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Linguistica Italiana *Felicani*

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Linguistica Italiana *Felicani*

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Daypo Gennaio 2023

Creation Date: 2023/01/22

Category: Languages

Number of questions: 340

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La fonetica studia. Le combinazioni dei fonemi. Le realizzazioni grafiche. La configurazione dei fonemi. I foni.

Le due parole pale e sale sono. antonimi. sinonimi. Una coppia minima. un binomio.

La morfologia. Studia le forme delle parole e la loro modificazioni. È sinonimo di fonetica. Studia i sintagmi. Studia i fonemi.

Il morfema è. Né grammaticale né lessicale. Grammaticale e lessicale. Solo grammaticale. Solo lessicale.

I morfemi, rispetto ai fonemi. hanno carattere distintivo. sono portatori di significato. Sono portatori di significato e hanno carattere distintivo. non sono portatori di significato.

L’elemento minimo dell’analisi morfologica è. Il fono. Il morfema. Il fonema. Il grafema.

Il fonema è. Un sinonimo di grafema. La coppia minima. Un’unità linguistica minima. Un’entità linguistica minima.

Rispetto al luogo di articolazione, un consonante è bilabiale se. se la lingua si solleva sul palato. la lingua tocca il velo palatino. se l’ostruzione avviene con la chiusura delle labbra. se la lingua tocca gli alveoli dei denti superiori.

Rispetto al luogo di articolazione, un consonante è velare se. se l’ostruzione avviene con la chiusura delle labbra. se la lingua tocca gli alveoli dei denti superiori. se la lingua si solleva sul palato. la lingua tocca il velo palatino.

La consonante B. è un'occlusiva bilabiale sonora. è un'occlusiva dentale sorda. è un'occlusiva bilabiale sorda. è un'occlusiva dentale sonora.

Rispetto al luogo di articolazione, un consonante è palatale se. la lingua tocca il velo palatino. se la lingua si solleva sul palato. se la lingua tocca gli alveoli dei denti superiori. se l’ostruzione avviene con la chiusura delle labbra.

La consonante G. è una fricativa labiodentale sorda. è un'occlusiva velare sorda. è una fricativa alveolare sorda. è un'occlusiva velare sonora.

Capitàno. nessuna delle tre opzioni (è bisdrucciola). è una ossitona. è una parola sdrucciola. è una parola parossitona.

Le vocali /ɔ/ /o/ /u/. centrali. anteriori. posteriori. palatali.

Le vocali /ɛ/ /e/ /i sono. velari. centrali. anteriori. posteriori.

Il sistema fonologico. è costituito da 7 vocali, 2 semiconsonanti e 21 consonanti. non considera le due semiconsonanti. è costituito solo dalle 21 consonanti. è costituito solo dalle 7 vocali.

Le vocali. sono tutte di massima apertura. sono solo anteriori. sono solo posteriori. sono anteriori e posteriori.

Il dittongo AE nel passaggio dal latino al volgare. diventa /e/ ed è di timbro aperto. diventa /ε/ ed è di timbro aperto. diventa /ε/ ed è di timbro chiuso. diventa /e/ ed è di timbro chiuso.

Il dittongo OE nel passaggio dal latino al volgare. diventa /e/ ed è di timbro aperto. diventa /e/ ed è di timbro chiuso. diventa /ε/ ed è di timbro chiuso. diventa /ε/ ed è di timbro aperto.

Il vocalismo tonico siciliano. è eptavocalico come il marchigiano. è pentavocalico come il sardo. è eptavocalico come il romano. è pentavocalico come il friulano.

Una vocale tonica è. una vocale accentata. una vocale non accentata. lo stesso che intertonica. lo stesso che atona.

Dal latino CRUCEM > CROCE in italiano, cosa è successo. non è possibile spiegare questo fenomeno. per diretta evoluzione la i (breve latina) è confluita nella o chiusa. per diretta evoluzione la u (lunga latina) è confluita nella o aperta. per diretta evoluzione la u (breve latina) è confluita nella o chiusa.

Latino PILUM > PELO in italiano, cosa è successo. per diretta evoluzione la i (lunga latina) è confluita nella e aperta. per diretta evoluzione la i (breve latina) è confluita nella e chiusa. non è possibile spiegare questo fenomeno. per diretta evoluzione la i (breve latina) è confluita nella e aperta.

Nel passaggio dal latino al volgare. il numero delle vocali si è ridotto a 5. il numero delle vocali è rimasto invariato a 10. il numero delle vocali si è ridotto a 7. il numero delle vocali si è ridotto a 3.

Il dittongo AU nel passaggio dal latino al volgare. diventa /o/ ed è di timbro aperto. diventa /o/ ed è di timbro chiuso. diventa /ɔ/ ed è di timbro aperto. diventa /ɔ/ ed è di timbro chiuso.

Il dittongo è costituto da. una sillaba unica composta da due suoni consonantici. due sillabe composte da due suoni vocalici. due o più sillabe composte da due suoni vocalici. una sillaba unica composta da due suoni vocalici.

Per anafonesi. la e chiusa tonica si innalza a i e la o chiusa tonica si innalza a u. la e chiusa tonica si chiude in a e la o chiusa tonica si chiude in a. la e aperta tonica si chiude in a e la o aperta tonica si chiude in a. la e aperta tonica si innalza a i e la o aperta tonica si innalza a u.

La forma latina FAMĬLIA(M). Per anafonesi diventa famiglia. Per assenza di anafonesi diventa famiglia. Per metafonesi diventa famiglia. Come esito diretto dal latino.

Nel dittongamento toscano. la e aperta tonica dittonga in ie e la o aperta tonica dittonga in uo in sillaba aperta. la e aperta tonica dittonga in ie e la o chiusa tonica dittonga in uo in sillaba aperta. la e aperta tonica dittonga in ie e la o aperta tonica dittonga in uo in sillaba chiusa. la e chiusa tonica dittonga in ie e la o aperta tonica dittonga in uo in sillaba aperta.

L’esito PEDEM > PIEDE si spiega. con la metafonesi. con il dittongamento toscano. con l'anafonesi. come evoluzione naturale.

L’esito BONUM > BUONO si spiega. come evoluzione naturale. con il dittongamento toscano. con la metafonesi. con l'anafonesi.

L'anafonesi coinvolge. la e chiusa tonica e la o chiusa tonica. la e aperta tonica e la o chiusa tonica. la e aperta tonica e la o aperta tonica. la e chiusa tonica e la o aperta tonica.

Lo iato è costituito da. due suoni consonantici contigui ma appartenenti a sillabe diverse. due suoni vocalici contigui ma appartenenti a sillabe diverse. due suoni vocalici non contigui ma appartenenti a una sillaba. due suoni consonantici non contigui ma appartenenti a sillabe diverse.

L'anafonesi è. nessuna delle precedenti. un fenomeno non fiorentino. un fenomeno del vocalismo tonico. un fenomeno del vocalismo atono.

La forma margherita si deve a. anafonesi. chiusura in protonia. dittongamento. passaggio da AR a ER.

La forma gambero si deve a. anafonesi. dittongamento. chiusura in protonia. passaggio da AR a ER.

La chiusura in protonia e postonia: è un fenomeno del vocalismo tonico. è un fenomeno solo dialettale. è un fenomeno del vocalismo atono. è un fenomeno latino.

Il passaggio di AR > ER. vede la i seguita da r chiudersi in e. vede la a preceduta da g chiudersi in e. vede la a seguita da r chiudersi in e. vede la a preceduta da r chiudersi in e.

Come spiego DECEMBRE > DICEMBRE. con l'anafonesi. con il dittongamento toscano. come fenomeno di chiusura in protonia. con la metafonesi.

Nella chiusura in protonia. la e si chiude in i e la o in a. nessuna delle precedenti. la e si chiude in a e la o in u. la e si chiude in i e la o in u.

Nel sistema del vocalismo atono, la e lunga latina. confluisce in e. confluisce in u. confluisce in i. confluisce in a.

Il vocalismo atono. oscilla da 5 a 3 vocali. oscilla da 7 a 5 vocali. presenta un sistema pentavocalico. presenta un sistema eptavocalico.

DE POST > DOPO si deve a. chiusura in protonia. dittongamento. passaggio da AR a ER. labializzazione in protonia.

BAPTISUM > BATTESIMO è un caso di. aferesi. epitesi. epentesi. sincope.

STRATAM > STRADA come si spiega. raddoppiamento della sorda intervocalica. sonorizzazione della sorda intervocalica. assordimento della consonante. dileguo della sorda intervocalica.

La forma LĂCUM > lago è dovuta a. sonorizzazione della fricativa sorda intervocalica. sonorizzazione della vibrante intervocalica. sonorizzazione dell’occlusiva sorda intervocalica. sonorizzazione della laterale intervocalica.

La forma STRĀTAM > strada è dovuta a. assordimento della sonora intervocalica. sonorizzazione della sorda intervocalica. betacismo della sorda intervocalica. caduta della sorda intervocalica.

Come si spiega la forma saetta da SAGĬTTAM. caduta della consonante occlusiva velare per sintesi. caduta della consonante occlusiva velare per sincope. caduta della consonante occlusiva velare per apocope. caduta della consonante occlusiva velare per aferesi.

FLOREM > FIORE come si spiega. nei nessi consonantici, la laterale preceduta da altra consonante si palatalizza (/j/). nei nessi consonantici, la laterale preceduta da altra consonante si assorda. nei nessi consonantici, la laterale preceduta da altra consonante si sonorizza. nei nessi consonantici, la vibrante preceduta da altra consonante si palatalizza (/j/).

In CAPUT > CAPO cosa si nota. conservazione della sorda intervocalica. nessuna delle precedenti. raddoppiamento della sorda intervocalica. conservazione della sonora intervocalica.

In posizione iniziale la B. è diventata sorda. è rimasta ben salda. è raddoppiata. è caduta.

Le desinenze dell'imperfetto. continuano quelle latine (BAM/BAS/BAT...). continuano quella del congiuntivo latino. continuano quelle del futuro latino. hanno un'evoluzione autonoma.

Il futuro italiano. si forma con l'infinito del verbo seguito dalle forme ridotte al presente di essere (STARE SUM). si forma con l'infinito del verbo seguito dalle forme ridotte al presente di avere (STARE HABEO). si forma con l'infinito del verbo avere e le forme ridotte al presente del verbo. si forma con l'infinito del verbo seguito dalle forme ridotte al futuro di avere.

Nella forma AMAVISTI > AMASTI cosa succede. sincope di VI e ritrazione dell'accento. aferesi di VI e ritrazione dell'accento. sintesi. apocope di VI e ritrazione dell'accento.

Le forme rizotoniche. hanno accento sulla radice. sono atone. hanno accento sulla desinenza. nessuna delle precedenti.

