Meccanica applicata e progettazione
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Title of test:![]() Meccanica applicata e progettazione Description: integrazione 3 crediti, lezioni 38-62 Creation Date: 2023/10/20 Category: Others Number of questions: 46
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01. Nei cuscinetti a lubrificazione idrodinamica la pressione del fluido: viene mantenuta costante da un apposito apparato di alimentazione idraulica. nasce per effetto del trascinamento del fluido in un meato cuneiforme o a gradino. nessuna delle precedenti. nasce per effetto dello schiacciamento delle superfici a contatto. 02. Quale delle seguenti affermazioni sulle coppie con lubrificazione limite è falsa: le superfici sono combacianti o separate da una pellicola di lubrificante limite. sono utilizzate se si vogliono esaltare fenomeni d'attrito. sono utilizzate nelle applicazioni dove non è accettabile l'utilizzo di lubrificanti. nessuna delle precedenti. 03. Nei cuscinetti a lurificazione idrostatica la pressione del fluido: nessuna delle precedenti. nasce per effetto dello schiacciamento delle superfici a contatto. nasce per effetto del trascinamento del fluido in un meato cuneiforme o a gradino. viene mantenuta costante da un apposito apparato di alimentazione idraulica. 01. Indicare quale delle seguenti affermazioni sulle coppie volventi è falsa: nessuna delle precedenti. esistono soluzioni costruttive adatte a sopportare carichi assiali. si riducono i fenomeni di attrito interponendo elementi rigidi rotolanti come sfere o rulli. non esistono soluzioni costruttive adatte alla realizzazione di giunti prismatici. 02. Nella coppia rotoidale radente: l'attrito dell'albero nella sede non ha effetti apprezzabili. l'attrito modifica l'inclinazione della reazione normale alla sede che risulterà tangente alla circonferenza d'attrito. nessuna delle precedenti. l'attrito dell'albero nella sede ha effetti positivi sul moto desiderato. 01. Nella coppia elicoidale: è preferibile utilizzare un filetto il più possibile triangolare se si vuole realizzare una vite di manovra. l'inclinazione dell'elica non ha effetti sulle forze d'attrito generate. è preferibile utilizzare un filetto il più possibile rettangolare se si vuole realizzare una vite di serraggio. nessuna delle precedenti. 01. Un rotismo: è un meccanismo composto da una coppia di ruote dentate. nessuna delle precedenti. è un meccanismo composto da più ingranaggi. organo in grado di trascinarne un altro per mezzo di denti che entrano successivamente in contatto. 02. Un ingranaggio: è un meccanismo composto da una coppia di ruote dentate. un rotismo in cui almeno uno degli assi ruota attorno ad un altro. organo in grado di trascinarne un altro per mezzo di denti che entrano successivamente in contatto. nessuna delle precedenti. 03. Il rapporto di trasmissione di un ingranaggio: è funzione dell'altezza dei denti delle ruote. è funzione del numero dei denti delle ruote. è funzione dell'angolo di pressione normale. nessuna delle precedenti. 01. La formula che descrive il rapporto di trasmissione a portatreno fermo nelle coppie di ruote dentate appartenenti a un rotismo epicicloidale è: nessuna delle precedenti. la formula di Gruebler. la formula di Kuzbach. la formula di Willis. 02. Indicare quale delle seguenti affermazioni sui rotismi epicicloidali è falsa: possono essere utilizzati come meccanismi differenziali o combinatori. hanno 2 gradi di libertà. nessuna delle precedenti. non possono essere utilizzati come riduttori di velocità. 03. Sono chiamati treni planetari o rotismi epicicloidali: nessuna delle precedenti. i rotismi che fanno uso di ruote ad evolvente di cerchio. i rotismi in cui compare almeno una coppia di ruote coniche. i rotismi nei quali gli assi di una o più ruote sono mobili. 01. Nelle ruote dentate, la distanza fra la circonferenza primitiva e la circonferenza di testa è detta: nessuna delle precedenti. dedendum. costa del dente. addendum. 02. Nelle ruote dentate, la distanza fra la circonferenza primitiva e la circonferenza di piede è detta: costa del dente. dedendum. addendum. nessuna delle precedenti. 