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Pianificazione energetica 15 - 28

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Pianificazione energetica 15 - 28

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L9 - ingegneria gestionale

Creation Date: 2024/11/10

Category: Others

Number of questions: 140

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15.1 Il gradiente termico medio della terra è pari a circa: 1°C ogni 100 m. 3°C ogni 100 m. 10°C ogni 100 m. 2°C ogni 1000 m.

15.2 Gli elementi che formano un sistema geotermico sono: Sorgente, Serbatoio, Fluido. Sorgente, Serbatoio, falda. Pozzo, Serbatoio, Fluido. Serbatoio, sorgente, Falda.

15.3 La potenza geotermica installata nel mondo è pari a circa: 2 GW. 100 GW. 12 GW. 400 GW.

15.4 I sistemi geotermici sono classificati in base alla sorgente come: Idrodinamiche, Geopressurizzate, a scisti. Idrotermiche, Geopressurizzate, Petrotermiche. Idrofile, a Vapore, Petrotermiche. Idrofile, a vapore, a Scisti.

15.5 I sistemi idrotermici possono essere classificati come: A vapore dominante e ad acqua dominante. A compressione e a espansione. A vapore dominante e a vapore sottodominante. A ciclo a vapore e a ciclo ad acqua.

15.6 In uno schema di un impianto a acqua dominate, rispetto a uno a vapore dominante è sempre presente: Un pozzo di estrazione. Un separatore di fasi. Un condensatore. Una torre evaporativa.

15.7 In sistema idrotermico a ciclo diretto a contropressione, il vapore estratto dalla sorgente geotermica viene: Convogliato in un condensatore dopo che si è espanso in turbina. Scaricato direttamente in atmosfera dopo che è espanso in turbina. Reinserito nel sottosuolo dopo una compressione. Reinserito nel sottosuolo dopo aver preriscaldo il fluido in uscita dalla terra.

15.8 La potenza termica media di un sistema idrotermico a ciclo diretto a condensazione è pari a circa: 50 MW. 5 MW. 1GW. 200 MW.

15.9 Il fluido presente in un sistema geopressurizzato si trova a circa: 10 bar. 100 bar. 1000 bar. 10 000 bar.

15.10 Negli impianti geotermici a ciclo binario: Il vapore uscente dal pozzo confluisce direttamente in turbina. Il vapore uscente dal pozzo confluisce direttamente in turbina dopo essere passato per un separatore di fasi. Il vapore uscente dal pozzo confluisce in uno scambiatore a cui cede calore. Il vapore uscente dal pozzo confluisce alla fine del ciclo nella torre evaporativa.

16.1 Non si può considerare biomassa: Le alghe. La parte organica dei rifiuti urbani. La legna. Il Carbone.

16.2 L'uso energetico delle biomasse: Non comporta l'immissione di Anidride carbonica. Non comporta l'immissione di Ossidi di Azoto. Non comporta la produzione di vapore acqueo. In riferimento all'intero suo ciclo di vita non emette anidride carbonica.

16.3 La reazione di fotosintesi clorofiliana può essere schematizzata come: Processo che sfrutta l'energia solare per convertire l'anidride carbonica e Azoto in Ossigeno. Processo che sfrutta l'energia solare per convertire l'anidride carbonica e l'acqua in Ossigeno e carboidrati. Processo che sfrutta l'energia solare per convertire l'anidride carbonica e l'Acqua in Ossigeno e monossido di carbonio. Processo che sfrutta l'energia solare per convertire l'anidride carbonica e l'Ossigeno in vapore acqueo.

16.4 Una coltura erbacea pluriennale è: La canna comune. La colza. Il Sorgo. Il Girasole.

16.5 Tra i processi termochimici della biomassa non possiamo annoverare: Gassificazione. Pirolisi. Combustione. Digestione.

16.6 I fattori che indirizzano sul miglior processo di conversione energetica della biomassa sono: Il Rapporto C/N e la densità. Il Rapporto C/N e il contenuto idrico. La densità e il contenuto idrico. Il Rapporto C/N e il Potere calorifico superiore.

16.7 Il potere calorifico della legna e sui sottoprodotti è dell'ordine di: 8 MJ/kg. 17 MJ/kg. 35 MJ/kg. 41 MJ/kg.

16.8 I Processi di trattamento delle biomasse si suddividono in: Termochimici, biochimici, Chimico-fisici. Termochimici, Fisici, Biologici. Fisici e Biologici. Termochimici, Biologici e Fisici.