FECI, DISSI sono. perfetti forti. perfetti perifrastici. perfetti deboli. infiniti latini.

FECE, DISSE sono. perfetti forti. perfetti perifrastici. perfetti deboli. infiniti latini.

I perfetti TACUI, PLACUI. si sono mantenute solo nei testi scritti. convivono con le forme tacqui e piacqui. sono stati sostituiti dalle forme tacqui e piacqui. non sono mai esistiti.

Nel verbo essere FŬ(I)SSEM > fossi si è avuto. l’assorbimento di /i/. l’apocope di /i/. la sincope di /i/. l’aferesi di /i/.

Il primo testo non completamente in volgare e intriso di latinismi è. l’indovinello veronese. l’iscrizione della Catacomba di Commodilla. l’iscrizione di San Clemente. il De Vulgari eloquentia.

Il latino classico. è lingua lontana dall’uso parlato, puramente scritta. è lingua vicina all’uso parlato, puramente orale. è lingua puramente della scritta, comunque vicina all’uso parlato. è lingua puramente della scritta, comunque vicina all’uso parlato.

Le scriptae volgari. si distinguono per la loro fissità. si distinguono per aver un’unica varietà linguistica. solitamente non hanno tratti marcati per quel che concerne gli elementi locali. sono caratterizzate da ibridismo linguistico, ma anche da variabilità e instabilità.

Tra i mediatori linguistici, i mercanti. Impiegavano il volgare per esigenze pratiche e di immediata utilità. Avevano un ruolo marginale, che non prevedeva l’uso della lingua scritta. Usavano la lingua solo per parlare tra loro. Parlavano solo in latino.

Distinguiamo il volgare in. In due categorie: sermo plebeius e sermo provincialis: il sermo militaris è da considerarsi a parte. Nell’unica categoria di sermo sociali, dove confluiscono altri sottogruppi. In tre categorie: sermo plebeius, sermo militaris, sermo provincialis. In categorie sociali, ma difficilmente si possono dare etichette precise.

Il latino volgare è. scritto e parlato. essenzialmente scritto. una lingua creata a tavolino. essenzialmente parlato.

L’indovinello veronese risale al. VIII-IX secolo. VI-VII secolo. V-VI secolo. X-XI secolo.

Il latino volgare è. il latino scritto dal popolo già in uso in età imperiale. il latino parlato dal popolo già in uso in età preclassica. il latino parlato dal popolo già in uso in età classica. il latino parlato dal popolo già in uso in età imperiale.

. L’iscrizione della Catacomba di Commodilla risale al secolo. seconda metà IX. ultima metà IX. inizio X. prima metà IX.

Nell’Iscrizione della catacomba di Commodilla la forma del dimostrativo ille. è in funzione di dimostrativo. è in funzione di aggettivo. è in funzione di articolo. è in funzione di pronome.

L’atto di nascita del volgare è. l’iscrizione di San Clemente. il Placito di Capua. l’iscrizione della Catacomba di Commodilla. tutte le scritture mercantili.

Per la forma a bboce si nota. un raddoppiamento fonosintattico, con betacismo (la consonante occlusiva sonora diventa labiodentale sonora). un raddoppiamento lessicale, con betacismo (la consonante labiodentale sonora diventa occlusiva sonora). un raddoppiamento morfologico, con betacismo (la consonante labiodentale sonora diventa occlusiva sonora). un raddoppiamento fonosintattico, con betacismo (la consonante labiodentale sonora diventa occlusiva sonora).

L’iscrizione di San Clemente risale al secolo. IX. XI. XII. X.

Il placito è. un testo informativo sull’amministrazione cittadina. un testo espositivo sui doveri del cittadino. un testo politico, che dà il via a un dibattito. un testo giuridico compilato come sentenza finale di un processo.

I suffissati in -anza, -enza, -aggio sono. provenzalismi. sicilianismi. toscanismi. germanismi.

Il Novellino. è la più caratteristica forma della poesia letteraria in volgare. è la più caratteristica forma della poesia letteraria in latino. è la più caratteristica forma della prosa letteraria in latino. è la più caratteristica forma della prosa letteraria in volgare.

Il Novellino. è un testo informativo, la cui prosa si caratterizza per la semplicità stilistica e sintattica. è un testo narrativo e novellistico, la cui prosa si caratterizza per la semplicità stilistica e sintattica. è un testo giuridico, la cui prosa si caratterizza per la semplicità stilistica e sintattica. è un testo politico, la cui prosa si caratterizza per la semplicità stilistica e sintattica.

A fine Duecento i documenti. mantengono la patina locale del luogo in cui sono stati scritti. perdono la patina locale e si uniformano al volgare tosco-umbro. perdono la patina locale e si uniformano al volgare siciliano. perdono la patina locali e si uniformano al volgare tosco-fiorentino.

Nel Duecento il volgare. è usato in alternanza con il latino nei testi pratici. è usato in alternanza con il latino nei testi letterari. fatica ancora ad affermarsi; il latino mantiene sempre il suo primato. è la prima lingua usata, a scapito del latino.

In quale percentuale il lessico che noi usiamo era già nella Commedia?. 45%. 75%. 50%. 90%.

La prima opera che Dante pubblica è. Vita Nuova. Rime. Convivio. parte della Commedia (L’Inferno).

Per Dante il volgare è. la lingua madre, ma appresa artificialmente. la lingua appresa da tutti, ma resta una lingua artificiale. la lingua della comunità letteraria, ma resta una lingua artificiale. la lingua appresa da tutti, la lingua della comunità letteraria: è la lingua madre, contro il latino che è lingua artificiale.

La Vita Nuova è. è un testo in prosa. è un testo in verso. è un prosimetro. è un prosimetro in latino.

La lingua del sì è. il volgare siciliano. il volgare italiano. la lingua provenzale. il volgare toscano.

Nel Convivio Dante difende il volgare per prontezza di liberalitade, nel senso che. il volgare dà molto, ma il latino dà più beneficio. il latino resta comunque la prima lingua in cui esprimersi. il volgare è compreso da molti, ma il latino serve a tutti. il volgare dà molto e servi a molti.

Tra il 1304 e il 1307 Dante scrive. Vita Nuova. Rime. parte della Commedia (L’Inferno). Convivio.

Per Dante il sole nuovo è. Il latino. Il volgare. Il latino e il volgare insieme. Una lingua ancora da inventare.

I termini più colloquiali e bassi (groppa, beffa) si concentrano maggiormente. Purgatorio. Paradiso. In tutte e tre le Cantiche senza distinzione. Inferno.

La lingua della Commedia è aderente al fiorentino degli ultimi decenni del 1200. Sul piano fonologico si assiste a. uscita della -an alla 1° sing. dell’imperfetto indicativo. alternanza tra -aro/-ero/-iro (dal latino -arunt) e –arono/-irono per la 3° plur. perfetto indicativo (andaro, andarono). assenza di anafonesi, mantenimento delle e in iato. anafonesi (lingua), chiusura della e in iato (io, mio).

Nel titolo della Commedia l’aggettivo divina. è stato aggiunto in un’edizione curata del 1355. è stato aggiunto in un’edizione curata del 1455. è stato fortemente voluto da Dante. è stato aggiunto in un’edizione curata del 1555.

Nel De Vulgari Eloquentia, Dante definisce la forma metrica adeguata per il volgare: sonetto. canzone. ballata. ballata e sonetto.

Nel De Vulgari Eloquentia, quali sono gli argomenti degni che si possono trattare in volgare?. sia argomenti nobili sia argomenti bassi. solo gli argomenti più bassi. solo gli argomenti più nobili (salvezza, amore, virtù). non lo afferma.

Nel De Vulgari Eloquentia, per Dante il volgare deve essere. cardinale e regale. illustre, cardinale, curiale, regale. illustre. aulico.

Il termine bolgia è. una risemantizzazione. un neologismo. un latinismo. un dantismo.

Termini come cangiare, augello, noia, noiare, gioia, visaggio sono. toscanismi. sicilianismi. gallicismi. provenzalismi.

Un verbo parasintetico è. preferire. volare. gradire. intavolare.

Il verbo inurbarsi è. un dantismo. un latinismo. un neologismo. una risemantizzazione.

L’aggettivo ineffabile è. un gallicismo, arrivato fino a noi grazie a Dante. un francesismo, arrivato fino a noi grazie a Dante. un provenzalismo, arrivato fino a noi grazie a Dante. un latinismo, arrivato fino a noi grazie a Dante.

Del Canzoniere possediamo. una traduzione in latino. nessun autografo. una trascrizione parziale. un manoscritto autografo che raccogliere appunti, brutte copie e postille dell’autore.

Il sonetto è. un componimento in prosa, composto da 14 righe. un componimento in poesia, composto da 14 endecasillabi distribuiti in due quartine e due terzine. un componimento in poesia, composto da 14 endecasillabi continui. un componimento in prosa, composto da 14 righe distribuite in due parti.

La canzone è composta da. un numero variabile di versi organizzati in strofe. un numero fissi di versi organizzati in due strofe. un numero fisso di versi organizzati in strofe. un numero variabile di versi organizzati in tre strofe.

Nella canzone chiare, fresche et dolci acque. herba et fior’ che la gonna è la coda. herba et fior’ che la gonna è il finale. herba et fior’ che la gonna è un piede. herba et fior’ che la gonna è la diesi.

Il Vaticano Latino 3195 testimonia. una copia molto tarda del Canzoniere. l’ultima volontà dell’autore, ma non raccoglie le rime definitive. l’ultima volontà del copista. l’ultima volontà dell’autore e raccoglie le rime definitive del Canzoniere.

La lingua del Canzoniere. è molto varia, non è possibile contare i vocaboli impiegati. è molto selettiva, impiega circa 3275 vocaboli diversi. è molto selettiva, impiega meno di 2000 vocaboli diversi. è molto selettiva, impiega più di 4000 vocaboli diversi.

Il Canzoniere di Petrarca è composto da. 366 componimenti, 317 sonetti, 29 canzoni, 9 sestine, 7 ballate, 4 madrigali. 366 componimenti tra cui 317 sonetti e 49 canzoni. 366 componimenti tra cui 317 sonetti e 29 canzoni, 9 sestine, 7 ballate, 4 madrigali. 366 componimenti tra cui 317 canzoni e 49 sonetti.

Nel Canzoniere si trovano forme con. assenza di anafonesi. assenza di metafonesi. anafonesi. metafonesi.

Nel Canzoniere si trovano forme con. passaggio da -er protonico a -ar nei futuri e condizionali della prima coniugazione. assenza del passaggio da -ar protonico a -er nei futuri e condizionali della prima coniugazione. passaggio da -ar protonico a -er nei presenti prima coniugazione. passaggio da -ar protonico a -er nei futuri e condizionali della prima coniugazione.

