella legge 1999/482. espressamente nella Costituzione.

2. La variazione diafasica: indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa in relazione allo spazio. indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa, dalla funzione del messaggio e dal contesto. indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa attraverso il tempo. indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa e dall'appartenenza dei parlanti a diversi strati sociali.

3. La 'Slavia Veneta' è: una regione della Slovenia dove si parla veneto. una regione di lingua slovena in Friuli (provincia di Udine). una regione della ex-Iugoslavia in cui si parla veneto. una regione di lingua slovena in Veneto.

4. La legge n° 482 del 15 dicembre 1999, riconosce come lingue di minoranze: i dialetti italiani. sardo, francoprovenzale, friulano, ladino, catalano, francese. albanese, greco, sloveno, croato, tedesco, francese. albanese, greco,sloveno, croato, tedesco, sardo, francoprovenzale, friulano, ladino, catalano, francese.

5. Una «varietà» di lingua è individuata: dalla presenza di specifici tratti linguistci correlati all'area geografica e alla classe sociale del parlante. dalla presenza di specifici tratti linguistici correlati con fattori extralinguistici. dalla presenza di una grande variabilità di tratti linguistici al suo interno. dalla presenza di specifici tratti linguistici.

6. Alessandro Manzoni, nella versione definitiva dei I promessi sposi, adottò: Il fiorentino del Trecento, sul modello Bembo. la lingua coeva della classe colta della città di Firenze. il fiorentino vivo del secolo XVI, sul modello di Macchiavelli. la lingua coeva della classe colta della città di Milano.

7. La maggiore regressione della dialettofonia si ebbe: subito dopo l'Unità d'Italia, nel 1861. nel secondo dopo guerra (anni Cinquanta e Sessanta del Novecento). subito dopo l'Unità d'Italia 1945. durante il regime fascista.

8. La lingua proprosta dal Vocabolario degli Accademici della Crusca (1612) corrisponde: al fiorentino del Seicento. al fiorentino del Quattrocento. al fiorentino del Trecento. al fiorentino del Cinquecento.

9. La base dell'italiano moderno è: nel fiorentino moderno. nel fiorentino del secolo XVII. nel fiorentino del secolo XIV. nel fiorentino del Cinquecento.

10. Dal XVI secolo in poi, il termine 'dialetto' assunse un valore: sostanzialmente uguale a quello dei secoli precedenti. nettamente migliorativo. discriminatorio e riferito alle fasce di parlanti analfabeti. nettamente peggiorativo.

11. Le componenti in cui l'italiano regionale si mostra maggiormente debitore nei confronti del dialetto sono: la fonetica e la sintassi. la fonologia e il lessico. la fonologia e la sintassi. la fonetica e la fonologia.

12. Per quale motivo - dal '500 al '900 - alcuni autori scelsero di scrivere in dialetto?. per poter meglio comunicare alle masse analfabete. perché era l'unica lingua a loro disposizione. per ragioni espressive. per ragioni di prestigio.

13. Nella seconda metà del Novecento, la pratica de dialetto: rimane forte nel Nord-Ovest e nel Meridione. è regredita soprattutto nell'Italia nord-orientale. è regredita soprattutto nelle zone più arretrate. è regredita soprattutto nel Nord-Ovest.

14. La tesi proposta da Pietro Bembo prevede l'adozione: del fiorentino del secolo XVI. di una lingua modellata sul greco e sul latino. del fiorentino del Trecento. della lingua in uso presso la corte papale.

15. Come si chiama il ramo della linguistica che si occupa specificatamente della variazione interna della lingua, in relazione alla categoria sociale del parlante?. sociolinguistica. psicolinguistica. dialettologia. linguistica diastratica.

16. All'interno di una comunità linguistica si nota in genere la presenza: di una varietà alta, maggiormente stigmatizzata, di una varietà bassa, meno stigmatizzata. di una varietà alta, di una varietà bassa, di una varietà media. di una varietà alta, maggiormente dotata di prestigio, e di una varietà bassa, meno prestigiosa. di una varietà alta, di una varietà bassa e di una serie ben definita di varietà intermedie.

17. Nella prospettiva sociolinguistica, i principali fattori di differenziazione sociale sono: il reddito e la professione. il reddito, la professione e il sesso. il reddito, la professione, il grado di istruzione. il reddito e la classe di età.

18. In Italia, è possibile individuare: tre aree dialettali principali: dialetti italiani settentrionali, centro-meridionali, meridionali estremi. quattro aree dialettali principali: dialetti italiani settentrionali, gallo-italici, toscani, centro-meridionali. tre aree dialettali principali: dialetti italiani settentrionali, toscani, centro-meridionali. quattro aree dialettali principali: dialetti italiani settentrionali, toscani, centro-meridionali, insulari.

19. Quale tra i seguenti caratteri non è condiviso da tutti i dialetti italiani settentrionali?. la presenza di una doppia serie di pronomi soggetto. l'indebolimento delle consonanti occlusive. la perdita dell'opposizione consonantica. la presenza di vocali anteriori arrotondate.

20. All'interno del repertorio linguistico italiano, la varietà diastraticamente più bassa generalmente è: l'italiano popolare. l'italiano regionale. l'italiano giovanile. il dialetto.

21. Il linguaggio giovanile è una varietà di tipo: sia diastratico sia diacronico. diafasico. sia diastratico sia diafasico. diastratico.

22. Il linguaggio «colto»: è la lingua parlata dalle persone mediamente istruite. è caratterizzata dalla presenza di tratti sociolinguistici marcati. coincide sostanzialmente con la norma cosidetta «standard». è l'italiano usato dai parlanti di livello socioculturale medio.

23. Quale di questi tratti linguistici non può essere considerato un tratto distintivo dell'italiano popolare?. errori di ortografia. periodo ipotetico con il doppio condizionale. uso di malaproprismi. uso di «lui» con funzione di soggetto.

24. Quale di questi tratti linguistici può essere considerato un tratto distintivo dell'italiano popolare?. uso del «che» polivalente. utilizzazione corretta dei segni paragrafematici nello scritto. lessico ricercato. sintassi complessa e corretta delle concordanze.

25. La variazione diafasica: come la variazione diastratica, è legata univocamente al parlante. come la variazione diastratica, non è legata univocamente al parlate. diversamente dalla variazione diastratica, è legata univocamente al parlante. diversamente dalla variazione diastratica, non è legata univocamente al parlante.

26. Quale di questi tratti non è caratteristico del registro formale?. alta velocità di elocuzione. uso del leicome pronome allocutivo. ricorso ad arcaismi. ipotassi.

27. I tratti che determinano la differenziazione tra i sottocodici sono prevalentemente: morfologici e sintattici. lessicali e semantici. lessicali e morfologici. lessicali e sintattici.

28. Nella variazione diamesica, con l'etichetta di «parlato-scritto» si indica: la lingua che si realizza nell'oralità a partire dai testi scritti. la lingua che si realizza in parte nell'oralità e in parte nella comunicazione scritta. la lingua dei testi che trascrivono e ricalcano più o meno fedelmente il parlato. la lingua che si realizza prevalentemente nell'oralità, ma contiene inserti di comunicazione scrittta.

