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Linguistica italiana Giola/Ferrari lezione 49-96

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Linguistica italiana Giola/Ferrari lezione 49-96

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Creation Date: 2024/03/29

Category: Languages

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Il sistem fonologico del latino prevedeva: una doppia serie di vocali e consonanti lunghe e brevi. una serie di vocali e consonanti brevi. una serie di vocali brevi, e una serie di consonanti lunghe e brevi. una serie di vocali lunghe e brevi, e una serie di consonanti brevi.

Graziadio Isaia Ascoli riteneva: che le lingue romanza derivassero dalle lingue di sostrato. che i dialetti italiani settentrionali derivassero da varietà celtiche. che il fonema /y/ derivasse dal sostrato celtico. che il fonema /y/ derivasse dal sostrato etrusco.

Quale di queste affermazioni è falsa?. nella diatesi attiva, il latino non esprimeva l'aspetto compiuto mediante perifrasi verbali. il latino non esprimeva il futuro con espressioni perifrastiche. il latino non possedeva il condizionale. il latino non aveva la diatesi passiva.

Quale di queste affermazioni è falsa?. Non abbiamo testimonianze del proto-indoeuropeo. il latino fa parte delle lingue indoeuropee. le lingue italiche derivano dal latino. l'italiano è una lingua indoeuropea.

L'appendix probi: è un'opera grammaticale composta nell'abbazia di Bobbio verso il 700 d. C. è una grammatica del latino volgare. è un'opera grammaticale scritta da Marco Valerio Probo. è un testo grammaticale collocato alla fine di un'opera attribuita a Probo.

Il latino volgare era: la lingua scurrile delle classi popolari dell'antica Roma. il registro piu' basso del latino, usato solo dalle classi popolari. il dialetto usato nell'interazione quotidiana delle classi inferiori nell'antica Roma. il registro piu' basso del latino, usato da tutte le classi sociali nella comunicazione quotidiana.

Tra le fonti più importanti del latino volgare si annoverano: le opere dei grammatici, le iscrizioni, le opere di Cicerone e Virgilio. le opere dei grammatici, le iscrizioni, le opere dei poeti della tarda età imperiale. le opere dei grammatici, i testi cristiani e le opere di Cicerone e Virgilio. le opere dei grammatici, le iscrizioni, le lettere private e i testi cristiani.

Nella storia dell'italiano si distinguono abitualmente: due fasi: italiano antico e italiano postunitario. tre fasi: fiorentino antico, fiorentino medio, italiano moderno. due fasi: italiano antico e italiano moderno. tre fasi: fiorentino antico. italiano moderno, italiano contemporaneo.

L'italiano: deriva dal fiorentino quattrocentesco. deriva dal fiorentino trecentesco. deriva dal fiorentino cinquecentesco. deriva dal vernacolo fiorentino.

Tra i tratti che distinguono l'italiano moderno e il fiorentino antico dal fiorentino moderno ricordiamo: la presenza di pronomi soggetti critici. l'assenza della gorgia toscana. l'esito <<-aio>> ARIUM. la cosiddetta anafonesi.

Quale di queste affermazioni è falsa?. il termine <<dialetto>> si diffonde nel Cinquecento. all'inizio il fiorentino non è che uno dei volgari d'Italia. i volgari italiani derivano dal fiorentino. l'egemonia del fiorentino si impone nel secolo XVII.

Con il termine di <<volgari>> medievali si indica: la lingua letteraria che si imporrà nel Cinquecento. le lingue parlate dal <vulgus> al tempo dell'impero romano. le lingue parlate dal popolo nel Medioevo, distinte dal latino. le varietà di latino impiegate nella comunicazione quotidiana dell'antica Roma.

Di quante vocali toniche si compone il sistema fiorentino?. sette. tre. cinque. otto.

In fiorentino, il fenomeno del dittongamento spontaneo prevede che: le vocali medio-basse dittongano solo in sillaba aperta e tonica. le vocali medio-basse dittongano solo in sillaba tonica. le vocali medio-alte dittongano solo in sillaba aperta e tonica. le vocali medio-alte dittongano solo in sillaba aperta.

Nel latino volgare: l'opposizione di timbro era stata sostituita da un'opposizione di lunghezza. esisteva un'opposizione fonologica tra vocali lunghe e vocali brevi. esisteva un'opposizione fonologica tra vocali medio-alte e vocali medio-basse. la quantità vocalica aveva valore distintivo.

Quale di queste affermazioni è falsa?. In latino classico la lunghezza vocalica aveva carattere allofonico, la differenza di timbro carattere fonologico. il sistema fonologico del latino classico aveva dieci fonemi vocalici. in latino classico la lunghezza vocalica aveva carattere fonologico, la differenza di timbro carattere allofonico. in latino classico la quantità vocalica aveva valore distintivo.

Quale delle seguenti evoluzioni dal latino al fiorentino non è corretta?. LEGNUM> légno. MILLE>mille. SEPTEM>sètte. FLOREM>fiòre.

Rispetto al vocalismo del fiorentino, il vocalismo del siciliano: è privo delle vocali medie. è privo delle vocali medio-alte. è privo delle vocali medio-basse. è privo delle vocali alte.

Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. la metatesi è l'alterazione dell'ordine originario di due segmenti. l'inserzione è l'aggiunta di una vocale o di una consonante. la lezione è l'aumento del grado di forza articolatoria di un segmento vocalico o consonantici. La cancellazione è l'eliminazione di uno o piu' segmenti vocalici o consonantici.

Il passaggio lat. PAUCUM > fior. <poco> è un caso di. monottongamento. assimilazione. dissimilazione. cancellazione.

L'anafonesi è un fenomeno fonetico: che interessa le vocali toniche latino / ĭ, ē,ŭ,ō,/ solo in alcuni contesti. che interessa le vocali toniche latino /ĭ, ĕ, ŭ ŏ,/ in ogni contesto. che interessa le vocali toniche latino /ĭ, ē, ŭ, ō/ in ogni contesto. che interessa le vocali toniche latino /ĭ, ĕ ŭ, ŏ,/ solo in alcuni contesti.

Quale di queste affermazioni è falsa?. la metafonesi vige in aluni casi anche nei dialetti settentrionali. la metafonesi è innescata dalla vocali finale atona. la metafonesi è un fenomeno di assimilazione. la metafonesi è un fenomeno solo nell'italiano antico.

In fiorentino, le vocali toniche in iato tendono a: abbassarsi per dissimilazione. innalzarsi per assimilazione. innalzarsi per dissimilazione. abbassarsi per dissimilazione. dileguare per dissimilazione.

l'anaforesi: distingue il fiorentino e i dialetti meridionali dai dialetti settentrionali. distingue il fiorentino e l'italiano dai dialetti settentrionali e meridionali. distingue il fiorentino dall'italiano e dai dialetti settentrionali e meridionali. distingue il fiorentino e i dialetti settentrionali dai dialetti meridionali.

