Il sistema fonologico del latino prevedeva: una doppia serie di vocali e consonanti lunghe e brevi una serie di vocali e consonanti brevi una serie di vocali brevi, e una serie di consonanti lunghe e brevi una serie di vocali lunghe e brevi, e una serie di consonanti brevi. Quale di queste affermazioni è falsa? Non abbiamo testimonianze del proto-indoeuropeo Il latino fa parte delle lingue indoeuropee Le lingue italiche derivano dal latino L’italiano è una lingua indoeuropea. Graziadio Isaia Ascoli riteneva: che le lingue romanze derivassero dalle lingue di sostrato che i dialetti italiani settentrionali derivassero da varietà celtiche che il fonema /y/ derivasse dal sostrato celtico che il fonema /y/ derivasse dal sostrato etrusco. Quale di queste affermazioni è falsa? nella diatesi attiva, il latino non esprimeva l’aspetto compiuto mediante perifrasi verbali il latino non esprimeva il futuro con espressioni perifrastiche il latino non possedeva il condizionale Il latino non aveva la diatesi passiva. L’Appendix Probi: è un’opera grammaticale composta nell’abbazia di Bobbio verso il 700 d.C. è una grammatica del latino volgare è un’opera grammaticale scritta da Marco Valerio Probo
è un testo grammaticale collocato alla fine di un’opera attribuita a Probo. Il latino volgare era: la lingua scurrile usata dalle classi popolari nell’antica Roma il registro più basso del latino, usato solo dalle classi popolari il dialetto usato nell’interazione quotidiana dalle classi inferiori nell’antica Roma
il registro più basso del latino, usato da tutte le classi sociali nella comunicazione quotidiana. Tra le fonti più importanti del latino volgare si annoverano: le opere dei grammatici, le iscrizioni, le opere di Cicerone e Virgilio le opere dei grammatici, le iscrizioni, le opere dei poeti della tarda età imperiale
le opere dei grammatici, i testi cristiani e le opere di Cicerone e Virgilio
le opere dei grammatici, le iscrizioni, le lettere private e i testi cristiani. Nella storia dell’italiano si distinguono abitualmente:
due fasi: italiano antico e italiano postunitario
tre fasi: fiorentino antico, fiorentino medio, italiano moderno
due fasi: italiano antico e italiano moderno
tre fasi: fiorentino antico, italiano moderno, italiano contemporaneo. L’italiano:
deriva dal fiorentino quattrocentesco
deriva dal fiorentino trecentesco
deriva dal fiorentino cinquecentesco
deriva dal vernacolo fiorentino
. Tra i tratti che distinguono l’italiano moderno e il fiorentino antico dal fiorentino moderno ricordiamo:
la presenza di pronomi soggetto clitici
l’assenza della gorgia toscana
l’esito «-aio» da -ARIUM
la cosiddetta anafonesi. Quale di queste affermazioni è falsa?
il termine «dialetto» si diffonde nel Cinquecento
all’inizio il fiorentino non è che uno dei volgari d’Italia
i volgari italiani derivano dal fiorentino
l’egemonia del fiorentino si impone nel secolo XVII. Con il termine di «volgari» medievali si indica:
la lingua letteraria che si imporrà nel Cinquecento
le lingue parlate dal «vulgus» al tempo dell’Impero romano
le lingue parlate dal popolo nel Medioevo, distinte dal latino
le varietà di latino impiegate nella comunicazione quotidiana nell’antica Roma. Di quante vocali toniche si compone il sistema fiorentino? sette tre cinque otto. In fiorentino, il fenomeno del dittongamento spontaneo prevede che:
le vocali medio-basse dittongano solo in sillaba aperta e tonica
le vocali medio-basse dittongano solo in sillaba tonica
le vocali medio-basse dittongano solo in sillaba tonica
le vocali medio-alte dittongano solo in sillaba aperta. Nel latino volgare:
l’opposizione di timbro era stata sostituita da un’opposizione di lunghezza esisteva un’opposizione fonologica tra vocali lunghe e vocali brevi esisteva un’opposizione fonologica tra vocali medio-alte e vocali medio-basse la quantità vocalica aveva valore distintitivo. Quale di queste affermazioni è falsa?
In latino classico la lunghezza vocalica aveva carattere allofonico, la differenza di timbro carattere fonologico il sistema fonologico del latino classico aveva dieci fonemi vocalici In latino classico la lunghezza vocalica aveva carattere fonologico, la differenza di timbro carattere allofonico nel latino classico la quantità vocalica aveva valore distintivo. Quale delle seguenti evoluzioni dal latino al fiorentino non è corretta?