La lingua del Decameron è polimorfa. presenta latinismi, forme locali, provenzalismi. presenta per pochi latinismi e per lo più forme locali. presenta solo forme locali. presenta per lo più latinismi e poche forme locali.

La prosa del Decameron. vuole rappresentare la realtà e l’autore sperimenta diversi strumenti espressivi, tuttavia non identificabili. vuole rappresentare la realtà e si serve di strumenti stilistici utili a questo scopo (come la variatio e la convenientia). vuole rappresentare una realtà fittizia. vuole rappresentare una realtà fantastica.

Nella novella di Andreuccio da Perugia, la forma fosser è un esempio di: epitesi, tipica dell’uso toscano. apocope, tipica dell’uso toscano. sincope, tipica dell’uso toscano. aferesi, tipica dell’uso toscano.

Nella novella di Andreuccio da Perugia, la forma parentado presenta. un assordimento della fricativa intervocalica. un assordimento dell’occlusiva intervocalica. una sonorizzazione della fricativa intervocalica. una sonorizzazione dell’occlusiva intervocalica.

La lingua del Decameron è coerente con la fisionomia del. fiorentin volgare della seconda metà del Trecento. fiorentin volgare della fine del Duecento. fiorentin volgare della seconda metà del Duecento. fiorentin volgare della prima metà del Trecento.

La soluzione fiorentinista propone. la promozione del Petrarca prosatore e del Boccaccio lirico. la promozione del fiorentino vivo coevo cinquecentesco. la promozione del Petrarca lirico e del Boccaccio prosatore. la promozione della lingua delle corti come lingua comune.

La questione della lingua. si sviluppa a partire dal Duecento. per essere tale richiede un dibattito, la cui pienezza si raggiunge nel primo Cinquecento. per essere tale richiede un dibattito, la cui pienezza si raggiunge nel secondo Cinquecento. si sviluppa a partire dal Trecento.

La questione della lingua in Italia. si inquadra in un periodo di forte e consolidata unità politica. si inquadra in un periodo di grande frammentazione politica. coincide con un periodo di pace. coincide con un periodo di pace.

La polemica relativa alla imitatio sul versante latino aveva visto contrapposti. nel Quattrocento Agnolo Poliziano e Giovan Francesco Pico, nel Cinquecento Paolo Cortesi e Pietro Bembo. nel Quattrocento Agnolo Poliziano e Paolo Cortesi, nel Cinquecento Giovan Francesco Pico e Pietro Bembo. nel Quattrocento Giovan Francesco Pico e Paolo Cortesi, nel Cinquecento Agnolo Poliziano e Pietro Bembo. nel Quattrocento Agnolo Poliziano e Pietro Bembo, nel Cinquecento Paolo Cortesi e Giovan Francesco Pico.

La scoperta e traduzione del De vulgari eloquentia nel Cinquecento si deve a. Francesco Pico della Mirandola. Agnolo Poliziano. Pietro Bembo. Gian Giorgio Trissino.

Lo sfondo storico della questione della lingua è rappresentato da. le campagne napoleoniche. la peste nera. le guerre d’Italia. il Concilio di Trento.

La soluzione cortigiana propone. la promozione del Petrarca lirico e del Boccaccio prosatore. la promozione del fiorentino vivo coevo cinquecentesco. la promozione della lingua delle corti come lingua comune. la promozione del Petrarca prosatore e del Boccaccio lirico.

La soluzione bembesca propone. la promozione del Petrarca prosatore e del Boccaccio lirico. la promozione del Petrarca lirico e del Boccaccio prosatore. la promozione della lingua delle corti come lingua comune. la promozione del fiorentino vivo coevo cinquecentesco.

Il dedicatario delle Prose è. Ercole. Federigo Fregoso. Giulio de’ Medici. Carlo Bembo.

Ercole Strozzi difende. il volgare non localizzato in nessuna città. il latino. il fiorentino. la lingua trecentesca.

Nel Primo libro delle Prose, Bembo. congeda i personaggi. presenta i personaggi e avvia il dialogo. presenta la sua grammatica del volgare. prosegue con ragionamenti su questioni di natura metrica e retorica.

Nel Secondo libro delle Prose, Bembo. congeda i personaggi. presenta la sua grammatica del volgare. prosegue con ragionamenti su questioni di natura metrica e retorica. presenta i personaggi e avvia il dialogo.

I modelli proposti da Bembo sono. Dante per la poesia e Boccaccio per la prosa. Petrarca per la prosa e Boccaccio per la poesia. Petrarca per la poesia e Dante per la prosa. Petrarca per la poesia e Boccaccio per la prosa.

Le Prose di Bembo sono pubblicate nel. 1535. 1515. 1525. 1545.

Nel Terzo libro delle Prose, Bembo. congeda i personaggi. presenta i personaggi e avvia il dialogo. prosegue con ragionamenti su questioni di natura metrica e retorica. presenta la sua grammatica del volgare.

Il Discorso intorno alla nostra lingua di Machiavelli risale al. 1534. 1524. 1535. 1525.

Carlo Lenzoni. racconta un aneddoto su Bembo. scrive le Prose della volgar lingua. scrive il Principe. racconta un aneddoto su Machiavelli alla pubblicazione delle Prose.

Il Discorso di Machiavelli è. un testo frammentario di natura dialogica. un trattato politico. un trattato dialogico. un testo frammentario di natura polemica.

La teoria arcaizzante è avanzata da. Calmeta. Bembo. Machiavelli. Trissino.

Il fiorentino come lingua materna fa sì che i fiorini lo usino. in maniera ponderata. In maniera esagerata. In maniera usuale. In maniera irriflessa.

Nel fiorentino argenteo, la desinenza di prima persona plurale del perfetto mm>m (lavamo, stemo). si è mantenuta in italiano. le due forme convivono. si è andata a perdere, a favore delle forme lavammo, stemmo. si è mantenuta solo in alcune regioni.

Per le forme cavagli, capegli osserviamo. un caso di palatalizzazione in -gli del plurale mantenutosi nell’italiano di oggi. un caso di labializzazione in -gli del plurale mantenutosi nell’italiano di oggi. un caso di labializzazione in -gli del plurale non mantenutosi nell’italiano di oggi. un caso di palatalizzazione in -gli del plurale non mantenutosi nell’italiano di oggi.

Il tipo brieve è proprio. del fiorentino argenteo. del toscano. del fiorentino aureo. dell’italiano.

Chi definisce la differenza tra fiorentino argento e aureo. Arrigo Castellani. Dante. Boccaccio. Luca Serianni.

I tipi del futuro indicativo e del condizionale arò e arei. sono proprie del siciliano. sono proprie del fiorentino aureo. sono proprie del fiorentino argenteo. sono proprie del latino.

La forma domane. è propria del fiorentino argenteo. è propria del latino. è proprio del siciliano. è propria del fiorentino aureo.

Perché le Prose sono state definite una “grammatica silenziosa”?. perché è una grammatica che fornisce indicazioni normative sempre mediante una loro codificazione esplicita. nessuna delle precedenti. perché il tema centrale, accanto a quello grammaticale, è l’elogio del silenzio. perché è una grammatica che non fornisce indicazioni normative solo mediante una loro codificazione esplicita, ma anche in altri modi.

Nella bottega di Aldo tra il 1501 e il 1502 sono stampati. Le cose volgari di messer Francesco Petrarca. Gli Asolani di Bembo. Il De Vulgari eloquentia di Dante. Prose di Bembo.

La grammatica del Fortunio non riscosse particolare successo perché: aveva un impianto scarsamente normativo. di prevalente impianto filologico. non affrontava le questioni ortografiche. l'autore era un friulano.

Quali erano le caratteristiche delle "Regole" del Fortunio? Indicate la risposta errata. dedicava molto spazio al problema ortografico. aveva un forte impianto filologico. la descrizione del volgare era modellata sulle categorie della grammatica del latino. prescindeva dalla questione dei modelli letterari.

Tra le corti frequentate da Pietro Bembo si annoverano. Roma e Ravenna. Roma e Firenze. Ferrara e Urbino. Pesaro e Urbino.

Le Prose della volgar lingua constano di. tre libri. quattro libri. cinque libri. due libri.

Gli Asolani sono un’opera di. Fortunio. Bembo. Trissino. Machiavelli.

Pietro Bembo era stato segretario. di entrambi i papi. di nessuno dei due. di Clemente VII. di Leone X.

La comparsa nel 1525 delle Prose bembiane. seppe indicare una precisa via maestra da seguire, egualmente salda a quella della teoria cortigiana del Calmeta. non ebbe successo immediato ma postumo. fu importante soltanto per le teorie linguistiche che vi erano espresse. a differenza delle Regole del Fortunio, rappresentò il punto di vista di un intellettuale di primo piano, ormai autore maturo e di prestigio indiscusso.

La proposta bembesca fu quella di indicare a modello della scrittura letteraria. la lingua di Boccaccio per la prosa e di Petrarca e Dante per la poesia. la lingua di Boccaccio per la prosa e di Dante per la poesia. la lingua di Boccaccio per la prosa e di Petrarca per la poesia. la lingua di Boccaccio e Villani per la prosa e di Petrarca e Dante per la poesia.

I protagonisti degli Asolani. sono i veneziani Perottino, Gismondo e Lavinello. sono i toscani Perottino, Gismondo e Laviniello. sono i milanesi Perottino, Gismondo e Laviniello. sono i fiorentini Perottino, Gismondo e Lavinello.

La sintassi degli Asolani è caratterizzata da. periodi con verbo all’inizio della frase; uso frequente della coniunctio relativa, bassp carico ipotattico. periodi con verbo all’inizio della frase; uso frequente della coniunctio relativa, notevole carico ipotattico;. periodi con verbo alla fine della frase; uso frequente della coniunctio relativa, notevole carico ipotattico. periodi con verbo alla fine della frase; uso frequente di frasi completive, basso carico ipotattico.

A livello fono-morfologico nei testi di Bembo. troviamo il tipo brieve e il pronome soggetto egli. troviamo il tipo breve e il pronome soggetto egli. troviamo il tipo brieve e il pronome soggetto lui. troviamo il tipo breve del fiorentino argenteo, che resiste nell’italiano contemporaneo.

Il significato di diservire è. ‘elogiare’. ‘non servire’. 'trattare male'. ‘non far torto'.

La prosa degli Asolani. può essere definita “prosa d’arte”, meditata e coltivata soprattutto su Dante e Boccaccio. vede nell’edizione riveduta del 1530 una adesione ancora maggiore al modello boccacciano rispetto alla princeps del 1505. può essere definita “prosa media”. vede nell’edizione riveduta del 1530 una minore adesione al modello boccacciano rispetto alla princeps del 1505.

Si parla di periodare dilemmatico perché Machiavelli costruisce il discorso. perché introduce molti dialoghi. perché pone quesiti. perché propone tesi che non risolve. per coppie antitetiche.