16.9 Una Coltura oleaginose è: La colza. La barbabietola. Il grano. Il sorgo.

16.10 Un sacco di cippato classificato M20 significa che: Ogni pezzo ha un lunghezza massima inferiore a 20 mm. Ha un contenuto idrico inferiore al 20%. Ha un peso di 20kg. Ha un potere Calorifico di 20 MJ/kg.

17.1 Le temperature associate al processo di pirolisi sono: 200-400 °C. 400-800 °C. 800-1200 °C. 100-500 °C.

17.2 La pirolisi si distingue principalmente dalla gassificazione per: L'assenza di ossigeno. La produzione di Idrogeno. La produzione di CHAR. La produzione di anidride carbonica.

17.3 I prodotti della pirolisi sono: Syngas, CHAR e carbone. Syngas, Biolio e TAR. Syngas, CHAR e TAR. Idrogeno, Syngas e TAR.

17.4 I processi di pirolisi sono classificati in base a la velocità e le temperature raggiunte in: Pirolisi Lenta, Pirolisi veloce, Flash pirolisi. Pirolisi fredda, Pirolisi calda, Flash pirolisi. Pirolisi diretta, Pirolisi inversa, Flash pirolisi. Pirolisi fissa, Pirolisi mobile, Flash pirolisi.

17.5 Le fasi del processo di gassificazione sono: Aspirazione, gassificazione, evaporazione. Combustione, gassificazione, Distillazione. Combustione, essiccazione, Distillazione. Aspirazione, gassificazione, Distillazione.

17.6 Le temperature associate al processo di gassificazione sono: 400-700°C. 200-600°C. 500-900°. 800 -1200°C.

17.7 Il trattamento idrotermico che permette la separazione delle tre frazioni dei substrati vegetali si chiama: Cracking. Steam Explotion. Pirolisi. Gassificazione.

17.8 La Flash Pirolisi avviene a temperature: Superiori a 400°C. Superiori a 600°C. Superiori a 800°C. Superiori a 1000°C.

17.9 Il syngas con più alto calore specifico si ottiene dalla: Gassificazione in aria. Gassificazione con Vapore. Gassificazione con ossigeno. Carbonizzazione.

17.10 Il seguente materiale non può produrre syngas mediante un processo di pirolisi: Copertone di auto. Cotone. Carta. Piatti in ceramica.

18.1 La Digestione Anaerobica è un processo: Termochimico. Biochimico. Fisico. Meccanico.

18.2 I prodotti uscenti da un digestore anaerobico sono: Biogas e Azoto. Biogas e Digestato. Metano e Anidride carbonica. Metano e Digestato.

18.3 La seguente fase non caratterizza il processo di digestione: Idrolisi. Acidogenesi. Alcolgenesi. Metanogenesi.

18.4 I batteri mesofili lavorano in un range di temperature comprese tra: 20-30°C. 20-40°C. 40-60°C. 10-30°C.

18.5 Un digestore a secco lavora con una concentrazione di sostanza secca: Minore del 20%. Minore del 40 %. Maggiore del 20%. Maggiore del 50%.

18.6 Si ha una resa di Biogas maggiore con un sistema: Monostadio. Bistadio. Triplo stadio. Quadruplo stadio.

18.7 Il digestato è ricco di: Carbonio. Metano. Azoto minerale. Anidride carbonica.

18.8 La combustione di un metro cubo di biogas in cogenerazione può rendere circa: 1 Kwh di energia elettrica e 1 kWh di energia termica. 12 Kwh di energia elettrica e 20 kWh di energia termica. 2 Kwh di energia elettrica e 3 kWh di energia termica. 4 Kwh di energia elettrica e 10 kWh di energia termica.

18.9 Il processo di upgading all'interno di un impianto biogas serve a: Rimuovere l'acqua dal biogas. Rimuovere lo zolfo dal biogas. Rimuovere l'Azoto dal Biogas. Rimuovere l'Anidride carbonica dal biogas.

18.10 I tempi di digestione della biomassa a temperatura media (30°C) sono dell'ordine di: 25-40 Giorni. 24 - 48 Ore. 10 -20 Giorni. 50-80 Giorni.

19.1 Un biolio si può produrre a partire da: Colza. Barbabietola. Canna. Garano.

19.2 Olio Vegetale, rIspetto al gasolio è: E' meno denso. E' meno Viscoso. Ha un Potere calorifico inferiore. Ha numero di Cetano minore.