LĔGNUM > légno MĪLLE > mille SĔPTEM > sètte FLŌREM > fióre. Rispetto al vocalismo del fiorentino, il vocalismo del siciliano:
è privo delle vocali medie
è privo delle vocali medio-alte è privo delle vocali medio-basse è privo delle vocali alte. Quale delle seguenti affermazioni è falsa?
La metatesi è l’alterazione dell’ordine originario di due segmenti
L’inserzione è l’aggiunta di una vocale o di una consonante
La lenizione è l’aumento del grado di forza articolatoria di un segmento vocalico o consonantico
La cancellazione è l’eliminazione di uno o più segmenti vocalici o consonantici. Il passaggio lat. «PAUCUM» > fior. «poco» è un caso di:
monottongamento
assimilazione
dissimilazione
cancellazione. L’anafonesi è un fenomeno fonetico:
che interessa le vocali toniche latine / ĭ ē ŭ ō/ solo in alcuni contesti
che interessa le vocali toniche latine / ĭ ĕ ŭ ŏ/ in ogni contesto
che interessa le vocali toniche latine / ĭ ē ŭ ō/ in ogni contesto
che interessa le vocali toniche latine / ĭ ĕ ŭ ŏ/ solo in alcuni contesti. Quale di queste affermazioni è falsa?
la metafonesi vige in alcuni casi anche nei dialetti settentrionale
la metafonesi è innescata dalla vocale finale atona
la metafonesi è un fenomeno di assimilazione
la metafonesi è un fenomeno solo dell’italiano antico. In fiorentino, le vocali toniche in iato tendono a:abbassarsi per dissimilazione
innalzarsi per assimilazione
innalzarsi per dissimilazione
abbassarsi per dissimilazione
dileguare per dissimilazione. L’anafonesi:
distingue il fiorentino e i dialetti meridionali dai dialetti settentrionali
distingue il fiorentino e l’italiano dai dialetti settentrionali e meridionali
distingue il fiorentino dall’italiano e dai dialetti settentrionali e meridionali
distingue il fiorentino e i dialetti settentrionali dai dialetti meridionali. La forma «per ischerzo» si spiega come un caso di:
epitesi apentesi
aferesi
prostesi. La forma toscana antica «portòe» si spiega come un caso di: epitesi epentesi
aferesi
prostesi
. In fiorentino, il vocalismo atono da quante vocali è composto?
otto
sette
cinque
tre. In siciliano, il vocalismo atono da quante vocali è composto?
tre
otto
cinque
sette. Nel latino, volgare le vocali atone /ĕ/ e /ĭ/ in iato:
dileguano
passano a /i/
passano alla semiconsonante /j/
si rafforzano per dissimilazione. Il passaggio «mangiare bene → mangiar bene» è un caso di:
sincope
elisione
aferesi
apocope. Il raddoppiamento fonosintattico «regolare» è innescato:
da alcuni monosillabi atoni da alcune parole tronche
da tutti i monosillabi atoni
da tutte le parole tronche. L’esito «lat. AD-RIPĀRE > it. arrivare» è un caso:
di assimilazione anticipatoria
di dissimilazione anticipatoria
di assimilazione perseverativa
di dissimilazione perseverativa. Quale delle seguenti affermazioni è falsa?
In latino classico la lunghezza vocalica ha valore distintivo
In latino classico e in fiorentino la lunghezza consonantica ha valore distintivo
In latino classico e in fiorentino la lunghezza vocalica ha valore distintivo
In fiorentino la lunghezza vocalica ha valore allofonico. Dal latino all’italiano le consonanti finali:
si conservano in alcune parole polisillabiche
cadono in genere nelle parole monosillabiche
cadono in tutte le parole
si conservano in genere nelle parole monosillabiche. Il fenomeno della gorgia toscana prevede:
la spirantizzazione delle occlusive in contesto intervocalico
la spirantizzazione delle occlusive in contesto non-intervocalico
la spirantizzazione delle fricative in contesto non-intervocalico
la spirantizzazione delle fricative in contesto intervocalico. Nelle varietà toscane, le occlusive sorde in posizione intervocalica:
non si sonorizzano mai
si sonorizzano sistematicamente e spesso dileguano
si sonorizzano in alcune forme
si sonorizzano sistematicamente. Quale delle seguenti affermazioni è falsa?