La prosa del Principe si distingue per tratti del. fiorentino aureo. fiorentino argenteo. sia del fiorentino argenteo sia aureo. non connotati.

Negli Asolani Bembo aderisce al. modello offerto dal fiorentino cinquecentesco. modello offerto dal fiorentino trecentesco. modello offerto dalla prosa di Dante. modello offerto dal fiorentino quattrocentesco.

La definizione di gravosità retorica canonizzante è attribuita alla prosa di. Trissino. Calmeta. Machiavelli. Bembo.

La definizione di sobria essenzialità è attribuita alla prosa di. Bembo. Trissino. Calmeta. Machiavelli.

Nel volume I degli Avvertimenti di Salviati, in particolare si legge. una rivendicazione del valore di tutte le scritture quattrocentesche fiorentine di ogni genere e registro. una rivendicazione del valore di tutte le scritture trecentesche fiorentine di ogni genere e registro. focus sulle questioni grammaticali, dal nome alla proposizione. una rivendicazione del valore di tutte le scritture cinquecentesche fiorentine di ogni genere e registro.

Il Principe Machiavelli. non appartiene a nessun genere in particolare. è un’analisi serrata sulla natura del principato. appartiene al genere dello speculum principis. appartiene al genere della captatio benevolentia.

Nel Discorso Machiavelli. rivendica l’eccellenza di natura della lingua scritta a Firenze nei secoli precedenti. rivendica l’eccellenza della lingua scritta a Firenze. rivendica l’eccellenza di natura della lingua parlata a Firenze nei secoli precedenti. rivendica l’eccellenza di natura della lingua parlata a Firenze.

Nel Discorso intorno alla nostra lingua di Niccolò Machiavelli. l'argomento di discussione principale è se la lingua usata dagli scrittori fiorentini e in primo luogo Dante sia il fiorentino, il toscano o l'italiano e prende posizione per la prima opzione. l'argomento di discussione principale è se la lingua usata dagli scrittori italiani e in primo luogo Bembo sia il fiorentino, il toscano o il veneziano e prende posizione per la prima opzione. l'argomento di discussione principale è se la lingua usata dagli scrittori fiorentini e in primo luogo Dante sia il fiorentino, il toscano o l'italiano e prende posizione per la seconda opzione. l'argomento di discussione principale è se la lingua usata dagli scrittori fiorentini e in primo luogo Petrarca sia il fiorentino, il toscano o l'italiano e prende posizione per la prima opzione.

Il Discorso intorno alla nostra lingua di Machiavelli. è del 1524 e si riferisce al fiorentino. è del 1513 e si riferisce al toscano. è del 1524 e si riferisce alla lingua italiana. è del 1525 e si riferisce alla lingua cortigiana.

Il progetto del Vocabolario e della fondazione dell’Accademia della Crusca si deve a. Machiavelli. Bembo. Un gruppo di letterati cinquecenteschi. Salviati.

Le Regole della lingua italiana di Basilio Puoti sono. un trattato politico sulla lingua. un trattato filosofico sulla lingua. un dialogo sulla lingua. una grammatica.

Melchiorre Cesarotti nel Saggio sulla filosofia delle lingue. auspica l’istituzione di un’autorità centrale che guidasse la ricerca di termini gergali. auspica l’istituzione di un’autorità centrale che guidasse la ricerca di termini letterari. auspica l’istituzione di un’autorità centrale che guidasse la ricerca di termini tecnici e scientifici. auspica l’istituzione di un’autorità centrale che guidasse la ricerca di termini filosofici.

L’Ottocento mostra particolare interesse per. gli stranierismi. l’uso gergale della lingua. l’uso popolare della lingua. l’uso settoriale della lingua.

Le date fondamentali dei moti rivoluzioni ottocenteschi sono. 1821, 1851, 1848-49. 1831, 1841, 1848-49. 1821, 1841, 1848-49. 1821, 1831, 1848-49.

Quando viene proclamato il Regno d’Italia. 16 marzo 1860. 16 marzo 1861. 17 marzo 1861. 17 marzo 1860.

Quando la Francia invade l’Italia. 1794. 1796. 1769. 1795.

L’Ottocento è definito ‘secolo lungo’ perché. è un secolo in cui si è parlato molto e molte sono state le produzioni orali. è un secolo in cui si è scritto molto e molte sono state le produzioni. coincide con un momento storico molto dinamico, in continua evoluzione sul piano sociale, politico, culturale e linguistico. è un secolo in cui si è scritto e parlato molto, ma poche sono le testimonianze a noi pervenute.

La seconda guerra di indipendenza ha luogo nel. 1858. 1859. 1860. 1861.

Cosa prevede l’”accrescimento” proposto da Cesari nella Crusca veronese. l’aggiunta di voci duecentesche, escluse dall’edizione di riferimento del Vocabolario della Crusca. l’aggiunta di voci quattrocentesche, escluse dall’edizione di riferimento del Vocabolario della Crusca. l’aggiunta di voci trecentesche, escluse dall’edizione di riferimento del Vocabolario della Crusca. l’aggiunta di voci cinquecentesche, escluse dall’edizione di riferimento del Vocabolario della Crusca.

Il padre del purismo è. Antonio Cesari. Basilio Puoti. Vincenzo Monti. Niccolò Tommaseo.

La posizione linguistica dei puristi. trova fondamento nelle voci arcaiche e della tradizione letteraria. trova fondamento nelle voci della tradizione dialettale. trova fondamento nelle voci tecniche. trova fondamento nelle voci straniere.

Per i puristi il secolo d’oro della lingua è. il Quattrocento. il Cinquecento. il Duecento. il Trecento.

Il canone degli autori che i puristi prendono a modello racchiude. solo Dante. solo Petrarca e Boccaccio. solo le Tre Corone. tutto la produzione del secolo Trecento, inclusi anche scritti minori e pratici.

La cosiddetta Crusca veronese è opera di. Antonio Cesari. Basilio Puoti. Niccolò Tommaseo. Vincenzo Monti.

I puristi. accolgono in parte neologismi, ma non tecnicismi. accolgono neologismi, tecnicismi e forestierismi. sono aperti a qualsiasi forma linguistica. condannano neologismi, tecnicismi e forestierismi.

Carlo Tenca e Carlo Cattaneo. ribadiscono l’essenzialità del carattere unitario del fiorentino e del toscano in generale. ribadiscono l’essenzialità del carattere unitario dell’italiano contro il primato del fiorentino o del toscano in generale. ribadiscono l’essenzialità del carattere unitario esclusivamente del fiorentino. ribadiscono l’essenzialità del carattere unitario del latino contro il primato del fiorentino o del toscano in generale.

La dottrina classicista. rifiuta i modelli proposti dai puristi. accoglie i modelli proposti dai neotoscanisti. accoglie i modelli proposti dai puristi. rifiuta i modelli proposti dai neotoscanisti.

La formazione delle prime dottrine classiciste italiane risale. al periodo tra il 1421 e il 1413. al periodo tra il 1512 e il 1513. al periodo tra 1412 e il 1413. al periodo tra il 1521 e il 1531.

Il modello proposto dai classicisti. si basa sulle migliori opere non solo letterarie, ma anche scientifiche e tecniche. si basa sulle opere latine. si basa sulle migliori opere trecentesche. si basa sulle migliori opere cinquecentesche.

Giovanni Gherardini. propone un ideale di prosa letteraria. punta l’attenzione al ricorso al modello dialettale, per quel che riguarda grafia e fonologia. propone un ideale di prosa moderna. punta l’attenzione al ricorso al modello latino, per quel che riguarda grafia e fonologia.

Pietro Giordani. punta l’attenzione al ricorso al modello latino, per quel che riguarda grafia e fonologia. punta l’attenzione al ricorso al modello dialettale, per quel che riguarda grafia e fonologia. propone un ideale di prosa letteraria all’affinità che lega sintassi italiana a quella latina. propone un ideale di prosa moderna che guardi all’affinità che lega sintassi italiana a quella greca.

Il classicismo ha come portavoce. Vincenzo Monti. Antonio Cesari. Niccolò Tommaseo. Basilio Puoti.

I vocabolari storici registrano. parole di una lingua come si presentano nei testi delle Origini. parole di una lingua come si presentano e sono attestate nella documentazione storica di un certo periodo. parole di una lingua come si presentano e sono attestate nella documentazione storica. parole di una lingua come si presentano nell’uso.

Il Lessico Etimologico Italiano è. un dizionario dell’uso. un dizionario latino. un dizionario etimologico. un dizionario storico.

I neotoscanisti rivendicano. la preminenza del toscano sugli altri dialetti. la preminenza esclusiva del fiorentino. la preminenza di tutti i volgari, con un’attenzione maggiore al fiorentino. la preminenza di un volgare, senza identificarne nessuno.

Il massimo esponente del neotoscanesimo è. Niccolò Tommaseo. Basilio Puoti. Vincenzo Monti. Pietro Giordani.

I neotoscanisti aspirano a. una lingua parlata, ma fissa sulla norma. una lingua parlata, naturale e non artificiosa. una lingua scritta, ma con apertura ai dialetti della penisola. una lingua scritta e letteraria.

Secondo l’idea dell’interessante per mezzo. l’arte deve raccontare la verità, esprimere la realtà in senso storico. il fine dell’arte è l’educazione civile e morale. l’arte è puro divertimento. l’arte deve ispirare i sentimenti civili e accattivare il lettore.

Nel carme In morte di Carlo Imbonati di Manzoni sono ben evidenti alcuni modelli letterari. Dante e Boccaccio. Beccaria e Tommaseo. Bembo e Trissino. Parini e Alfieri.

Nella lettera a Fauriel, Manzoni. riconosce la superiorità della lingua italiana su quella francese. evidenzia la distanza tra lingua parlata e lingua scritta in Italia. evidenzia la distanza tra lingua parlata e lingua scritta in Francia. evidenzia la distanza tra lingua francese e lingua italiana.

La lettera Sul romanticismo. fu inviata a D’Azeglio nel 1846. fu inviata a Fauriel nel 1846. fu inviata a Fauriel nel 1823. fu inviata a D’Azeglio nel 1823.

Nella lettera Sul romanticismo Manzoni rende noto il suo credo linguistico, per cui. la poesia e la letteratura devono proporsi l'utile per iscopo. la poesia e la letteratura devono proporsi l'utile per iscopo, il vero per soggetto, l'interessante per mezzo. solo la poesia deve proporsi l'utile per iscopo, il vero per soggetto, l'interessante per mezzo. solo la letteratura deve proporsi l'utile per iscopo, il vero per soggetto, l'interessante per mezzo.