03. Nelle ruote dentate a denti dritti, il luogo dei punti in cui avviene il contatto fra i denti si chiama: linea di condotta. arco d'azione. epiciclo. nessuna delle precedenti. 04. Indicare quale delle seguenti affermazioni sulla dentatura ad evolvente è falsa: la dentatura non è geometricamente legata alla primitiva del moto. nessuna delle precedenti. l'evolvente di cerchio può essere tracciato anche internamente alla circonferenza di base. i profili dei denti della dentiera sono rettilinei. 01. Secondo il proporzionamento modulare delle ruote dentate: il dedendum è 1.25 volte il modulo, mentre l'addendum è uguale al modulo. l'addendum è 1.25 volte il modulo, mentre il dedendum è uguale al modulo. addendum e dedendum hanno uguale altezza pari a 1.25 volte il modulo. nessuna delle precedenti. 02. Il modulo di una ruota normale a denti dritti è definito come: rapporto tra diametro e numero di denti. rapporto tra raggio e coseno dell'angolo di pressione. nessuna delle precedenti. prodotto dell'angolo di pressione in radianti e altezza del dente. 03. L'unità di misura del modulo m di una ruota dentata è: Nm. m/s. nessuna delle precedenti. mm. 01. Nelle ruote dentate cilindriche a denti elicoidali: non vengono utilizzati profili ad evolvente di cerchio. la dentatura corrisponde alla rolletta di un punto appartenente ad una retta che rotola senza strisciare sul cilindro di base. nessuna delle precedenti. la generazione del profilo di dentatura avviene facendo rotolare sul cilindro base un piano inclinato di un angolo pari all'angolo d'elica. 02. Quale delle seguenti affermazioni sulle ruote dentate cilindriche a denti elicoidali è falsa: hanno un funzionamento più silenzioso delle ruote a denti dritti. nessuna delle precedenti. hanno una dentatura più rigida e resistente. hanno un arco d'azione ridotto rispetto le ruote a denti dritti. 03. L'ingranaggio ipoidale: è un accoppiamento di ruote dentate ad assi sghembi. nessuna delle precedenti. ha dentatura a denti dritti. è inadatto a trasmettere elevate potenze. 04. L'ingranaggio a vite senza fine: deve essere montato con estrema cura e le due ruote devono essere costruite con materiali speciali a basso attrito. ha elevatissimo rendimento ma non si presta a trasmettere elevate potenze. offre un modesto rapporto di riduzione rispetto agli ingranaggi ad assi paralleli. nessuna delle precedenti. 05. nelle ruote coniche a denti dritti, il rapporto di trasmissione: è pari al rapporto delle semiaperture angolari dei coni primitivi delle due ruote. nessuna delle precedenti. non dipende dal numero di denti delle due ruote. è costante al variare del numero di denti. 01. La forza di contatto che si genera nei rotismi ordinari, in assenza di attrito: nessuna delle precedenti. è inclinata di un angolo pari all'angolo d'elica. ha una componente radiale che tende ad avvicinare le due ruote. si sviluppa lungo la retta d'azione. 02. La forza di contatto che si genera fra ruote dentate a denti elicoidali, in assenza di attrito: nessuna delle precedenti. ha una componente assiale che rende necessario l'utilizzo di cuscinetti reggi spinta. ha una componente radiale che tende ad avvicinare le due ruote. giace sul piano della circonferenza di base. 01. Le trasmissioni a cinghia dentata: garantiscono il sincronismo fra albero di ingresso e di uscita. utilizzano un accoppiamento di forza con le pulegge. non garantiscono il sincronismo fra albero di ingresso e di uscita a causa dell'effetto poligonale. nessuna delle precedenti. 02. Nelle trasmissioni con cinghia trapezoidale: le tensioni dei due rami teso e lasco sono diverse e il loro rapporto ha andamento esponenziale. le tensioni dei due rami teso e lasco sono diverse e il loro rapporto è costante. nessuna delle precedenti. le tensioni dei due rami teso e lasco sono identiche. 03. Le trasmissioni a cinghia piana: sono adatte a sopportare brusche variazioni di coppia. nessuna delle precedenti. utilizzano un accoppiamento di forma con le pulegge. garantiscono il sincronismo fra albero di ingresso e di uscita. 