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Linguistica italiana lezione 44 - 80

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Linguistica italiana lezione 44 - 80

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esame di merda boh

Creation Date: 2024/08/29

Category: Others

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Il Certame Coronario indetto da Piero de' Medici nel 1441: Fu un'idea di Poggio Bracciolini. Terminò con il riconoscimento del volgare fiorentino quattrocentesco come lingua superiore nella letteratura. Fu concluso in anticipo a causa di un disaccordo legato alla lingua usata dai poeti, e la vittoria non venne assegnata a nessun artista. Terminò con la vittoria di Leon Battista Alberti.

Uno tra i letterati di maggiore levatura che utilizzarono la lingua cortigiana napoletana nei propri componimenti, fu: Luigi Pulci. Baldassarre Castiglione. Mario Equicola. Jacopo Sannazzaro.

Il modello linguistico promosso da Bembo per la prosa: era la varietà linguistica utilizzata da Boccaccio nel “Decameron” per narrare le novelle ad argomento comico. era la varietà linguistica utilizzata da Boccaccio nel Proemio del “Decameron”. ben diversa dalla varietà linguistica utilizzata negli “Asolani”. era la stessa varietà linguistica promossa da Dante nel “De Vulgari eloquentia”.

Dopo l'introduzione della stampa a caratteri mobili, i principali centri di produzione editoriale erano: Firenze e Urbino. Roma e Venezia. Genova e Bologna. Napoli e Milano.

Che lingua adottò Machiavelli per scrivere il “Discorso intorno alla nostra lingua”?: Il fiorentino aureo. nessuna delle risposte è corretta. Il fiorentino argenteo. Il "fiorentino vivo".

Machiavelli, nel “Discorso intorno alla nostra lingua”: vuole promuovere l'uso del fiorentino trecentesco adottato da Petrarca. afferma di essere d'accordo con la posizione di Dante circa il volgare toscano. critica duramente la posizione di Dante circa il volgare toscano. vuole promuovere l'uso del fiorentino trecentesco adottato da Boccaccio.

La stampa a caratteri mobili fu importata in Italia: Grazie all'intervento di Piero de' Medici. Grazie all'intervento di Niccolò Cusano. Solo all'inizio del Cinquecento. Grazie all'intervento di Leon Battista Alberti.

La teoria linguistica di Machiavelli: coincide con quella di Bembo. coincide con quella esposta da Dante nel “De Vulgari Eloquentia”. non fa distinzione tra lingua scritta e lingua parlata. fa una marcata distinzione tra lingua scritta e lingua parlata.

Bembo, nelle “Prose della Volgar lingua”. sostiene che lo stile di Petrarca sia inadatto per la poesia. cita dei passi della “Divina Commedia” per spiegare il perché ha scelto Dante come modello per la poesia. cita dei passi della “Divina Commedia” per criticare lo stile “basso” adottato a volte da Dante. sostiene una tesi simile a quella teorizzata da Machiavelli.

Leon Battista Alberti, nella Grammatichetta Vaticana: Critica aspramente il volgare fiorentino. Fornisce degli schemi esplicativi per illustrare i vari aspetti della lingua che intende promuovere. Inserisce le spiegazioni di tipo grammaticale all'interno di un dialogo immaginario tra vari personaggi ispirati a personalità storiche realmente esistite. Fornisce degli esempi tratti da testi letterari.

Leon Battista Alberti: Fu d'accordo con le decisioni prese dai giudici nel contesto del Certame coronario. Sosteneva la superiorità del latino sul volgare fiorentino. Pubblicò le sue opere esclusivamente in volgare fiorentino Quattrocentesco. Pubblicò alcune delle sue opere maggiori come il “De Pictura” sia nella versione in latino, sia nella versione in volgare.

Il modello linguistico promosso da Bembo per la poesia: era la lingua utilizzata da Dante nella “Vita Nova”. era la lingua utilizzata da Dante nel “Convivio”. era la lingua utilizzata da Dante nella “Divina Commedia”. era la lingua utilizzata da Petrarca nel “Canzoniere”.