il betacismo è tipico delle varietà centro-meridionali e toscane
la neutralizzazione tra /v/ e /b/, detta betacismo
il latino non possedeva la consonante /v/
in latino volgare la /b/ intervocalica si spirantizza. Nel passaggio dal latino «FACĬO» all’italiano «faccio» dobbiamo ipotizzare:
un solo passaggio fonetico
tre passaggi fonetici
due passaggi fonetici
quattro passaggi fonetici. Nel passaggio «FACĬO > faccio» e «TACĔO > taccio», il nesso /kj/ del latino volgare diventa:
un’affricata prepalatale sorda
una fricativa prepalatale sonora
una fricativa prepalatale sorda
un’affricata prepalatale sonora. Dal latino all’italiano, nei nessi «consonante + /l/»:
la /l/ diventa una vocale
una fricativa prepalatale sonora
la /l/ diventa una semiconsonante
la /l/ rimane inalterata. L’evoluzione «ARMARIUM > armadio», quale tipo di fenomeno consonantico implica?
metatesi
epentesi
assimilazione
dissimilazione. Quale delle seguenti affermazioni è falsa?
«raro» e «ferire» sono dei cultismi
«manovale» deriva dal latino «MANŬALEM»
«guastare» e «guado» sono parole di origine germanica
«guerra» e «guanto» sono parole di origine germanica. L’italiano «vizio» è:
un cultismo
un allomorfo di «vezzo»
la regolare evoluzione del latino «VĬTĬU(M)»
un’eccezione alla legge fonetica che prevede che /ĭ/ evolva in /e/. Nell’evoluzione «DĒBĒTIS > dovete» la /o/ è dovuta a un fenomeno:
di dissimilazione
di labializzazione
di abbassamento dell’articolazione
di innalzamento di vocale in iato. L’italiano «specchio» è:
la regolare evoluzione del latino «SPĔCŬLU(M)»
un’eccezione alla legge fonetica del dittongamento
un caso di raddoppiamento fonosintattico un cultismo. Quale di queste forme non è dovuta all’analogia?
essere
mossi
facete
scrissi. Alla base dell’italiano «cuore» si deve ipotizzare la forma:
CŎRDE
*CŎRE(M)
CŎR
*CŎRDE(M). Quali di queste forme si deve al livellamento analogico?
muore
moriamo
cuoce
cuociamo. In italiano, il morfema «-o» della prima persona singolare dell’imperfetto indicativo:
è dovuto a un processo analogico di livellamento
è dovuto al processo analogico del quarto proporzionale
è dovuto a un processo analogico di rianalisi
è la regolare continuazione del morfema latino. La forma italiana «lastrico»:
è la regolare continuazione della forma latina «*ASTRĬCU(M)»
è dovuta al processo analogico del quarto proporzionale
è dovuta a un processo analogico di livellamento
è dovuta a un processo analogico di rianalisi. I processi di retroformazione sono innescati:
dalla grammaticalizzazione
dal cambiamento semantico dei suffissi presenti nella parola
dal livellamento analogico
dalla rianalisi. Nell’italiano antico «tempora»:
il morfema del plurale è «-ora», diversamente che in latino
il morfema del plurale è «-a», come in latino
il morfema del plurale è «-ora», come in latino
il morfema del plurale è «-a», diversamente che in latino. La forma italiana «usignolo»:
è la regolare continuazione della forma latina «*LUSCINĬŎLU(M)»
è dovuta a un processo analogico di livellamento
è dovuta al processo analogico del quarto proporzionale
è dovuta a un processo analogico di rianalisi. Quale di queste affermazioni è falsa?
Nella grammaticalizzazione una parola lessicale diventa un morfema grammaticale
Lo sviluppo del suffisso avverbiale «-mente» è un caso di grammaticalizzazione
La grammaticalizzazione è una conseguenza della rianalisi (o risegmentazione)
La grammaticalizzazione consiste nella soppressione degli allomorfi. Quale di queste affermazioni è errata?
La IV e la V declinazione non proseguono in fiorentino antico
In italiano, la gran parte dei nomi deriva dal nominativo latino
Nell’evoluzione dal latino all’italiano i morfemi flessivi dei nomi hanno perduto la funzione casuale
Il risultato dell’evoluzione del sistema nominale latino è, in fiorentino, la formazione di cinque classi di nomi. Secondo l’ipotesi «morfologica», il morfema plurale «-e» del femminile (per es. «capre»):
è la regolare continuazione del nominativo plurale della I declinazione latina
non è spiegabile
è di origine analogica
è la regolare continuazione dell’accusativo plurale della I declinazione latina. Nel latino volgare, l’articolo definito:
aveva valore soltanto esoforico (o extralinguistico)
aveva valore endoforico (o testuale) e poteva designare una classe di elementi
aveva valore sia endoforico (o testuale) che esoforico (o extralinguistico)
aveva valore soltanto endoforico (o testuale). Qual è la regolare evoluzione del latino «LIGNUM» (sing.), «LIGNA» (pl.)?