La forma <per ischerzo> si spiega come un caso di. epitesi. apentesi. aferesi. prostesi.

La forma toscana antica <poròe< si spiega come un caso di: epitesi. epentesi. aferesi. prostesi.

In fiorentino, il vocalismo atono da quante vocali è composto?. otto. sette. cinque. tre.

In siciliano, il vocalismo atono da quante vocali è composto?. tre. otto. cinque. sette.

Nel latino, volgare le vocali atone /ĕ/ e /ĭ/ in iato: dileguano. passano a /j/. passano alla semiconsonante /j/. si rafforzano per dissimilazione.

Il passaggio <mangiare bene --> mangiar bene> è un caso di: sincope. elisione. aferesi. apocope.

Il raddoppiamento fonosintattico <regolare> è innescato: da alcuni monosillabi atoni. da alcune parole tronche. da tutti i monosillabi atoni. da tutte le parole tronche.

L'esito lat <AD- RIPARE> it. arrivare> è un caso: di assimilazione anticipatoria. di dissimilazione anticipatoria. di assimilazione perseverativa. di dissimilazione perseverativa.

Quale delle seguenti affermazione è falsa?. In latino classico la lunghezza vocalica ha valore distintivo. In latino classico e in fiorentino la lunghezza consonantica ha valore distintivo. in latino classico e in fiorentino la lunghezza vocalica ha valore distintivo. in fiorentino la lunghezza vocalica ha valore allofonico.

Dal latino all'italiano le consonanti finali. si conservano in alcune parole polisillabiche. cadono in genere nelle parole monosillabiche. cadono in tutte le parole. si conservano in genere nelle parole monosillabiche.

Il fenomeno della gorgia toscana prevede: la spirantizzazione delle occlusive in contesto intervocalico. la spirantizzazione delle occlusive in contesto non-intervocalico. la spirantizzazione delle fricative in contesto non-intervocalico. la spirantizzazione delle fricative in contesto intervocalico.

Nelle varietà toscane, le occlusive sorde in posizione intervocalica: non si sonorizzano mai. si sonorizzano sistematicamente e spesso si dileguano. si sonorizzano in alcune forme. si sonorizzano sistematicamente.

Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. Il betacismo è tipico delle varietà centro-meridionali e toscane. la neutralizzazione tra /v/ e /b/, detta betacismo. il latino non possedeva la consonante /v/. in latino volgare la /b/ intervocalica si spirantizza.

Nel passaggio da latino FACIO all'italiano faccio abbiamo ipotizzato. un solo passaggio fonetico. tre passaggi fonetici. due passaggi fonetici. quattro passaggi fonetici.

Nel passaggio FACIO faccio e TACEO taccio, il nesso /kj/ del latino volgare diventa: un' affricata preparatale sorda. una fricativa prepalatale sonora. una fricativa prepalatale sorda. un'africana preparatale sonoro.

Dal latino all'italiano, nei nessi <consonante +/l/>: la /l/ diventa una consonante. la /l/ diventa una vocale. la /l/ diventa una semiconsonante. la /l/ rimane inalterata.

L'evoluzione <ARMARIUM> armadio>, quale tipo di fenomeno consonantico implica?. metatesi. epentesi. assimilazione. dissimilazione.

Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. <raro> e <ferire> sono dei cultismi. <manovale> deriva dal latino MANUALEM. <guastare> e <guado> sono parole di origine germanica. <guerra> e <guanto> sono parole di origine germanica.

L'italiano vizio è: un cultismo. un allomorfo di <vezzo>. la regolare evoluzione del latino VITIUM. un'eccezione alla legge fonetica che prevede che /ĭ/ evolva in /e/.

Nell'evoluzione <DEBETIS> dovete la /o/ è dovuta a un fenomeno. di dissimilazione. di labializzazione. di abbassamento dell'articolazione. di innalzamento di vocale in iato.

L'italiano <specchio> è: la regolare evoluzione del latino SPECULUM. un'eccezione alla legge fonetica del dittongamento. un caso di raddoppiamento fonosintattico. un cultismo.

Quale di queste forme non è dovuta all'analogia?. essere. mossi. facete. scrissi.

Alla base dell'italiano <cuore> si deve ipotizzare la forma: CORDE. COREM. COR. CORDEM.

Quale di queste forme si deve al livellamento analogico?. muore. moriamo. cuoce. cuociamo.

In italiano, il morfema <o> della prima persona singolare dell'imperfetto indicativo: è dovuto a un processo analogico di livellamento. è dovuto al processo analogico del quarto proporzionale. è dovuto a un processo analogico di rianalisi. è la regolare continuazione del morfema latino.

La forma italiana <lastrico>: è la regolare continuazione della forma latina ASTRICUM. E' dovuta al processo analogico del quarto proporzionale. E' dovuta a un processo analogico di livellamento. è dovuta a un processo analogico di rianalisi.

I processi di retroformazione sono innescati: dalla grammaticalizzazione. dal cambiamento semantico dei suffissi presenti nella parola. dal livellamento analogico. dalla rianalisi.

Nell'italiano antico <tempora>: Il morfema del plurale è <ora> diversamente che in latino. il morfema del plurale è <a> come in latino. il morfema del plurale è <ora> come in latino. il morfema del plurale è <a> diversamente che in latino.

La forma italiana usignolo: è la regolare continuazione della forma latina LUSCINIOLUM. è dovuta a un processo analogico di livellamento. è dovuta al processo analogico del quarto proporzionale. è dovuta a un processo analogico di rianalisi.

Quale di queste affermazioni è falsa?. Nella grammaticalizzazione una parola lessicale diventa un morfema grammaticale. Lo sviluppo del suffisso avverbiale <mente> è un caso di grammaticalizzazione. la grammaticalizzazione è una conseguenza della rianalisi (o risegmentazione). la grammaticalizzazione consiste nella soppressione degli allomorfi.

Quale di queste affermazioni è corretta?. La IV e la V declinazione non proseguono in fiorentino antico. in italiano, la gran parte dei nomi deriva dal nominativo latino. nell'evoluzione dal latino all'italiano i morfemi flessivi dei nomi hanno perduto la funzione casuale. il risultato dell'evoluzione del sistema nominale latino è, in fiorentino, la formazione di cinque classi di nomi.

Secondo l'ipotesi <morfologica>, il morfema plurale <e> del femminile (per es. capre). è la regolare continuazione del nominativo plurale della I declinazione latina. non è spiegabile. è di origine analogica. è la regolare continuazione dell'accusativo plurale della I declinazione latina.