Nell'esporre la sua teoria sulla natura della lingua latina, Flavio Biondo arrivò a: Negare alcun tipo di continuazione tra il latino e le lingue volgari romanze. Teorizzare una netta divisione tra il latino parlato ed il latino utilizzato in ambito letterario. Legare l'utilizzo di quello che oggi definiamo come "latino classico" ad un gruppo ristretto di parlanti. Esporre la prima teoria relativa al passaggio dalla lingua latina alle lingue volgari romanze.

Le “Prose della volgar lingua”: Sono state strutturate come un dialogo di stampo platonico. Hanno come scopo quello di promuovere l'uso del volgare fiorentino cinquecentesco. Sono una grammatica pratica del fiorentino quattrocentesco. Contengono degli schemi esplicativi per illustrare la varietà di volgare che promuovono.

Baldassarre Castiglione, nel contesto della “Questione della lingua”. Sosteneva il primato del fiorentino quattrocentesco. Sosteneva il primato del fiorentino trecentesco. Prese le parti della teoria cortigiana. Era d'accordo con la teoria di Pietro Bembo.

Una dei più accesi dibattiti Quattrocenteschi sulla lingua latina fu la dialettica tra: La dialettica tra i pensieri linguistici di Francesco Petrarca e Dante Alighieri. La dialettica tra i pensieri linguistici di Pietro Bembo e Gian Giorgio Trìssino. La dialettica tra i pensieri linguistici di Leonardo Bruni e Flavio Biondo. La dialettica tra i pensieri linguistici di Niccolò Machiavelli e Pietro Bembo.

Nel corso della cosiddetta "Questione della lingua" Cinquecentesca, quale fu l'aspetto più criticato delle lingue cortigiane?. Il fatto che esse erano essenzialmente identificabili con la lingua parlata del tempo. Il fatto che le lingue cortigiane erano troppo simili al latino. Il fatto che le lingue cortigiane erano prevalentemente legate all'ambiente delle cancellerie statali, e quindi erano poco adatte a diventare lingua letteraria. L'elevata artificialità del processo che portava alla loro creazione.

Grazie alla collaborazione tra Aldo Manuzio e Pietro Bembo, vennero pubblicate all'inizio del Cinquecento delle edizioni stampate: Del “Decameron” di Giovanni Boccaccio. Della “Divina Commedia” di Dante Alighieri e del “Canzoniere” di Francesco Petrarca. Del “Cortigiano” di Baldassarre Castiglione. Del “Morgante” di Luigi Pulci.

Tra queste fu una delle più importanti invenzioni di Aldo Manuzio: Gli incunabola. Il carattere corsivo. Il carattere gotico. La stampa a caratteri mobili.

Nella sua “Grammatichetta”, Leon Battista Alberti tenta per la prima volta di codificare: Il volgare fiorentino trecentesco. Il volgare fiorentino quattrocentesco. Il volgare proprio della sua città di nascita: Genova. Il volgare proprio della città dove abitò per la maggior parte della sua vita: Roma.

L'“Epistola de le lettere nuovamente aggiunte ne la lingua italiana” di Gian Giorgio Trìssino: proponeva di aggiungere all'alfabeto latino alcune lettere greche per ovviare ai principali casi di non corrispondenza tra grafia e pronuncia. proponeva di sostituire all'alfabeto latino le lettere dell'alfabeto greco, per ovviare ai principali casi di non corrispondenza tra grafia e pronuncia. proponeva di creare un nuovo alfabeto “ex novo” per sostituirlo all'alfabeto latino ed allontanare così il più possibile la lingua cortigiana dal latino. proponeva di sostituire all'alfabeto latino le lettere dell'alfabeto greco, per allontanare il più possibile la lingua cortigiana dal latino.

L'Accademia degli Umidi: fu fondata da Benedetto Varchi. era fortemente disapprovata da Cosimo I de' Medici. fu fondata prima dell'Accademia della Crusca. era fortemente avversa al fiorentino trecentesco come lingua letteraria.

Gian Giorgio Trìssino: Era un fermo oppositore della teoria della superiorità del fiorentino trecentesco rispetto alla lingua cortigiana. Criticò duramente il “De Vulgari Eloquentia” di Dante. Elaborò una teoria linguistica che ancora oggi è alla base dell'ideologia dell'Accademia della Crusca. Concordava con la teoria linguistica di Pietro Bembo.

