PEDAGOGIA DEL GIOCO E DELLO SPORT
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Title of test:![]() PEDAGOGIA DEL GIOCO E DELLO SPORT Description: SCIENZE DELLE ATTIVITA' MOTORIE E SPORTIVE Creation Date: 2024/09/13 Category: Others Number of questions: 138
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01. Per J. Huizinga sostiene che nel corso della storia, l’uomo, oltre ad essere definito sapiens e faber, è sempre stato anche: crudens. ludens. ludicus. prudens. 02. Quali sono i processi socio-cognitivi implicati nel gioco simbolico?. l’assunzione di ruolo e di prospettiva. matematico-linguistici. socio-culturali. fisico-mentali. 03. L’utilizzo della metodologia ludica consente la realizzazione/conseguimento di obiettivi educativi volti a: contribuire allo sviluppo morale. facilitare la comprensione e la partecipazione alla realtà. sviluppare le capacità matematiche. sviluppare le capacità linguistiche. 04. Gli insegnanti possono adottare il gioco come metodologia fondante dei processi d’insegnamento-apprendimento?. assolutamente no, è tipicamente scolastica la tradizionale separazione fra gioco e apprendimento. dipende dalla fascia di età a cui essa è rivolta e al tipo di scuola (ordine e grado). si, riconoscendone la significatività esistenziale e l’efficacia didattica. no, il gioco è solo svago, distrazione da attività più serie e impegnative. 05. Il gioco può essere considerato fonte di motivazione all’apprendimento?. dipende dalla presenza o meno di regole da rispettare. dipende dalla complessità del gioco. no. si. 06. Le tecniche ludiche si configurano come strumenti dell’impegno progettuale per promuovere cosa?. il rispetto della disciplina. le attività sportive a livello agonistico. lo sport nelle attività scolastiche ed extrascolastiche. il dialogo, lo scambio, la convivenza democratica. 01. Nell’atto del gioco, cosa si intende per la “priorità dei mezzi sul fine”?. la gestibilità dei mezzi prioritariamente al proposito stabilito. l’esercizio fondamentale più nella fase preparatoria del gioco che non in quella attuativa. nessuna delle risposte riportate. la puntualizzazione dei mezzi ludici su qualsiasi obiettivo perseguibile. 02. Nell’atto ludico, il “coinvolgimento attivo” dei partecipanti innesca il mantenimento di cosa?. della creatività. dell'intelligenza. del divertimento. di interesse ed impegno. 03. Nell’atto ludico, cosa si intende per “non letteralità” del gioco?. il bambino quando gioca si attiene alle regole “ad litteram”. il bambino tratta gli oggetti/le situazioni come se fossero qualcosa d’altro. non sempre il gioco del bambino rientra nella letteratura ludica. il bambino gioca non sempre attenendosi alle regole “alla lettera”. 04. Nell’atto del gioco, cosa si intende per “motivazione intrinseca”?. l’appagamento dei propri risultati ottenuti. il benessere prodotto interiormente dalla motivazione. il piacere stimolato dalla motivazione indotta. il piacere gratuito di compierlo, non vi è altra giustificazione o attesa sociale. 05. Nell’atto del gioco, cosa si intende per la “dominanza dell’individuo rispetto alla realtà esterna”?. nessuna delle risposte riportate. che i comportamenti ludici si trasformano in maggior consapevolezza della propria responsabilità nella realtà. che i comportamenti ludici si trasformano in azioni utili a far acquisire al soggetto maggior autorità sulla realtà. che i comportamenti ludici si trasformano in azioni utili a stimolare la fantasia e la creatività. 01. Secondo Piaget, la coscienza della regola si sviluppa progressivamente in stadi legati: nessuna delle risposte riportate. alle diverse tappe dello sviluppo infantile. alla disponibilità di apprendere. alle diverse abilità motorie. 01. Ogni tecnica ludica come deve essere utilizzata?. con modalità creativa. con praticità. come uno strumento flessibile e duttile. come uno strumento rigorosamente rigido. 02. Quali sono gli elementi caratterizzanti la qualità dell’intervento ludico?. il materiale a disposizione. il setting. il ruolo del conduttore. il setting e il ruolo del conduttore. 