Nel latino volgare, l'articolo definito: aveva valore soltanto esoforico (o extralinguistico). aveva valore endoforico (o testuale) e poteva designare una classe di elementi. aveva valore sia endoforico (o testuale) che esoterico (o extralinguistico ). aveva valore soltanto endoforico (o testuale).

Quale dela regolare evoluzione del latino LIGNUM (sing) LIGNA (pl)?. il legno, i legni. il legno, la legna. il legno, le legna. la legna, le legne.

Le forme singolari dei pronomi critici italiani (mi, ti, lo, gli, la, le) derivano: dall'accusativo e dal genitivo dei pronomi latini e di ILLE, ILLA, ILLUD. dal dativo e dall'accusativo dei pronomi personali latini e di ILLE, ILLA, ILLUD. dal nominativo e dal dativo dei pronomi personali latini e di ILLE, ILLA, ILLUD. dal nominativo e dall'accusativo dei pronomi personali latini e di ILLE, ILLA, ILLUD.

I pronomi liberi <lui> e <loro>: in italiano moderno hanno soltanto funzione di soggetto. in fiorentino antico raramente avevano funzione di soggetto. in italiano moderno raramente hanno funzione di soggetto. sia in fiorentino antico. sia in italiano moderno spesso hanno funzione di soggetto.

la forma italiana <quello> deriva da: CUM ILLUM. ECCUM ILLUM. QUELLUM. QUILLUM.

Nella formazione dei composti, l'italiano. presenta l'ordine TESTA-MODIFICATORE, diversamente dal latino. presenta l'ordine TESTA-MODIFICATORE, come il latino. presenta l'ordine MODIFICATORE-TESTA, diversamente dal latino. presenta l'ordine MODIFICATORE-TESTA, come il latino.

La forma italiana <questo> deriva da: QUISTUM. ECCUM ISTUM. QUESTUM. CUM ISTUM.

Nell'espressione della comparazione: il sistema di tipo sintetico latino di conserva in italiano. il sistema di tipo analitico latino si conserva in italiano. si passa di un sistema di tipo sintetico (latino) a uno di tipo analitico (italiano). si passa da un sistema di tipo analitico (latino) a uno di tipo sintetico (italiano).

Quale di queste affermazioni non è corretta?. <loro> deriva dal genitivo <illorum>. <Ella> deriva dal nominativo <illa>. <noi> deriva dal nominativo/accusativo <nos>. <Egli> deriva dal nominativo <ille>.

Quale di queste affermazioni è falsa?. La forma <sei> del verbo <essere> è la regolare continuazione del latino ES. La forma <siete> del verbo <essere> deriva da un ipotetico SETIS. Il morfema <o> di <sono> (I pers. del verbo essere) è analogico su quello delle coniugazioni regolari (am-o, legge-o, ecc). Il morfema no di III plurale si è esteso da <essere> alle altre coniugazioni.

Le coniugazioni in italiano: sono tre come in latino. sono quattro come in latino. sono tre, mentre in latino erano quattro. sono quattro, mentre in latino erano tre.

Il passaggio di un verbo da una coniugazione all'altra è detto: metatessi. metatesi. cataplasmo. metaplasmo.

Il presente indicativo vedo: è la regolare continuazione del latino <vido>. è analogico su quella della IV coniugazione. è la regolare continuazione del latino video. è analogico su quelle della I e della III coniugazione.

La desinenza di I plurale iamo: proviene dal congiuntivo presente della II e IV coniugazione. è la continuazione della desinenza del presente indicativo di I coniugazione IMUS. è la regolare continuazione della desinenza del presente indicativo di I coniugazione AMUS. è la continuazione della desinenza del presente indicativo di II coniugazione EMUS.

Il congiuntivo imperfetto italiano: deriva dal congiuntivo imperfetto latino. deriva dal congiuntivo piuccheperfetto latino. deriva dall'indicativo piuccheperfetto latino. deriva dal congiuntivo presente latino.

Il morfema <a> del congiuntivo presente di dare e stare. è la regolare continuazione del congiuntivo latino di DARE e STARE. è analogico su quello del congiuntivo presente della II-IV coniugazione. è analogico su quello dell'indicativo presente della I coniugazione. è analogico su quello del congiuntivo presente di essere.

Quale di queste modalità di costruire il perfetto si continua solo sporadicamente in italiano?. aggiunta di <s> tra la radice e la desinenza. raddoppiamento della sillaba radicale. cambiamento della vocale radicale. aggiunta di <u> tra la radice e la desinenza.

Il futuro e il condizionale italiano sono diventati forme sintetiche a causa: di un processo di rianalisi e grammaticalizzazione. di livellamento analogico. di composizione e derivazione. di coalescenza.

Il condizionale italiano: è la regolare continuazione del congiuntivo imperfetto latino. era in origine una forma sintetica formata dall'infinito del verbo e dal perfetto dell'ausiliare <avere>. è la regolare continuazione dell'indicativo piuccheperfetto latino. era in origine una forma sintetica formata dall'imperfetto dell'ausiliare avere e dall'infinito del verbo.

Il perfetto indicativo latino: esprimeva un aspetto verbale sia aforistico sia incompiuto. esprimeva un aspetto verbale compiuto. esprimeva un aspetto verbale sia aoristico o compiuto a seconda dei contesti. esprimeva un aspetto verbale aoristico.

Il futuro italiano. è la regolare continuazione del futuro latino. è la regolare continuazione dell'infinito latino. era in origine una forma sintetica formata dall'infinito del verbo e dal presente dell'ausiliare avere. era in origine una forma sintetica formata dal presente dell'ausiliare <avere> e dall'infinito del verbo.

Quale di queste affermazioni è falsa?. il latino esprimeva il passivo soltanto attraverso forme sintetiche. già nel latino erano scomparsi i verbi deponenti. il condizionale italiano era in origine un costrutto verbale analitico. l'italiano esprime il passivo soltanto attraverso forme analitiche.

In italiano si ha la proclisi: con tutti i mdi non-finiti del verbo. con tutti i modi finiti del verbo. con tutti i modi finiti del verbo tranne che coll'imperativo. con tutti i mdi non-finiti del verbo tranne che coll'infinito, che ammette anche l'enclisi.

Quale dei seguenti ordini è quello fondamentale in italiano?. aggettivo-nome, diversamente che in latino. sintagma Nominale-Genitivo, diversamente che in latino. Sintagma Nominale-Genitivo, come in latino. Nome-Aggettivo, come in latino.

Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. La preposizione italiana <da> deriva dalla fusione delle preposizioni latine <DE> e <AB>. in latino c'erano preposizioni che potevano reggere due casi diversi. la preposizione latina AD introduceva l'oggetto indiretto. il latino esprimeva alcune funzioni sintattiche sia attraverso i casi, sia attraverso le preposizioni.