La commedia “Bilóra”. è un esempio di “letteratura dialettale riflessa”. è priva di dialettismi e linguaggio scurrile. seguiva gli standard lessicali stabiliti dall”Accademia della Crusca”. fu composta interamente in italiano.

Il padovano Angelo Beolco, detto Ruzante: Fece parte dell'”Accademia degli Infiammati”. Fece parte dell'”Accademia della Crusca”. Fece parte dell'”Accademia degli Umidi”. Scriveva in fiorentino cinquecentesco.

Giovan Battista Basile: Pubblicò la sua raccolta di fiabe quando ancora era in vita. Scrisse una raccolta di fiabe in dialetto fiorentino. Scrisse una raccolta di fiabe in dialetto napoletano, che fu aspramente criticata dai fratelli Grimm. Scrisse una raccolta di fiabe in dialetto napoletano, tra cui troviamo Cenerentola.

L'umanista Benedetto Varchi: Nell'"Ercolano", espose una teoria linguistica radicalmente differente da quella di Machiavelli. entrò a far parte dell'"Accademia della Crusca". entrò a far parte dell''"Accademia Fiorentina". Concordava pienamente con la concezione linguistica di Gian Giorgio Trìssino.

Nel corso del Settecento: L'”Accademia della Crusca” si dissolse. Vennero coniati nuovi tecnicismi, prevalentemente legati alle arti, alle scienze e al mondo industriale. In ambito giuridico, si utilizzava esclusivamente il latino. L'italiano ancora non veniva insegnato nelle scuole.

Dopo il Concilio di Trento: La Chiesa Cattolica decise di ricorrere esclusivamente al latino per i sermoni. La Chiesa Cattolica decise di ricorrere esclusivamente al fiorentino trecentesco per i sermoni. La Chiesa Cattolica decise di consentire la traduzione delle Sacre Scritture. La Chiesa Cattolica decise di vietare la traduzione delle Sacre Scritture.

Melchiorre Cesarotti: Era un fermo oppositore della teoria legata alle variabili sociolinguistiche. non concordava con l'inclusione di tecnicismi di coniazione settecentesca, all'interno dei vocabolari. Gettò le basi per la moderna teoria legata alle variabili sociolinguistiche. Era un fermo oppositore delle idee illuministe.

Il membro dell'”Accademia degli Umidi” Pier Francesco Giambullari: Fu il primo fiorentino a scrivere e pubblicare una Grammatica della lingua fiorentina. Rigettava completamente la teoria linguistica del “fiorentino vivo”. Venne espulso dall'”Accademia Fiorentina” perché non simpatizzava con le idee politiche di Cosimo I de' Medici. Venne espulso dall'”Accademia Fiorentina” in seguito ad un alterco con Antonio Francesco Grazzini (detto il “Lasca”).

L'intellettuale settecentesco Alessandro Verri: era un fermo sostenitore del classicismo letterario. non concordava con l'inclusione di tecnicismi di coniazione settecentesca, all'interno dei vocabolari. concordava appieno con le scelte operate dall'Accademia della Crusca in merito alla pubblicazione della quarta edizione del Vocabolario. espresse pubblicamente il suo dissenso sulle scelte operate dall'Accademia della Crusca in merito alla pubblicazione della quarta edizione del Vocabolario.

Il periodico “Il Caffè”: era prevalentemente indirizzato ad un pubblico colto. era una pubblicazione che si occupava prevalentemente di riportare notizie di attualità. è un giornale ancora pubblicato a Milano. era un giornale dagli ideali filo-austriaci.

L'Accademia della Crusca: fu fondata prima dell'”Accademia degli Umidi”. fu fondata da un gruppo di intellettuali fiorentini come un circolo intellettuale di stampo goliardico, dove discutere di temi linguistici. fu fondata con lo specifico scopo di contrapporsi ideologicamente all'”Accademia degli Infiammati” di Padova. fu fondata da un gruppo di intellettuali fiorentini che avversavano categoricamente la teoria linguistica di Pietro Bembo.

Il vocabolario dell'Accademia della Crusca: Escludeva termini tratti da opere scritte da autori non fiorentini. Includeva unicamente termini propri del fiorentino argenteo. Includeva sia termini propri del fiorentino Trecentesco, sia termini propri del fiorentino argenteo. Includeva unicamente termini propri del fiorentino Trecentesco.