il legno, i legni
il legno, la legna
il legno, le legna
la legna, le legne. Le forme singolari dei pronomi clitici italiani (mi, ti, lo, gli, la, le) derivano:
dall’accusativo e dal genitivo dei pronomi personali latini e di «ĬLLE, ĬLLA, ĬLLUD»
dal dativo e dall’accusativo dei pronomi personali latini e di «ĬLLE, ĬLLA, ĬLLUD»
dal nominativo e dal dativo dei pronomi personali latini e di «ĬLLE, ĬLLA, ĬLLUD»
dal nominativo e dall’accusativo dei pronomi personali latini e di «ĬLLE, ĬLLA, ĬLLUD». I pronomi liberi «lui» e «loro»:
in italiano moderno hanno soltanto funzione di soggetto
in fiorentino antico raramente avevano funzione di soggetto
in italiano moderno raramente hanno funzione di soggetto
sia in fiorentino antico, sia in italiano moderno spesso hanno funzione di soggetto. La forma italiana «quello» deriva da:
«CU(M) ĬLLU(M)»
«ECCU(M) ĬLLU(M)»
«QUĒLLU(M)»
«QUĬLLU(M)». Nella formazione dei composti, l’italiano:
presenta l’ordine TESTA-MODIFICATORE, diversamente dal latino
presenta l’ordine TESTA-MODIFICATORE, come il latino
presenta l’ordine MODIFICATORE-TESTA, diversamente dal latino
presenta l’ordine MODIFICATORE-TESTA, come il latino. La forma italiana «questo» deriva da:
«QUĬSTU(M)»
«ECCU(M) ĬSTU(M)»
«QUĒSTU(M)»
«CU(M) ĬSTU(M)». Nell’espressione della comparazione:
il sistema di tipo sintetico latino si conserva in italiano
il sistema di tipo analitico latino si conserva in italiano
si passa da un sistema di tipo sintetico (latino) a uno di tipo analitico (italiano)
si passa da un sistema di tipo analitico (latino) a uno di tipo sintetico (italiano). Quale di queste affermazioni non è corretta?
«Loro» deriva dal genitivo «ĭllōrum»
«Ella» deriva dal nominativo «ĭlla»
«Noi» deriva dal nominativo/accusativo «nos»
«Egli» deriva dal nominativo «ĭlle». Quale di queste affermazioni è falsa?
La forma «sei» del verbo «essere» è la regolare continuazione del latino «ĔS».
La forma «siete» del verbo «essere» deriva da un ipotetico «*SĔTIS»
Il morfema «-o» di «sono» (I pers. del verbo «essere») è analogico su quello delle coniugazioni regolari («am-o», «legg-o», ecc.)
Il morfema «-no» di III plurale si è esteso da «essere» alle altre coniugazioni. Le coniugazioni in italiano:
sono tre come in latino
sono quattro come in latino
sono tre, mentre in latino erano quattro
sono quattro, mentre in latino erano tre. Il passaggio di un verbo da una coniugazione all’altra è detto:
metalessi
metatesi
cataplasmo
metaplasmo. Il presente indicativo «vedo»:
è la regolare continuazione del latino «vĭdo»
è analogico su quella della IV coniugazione
è la regolare continuazione del latino «vĭdeo»
è analogico su quelle della I e della III coniugazione. La desinenza di I plurale «-iamo»:
proviene dal congiuntivo presente della II e IV coniugazione
è la continuazione della desinenza del presente indicativo di IV coniugazione «-ĪMUS»
è la regolare continuazione della desinenza del presente indicativo di I coniugazione «-ĀMUS»
è la continuazione della desinenza del presente indicativo di II coniugazione «-ËMUS». Il congiuntivo imperfetto italiano:
deriva dal congiuntivo imperfetto latino
deriva dal congiuntivo piuccheperfetto latino
deriva dall’indicativo piuccheperfetto latino
deriva dal congiuntivo presente latino. Il morferma «-a» del congiuntivo presente di «dare» e «stare»:
è la regolare continuazione del congiuntivo latino di «DARE» e «STARE»
è analogico su quello del congiuntivo presente della II-IV coniugazione
è analogico su quello dell’indicativo presente della I coniugazione
è analogico su quello del congiuntivo presente di «essere». Quale di queste modalità di costruire il perfetto si continua solo sporadicamente in italiano?