03. Nel contesto di un laboratorio ludico, lavorando collaborativamente, cosa si favoriscono?. le interazioni. le amicizie. la costruzione del pensiero divergente. le interazioni e la costruzione del pensiero divergente. 04. Nel contesto di un laboratorio ludico, lavorando collaborativamente, cosa viene sviluppato?. l'eterocentrismo. l’autonomia e l’autoregolazione. l'autoregolazione. l'autonomia. 05. Quando si parla della qualità dell’intervento ludico, cosa si intende per setting?. sia gli spazi sia le adeguate strategie per la proposta delle attività. gli spazi. la predisposizione dell’ambiente. le strategie. 06. Nel contesto di un laboratorio ludico, quale ruolo assume l'educatore?. di mediatore dei e nei processi. di partecipante dei e nei processi. di protagonista dei e nei processi. di conduttore dei e nei processi. 07. Ai fini della realizzazione delle attività cosa è necessario comprendere, per evitare di relegare il gioco a momento di svago?. il tipo di gioco e chi può parteciparvi. il tipo di gioco da utilizzare. la finalità educativa e formativa del gioco. chi può partecipare al gioco. 08. Il "debriefing" si articola in tre momenti, quali?. l’analisi del modello del gioco. la riflessione. gli errori commessi durante il gioco. la descrizione di quanto è avvenuto. 01. A Sparta, nel contesto pedagogico della cultura greca, quale tipo di educazione era prevalente?. l’educazione autoritaria. l'educazione comunitaria. l'educazione elitaria. l'educazione solitaria. 02. L’istruzione del pater familias, in epoca romana, a quali abilità di base si rifaceva?. arti melodiche. alla lettura, scrittura, calcolo. calcolo. scrittura, lettura. 03. Secondo Marco Fabio Quintiliano come andavano educati i fanciulli?. in base al loro status sociale. in base alla loro provenienza. in maniera egualitaria. in base alla loro indole. 04. Nel contesto dell’insegnamento, il rapporto magister-discipulus, come era concepito da Marco Fabio Quintiliano ?. puerocentrico. esclusivo. paritario. magistrocentrico. 05. Perché Marco Fabio Quintiliano valorizzava il “ludus”?. perché risultava più leggero il processo di insegnamento. perché esso permetteva di "premiare" gli allievi più meritevoli. perché rendeva competitivo il processo di apprendimento. perchè rendeva più leggero il processo dell’apprendimento. 06. Chi fu il primo maestro di retorica, nonché primo pedagogista della storia (I secolo d.C.), che eliminò le punizioni corporali?. Didio Giuliano. Marco Aurelio. Antonino Pio. Marco Fabio Quintiliano. 07. In epoca romana, la prima istruzione dei figli a chi era affidata?. al pater familias. allo schiavo greco. alla nutrice. alla madre. 01. Tra le tipologie di gioco applicabili, quali sono quelle più indicate come strumento di educazione nella scuola dell’infanzia e primaria?. il gioco didattico, il gioco guidato. il gioco spontaneo, il gioco guidato, il gioco didattico. il gioco spontaneo, il gioco guidato. il gioco spontaneo, il gioco didattico. 02. Piaget ha distinto i vari giochi considerando la teoria della ‘ricapitolazione’, secondo cui il bambino, durante l’infanzia : utilizza i giochi in modo diverso rispetto a ciò che ha compreso, “ricapitolando” i suoi apprendimenti. rivive nei giochi le tappe più salienti dello sviluppo dell’uomo. rivive nei giochi le tappe più salienti della storia culturale dell’uomo. nessuna delle risposte riportate. 03. Per lo psicologo svizzero Jean Piaget il gioco è stato uno strumento privilegiato per quale tipo di analisi?. dei diversi gradi di autorità. dei diversi compiti di sviluppo. dei diversi stati cognitivi. dei diversi stadi motivazionali. 04. Con l’avvento dell’attivismo, il fanciullo che ruolo assume nell'attività educativa?. di protagonista. di partecipante. di collaboratore. "un vaso da riempire". 05. Friedrich Froebel equipara il gioco alla vita stessa del fanciullo, perché entrambi hanno come aspetti fondamentali: creatività e fantasia. fantasia e azione. azione e movimento corporeo. creatività e mentalizzazione. 06. Attraverso i giochi collettivi i bambini sviluppano quali abilità?. le abilità manipolative. le abilità di relazione. le abilità cognitive. le abilità artistiche. 