Secondo l’idea dell’utile per scopo. l’arte deve ispirare i sentimenti civili e accattivare il lettore. l’arte deve raccontare la verità, esprimere la realtà in senso storico. il fine dell’arte è l’educazione civile e morale. l’arte è puro divertimento.

Secondo l’idea del vero per soggetto. l’arte deve ispirare i sentimenti civili e accattivare il lettore. l’arte è puro divertimento. l’arte deve raccontare la verità, esprimere la realtà in senso storico. il fine dell’arte è l’educazione civile e morale.

Quando Manzoni si allontana dal gusto neoclassimo?. subito dopo la conversione, con la scrittura degli Inni sacri. molto tempo dopo la conversione, con la scrittura del romanzo. alla fine della sua produzione, quando scrive la Relazione al Ministro Broglio. mai.

Con il romanzo Manzoni. vuole raccontare i comportamenti da osservare durante un’epidemia. vuole raccontare dei potenti e delle loro ingiustizie compiute. vuole educare il popolo con una lingua e contenuti accessibile a tutti. vuole raccontare una storia mai raccontata.

La lingua poetica di Manzoni è. sperimentale, ma fedelmente ancora alla grammatica della poesia. non è sperimentale, ma si apre alla modernità. esclusivamente fede alla grammatica della poesia. sperimentale, con aperture alla modernità.

La poesia giovanile di Manzoni. bilancia stranierismi e termini della tradizione letteraria. è dominata dal gusto neoclassico, elaborata e ricca di aulicismi. è ricca di stranierismi, proprio in relazione al trasferimento in Francia. è dominata dal gusto neoclassico, elaborata e ricca di stranierismi.

Nel coro delle tragedie Manzoni. mantiene un tono medio-basso. mantiene un tono alto. mantiene un tono basso. mantiene un tono medio.

Il Fermo e Lucia è la cosiddetta. Quarantana. Ventisettana. prima minuta. prima edizione a stampa dei Promessi sposi.

Nella lettera a Fauriel del 1821 Manzoni afferma che. c’è bisogno di una certa fissità, di una lingua convenuta fra coloro che parlano e coloro che leggono. c’è bisogno di una certa dinamicità, di una lingua convenuta fra coloro che parlato e coloro che leggono. c’è bisogno di una certa fissità, di una lingua convenuta fra coloro che scrivono e coloro che leggono. c’è bisogno di una certa dinamicità, di una lingua convenuta fra coloro che scrivono e coloro che leggono.

Nella lettera a Fauriel del 1821 Manzoni dichiara. le difficoltà di uno scrittore italiano nello scrivere un romanzo per la povertà delle storie da raccontare. le difficoltà di uno scrittore italiano nello scrivere un romanzo per la ricchezza della lingua italiana, solo parlata e pochissimo scritta. le difficoltà di uno scrittore italiano nello scrivere un romanzo per la povertà della lingua italiana, solo scritta e pochissimo parlata. le difficoltà di uno scrittore italiano nello scrivere un romanzo per la povertà della lingua italiana, solo parlata e pochissimo scritta.

Dove Manzoni dichiara che quanto finora scritta è “un composto indigesto di frasi un po’ lombarde, un po’ toscane, un po’ francesi, un po’ anche latine”?. nell’Introduzione della Colonna infame. nell’Introduzione della Quarantana. nell’Introduzione della Ventisettana. nell’Introduzione del Fermo e Lucia.

Come lavora Manzoni alla redazione della Ventisettana. legge e postilla tante opere latine. legge e postilla tante opere dialettali. legge e postilla la quarta Crusca e la integra con spogli di scrittori che tendono a inserire forme esclusivamente della tradizione classica. legge e postilla la quarta Crusca e la integra con spogli di scrittori che tendono a inserire forme del parlato.

La lingua della Ventisettana è. di stampo letterario e libresco, di necessità filo-lombarda e arcaizzante. di stampo letterario e libresco, di necessità filo-toscana e arcaizzante. troppo legata alla lingua tre-cinquecentesca. troppo dipendente dall’uso.

Con l’espressione ‘sciacquatura dei panni in Arno’ si intende. un capitolo del Fermo e Lucia, espunto dalla Ventisettana e inserito nella Quarantana. il viaggio a Firenze compiuto da Manzoni, dove prende coscienza che la lingua da impiegare nel suo romanzo è il fiorentino dell’uso scritto e avvia così la revisione. il viaggio a Firenze compiuto da Manzoni, dove prende coscienza che la lingua da impiegare nel suo romanzo è il fiorentino dell’uso vivo e avvia così la revisione. un capitolo dei Promessi sposi aggiunto ex novo all’edizione del 1840.

Nello scritto frammentario Modi di dire irregolari Manzoni legittima. alcune violazione all’uso dialettale giustificate dalla norma. alcune violazioni alla norma grammaticale giustificate dall’uso. alcune violazioni all’uso giustificate dalla norma grammaticale. alcune violazioni alla norma grammaticale nei testi normativi.

Nella Lettera a Carena Manzoni espone i capisaldi del suo pensiero linguistico. la lingua italiana è in Roma, come la lingua latina era in Firenze. la lingua italiana è in Firenze, come la lingua latina era in Roma. la lingua italiana è nei dialetti. la lingua italiana è nel latino.

Come considera la sinonimia Manzoni. una disgrazia e non una ricchezza. un mezzo per costruire l’unità della lingua. un mezzo per costruire un vocabolario. una ricchezza e non una disgrazia.

La critica alla teoria di Manzoni è già nel primo numero dell’Archivio. Cosa contesta Ascoli a Manzoni. la proposta di impiegare novo e nuovo indistintamente. la proposta di sostituire novo con nuovo, secondo l’odierna pronuncia fiorentina, non è in linea con la realizzazione dell’Italia intera, che quindi non capirebbe. la proposta di sostituire novo con nuovo è in linea con la realizzazione dell’Italia intera. la proposta di sostituire novo con nuovo, secondo l’odierna pronuncia fiorentina, è in linea con la realizzazione dell’Italia intera.

L’Archivio Glottologico Italiano è una rivista fondata da. Tommaseo. Broglio. Manzoni. Ascoli.

Delle proposte (e dei mezzi) che favorirebbero l’unità della lingua, Manzoni propone. una discussione ininterrotta tra intellettuali e popolo. un trattato normativo. un vocabolario. una discussione tra intellettuali.

La Relazione al Ministro Broglio viene pubblicata nel. 1868. 1873. 1878. 1863.

La variante adottata nella Quarantana abbiam voluto è un caso di. apocope preconsonantica. sincope postconsonantica. aferesi postconsonantica. apocope postconsonantica.

Nel passaggio da si troverà egli poi…? a si troverà poi…? si nota nel secondo esempio. la soppressione del dimostrativo. la soppressione del determinativo. un mantenimento del soggetto pronominale. la soppressione del soggetto pronominale.

Manzoni nella Quarantana predilige forme come. diciferare, granuola. quistioni, gragnuola. quistioni, diciferare. questioni, decifrare.

Il 1846 è l’anno. della pubblicazione del Vocabolario domestico dell’Accademia della Crusca. della pubblicazione del Vocabolario domestico di Alessandro Manzoni. della pubblicazione del Vocabolario domestico di Giacinto Carena. della pubblicazione dei Promessi sposi.

Nei confronti della lettera, la cultura alta. non la accolse mai del tutto. mostrò atteggiamenti critici, ma costruttivi. mostrò atteggiamenti critici e talvolta sprezzanti. si mostrò sin dall’inizio favorevole e aperta.

Boncompagno da Signa nel Breviloquium. offre osservazioni sull’apertura delle lettere. organizza un’appendice del Tractatus virtutum. affronta le lettere introduttorie. espone consigli sul modo di comporre lettere.

Lo sviluppo della scrittura mercantile è significativo perché. il volgare epistolare viene impiegato solo in parte. continuano a essere impiegati i modelli di scrittura mediolatini a discapito del volgare epistolare. tiene conto dell’incremento dei commerci. il volgare si eleva nel rispetto dei modelli mediolatini e viene a definirsi una tradizione sempre più importante di scritture mercantili.

Il maestro di retorico Boncopagno da Signa. accoglie favorevolmente la scrittura mercantile, come si legge nel Tractatus virtutum. accoglie favorevolmente la scrittura mercantile, come si legge nelle Ysagoge. si mantiene lontano dalle polemiche sull’argomento. critica aspramente la scrittura mercantile e in uno scritto, il Breviloquium, dà consigli pratici sul come comporre lettere.

Le lettere mercantili hanno assunto con il tempo un’architettura funzionale, che si è andata a stabilizzare. Essa riguarda: le forme di esordio, il nuovo centrale e le formule di congedo. solo il nucleo argomentativo/informativo centrale. solo le formule di esordio. solo le formule di congedo.

La grafia mercantesca. è un modo rapido di scrivere che veniva impiegato nei commerci. è un modo di scrivere corsivo che veniva insegnato nelle scuole di abaco. è un modo rapido di scrivere che veniva impiegato nei mercati delle città. è un modo di scrivere corsivo che veniva insegnato nelle scuole di retorica.

L’epistolografia è. l’arte di scrivere lettere private, diffusasi a metà Duecento. l’arte di scrivere ufficiali, diffusasi nella prima metà del Duecento. l’arte di scrivere lettere private, diffusasi a metà Duecento. l’arte di scrivere ufficiali, diffusasi nella prima metà del Trecento.

La grafia mercantesca. è un ductus posato, che consente una scrittura più rapida. è un ductus corsivo, che restituisce un testo più curato e nobilitato. è un ductus corsivo, che consente una scrittura più rapida. è un ductus posato, che restituisce un testo più curato e nobilitato.

Le lettere mercantili sono importanti perché. nate da ragioni pratiche, danno molto spazio alla retorica e con il tempo assumono una scansione interna stabile che fungerà da modello. nate da ragioni pratiche, danno poco spazio alla retorica e con il tempo assumono una scansione interna stabile che fungerà da modello. nate da ragioni letterarie, danno poco spazio alla retorica e con il tempo assumono una scansione interna stabile che fungerà da modello. nate da ragioni letterarie, danno molto spazio alla retorica e con il tempo assumono una scansione interna stabile che fungerà da modello.

Le lettere ufficiali. erano scritte dai mittenti stessi. erano scritte da persone medio-colte. erano scritte da persone poco colte, che si limitavano a copiare. erano scritte da persone di altissimo livello culturale.

Nella stesura di una lettera ufficiale occorreva seguire un modello. stesura della minuta, revisione e redazione di una bella copia. stesura della minuta, revisione, redazione di una bella copia, conservazione di una copia. stesura della minuta, revisione e conservazione di una copia. stesura della minuta e revisione.

A partire da quale secolo il volgare si afferma come lingua dell’epistolografia?. XI secolo. XII secolo. XIII secolo. X secolo.