19.3 Un veicolo con carburante E85: Impiega una miscela di Etanolo all'85% e Benzina al 15%. Impiega una miscela di Etanolo all' 15% e Benzina al 85%. Impiega una miscela di Etanolo all' 15% e Gasolio al 85%. Impiega una miscela di Etanolo all' 85% e Gasolio al 15%.

19.4 ETBE è: Un nuovo tipo di carburante. Un additivo per gasolio. Un additivo per benzine. Un processo per la produzione di Etanolo.

19.5 Il processo di produzione del Bioetanolo è: Un processo di digestione anaerobica. Un Processo di fermentazione aerobica. Un processo di Transesterificazione. Un processo di fermentazione anaerobica.

19.6 Il processo di produzione del Biodiesel viene definito: Processo di transizione. Processo di fermentazione. Processo di Transesterificazione. Processo di transaminazione.

19.7 Un prodotto della Transesterificazione dell'olio vegetale è: Il saccarosio. Il metanolo. Il glicerolo. Lo zucchero.

19.8 Nel processo d transesterificazione il Biodiesel viene definito come: Estere butilico dell'acido acetico. Estere butilico dell'amido. Estere etilico degli acidi. Estere metilico degli acidi grassi.

19.9 Le macchine immatricolate a gasolio possono accettare una percentuale di biodiesel pari a: 5%. 15%. 30%. 50%.

19.10 Una macchina a gasolio ha: Prestazioni analoghe di una stessa macchina a Biodiesel. Prestazioni migliori di una stessa macchina a Biodiesel. Prestazioni peggiori di una stessa macchina a Biodiesel. Prestazioni migliori di una stessa macchina a Biodiesel solo se il Biodiesel è miscelato con MTBE.

20.1 L'energia del vento è fornita dal: Sole. Mare. La Forza gravitazionale. Movimento terrestre.

20.2 Nella relazione per la determinazione della velocità del vento a una quota z2 conoscendo la velocità del vento alla quota z1 è utilizzata una formula con un esponente (alfa) che dipende da: La densità dell'aria. La scabrezza del terreno. La temperatura. Lo strumento di misura.

20.3 La potenza di una vena fluida dipende: In modo lineare dalla velocità dell'aria. Dal quadrato della velocità dell'aria. Dal cubo della velocità dell'aria. In proporzione inversa alla velocità dell'aria.

20.4 Una vena fluida (densità 1,225 kg/dm3) ha una velocità di 10 m/s, allora la potenza disponibile associata per unità di superficie (W/m2) è paria a: 122.5. 61.25. 612.5. 1225.

20.5 Il coefficiente di Betz è pari a: 0.42. 0.593. 0.682. 0.253.

20.6 Una rotore di una turbina eolica misura 20 m. Se il coefficiente globale del sistema è pari a 0,25, allora la Potenza utile (in Watt) della turbina per una velocità di 5 m/s (Densità aria 1,225 kg/m3) è pari a: 1202. 12020. 1914. 6010.

20.7 Leggendo curva di durata del vento è possibile: Conoscere la percentuale di tempo per cui una la velocità del vento è stata inferiore a quella di una determinata velocità. Conoscere la percentuale di tempo per cui una determinata velocità vento è stata superata. Conoscere la percentuale di tempo per cui è stata misurata una velocità del vento. Conoscere il tempo per cui è stata misurata una determinata velocità del vento.

20.8 All'aumentare del fattore di forma k della funzione di distribuzione statistica di Weibull: La curva assume una forma a campana più simmetrica. La curva assume una forma a campana meno simmetrica. L'Area della curva sottesa aumenta. La velocità media del vento varia.

20.9 In fase di determinazione della producibilità potenziale di un sito eolico: E' sufficiente conoscere la velocità media del vento nel sito. Non è sufficiente conoscere la velocità media del vento nel sito. E' sufficiente conoscere la direzione del Vento. E' sufficiente conoscere la densità dell'aria.

20.10 La seguente formula permette di determinare la produzione teorica di energia elettrica da una turbina eolica: Ee[kWh] = 8760 ʃ P(v)f(v)dv. Ee[kWh] = 8760 ʃ P(v) / f(v)dv. Ee[kWh] = 8760 ʃ P(v)dv. Ee[kWh] = 8760 f(v)ʃ P(v)dv.

21.1 I nome di riferimento delle turbine ad asse verticale sono: Savinus e Dassino. Savonius e Darrieus. Cavinius e Terzius. Axus e Prisus.