aggiunta di «-s-» tra la radice e la desinenza
raddoppiamento della sillaba radicale
cambiamento della vocale radicale
aggiunta di «-u-» tra la radice e la desinenza. Il futuro e il condizionale italiano sono diventati forme sintetiche a causa:
di un processo di rianalisi e grammaticalizzazione
di livellamento analogico
di composizione e derivazione
di coalescenza. Il condizionale italiano:
è la regolare continuazione del congiuntivo imperfetto latino
era in origine una forma sintetica formata dall’infinito del verbo e dal perfetto dell’ausiliare «avere»
è la regolare continuazione dell’indicativo piuccheperfetto latino
era in origine una forma sintetica formata dall’imperfetto dell’ausiliare «avere» e dall’infinito del verbo. Il perfetto indicativo latino:
esprimeva un aspetto verbale sia aoristico sia compiuto
esprimeva un aspetto verbale compiuto
esprimeva un aspetto verbale aoristico o compiuto a seconda dei contesti
esprimeva un aspetto verbale aoristico. Il futuro italiano:
è la regolare continuazione del futuro latino
è la regolare continuazione dell’infinito latino
era in origine una forma sintetica formata dall’infinito del verbo e dal presente dell’ausiliare «avere»
era in origine una forma sintetica formata dal presente dell’ausiliare «avere» e dall’infinito del verbo. Quale di queste affermazioni è falsa?
il latino esprimeva il passivo soltanto attraverso forme sintetiche
già nel latino volgare erano scomparsi i verbi deponenti
il condizionale italiano era in origine un costrutto verbale analitico
l’italiano esprime il passivo soltanto attraverso forme analitiche. In italiano si ha la proclisi:
con tutti i modi non-finiti del verbo
con tutti i modi finiti del verbo
con tutti i modi finiti del verbo tranne che coll’imperativo
con tutti i modi non-finiti del verbo tranne che coll’infinito, che ammette anche l’enclisi. Quale dei seguenti ordini è quello fondamentale in italiano?
Aggettivo-Nome, diversamente che in latino
Sintagma Nominale-Genitivo, diversamente che in latino
Sintagma Nominale-Genitivo, come in latino
Nome-Aggettivo, come in latino. Quale delle seguenti affermazioni è falsa?
La preposizione italiana «da» deriva dalla fusione delle preposizioni latine «DE» e «AB»
In latino c'erano preposizioni che potevano reggere due casi diversi
La preposizione latina «AD» introduceva l’Oggetto indiretto
Il latino esprimeva alcune funzioni sintattiche sia attraverso i casi, sia attraverso le preposizioni. In italiano antico la proclisi si verifica:
quando il verbo è in posizione iniziale di frase
quando il verbo è al modo imperativo
quando il verbo è preceduto dalle congiunzioni «e, ma, o»
quando il verbo non è in posizione iniziale. Quale di queste affermazioni è falsa?
in latino «BUCCA» significava «guancia», analogamente a «GENA»
in latino «CABALLUS» significava «ronzino»
abbiamo cambiamento semantico quando il significato di un lessema muta da uno stato all’altro di una lingua
In latino «DOMUS» significava «padrone». Il passaggio dal lat. «HOMO» ‘essere umano’ all’it. «uomo» ‘essere umano di sesso maschile’ deriva:
da un’associazione per contiguità tra i significati
da un’associazione per similarità tra i referenti
da un’associazione per similarità tra i significati
da un’associazione per similarità tra i significanti (le parole). Il cambiamento semantico dal lat. «COXA» ‘anca’ all’it. «coscia» deriva:
da un’associazione per contiguità tra i significanti (le parole)
da un’associazione per contiguità tra i referenti
da un’associazione per similarità tra i significanti (le parole
da un’associazione per similarità tra i referenti. Il cambiamento semantico si attua attraverso tre passaggi:
associazione, innovazione, lessicalizzazione
associazione, innovazione, neoformazione
associazione, neoformazione, lessicalizzazione
associazione, innovazione, polisemia. Quale delle seguenti affermazioni è falsa?
il lessico ereditario è stato trasmesso per via orale
i cultismi sono stati introdotti nella lingua dai dotti
i cultismi si sono evoluti secondo le leggi fonetiche
i cultismi non fanno parte del lessico ereditario. Quale delle seguenti affermazioni è falsa?
la /i/ di «il» deriva da un fenomeno di prostesi
l’articolo definito «lo» deriva dalla seconda sillaba del dimostrativo latino «ĬLLUM»
la forma più arcaica dell’articolo in fiorentino è «lo»
l’articolo definito «il» deriva dalla prima sillaba del dimostrativo latino «ĬLLUM». Nella frase del Decameron «a cena l’arostisse e governassela», la legge Tobler-Mussafia:
non è mai rispettata
è sempre rispettata
è rispettata solo dalla forma «governassela»
è rispettata solo dalla forma «l’arostisse». La forma «isperate» nel verso dantesco «non isperate mai veder lo cielo» è un caso di:
prostesi di /i/
aferesi di /i/
epitesi di /i/
epentesi di /i/. La forma «venir» nel verso dantesco «Ed ecco verso noi venir per nave» è un caso di:
aferesi
troncamento
sincope
elisione. L’Indovinello veronese:
è un testo che presenta una patina volgare solo a un livello superficiale
è il primo documento del volgare italiano
è il primo documento del volgare veronese
è un testo latino risalente all’VIII secolo. Il Graffito della Catacomba di Commodilla:
si trova a Viterbo e risale al IX secolo d.C.