Parlamenta et epistole. contiene 95 modelli di discorsi (parlamenta) e di lettere (epistole). contiene 95 modelli di discorsi (epistole) e di lettere (parlamenta). contiene 95 modelli di discorsi e lettere, ma considera il volgare una lingua accessoria. contiene 90 modelli di discorsi (parlamenta) e di lettere (epistole).

Parlamenta et epistole di Guido Faba. è un testo di retorica ma, rispetto alla Gemma, l’opera dà molto più spazio al volgare. è un testo nel quale sono contenuti novantacinque modelli di discorsi e di lettere e, rispetto alla Gemma, l’opera dà molto più spazio al volgare. è un testo di retorica scritto in latino. è un testo nel quale sono contenuti solo pochi esempi di discorsi e di lettere e, rispetto alla Gemma, l’opera dà molto più spazio al latino.

A Guido Faba si deve riconoscere. l’iniziativa di aver adattato la struttura retorica e formulare della tradizione volgare a quella mediolatina. la redazione Gemma Purpurea, testo sulla retorica. il merito di aver avviato un filone di poesia d’arte italiana. l’iniziativa di aver adattato la struttura retorica e formulare della tradizione mediolatina al volgare.

Per Francesco Petrarca l’epistolario è. concepito come un testo privato. concepito come un testo autobiografico. concepito come una vera opera letteraria. concepito come una raccolta di lettere ricevute da diversi destinatari.

Nel XIII secolo le lettere. sono scritte solo in volgare. sono scritte solo in latino. iniziano a essere scritte in latino, che si afferma come lingua dell’epistolografia. iniziano a essere scritte in volgare, che si afferma come lingua dell’epistolografia.

Quale città ha avuto un ruolo determinante nella diffusione?. Firenze. Bologna. Milano. Roma.

Qual è la data della famosa lettera di Bembo in cui dichiara alla Savorgnan di aver «dato principio ad alcune notazioni della lingua». 22 settembre 1500. 2 settembre 1501. 2 settembre 1500. 12 settembre 1500.

Analizzando le lettere di Pietro Bembo emerge. il lavoro di scelta e revisione del materiale che costituisce la raccolta. una raccolta confusa di tutto il materiale epistolare. non solo il lavoro di scelta e revisione del materiale che costituisce la raccolta, l’immagine ufficiale e pubblica del letterato. il lavoro di scelta e revisione del materiale che costituisce la raccolta e l’immagine più intima e privata del letterato.

Nella lettera di Maria, il termine poliza significa. cartellino. libretto. bigliettino. appunto.

Nella lettera di Maria, la citazione «che la colpa è pur mia che più per tempo...» è tratta da. Trionfo dell’Eternità di Faba. Trionfo dell’Eternità di Giamboni. Trionfo dell’Eternità di Boccaccio. Trionfo dell’Eternità di Petrarca.

Nella lettera di Maria il costrutto non ci serà hordine significa. non ci sarà sistemazione. non ci sarà disciplina. non ci sarà possibilità di incontrarci. non ci sarà ordine.

Le lettere tra Bembo e la Savorgnan. un discorso spezzato, sintatticamente stabile e di tono sostenuto. un discorso piuttosto lineare, sintatticamente instabile e di tono sostenuto. un discorso lineare, sintatticamente stabile e di tono medio. un discorso lineare, sintatticamente stabile e di tono sostenuto.

Analizzando la parte femminile della corrispondenza si nota che. la scrittura di Maria si mantiene di tono medio. Maria è sempre attenta alla lingua perché è consapevole che le sue lettere saranno pubblicate. Maria è sempre attenta alla lingua, anche se le sue lettere non sono state pensate e scritte per essere pubblicate. la scrittura di Maria si orienta sempre verso il piano dialettale.

Più in generale, le lettere di Maria. sono state pensate e scritte in un’ottica di pubblicazione, ma l’attenzione alla tenuta del dettato e alla lingua non è sempre molto alta. sono state pensate e scritte in un’ottica di pubblicazione, per questo l’attenzione alla tenuta del dettato e alla lingua è sempre molto alta. non sono state pensate e scritte in un’ottica di pubblicazione, per questo l’attenzione alla tenuta del dettato e alla lingua non è sempre molto alta. non sono state pensate e scritte in un’ottica di pubblicazione, anche se anche se l’attenzione alla tenuta del dettato e alla lingua è sempre molto alta.

Bembo inizia la corrispondenza con Maria Savorgnan nel. 1535. 1525. 1500. 1505.

La raccolta di lettere fu pubblicata nel. 1547. 1557. 1550. 1552.

Il nome di Maria Savorgnan. venne reso noto subito. è un nome inventato dai critici. è fittizio e ricostruito da appunti di diario personali di Bembo. divenne pubblico nel 1950.

In linea generale, nella lingua della corrispondenza si riconosce. un codice di comunicazione spostato verso il dialetto. un codice di comunicazione primo-cinquecentesco, codificato dalle scritture e mediato dalla lingua letteraria. un codice di comunicazione quattrocentesco, codificato dalle scritture e mediato dalla lingua letteraria. un codice di comunicazione trecentesco, codificato dalle scritture e mediato dalla lingua letteraria.

Le lettere scritte da Bembo. restituiscono un’immagine solo in parte ufficiale del letterato, perché si tratta comunque di lettere private. restituiscono un’immagine solo in parte ufficiale del letterato, perché è lui stesso ad averle riviste solo in parte e ordinate nella raccolta. restituiscono un’immagine ufficiale del letterato, perché è lui stesso ad averle riviste e ordinate nella raccolta. restituiscono un’immagine per nulla ufficiale del letterato, perché non è stato ad averle riviste e ordinate nella raccolta.

Pietro Bembo, autore delle Prose della volgar lingua. intorno al 1525 raccoglie i suoi carteggi, tra cui la corrispondenza giovanile con Maria Savorgnan avviata tra il 1500 e il 1501. intorno al 1535 raccoglie i suoi carteggi, tra cui la corrispondenza giovanile con Maria Savorgnan avviata tra il 1525 e il 1535. intorno al 1535 raccoglie i suoi carteggi, tra cui la corrispondenza giovanile con Maria Savorgnan avviata tra il 1500 e il 1501. intorno al 1535 raccoglie i suoi carteggi, tra cui la corrispondenza giovanile con Maria Savorgnan avviata tra il 1505 e il 1510.

Le lettere copernicane sono. lettere-trattato, di natura scientifica, scritte in latino e tradotte poi da Galileo stesso, con stile quasi barocco. lettere-trattato, di natura scientifica, scritte in latino, con stile quasi barocco. lettere-trattato, di natura scientifica, scritte in volgare, con stile quasi barocco. lettere-trattato, di natura scientifica, scritte in volgare e poi tradotte in latino, con stile quasi barocco.

Nel Cinquecento, oltre a Pietro Bembo, anche altri letterati pubblicano volontariamente raccolte personali di lettere private. Pietro Aretino e Annibal Caro danno alle stampe le Lettere famigliari che rappresentano una testimonianza della cultura rinascimentale. oltre a Pietro Aretino che pubblica le Lettere, anche Annibal Caro dà alle stampe le Lettere famigliari che rappresentano una testimonianza della cultura rinascimentale. oltre ad Annibal Caro che pubblica le Lettere, anche Pietro Aretino dà alle stampe le Lettere famigliari che rappresentano una testimonianza della cultura rinascimentale. Pietro Aretino e Annibal Caro danno alle stampe le Lettere che rappresentano una testimonianza della cultura rinascimentale.

Il Segretario di Sansovino. è un tratto precettistico in quattro libri sulla scrittura epistolare, pubblicato nel 1564. è un tratto precettistico in sette libri sulla scrittura epistolare, pubblicato nel 1564. è un tratto precettistico in cinque libri sulla scrittura epistolare, pubblicato nel 1564. è un tratto precettistico in sette libri sulla scrittura epistolare, pubblicato nel 1654.

Il termine segretario, che dà titolo all’opera. indica un uomo di cultura che, come professione, scrive lettere ufficiali, solo in latino. indica un uomo di cultura che, come professione, scrive lettere ufficiali, sia in volgare sia in latino. indica un uomo di cultura che, come professione, scrive lettere ufficiali, solo in volgare. indica un uomo di corte che, per passione, scrive lettere ufficiali, sia in volgare sia in latino.

Le lettere copernicane di Galileo. sono quattro lettere scritte tra il 1613 e il 1615, in cui l’autore dice la propria in merito alla teoria eliocentrica. sono quattro lettere scritte tra il 1613 e il 1615, in cui l’autore dice la propria in merito al rapporto tra teoria eliocentrica e Scritture. sono quattro lettere scritte tra il 1623 e il 1625, in cui l’autore dice la propria in merito al rapporto tra teoria eliocentrica e Scritture. sono quattro lettere scritte tra il 1613 e il 1615, in cui l’autore dice la propria in merito alle Scritture.

La diafasia. è un parametro di variazione linguistica legato alla dimensione spaziale. è un parametro di variazione linguistica legato alla situazione comunicativa, alle funzioni e alla finalità del messaggio. è un parametro di variazione linguistica legato al mezzo o canale adottato (scritto o parlato). è un parametro di variazione linguistica legato alla dimensione cronologia.

La diastratia. è un parametro di variazione linguistica legato a fattori di tipo sociali. è un parametro di variazione linguistica legato al mezzo o canale adottato (scritto o parlato). è un parametro di variazione linguistica legato alla situazione comunicativa, alle funzioni e alla finalità del messaggio. è un parametro di variazione linguistica legato alla dimensione spaziale.

La diatopia. è un parametro di variazione linguistica legato alla dimensione cronologia. è un parametro di variazione linguistica legato alla dimensione spaziale. è un parametro di variazione linguistica legato al mezzo o canale adottato (scritto o parlato). è un parametro di variazione linguistica legato alla situazione comunicativa, alle funzioni e alla finalità del messaggio.

La diacronia. è un parametro di variazione linguistica legato alla dimensione spaziale. è un parametro di variazione linguistica legato al mezzo o canale adottato (scritto o parlato). è un parametro di variazione linguistica legato alla dimensione cronologia. è un parametro di variazione linguistica legato alla situazione comunicativa, alle funzioni e alla finalità del messaggio.

La diamesia. è un parametro di variazione linguistica legato alla dimensione cronologia. è un parametro di variazione linguistica legato alla situazione comunicativa, alle funzioni e alla finalità del messaggio. è un parametro di variazione linguistica legato al mezzo o canale adottato (scritto o parlato). è un parametro di variazione linguistica legato alla dimensione spaziale.

Le lettere assumono pienamente la funzione fatica perché. rispettano pienamente tutte le convenzioni testuali e paratestuali richieste dalla grammatica epistolare. rispettano pienamente tutte le convenzioni testuali richiesta dalla grammatica epistolare. rispettano pienamente tutte le convenzioni paratestuali richieste dalla grammatica epistolare. rispettano parzialmente tutte le convenzioni testuali e paratestuali richieste dalla grammatica epistolare.