29. Lo scopo delle grammatiche di oggi è quello: di descrivere e di spiegare la competenza nativa del parlante. di indicare ciò che è conforme alla norma e ciò che non lo è. di indicare ciò che è conforme all'uso e ciò che non lo è. di descrivere la norma standard.

30. Nel fare grammatica, cosa significa 'descrivere la competenza nativa del parlante'?. definire la qualità linguistica di un parlante. indicare ciò che è «grammaticale» e ciò che non lo è. stendere una lista delle capacità spontanee di un parlante prima della scuola. descrivere foneticamente la lingua spontanea di un parlante.

31. La corrisponedenza biunivoca tra foni e grafemi si ha: nel sistema grafemico italiano. sia nel sistema grafemico italiano sia nell'Alfabeto Fonetico Internazionale (IPA). nell'Alfabeto Fonetico Internazionale (IPA). né nel sistema grafemico italiano, né nell'Alfabeto Fonetico Internazionale (IPA).

32. Le consonanti sonore sono: foni prodotti senza vibrazione faringea e senza che nel tratto fonatorio superiore si produca nessun'altra fonte di rumore. foni che prevedono l'attivazione di una fonte di rumore nel tratto fonatorio al di sopra della laringe, ma non l'attivazione della vibrazione laringea. foni che prevedono l'attivazione di una fonte di rumore nel tratto fonatorio al di sopra della laringe e anche l'attivazione della vibrazione laringea. foni che risultano dall'attivazione della vibrazione laringea, senza che nel tratto fonatorio superiore si produca nessun'altra fonte di rumore.

33. Le consonanti possono essere classificate: solo per luogo di articolazione. né per luogo né per modo di articolazione. solo per modo di articolazione. sia per luogo sia per modo di articolazione.

34. Le consonanti /p b/ sono: occlusive bilabiali sonore. occlusive bilabiali. occlusive bilabiali sorde. occlusive labiodentali.

35. Come si chiama la minima unità grafica di un sistema alfabetico?. morfema. fonema. fono. grafema.

36. Segmenti dotati di carattere distintivo sono detti: consonanti. grafemi. foni. fonemi.

37. La sillaba tonica priva di coda, come può essre altrimenti definita?. aperta o libera. chiusa o impedita. onset. sillaba senza attacco.

38. La fonetica si occupa: sia del significato sia del significante. del significato. del significante. né del significato né del significante.

39. In una coppia minima (es. «cero» e «pero»), le due parole si diffrenziano da un: fonema. lessema. morfema. fono.

40. La metafonesi è un caso di: assimilazione preseverativa (o regressiva). assimilazione preseverativa (o progressiva). dissimilazione anticipatoria (o regressiva). assimilazione anticipatoria (o regressiva).

41. Il fenomeno della «gorgia toscana» è un fenomeno di: coalescenza (o fusione). indebolimento (o lenizione). metatesi. rafforzamento.

42. Quali tra questi sono fenomeni di cancellazione?. afaresi e apocope. epitesi, epentesi e prostesi. apocope e sincope. aferesi, apocope e sincope.

43. L'inserzione di [i] nel sintagma «per iscritto» è un caso di: epentesi. epitesi. prostesi. aferesi.

44. Un morfema a cui corrispondono diverse realizzazioni in differeti contesti sintagmatici viene detto: fonema. allomorfo. allotropo. allofono.

45. Davanti a «sci» si usa l'articolo «lo» perché: «sci» comincia con un nesso di due consonanti. «sci» comincia con una consonante doppia. «sci» comincia con /s/. «sci» comincia con «s impura».

46. Nella parola «frattempo»: c'è stata prima l'assimilazione e poi l'univerbazione. c'è stato prima il raddoppiamento fonosintattico e poi l'univerbazione. c'è stata prima l'univerbazione e poi l'assimilazione. c'è stato prima l'univerbazione e poi il raddoppiamento fonosintattico.

47. Nelle forme «un altro» e «un'altra»: abbiamo due fenomeni diversi: nel primo caso l'elisione, nel secondo l'apocope. abbiamo lo stesso fenomeno: l'apocope. abbiamo due fonemi diversi, nel primo caso l'apocope, nel secondo l'elisione. abbiamo lo stesso fenomeno: l'elisione.

48. Il raddoppiamento fonosintattico 'regolare' è innescato: solo dai polisillabi. da 11 monosillabi atoni e 4 bisillabi piani. da tutte le parole tronche (monosillabile e polisillabiche) uscenti in vocale. solo dai monosillabi.

49. Nel caso della parola «caposquadra», che tipo di processo morfologico si verifica?. composizione. derivazione. flessione. prefissazione.

50. Le parole complesse si suddividono in: temi e radici. derivate e composte. lessicali e grammaticali. derivazionali e flessive.

51. Il morfema si definisce come: la più piccola unità lessicale dotata di significato. la più piccola unità linguistica dotata di significato. la più piccola unità linguistica. la più piccola unità linguistica non dotata di significato.

52. Le categorie lessicali sono: nomi, aggettivi e verbi. nomi, aggettivi, verbi e preposizioni. nomi, articoli, aggettivi e verbi. nomi, aggettivi, verbi, preposizioni e avverbi.

53. Si chiama «conversione» la formazione di parole derivate, ottenuta: mediante l'aggiunta sia di prefissi che di suffissi. senza aggiunta di suffisso derivazionale. mediante l'aggiunta di prefissi flessivi. mediante composizione.

54. Il suffisso «oso»: si aggiunge a Nomi e forma Aggettivi. si aggiunge ad Aggettivi e forma Nomi. si aggiunge a Nomi e forma Verbi. si aggiunge a Verbi e forma Aggettivi.

55. In Italiano, i prefissi: non sono usati né nei processi derivazionali né in quelli flessivi. esprimono solo valori flessivi e non sono usati nei processi derivazionali. sono usati sia nei processi derivazionali che in quelli flessivi. esprimono solo valori derivazionali e non sono usati nei processi flessivi.

56. Come può essere definito il verbo «impastare». alterato. derivato. composto. parasintetico.

57. In quale di queste parole giustapposte il rapporto tra le due unità è di subordinazione?. diritto e dovere. verde chiaro. studente lavoratore. parcheggio clienti.

58. In genere, nei plurali dei composati endocentrici (banconota, capostazione, ecc.): non c'è flessione. la testa si flette al plurale, sia che si trovi in prima posizione sia che si trovi in seconda posizione. la testa si flette al plulare, solo se si trova in seconda posizione. la testa si flette al plurale, solo se si trova in prima posizione.

59. In quale di queste parole giustapposte il rapporto tra le due unità è di coordinazione?. donna cannone. aperitivo cena. verde bottiglia. discorso fiume.

60. La parola «democrazia» è una parola: derivata per parasintesi. derivata per prefissazione. derivata per suffissazione. composta con temi lessicali.

61. «Addolcire» è: una parole derivata per conversione. una parola derivata da parasintesi. una parola derivata per prefissazione. una parola derivata per suffissazione.