si trova a Viterbo e risale all’VIII secolo d.C.
si trova a Roma e risale all’VIII secolo d.C.
sii trova a Roma e risale al IX secolo d.C. Tra le più antiche testimonianze letterarie profane in volgare italiano si annoverano:
il Ritmo bellunese e l’iscrizione nella basilica inferiore di S. Clemente
il Ritmo laurenziano e il Ritmo cassinese
il Ritmo laurenziano e l’iscrizione della tomba di Giratto
il Ritmo bellunese e la canzone «Quando eu stava en le tu cadhene». Nella frase del Placito di Capua «kelle terre, [...] trenta anni le possette» si ha un caso di:
dislocazione a sinistra
dislocazione a destra
tema libero
anteposizione contrastiva. La forma «a bboce» del Graffito della Catacomba di Commodilla si presenta come un caso di:
betacismo
betacismo e assimilazione del neutro pl. in «-a» alla declinazione femminile
raddoppiamento fonosintattico
betacismo e raddoppiamento fonosintattico. La veste linguistica originale di «Pir meu cori alligrari» di Stefano Protonotaro ci è stata conservata:
dal «libro siciliano» composto da Gianmaria Barbieri
da un trattato cinquecentesco di Gianmaria Barbieri
da uno dei tre grandi canzonieri duecenteschi P, L e V
da un manoscritto copiato nell’Italia settentrionale. I poeti «siculo-toscani» usarono:
il siciliano letterario
il siciliano letterario e il provenzale
una lingua di base toscana in cui convivono sicilianismi, provenzalismi ed elementi locali
una lingua di base fiorentina in cui convivono sicilianismi, provenzalismi ed elementi locali. Lo stile di Guittone d’Arezzo:
è sciatto e trascurato fino a divenire banale
si rifà alla tradizione siciliana
è ispirato alla semplicità e alla cantabilità
si rifà alla tradizione provenzale del «trobar clus». I poeti della scuola siciliana scrissero:
nel siciliano di Palermo, la sede della corte di Federico II
in un volgare genericamente meridionale
in una lingua recante una patina grafico-linguistica già toscanizzata
in un siciliano illustre, privo di tratti dialettali locali. I poeti della Scuola poetica siciliana:
imitarono la poesia trobadorica, ma scrissero in volgare siciliano
imitarono la poesia trobadorica, ma scrissero in toscano
imitarono la poesia trobadorica e usarono la lingua d’oc
imitarono la poesia trobadorica e usarono la lingua francese. Quale di queste affermazioni è falsa?
in siciliano le vocali latine ĕ (e breve) e ŏ (o breve) evolvono rispettivamente in /e/ e /o/
il sistema fonologico del siciliano ha tre vocali atone
ill sistema fonologico del siciliano ha cinque vocali toniche
in siciliano le vocali latine ĕ (e breve) e ŏ (o breve) non dittongano. Il vero protagonista della svolta stilnovistica fu:
Dante Alighieri
Guido Cavalcanti
Guido Guinizzelli
Bonagiunta Orbicciani da Lucca. La definizione di «dolce stil novo» viene formulata da Dante:
nel «Convivio»
nella «Vita nova» nel «De vulgari eloquentia»
nel «Purgatorio». Quale di questi elementi caratterizza la lingua di «Tanto gentile e tanto onesta pare» di Dante Alighieri?
l’abbondanza di sicilianismi
il ricorso al linguaggio della filosofia e della medicina del tempo
l’abbondanza di provenzalismi
il ricorso a numerosi latinismi. Quale di queste caratteristiche non appare tipica della prosa delle origini?