Le lettere “miste”. sono così definite perché in esse, indipendentemente dall’argomento, si registra una forte escursione di registri e di toni. sono così definite perché hanno più di due interlocutori. sono così definite perché hanno due interlocutori, generalmente un uomo e una donna. sono così definite perché in esse si parla di diversi argomenti e il tono e lo stile sono via via adattati.

Nell’Ottocento la produzione di trattati e prontuari di scrittura. continua con versioni aggiornate e ampliate di testi cinquecenteschi. si interrompe del tutto. continua, ma sono pochissime le testimonianze. continua con versioni aggiornate e ampliate di testi tre-quattrocenteschi.

La grammatica epistolare è. XX. XXI. XVIII. XIX.

Gli epistolarismi sono. vocaboli, locuzioni e modi di dire usati quasi unicamente nella scrittura epistolare. vocaboli, locuzioni e modi di dire usati che danno indicazioni spaziali sul luogo in cui la lettera è stata scritta. vocaboli, locuzioni e modi di dire usati nei dialoghi. vocaboli, locuzioni e modi di dire usati solo nella scrittura.

Le frasi nominali. segnalano il passaggio da un nucleo informativo a un altro, solo in senso cataforico. segnalano il passaggio da un nucleo informativo a un altro, solo in senso anaforico. segnalano il passaggio da un nucleo introduttivo al nucleo conclusivo. segnalano il passaggio da un nucleo informativo a un altro, sia in senso cataforico sia anaforico.

Venire, andare e tornare sono. verbi di movimento usati nelle formule di passaggio. verbi di movimento usati nelle formule di apertura. verbi di movimento usati nelle formule di chiusura. verba dicendi usati nelle formule di apertura.

Nella grammatica epistolare le formule di passaggio. segnalano il passaggio di argomento e sono facilmente rintracciabili. aprono una nuova unità. chiudono un’unità informativa. segnalano il passaggio di argomento e sono difficilmente rintracciabili.

La forma tebbo per tempo. è un latinismo. è dialettale (meridionale). è dialettale (settentrionale). è prestata dalla lingua germanica.

L’espressione mia mata sposa è. tratto dell’italiano popolare. tratto dialettale (settentrionale). tratto è dialettale (meridionale). tratto ereditato dal latino.

La forma varda per guarda. è prestata dalla lingua germanica. è un latinismo. è dialettale (meridionale). è dialettale (settentrionale).

Rispetto al lessico. oltre all’uso di forestierismi, sono frequenti malapropismi e storpiature. oltre all’uso di dialettismi, sono frequenti malapropismi e storpiature. oltre all’uso di dialettismi, sono frequenti anche forme letterarie. oltre all’uso di dialettismi, sono frequenti anche tecnicismi.

La frequenza di consonanti scempie e doppie usate erroneamente (eppoca, coloquio), sono forme considerate nell’analisi di. morfologia. fonetica. grafia. sintassi.

Le lettere, in linea generale, presentano. incertezze grafiche e una tenuta sintattica e testuale al limite, ma assenza di forme dialettali. incertezze grafiche, una corretta tenuta sintattica e testuale. incertezze grafiche, una corretta tenuta sintattica e testuale e l’assenza di forme dialettali. incertezze grafiche e una tenuta sintattica e testuale al limite.

In che modo Spitzer compone la raccolta?. grazie al ruolo di censore della posta italiana a Vienna, a partire dal 1915 passa al vaglio migliaia di lettere che decide poi di ricopiare e conservare. grazie al ruolo di copista svolto per la posta di Vienna, a partire dal 1915 passa al vaglio migliaia di lettere che decide poi di ricopiare e conservare. trova per caso un vecchio baule contente tantissimo materiale epistolare. grazie al ruolo di censore della posta italiana a Vienna, a partire dal 1925 passa al vaglio migliaia di lettere che decide poi di ricopiare e conservare.

Lettere di prigionieri di guerra italiani di Leo Spitzer viene pubblicato. nel 1921 in italiano. nel 1921 in lingua originale. nel 1821 in italiano. nel 1818 in lingua originale.

Nell’analizzare una mail di lavoro bisogna tener conto. del rapporto tra gli interlocutori, del livello socio-culturale, della frequenza degli scambi, del tipo di messaggio. solamente della frequenza degli scambi e del tipo di messaggio. solamente del rapporto tra gli interlocutori del livello socio-culturale. solamente del livello socio-culturale degli scriventi coinvolti nella conversazione.

Si parla di approccio convergente per indicare. quando si usano più canali per diffondere informazione. quando si usano più media contemporaneamente. quando i contenuti della comunicazione possono adattarsi a media diversi. quanto tutti i media sono in grado di trasferire la stessa informazione.

L’esigenza di comunicare a distanza. ha progressivamente portato all’impiego delle lettere. ha progressivamente portato all’impiego delle lettere, ma solo ufficiali. ha portato allo sviluppo di nuovi mezzi di comunicazione. ha progressivamente portato all’impiego delle lettere, ma solo tra privati.

Gli strumenti comunicativi consentono diversi approcci di interazione. Per gli approcci ‘convergenti’ si intende. la possibilità di sfruttare più media diversi contemporaneamente. la possibilità di trasferire da un media all’altro la medesima informazione. la possibilità di adattare contenuti a media diversi. la possibilità di sfruttare canali diversi per diffondere informazioni.

Gli strumenti comunicativi consentono diversi approcci di interazione. Per gli approcci ‘crossmediali’ si intende. la possibilità di sfruttare più media diversi contemporaneamente. la possibilità di trasferire da un media all’altro la medesima informazione. la possibilità di adattare contenuti a media diversi. la possibilità di sfruttare canali diversi per diffondere informazioni.

Gli strumenti comunicativi consentono diversi approcci di interazione. Per gli approcci ‘multimediali’ si intende. la possibilità di sfruttare canali diversi per diffondere informazioni. la possibilità di trasferire da un media all’altro la medesima informazione. la possibilità di sfruttare più media diversi contemporaneamente. la possibilità di adattare contenuti a media diversi.

Gli strumenti comunicativi consentono diversi approcci di interazione. Per gli approcci ‘multicanali’ si intende è. la possibilità di adattare contenuti a media diversi. la possibilità di sfruttare più media diversi contemporaneamente. la possibilità di trasferire da un media all’altro la medesima informazione. la possibilità di sfruttare canali diversi per diffondere informazioni.

AHAHAHAH per indicare una risata è. un fonosimbolismo. una reinterpretazione. un disgrafismo. una tachigrafia.

Ce per c’è è. un disgrafismo. una tachigrafia. una sigla. una reinterpretazione.

L’e-mail, l’erede della lettera, è un mezzo di comunicazione. asincrono. semi-sincrono. sincrono. non è possibile definirlo, viste le innovazioni dei nuovi media.

Il debito comunicativo è. è una delle caratteristiche peculiari del messaggio di posta; esso è funzionale, strutturale e formale. è una delle caratteristiche peculiari della lettera; esso è funzionale e solo in parte strutturale. è una caratteristica marginale del messaggio di posta. è una delle caratteristiche peculiari, ma solo teoriche, del messaggio di posta; esso cambia da caso a caso.

Uni per Università è. una tachigrafia. una sigla. una reinterpretazione. un disgrafismo.

Le produzioni epistolari private tra amici, famigliari, conoscenti e amanti restituiscono un’ampia varietà di realizzazioni che determinano. una comunicazione scritta informale. una comunicazione orale informale, perlopiù non controllata e prossima all’oralità. una comunicazione orale informale. una comunicazione scritta informale, perlopiù non controllata e prossima all’oralità.

La maggior parte degli studi e delle ricerche sulle corrispondenze epistolari si è concentrata fino a oggi su. produzioni femminili e maschili di tipo-medio alto e medio-basso. tipo-maschili di tipo alto. produzioni femminili di tipo-medio alto e medio-basso. produzioni maschili di tipo-medio alto e medio-basso.

I prodotti linguistici privati di scriventi con una competenza medio-alta hanno evidenziato. presenza di tratti di cólta, quali segnali di un’educazione pregressa, e assenza di tratti pragmatici, più prossimi all’espressività e al parlato. una compresenza di tratti di matrice cólta, quali segnali di un’educazione pregressa, e tratti pragmatici, più prossimi all’espressività e al parlato. assenza di tratti di cólta, quali segnali di un’educazione pregressa, e presenza di tratti pragmatici, più prossimi all’espressività e al parlato. assenza di tratti di cólta, quali segnali di un’educazione pregressa, e assenza di tratti pragmatici, più prossimi all’espressività e al parlato.

Con il tempo il topos dell’emarginazione delle donne dalla lettura e dalla scrittura. si è annullato del tutto. è andato progressivamente a diminuire, quasi a esaurirsi del tutto. è andato progressivamente a diminuire, ma non potrà mai essere esaurito del tutto. è andato progressivamente ad aumentare.

Le lettere di Clementina Biagini. sono collocabili tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900. sono collocabili a metà ‘800. sono collocabili nella seconda metà dell’800. sono collocabili a inizio ‘800.

I criteri di trascrizione del corpus epistolare. sono perlopiù conservativi, ma hanno seguito la logica dell’adattamento secondo l’italiano contemporaneo. hanno seguito solamente la logica dell’adattamento secondo l’italiano contemporaneo. non sono del tutto conservativi, ma hanno seguito la logica dell’adattamento secondo l’italiano contemporaneo. sono conservativi e la grafia rispetta fedelmente l’originale.

Tra i criteri di trascrizione, le aggiunte interlineari. sono riportate nel testo in corsivo. sono riportate nel testo con una sbarra ( x | x ). sono riportate nel testo tra sbarre oblique \xxx/. non sono riportate nel testo.

Le formule di esordio e di congedo. rispecchiano entrambe l’originale. solo le formule di esordio sono state trascritte. solo le formule di congedo sono state trascritte. non sono state trascritte.

La data di nascita di Clementina. è stata ricavata dalle lettere. non è stato possibile ricavarla. è stata ricavata da un documento preciso che censiva le nascite. è possibile risalire solo all’anno.

Le missive di Clementina sono. trascritte da un copista. tutte autografe. trascritte da Petrocchi. in parte autografe e in parte trascritte da un copista.

Le lettere di Clementina sono conservate. alla Biblioteca Nazionale di Firenze. alla Biblioteca Centrale Forteguerriana. alla Biblioteca Ambrosiana di Milano. alla Biblioteca Braidense di Milano.

L’Assommuar di Petrocchi viene pubblicato nel. 1878. 1869. 1868. 1879.