62. La parola «prosciugamenti» è formata da: cinque morfemi: pro-sciug-a-ment-i. due morfemi: prosciuga-menti. tre morfemi: prosciuga-ment-i. quattro morfemi: prosciug-a-ment-i.

63. Nei ruoli tematici, l'attante coinvolto dall'evento verbale che non controlla l'azione si chiama: ESPERIENTE. AGENTE. TERMINE o FINE. OGGETTO o TEMA.

64. Nella frase «Il meccanico darà le chiavi a Luca»: il V ha tre Complementi: Soggetto, Oggetto diretto e Oggetto indiretto. il V è modificato da uno Specificatore (Soggetto) e ha due Complemeti: Oggetto diretto e Oggetto indiretto. il V è modificato da uno Specificatore (Oggetto diretto) e ha due complementi: Soggetto e Oggetto diretto. il V è modificato da tre Specificatori: Soggetto, Oggetto diretto e Oggetto indiretto.

65. Possono essere testa di un sintagma: tutte le parole con significato lessicale. sia le categorie lessicali sia quelle funzionali: nomi, aggettivi, verbi, preposizioni, avverbi, articoli, pronomi e congiunzioni. solo le categorie funzionali: articoli, pronomi e congiunzioni. solo le categorie lessicali: nomi, aggettivi, verbi, preposizioni e avverbi.

66. I test per decidere se una sequenza di parole costituisce un sintagma sono: quattro: spostamento, sostituibilità, enunciabilità in isolamento, coordinabilità. tre: spostamento, enunciabilità in isolamento, coordinabilità. quattro: pronominalizzazione, sostituibilità, enunciabilità in isloamento, coordinabilità. quattro: spostamento, sostituibilità, enunciabilità in isloamento, compattezza sematica.

67. Una frase composta solo del Verbo e dei suoi argomenti è detta: argomentale. nucleare. minima. semplice.

68. Il tema della presentazione: è spesso costituito dal Soggetto, ma può essere costituito anhe dall'Oggetto diretto. è spesso costituito dal Soggetto, ma può essere costituito dall'Oggetto indiretto. è sempre costituito dal Soggetto. è spesso sostituito dal Soggetto, ma può essere costituito anche dall'Oggetto indiretto e diretto.

69. Il Soggetto: è un argomento del Verbo che fa parte del Sintagma Verbale. è un argomento del Verbo che non fa parte del Sintagma Verbale. non è un argomento del verbo e dunque non fa parte del Sintagma Verbale. è un argomento interno della frase semplice.

70. Le frasi predicative: sono strutturate in rema e tema. consistono del solo rema. consistono nel solo tema. sono strutturate in tema e rema.

71. Quale delle seguenti affermazioni non è corretta: il ruolo di OGGETTO è più saliente di quello di ESPERIENTE. il ruolo di AGENTE è più saliente di quello di ESPERIENTE. il ruolo di ESPERIENTE è più saliente di quello di Luogo. il ruolo di OGGETTO è più saliente di quello di LUOGO.

72. Quale delle seguenti proprietà sintattiche non è caratteristica del Soggetto?. se c'è un pronome, ha il caso Nominativo. si accorda con il Verbo. rimane non espresso con le forme non finite del Verbo. ha sempre il ruolo di AGENTE.

73. Quale delle seguenti proprietà sintattiche e semantiche non è caratteristica dell’Oggetto indiretto?. può essere pronominalizzato da un clitico dativo. può comparire nella frase come elemento extranucleare. è un SP introdotto dalla preposizione «a». ha in genere il ruolo tematico di OGGETTO.

74. Quale delle seguenti proprietà sintattiche e semantiche non è caratteristica dell’Oggetto diretto?. diventa soggetto nella costruzione passiva. non ha mai il ruolo semantico di AGENTE. ha il caso accusativo nella serie di pronomi clitici. si accorda con il verbo in genere e numero.

75. Nella frase «La sorella di mio cognato regala una bambola nuova a Valeria», il SN Soggetto è: La sorella. sorella. La sorella di mio cognato. sorella di mio cognato.

76. Nella frase «La settimana scorsa il ragazzo col berretto ha rotto un vetro con una pallonata», quale dei seguenti sintagmi è nucleare?. la settimana scorsa. col berretto rosso. con una pallonata. un vetro.

77. Nella frase «L’ha ribadito il professore stesso», il tema: è «L(o)». è assente, perché si tratta di una frase eventivo-preservativa. è tutta la frase «L’ha ribadito il professore stesso». è «L’ha ribadito».

78. Nella frase «Il responsabile è Enrico»: «Il responsabile» è lo SPECIFICATORE, «Enrico» è lo SPECIFICANDO. «Il responsabile» è il Complemento predicativo, «Enrico» è il Soggetto. «Il responsabile» è il Soggetto, «Enrico» è il Complemento predicativo. «Il responsabile» è lo SPECIFICANDO, «Enrico» è lo SPECIFICATORE.

79. Si osservino le seguenti frasi e si indichi quale non contiene un verbo inaccusativo: Andrea guadagna molti soldi (→ Andrea ne guadagna molti). Si sono pentiti tre terroristi (→ Se ne sono pentiti tre). È stata venduta una cassa di bottiglie (→ Ne è stata venduta una cassa). Sono arrivati molti turisti (→ Ne sono arrivati molti).

80. Il Soggetto dei verbi inaccusativi: presenta delle proprietà comuni a quelle del Soggetto dei V intransitivi. presenta delle proprietà comuni a quelle dell’Oggetto indiretto dei V transitivi. presenta delle proprietà comuni a quelle del Soggetto dei V transitivi. presenta delle proprietà comuni a quelle dell’Oggetto diretto dei V transitivi.

81. Si indichi l’affermazione corretta: Le frasi con il V «essere» si suddividono in tre tipi: copulative, predicative e di localizzazione. Le frasi con il V «essere» si suddividono in due tipi: predicative e di localizzazione. Le frasi con il V «essere» si suddividono in due tipi: copulative e predicative. Le frasi con il V «essere» si suddividono in due tipi: copulative e di localizzazione.

82. Quale delle seguenti frasi è una frase copulativa presentativa?. L'uomo con il basco è mio fratello. I tuoi amici sono giù da basso. Il responsabile è Enrico. Giù da basso ci sono i tuoi amici.

83. Nella frase «Paolo è intelligente» che tipo di aggettivo si trova?. un aggettivo monovalente. un aggettivo trivalente. nessun tipo di aggettivo. un aggettivo bivalente.

84. Gli ausiliari del passivo sono: essere, avere, venire. essere, andare, venire, parere. essere, andare, venire. essere, avere, andare.

85. Quale di questi modi non può essere usato per esprimere un Soggetto indefinito?. I persona plurale. II persona plurale. II persona singolare. III persona plurale.

86. In quale delle seguenti frasi abbiamo un verbo bivalente che richiede un SP e un SN?. A Luisa piace la musica. A Matteo dispiace del tuo comportamento. Lucia ha detto molte cose a Paolo. Mario collabora con Denis a un progetto.

