LINGUISTICA ITALIANA PIATTAFORMA PARTE 5
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Title of test: LINGUISTICA ITALIANA PIATTAFORMA PARTE 5 Description: Esercitazione personale Creation Date: 2025/04/07 Category: Others Number of questions: 100
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La politica linguistica dell’Italia fascista: favoriva i francesismi favoriva gli anglicismi rifiutava i forestierismi appoggiava solo i germanismi. Tra le primissime iniziative per promuovere la lingua italiana in ambito fascista (1930) rientra: la stesura di una legge che vieta forestierismi nelle sigle aziendali la rimozione delle scene in lingua straniera dai film la creazione di un vocabolario contro i dialetti l’utilizzo del Lei al posto del Voi nelle conversazioni formali . Barbaro Dominio è: il titolo di un libro di Mario Monicelli il titolo di un dizionario della lingua italiana di Giorgini una raccolta di articoli dedicati al purismo linguistico composta da Paolo Monelli il primo film sonoro italiano senza scene in lingua straniera. La legge che vieta l’utilizzo di parole straniere nelle insegne è del: 1939 1930 1923 1940. L’istituzione fascista incaricata di vigilare sui forestierismi nella lingua italiana si chiamava: Accademia d’Italia Accademia dell’italiano Accademia fascista Accademia italica. Bruno Migliorini: rifiutava completamente i forestierismi era aperto ai forestierismi solo da lingue romanze era aperto ai forestierismi utili era aperto ai forestierismi da lingue germaniche. Il movimento che in epoca fascista si occupava di purismo nella lingua italiana, si chiamava: neopurismo neoitalianismo neolinguistismo purismofascista. In epoca fascista: l’uso del voi è vietato si cerca di sostituire il Tu con il Lei si cerca di sostituire il Voi con il Lei si cerca di sostituire il Lei con il Voi. Benedetto Croce: utilizzava abitualmente il Lei in contrasto al regime che richiedeva il Voi non utilizzava mai il Lei da napoletano continuò ad usare il Voi anche dopo l’iniziativa fasci utilizzava sempre il Tu. L’uso del Lei in italiano risale al secolo: XX XIX XVI XVII. L’intervento attraverso il quale Pasolini vuole riaprire la questione della lingua risale al: 1982 1967 1964 1954. Lo scopo del discorso di Pasolini sulla Questione della lingua è: un’analisi sociolinguistica della lingua italiana a lui contemporanea capire come dobbiamo scrivere la letteratura capire come uniformare la parlata nazionale rinnegare Dante e Manzoni. Per Pasolini l’asse linguistico a lui contemporaneo è quello: Roma - Firenze Milano - Torino Milano - Napoli Roma - Napoli. Quale tra queste caratteristiche non fa parte di quelle elencate da Pasolini come appartenente alla nuova lingua italiana: semplificazione sintattica diminuzione dei tecnicismi diminuzione dei latinismi prevalenza dei tecnicismi. Il discorso di Pasolini sulla nuova questione della lingua viene accolto: da applausi freddamente da fischi ma anche da un fervido dibattito critico da fischi e poi ignorato dai critici. Per Pasolini gli unici scrittori in grado di utilizzare tutti gli stili narrativi sono: Gadda e Bufalino sé stesso e Gadda sé stesso e Manzoni Calvino e Gadda. Secondo Pasolini, scrittori come Moravia e Calvino: non sanno scrivere in italiano contemporaneo si collocano su uno stile linguistico troppo elevato si collocano su uno stile linguistico troppo basso si collocano a metà tra lo stile medio e quello alto. Nel corso del XV secolo si occupano di nascita della lingua italiana : Bembo e Castiglione Bruni e Biondo Dante e Ascoli Bembo e Machiavelli. Nel corso del XVIII secolo si occupa di nascita della lingua italiana: Machiavelli Muratori Migliorini Bembo. L’Accademia della Crusca stampa il primo vocabolario a inizio: cinquecento quattrocento seicento ottocento. La linguistica applicata nasce: Negli anni Ottanta del Novecento Negli anni Settanta - Ottanta dell’Ottocento negli anni Cinquanta - Sessanta del Novecento negli anni Venti dell’Ottocento. L’applicazione per scopi pratici di strumenti e teorie sviluppati in ambito teorico dalla linguistica si chiama: linguistica italiana language planning linguistica generale linguistica applicata. La didattica delle lingue rientra nel campo della