LINGUISTICA ITALIANA PIATTAFORMA PARTE 2
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Title of test:![]() LINGUISTICA ITALIANA PIATTAFORMA PARTE 2 Description: Esercitazione personale Creation Date: 2025/04/04 Category: Others Number of questions: 100
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Quando produciamo un suono vocalico l’aria: incontra occlusione. incontra frizione. non incontra occlusione né frizione. incontra sia occlusione che frizione. Le vocali per definizione sono sempre: sonore. sorde. chiuse. occlusive. Se la lingua è sointa verso la parte anteriore della cavità orale avremo vocali: procheile. aprocheile. sorde. anteriori. Le vocali non labializzate sono definite: procheile. aprocheile. sorde. anteriori. Le vocali toniche dell’italiano sono: 5. 7. 4. 3. Le vocali toniche medio alte in italiano sono: e ed o aperte. a ed u. e aperta e a. e ed o chiuse. Le vocali toniche alte in italiano sono: i ed u. a ed u. e aperta e a. solo le sorde. Le vocali non accentate in italiano sono definite: anteriori. afone. atone. aprocheile. Le vocali atone in italiano sono: 4. 5. 6. 7. Lo schwa è una vocale: presente in italiano e nei dialetti. presente in italiano ma non nei dialetti. presente nei dialetti ma non in italiano. assente in italiano e nei dialetti. /J/e/ W/ in italiano: non esistono. sono vocali. sono consonanti. sono semivocali. Nella parola “Puoi“ si trova un: dittongo. trittongo. iato. nesso consonoantico. I dittonghi formati da semivocale +vocale sillabica sono: ascendenti. discendenti. trittonghi. dittonghi tonici. La fase di pronuncia consonantica che decide la lunghezza della consonante è detta: impostazione. tenuta. rilascio. appoggio. La fase di pronuncia consonantica in cui gli organi di fonazione si dispongono è detta: impostazione. tenuta. rilascio. appoggio. I nessi consonsonantici in italiano si possono trovare: solo al centro di parola. sia al centro che a fine parola. sia a inizio che a fine parola. solo a inizio e in mezzo alla parola. /p/e/b/ in italiano sono consonanti: occlusive palatali. fricative alveodentali. occlusive bilabiali. liquide palatali. /t/e/d/ in italiano sono consonanti: occlusive palatali. occlusive alveodentali. occlusive bilabiali. liquide palatali. Le consonanti /k/e/g/ in italiano sono: occlusive palatali. occlusive alveodentali. liquide alveodentali. occlusive velari. In italiano le fricative alveodentali sono: /s/ e /c/. /z/ e /n/. /m/ e /n/. /s/ e /z/. Il sermo rusticus latino è quello parlato: nell’esercito. nelle province. dagli scrittori. nelle campagne. Il sermo provincialis latino è quello parlato: nell’esercito. nelle province. dagli scrittori. nelle campagne. L’italiano nasce dal latino: di Cicerone. parlato. scritto dai poeti. parlato a Roma ma non nelle province. Nel corso dei secoli la lingua latina parlata: resta invariata. varia solo nella sintassi ma non nel lessico. muta esattamente come l’italiano e le altre lingue. si cristallizza sul lessico ciceroniano. Tra Giulio Cesare e la caduta dell’impero passano circa: 100 anni. 200 anni. 1000 anni. 500 anni. Per ricostruire la lingua latina parlata gli studiosi si sono avvalsi: degli scrittori tardi. dell’esame comparativo. delle fonti di Ovidio e Seneca. delle commedie. In senso diacronico “latino volgare” indica: i diversi livelli di scrittura tra Cicerone e Seneca. gli usi della tarda latinità. il latino parlato contemporaneamente nelle province e dall’esercito. il latino parlato nelle campagne al tempo di Cicerone. Il latino volgare: non modifica mai significati delle parole rispetto al classico. non ha in nessun caso parole uguali al latino classico. in alcuni casi sposta i significati rispetto al latino classico. non esiste nel parlato quotidiano di Roma. Il latino volgare: viene influenzato da quello classico. non ha in nessun caso parole uguali al latino classico. non viene mai influenzato da quello classico. è uguale a quello classico ma parlato dal popolo. Il latino volgare: non ha rapporti con il latino cristiano. deve modifiche sostanziali all’avvento del cristianesimo. non viene mai influenzato da quello classico. cambia completamente con il cristianesimo. Lo schema A non B appartiene a: Catacomba di Commodilla. Appendix Artici. Appendix Probi. Iscrizione San Clemente. Le parole errate contenute nell’Appendix Probi: sono confluite solo in parte nelle lingue romanze. nessuna è confluita in italiano, solo in