21.2 Le turbine tipo Savonius sono: Ad asse orizzontale a tre pale. Ad asse orizzontale a due pale. Ad asse verticale a portanza. Ad asse verticale a resistenza al vento.

21.3 Le turbine Darreius, rispetto alle Savonius sono: Più efficienti. Meno efficienti. Turbine lente. Molto più rumorose.

21.4 Una turbina sopravento si può riconoscere da quella sottovento: Dal numero di pale. Dalla presenza della Pinna direzionale. Dalla navicella. Dal tipo di torre di sostegno.

21.5 Gli impianti micro-eolici hanno una potenza nominale inferiore a: 3 KW. 20 kW. 50 kW. 100 kW.

21.6 La velocità di Cut-off di una turbina è: La velocità del vento di avvio. La velocità minima per la quale la turbina eroga la portata nominale. La velocità di rotazione delle pale. La velocità del vento alla quale i freni bloccano la rotazione dell'albero.

21.7 Una turbina eolica on-shore da 1 MW può produrre in un anno circa: 100 MWh. 3000 kWh. 2000 MWh. 100000 MWh.

21.8 La massima velocità del vento alla quale una turbina eolica può funzionare è circa: 15 m/s. 25 m/s. 35 m/s. 45 m/s.

21.9 Le turbine eoliche off-shore sono: Turbine installate in mezzo al mare. Turbine installate sui pendii delle montagne. Delle turbine ad asse verticale. Delle micro-turbine.

21.10 La navicella di una turbina eolica: E' il nome tecnico della pala. E' l'ambiente in cui alloggiano i componenti principali di una turbina. E' il sistema frenante della turbina. E' il sistema di bardata di una turbina.

22.1 L'Energy Utilizzation Factor di un cogeneratore è: Il rapporto tra l'energia elettrica prodotta e l'energia chimica del combustibile impiegato. Il rapporto tra l'energia elettrica prodotta e l'energia termica recuperata. Il rapporto tra la somma dell'energia elettrica prodotta e l'energia termica recuperata, diviso l'energia chimica del combustibile impiegato. Il rapporto tra l'energia termica recuperata a e l'energia elettrica immessa nella rete.

22.2 L'indice elettrico di un cogeneratore è: Il rapporto tra l'energia elettrica prodotta e l'energia chimica del combustibie impiegato. Il rapporto tra l'energia elettrica prodotta e l'energia termica recuperata. Il rapporto tra la somma dell'energia elettrica prodotta e l'energia termica recuperata, diviso l'energia chimica del combustibile impiegato. Il rapporto tra l'energia termica recuperata a e l'energia elettrica immessa nella rete.

22.3 L'Indice di Risparmio Energetico di un cogeneratore quantifica: Il risparmio relativo di energia primaria realizzabile da un impianto di cogenerazione rispetto ad un impianto separato per la produzione di energia termica. Il risparmio relativo di energia primaria realizzabile da un impianto di cogenerazione rispetto ad impianti separati per la produzione di energia termica ed energia elettrica. La differenza di energia primaria consumata tra un impianto di cogenerazione rispetto ad un impianto per la produzione della sola energia elettrica. La differenza di energia primaria consumata tra un impianto di cogenerazione rispetto ad impianti separati per la produzione di energia termica ed elettrica.

22.4 Un impianto di cogenerazione può essere qualificato come CAR se rispetta dei valori minimi: Dell'indice Elettrico e del Limite termico. Del Limite termico e dell'EUF. Del Limite termico e dell'IRE. Dell'IRE e del'EUF.

22.5 Un cogeneratore viene dimensionato tipicamente per coprire: Il fabbisogno termico dell'utenza. Il fabbisogno elettrico dell'utenza. Il simultaneo fabbisogno elettrico e termico dell'utenza. La domanda di energia elettrica della rete.

22.6 Gli impianti a vapore che lavorano in cogenerazione sono classificati come: Impianti a Saturazione e Compressione. Impianti a Saturazione e Contropressione. Impianti a spillamento e compressione. Impianti a spillamento e Contropressione.

22.7 I maggiori rendimenti in cogenerazione si ottengono impiegando: Turbine a gas. Motori alternativi a combustione interna. Cicli a vapore. Cicli Combinati.

22.8 Uno dei principali vantaggi nell'impiegare delle turbine a gas per la cogenerazione è: La bassa rumorosità. La possibilità di impiegare una vasta tipologia di combustibili. La capacità di poter variare velocemente i carichi elettrici e termici. Non aver bisogno di manutenzioni.