polisindeto
abbondanza di sicilianismi
paratassi
ricchezza lessicale. La «Vita nova» di Dante:
è un romanzo autobiografico in versi
è un trattato in prosa, contenente al suo interno testi poetici
è una raccolta di rime introdotte e seguite da parti in prosa
è un canzoniere di rime amorose. Il «Convivio» di Dante:
è un trattato in latino che fu scritto nei primi anni dell’esilio
è un trattato in latino che fu scritto poco prima dell’esilio
è un trattato in volgare che fu scritto nei primi anni dell’esilio
è un trattato in volgare che fu scritto poco prima dell’esilio. La lingua della «Commedia» di Dante:
è il «volgare illustre» teorizzato nel «De vulgari eloquentia»
è un idioma artificiale, in cui si mescolano diverse varietà
è basata sul fiorentino di fine Duecento e di inizio Trecento
è abbondantemente modellato sulla prosa latina. Nel canto XXVI del Purgatorio, Dante incontra:
Arnaut Daniel e Guittone d’Arezzo
Guido Guinizzelli e Bonagiunta Orbicciani da Lucca
Guido Guinizzelli e Arnaut Daniel
Arnaut Daniel e Bonagiunta Orbicciani da Lucca. Secondo Dante, il volgare ideale è «illustre» perché:
è il più celebre dei volgari italiani
è il più nobile tra i volgari italiani
è degno di illustrare le gesta dei grandi personaggi
perché diffonde luce e risplende chiaro su tutti. L’obiettivo che Dante persegue nel «De vulgari eloquentia» è quello:
di tratteggiare la storia della poesia volgare, dai provenzali ai suoi giorni
di rivendicare la dignità del volgare nell’uso colto
di creare un’«arte poetica» del volgare
di creare una lingua adatta al discorso filosofico. Quale di questi motivi non figura nel sonetto petrarchesco «Erano i capei d’oro a l’aura sparsi»?
l’inestinguibile passione del poeta
la labilità delle cose
il saluto della donna
l’apparizione della donna. Quale di queste affermazioni è falsa?
ill «Canzoniere» di Petrarca è il testo chiave per la storia dell’italiano letterario
al centro del «Canzoniere» c’è il concreto e tormentato io individuale
ill titolo originale del «Canzoniere» è «Rerum vulgarium fragmenta»
per Petrarca l’amore è uno strumento di conoscenza intellettuale e di elevazione spirituale. Nella novella di «Chichibio», l’autore inserisce delle brevi frasi:
in dialetto veneziano
in vernacolo fiorentino
nel fiorentino «rustico» di Certaldo
in dialetto bolognese. La lingua del «Decameron» si presenta:
maggiormente polimorfica di quella della coeva poesia
meno polimorfica di quella della coeva poesia
meno polimorfica di quella della coeva poesia, ma solo nelle ballate che concludono le giornate
altrettanto polimorfica di quella della coeva poesia. La lingua usata nel Proemio del «Decameron» e nella cornice introduttiva alle giornate è caratterizzata:
dall’uso abbondante di ordini sintattici marcati: dislocazioni a sinistra e a destra, tema libero ecc.
dall’impiego di forme tipiche delle varietà «basse» di fiorentino
dall’uso abbondante del «che» polivalente
dall’impiego di periodi lunghi, ricchi di subordinate. Nelle prime righe del Proemio del «Decameron» l’autore afferma:
di aver trovato sollievo alle sue sofferenze amorose nella lettura dei classici latini
di aver trovato sollievo alle sue sofferenze amorose nella scrittura di novelle
di aver trovato sollievo alle sue sofferenze amorose nella fede
di aver trovato sollievo alle sue sofferenze amorose nel dialogo con qualche amico. La forma «aura» del primo verso del sonetto petrarchesco «Erano i capei d’oro a l’aura sparsi» è un:
latinismo
sicilianismo
provenzalismo
francesismo. 2 Nel verso petrarchesco «vo mesurando a passi tardi e lenti», nel sintagma «tardi e lenti» che procedimento retorico troviamo?
dittologia sinonimica
polisindeto
anafora
consonanza. Quale di queste affermazioni è falsa?
con l’Umanesimo il latino diventa il principale strumento espressivo in ogni campo della cultura
con l’Umanesimo si diffonde l’idea della superiorità della cultura moderna su quella antica
nel Quattrocento il volgare viene usato solo nelle scritture pratiche e nei generi letterari popolari
nel Quattrocento il volgare attraversa una fase di crisi. La lingua dei poeti dell’Umanesimo volgare fiorentino:
è la lingua dei grandi autori del Due- e del Trecento (Dante, Petrarca e Boccaccio)
è la lingua dei grandi autori del Due- e del Trecento, aperta agli influssi del fiorentino contemporaneo
è il fiorentino del Quattrocento (detto anche «argenteo»)
è la lingua dei grandi autori del Trecento, in particolare di Petrarca e Boccaccio. Quale delle seguenti affermazioni è falsa?