In italiano antico la proclisi si verifica: quando il verbo è in posizione iniziale di frase. quando il verbo è al modo imperativo. quando il verbo è preceduto dalle coniugazioni <e, ma, o>. quando il verbo non è in posizione iniziale.

Quale di queste affermazioni è falsa?. Il latino BUCCA significava <guancia>, analogamente a GENA. in latino CABALLUS significa ronzino. abbiamo cambiamento semantico quando il significato di un lessema muta da uno stato all'altro di una lingua. in latino DOMUS significava padrone.

Il passaggio dal lat. HOMO 'essere umano' all'it. <uomo> 'essere umano di sesso maschile' deriva: da un'associazione per contiguità tra i significati. da un'associazione per similarità tra i referenti. da un'associazione per similarità tra i significati. da un'associazione per similarità tra i significanti (le parole).

Il cambiamento semantico dal lat. COXA 'anca' all'it. <coscia> deriva: da un'associazione per contiguità tra i significanti (le parole). da un'associazione per contiguità tra i referenti. da un'associazione per similarità tra i significanti (le parole). da un'associazione per similarità tra i referenti.

Il cambiamento semantico si attua attraverso tre passaggi: associazione, innovazione, lessicalizzazione. associazione, innovazione, neoformazione. associazione, neoformazione, lessicalizzazione. associazione, innovazione, polisemia.

Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. il lessico ereditario è stato trasmesso per via orale. i cultismi sono stati introdotti nella lingua dei dotti. i cultismi si sono evoluti secondo le leggi fonetiche. i cultismi non fanno parte del lessico ereditario.

Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. la /i/ di <il> deriva da un fenomeno di prostesi. l'articolo definito <Io> deriva della seconda sillaba del dimostrativo latino ILLUM. la forma piu' arcaica dell'articolo in fiorentino è <Io>. l'articolo definito <il> deriva dalla prima sillaba del dimostrativo latino ILLUM.

Nella frase Del Decameron <a cena l'arostisse e governasse> la legge Tobler-Mussafia: non è mai rispettata. è sempre rispettata. è rispettata solo dalla forma <governassela>. è rispettata solo dalla forma <l'arostisse>.

La forma <isperate> nel verso dantesco <non isperate mai veder lo cielo> è un caso di: prostesi di /i/. aferesi di /i/. epitesi di /i/. epentesi di /i/.

La forma <venir> nel verso dantesco <Ed ecco verso noi venir per nave> è un caso di: aferesi. troncamento. sincope. elisioni.

L'indovinello veronese: è un testo che presenta una patina volgare solo a un livello superficiale. è il primo documento del volgare italiano. è il primo documento del volgare veronese. è un testo latino risalente all' VIII secolo.

Il graffito della Catacomba di Commodilla: si trova a Viterbo e risale al IX secolo d.C. si trova a Viterbo e risale all' VIII secolo d.C. si trova a Roma e risale all' VIII secolo d.C. si trova a Roma e risale al IX secolo d.C.

Tra le più antiche testimonianze letterarie profane in volgare italiano si annoverano: il Ritmo bellunese e l'iscrizione nella basilica inferiore di S. Clemente. il Ritmo laurenziano e il Ritmo cassinese. il Ritmo laurenziano e l'iscrizione della tomba di Giratto. il Ritmo bellunese e la canzone e la <Quando eu stava en le tu cadhene>.

Nella frase del Placito di Capua <kelle terre, ... trenta anni le possette> si ha un caso di: dislocazione a sinistra. dislocazione a destra. tema libero. anteposizione contrastiva.

La forma <a bboce> del Graffitto della Catacomba di Commodilla si presenta come un caso di: betacismo. betacismo e assimilazione del neutro pl. in <a> alla declinazione femminile. raddoppiamento fonosintattico. betacismo e raddoppiamento fonosintattico.

La veste linguistica originale di Pir meu cori alligari> di Stefano Pronotaro ci è stata conservata. dal <libro siciliano> composto da Gianmaria Barbieri. da un trattato cinquecentesco di Gianmaria Barbieri. da uno dei tre grandi canzonieri duecenteschi P, L e V. da un manoscritto copiato nell'Italia settentrionale.

I poeti siculo-toscani> usarono: il siciliano letterario. il siciliano letterario e il provenzale. una lingua di base toscana in cui convivono sicilianismi, provenzalismi ed elementi locali. una lingua di base fiorentina in cui convivono sicilianismi provenzalismi ed elementi locali.

Lo stile di Guidone d'Arezzo. è sciatto e trascurato fino a divenire banale. si rifà alla tradizione siciliana. è ispirato alla semplicità e alla cantabilità. si rifà alla tradizione provenzale del <trobar clus>.

I poeti della scuola siciliana scrissero: nel siciliano di Palermo, la sede della corte di Federico II. in un volgare genericamente meridionale. in una lingua recante una patina grafico-linguistica già toscanizzata. in un siciliano illustre, privo di tratti dialettali locali.

i poeti della scuola poetica siciliana: imitarono la poesia trobadorica, ma scrissero in volgare siciliano. imitarono la poesia trobadorica, ma scrissero in toscano. imitarono la poesia trobadorica e usarono la lingua d'oc. imitarono la poesia trobadorica e usarono la lingua francese.

Quale di queste affermazioni è falsa?. in siciliano le vocali latine ĕ (e breve) e ŏ (o breve) evolvono rispettivamente in /e/ e /o/. il sistema fonologico del siciliano ha tre vocali atone. il sistema fonologico del siciliano ha cinque vocali toniche. in siciliano le vocali latine ĕ (e breve) e ŏ (o breve) non dittongano.

Il vero protagonista della svolta stilnovistica fu: Dante Alighieri. Guido Cavalcanti. Guido Guinizzelli. Bonagiunta Orbicciani da Lucca.

La definizione di <dolce stil novo> viene formulata da Dante: nel <Convivio>. nella <vita nova>. nel < De Vulgari eloquentia>. nel <Purgatorio>.

Quale di questi elementi caratterizza la lingua di <Tanto gentile e tanto onesta pare> di Dante Alighieri?. l'abbondanza di sicilianismi. il ricorso al linguaggio della filosofia e della medicina del tempo. l'abbondanza dei provenzalismi. il ricorso a numerosi latinismi.

Quale di queste caratteristiche non appare tipica della prosa delle origini?. polisindeto. abbondanza di sicilianismi. paratassi. ricchezza lessicale.

La vita nova di Dante. è un romanzo autobiografico in versi. è un trattato in prosa, contenente al suo interno testi poetici. è una raccolta di rime introdotte e seguite da parti in prosa. è un canzoniere di rima amorosa.

Il convivio di Dante. è un trattato in latino che fu scritto nei primi anni dell'esilio. è un trattato in latino che fu scritto poco prima dell'esilio. è un trattato in volgare che fu scritto nei primi anni dell'esilio. è un trattato in volgare che fu scritto poco prima dell'esilio.