22.9 Il Limite termico di un sistema di cogenerazione è: Il rapporto tra l'energia elettrica prodotta annualmente e immessa in rete e l'energia termica annualmente recuperata. Il rapporto tra l'energia termica utile annualmente prodotta e l'effetto utile complessivamente generato su base annua dall’impianto cogenerativo. La differenza di energia termica annualmente recuperata dal sistema di cogenerazione e la produzione di energia elettrica immessa annualmente in rete. Il rapporto tra l'energia elettrica prodotta annualmente e l'energia chimica del combustibile impiegato.

22.10 Un limite dell'impiego dei motori alternativi per la cogenerazione è: Gli elevati ingombri. La poca flessibilità. La produzione di energia termica a bassa temperatura. L'impossibilità di avere impianti di piccola taglia (inferiori ai 200 kW).

23.1 Il mercato delle mini turbine a gas per la cogenerazione copre potenze dell'ordine di: 30-150kW. 70-150kW. 5-20kW. 100-200kW.

23.2 Le micro turbine a gas per la cogenerazione impiegano tipicamente un compressore: Centrifugo. Assiale. A vite. A doppio stadio.

23.3 In un sistema di micro cogenerazione a gas è sempre presente: Una pompa. Un condensatore. Uno scambiatore rigeneratore. Due turbine, una di alta e una di bassa pressione.

24.4 Un ciclo stirling è caratterizzato da: Due trasformazioni isobare e due isocore. Due trasformazioni isoterme e due adiabatiche. Due trasformazioni isobare e due adiabatiche. Due trasformazioni isoterme e due isocore.

23.5 I rendimenti elettrici degli attuali motori Stirling sono dell'ordine del: 5-10 %. 10 - 20 %. 20 - 30 %. 2 - 5 %.

23.6 Le celle a combustibile impiegano come fonte di energia: L'idrogeno o il metano. L'acqua e l'ossigeno. L'ossigeno e l'anidride carbonica. Il gasolio o il metano.

23.7 Le celle a combustibile si differenzino principalmente per: La potenza massima raggiungibile. I prodotti chimici di scarto prodotti. Il tipo di elettrolita impiegato. Il combustibile impiegato.

23.8 I motori Stirling impiegano per combustibile: Solo gasolio. Solo gas naturale. Benzina o gasolio. Qualsiasi tipo di combustibile.

23.9 Una cella a combustibile rilascia nell'ambiente: Anidride carbonica. Metano. Monossido di carbonio. Acqua.

23.10 Il seguente acronimo non i riferisce a una cella a combustibile: MCFC. PEM. PSFC. SOFC.

24.1 La temperatura superficiale del sole è pari a circa: 2000 K. 3000 K. 6000 K. 8000 K.

24.2 La costante solare è pari a circa: 1550 W/m2. 2500 W/m2. 1000 W/m2. 1350 W/m2.

24.3 Lo spetto solare ha valori di emissione significati nel range di lunghezze d'onda comprese tra: 0,3 - 3 micrometri. 0,3 - 1 micrometri. 0,2 - 4 nanometri. 3 - 10 micrometri.

24.4 L'albedo è: La percentuale di radiazione solare incidente che viene riflessa. Un sinonimo della radiazione solare diffusa. Un punto di riferimento del sole rispetto al piano terrestre. L'energia solare globale incidente su una superficie.

24.5 La normativa nazionale di riferimento per i dati relativi all'irraggiamento solare è la: UNI 11300. UNI 10400. UNI10349. UNI 11200.

24.6 La radiazione media annuale su un piano orizzontale in Italia è circa: 1400 kWh. 400 kWh. 5000 KWh. 12000 kWh.

24.7 La disposizione di una superficie che deve captare la radiazione solare in modo ottimale a Berlino (lat. 52°) è: Azimut 0° e Tilt 52°. Azimut 0° e Tilt 42°. Azimut 45° e Tilt 62°. Azimut 52° e Tilt 22°.

24.8 Due tipologie di solare passivo sono: Il muro di Trombe e il tetto d'acqua. Il muro scuro e il tetto piano. Il muro di Trombe e il tetto d'aria. Il muro di Trombe e il muro scuro.