linguistica: generale italiana applicata teorica. La lingua di cultura utilizzata in situazioni ufficiali al di fuori del dialetto è la: lingua tetto lingua base lingua letteraria lingua giuridica. Il grigionese in Svizzera è: la lingua ufficiale parlata dall’1% della popolazione la lingua che linguisti hanno provato a proporre come sostituzione al romancio la lingua tetto della Svizzera una varietà di friulano. Il cieco e lo slovacco sono lingue: per elaborazione per distanziamento pianificate giuridiche. Il serbo e il croato sono lingue: per elaborazione per distanziamento pianificate giuridiche. Il sardo e l’italiano sono lingue: per elaborazione per distanziamento pianificate giuridiche. Le varietà diverse della lingua standard con cui vengono confrontate anche se non hanno una letteratura di riferimento sono dette lingue: per elaborazione per distanziamento pianificate giuridiche. Le varietà linguistiche, molto simili tra loro divise per motivi politici o culturali sono dette lingue: per elaborazione per distanziamento pianificate giuridiche. Rispetto agli anni Settanta del Novecento, oggi: l’italiano è rimasto pressoché invariato l’italiano è cambiato anche e soprattutto a causa della tecnologia e della globalizzazione l’italiano è cambiato solo nei tecnicismi scientifici l’italiano non è cambiato in quanto a errori ortografici e sintattici dei parlanti. Tra gli errori più frequenti commessi dagli scriventi contemporanei non compare: la confusione in merito all’utilizzo corretto dell’apostrofo la confusione in merito all’utilizzo della H davanti ad A ed O la confusione tra congiuntivo e indicativo la confusione nell’utilizzo delle doppie. Tra le cause legate agli errori più frequenti nello strumento italiano contemporaneo non compare: la scuola il divario tra nord e sud i social la lettura dei giornali. L’errore legato ai pronomi femminili nell’italiano contemporaneo consiste nel: Attribuire il pronome LE a nomi maschili attribuire il pronome GLI ai nomi femminili attribuire i pronomi singolari ai nomi plurali attribuire pronomi plurali ai nomi singolari. Il congiuntivo, tra gli errori più frequenti nell’italiano contemporaneo viene sostituito dal modo: indicativo participio condizionale gerundio. Il linguaggio dell’odio, nell’italiano contemporaneo è supportato in maggior misura: dai giornali dai social network dal cinema dalla radio. Le meccaniche più sottili legate al linguaggio dell’odio constano oggi: in cyber bullismo nell’utilizzo dei social nell’uso di parole apparentemente inoffensive se decontestualizzate ma utilizzate in maniera discriminatoria nell’uso di parole apparentemente offensive se decontestualizzate ma utilizzate in maniera non discriminatoria. Il principale problema legato agli anglicismi oggi nella lingua italiana è: che si utilizzano da pochi anni che si utilizzano per lo più a proposito, senza conoscerne il vero significato che si utilizzano troppo poco che sono tutti i prestiti di lusso e mai di necessità. Sin dagli anni Cinquanta una grande influenza sulla lingua italiana (e sull’utilizzo di anglicismi) viene da: cinema radio televisione letteratura. La parola “tronista” nella lingua italiana contemporanea è: non attestata dai vocabolari un forestierismo un neologismo inesistente a livello formale. Dal latino volgare si formano: l’italiano è il toscano, da cui poi nascono i dialetti i dialetti meridionali ma non quelli centrosettentrionali tutti i dialetti, tra cui poi viene scelto il toscano come standard soli i dialetti centrali, come il toscano. Di norma la tradizione letteraria del dialetto è: modesta o nulla sempre inesistente abbondante nata dopo la standardizzazione del toscano. Il termine che indica una qualunque varietà della lingua è: dialetto dialect dialetto primario primary dialect. Parliamo di “dialetti italiani” e non di “dialetti dell’italiano” perché: non tutti derivano dal latino esistono troppe minoranze linguistiche non romanze in Italia tutti hanno in comune come lingua tetto l’italiano standard derivano tutti dal latino classico scritto. Lo Status ufficiale: in Italia è posseduto dai dialetti toscani riuniti in Italia non esiste è posseduto dal dialetto ma non dalla lingua è posseduto dalla lingua ma non dal