La lingua della <commedia di dante>. è il <volgare illustre> teorizzato nel De volgari eloquentia>. è un idioma artificiale, in cui si mescolano diverse varietà. è basata sul fiorentino di fine Duecento e di inizio Trecento. è abbondantemente modellato sulla prosa latina.

Nel canto XXVI del Purgatorio, Dante incontra: Arnaut Daniel e Guidone d'Arezzo. Guido Guinizzelli e Bonagiunta Orbicciani da Lucca. Guido Guinizzelli e Aranut Daniel. Arnaut Daniel e Bonagiunta Orbicciani da Lucca.

Secondo Dante, il volgare ideale è <illustre> perché: è il più celebre dei volgari italiani. è il più nobile tra i volgari italiani. è degno di illustrare le gesta dei grandi personaggi. perché diffonde luce e risplende chiaro su tutti.

L'obiettivo che Dante persegue nel <De volgari eloquentia> è quello: di tratteggiare la storia della poesia volgare, dai provenzali ai suoi giorni. di rivendicare la dignità del volgare nell'uso colto. di creare un'arte poetica del volgare. di creare una lingua adatta al discorso filosofico.

Quale di questi motivi non figura nel sonetto petrarchesco <Erano i capei d'oro a l'aura sparsi?. l'inestinguibile passione del poeta. la labilità delle cose. il saluto della donna. l'apparizione della donna.

Quale di queste affermazioni è falsa?. il Canzoniere di Petrarca è il testo chiave per la storia dell'italiano letterario. al centro del <canzoniere> c'è il concreto e tormentato io individuale. il titolo originale del Canzoniere è <Rerum vulgarium frammenta>. per Petrarca l'amore è uno strumento di conoscenza intellettuale e di elevazione spirituale.

Nella novella di Chichibio, l'autore inserisce delle brevi frasi: in dialetto veneziano. in vernacolo fiorentino. nel fiorentino rustico di Certaldo. in dialetto bolognese.

La lingua del Decameron si presenta: maggiormente polimorfica di quella della coeva poesia. meno polimorfica di quella della coeva poesia. meno polimorfica di quella della coeva poesia, ma solo nelle ballate che concludono le giornate. altrettanto polimorfica di quella della coeva poesia.

La lingua usata nel Proemio del Decameron e nella cornica introduttiva alle giornate è caratterizzata: dall'uso abbondante di ordini sintattici marcati: dislocazioni a sinistra e a destra, tema libero ecc. dall'impiego di forme tipiche delle varietà basse di fiorentino. dall'uso abbondante del che polivalente. dall'impiego di periodi lunghi, ricchi di subordinate.

Nelle prime righe del Proemio del Decameron l'autore afferma: di aver trovato sollievo alle sue sofferenze amorose nella lettura dei classici latini. di aver trovato sollievo alle sue sofferenze amorose nella scrittura di novelle. di aver trovato sollievo alle sue sofferenze amorose nella fede. di aver trovato sollievo alle sue sofferenze amorose nel dialogo con qualche amico.

La forma <aura> del primo verso del sonetto petrarchesco Erano i capri d'oro a l'aura sparsi: è un: latinismo. sicilianismo. provenzalismo. francesismo.

Nel verso petrarchesco <vo mesurando a passi tardi e lenti>, nel sintagma <tardi e lenti> che procedimento retorico troviamo?. dittologia sinonimica. polisindeto. anafora. consonanza.

Quale di queste affermazioni è falsa?. con L'umanesimo il latino diventa il principale strumento espressivo in ogni campo della cultura. con l'Umanesimo si diffonde l'idea della superiorità della cultura moderna su quella antica. nel Quattrocento il volgare viene usato solo nelle scritture pratiche e nei generi letterari popolari. nel Quattrocento il volgare attraversa una fase di crisi.

La lingua dei poeti dell'umanesimo volgare fiorentino: è la lingua dei grandi autori del Due e del Trecento (Dante, Petrarca e Boccaccio). è la lingua dei grandi autori del Due e del Trecento, aperta agli influssi del fiorentino contemporaneo. è il fiorentino del Quattrocento (detto anche argenteo). è la lingua dei grandi autori del Trecento, in particolare di Petrarca e Boccaccio.

Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. La lettera che funge da prefazione alla Raccolta Aragonese fu firmata da Angelo Poliziano. La raccolta Aragonese è un'antologia dei primi secoli della poesia toscana. Gli autori della raccolta Aragonese vogliono proporre ai contemporanei un modello linguistico. La raccolta aragonese fu inviata da Lorenzo de' Medici a Federico d'Aragona.

Quale dei seguenti tratti non è caratteristico del fiorentino del Quattrocento?. la desinenza di III pl. <on(o) invece di ano. l'apocope di /e o/ dopo /l n r/. l'articolo definito maschile singolare el. l'articolo definito maschile plurale e.

Il tema del latino parlato a Roma fu oggetto di uno scambio epistolare tra due importanti umanisti: Biondo Flavio e Poggio Bracciolini. Poggio Bracciolini e Cristoforo Landino. Cristoforo Landino e Leonardo Bruni. Biondo Flavio e Leonardo Bruni.

Tra le opere di Poliziano ricordiamo: La favola di Orfeo e i canti carnascialeschi. Le stanze per la giostra e i canti carnascialeschi. Le stanze per la giostra e La favola di Orfeo. Le stanze per la giostra e il Commento alla commedia.

La grammatica di Leon Battista Alberti è: Una grammatica del fiorentino Trecentesco. Una grammatica del fiorentino contemporaneo. una grammatica della lingua degli scrittori più autorevoli della tradizione. una grammatica del fiorentino di Dante, Petrarca e Boccaccio.

L'imporsi del modello petrarchesco alla fine del Quattrocento è dimostrato: dall'Arcadia e dalle Rime di Sannazzaro, e dagli Amorim libri di Boiardo. dagli amorum libri e dall'orlando innamorato di Boiardo. dall'Arcadia e dalle Rime di Sannazzaro, e dall'Orlando innamorato di Boiardo. dall'Arcadia e dalle Rime di Sannazzaro, e dalle stanze per la giostra di Poliziano.

Sannazzaro sottopose l'Arcadia a lungo processo di revisione: avvicinare la lingua sempre più al modello petrarchesco, boccacciano e dantesco. avvicinare la lingua sempre più al toscano quattrocentesco. per avvicinare la lingua sempre più al modello petrarchesco e boccacciano. per avvicinare la lingua sempre più ai modelli proposti da Bembo.