87. In quale delle seguenti frasi si trova un «ci» locativo (o esistenziale-locativo)?. Ci vogliono nervi saldi. Fuori dal cancello ci sono i tuoi amici. C'è Giovanni al telefono. Mi dispiace, la mamma non c'è.

88. In quale delle seguenti frasi si trova un «si» passivo?. I dettagli? Quelli li si controlla più tardi. Ci si vede dopo. Si è andati a vedere un film. In Trentino si producono molte mele.

89. In quale delle seguenti frasi si trova un «si» impersonale?. Lo si dice spesso. Si lava spesso. Si è portato a casa il lavoro. Si sono scambiati gli auguri.

90. Quale di queste frasi non contienene un verbo inaccusativo?. Il ceppo è bruciato in pochi minuti. Ho passeggiato a lungo, ieri sera. Mi pento di ciò. Luca partirà domani.

91. Quale delle seguenti frasi è una frase copulativa specificativa?. L'amministratore è il signor Ferrari. Giovanni è il direttore della filiale. Il signore coi baffi è lo zio di Mario. Il padre è giù in garage.

92. Quale dei seguenti verbi presenta un participio passato irregolare?. temere. credere. finire. chiudere.

93. Quali delle seguenti forme non è rizotonica?. credete. credi. credo. credono.

94. Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. L'uso dell'Articolo indefinito è limitato ai Nomi contabili e numerabili. L'articolo indefinito si può suddividere in due tipi: specifico e non specifico. L'uso dell'Articolo partitivo è limitato ai nomi massa. L'articolo partitivo è formato dalla Preposizione articolata «di+Articolo definito plurale».

95. In quale di queste frasi il futuro ha valore epistemico?. Stasera tornerò tardi. Ne parleremo al tuo ritorno. Giovanni parlerà domani. Non è ancora arrivato? Sarà ancora in viaggio.

96. Quale dei seguenti plurali indica una pluralità di elementi considerati separatamente?. ossi. fondamenti. dita. ginocchia.

97. Quali dei seguenti nomi è un nome massa?. stormo. flotta. gruppo. farina.

98. In quali categorie si possono suddividere i determinanti?. articoli, dimostrativi, quantificatori, interrogativi ed esclamativi. dimostrativi, quantificatori, interrogativi ed escalamativi. articoli, dimostrativi, interrogativi ed esclamativi. articoli, dimostrativi, quantificatori.

99. Quale delle seguenti frasi contiene un verbo imperfettivo progressivo?. I mongoli combattevano a cavallo. Quel giorno andai a lavoro. Quel giorno andavo a lavoro, quando mi tamponarono. Durante la lezione, Maria e Paola chiacchieravano.

100. Quale delle seguenti frasi contiene un verbo all'aspetto perfettivo aoristico?. Giovanni si è tuffato in piscina da alcuni minuti. Maria si è allenata duramente dall'inizio dell'anno. Nadia è andata a trovare sua madre due volte lunedì. Giovanni si tuffò in piscina.

101. In quale delle seguenti frasi l'articolo definitivo viene usato con riferimento anaforico?. Mi fanno male i piedi. Ho visto una bici bellissima. La bici è rossa e molto leggera. Le gazze fanno dei nidi molto grandi. Il sole sorge alle 6.30.

102. La frase in cui tutti i costituenti sono dei sintagmi prende il nome di: frase nucleare. frase complessa. frase semplice. frase matrice.

103. Nella frase «Ci si sta bene» abbiamo la sequenza di due clitici: il primo riflessivo, il secondo accusativo. il primo locativo, il secondo riflessivo. il primo riflessivo, il secondo accusativo. il primo locativo, il secondo impersonale.

104. Quale di questi verbi riflessivi appartiene alle categorie degli «inaccusativi pronominali»?. lavarsi. pulirsi. accorgersi. corregersi.

105. Nella frase «La mamma ha chiesto a Maria di pettinarsi i capelli», il riflessivo si riferisce: al Soggetto non espressso della proposizione dipendente. all'Oggetto diretto della frase principale (o matrice). al Soggetto della frase principale (o matrice). all'Oggetto diretto della proposizione dipendente.

106. Quale tra le seguenti espressioni è «contestualmente» deittica?. subito. domani. allora. io.

107. Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. I dimostrativi sono elementi deittici. Gli indefiniti si possono dividere in due classi: intrinseci e non intrinseci. Gli indefiniti intrinseci possono essere usati solo al plurale. I quantificatori si dividono in due classi: numerali e indefiniti.

108. Il passaggio «mangiare bene» → «mangiar bene» è un caso di: apocope. aferesi. elisione. sincope.

109. Il raddoppiamento fonosintattico «regolare» è innescato: da alcuni monosillabi atoni. da alcune parole tronche. da tutti i monosillabi atoni. da tutte le parole tronche (monosillabile e polisillabiche) uscenti in vocale.

110. In quale delle seguenti frasi il verbo a ristrutturazione forma con l’infinito che regge un complesso verbale?. Non devi trattarla male. Intendo assolutamente comprarlo. Voglio assolutamente comprarlo. Lo voglio assolutamente comprare.

111. Quale delle seguenti frasi presenta la costruzione della dislocazione a sinistra?. Ne ho comprata molta, di pasta. La spesa, di solito la fa mio marito. Marco, gli ho dato il libro. È a Marco che ho dato il libro.

112. Quale dei seguenti elementi rientrano nella deissi personale?. amiamo. qui. ieri. questo.

113. Dei seguenti costrutti, quale non è usato nell'italiano dell'uso medio con valore impersonale?. l'uso del verbo alla III plurale. l'uso del verbo alla II singolare. l'uso dell'indefinito «qualcuno» con funzione pronominale. l'uso indefinito di «uno» con funzione pronominale.

114. Nell'italiano standard, l'uso delle frasi marcate è: abbondante. solo dell'uso meridionale. è presente solo nello scritto e non nel parlato. è del tutto assente.

115. Quale dei seguenti calchi è un calco strutturale?. bambola. realizzare. banconota. pacchetto.

116. A quale categoria appartiene il calco «non c'è di che»?. calchi di derivazione. calchi di composizione. calchi fraseologici. calchi sintagmatici.

117. Quale di questi prestiti è adattato sia fonologicamente che morfologicamente?. smog. guerra. brindisi. siccità.

118. Nell’italiano standard, il fenomeno del raddoppiamento fonosintattico: è limitato a poche forme nel fiorentino e in Toscana. è comune. è presente solo al Nord Italia. è del tutto assente.

119. Quale delle seguenti frasi complesse contiene una frase interrogativa indiretta?. L'ho costretto a dirmi la verità. Non so se sia partito. Voglio che tu mi dica la verità. È evidente che non dici la verità.

120. Quale dei seguenti periodi ipotetici è controfattuale?. Se hai fame, c'è un bar dietro l'angolo. Se Marco viene entro le nove, lo accompagno al treno. Se Marco venisse entro le nove, lo accompagnerei al treno. Se Marco fosse venuto entro le nove, lo avrei accompagnato al treno.

121. Cos'è l'Appendix Probi: è un insieme di norme grammaticali del latino volgare. un elenco di volgarismi stigmatizzati, con a fianco la forma corretta. è un'opera grammaticale del latino classico. è un'opera grammaticale scritta da Marco Valerio Probo.