Pietro Verri: Era fortemente contrario alle idee illuministe propugnate dagli autori degli articoli pubblicati nel “Caffè”. Non concordava con l'ideologia illuminista propria dell'”Accademia dei Pugni”. Pubblicò un articolo sul “Caffé” dove criticava lo stile ironico che Parini utilizzava nel “Giorno”. Pubblicò un articolo sul “Caffé” dove elogiava lo stile ironico che Parini utilizzava nel “Giorno”.

Lo “stile spezzato”, conosciuto anche come style coupé: veniva spesso utilizzato nel contesto degli articoli pubblicati nei periodici settecenteschi. Seguiva prevalentemente la struttura sintattico SOV. coincideva con la sintassi propria della prosa letteraria boccaccesca. Prevedeva frequenti inversioni sintattiche.

Nell seconda metà del Settecento: Nel contesto delle spiegazioni relative alle lezioni universitarie, si utilizzava unicamente il latino. I fanciulli non avevano ancora accesso a grammatiche specificamente pensate per l'insegnamento scolastico della lingua italiana. L'italiano divenne materia di insegnamento nelle scuole. L'italiano ancora non era materia di insegnamento nelle scuole.

La diffusione dell'italiano normato dalle grammatiche cinquecentesche e dai primi vocabolari: Avvenne rapidamente, nel corso del XVI secolo. Avvenne rapidamente, anche presso le classi meno colte. In una prima fase, riguardò esclusivamente le classi colte. Fu ostacolata dalla Chiesa.

La seconda edizione del Vocabolario dell'Accademia della Crusca: È il risultato di una ricerca lessicografica ancora più estesa dell'edizione precedente. Subì un cambiamento radicale rispetto alla prima edizione. Fu elaborata, ma non venne mai pubblicata. Non si fondava più sulla teoria elaborata da Pietro Bembo.

La "Legge Casati", promulgata in Piemonte nel 1859 ed estesa nel 1861 a tutto il territorio nazionale: prevedeva un sistema nazionale di scuola dell'obbligo. prevedeva una retta scolastica agevolata per i cittadini meno abbienti. prevedeva la gratuità dell'intero percorso scolastico. prevedeva due anni di istruzione elementare gratuiti per tutti i cittadini.

Tra i fattori che contribuirono di più alla diffusione dell'italiano all'indomani dell'Unità d'Italia NON troviamo: le migrazioni interne ed esterne. la burocrazia statale. la scuola e le riforme scolastiche. l'imposizione da parte del governo di usare la lingua nazionale in ogni contesto.

Il linguaggio tipico delle "commedie all'italiana": era un italiano molto vicino a quello letterario. poteva includere dialettismi ed espressioni colloquiali. coincideva con l'italiano usato abitualmente dall'èlite colta del periodo. era un italiano molto simile a quello insegnato a scuola.

L'ambiente culturale in cui crebbe Alessandro Manzoni: Era fortemente influenzato dalla corrente illuminista. Era fortemente conservatore e chiuso a qualunque innovazione, anche in campo linguistico. Era fortemente influenzato dalla cultura positivista tedesca. Era caratterizzato da un ostinato attaccamento ai canoni linguistici dettati dall'"Accademia della Crusca".

A quale lingua Manzoni paragona l'italiano per individuare i problemi relativi alla "questione della lingua" nell'Ottocento?. il francese. il tedesco. l'inglese. il latino.

La lingua utilizzata da Manzoni per la stesura definitiva dei “Promessi Sposi”: coincideva con il “fiorentino vivo”, ovvero una lingua coeva parlata dalla classe colta fiorentina. coincideva con una commistione di toscano e lombardo, con l'aggiunta di francesismi e latinismi. coincideva con il fiorentino trecentesco. coincideva con la lingua italiana che fino a quel momento era stata codificata nei dizionari e nelle grammatiche.

Qual era il titolo della prima, rudimentale versione dei "Promessi Sposi"?. "Gli Sposi Promessi". "Fermo e Lucia". "I Promessi Sposi". "Renzo e Lucia".