Le lingue di Koinè. sono lingue usate nelle corti dell'Italia settentrionale. sono lingue elaborate nelle cancellerie signorili e comunali, soprattutto nell'Italia meridionale. sono lingue cortigiane in uso presso le corti d'Italia nei secoli XV e XVI. sono lingue elaborate nelle cancellerie signorili e comunali, soprattutto nell'Italia settentrionale e meridionale.

Il maccheronico è: un volgare settentrionale infarcito di termini latini e di latinismi. un volgare infarcito di termini latini e di latinismi. un latino infarcito di elementi lessicali volgari, spesso dialettali. un volgare saturo di latinismi.

Per evitare le forme dialettali, le lingue di koiné elaborate nelle cancellerie del Quattrocento fanno in genere ricorso: ad arcaismi. a neologismi. a latinismi. a toscanismi.

La teoria linguistica di Bembo: venne espressa organicamente nelle Prose della volgare lingua, pubblicate nel 1515. era ispirata ai principi del classicismo cinquecentesco. teneva conto anche -seppur cautamente- del fiorentino vivo. si fondava sull'idea dell'indipendenza della lingua della letteratura.

Quali sono le date delle tre edizioni dell'Orlando furioso di Ludovico Ariosto?. 1521, 1525 ,1532. 1516, 1525, 1532. 1516, 1521, 1525. 1516, 1521, 1532.

Quale di queste affermazioni è falsa?. nel 1501 e nel 1502 Bembo pubblicò a Venezia presso Aldo Manuzio le edizioni a stampati Petrarca e di Boccaccio. il lavoro nella tipografia aldina permise a Bembo di rivedere in senso toscaneggiante molti testi in vista della pubblicazione. l'edizione di Petrarca del 1501 assicurò a Bembo la possibilità di fissare un testo di riferimento, da cui ricavare una norma grammaticale. l'avvento della stampa Ebe dei riflessi molto rilevanti in campo linguistico perché favorì la diffusione della norma bembiana.

Nel verso <che tutto n'arde e non ritrova loco> dell'Orlando furioso (I 18 8), la forma loco: è settentrionalismo sopravvissuto alla revisione linguistica. è un ispanismo. è un latinismo sopravvissuto alla revisione linguistica. è un sicilianismo.

L'uso del dialetto nella commedia del Cinquecento: deriva solo dall'esigenza di dar voce alle istanze degli umili e dei diseredati. deriva da un rifiuto del classicismo bombiamo. prosegue la tradizione delle lingue koiné. prosegue la tradizione dei volgari medievali.

La lingua della Mandragola di Machiavelli: fonde latinismi di origine cancelleresca con parole comuni e quotidiane. è modellata fondamentalmente sul fiorentino letterario del Trecento. è un limpido esempio di fiorentino vivo. è un efficace compromesso tra lingua letteraria e lingua viva.

Quale autore cercò di conciliare la tesi fiorentinista, che proponeva come modello il fiorentino parlato, con la tesi di Bembo, che proponeva come modello la lingua dei grandi autori dei Trecento?. Claudio Tolomei. Pier Francesco Giambullari. Benedetto Varchi. Niccolò Macchiavelli.

La teoria cortigiana fu sostenuta per la prima volta: da Vincenzo Colli detto il Calmeta. da Mario Equicola. da Gian Giorgio Trissino. da Baldassarre Castiglione.

Quale di queste forme contenute nelle prime tre ottave della Gerusalemme liberata è un latinismo?. fanciul. aurea. scogli. petto.

Lionardo Salviati trasformò la teoria di Bembo: prendendo in considerazione anche la lingua di Dante. ampliando il canone anche ad autori minori del Trecento. prendendo in considerazione anche la lingua del Duecento. prendendo in considerazione anche il fiorentino vivo.

La grammatica di Pierfrancesco Giambullari: prende come punto di riferimento la lingua delle Tre Corone, privilegiando Dante. prende come punto di riferimento la lingua letteraria. prende come punto di riferimento il fiorentino trecentesco. prende come punto di riferimento il fiorentino vivo.

La prima grammatica dell'italiano, dopo quella di Leon battista Alberti, si deve a: Pierfrancesco Giambullari. Pietro Bembo. Lionardo Salviati. Giovan Francesco Fortunio.

Quale di questi elementi non fu criticata agli Accademici della Crusca nella Gerusalemme liberata?. sile oscuro. finalità encomiastiche. uso di latinismi. sintassi complessa e artificiosa.

Il cantico di Frate sole. è il più famoso dei testi di S. Francesco scritti in volgare. è l'unico testo di S. Francesco scritto in volgare. è scritto parte in latino, parte in volgare umbro. è il primo testo religioso italiano volgare.

La lingua delle opere volgari di Galileo. è agile, ma sciatta e trascurata. è caratterizzata da un tono severo e magniloquente. è di registro medio, ma non manca di eleganza. è fredda e impersonale.

Il concilio di Trento: propugnò il principio del libero esame delle scritture. favorì la traduzione in volgare della Bibbia. vietò il possesso di Bibbie volgari. contribuì all'unificazione linguistica d'Italia.

A quale di questi autori si deve una delle più importanti raccolte di prediche medievali?. Bernardino da Siena. Poliziano. Iacopone da Todi. Garzo.

L'uso del volgare da parte di Galileo dipende, tra l'altro, dalla volontà. di dare letterario alle sue opere scientifiche. di competere con gli altri scienziati europei che avevano abbandonato il latino. di rivolgersi ai membri dell'aristocrazia fiorentina. di staccarsi polemicamente dalla tradizione degli accademici di esprimersi in latino.

I piu' importanti oppositori della Crusca nel Seicento furono: Paolo Beni, Alessandro Tassoni, Carlo Maria Maggi. Paolo Beni, Daniello Bartoli, Carlo Maria Maggi. Alessandro Tassoni, Daniello Bartoli, Carlo Maria Maggi. Paolo Beni, Alessandro Tassoni, Daniello Bartoli.

Quale di queste affermazioni è falsa?. il piu' importate esponente del classicismo barocco è Gianbattista Marino. nella poesia barocca, un importante serbatoio di parole nuove è rappresentato dal lessico scientifico. la parola d'odine della poesia barocca è la meraviglia. la poesia classicista barocca riafferma l'autorità del modello petrarchesco.

La prima edizione del Vocabolario degli Accademici della Crusca. 1691. 1623. 1612. 1582.

Il melodramma: viene teorizzato all’interno della fiorentina Camerata dei Bardi. vede la luce con il «Pastor fido» di Battista Guarini. vede la luce con l’«Aminta» di Tasso. vede la luce con l’«Orfeo» di Claudio Monteverdi.