01. Donald Winicott ha inserito il gioco tra i fenomeni «transizionali» che aiutano il bambino, che ha beneficiato di buone cure materne, a: conservare una certa fiducia nella realtà positiva che lo protegge. imparare l’autonomia di sé. a socializzare. imparare l’autonomia di sé e conservare una certa fiducia nella realtà positiva che lo protegge. 02. Nel paradigma psicoanalitico il gioco è stato studiato soprattutto in relazione agli effetti che esso ha su cosa?. sulla sfera intellettiva, emotiva. sulla sfera affettiva, creativa. sulla sfera affettiva, inconscia, relazionale. sulla sfera intellettiva, motoria. 03. Nel paradigma interpretativo di Piaget, il gioco è il protagonista per eccellenza di quale sviluppo?. dello sviluppo cognitivo. dello sviluppo affettivo. dello sviluppo motorio. della capacità manuale. 04. Secondo Freud il gioco permette al bambino di ridurre e rielaborare cosa?. le esperienze sensomotorie. le abilità manipolative. le esperienze di sofferenza. l'educazione solitaria. 05. Melanie Klein ha messo in luce l’importanza del gioco come via regia per accedere a cosa?. all’inconscio infantile. all'intelligenza infantile. alla creatività infantile. alla coscienza infantile. 06. Il simbolo ludico per Piaget è: Un'assimilazione deformante. Una attività sociale. Una necessità del bambino. Una distorsione del comportamento. 07. Il termine gioco deriva da quale parola latina?. locus. ludicum. ludus. giocum. 08. Anche Bruner sostiene che il gioco dei bambini è: Prevalentemente simbolico. Prevalentemente costruttivo. Prevalentemente ideologico. Prevalentemente imitativo. 09. Nella psicoanalisi il gioco è: Un'attività simbolica. Un'attività fondamentale. Un'attività indispensabile. Un'attività di crescita personale. 10. A cosa serve il gioco?. Il gioco permette al bambino di trascorrere le giornate in allegria. Il gioco permette al bambino di affrontare situazioni angoscianti, come l’assenza e la separazione dalla madre. Il gioco permette al bambino di imparare a socializzare. Il gioco permette al bambino di crescere serenamente. 01. L’attività ludica inizia quando il bambino prende coscienza: Dell'esistenza dei compagni di gioco. Dell'esistenza dei giocattoli. Dell’esistenza delle persone e delle cose che lo circondano. Dell'esistenza delle sfide con i compagni di gioco. 02. Solo i giochi intellettuali contribuiscono alla formazione cognitiva. Falso. Nessuna delle risposte precedenti. Vero. Dipende. 03. Solo i giochi individuali contribuiscono alla formazione cognitiva: Dipende dal livello di difficoltà del gioco. Vero. Non sempre è vero. Falso. 04. La validità del gioco su quali aspetti deve basarsi?. sullo spazio giusto che gli attribuiamo, sul tipo di gioco che usiamo. sullo spazio giusto che gli attribuiamo, sull’uso che ne facciamo. sullo spazio giusto che gli attribuiamo, sul tipo di gioco che usiamo, sull’uso che ne facciamo. sull’uso che ne facciamo e sul tipo di gioco che usiamo. 05. Nell’universo ludico infantile i giocattoli quali processi sollecitano?. i processi di socializzazione. i processi di simbolizzazione. i processi di astrazione. i processi di sensibilizzazione. 06. Perché il bambino trae vantaggio dai giochi?. perché rispondono ai suoi bisogni. perché può giocare autonomamente. perché si diverte. perché può non rispettare le regole. 07. Il bisogno di giocare è: Un'abitudine umana. Esclusivamente del bambino. Un'attività sociale. E' presente anche negli adulti. 08. Il tempo dedicato al gioco decresce con l’età. Dipende dal tempo libero a disposizione. Anche nella terza età il gioco è importante. Vero. Falso. 09. E' più antico il gioco o la cultura?. Entrambi. La cultura. Il gioco. Nessuno dei due. 10. L’apprendimento degli essere umani è di tipo: Socio-economico. Simbolico. Socio-psicologico. Socio-culturale. 01. Intorno a quale secolo viene attribuito un carattere di serietà al gioco?. intorno al Novecento. intorno al Settecento. ai nostri giorni. Intorno all’Ottocento. 02. Nel XX secolo psicologi e psicoterapeuti dell’età evolutiva hanno considerato il gioco come un’attività funzionale a cosa?. alla socializzazione. alla razionalizzazione. alla mentalizzazione. allo sviluppo, alla socializzazione. 