La "Riforma Gentile", promulgata nel 1923: prevedeva un sistema scolastico completamente diverso da quello attuale. non prevedeva la scuola dell'obbligo. prevedeva la scuola dell'obbligo fino all'ultimo anno delle superiori. prevedeva un sistema di sanzioni pecuniarie in caso di mancato rispetto della scuola dell'obbligo.

In seguito all'unità d'Italia: il governo permise ai burocrati di continuare ad utilizzare il dialetto. tutti gli impiegati degli uffici pubblici dovettero utilizzare l'italiano come lingua ufficiale nel contesto lavorativo. solamente i cittadini alfabetizzati vennero ammessi nei ranghi dell'esercito. il governo obbligò per legge tutta la popolazione a comunicare in italiano.

Il programma televisivo “Non è mai troppo tardi”: includeva lezioni di italiano per chi era già in grado di leggere. includeva lezioni di letteratura italiana. era prevalentemente rivolto ad un pubblico adulto e non alfabetizzato. era prevalentemente rivolto ad un pubblico di bambini non alfabetizzati.

La teoria di Ascoli in merito alla questione linguistica dell'Ottocento: era una delle basi teoriche della relazione fornita dalla commissione convocata dal ministro Broglio per fornire delle soluzioni alla "questione della lingua" ottocentesca. includeva un confronto tra la realtà linguistica italiana e quella della Francia. fu pubblicata in una rivista specialistica prima della pubbicazione della versione definitiva dei "Promessi Sposi". includeva un confronto tra la realtà linguistica italiana e quella della Germania.

Il linguista goriziano Graziadio Isaia Ascoli: concordava con la teoria manzoniana basata sull'uso del "fiorentino vivo" come modello per la lingua nazionale. fu fortemente influenzato dalla cultura illuminista francese. tentò di confutare la teoria manzoniana basata sull'uso del "fiorentino vivo" come modello per la lingua nazionale. non concordava con la necessità di una lingua nazionale all'indomani dell'unità d'Italia.

Il censimento effettuato negli anni '60 del Novecento: rivelò un tasso di analfabetismo inferiore all'1%. rivelava che la maggior parte della popolazione era ormai alfabetizzata. rivelava che la maggior parte della popolazione era ancora analfabeta. rivelava che le politiche perseguite dal ministero dell'istruzione non erano efficaci.

La lingua dei primi film italiani in sonoro: era un italiano molto vicino a quello letterario. includeva l'uso dei dialetti. era l'italiano utilizzato abitualmente in un contesto orale. era molto simile a quella utilizzata nelle "commedie all'italiana".

Tra i suggerimenti forniti dalla commissione di accademici e letterati convocata dal ministro Broglio per favorire la diffusione dell'italiano NON figura: La richiesta di pubblicazione di un vocabolario fondato sul "fiorentino vivo". La richiesta di inserire nel programma scolastico lo studio di brani provenienti dai "Promessi Sposi". La richiesta di invio di insegnanti di origine toscana nelle scuole primarie delle diverse province italiane. La richiesta di adeguare l'impostazione dei testi scolastici e della lingua ufficiale delle pubbliche amministrazioni all'uso del "fiorentino vivo".

Dopo la pubblicazione della versione definitiva dei "Promessi Sposi" Manzoni: si prodigò presso il governo per l'adozione del canone linguistico proprio della letteratura settecentesca come modello della lingua italiana da insegnare nelle scuole elementari. continuò a prodigarsi attivamente per fornire una soluzione alla "questione della lingua" ottocentesca, collaborando attivamente anche con il ministro della pubblica istruzione. si ritirò a vita privata. perse interesse per la "questione della lingua" ottocentesca.

I cosiddetti “romanzi d'appendice”: erano pubblicazioni autonome. erano romanzi venduti assieme ad uno specifico periodico ad un prezzo di favore. erano destinati ad essere pubblicati in puntate nei periodici. usavano il linguaggio giornalistico.

I migranti italiani che si stabilirono in America Latina nel periodo tra la fine dell'800 e la prima metà del '900: abbandonarono definitivamente l'uso dell'italiano. tendevano a comunicare tra di loro nei dialetti delle loro regioni d'origine. tendevano a comunicare tra di loro nella lingua del paese d'arrivo. tendevano a comunicare tra di loro prevalentemente in italiano, così da abbattere le barriere linguistiche costituite dal dialetto.