Quale di queste idee non rientra tra quelle avanzate da Melchiorre Cesarotti nel «Saggio sulla filosofia delle lingue»?. l’idea di redigere un Nuovo vocabolario italiano ricco di termini delle arti e delle scienze. l’idea di istituire un «Consiglio nazionale» della lingua al posto della Crusca. l’idea di redigere un Nuovo vocabolario italiano privo di termini regionali. l’idea di redigere un Nuovo vocabolario italiano privo di arcaismi.

Per Giambattista Vico il linguaggio: è uno strumento di progresso e un veicolo di diffusione della cultura. è il puro prodotto di una convenzione sociale. è un veicolo di espressione e di conoscenza. è uno strumento sociale, che permette la comunicazione tra gli uomini.

La sintassi della «Scienza nuova» di Giambattista Vico è: abbondantemente ipotattica, sebbene non ispirata al modello boccacciano. lineare e limpida, come quella dei suoi contemporanei. abbondantemente ipotattica, perché ispirata al modello boccacciano. lineare e limpida, diversamente da quella dei suoi contemporanei.

Nella «Rinunzia avanti notaio al Vocabolario della Crusca» di Alessandro Verri si afferma: che per arricchire una lingua è necessario ricorrere a prestiti da altre lingue. che nel Settecento la lingua italiana è giunta al suo massimo livello di perfezione. che ogni parlante ha il diritto di inventarsi una sua lingua personale. che ogni lingua moderna necessita di una precisa codificazione grammaticale.

Nel «Saggio sulla filosofia delle lingue» di Melchiorre Cesarotti si afferma che: la lingua scritta deve conformarsi ai ai modelli letterari di un determinato secolo. la lingua media deve conciliare l’uso vivo e la lingua della tradizione. la lingua scritta deve rifarsi alla varietà parlata dal popolo, aspirando a un livello medio. la lingua parlata serve deve essere impiegata dai dotti per l’attività intellettuale.

Quale di questi elementi non fu caratteristico del periodo dell’Illuminismo: diffusione della cultura nei ceti medi. polemica nei confronti dell’autorità. ridimensionamento del potere spirituale della Chiesa. fiducia nel progresso dell’umanità.

Nel Settecento, il francese venne considerato «lingua della ragione»: perché era la lingua degli illuministi. perché ammetteva ordini marcati diversi da quello «diretto». perché ammetteva solo un ordine dei costituenti della frase. perché era stato descritto in diverse «grammatiche ragionate».

Sul piano della lingua, l’Accademia dell’Arcadia propone: il ritorno al modello petrarchesco. il ritorno al modello della poesia barocca. il ritorno al modello petrarchesco e boccacciano. il ritorno al classicismo barocco.

Quale di questi procedimenti non è tra quelli che l’Arcadia recupera dal linguaggio lirico tradizionale?. il ricorso al troncamento. l’uso di neologismi. il ricorso a forme monottongate. l’uso dell’enclisi coi verbi di modo finito.

La lingua delle commedie di Goldoni è caratterizzata: dalla presenza di venetismi, settentrionalismi e francesismi. da una sintassi semplificata, ispirata al modello arcadico. da una sintassi abbondantemente ipotattica. dalla presenza di latinismi, aulicismi e arcaismi.

La riforma del melodramma attuata dai letterati dell’Arcadia si ispirava, tra le altre cose, all’esigenza di: ridare dignità letteraria e autonomia poetica all’accompagnamento musicale. immettere nel testo teatrale temi comici ed eroici. trasformare il testo poetico in un testo teatrale (il cosiddetto «libretto»). ridare dignità letteraria e autonomia poetica al testo poetico.

Per la lingua delle sue commedie, Carlo Goldoni: riproduce la lingua della conversazione quotidiana in uso in Toscana ai suoi tempi. riproduce la lingua della conversazione quotidiana dei suoi tempi. riproduce l’italiano di conversazione borghese e popolare dei suoi tempi. inventa una lingua di conversazione, attingendo prevalentemente da fonti scritte.

Ugo Foscolo: coniuga un linguaggio poetico tipicamente neoclassico con una sensibilità romantica. coniuga un linguaggio poetico tipicamente neoclassico con una sensibilità illuministica. coniuga un linguaggio poetico tipicamente illuministica con una sensibilità neoclassica. coniuga un linguaggio poetico tipicamente romantico con una sensibilità neoclassica.

Il «Giorno» di Giuseppe Parini: è un dramma satirico. è un poema epico. è un romanzo satirico. è un poema didascalico.

Nel verso dell’Iliade di Monti «molte anzi tempo all’Orco / generose travolse alme d’eroi», quale dei seguenti procedimenti si riscontra?. iperbato. verbo alla fine della frase. inversione (o anastrofe). latinismo.

Quale di questi procedimenti non appare caratteristico della poesia neoclassica?. uso di francesismi. uso di riferimenti mitologici. uso di latinismi e grecismi. uso di perifrasi dotte.

Le scelte linguistiche di Vittorio Alfieri sono orientate a: recuperare il modello petrarchesco. avvicinare la lingua delle sue tragedie all’uso vivo. allontanare la lingua delle sue tragedie da quella dei contemporanei. recuperare il modello arcadico.

La sintassi della «Quiete dopo la tempesta» di Leopardi è caratterizzata: dalla paratassi e dal polisindeto. dall’ipotassi e dall’asindeto. dalla paratassi e dall’asindeto. dall’ipotassi e dal polisindeto.

Nel sintagma «sgombrasi» del v. 6 della «Quiete dopo la tempesta» abbiamo un: arcaismo fonetico. arcaismo lessicale. arcaismo sintattico. arcaismo morfologico.

Il ricorso agli arcaismi da parte di Leopardi dipende dalla sua volontà di: conferire alla lingua poetica la dignità letteraria delle lingue classiche. riportare il linguaggio poetico alla dignità dell’antica lingua letteraria. allontanare il linguaggio poetico dall’uso quotidiano. imitare la grande poesia della tradizione letteraria italiana del Trecento e del Cinquecento.

Quale di queste idee non rispecchia le idee di Manzoni espresse nella relazione «Dell’unità della lingua e dei mezzi di diffonderla»?. l’unificazione linguistica non poteva essere raggiunta proponendo agli italiani una lingua già esistente e omogenea. l’unificazione linguistica doveva procedere «sostituendo» a ciascun dialetto la lingua fiorentina. ai parlanti e agli scriventi non toscani doveva essere proposto come modello Il fiorentino «dell’uso colto». la diffusione del fiorentino vivo doveva avvenire tramite l’invio di insegnanti elementari toscan.

La revisione che porta dalla Ventisettana alla Quarantana comporta sistematicamente la sostituzione: di forme arcaiche e letterarie con espressioni dell’uso vivo. di forme arcaiche e letterarie con cultismi. di forme del fiorentino popolare con espressioni del fiorentino dell’uso colto. di forme genericamente toscane con espressioni tipicamente fiorentine.