dialetto. L’aspetto linguistico completo (morfologia, sintassi, ecc): non è posseduta dal dialetto è posseduto solo dalla lingua è posseduto dal dialetto ma non dalla lingua è posseduto sia dal dialetto che dalla lingua. La limitazione degli ambiti dell’uso indica che: il dialetto si può utilizzare in tutti i campi del parlato il dialetto si usa in ambiti ristretti la lingua si usa in ambiti ristretti il dialetto si usa in ambito giuridico territoriale. Il valore identitario: è uguale tra lingua e dialetto non esiste per il dialetto è maggiore nel dialetto è maggiore nella lingua. Una lingua è un dialetto con un esercito e una marina. Questa frase appartiene a: Churchill Weinreich Saussure Schlegel. Un gruppo di parlanti che condivide un insieme di atteggiamenti riguardo alla lingua è detto: comunità linguistica comunità italofona minoranza linguistica comunità minoritaria. Con il termine BASILETTO indichiamo: la varietà alta della lingua parlata in una comunità la dilalìa la varietà bassa parlata in una comunità il bilinguismo. Con il termine ARCOLETTO indichiamo: la varietà alta della lingua parlata in una comunità la dilalìa la varietà bassa parlata in una comunità il bilinguismo. L’arcoletto viene indicato con la lettera dell’alfabeto: H la dilalìa B A. L’italiano, rispetto all’Umbro è: un tetto eterogenetico un tetto omogenetico una varietà superiore uno standard eterogenetico. Quando di norma si utilizza l’ arcoletto e il basiletto viene usato solo in contesti familiari, sempre accompagnata dall’arcoletto, parliamo di: bilinguismo alloglossia dilalia diglossia. Quando arcoletto e basiletto sono usati indistintamente dal parlante parliamo di: bilinguismo alloglossia dilalia diglossia. L’italiano standard rispetto ai dialetti alsaziani è: un tetto eterogenetico un tetto omogenetico una varietà superiore uno standard eterogenetico . L’identificazione linguistica secondaria è: stabile arcaica variabile nel tempo immutabile. L’identificazione linguistica primaria è: stabile acquisita nel tempo variabile nel tempo inesistente nella realtà comunicativa. L’identificazione linguistica terziaria è: inesistente acquisita nel tempo variabile nel tempo immutabile. Il language planning è: una sottocategoria di linguistica applicata che impone la norma ai parlanti una sottocategoria della pianificazione linguistica attuata dai governi una metria autonoma che si occupa di lingue morte in vivo e in vitro una sottodisciplina della sociologia del linguaggio. Il language planning si occupa: di riportare in vita lingue morte antiche di studiare i rapporti tra la situazione linguistica e sociolinguistica di una determinata lingua di imporre gli standard ai parlanti di abolire le minoranze. Il language revival: riporta in uso lingue estinte incrementa lo status di una lingua in pericolo di estinzione asseconda la continuità intergenerazionale di una lingua devia i dialetti verso lo standard. La pratica che si occupa di assecondare la continuità intergenerazionale di una lingua è detta: language revival language renew language revitalization reversing language shift. Quando la comunità linguistica risolve naturalmente senza eterno i problemi linguistici si parla di intervento: in vitro in itinere in vivo in habitus . Quando vengono attuate proposte esterne perché una comunità plurilingue risolve i propri problemi linguistici si parla di operazione: in vitro in itinere in vivo in habitus. La standardizzazione linguistica: viene sempre accettata dai parlanti facilmente trova opposizione dei parlanti non esiste non è mai possibile nella realtà linguistica. La sostituzione del catalano al castigliano è avvenuta: negli anni Novanta negli anni Settanta negli anni Ottanta negli anni Cinquanta . L’esperimento di standardizzazione linguistica in vitro: ha funzionato in Svizzera ha funzionato in Catalogna ma non in Svizzera non ha funzionato né in Svizzera né in Catalogna ha funzionato unicamente in Castigliano e Romancio ma non in Catalano. La bambina a fumetti che prosse la standardizzazione catalana si chiamava: la Norma la Lingua la Català la Regola . Chi parla di una lingua di minoranza in una comunità linguistica più ampia è definito: bilingue alloglosso alloglotto eterolinguistico. Le minoranze