03. È a partire dalla metà del Settecento, con la nascita di quello che Ariès chiama “sentimento dell’infanzia”, che il gioco diventa un attributo tipico: dell’età infantile, riconosciuta come fase evolutiva priva di particolari peculiarità. dell’età infantile, riconosciuta come periodo della vita con una sua propria specificità. dell’area materno-infantile, con legami adattivi. della sfera pre-adolescenziale, con tutte le sue peculiarità. 04. L’utilizzo del gioco come strumento/strategia formativa è, nella nostra cultura, limitato a che periodo?. al periodo senso-motorio. al periodo prenatale. ai primi anni di vita. ai primi gradi scolastici. 05. Secondo Bateson dal gioco si apprende “l’esistenza dei ruoli”. Cosa significa?. nessuna delle risposte riportate. che è sempre meglio scegliere il ruolo che ci è più consono. ogni ruolo ha un un suo specifico comportamento. che è possibile scegliere come comportarsi. 06. Cosa significa che il gioco è un comportamento “definalizzato”?. è spontaneo. è prodotto senza alcun obbligo. è spontaneo e prodotto senza alcun obbligo. che il fine deve essere definito. 07. La separazione tra gioco e lavoro ha molto influenzato le teorie dell’educazione portando ad una svalutazione: del significato letterale del gioco. del significato culturale del gioco. del concetto di gioco. del contributo economico del lavoro. 08. Perché il gioco è un’attività incerta?. perché, sebbene il suo svolgimento è indeterminato, l’esito è scontato. perché, sebbene il suo svolgimento è predeterminato, l’esito è non scontato. perché il suo svolgimento non è predeterminato e l’esito non è scontato. perché, sebbene il suo svolgimento non è predeterminato, l’esito è scontato. 09. Freud afferma che il contrario del gioco è?. ciò che è monotono. ciò che è virtuale. ciò che è serio. ciò che è reale. 01. Il gioco è lo strumento principe attraverso il quale il bambino cosa esprime?. la propria manualità. la propria identità e sviluppa le proprie conoscenze. la capacità di mentalizzazione. le proprie capacità cognitive. 02. Molti studiosi hanno dimostrato come il gioco libero e socializzato abbia un’importante funzione nello sviluppo di cosa?. delle capacità relazionali. delle capacità cognitive, creative e relazionali. delle capacità creative. delle capacità cognitive. 03. Quale intreccio è necessario che vi sia nelle scelte didattiche?. l'intreccio fra gli apprendimenti e la vita concreta. l'intreccio tra ciò che viene svolto a scuola e le consegne delle attività a casa. l'intreccio tra il ruolo del docente e il coordinatore di classe. l'intreccio tra l'identità dei bambini e quella dell'insegnante. 04. Cosa si intende per “didattica operativa”?. una didattica prevalentemente centrata sull'azione. una didattica sviluppata su cicli di operazioni. una didattica basata sull'azione concreta dell'insegnante. una didattica che mette il bambino al centro in tutte le sue dimensioni. 05. Su quali radici poggia la pedagogia ludica?. sul significato del gioco come forma di educazione del corpo e della mente. sul valore della pedagogia in ambito ludico. sul ruolo della pedagogia applicata al gioco. sul ruolo del gioco in ambito scolastico. 01. L’esplorazione assolve quale funzione?. quella relativa alla capacità immaginativa. quella di entrare in relazione con il mondo interno dell’altro. quella di raccogliere informazioni sul mondo esterno. nessuna delle risposte riportate. 02. A partire dal secondo anno di vita, nel bambino, compare il terzo “comportamento ludico”, qual è?. quello di raccogliere informazioni sul mondo esterno. quello di entrare in relazione con il mondo interno dell’altro. è quello relativo alla capacità immaginativa. nessuna delle risposte riportate. 03. Quali sono i due “comportamenti ludici” presenti nel bambino fin dalla nascita?. la razionalizzazione e la manipolazione. l'esplorazione e la razionalizzazione. l'imitazione e la razionalizzazione. l'imitazione e l'esplorazione. 