122. Il latino volgare era: Il registro più basso del latino, usato nella comunicazione quotidiana da tutte le classi sociali. un tipo di dialetto delle classi popolari dell'antica Roma. il registro più basso del latino. la lingua scurrile dell'antica Roma.

123. Tra le fonti più importanti del latino volgare si annoverano le opere: le iscrizioni e le opere letterarie della tarda età imperiale. Le opere dei grammatici, i testi cristiani e le lettere private. dei grammatici, le iscrizioni, le lettere private e i testi cristiani. dei grammatici, i testi di Cicerone e Virgilio, le lettere private.

124. Nella storia dell’italiano si distinguono abitualmente: tre fasi: fiorentino antico, fiorentino medio, italiano moderno. due fasi: italiano antico e italiano moderno. due fasi: italiano antico e italiano postunitario. tre fasi: fiorentino antico, italiano moderno e italiano contemporaneo.

125. L'italiano: deriva dal fiorentino tecentesco. deriva dal fiorentino cinquecentesco. deriva dall'italiano quattrocentesco. deriva dal latino volgare.

126. Tra i tratti che distinguono l'italiano moderno e il fiorentino antico dal fiorentino moderno, ricordiamo: l'assenza della gorgia toscana. la cosiddetta anafonesi. l’esito «-aio» da -ARIUM. la presenza di pronomi soggetto clitici.

127. Quale di queste affermazioni è falsa?. i volgari italiani non derivano dal fiorentino. il termine «dialetto» si diffonde nel Cinquecento. l'egemonia del fiorentino si impone nel secolo XVII. all’inizio il fiorentino non è che uno dei volgari d’Italia.

128. Con il termine di «volgari» medievali si indica: le lingue parlate dal «vulgus» al tempo dell’Impero romano. le lingue parlate dal popolo del medioevo, distinte dal latino. la lingua letteraria che si imporrà nel Cinquecento. le varietà di latino impiegate nella comunicazione quotidiana nell’antica Roma.

129. Di quante vocali toniche si compone il sistema fiorentino?. sette. otto. tre. quattro.

130. In fiorentino, il fenomeno del dittongamento spontaneo prevede che: le vocali medio-basse dittongano in sillaba tonica. le vocali medio-alte dittongano solo in sillaba aperta e tonica. le vocali medio-basse dittongano solo in sillaba aperta e tonica. le vocali medio-alte dittongano solo in sillaba aperta.

131. Nel latino volgare: esisteva un’opposizione fonologica tra vocali lunghe e vocali brevi. la quantità vocalica aveva valore distintitivo. l’opposizione di timbro era stata sostituita da un’opposizione di lunghezza. esisteva un'opposizione fonologica tra vocali medio-alte e vocali medio-basse.

132. Quale di queste affermazioni è falsa?. nel latino classico la quantità vocalica aveva valore distintivo. nel latino classico la lunghezza vocalica aveva carattere fonologico, la differenza di timbro carattere allofonico. nel latino classico, la lunghezza vocalica aveva carattere allofonico, la differenza di timbro carattere fonologico. il sistema fonologico del latino classico aveva dieci fonemi vocalici.

133. Quale delle seguenti evoluzioni dal latino al fiorentino non è corretta?. LĔGNUM > légno. SĔPTEM > sètte. MĪLLE > mille. FLŌREM > fióre.

134. Rispetto al vocalismo del fiorentino, il vocalismo del siciliano: è privo delle vocali medio-alte (controllare). è privo delle vocali alte. è privo delle vocali medie. è privo delle vocali medio-basse.

135. Quale di queste affermazioni è falsa?. L’inserzione è l’aggiunta di una vocale o di una consonante. La lenizione è l’aumento del grado di forza articolatoria di un segmento vocalico o consonantico. La cancellazione è l’eliminazione di uno o più segmenti vocalici o consonantici. La metatesi è l’alterazione dell’ordine originario di due segmenti.

136. Il passaggio lat. «PAUCUM» > fior. «poco» è un caso di: dissimilazione. cancellazione. monottongamento. assimilazione.

137. L’anafonesi è un fenomeno fonetico: che interessa le vocali toniche latine / ĭ ĕ ŭ ŏ/ solo in alcuni contesti. che interessa le vocali toniche latine / ĭ ē ŭ ō/ solo in alcuni contesti. che interessa le vocali toniche latine / ĭ ĕ ŭ ŏ/ in ogni contesto. che interessa le vocali toniche latine / ĭ ē ŭ ō/ in ogni contesto.

138. Quale di queste affermazioni è falsa?. a metafonesi è un fenomeno di assimilazione. la metafonesi è un fenomeno solo dell’italiano antico. la metafonesi vige in alcuni casi anche nei dialetti settentrionale. la metafonesi è innescata dalla vocale finale atona.

139. In fiorentino, le vocali toniche in iato tendono a: dileguare per dissimilazione. innalzarsi per dissimilazione. abbassarsi per dissimilazione. innalzarsi per assimilazione.

140. L’anafonesi: distingue il fiorentino e i dialetti settentrionali dai dialetti meridionali. distingue il fiorentino e i dialetti meridionali dai dialetti settentrionali. distingue il fiorentino e l’italiano dai dialetti settentrionali e meridionali. distingue il fiorentino dall’italiano dai dialetti settentrionali e meridionali.

141. La forma «per ischerzo» si spiega come un caso di: prostesi. apentesi. epitesi. aferesi.

142. La forma toscana antica «portòe» si spiega come un caso di: epentesi. aferesi. epitesi. prostesi.

143. In fiorentino, il vocalismo atono da quante vocali è composto. cinque. tre. otto. sette.

144. In siciliano, il vocalismo atono da quante vocali è composto?. cinque. sette. otto. tre.

145. Nel latino, volgare le vocali atone /ĕ/ e /ĭ/ in iato: passano a /i/. si rafforzano per dissimilazione. dileguano. passano alla semiconsonante /j/.

146. Il raddoppiamento fonosintattico «regolare» è innescato: da alcune parole tronche. da tutti i monosillabi atoni. da tutte le parole tronche (monosillabiche e polisillabiche) uscenti in vocale. da alcuni monosillabi atoni.

147. L'esito «lat. AD-RIPĀRE > it. arrivare» è un caso: di dissimilazione anticipatoria. di assimilazione anticipatoria. di assimilazione perseverativa. di dissimilazione perseverativa.

148. Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. In latino classico e in fiorentino la lunghezza consonantica ha valore distintivo. In latino classico e in fiorentino la lunghezza vocalica ha valore distintivo. In fiorentino la lunghezza vocalica ha valore allofonico. In latino classico e in fiorentino la lunghezza vocalica ha valore distintivo.

149. Dal latino all’italiano le consonanti finali: si conservano in genere nelle parole monosillabiche. cadono in genere nelle parole monosillabiche. si conservano in alcune parole polisillabiche. cadono in tutte le parole.

150. Nelle varietà toscane, le occlusive sorde in posizione intervocalica: si sonorizzano in alcune forme. si sonorizzano sistematicamente. si sonorizzano sistematicamente e spesso dileguano. non si sonorizzano mai.

151. Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. l betacismo è tipico delle varietà centro-meridionali e toscane. il latino non possedeva la consonante /v/. la neutralizzazione tra /v/ e /b/, detta betacismo. in latino volgare la /b/ intervocalica si spirantizza.

152. Nel passaggio dal latino «FACĬO» all’italiano «faccio» dobbiamo ipotizzare: tre passaggi fonetici. due passaggi fonetici. quattro passaggi fonetici. un solo passaggio fonetico.

153. Nel passaggio «FACĬO > faccio» e «TACĔO > taccio», il nesso /kj/ del latino volgare diventa: un’affricata prepalatale sonora. una fricativa prepalatale sorda. una fricativa prepalatale sonora. un’affricata prepalatale sorda.

154. Dal latino all’italiano, nei nessi «consonante + /l/»: rimane inalterata. diventa una consonante. diventa una vocale. diventa una semiconsonante.

155. L'«ARMARIUM > armadio», quale tipo di fenomeno consonantico implica?. epentesi. assimilazione. metatesi. dissimilazione.

156. Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. «raro» e «ferire» sono dei cultismi. «manovale» deriva dal latino «MANŬALEM». «guerra» e «guanto» sono parole di origine germanica. «guastare» e «guado» sono parole di origine germanica.

157. L'italiano «vizio» è: un’eccezione alla legge fonetica che prevede che /ĭ/ evolva in /e/. un cultismo. la regolare evoluzione del latino «VĬTĬU(M)». un allomorfo di «vezzo».

158. Nell’evoluzione «DĒBĒTIS > dovete» la /o/ è dovuta a un fenomeno di: di innalzamento di vocale in iato. di abbassamento dell'articolazione. di dissimilazione. labializzazione.

159. L'italiano «specchio» è un caso di: un cultismo. un’eccezione alla legge fonetica del dittongamento. la regolare evoluzione del latino «SPĔCŬLU(M)». raddoppiamente fonosintattico.

160. Quale di queste forme non è dovuta all’analogia?. mossi. essere, andare, venire, parere. scrissi. facete.

161. Alla base dell’italiano «cuore» si deve ipotizzare la forma: *CŎRDE(M). *CŎRE(M). CŎRDE. CŎR.

162. Quali di queste forme si deve al livellamento analogico?. moriamo. cuociamo. cuoce. muore.

163. In italiano, il morfema «-o» della prima persona singolare dell’imperfetto indicativo è dovuto al processo di: rianalisi. analogico di livellamento. di continuazione del morfema latino. quarto proporzionale.

164. La forma italiana «lastrico» è dovuta a un processo: analogico di rianalisi. alla regolare continuazione del latino «*ASTRĬCU(M)». analogico del quarto porporzionale. analogico di livellamento.

165. I processi di retroformazione sono innescati: dalla grammaticalizzazione. dalla rianalisi. dal cambiamento semantico dei suffissi all'interno della parola. dal livellamento analogico.

166. Quale di queste affermazioni è falsa?. la grammaticalizzazione è una conseguenza della rianalisi (o risegmentazione). nella grammaticalizzazione una parola lessicale diventa un morfema grammaticale. lo sviluppo del suffisso avverbiale «-mente» è un caso di grammaticalizzazione. La grammaticalizzazione consiste nella soppressione degli allomorfi.

167. Secondo l’ipotesi «morfologica», il morfema plurale «-e» del femminile (per es. «capre»): non è spiegabile. è la regolare continuazione del nominativo plurale della I declinazione latina. è di origine analogica. è la regolare continuazione del dativo plurale della I declinazione latina.

168. Nel latino volgare, l’articolo definito: aveva valore soltanto endoforico (o testuale). aveva valore soltanto esoforico (o extralinguistico). aveva valore endoforico (o testuale) e poteva designare una classe di elementi. aveva valore sia endoforico (o testuale) che esoforico (o extralinguistico).

169. I pronomi liberi «lui» e «loro»: in italiano raramente hanno funzione di soggetto. in fiorentino antico, sia in italiano moderno spesso hanno funzione di soggetto. in fiorentino antico raramente avevano funzione di soggetto. in italiano moderno hanno soltanto funzione di soggetto.

170. La forma italiana «quello» deriva da: «CU(M) ĬLLU(M)». «ECCU(M) ĬLLU(M)». «QUĬLLU(M)». «QUĒLLU(M)».

171. Nella formazione dei composti, l’italiano presenta l'ordine TESTA-MODIFICATORE: come il latino. diversamente dal latino. l'ordine corretto è MODIFICATORE-TESTA come in latino. l'ordine corretto è MODIFICATORE-TESTA e non il contrario.

172. Nell’espressione della comparazione: si passa da un sistema di tipo sintetico (latino) a uno di tipo analitico (italiano). il sistema di tipo sintetico latino si conserva in italiano. il sistema di tipo analitico latino si conserva in italiano. si passa da un sistema di tipo analitico (latino) a uno di tipo sintetico (italiano).

173. Le coniugazioni in italiano: con gli ausiliari sono quattro. sono quanttro, mentre in latino erano tre. sono tre, mentre in latino erano quattro. sono tre come in latino.

174. Il passaggio di un verbo da una coniugazione all’altra è detto: metaplasmo. metalessi. metatesi. cataplasmo.

175. La desinenza di I plurale «-iamo»: è la regolare continuazione della desinenza del presente indicativo di I coniugazione «-ĀMUS». proviene dal congiuntivo presente della II e IV coniugazione. è la continuazione della desinenza del presente indicativo di IV coniugazione «-ĪMUS». è la continuazione della desinenza del presente indicativo di II coniugazione «-ËMUS».

176. Il congiuntivo imperfetto italiano: deriva dal congiuntivo imperfetto latino. deriva dal congiuntivo piuccheperfetto latino. deriva dall’indicativo piuccheperfetto latino. deriva dal congiuntivo presente latino.

177. Il morferma «-a» del congiuntivo presente di «dare» e «stare»: è la continuazione del congiuntivo latino di «DARE» e «STARE». è analogico su quello dell’indicativo presente della I coniugazione. è analogico su quello del congiuntivo presente della II-IV coniugazione. è analogico su quello del congiuntivo presente di «essere».

178. Quale di queste modalità di costruire il perfetto si continua solo sporadicamente in italiano?. aggiunta di «-u-» tra la radice e la desinenza. aggiunta di «-s-» tra la radice e la desinenza. raddoppiamento della sillaba radicale. cambiamento della vocale radicale.

179. Il futuro e il condizionale italiano sono diventati forme sintetiche a causa: di un processo di rianalisi e grammaticalizzazione. di livellamento analogico. di coalescenza. di composizione e di derivazione.

180. Il condizionale italiano: è la regolare continuazione del congiuntivo imperfetto latino. è la regolare continuazione dell’indicativo piuccheperfetto latino. era in origine una forma sintetica formata dall’infinito del verbo e dal perfetto dell’ausiliare «avere». era in origine una forma sintetica formata dall’imperfetto dell’ausiliare «avere» e dall’infinito del verbo.

