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linguistica italiana

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linguistica italiana

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da lezione 2 a 6

Creation Date: 2025/07/11

Category: Others

Number of questions: 25

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01. Che l’italiano sia la lingua ufficiale d’Italia: è detto nello Statuto autonomico della Provincia di Bolzano. è detto sia nella Costituzione che nella legge 1999/482. è detto espressamente nella Costituzione. è detto nello Statuto autonomico della Provincia di Bolzano e nella legge 1999/482.

02. La variazione diafasica: indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa, in relazione allo spazio. indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa attraverso il tempo. indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa, dalla funzione del messaggio e dal contesto. indica la variazione della lingua condizionata dalla situazione comunicativa e dall’appartenenza dei parlanti a diversi strati sociali.

03. La ‘Slavia veneta’ è: una regione di lingua slovena in Veneto. una regione della ex-Iugoslavia in cui si parlava veneto. una regione di lingua slovena in Friuli (provincia di Udine). una regione della Slovenia dove si parla veneto.

04. La legge n° 482 del 15 dicembre 1999, riconosce come lingue di minoranze: i dialetti italiani. albanese, greco, sloveno, croato, tedesco, sardo, francoprovenzale, friulano, ladino, catalano, francese. sardo, francoprovenzale, friulano, ladino, catalano, francese. albanese, greco, sloveno, croato, tedesco, francese.

05. Una «varietà» di lingua è individuata: dalla presenza di specifici tratti linguistici correlabili con fattori extralinguistici. dalla presenza di una grande variabilità di tratti linguistici al suo interno. dalla presenza di specifici tratti linguistici. dalla presenza di specifici tratti linguistici correlabili con l’area geografica e la classe sociale del parlante.

01. Alessandro Manzoni, nella versione definitiva dei I promessi sposi adottò: la lingua coeva della classe colta della città di Firenze. la lingua coeva della classe colta della città di Milano. il fiorentino vivo del secolo XVI, sul modello di Machiavelli. il fiorentino del Trecento, sul modello di Bembo.

02. La maggiore regressione della dialettofonia si ebbe: nel secondo dopoguerra (anni Cinquanta e Sessanta del Novecento). durante il regime fascista. subito dopo l’Unità d’Italia, nel 1861. subito dopo l’Unità d’Italia, nel 1945.

03. La lingua proposta dal Vocabolario degli Accademici della Crusca (1612) corrisponde: al fiorentino del Quattrocento. al fiorentino del Cinquecento. al fiorentino del Trecento. al fiorentino del Seicento.

04. La base dell’italiano moderno è: nel fiorentino del Cinquecento. nel fiorentino moderno. nel fiorentino del secolo XVII. nel fiorentino del secolo XIV.

05. La tesi proposta da Pietro Bembo prevedeva l’adozione: del fiorentino del secolo XVI. della lingua in uso presso la corte papale. di una lingua modellata sul greco e sul latino. del fiorentino del Trecento.

01. Le componenti della lingua in cui l’italiano regionale si mostra maggiormente debitore nei confronti del dialetto sono: la fonologia e il lessico. la fonologia e la sintassi. la fonetica e la sintassi. la fonetica e la fonologia.

02. Nella seconda metà del Novecento, la pratica del dialetto: è regredita soprattutto nell’Italia nord-orientale. è regredita soprattutto nel Nord-Ovest. rimane forte nel Nord-Ovest e nel Meridione. è regredita soprattutto nelle zone economicamente più arretrate.

03. L’uso scritto dei dialetti: è venuto meno con la nascita di una letteratura dialettale riflessa. era diffuso nel Medioevo ed è continuato fino all’unità d’Italia e anche oltre. era diffuso nel Medioevo, ma è regredito a partire dal Cinquecento. è rimasto vivo soprattutto a Roma fino alla seconda metà dell’Ottocento.

04. Dal XVI secolo in poi, il termine ‘dialetto’ assunse un valore: nettamente peggiorativo. sostanzialmente uguale a quello dei secoli precedenti. discriminatorio e riferito solo alle fasce di parlanti analfabeti. nettamente migliorativo.