04. L’imitazione assolve quale funzione?. nessuna delle risposte riportate. quella di entrare in relazione con il mondo interno dell’altro. quella di raccogliere informazioni sul mondo esterno. quella relativa alla capacità immaginativa. 05. L’esperienza interiore del bambino si organizza e si modella in quale contesto?. in quello familiare. in quello informale. in quello formale. in quello ludico. 01. Che cos'è il gioco?. E' un'attività che coinvolge gran parte dell'infanzia. E' un'attività che si sviluppa a scuola. E' un'attività che si sviluppa per tutta la vita. E' un'attività secondaria. 02. Il gioco è fondamentalmente: Un'attività ricreativa. Un'attività educativa. Un'attività di apprendimento. Un'attività non necessaria. 03. J. Piaget considerò il gioco e l’imitazione come: Parti integranti dello sviluppo intellettuale. Parti ininfluenti per lo sviluppo dell'apprendimento. Parti non fondamentali dello sviluppo intellettuale. Parti complementari e secondarie per lo sviluppo del bambino. 04. Secondo H. Spencer, il bambino gioca perché: Ha bisogno di farlo. Ha bisogno di scaricare un eccesso di energia. E' troppo piccolo per apprendere altre esperienze. Non ha ancora imparato altre cose. 05. Secondo Karl Groos il gioco infantile è basato sulla necessità di esercitare: Gli istinti primari. Gli istinti di imitazione. Gli istinti di sopravvivenza. Gli istinti della loro specie. 06. Chi ha detto che "il gioco è il lavoro non alienato del bambino": Pestalozzi. Kant. Rousseau. Froebel. 07. Il gioco, ad una certa età adulta è: Un'attività indispensabile. Sempre necessario e fondamentale. Per niente utile, superflua. Un'attività marginale e parziale. 01. Qual è l’elemento più importante che distingue i giochi cooperativi dai giochi competitivi / gare?. Il piacere di giocare. il piacere di vincere. il piacere di partecipare. il piacere di competere. 02. Il gioco percettivo motorio in quale fascia di età si presenta?. verso i due anni. dai sette agli otto anni. dall'età di un anno a quella di 18 mesi. nessuna delle risposte riportate. 03. Il gioco simbolico in quale fascia di età si presenta?. dai sette agli otto anni. verso i due anni. dall'età di un anno a quella di 18 mesi. nessuna delle risposte riportate. 01. Del bambino, cosa è possibile scorgere e comprendere nel gioco?. le basi delle forme di apprendimento. le basi delle forme di apprendimento, il livello di crescita e di maturazione. i processi dell 'Io e del Super Io. il livello di crescita e di maturazione. 02. Piaget e Freud hanno evidenziato che l’attività ludica inizia quando il bambino prende coscienza di cosa?. dell’esistenza delle persone e delle cose che lo circondano. della sua esistenza. del proprio inconscio. dell'esistenza dell'altro. 01. Nel bambino, la Tappa dei giochi simbolici, cosa consente: di sviluppare l'immaginazione. nessuna delle risposte riportate. di distinguere ciò che è fantasia da ciò che è reale. di sviluppare competenze cognitive. 02. Qual è una delle forme più significative della Tappa dei giochi d’esercizio?. l'immaginazione. l'apprendimento. l’imitazione. l'istruzione. 03. Secondo Piaget la crescita del bambino, che procede per tappe, è strettamente correlata a: al gioco. al suo status sociale. alla madre. all'affetto del caregiver. 01. Nell'ordinamento giuridico sportivo cosa si intende per "organizzazione"?. la presenza di un certo numero di soggetti destinatari delle norme proprie dell’ordinamento. un complesso di prescrizioni, contenute in atti giuridicamente individuati, che stabilisce diritti, obblighi, poteri e facoltà dei soggetti. nessuna delle risposte riportate. l'elemento che, rendendo possibile l'azione dei soggetti, ne limita la libertà in nome dell'interesse collettivo. 02. La formazione del diritto sportivo a quando risale?. alla prima metà del XIX secolo. alla seconda metà del XIX secolo. all'inizio del XX secolo. alla fine del XVIII secolo. 03. Il mondo dello sport presenta tutti gli elementi tipici di ogni ordinamento giuridico, quali?. una plurisoggettività, un'organizzazione, una definizione. una normazione, un'organizzazione, una legislazione. una plurisoggettività, una normazione, una descrizione. una plurisoggettività, una normazione, un’organizzazione. 