181. Il perfetto indicativo latino esprimeva un aspetto verbale: aoristico. compiuto. aoristico e compiuto. aoristico o compiuto a seconda dei contesti.

182. In italiano si ha la proclisi con tutti i modi: non-finiti del verbo tranne che coll’infinito, che ammette anche l’enclisi. non-finiti del verbo. finiti del verbo tranne che coll’imperativo. finiti del verbo.

183. Quale dei seguenti ordini è quello fondamentale in italiano?. Aggettivo-Nome, diversamente che in latino. Sintagma Nominale-Genitivo, diversamente che in latino. Nome-Aggettivo, come in latino. Sintagma Nominale-Genitivo, come in latino.

184. Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. In latino, alcune preposizioni potevano reggere due casi diversi. Il latino esprimeva alcune funzioni sintattiche attraverso i casi e/o le preposizioni. La preposizione latina «DA» introduceva l’Oggetto indiretto. La preposizione italiana «da» deriva dalla fusione delle preposizioni latine «DE» e «AB».

185. In italiano antico la proclisi si verifica quando il verbo: è nella posizione iniziale della frase. è al modo imperativo. è preceduto da congiunzione e/o/ma. non è in posizione iniziale.

186. Il cambiamento semantico si attua attraverso tre passaggi: associazione, innovazione, lessicalizzazione. associazione, neoformazione, lessicalizzazione. associazione, innovazione, neoformazione. associazione, innovazione, polisemia.

187. Nel Decameron, la frase «a cena l’arostisse e governassela», rispetta la legge Tobler-Mussafia: solo dalla forma «l’arostisse». sempre. solo dalla forma «governassela». mai.

188. Nel verso dantesco «non isperate mai veder lo cielo», la forma «isperate» è un caso di: epitesi di /i/. aferesi di /i/. epentesi di /i/. prostesi di /i/.

189. Le caratteristiche principali della lingua del Decameron sono: Lo stile tragico e comico. La pluralità dello stile e del linguaggio (tragico/comico/realistico). lo stile comico e realistico. assenza di confronti con la realtà.

190. Il Graffito della Catacomba di Commodilla si trova: a Viterbo e risale al IX secolo d.C. a Roma e risale al IX secolo d.C. a Viterbo e risale al VII secolo d.C. a Roma e risale al VII secolo d.C.

191. La veste linguistica originale di «Pir meu cori alligrari» di Stefano Protonotaro è conservata in: uno dei tre grandi canzonieri duecenteschi. un manoscritto dell’Italia settentrionale. un trattato cinquecentesco di Gianmaria Barbieri. un «libro siciliano» composto da Gianmaria Barbieri.

192. I poeti «siculo-toscani» usarono come lingua: un fiorentino di base, nel quale convivono sicilianismi, provenzalismi ed elementi locali. il siciliano letterario. un toscano di base, nel quale convivono sicilianismi, provenzalismi ed elementi locali. il siciliano letterario e il provenzale.

193. Dante caratterizza la lingua di «Tanto gentile e tanto onesta pare» con: il ricorso a molti latinismi. dal provenzale. l’abbondanza di sicilianismi. il ricorso al linguaggio della filosofia e della medicina del tempo.

194. Il reale protagonista della svolta stilnovistica fu: Bonagiunta Orbicciani da Lucca. Guido Cavalcanti. Guido Guinizzelli. Dante Alighieri.

195. Dante formula la definizione di «dolce stil novo» nel: «Purgatorio». «De vulgari eloquentia». «Convivio». «Vita nova».

196. La «Vita nova» di Dante: è un canzoniere di rime amorose. è una raccolta di rime introdotte e seguite da parti in prosa. è un trattato in prosa. è un'autobiografia.

197. La lingua della «Commedia» di Dante: è basata sul fiorentino di fine Ducento, inizio Trecento. è il «volgare illustre» teorizzato nel «De vulgari eloquentia». è un idioma artificiale con diverse varietà. è modellato sulla prosa latina.

198. La lingua del «Decameron» si presenta: meno polimorfica di quella della coeva poesia. altrettanto polimorfica di quella della coeva poesia. meno polimorfica di quella della coeva poesia, ma solo nelle ballate che concludono le giornate. maggiormente polimorfica di quella della coeva poesia.

199. La forma «aura» del primo verso del sonetto petrarchesco «Erano i capei d’oro a l’aura sparsi» è un: provenzale. linguaggio filosofico del tempo. latinismo. sicilianismo.

200. Quale di queste affermazioni è falsa?. nel Quattrocento il volgare è usato solo per scritture pratiche o nella letteratura popolare. con l’Umanesimo il latino diventa il principale la lingua principale in ogni campo della cultura. con l’Umanesimo prevale l’idea della superiorità della cultura moderna su quella antica. nel Quattrocento il volgare attraversa una fase di profonda crisi.

201. Il latino parlato a Roma fu oggetto di scambio epistolare di quali due importanti umanisti: Biondo Flavio e Leonardo Bruni. Poggio Bracciolini e Cristoforo Landino. Cristoforo Landino e Leonardo Bruni. Biondo Flavio e Poggio Bracciolini.

202. La lingua dei poeti dell’Umanesimo: è il cosidetto fiorentino «argenteo» del Quattrocento. è la lingua in particolare di due autori del Trecento: Petrarca e Boccaccio. è rappresentata dalla lingua dei grandi autori Due-Trecenteschi (Dante, Petrarca e Boccaccio). è la lingua dei grandi autori del Due-e del Trecento, aperta agli influssi del fiorentino contemporaneo.

203. Le «lingue di koiné» sono: lingue «cortigiane» in uso presso le corti d’Italia nei secoli XV e XVI. usate nelle corti dell’Italia settentrionale. elaborate nelle cancellerie signorili e comunali dell’Italia meridionale. elaborate nelle cancellerie signorili e comunali dell’Italia settentrionale e meridion.

204. Nella commedia del Cinquecento, l’uso del dialetto: deriva da un rifiuto del classicismo bembiano. prosegue la tradizione dei volgari medievali. prosegue la tradizione delle lingue di koiné. deriva dalla necessità di dar voce agli umili e ai diseredati.

205. La prima grammatica dell’italiano, dopo quella di Leon Battista Alberti, si deve a: Giovan Francesco Fortunio. Pietro Bembo. Lionardo Salviati. Pierfrancesco Giambullari.

206. Un elemento che non fu mai criticato dagli Accademici della Crusca nella «Gerusalemme liberata» è: uso di latinismi. stile oscuro. sintassi complessa e artificiosa. finalità encomiastiche.

207. Il «Cantico di frate sole»: è l’unico testo di s. Francesco scritto in volgare. è scritto in latino alternandosi con il volgare umbro. è il più famoso dei testi di s. Francesco scritti in volgare. è il primo testo religioso italiano in volgare.

208. La prima edizione del Vocabolario degli Accademici della Crusca uscì nel: 1691. 1621. 1582. 1612.

209. I più importanti oppositori della Crusca nel Seicento furono: Paolo Beni, Daniello Bartoli, Carlo Maria Maggi. Paolo Beni, Alessandro Tassoni, Daniello Bartoli. Paolo Beni, Alessandro Tassoni, Carlo Maria Maggi. Alessandro Tassoni, Daniello Bartoli, Carlo Maria Maggi.