Alessandro Manzoni: per la stesura del "Fermo e Lucia" si recò personalmente a Firenze, per incontrare l'èlite colta del periodo, in modo da acquisire un modello di "fiorentino vivo". si recò personalmente a Firenze, per incontrare l'èlite colta del periodo, in modo da acquisire un modello di "fiorentino vivo" e rivedere così la lingua per la stesura definitiva del romanzo "I Promessi Sposi". per la stesura definitiva dei "Promessi Sposi", utilizzò un modello di lingua fornito dalle grammatiche del fiorentino a lui contemporanee. si recò personalmente a Firenze, per incontrare gli Accademici della Crusca, in modo da rivedere la lingua del romanzo "I Promessi Sposi" secondo i canoni letterari allora vigenti.

All'indomani dell'unità d'Italia: si registrava un tasso di alfabetizzazione quasi prossimo al 90%. si registrava un tasso di alfabetizzazione estremamente basso. il Piemonte e la Lombardia erano tra le regioni meno istruite a causa delle conseguenze dei conflitti risorgimentali. l'Italia registrava un tasso di alfabetizzazione sensibilmente più alto degli altri paesi europei.

La prostesi: è un fenomeno fonetico consistente nell'aggiunta di un suono all'interno di una parola. è un fenomeno fonetico consistente nell'aggiunta di un suono all'inizio di una parola. è un fenomeno fonetico consistente nell'aggiunta di un suono alla fine di una parola. è nella caduta di un suono alla fine di una parola.

Nel passaggio dal latino all'italiano: i verbi della quarta coniugazione latina confluirono nella seconda coniugazione dell'italiano. i verbi della seconda e della terza coniugazione latina confluirono nella seconda coniugazione dell'italiano. i verbi della prima coniugazione latina confluirono nella seconda coniugazione dell'italiano. i verbi della seconda e della terza coniugazione latina confluirono nella seconda coniugazione dell'italiano.

Nel passaggio dal latino all'italiano: si registrano notevoli cambiamenti relativi alla categoria morfologica del numero. non si registrano particolari cambiamenti relativi alla categoria morfologica del numero. la desinenza del caso veicolava unicamente la categoria morfologica del genere. le parole che appartenevano al genere neutro del latino passarono esclusivamente al genere femminile dell'italiano.

Il nesso consonantico -PL-: non subì alcun tipo di mutamento fonetico nel passaggio dal latino all'italiano. venne citato nell'"Appendix Probi" come esempio di buona pronuncia. era proprio del latino classico. era considerato un errore nel latino classico.

Quale fu l'unico caso del latino a sopravvivere alla progressiva scomparsa del sistema dei casi?. il nominativo. il dativo. l'ablativo. l'accusativo.

Nel latino classico: Non esisteva il modo condizionale. Il condizionale veniva formato esclusivamente tramite la desinenza del verbo. Il passivo veniva formato esclusivamente tramite la desinenza del verbo. Il passivo veniva formato esclusivamente in maniera perifrastica.

Nel passaggio dal latino all'italiano, il fenomeno dell'assimilazione regressiva: non fu determinante. è un fenomeno che non interessava le consonanti. è un fenomeno esemplificato dal passaggio NOCTE(M) > nòtte. è un fenomeno che caratterizzò unicamente il sistema vocalico.

Nel passaggio dal latino all'italiano, l'occlusiva velare sorda /k/ e l'occlusiva velare sonora /g/: Si palatalizzarono rispettivamente in /ʧ/e /ʤ/ se seguite dalle vocali E o I. Non subirono alcun tipo di mutamento fonetico. Si palatalizzarono rispettivamente in /ʧ/e /ʤ/ se seguite dalle vocali U o O. Si palatalizzarono rispettivamente in /ʧ/e /ʤ/ se seguite dalle vocali A o O.

Quante coniugazioni aveva il latino?. 2. 5. 3. 4.