04. Le trasmissioni a cinghia trapezoidale: sono inadatte a sopportare brusche variazioni di coppia. garantiscono il sincronismo fra albero di ingresso e di uscita. possono funzionare in assenza di lubrificazione. nessuna delle precedenti. 01. Le trasmissioni a catena: non sono adatte a trasmettere elevate forze. sono caratterizzate da un rapporto di trasmissione costante. garantiscono fasatura precisa tra albero di ingresso ed uscita. nessuna delle precedenti. 02. Tra gli svantaggi delle trasmissioni a catena rispetto alle trasmissioni a cinghia troviamo: le catene non garantiscono assenza di slittamento. nessuna delle precedenti. maggior costo. necessità di una tensione iniziale di forzamento (precarico). 03. L'effetto poligonale nelle trasmissioni a catena: non è presente nelle catene a rulli. causa una fluttuazione del rapporto di trasmissione ingresso-uscita. non ha effetti sul rapporto di trasmissione ingresso-uscita. nessuna delle precedenti. 01. Quale tra le seguenti affermazioni sui variatori di velocità è falsa: nei variatori meccanici la variazione è ottenuta tramite spostamento di un elemento interposto fra albero di ingresso e di uscita. nei variatori elettrici si ottiene l'effetto desiderato modificando le caratteristiche di alimentazione di un motore elettrico. nessuna delle precedenti. consentono variazioni continue del rapporto di trasmissione. 02. Nei cambi CVT il rapporto di trasmissione variabile è realizzato tramite: una cinghia trapezoidale e due pulegge realizzate da elementi conici a distanza assiale variabile. un elemento meccanico toroidale. un selettore assiale detto sincronizzatore. nessuna delle precedenti. 01. Il giunto di Oldham è un giunto: a libertà angolare. a libertà assiale. nessuna delle precedenti. a libertà radiale. 02. Il giunto cardanico è un giunto: a libertà assiale. a libertà radiale. a libertà angolare. nessuna delle precedenti. 03. Il doppio giunto cardanico: è omocinetico a prescindere dalla configurazione di montaggio. non è mai omocinetico. è omocinetico solo in determinate configurazioni di montaggio. nessuna delle precedenti. 01. L'efficacia di un freno è definita come: il rapporto tra forza frenante ottenuta e forza di comando. nessuna delle precedenti. il rapporto tra corsa di lavoro ottenuta e corsa di comando. il rapporto tra forza frenante ottenuta e corsa di comando. 01. Nei freni a tamburo, il ceppo è detto: nessuna delle precedenti. teso se la cerniera d'appoggio è a valle del ceppo. teso se la cerniera d'appoggio è a monte del ceppo. compresso se la cerniera d'appoggio è a monte del ceppo. 02. Vengono detti autofrenanti i freni: nessuna delle precedenti. a multidisco. che sono anche autobloccanti. a ceppo esterno compresso. 03. Quale delle seguenti affermazioni sui freni a disco è errata: le guarnizioni, o pastiglie, sono solitamente premute sul disco per mezzo di un sistema idraulico. nessuna delle precedenti. sono più efficaci ma meno regolari dei freni a tamburo. la superficie d'attrito è planare e perpendicolare all'asse di rotazione. 04. Nel caso in cui il ceppo tenda a serrarsi al tamburo anche in assenza di forza di comando il freno è detto: malfunzionante. autobloccante. nessuna delle precedenti. autofrenante. 01. L'uso di cedenti a piattello nei meccanismi a camma: comporta una minore resistenza meccanica rispetto ai cedenti a rotella. comporta minore robustezza ma permette di evitare la lubrificazione delle superfici a contatto. comporta maggiore robustezza ma richiede lubrificazione delle superfici. nessuna delle precedenti. 01. Le croci di Malta: permettono di trasformare moti uniformi in moti armonici. sono meccanismi a moto intermittente. sono meccanismi a rapporto di trasmissione costante. nessuna delle precedenti. 02. Quale delle seguenti affermazioni sugli intermittori è falsa: sono costituiti da un movente a camma ed un cedente a croce di Malta. nessuna delle precedenti. si distinguono in intermittori a tamburo, globoidali e piani a seconda dello schema costruttivo. sono meccanismi per il moto intermittente. |