altre lingue romanze. sono tutte entrate nelle lingue romanze. sono cadute in disuso prima dell’avvento delle lingue romanze. L’equivalente errato del latino classico “auris“ nell’Appendix Probi è: Orricla. Orica. Oricla. Auricularis. L’equivalente errato del latino classico “vetulus” nell’Appendix Probi è: Vechius. Veccus. Veclus. Veculus. L’influenza esercitata dalle lingue dei popoli germanici sul latino è detta: superstrato. sostrato. costrato. adstrato. Panca, federa e palla sono parole di origine: gotica. franca. longobarda. prototedesca. Albergo e guardia sono parole di origine: gotica. franca. longobarda. prototedesca. Biondo, donna e cameriere sono parole di origine: gotica. franca. longobarda. prototedesca. L’influenza esercitata dalle lingue dei vinti su quella dei vincitori è detta: superstrato. sostrato. costrato. adstrato. L’influenza su una lingua esercitata dai popoli confinanti è detta: superstrato. sostrato. costrato. adstrato. L’evoluzione fonetica che non viene condizionata da fonemi attigui si chiama: evoluzione fonetica autonoma. evoluzione fonetica non indotta. evoluzione fonetica spontanea. evoluzione fonetica indipendente. L’accento latino è di tipo: musicale. qualitativo. fonico. tonale. Il td è il: Testo Didattico. Titolo dominante. Tratto Distante. Tratto Distintivo. Il TD della quantità in latino classico è: pertinente. tonale. ridondante. roboante. Le vocali toniche in latino classico sono: 7. 9. 10. 5. Il latino classico a determinare il significato delle parole è: la qualità dell’accento. la quantità dell’accento. la tonalità dell’accento. la sillaba chiusa. In epoca classica le vocali lunghe vengono pronunciate: più aperte. più chiuse. uguali a quelle brevi. più velocemente. Nel passaggio dal latino classico a quello tardo (volgare) le vocali brevi in sillaba aperta: si allungano. si abbreviano. si mantengono. scompaiono. Nel passaggio dal latino classico a quello tardo (volgare) le vocali lunghe in sillaba aperta: si allungano. si abbreviano. si mantengono. scompaiono. Nel passaggio dal latino classico a quello tardo (volgari) le vocali lunghe in sillabe chiusa: si allungano. si abbreviano. si mantengono. scompaiono. Nel passaggio dal latino all’italiano la e chiusa nasce dalla fusione di: i aperta + e aperta. e chiusa + e aperta. i chiusa + i aperta. i aperta + e chiusa. Nel passaggio dal latino all’italiano la o chiusa nasce dalla fusione di: u aperta + o chiusa. e chiusa + e aperta. u chiusa + u aperta. u aperta + o aperta. Il sistema vocalico tonico derivato dal latino in area sarda prevede: 4 vocali. 6 vocali. 7 vocali. 5 vocali. Il sistema vocalico tonico derivato dal latino in area lucana orientale prevede: 4 vocali. 6 vocali. 7 vocali. 5 vocali. Nel passaggio dal latino all’italiano e breve ed o breve in sillaba aperta: monottongano. non dittongano. dittongano. si chiudono. Nel passaggio dal latino all’italiano e breve ed o breve in sillaba chiusa: si annullano. non dittongano. dittongano. si chiudono. Il dittongo latino più resistente alla monottongazione è: au. ai. ae. oe. Il dittongo latino OE in italiano: non monottonga. monottonga in o aperta. monottonga in e chiusa. scompare del tutto. Quando monottonga, AU diventa: non monottonga mai. o aperta. e chiusa. a. Il dittongo latino AI: già al tempo di Paluto non si pronuncia più. diventa e chiusa in sillaba aperta. diventa ie in sillaba chiusa. non monottonga mai. La prova della fiorentinità della lingua italiana si può riscontrare in: Metafonesi napoletana. Metafonesi di a. Anafonesi. Metafonesi soranoreatina. In base all’anafonesi: e chiusa diventa a ed o chiusa diventa i. e aperta diventa ie ed o aperta diventa uo. e chiusa diventa i ed o chiusa diventa u. e aperta diventa i ed o aperta diventa uo. La canzone Ciuri Ciuri mostra esempi di: metafonesi napoletana. metafonesi di a. anafonesi. Metafonesi centro-meridionale. La canzone Le radici ca tieni mostra esempi di: metafonesi napoletana. metafonesi di a. anafonesi. Metafonesi centro-meridionale. La metafonesi avviene sempre davanti alle vocali latine: U lunga ed O breve. U breve e I lunga. O breve ed E breve. U chiusa e O aperta. Nel dialetto napoletano abbiamo Viento,Muorto ecc a causa di: anafonesi. metafonesi. monottongazione. evoluzione fonetica spontanea. Per la metafonesi napoletana,O aperta davanti ad U breve finale latina diventa: OI. UO. AU. O chiusa. Per la metafonesi sorano-reatina O aperta davanti