Quale tra le seguenti affermazioni è SBAGLIATA?. La - M finale tipica tra le altre cose della desinenza dell'accusativo singolare, cadde nel passaggio dal volgare fiorentino all'italiano. La caduta della -S finale determinò due diversi esiti nel passaggio all'italiano. La prima attestazione della caduta della -T finale risale alla prima età imperiale. La - M finale tipica tra le altre cose della desinenza dell'accusativo singolare, fu la prima consonante in posizione finale a cadere nel latino parlato.

Il monottongamento: non è un fenomeno che ha interessato il passaggio dal latino all'italiano. è la tendenza a pronunciare un'unica vocale come un dittongo. è il fenomeno che ha causato il vocalismo atono nel passaggio dal latino all'italiano. è la tendenza a pronunciare un dittongo come un'unica vocale.

L'articolo determinativo: Per il maschile singolare deriva dalla forma ŪNŬ(M). Per il maschile singolare deriva dalla forma (ĬL)LŬ(M). venne introdotto circa un secolo prima di Cristo nel contesto del passaggio al latino volgare. era regolarmente utilizzato nel latino classico.

Nella sintassi del latino: si seguiva unicamente l'ordine dei costituenti SOV. c'era una relativa libertà nella disposizione delle parole, grazie al sistema dei casi. si seguiva unicamente l'ordine dei costituenti SVO. si seguiva unicamente l'ordine dei costituenti VOS.

L'accento musicale: è una caratteristica che è passata dal latino all'italiano. è una caratteristica del latino. è una caratteristica dell'italiano. è una caratteristica che tutti i parlanti di madrelingua italiana sono in grado di distinguere.

Il sistema dei casi tipico del latino: veicolava tramite le desinenze finali unicamente significati legati al genere e al numero. veicolava tramite le desinenze finali tra le altre cose anche significati di tipo sintattico e logico. prevedeva cinque casi. sopravvisse interamente nel passaggio dal latino all'italiano.

Nella grammatica storica: le parole in latino sono fornite esclusivamente nel caso nominativo. Il simbolo > significa "passa a". Il simbolo > significa "proviene da". se un corpo fonico è inserito tra parentesi tonde () significa che si è preservato nel passaggio all'italiano.

La differenza tra vocali brevi e vocali lunghe: è un tratto distintivo nell'italiano. era un tratto distintivo nel latino. era una caratteristica della lingua latina che neanche i parlanti madrelingua riuscivano a padroneggiare. rimase intatta a seguito del fenomeno del vocalismo del latino volgare.

L'epitesi: è un fenomeno fonetico consistente nell'aggiunta di un suono all'inizio di una parola. è un fenomeno fonetico consistente nell'aggiunta di un suono alla fine di una parola. è nella caduta di un suono alla fine di una parola. è un fenomeno fonetico consistente nell'aggiunta di un suono all'interno di una parola.

Il vocalismo tonico del sardo: coincide con il vocalismo atono dell'italiano. ammette solamente vocali aperte. ammette solamente vocali chiuse. non distingue tra vocali aperte e vocali chiuse.

Quante vocali ha il latino in tutto?. 10. 8. 5. 7.

Il linguaggio tipico delle opere di Gadda: è un ricercato commisto di varie lingue definito dagli esperti come “pastiche”. è un commisto tra italiano e milanese. è il milanese. è l'italiano.

Una parola agrammaticale: è il sinonimo di una parola inaccettabile. è il sinonimo di una parola scorretta. è una parola che viola la norma di una determinata lingua. è una parola che viola il sistema linguistico di una determinata lingua.

Quale tra le seguenti affermazioni è SBAGLIATA: Il linguaggio giovanile è un gergo. Alcuni termini specifici di un gergo sono il risultato di una risemantizzazione. I gerghi sono varianti linguistiche sottoposte ad un continuo cambiamento. I gerghi sono caratterizzati da un elevato livello di cripticità.

Il linguaggio dell'economia: è caratterizzato da una notevole chiusura ai prestiti linguistici. è caratterizzato da un elevato livello di cripticità. non appartiene alla categoria delle lingue speciali. è caratterizzato da un ampio uso di anglicismi.

La gorgia: fa parte delle caratteristiche tipiche del fiorentino che non sono ammesse nell'italiano standard. è una caratteristica accettata nella varietà orale dell'italiano standard. non è più in uso nel fiorentino contemporaneo. è una delle caratteristiche tipiche dell'italiano standard.