La lingua del «Fermo e Lucia» è caratterizzata: da un fondo di lombardo e da vari elementi toscani e francesi. da un fondo di toscano letterario e da vari elementi lombardi e francesi. da un fondo di fiorentino contemporaneo e da vari elementi lombardi e francesi. da un fondo di italiano parlato e da vari elementi lombardi e francesi.

Le scelte linguistiche operate da Manzoni nella prima edizione dei «Promessi sposi» sono determinate dalla volontà di: avvicinarsi il più possibile alla lingua dell’uso medio. avvicinarsi il più possibile all’uso toscano contemporaneo. avvicinarsi il più possibile alla lingua parlata. avvicinarsi il più possibile alla lingua letteraria di base toscana.

Nell’edizione finale dei «Promessi sposi» Manzoni si orientò: verso una lingua genericamente toscana. verso il fiorentino dell’uso colto. verso il fiorentino delle classi popolari. verso la lingua letteraria.

Il Romanticismo: pose l’accento sul legame tra lingua e popolo e rivalutò i dialetti. promosse la compilazione di dizionari dialettali per facilitare la diffusione della lingua nazionale. pose l’accento sul problema dell’unificazione linguistica nazionale e condannò i dialetti. promosse la compilazione di dizionari dialettali ma disprezzò la letteratura dialettale.

Il «Dizionario della lingua italiana» di Tommaseo-Bellini: ha come modello il fiorentino vivo, diversamente dal Giorgini-Broglio,. ha come modello sia il toscano parlato che la lingua letteraria, diversamente dal Giorgini-Broglio. ha come modello il fiorentino vivo, come il Giorgini-Broglio. ha come modello sia il toscano parlato che la lingua letteraria, come il Giorgini-Broglio.

Secondo Graziadio Isaia Ascoli, l’unificazione linguistica: doveva essere raggiunta attraverso un intervento pilotato dalle istituzioni. doveva essere raggiunta attraverso il sistema scolastico. doveva essere raggiunta attraverso la diffusione della lingua letteraria di base fiorentina. dipendeva da fattori extralinguistici.

Nei loro romanzi, gli scrittori Carlo Dossi, Giovanni Faldella e Vittorio Imbriani: usarono prevalentemente la lingua letteraria, lasciando spazio al dialetto nei dialoghi. usarono una italiano di tipo popolare, ricco di termini regionali e dialettali. usarono uno stile fortemente espressivo, ricco, tra l’altro, di regionalismi. usarono il dialetto sia nelle parti narrative che in quelle dialogiche.

Quale di questi procedimenti è tra quelli impiegati da Verga per produrre l’impressione di una «oralità popolare»?. il discorso indiretto libero. la dislocazione e destra e a sinistra. il ricorso a sicilianismi morfologici e fonetici. il ricorso a sicilianismi lessicali.

La lingua del romanzo «I Malavoglia»: è un siciliano caratterizzato da vari tratti tipici del parlato. è un italiano ricco di termini dialettali siciliani, e caratterizzato da vari tratti tipici del parlato. è un italiano caratterizzato da vari tratti tipici del parlato. è un italiano di tipo fiorentino, caratterizzato da vari tratti tipici del parlato.

I testi veristi di Giovanni Verga si incardinano su due procedimenti fondamentali: l’impegno politico e la scientificità della letteratura. l’impersonalità e la regressione del narratore. l’impegno politico e l’impersonalità. la scientificità della letteratura e la regressione del narratore.

Nella sua opera, Giovanni Pascoli: si attiene alla distinzione classica che separava gli argomenti sublimi da quelli umili. riprende tematiche e motivi tipici del Positivismo europeo. cerca di avvicinare la lingua della poesia alla lingua parlata. canta esclusivamente realtà umili e dimesse.

Quale procedimento sintattico appare dominante nella lirica pascoliana «L’assiuolo»?. asindeto. anastrofe. enclisi pronominale. iperbato.

La forma «pèrsica» che si incontra nella lirica dannunziana «Nella belletta» è un: una variante dialettale di «pèsca». allofono di «pèsca». allomorfo di «pèsca». allotropo di «pèsca».

La lirica dannunziana «Nella belletta» presenta già nel titolo una citazione di un testo di: Dante. Petrarca. Orazio. Virgilio.

Il progetto linguistico di D’Annunzio è quello: di allontanare la lingua della poesia da quella quotidiana, ritornando al linguaggio lirico di tradizione petrarchesca. di allontanare la lingua della poesia da quella quotidiana, ritornando alla lingua letteraria tradizionale. di avvicinare la lingua poetica a quella parlata, recuperando forme dalla lingua quotidiana. di allontanare la lingua della poesia da quella quotidiana, recuperando forme medievali e classiche direttamente dalle fonti.

La poesia di Pascoli è stata definita 'postgrammaticale' perché fa ricorso a: procedimenti fonosimbolici. onomatopee. termini specifici attinti dai lessici speciali. figure di suono.

Quale di queste misure di politica linguistica fu intrapresa dal regime fascista?. il sostegno dell’attività lessicografica della Crusca. il rifiuto delle parole straniere. la promozione e la valorizzazione dei dialetti. la difesa delle minoranze linguistiche.

Don Lorenzo Milani contestava: gli errori concettuali compiuti dagli insegnanti nella correzione degli elaborati. il ruolo avuto dalla classe dominante nell’annosa questione della lingua. la mancanza di specifiche conoscenze tecniche da parte degli insegnanti. il modello linguistico proposto dalla scuola, anacronistico e letterario.

Quale di questi eventi non ebbe effetti significativi sulla diffusione dell’italiano nella prima metà del Novecento?. la mobilitazione delle masse popolari. l’innalzamento dell’obbligo scolastico. la Grande guerra (1915-1918). il regime fascista.

Quale di queste caratteristiche è tipica dell’«italiano aziendale»?. precisione e univocità dei termini. uso di lessico tecnico-scientifico. uso di tecnicismi collaterali. uso di lessico prevalentemente denotativo.

Quale autore sfruttò al massimo le potenzialità della lingua in senso espressionista?. Carlo Emilio Gadda. Italo Svevo. Italo Calvino. Umberto Saba.

Quale di queste affermazioni è falsa?. un elemento che distingue la lingua di Montale da quella dei contemporanei è la sua evidente letterarietà. il linguaggio poetico dei futuristi appare caratterizzato dal «cozzo dell’aulico col prosaico». in Saba, aulicismi e lingua quotidiana convivono armonicamente in un tono medio. Ungaretti persegue l’isolamento della parola al fine di recuperarne la «purezza originaria».

Perché il romanesco si differenzia notevolmente dagli altri dialetti mediani?. Per via dell’influenza del toscano. Per l’influenza del cinema nazionale. Nessuna risposta è corretta. Per l’isolamento del Vaticano.

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