04. Nell’ordinamento giuridico sportivo cosa si intende per "plurisoggettività"?. la presenza di un numero elevato di soggetti, fautori delle norme proprie dell'ordinamento. nessuna delle risposte riportate. l'assenza di un numero definito di soggetti riconducibili alle norme proprie dell'ordinamento. la presenza di un certo numero di soggetti destinatari delle norme proprie dell’ordinamento. 05. Come viene definito l’atto formale con cui le entità associative entrano a far parte dell’ordinamento giuridico sportivo?. affiliazione. adesione. tesseramento. associazione. 06. Nell’ordinamento giuridico sportivo cosa si intende per "normazione"?. la presenza di un certo numero di soggetti destinatari delle norme proprie dell’ordinamento. l'elemento che, rendendo possibile l'azione dei soggetti, ne limita la libertà in nome dell'interesse collettivo. un complesso di prescrizioni, contenute in atti giuridicamente individuati, che stabilisce diritti, obblighi, poteri e facoltà dei soggetti. nessuna delle risposte riportate. 07. Da quale legge è regolato il contratto di lavoro sportivo?. legge 91/23 giugno 1979. legge 24/5 maggio 2001. legge 104/4 marzo 2001. legge 91/23 marzo 1981. 08. In campo internazionale le figure organizzative tipiche dell’ordinamento sportivo sono rappresentate da: dal Comitato internazionale olimpico e dalle federazioni internazionali. I Comitati olimpici e paraolimpici. i Giochi olimpici e la federazione nazionale. le federazioni nazionali e il Comitato olimpico. 09. Come viene definito l’atto formale con cui le persone fisiche entrano a far parte dell’ordinamento giuridico sportivo?. partecipazione. affiliazione. associazione. tesseramento. 01. Quando lo sport è educativo?. quando permette lo sviluppo delle attitudini motorie della persona. quando permette lo sviluppo delle attitudini motorie della persona in relazione ai suoi aspetti cognitivi e sociali. quando permette lo sviluppo delle attitudini motorie della persona in relazione ai suoi aspetti affettivi, cognitivi e sociali. quando permette lo sviluppo delle attitudini motorie della persona in relazione ai suoi aspetti affettivi. 02. La prima Olimpiade dell’Era Moderna da chi fu istituita?. da Camillo Benso Conte di Cavour. dal Barone di Münchhausen. dal Barone Pierre de Coubertin. da Benito Mussolini. 03. In che epoca nasce l’educazione fisica come disciplina autonoma?. nell’età moderna. nell'età medioevale. nell'età contemporanea. nell'età classica. 01. Quando la classificazione della disabilità può costituire un vantaggio?. quando serve a mettere in moto azioni che consentono di superare le difficoltà evidenziate. quando è atta a monitorare lo sviluppo dei singoli sensi. quando rientra nei paradigmi della pedagogia speciale. quando serve a mettere in moto azioni esclusivamente in ambito terapeutico-riabilitativo. 01. Uno degli elementi essenziali dell’evoluzione psicologica e morale dei soggetti è l’apprendimento: della lettura e della scrittura. delle leggi della fisica. delle regole. della buona educazione. 01. Cosa significa che "lo sport moderno è indissolubilmente legato al capitalismo"?. che lo sport si è affermato in un contesto storico/sociale che premia la cultura del successo. che lo sport tende a sacrificare il risultato a favore dell’elemento gioco. che lo sport sacrifica gli interessi economici ad esso legati a favore dell’elemento gioco. nessune delle risposte riportate. 01. I comportamenti “prosociali” in quale fascia di età possono essere sviluppati e valorizzati attraverso l’attività sportiva?. L’età tra i tre e i quattro anni. L’età tra i cinque e i sette anni. L’età tra i nove ed i dodici anni. L’età tra i quattordici e i diciotto anni. 02. Gli adolescenti, con l’esperienza sportiva, quali esigenze possono soddisfare?. l'esigenza di riconoscersi più atletici degli altri. nessuna, poiché le esigenze, qualora vi fossero, sono già state soddisfatte negli anni precedenti. l'esigenza di alimentare un’immagine di sé ideale. l’esigenza di appartenere ad un gruppo e di identificarsi con esso. 01. In quale anno è stata presentata la "Carta dei principi dello sport per tutti"?. 