210. Un elemento che non fu caratteristico del periodo dell’Illuminismo: il ridimensionamento del potere spirituale della Chiesa. la polemica nei confronti dell’autorità. la fiducia nel progresso dell’umanità. la diffusione della cultura nei ceti medi.

211. Nel Settecento, il francese venne considerato «lingua della ragione» perchè: ammetteva solo un ordine dei costituenti della frase. era stato descritto in diverse «grammatiche ragionate». era la lingua degli illuministi. ammetteva ordini marcati diversi da quello «diretto».

212. La sintassi della «Quiete dopo la tempesta» di Leopardi è caratterizzata: dall’ipotassi e dal polisindeto. dall’ipotassi e dall’asindeto. dalla paratassi e dal polisindeto. dalla paratassi e dall’asindeto.

213. La ricercatezza di arcaismi del Leopardi dipende dalla sua volontà di: allontanare il linguaggio poetico dall’uso di quello quotidiano. conferire alla lingua poetica la dignità letteraria delle lingue classiche. riportare il linguaggio poetico alla dignità dell’antica lingua letteraria. imitare la poesia della tradizione letteraria italiana del Trecento e del Cinquecento.

214. Le scelte linguistiche di Vittorio Alfieri sono orientate a: recuperare il modello arcadico. recuperare il modello petrarchesco. avvicinare la lingua delle sue tragedie all’uso vivo. allontanare la lingua delle sue tragedie da quella dei contemporanei.

215. Non rispecchia il pensiero del Manzoni della relazione «Dell’unità della lingua e dei mezzi di diffonderla»: l'impossibilità di unificare la lingua, proponendo agli italiani una lingua già esistente e omogenea. l'arrivare all'unificazione linguistica «sostituendo» a ciascun dialetto la lingua fiorentina. il proporre un modello Il fiorentino «dell’uso colto» ai parlanti e agli scriventi non toscani. la diffusione del fiorentino vivo tramite l’invio di insegnanti elementari toscani.

216. La lingua del «Fermo e Lucia» è caratterizzata da un fondo di: fiorentino contemporaneo e da vari elementi lombardi e francesi. toscano letterario ed elementi lombardi e francesi. lombardo letterario ed elementi toscani e francesi. italiano parlato e da vari elementi lombardi e francesi.

217. Il Romanticismo: pose l’accento sul problema dell’unificazione linguistica nazionale e condannò i dialetti. promosse la compilazione di dizionari dialettali ma disprezzò la letteratura dialettale. promosse la compilazione di dizionari dialettali per facilitare la diffusione della lingua nazionale. pose l’accento sul legame tra lingua e popolo e rivalutò i dialetti.

218. Quale procedimento è impiegato da Verga per produrre l’impressione di una «oralità popolare»?. il discorso indiretto libero. il ricorso a sicilianismi lessicali. il ricorso a sicilianismi morfologici e fonetici. la dislocazione e destra e a sinistra.

219. La lingua del romanzo «I Malavoglia» è: un italiano ricco di termini dialettali siciliani, e caratterizzato da vari tratti tipici del parlato. un italiano di tipo fiorentino, caratterizzato da vari tratti tipici del parlato. un siciliano caratterizzato da vari tratti tipici del parlato. un italiano caratterizzato da vari tratti tipici del parlato.

220. Nella sua opera, Giovanni Pascoli: si attiene alla distinzione classica che separava gli argomenti sublimi da quelli umili. riprende tematiche e motivi tipici del Positivismo europeo. cerca esclusivamente realtà umili e dimesse. cerca di avvicinare la lingua della poesia alla lingua parlata.

221. Quale procedimento sintattico appare dominante nella lirica pascoliana «L’assiuolo»?. asindeto. anastrofe. iperbato. enclissi pronominale.

222. Procedimenti fondamentali nei testi veristi di Giovanni Verga sono due: l’impersonalità e la regressione del narratore. l’impegno politico e la scientificità della letteratura. la scientificità della letteratura e la regressione del narratore. l’impegno politico e l’impersonalità.

223. Manzoni, nell'edizione finale dei «Promessi sposi», si orientò: verso la lingua letteraria. verso il fiorentino dell’uso colto. verso il fiorentino delle classi popolari. verso una lingua genericamente toscana.

224. Ugo Foscolo coniuga un linguaggio poetico tipicamente: neoclassico con una sensibilità romantica. romantico con una sensibilità neoclassica. illuministica con una sensibilità neoclassica. neoclassico con una sensibilità illuministica.

225. Per la lingua delle sue commedie, Carlo Goldoni: ripoduce l’italiano di conversazione borghese e popolare dei suoi tempi. ripoduce la lingua della conversazione quotidiana in uso in Toscana ai suoi tempi. ripoduce la lingua della conversazione quotidiana dei suoi tempi. inventa una lingua di conversazione, attingendo prevalentemente da fonti scritte dai venetismi, settentrionalismi e francesismi.

226. La lingua delle commedie di Goldoni è caratterizzata: dalla presenza di latinismi, aulicismi e arcaismi. da una sintassi semplificata, ispirata al modello arcadico. da una sintassi abbondantemente ipotattica. dalla presenza di venetismi, settentrionalismi e francesismi.

227. Il regime fascista intraprese una misura di politica linguistica: la promozione e la valorizzazione dei dialetti. la difesa delle minoranze linguistiche. autarchia linguistica. il sostegno dell’attività lessicografica della Crusca.

228. Il progetto linguistico di D’Annunzio è quello. di allontanare la lingua della poesia da quella quotidiana, ritornando al linguaggio lirico di tradizione petrarchesca. di allontanare la lingua della poesia da quella quotidiana, ritornando alla lingua letteraria tradizionale. di avvicinare la lingua poetica a quella parlata, recuperando forme dalla lingua quotidiana. di allontanare la lingua della poesia da quella quotidiana, recuperando forme medievali e classiche direttamente dalle fonti.

229. La poesia di Pascoli è stata definita 'postgrammaticale' perché fa ricorso a: onomatopee. procedimenti fonosimbolici. figure di suono. termini specifici attinti dai lessici speciali.

230. Quale di queste caratteristiche è tipica dell’«italiano aziendale»?. uso di lessico tecnico-scientifico. uso di lessico prevalentemente denotativo. precisione e univocità dei termini. uso di tecnicismi collaterali.

231. Quale autore sfruttò al massimo le potenzialità della lingua in senso espressionista?. Carlo Emilio Gadda. Italo Svevo. Umberto Saba. Italo Calvino.

232. Quale di queste affermazioni è falsa?. il linguaggio poetico dei futuristi appare caratterizzato dal «cozzo dell’aulico col prosaico». Ungaretti persegue l’isolamento della parola al fine di recuperarne la «purezza originaria». in Saba, aulicismi e lingua quotidiana convivono armonicamente in un tono medio. un elemento che distingue la lingua di Montale da quella dei contemporanei è la sua evidente letterarietà.

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