In Fiori di campo. Letture toscane, nel dialogo Quattro chiacchiere prese al volo tra un professore e uno scolaro, Petrocchi esprime. le sue idee linguistiche, per mezzo del maestro protagonista che invita l’allievo a studiare le teorie di Manzoni e a servirsi della lingua viva parlata nella Toscana del Trecento. le sue idee linguistiche, per mezzo del maestro protagonista che invita l’allievo a studiare le teorie di Manzoni e a servirsi della lingua viva parlata nella Toscana del Trecento. le sue idee linguistiche, per mezzo del maestro protagonista che invita l’allievo a studiare le teorie di Manzoni e a servirsi della lingua viva parlata in Toscana. le sue idee linguistiche, per mezzo del maestro protagonista che invita l’allievo a studiare le teorie di Manzoni e a servirsi della lingua viva parlata in Toscana del Cinquecento.

L’espressione «A cor gentile e nobile» citata da Clementina è un richiamo a moduli. quattrocenteschi. manzoniani. stilnovistici e danteschi. leopardiani.

Il corpus epistolare di Clementina restituisce. tutta la sua competenza musicale. tutta la sua competenza linguistica, letteraria e anche musicale. se non tutta, almeno buona parte della sua competenza linguistica, letteraria e anche musicale. tutta la sua competenza linguistica e letteraria.

Il romanzo Il mio paese di Policarpo Petrocchi è. solo in parte un romanzo autografico, pubblicato postumo. solo in parte un romanzo autografico, mai pubblicato. è un romanzo completamente autobiografico, pubblicato postumo. è un romanzo completamente autobiografico, mai pubblicato.

La traduzione dell’Assommoir di Zola. si fonda sull’uso vivo del fiorentino. si fonda sull’uso vivo del fiorentino trecentesco. si fonda sull’uso vivo del fiorentino cinquecentesco. si fonda sull’uso vivo del fiorentino trecentesco.

La biografia di Clementina. è solo parziale, e di essa sono noti solamente i primi vent’anni. è solo parziale, ricavata dalle lettere. è completa grazie a uno scritto privato di Petrocchi. è solo parziale, e di essa sono noti solamente gli anni milanesi.

Nella Relazione del 1868, la proposta linguistica di Manzoni prevedeva di. adottare l’uso vivo del fiorentino popolare. adottare l’uso vivo del fiorentino trecentesco. adottare l’uso vivo del fiorentino cinquecentesco. adottare l’uso vivo del fiorentino colto.

Il Nòvo dizionario di Petrocchi viene pubblicato. esce in dispense e poi raccolte in un volume pubblicato nel 1891. esce in dispense e poi raccolte in un volume pubblicato nel 1887. tra il 1870 e il 1897. esce in dispense e poi raccolte in due volumi pubblicati nel 1887 e 1891.

I racconti della raccolta “Boschi incantati” vengono pubblicati: sempre sul Giornale dei Fanciulli. sul Giornale dei Fanciulli e poi raccolti in volume stampato nel 1897. in volume stampato nel 1887. sul Giornale dei Fanciulli e poi raccolti in volume stampato nel 1887.

Il Nòvo dizionario universale di Petrocchi. precede nella pubblicazione il Giorgini-Broglio. non verrà mai pubblicato. si interrompe alla lettera R. segue nella pubblicazione il Giorgini-Broglio.

Il Nòvo dizionario universale di Petrocchi. non considera i vocaboli di tradizione letteraria. ha una struttura bifronte, con la parte superiore riservata ai vocaboli del fiorentino dell’uso e la porta inferiore dedicata alla lingua della tradizione letteraria. considera solamente i vocaboli di tradizione letteraria. considera solamente i vocaboli del fiorentino dell’uso.

Nel testo Dell’opera di Alessandro Manzoni, letterato e patriotta, Petrocchi. è una raccolta di racconti scritti per Manzoni. è una raccolta di poesie scritte per Manzoni. è un testo perlopiù biografico, in cui mette in luce gli stimoli e le influenze di inizio Ottocento che hanno condizionato la poetica manzoniana. è una biografia di Manzoni.

Le lettere di Policarpo Petrocchi a Clementina Biagini. gli originali sono troppo rovinati per essere trascritti e studiati. esistono, ma non sono mai state studiate. esistono solo parzialmente (4 in totale). non sono mai state trovate.

Rispetto alla scrittura epistolare, la lingua di Manzoni. è alta, ricercata, libresca. è medio-alta, con cadute nel basso. riproduce il parlato contemporaneo. è medio-bassa, con tratti più ricercati.

La facies linguistica della scrittura di Clementina Biagini. segue la tradizione cinquecentesca. non segue nessun modello e si adatta al parlato. accoglie le proposte di Manzoni, pur mostrandosi talvolta fedele alla tradizione letteraria. segue la tradizione trecentesca.

Le incertezze grafiche della scrittura di Clementina. si segnalano forme come “non ostante, dicerto, percui”. si segnalano forme come “nonostante, di certo, per cui”. non sono elencabili perché inconsistenti. non sono elencabili vista l’estensione.

Tra i casi di discrezione di forme si registrano. invero, centomila, agli. non sono elencabili perché inconsistenti. non sono elencabili vista l’estensione. in vero, cento mila, a gli.

Per i casi di dissimilazione grafica ci sono le forme. non sono elencabili perché inconsistenti. illeciti, imbecille, immaginarti. imbrunire, imbevuto, imbroglio. inleciti, inbecille, inmaginarti.

Alla luce dello studio condotto, dall’affermazione ‘io scrivo come parlo’ cosa si deduce?. Clementina non aderisce a nessun modello. Clementina esclude elementi dell’uso. Clementina aderisce al modello manzoniano. Clementina esclude elementi letterari.

Nelle forme in ispecial, in istato si riscontra: il fenomeno della -i- prostetica. il fenomeno della -i- apocopatica. il fenomeno della -i- aferetica. il fenomeno della -i- sincopata.

Il dittongo uo nelle forme verbali. è conservato solo nelle forme verbali arcaizzanti, come cuopre e scuprano, forme ormai in declino. non è mai conservato. è conservato in tutte le forme. è conservato solo nelle forme verbali, come cuopre e scuprano, ancora frequenti a questa altezza cronologica.

Il dittongo in sillaba libera nelle forme aggettivali. si mantiene nelle forme come leggiero, leggiera, ma non nelle forme come intero e intera. è largamente attestato. non è attestato nel corpus. si mantiene nelle forme come leggiero, leggiera e nelle forme come intiero e intiera.

Nell’oscillazione tra -ci/-zi, Clementina. preferisce la scelta manzoniana propria del fiorentino dell’uso trecentesco con affricata dentale. preferisce la scelta manzoniana propria del fiorentino dell’uso coevo con affricata palatale. preferisce la scelta manzoniana propria del fiorentino dell’uso coevo con affricata dentale. non è possibile stabilire il fenomeno per assenza di dati.

Per l’alternanza delle proposizioni tra/fra, Clementina. segue la poesia sette-ottocentesca (tra è preferito a fra). segue la prosa sette-ottocentesca (fra è preferito a tra). segue la prosa sette-ottocentesca (tra è preferito a fra). segue la poesia sette-ottocentesca (fra è preferito a tra).

Tra le forma ‘ove’ e la forma ‘dove’. è d’uso più colto ‘dove’. sono oscillanti nell’uso. è d’uso più quotidiano ‘ove’. è d’uso più colto ‘ove’.

Per il vocalismo tonico si rilevano forme perlopiù. monottongate come omo, bono, core. non si rilevano casi. dittongate come uomo, buono, cuore. un’alternanza di forme monottongate e dittongate, con preferenza per il monottongo.

Le sequenze l’amore, e la paura e d’amore, e di felicità sono. binarie sostantivali. ternarie sostantivali. binarie aggettivali. ternarie aggettivali.

L’espressione di pensare, e di agire è. una sequenza binaria verbale. una sequenza ternaria verbale. una sequenza binaria preposizionale. una sequenza ternaria preposizionale.

Il costrutto pregare a + infinito. è alternato con l’allotropo pregare di + infinito, preferito anche da Manzoni nella Quarantana. è del tutto assente. è attestata solamente la forma pregare di + infinito. è alternato con l’allotropo pregare di + infinito, preferito anche da Manzoni nella Ventisettana.

La sequenza ‘toccore a’ è stata definita come. milanese. popolare. letteraria. toscaneggiante.

Tra i topoi epistolari nella scrittura di Clementina: ricorrono esclusivamente notizie sulla sua salute. ricorrono esclusivamente notizie sulla sua salute e sulla lontananza, insieme a varie scuse. ricorrono esclusivamente notizie sulla lontananza dei due amante. ricorrono solo scuse di vario tipo.

Per le formule d’esordio, Clementina. pian piano mostra più enfasi e coinvolgimento con forme più accorate. mantiene sempre lo stesso saluto. inizia la lettera senza salutare l’interlocutore. talvolta saluta l’interlocutore, talvolta no.

La coniuctio relativa. è l’uso del pronome o dell’aggettivo relativo dopo una forte pausa, assente nella scrittura di Clementina. è l’uso del pronome o dell’aggettivo relativo dopo i due punti, assente nella scrittura di Clementina. è l’uso del pronome o dell’aggettivo relativo dopo una forte pausa, poco frequente nella scrittura di Clementina. è l’uso del pronome o dell’aggettivo relativo dopo il punto di domanda, assente nella scrittura di Clementina.

Seguendo le lettere, è possibile ricavare un’ideale biblioteca di Clementina. le sue letture spaziano da Dante, passano per Shakespeare e arrivano fino a Manzoni. le sue letture si concentrano sollo sulle tre Corone fiorentine (Dante, Petrarca e Boccaccio). le sue letture si concentrano solo su autori italiani ottocenteschi. le sue letture si concentrano solo su autori francesi e inglesi.

Quanto agli stranierismi. si notano solo due ispanismi (sciarada e sigaro). non ce n’è traccia nel corpus. si nota solo un anglicismo (revolver). si notano solamente: un anglicismo, due francesismi e un ispanismo.

Nel lessico di Clementina si nota. solo aulicismi e vocaboli di tradizione letteraria. una compresenza di aulicismi, vocaboli di impronta letteraria e tecnicismi, regionalismi, espressioni formulari e proprie del parlato. solo aulicismi e tecnicismi. solo espressioni d’uso popolare e propri del parlato.

Per il lessico della medicina il termine abito. è vocabolo diffuso prima di Dante. con il significato di ‘portamento e atteggiamento della persona’ è attestato per la prima volta in Dante. è vocabolo non specialistico. è vocabolo ottocentesco.

l procedimento dell’allitterazione. non è diffuso nel corpus. è diffuso nel corpus ed è proprio della poesia. è diffuso nel corpus e si colloca a metà strada tra la formularità e l’affettività. è diffuso nel corpus ed è proprio della prosa giornalistica.

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