Il processo di ri-standardizzazione dell'italiano: Ha portato ad una progressivo aumento divario tra la grammatica dell'italiano così come viene insegnata a scuola e l'uso della lingua italiana. Ha principalmente interessato la pronuncia della lingua. Ebbe come conseguenza la progressiva semplificazione paradigmatica delle alternative grammaticali fornite dal sistema della lingua. Ebbe come conseguenza una norma linguistica estremamente più complessa.

Nell'ambito della semplificazione paradigmatica del sistema pronominale dell'italiano: per quanto riguarda i pronomi personali di terza persona maschili plurali, "loro" ha sostituito definitivamente "essi", anche nella norma linguistica. per quanto riguarda i pronomi personali di terza persona femminili singolari, "lei" ha sostituito definitivamente "ella", anche nella norma linguistica. si sono verificati dei fenomeni per cui i pronomi personali soggetto si sono andati a sostituire ai pronomi personali oggetto. per quanto riguarda i pronomi personali di terza persona maschili singolari, "lui" ha sostituito definitivamente "egli", anche nella norma linguistica.

Uno dei sintomi della semplificazione paradigmatica del sistema verbale dell'italiano: è l'eliminazione totale dell'uso del modo condizionale. è la tendenza a preferire nel parlato il passato remoto al passato prossimo, anche per esprimere azioni che ancora hanno ripercussioni sul presente. è la tendenza a preferire nel parlato il passato prossimo al passato remoto, anche per esprimere azioni concluse e senza legami con il presente. è l'eliminazione totale dell'uso del modo congiuntivo.

La lingua del web: è molto diversa da quella utilizzata nel mondo reale. riflette ed amplifica la lingua del mondo reale. è interamente ascrivibile alla varietà delle lingue speciali. nessuna delle risposte è corretta.

Le scritture digitali. sono caratterizzate da una spiccata linearità. sono molto simili ai testi scritti tradizionali. sono contenuti testuali prodotti tramite supporti digitali. sono contenuti testuali creati esclusivamente per la fruizione online.

I gerghi: condividono alcune caratteristiche con le lingue speciali. Non sono legati alla variabile diatopica. Non sono legati alla variabile diastratica. Non sono legati alla variabile diafasica.

l'italiano standard coincide con: Il fiorentino trecentesco. Il toscano emendato. Il fiorentino popolare. Il fiorentino emendato.

Qual è il linguaggio tipico delle opere della narrativa neorealista di Pasolini?. Il romanesco. L'italiano. Un commisto tra italiano e romanesco. nessuna delle risposte è corretta.

L'italiano correntemente usato dalle pubbliche amministrazioni: è sempre più vicino al linguaggio aziendale. non ammette prestiti linguistici. coincide con il linguaggio aziendale. è caratterizzato da un elevato livello di cripticità.

L'italiano standard nella forma orale: è utilizzato solamente in ambienti accademici. è padroneggiato da tutti gli italiani. è padroneggiato dalla maggior parte degli italiani. è padroneggiato unicamente da persone esperte in dizione (come ad esempio attori, doppiatori, ecc.).

La codificazione linguistica dell'italiano standard: terminò nel XVI secolo. ebbe inizio a partire dal XIX secolo. comportò un'immediata diffusione dell'italiano nelle scuole. ebbe inizio a partire dal XVI secolo.

Il linguaggio burocratico: ha dato origine al linguaggio giuridico. è stato progressivamente semplificato dalle istituzioni italiane a partire dagli anni Settanta. ha sostituito il linguaggio aziendale. è stato progressivamente semplificato dalle istituzioni italiane a partire dagli anni Novanta.

Sono delle parole che hanno subito il processo di "tecnificazione": forza; attore; fermo; liquido. contagiare; nevrosi. emicrania; spasmo. mal di testa; bipolarismo.

La lingua scritta e la lingua parlata: Sono legate alla variabile diatopica. Sono legate alla variabile diamesica. Sono legate alla variabile diastratica. Sono legate alla variabile diafasica.

Le lingue speciali: Sono prevalentemente legate alla variabile diatopica. Sono prevalentemente legate alla variabile diafasica. Sono prevalentemente legate alla variabile diamesica. Sono prevalentemente legate alla variabile diastratica.

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