ad U breve finale Latina diventa: OI. uo. au. O chiusa. La palatalizzazione di A avviene: nei dialetti dell’estremo Nord. nei dialetti di Umbria e Sardegna. in Umbria, Toscana e Sicilia. in Umbria, Toscana e alcune zone del Nord. La metafonesi di a: è un fenomeno molto comune in italiano (toscano). è un fenomeno dialettale diffuso largamente in tutta Italia. è un fenomeno raro che si trova soprattutto in alcuni dialetti genovesi e campani. non esiste. La caduta dei suoni all’inizio di una parola è: aferesi. sincope. epitesi. prostesi. Il passaggio da Illam abatissam a La badessa è un esempio di: apocope. discrezione sillabica. epitesi. discrezione dell’articolo. Il passaggio da Dominam a Donna è un esempio di: aferesi. sincope. epitesi. prostesi. La caduta delle vocali atone finale finali di parole è la: apocope. sincope. epitesi. prostesi. Il passaggio Quello albero > quell’albero è un caso di: apocope. elisione. sincope. epitesi. L’espressione Per iscritto è un caso di: apocope. sincope. epitesi. prostesi. I fenomeni di perdita di suono sono: Aferesi Sincope Apocope. Aferesi Sincope Prostesi. Epitesi Sincope Apocope. Apocope Prostesi Epentiesi. I fenomeni di aggiunta di suono sono: Aferesi Sincope Apocope. Aferesi Sincope Prostesi. Prostesi Epitesi Epentesi. Apocope Prostesi Epentiesi. Il passaggio Iohannes > Giovanni è un caso di: epentesi vocalica. epentesi consonantica. epitesi vocalica. epitesi consonantica. Il fenomeno che riguarda l’aggiunta di suoni, infine di parola (cosicché l’italiano non abbia terminazioni consonanti) è: epentesi vocalica. sincope. epitesi. prostesi. L’esito della B latina iniziale di parola in italiano è: variabile in V o C. invariata. variabile in G. variabile in K. Lei, sito della latina iniziale di parola nei dialetti del sud Italia è: lenizione in V o raddoppiamento in BB. invariata. variabile in G. lenizione in V o Variabile in K. L’esito della L latina iniziale di parole in italiano è: variabile in V o C. invariata. variabile in G. variabile in K. G occlusiva velare sonora latina in italiano: diventa gutturale davanti a E. diventa gutturale davanti a I. diventa palatale davanti a I ed O. diventa palatale davanti a E ed I. S sorda antevocalica latina in italiano: si sonorizza davanti a p. si sonorizza davanti a b. resta sorda. resta sorda davanti a m. J semivocale latina in italiano: diventa G gutturale (gatto). diventa K (cane). diventa G palatale (gioco). diventa C palatale (cena). G intervocalica latina in italiano: si rafforza davanti a e ed i toniche. si indebolisce davanti a ad E ed I toniche. si raddoppia davanti ad E ed I toniche. si indebolisce davanti ad E ed I atone. F intervocalica Latina: diventa G in italiano. era sconosciuta. si raddoppia davanti ad E ed I toniche in italiano. si scempia davanti a E. La lenizione romanza prevede: la sonorizzazione delle fricative alveodentali. il raddoppiamento di G davanti a E ed I. la sonorizzazione dell’esplosive sorde intervocaliche. lo scempiamento delle sorde doppie. La V latina intervocalica: resta invariata. doventa B. raddoppia in VV. scompare. Il nesso latino iniziale BL dà vita in italiano a: BR. VL. BJ. GJ. Il nesso iniziale CL dà vita in italiano a: CJ. VJ. BJ. GJ. Il nesso latino iniziale GR in italiano: dà vita a GJ. si conserva inalterato. varia solo davanti a -A-. varia in GJ solo davanti a -E-. Il nesso latino iniziale di parola TR: dà vita a TJ. si conserva inalterato. varia solo davanti -A-. varia in GJ solo davanti a -E-. Quando la prima consonante si assimila alla seconda parliamo di assimilazione: progressiva. pregressa. regressiva. regressa. La trasformazione dal latino GD all’italiano DD in nessi consonantici interni di parola è un’assimilazione: progressiva. pregressa. regressiva. regressa. La trasformazione dal latino MN all’italiano NN in nessi consonantici interni di parola è un’assimilazione: progressiva. pregressa. regressiva. regressa. Negli anni ‘50 dopo Cristo: la S non si pronuncia più in finale di parola. la M si conserva, per poi perdersi e tornare di nuovo in finale di parola. la M finale di parola già non si pronuncia più. la T finale di parola si conserva. La -s finale di parola in latino: si perde il tempo di Quintiliano. si perde al tempo di Cicerone per poi rientrare e cadere di nuovo. si conserva fino al III secolo. si perde in francese. Le vocali finali di parola latine sono: M, P, S, R. M, S, R, T. S, P, T. M, L, P, T. |