2004. 2005. 2008. 2006. 02. Il concetto di “fair play” oltre a significare “gioco reale” incorpora quali altri concetti?. amicizia, rispetto degli altri, spirito sportivo. rispetto degli altri, spirito sportivo. spirito sportivo. amicizia. 01. Cosa funge da tramite (da mediatore) fra bambino e ambiente circostante?. il suo corpo. la sua intelligenza. la sua creatività. il suo linguaggio. 02. L'educazione fisica può contribuire a sviluppare una pratica rispettosa di cosa?. del proprio ambiente. del proprio corpo e della propria mente. del proprio corpo. del proprio corpo e del proprio ambiente. 03. Per il neonato, la sola forma di contatto psico-sociale è: il linguaggio non verbale. la motricità. il linguaggio. il gioco. 01. La creatività è prerogativa delle attività artistiche?. assolutamente si. dipende da cosa si intende per attività artistiche. no. si. 02. L'emozione svolge un ruolo di motivazione per cosa?. per l'operazione. per la meditazione. per la riflessione. per l'azione. 01. Gli sport hanno un grande potenziale nella creazione di una società di che tipo?. esplicativa. esclusiva. inclusiva. interattiva. 02. Cosa può influenzare il razzismo?. la motivazione, il godimento, i livelli di partecipazione. la motivazione. la motivazione, i livelli di partecipazione. il godimento. 03. Qual è il modo migliore per combattere tutte le forme di discriminazione, soprattutto per le giovani generazioni?. la mediazione. la motivazione. l'istruzione. la ginnastica. 04. Nello sport, il razzismo su cosa si basa?. sulla rivalità sportiva. sull'eugenetica. sull'egemonia di una razza sulle altre. sulla rivalità sportiva, sui conflitti etnici, sull'egemonia urbana. 05. Il multiculturalismo cosa cerca di promuovere?. il valore della diversità e la parità di opportunità. il valore delle opportunità. il valore delle diversità. le pari opportunità. 01. La pratica sportiva può rappresentare la possibilità di comprendere cosa?. i valori della vittoria. i valori identitari. i valori morali. quale sia la moralità. 02. La pratica sportiva può rappresentare la possibilità di integrare gli individui all’interno di cosa?. di una realtà. di una società. di un gruppo. di una civiltà. 03. La pratica sportiva può rappresentare la possibilità di aiutare gli individui a definire cosa?. la loro realtà. la loro personalità. la loro identificazione. il loro gruppo. 01. L'ingresso della commercializzazione nel mondo dello sport ha agito da volano per il diffondersi di una mentalità tesa ad accentuare che cosa?. il far prevalere "l'importante è partecipare" su il "vincere ad ogni costo". l'aspetto giocoso sull'aspetto agonistico. l'aspetto agonistico sull'aspetto giocoso. nessuna delle risposte riportate. 02. La presenza di una sostanza proibita nel fisico di un atleta si definisce: physical enhancement. medical treatment. standing. doping. 03. L’etimologia della parola “doping” risale probabilmente al termine “dop”. Cosa è il "dop"?. un rito sacrificale, tipico delle prime civiltà afro-americane. una sostanza alcolica assunta dai guerrieri zulu per eccitarsi prima della battaglia. un rito propiziatorio, prima di ogni disputa sportiva. una danza realizzata dai guerrieri indiani prima di ogni battaglia. 01. Il doping va considerato una violazione di quali regole?. delle regole comportamentali. delle regole "costitutive" della pratica dello sport. delle regole "regolative" della pratica dello sport. delle regole che determinano lo svolgimento concreto delle singole pratiche. 02. Che significato ha il principio “chi gioca lealmente è sempre vincitore”?. nello sport l’aspetto ludico/ formativo dovrebbe prevalere sull’aspetto agonistico/ competitivo. nessuna delle risposte riportate. nello sport l'aspetto agonistico/competitivo dovrebbe essere principale su ogni altro aspetto. nello sport non è la modalità che conta ma è il risultato. 01. L’allenatore, anche quando non ne è consapevole, è: un promotore. un mental coch. un persuasore. un educatore. 