05. Per quale motivo – dal '500 al '900 – alcuni autori scelsero di scrivere in dialetto?. per ragioni espressive. perché era l’unica lingua a loro disposizione. per ragioni di prestigio. per poter meglio comunicare alle masse analfabete.

06. I dialetti: sono subordinati alle lingue nazionali per ragioni storico-sociali o culturali. non possiedono quella precisa struttura grammaticale che predispone la lingua all’espressione scritta. sono subordinati ad un varietà linguistica qualitativamente superiore, l’italiano standard. sono costituzionalmente inferiori alle lingue nazionali.

01. Nel Principato di Monaco – indipendentemente dalla lingua nazionale – che lingua parla la maggioranza della popolazione autoctona?. il monegasco (varietà ligure occidentale). il francese. il piemontese. l'italiano.

02. Quale tra i seguenti caratteri non è condiviso da tutti i dialetti italiani settentrionali?. la perdita dell’opposizione di lunghezza consonantica. la presenza di una doppia serie di pronomi soggetto. l’indebolimento delle consonanti occlusive. la presenza di vocali anteriori arrorondate.

03. Lungo una linea immaginaria che congiunge Massa a Senigallia: dialetti settentrionali si incontrano con il toscano a est e con i dialetti centro-meridionali a ovest. i dialetti settentrionali si incontrano con il toscano a ovest e con i dialetti centro-meridionali a est. il toscano si incontra con i dialetti settentrionali a ovest e con i dialetti centro-meridionali a est. i dialetti settentrionali si incontrano con i dialetti centro-meridionali.

04. In Italia, è possibile individuare: tre aree dialettali principali: dialetti italiani settentrionali, toscani, centro-meridionali. tre aree dialettali principali: dialetti italiani settentrionali, centro-meridionali, meridionali estremi. tre aree dialettali principali: dialetti italiani settentrionali, gallo-italici, toscani, centro-meridionali. quattro aree dialettali principali: dialetti italiani settentrionali, toscani, centro-meridionali, insulari.

05. Per isole linguistiche ‘altoitaliane’ (o ‘gallo-italiche’) si intendono: delle aree di alcune regioni meridionali (Sicilia, Basilicata e Campania) in cui si parlavano varietà di tipo settentrionale. delle aree dell’Italia settentrionale in cui si parlavano varietà di tipo gallo-italico. delle aree delle isole (Sicilia e Sardegna) in cui si parlavano varietà di tipo settentrionale. delle aree della Sardegna e della Corsica in cui si parlavano varietà di tipo toscano.

01. Come si chiama il ramo della linguistica che si occupa specificamente della variazione interna della lingua in relazione alla categoria sociale del parlante?. dialettologia. linguistica diastratica. psicolinguistica. sociolinguistica.

02. Una «varietà di lingua»: è un insieme di tratti linguistici di un sistema linguistico che co-occorre con un certo insieme di tratti sociali o situazionali. è un insieme di tratti sociali o situazionali di un sistema linguistico che co-occorre con un certo insieme di tratti sociali linguistici. è un insieme di tratti linguistici di un sistema linguistico all'interno del repertorio linguistico di una comunità. è un insieme di tratti linguistici di un sistema linguistico usato in particolari contesti comunicativi.

03. All’interno di una comunità linguistica si nota in genere la presenza: di una varietà alta, maggiormente dotata di prestigio, e di una varietà bassa, meno prestigiosa. di una varietà alta, di una varietà bassa e di una serie ben definita di varietà intermedie. di una varietà alta, di una varietà bassa e di una varietà media. di una varietà alta, maggiormente stigmatizzata, e di una varietà bassa, meno stigmatizzata.

04. Nella prospettiva sociolinguistica, i principali fattori di differenziazione sociale sono: il reddito e la professione. il reddito e la classe di età. il reddito, la professione e il sesso. il reddito, la professione, il grado di istruzione.

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