linguistiche in Italia: sono tutte romanze sono sia neolatine che non neolatine sono tutte non romanze derivano tutte dal latino. Le comunità linguistiche Cimbre in Italia si trovano nella zona di: Verona Reggio Calabria Val di Susa Cosenza. Le comunità linguistiche ladino dolomitiche sono: neolatine non neolatine germaniche ebraiche. Quando le regioni in cui vengono parlate lingue minoritarice confinano geograficamente con le nazioni in cui la lingua è ufficiale (Francia, Slovenia), parliamo di: isole alloglotte isole linguistiche minoranze nazionali minoranze diffuse. Quando le minoranze linguistiche non confinano con il territorio linguistico di riferimento (come per il sud Italia) parliamo di: isole alloglotte isole linguistiche minoranze nazionali minoranze diffuse. Le minoranze estese a macchia di leopardo (Rom, Sinti), sono dette: isole alloglotte isole linguistiche minoranze nazionali minoranze diffuse . La legge che regola le minoranze linguistiche in Italia è la: 456/1999 488/1999 132/1998 482/1999. La legge 482/1999 contiene: 10 articoli 20 articoli 4 articoli 12 articoli . La legge 482/1999 non contempla appieno: le isole linguistiche il greco di Puglia le minoranze rom e sinti le scuole bilingue. La Valle d’Aosta: contiene solo una piccola percentuale di francofoni è abitata interamente da francofoni è abitata in parte da germanofoni non ha abitanti francofoni né germanofoni. I parlanti patois-francoprovenzali: sono una minoranza friulana sono una minoranza pugliese sono una minoranza valdostana sono una minoranza friulana. Le province friulane riconosciute minoranza linguistica sono: Udine e Gorizia Trieste Udine Solo Udine Trieste e Gorizia. La maggioranza di slavofoni in Friuli si trova in provincia di: Verona Udine Gorizia Trento. In alto Adige l’insegnamento del tedesco è garantito: dal 1999 dal 1935 dal 1939 dal 1946. Il bilinguismo separativo vige in: Alto Adige Valle d’Aosta Friuli Trentino. Gli italofoni dell’Alto Adige parlano: dialetti tedeschi tedesco standard italiano standard dialetti austro-bavaresi e ladini. La possibilità teorica di un cittadino di utilizzare la propria lingua sul territorio dello Stato si definisce: dovere del parlante diritto di territorialità diritto di personalità dovere del territorio linguistico. La delimitazione territoriale del diritto di personalità è il: dovere del parlante diritto di territorialità diritto di personalità dovere del territorio linguistico. Il francese in Canada è: una lingua minoritaria una lingua standard una lingua in situazioni di minoranza una lingua minore. La formazione di parole di origine non scientifica ma fatta a orecchio dai parlanti si chiama: raddoppiamento semantico etimologia popolare ipocoristico enantiosemia. Se il verbo uscire avesse seguito le normali regole oggi avremmo: ascire uscire escire exire. Il verbo uscire in italiano nasce per: raddoppiamento semantico etimologia popolare ipocoristico enantiosemia. La trasformazione di Domenico in Mimmo avviene per: aferesi raddoppiamento del linguaggio infantile con un base su ultima consonante raddoppiamento del linguaggio infantile con base su altra consonante (non ultima) caduta dell’elemento finale. La trasformazione di Giuseppe in Peppe è un: raddoppiamento semantico etimologia popolare ipocoristico enantiosemia . La trasformazione di Nicola in Cola è frutto di: aferesi raddoppiamento del linguaggio infantile con base su ultima consonante raddoppiamento del linguaggio infantile con base su altra consonante (non ultima) caduta dell’elemento finale. La trasformazione di Giovanni in Gianni è frutto di: contrazione per caduta di consonanti interne raddoppiamento del linguaggio infantile con base su ultima consonante raddoppiamento del linguaggio infantile con base su altra consonante (non ultima) caduta dell’elemento finale. Il doppio significato (contrario) di tirare è un caso di: aferesi etimologia popolare ipocoristico enantiosemia . Pocock nel Seicento individua il concetto di: aferesi etimologia popolare ipocoristico enantiosemia . L’ enantiosemia esiste: in italiano e in spagnolo ma non in francese in molte lingue del mondo solo in italiano solo nelle lingue romanze. |
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