01. Nei gruppi primari qual è lo scopo dell'aggregazione?. soddisfare i bisogni emotivi e sociali dei membri. perseguire obiettivi individuali. perseguire obiettivi individuali e successo di gruppo. soddisfare i bisogni del proprio allenatore. 02. Nei gruppi secondari qual è lo scopo dell’aggregazione?. raggiungere mete isolate attraverso la partecipazione degli individui. soddisfare i bisogni del proprio allenatore. soddisfare i bisogni emotivi e sociali dei membri. raggiungere obiettivi specifici/limitati vincolando le persone ad un ruolo ben definito. 01. Quando l’ansia di gruppo rimane latente?. quando le tensioni da latenti si fanno palesi. quando è dominata da meccanismi difensivi. quando la tendenza disgregatrice prevarica. nessuna delle risposte riportate. 02. Da cosa è determinata la coesione del gruppo?. dalla complicità emergente i partecipanti all'attività di gruppo. dalle spinte individuali di ciascun membro del gruppo. dal campo di forze che agisce sui membri per farli restare insieme. dall'utilità che ne beneficiano i componenti del gruppo. 03. In un gruppo, in cosa consiste la “coesione cooperativa”?. nell’inibizione dell’aggressività interna. nella rimozione dell’aggressività interna. nella presa di coscienza e l'analisi delle difficoltà. nel disimpegno di fronte all'insuccesso. 04. Perché la dinamica della “coesione cooperativa” ha anche un significato educativo?. perché sviluppa la disponibilità degli atleti ad un continuo adattamento attraverso una relazione di tipo difensivo. perché sviluppa la disponibilità degli atleti ad un continuo adattamento attraverso una relazione di tipo inclusivo. perché sviluppa la disponibilità degli atleti ad un continuo adattamento attraverso una relazione di tipo istituzionalizzato. perché sviluppa la disponibilità degli atleti ad un continuo adattamento attraverso una relazione di tipo cooperativo. 05. Perché solo chi possiede il concetto di “coesione” al proprio interno può aumentare la coesione di un gruppo?. perché la coesione si apprende durante i percorsi personalizzanti. perché la coesione è uno stile di vita. perché la coesione è un semplice aspetto sociologico. perché la coesione si apprende durente i percorsi personalizzanti. 06. Esistono delle tecniche che possono favorire l'aumento della coesione di gruppo?. no. si. dipende da cosa si intende per coesione. dipende se i membri del gruppo sono già stati selezionati in base alla loro predisposizione ad essa. 07. Tra le tecniche che possono favorire l'aumento della coesione di gruppo rientra il “sociodramma”. In cosa consiste?. l’intero gruppo dà vita ad un’azione scenica collettiva che permette la comprensione di problemi esterni/interni al gruppo. in un gioco teatrale dove ogni membro del gruppo è sollecitato ad improvvisare scene di vita vissuta. nessuna delle risposte riportate. dal rilevamento di scelte e/o rifiuti reciproci tra i membri del gruppo in base a valutazione "affettivo-emotive" o "centrate sul compito". 01. Cosa si intende per “dinamiche di gruppo”?. l'insieme delle interrelazioni dei costituenti diretti del gruppo. le interrelazioni di un insieme di persone. l'insieme delle interrelazioni dei costituenti indiretti del gruppo. l'insieme delle interrelazioni dei costituenti diretti ed indiretti del gruppo. 02. “Colui che ascolta tutti, tiene in debita considerazione le opinioni e le esigenze dei singoli elementi, conosce e non ha problemi a confrontarsi” che tipo di leader è?. leader autoritario. leader autorevole. leader paternalista. leader carismatico. 01. Cosa è l’agonismo?. un atteggiamento privo di valori etici e fomentato dai leader. un atteggiamento sfidante, tipico della personalità non completamente matura. un comportamento istintivo ed agressivo che ha necessità di essere controllato. un comportamento motivato che nasce dall’esigenza umana di autoaffermazione ed autorealizzazione. 02. L’agonismo è una caratteristica esclusiva dello sport?. no, questa sfida è tipica anche nel mondo politico. no, è solo un esempio tra le tante occasioni di sfida presenti nel vivere sociale. si, perché è un atteggiamento umano che si presenta nell’interazione con l’altro. si, è una caratteristica esclusiva dello sport. |