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PEDAGOGIA DELLA RELAZIONE D'AIUTO - M-PED/01

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PEDAGOGIA DELLA RELAZIONE D'AIUTO - M-PED/01

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Pedagogia paniere_Ferrari

Creation Date: 2025/11/21

Category: Others

Number of questions: 20

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Secondo la pedagogia dell’aiuto, l’obiettivo dell’educatore è: Modificare la persona secondo un modello educativo ideale. Evitare qualsiasi trasformazione personale. Accompagnare l’altro verso il proprio percorso unico di crescita.

Il silenzio intenzionale serve a: Evitare il coinvolgimento nella relazione. Far capire che l’educatore non approva ciò che è stato detto. Permettere all’altro di riflettere e sentire.

Nella relazione d’aiuto, “camminare accanto” significa: Dare istruzioni passo dopo passo. Sostenere l’altro senza sostituirsi a lui. Rimanere distaccati per evitare coinvolgimento emotivo.

Una competenza fondamentale dell’educatore è: La competenza relazionale. La capacità di evitare ogni forma di emozione. L’abilità di dare giudizi chiari e immediati.

La competenza etica richiede: Offrire risposte pronte e immediate. Agire con responsabilità evitando dinamiche di potere. Uniformare l’altro ai valori dell’educatore.

La competenza riflessiva implica: Controllare le emozioni dell’altro durante la relazione. Dare spiegazioni rigorose su ciò che prova l’altro. Analizzare i propri vissuti e le proprie azioni.

Una pratica coerente con la relazione d’aiuto è: Dire all’altro cosa deve pensare. Dare soluzioni immediate e dirette. Ascolto attivo.

Le domande aperte hanno la funzione di: Verificare se l’altro ha memorizzato i contenuti. Stimolare l’autocomprensione dell’altro. Orientare l’altro verso una soluzione prestabilita.

La comunicazione rogersiana privilegia: Consigli diretti e interpretazioni. Giudizi costruttivi e analisi tecniche. Riformulazione e ascolto attivo.

L’autovalutazione e il diario riflessivo sono utili perché: Permettono di raccogliere dati per giudicare l’allievo. Servono a valutare le prestazioni dell’altro. Favoriscono consapevolezza personale e crescita dell’educatore.

Secondo la pedagogia della relazione d’aiuto, ogni atto educativo nasce da: La capacità dell’educatore di imporre la giusta direzione educativa. L’applicazione rigorosa di tecniche comunicative standardizzate. Un incontro autentico tra chi aiuta e chi è aiutato.

Per Freire, l’educazione è un processo: Basato sul controllo emotivo dell’allievo. Con qualcuno e non su qualcuno. In cui l’educatore trasmette contenuti e l’allievo li riceve passivamente.

Quale frase è coerente con il modello rogersiano?. “Vorrei capire cosa stai vivendo.”. “Non è un problema così grave.”. “Ti spiego io cosa devi fare.”.

L’empatia, nella relazione d’aiuto, consiste nel: Dire all’altro come dovrebbe sentirsi. Comprendere dall’interno il vissuto dell’altro senza giudicare. Provare le stesse emozioni dell’altro identicamente.

Il dialogo Io-Tu di Buber implica che: L’altro sia riconosciuto come soggetto unico e non come oggetto. Il professionista si limiti al ruolo tecnico senza coinvolgimento. La relazione si basi su consigli diretti e prescrizioni.

La “coscientizzazione” freiriana indica: Convincere l’altro ad adottare il pensiero dell’educatore. Eliminare i conflitti tramite obbedienza. Rendere l’altro soggetto attivo della propria vita e società.

L’educazione bancaria, secondo Freire: Consiste nel costruire significati insieme. Addomestica e rende passivo l’allievo. È il metodo più efficace per l’apprendimento dialogico.

In Buber, incontrare l’altro come un “Esso” significa: Stabilire un rapporto etico e trasformativo. Coinvolgersi profondamente su un piano personale. Trattarlo come un oggetto o un caso da gestire.

Per Rogers, l’accettazione positiva incondizionata significa: Accogliere la persona indipendentemente da ciò che prova o mostra. Evitare ogni forma di coinvolgimento emotivo. Accettare le azioni dell’altro senza mai porre limiti.

La congruenza dell’educatore, secondo Rogers, riguarda: Dire esattamente ciò che l’altro vuole sentirsi dire. Assecondare sempre l’altro per non creare conflitti. Essere autentici e coerenti nella relazione.

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