La lettera che funge da prefazione alla Raccolta Aragonese fu firmata da Angelo Poliziano
La Raccolta Aragonese è un’antologia dei primi secoli della poesia toscana
Gli autori della Raccolta Aragonese vogliono proporre ai contemporanei un modello linguistico
La Raccolta Aragonese fu inviata da Lorenzo de’ Medici a Federico d’Aragona. Quale dei seguenti tratti non è caratteristico del fiorentino del Quattrocento?
la desinenza di III pl. «-on(o)» invece di «-ano»
l’apocope di /e o/ dopo /l n r/
l’articolo definito maschile singolare «el»
l’articolo definito maschile plurale «e». Il tema del latino parlato a Roma fu oggetto di uno scambio epistolare tra due importanti umanisti:
Biondo Flavio e Poggio Bracciolini
Poggio Bracciolini e Cristoforo Landino
Cristoforo Landino e Leonardo Bruni
Biondo Flavio e Leonardo Bruni. Tra le opere di Poliziano ricordiamo:
La «Favola di Orfeo» e i «Canti carnascialeschi»
Le «Stanze per la giostra» e i «Canti carnascialeschi»
Le «Stanze per la giostra» e la «Favola di Orfeo»
Le «Stanze per la giostra» e il «Commento alla Commedia». La grammatica di Leon Battista Alberti è:
una grammatica del fiorentino Trecentesco
una grammatica del fiorentino contemporaneo
una grammatica della lingua degli scrittori più autorevoli della tradizione
una grammatica del fiorentino di Dante, Petrarca e Boccaccio. L’imporsi del modello petrarchesco alla fine del Quattrocento è dimostrato:
dall’«Arcadia» e dalle «Rime» di Sannazaro, e dagli «Amorum libri» di Boiardo
dagli «Amorum libri» e dall’«Orlando innamorato» di Boiardo
dall’«Arcadia» e dalle «Rime» di Sannazaro, e dall’«Orlando innamorato» di Boiardo
dall’«Arcadia» e dalle «Rime» di Sannazaro, e dalle «Stanze per la giostra» di Poliziano. Sannazaro sottopose l’«Arcadia» a lungo processo di revisione:
avvicinarne la lingua sempre più al modello petrarchesco, boccacciano e dantesco
avvicinarne la lingua sempre più al toscano quattocentesco
per avvicinarne la lingua sempre più al modello petrarchesco e boccacciano
avvicinarne la lingua sempre più ai modelli proposti da Bembo. Le «lingue di koiné»:
sono lingue usate nelle corti dell’Italia settentrionale
sono lingue elaborate nelle cancellerie signorili e comunali, soprattutto nell’Italia meridionale
sono le lingue «cortigiane» in uso presso le corti d’Italia nei secoli XV e XVI
sono lingue elaborate nelle cancellerie signorili e comunali, soprattutto nell’Italia settentrionale e meridionale. Il maccheronico è:
un volgare settentrionale infarcito di termini latini e di latinismi
un volgare infarcito di termini latini e di latinismi
un latino infarcito di elementi lessicali volgari, spesso dialettali
un volgare «saturato» di latinismi. Per evitare le forma dialettali, le «lingue di koiné» elaborate nelle cancellerie del Quattrocento fanno in genere ricorso:
ad arcaismi
a neologismi
a latinismi
a toscanismi. La teoria linguistica di Bembo:
venne espressa organicamente nelle «Prose della volgar lingua», pubblicate nel 1515
era ispirata ai principi del classicismo cinquecentesco
teneva conto anche – seppur cautamente – del fiorentino vivo
a si fondava sull’idea dell’indipendenza della lingua dalla letteratura. Quali sono le date delle tre edizioni dell’«Orlando furioso» di Ludovico Ariosto?
1521, 1525, 1532
1516, 1525, 1532
1516, 1521, 1525
1516, 1521, 1532. Quale di queste affermazioni è falsa?
nell 1501 e nel 1502 Bembo pubblicò a Venezia presso Aldo Manuzio le edizioni a stampa di Petrarca e di Boccaccio
il lavoro nella tipografia aldina permise a Bambo di rivedere in senso toscaneggiante molti testi in vista della pubblicazione
l’edizione di Petrarca del 1501 assicurò a Bembo la possibilità di fissare un testo di riferimento, da cui ricavare una norma grammaticale
l’avvento della stampa ebbe dei riflessi molto rilevanti in campo linguistico perché favorì la diffusione della norma bembiana. Nel verso «che tutto n’arde e non ritrova loco» dell’«Orlando furioso» (I 18 8), la forma «loco»:
è settentrionalismo sopravvissuto alla revisione linguistica
è un ispanismo
è un latinismo sopravvissuto alla revisione linguistica
è un sicilianismo.
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