24.9 L'unità di misura dell'emissione solare è: W/m2. W/µm2. KWh/µm2. KJ/µm2.

24.10 Lo spettro solare ha un massimo di emissione per un valore di lunghezza d'onda pari a: 0,46 µm. 2,5 µm. 11,2 µm. 0,11 µm.

25.1 La lastra di vetro in un collettore solare non serve: Per ridurre le dispersione per irraggiamento. Per ridurre le dispersioni per convezione. Per proteggere il collettore dalle intemperie. Per ridurre le dispersioni per conduzione.

25.2 Il coefficiente di assorbimento ottimale di un collettore solare dovrebbe essere (teoricamente) : Uguale a 1 per lunghezze d'onda inferiori a 3 micrometri e uguale a 0 le lunghezze d'onda maggiori. Uguale a 1 per tutte le lunghezze d'onda. Uguale a 0 per lunghezze d'onda inferiori a 3 micrometri e uguale a 1 le lunghezze d'onda maggiori. Uguale a 0 per tutte le lunghezze d'onda.

25.3 I collettori senza protezione sono collettori solari che: Non hanno la cassa di rivestimento. Non hanno il vetro superficiale. Non hanno isolante. Non hanno dispositivi di sicurezza.

25.4 In un collettore solare il coefficiente di trasmissione della lastra di vetro è t, mentre il coefficiente di assorbimento della lastra assorbente è a. La potenza assorbita dalla lastra soggetta da una radiazione solare con potenza incidente Wi è pari a: T/a. Ta. TWi/a. TaWi.

25.5 Le perdite per conduzione di un collettore solare sono: Proporzionali allo spessore dello strato isolante e inversamente proporzionali alla sua conducibilità termica. Proporzionali alla conducibilità termica dello strato isolante e inversamente proporzionali al suo spessore. Proporzionali alla conducibilità termica e allo spessore dello strato isolante. Inversamente proporzionali alla conducibilità termica e allo spessore dello strato isolante.

26.6 Il rendimento di un collettore solare è: Pari al rapporto tra la potenza solare assorbita e la potenza solare incidente. Pari al rapporto tra la potenza solare incidente e la potenza utile ceduta al fluido termovettore. Pari al rapporto tra la potenza utile e la potenza solare incidente. Pari al rapporto tra la potenza solare utile e la potenza solare assorbita.

25.7 A parità di ogni altra grandezza fisica e meteorologica, il rendimento di un collettore solare: Diminuisce all'aumentare della temperatura del collettore. Aumenta all'aumentare della differenza temperatura collettore - temperatura dell'aria. Diminuisce all'aumentare della radiazione solare incidente. Aumenta al diminuire della temperatura dell'aria.

25.8 Sull'ascisse della curva del rendimento di un collettore solare è riportata: La temperatura dell'aria. La temperatura del collettore solare. La differenza tra la temperatura del collettore solare e la temperatura dell'aria. La differenza tra la temperatura in uscita e la temperatura in ingresso del collettore solare.

25.9 Per ottenere acqua a temperatura di pochi gradi superiori a quella dell'ambiente è : Meglio impiegare un collettore solare vetrato. Meglio impiegare un collettore solare non vetrato. Meglio impiegare un collettore solare vetrato per alti valori di radiazione solare incidente e un collettore non vetrato per bassi valori di radiazione solare incidente. Meglio impiegare un collettore solare non vetrato per alti valori di radiazione solare incidente e un collettore vetrato per bassi valori di radiazione solare incidente.

25.10 Sull'ordinata della curva del rendimento di un collettore solare troviamo il valore Co che è dato da: Il prodotto del coefficiente di trasparenza della lastra vetrata per il coefficiente di assorbimento della lastra assorbente. Il prodotto del coefficiente di trasparenza della lastra vetrata diviso il coefficiente di assorbimento della lastra assorbente. Il prodotto dello spessore della lastra isolante per la conducibilità termica della stessa. Il prodotto dello spessore della lastra vetrata per il coefficiente di trasparenza della lastra vetrata.

26.1 I serbatoi di accumulo sono alti e stretti al fine di: Ridurre le dispersioni termiche. Aumentare la stratificazione. Diminuire la stratificazione. Avere più spazi per l'inserimento degli scambiatori.

26.2 In un serbatoio solare a doppio serpentino si trovano allacciati ai due serpentini: L'impianto solare e la rete idrica. La rete idrica e l'acqua calda sanitaria. L'impianto solare e la caldaia per l'integrazione termica. L'acqua calda sanitaria e l'impianto di riscaldamento.

26.3 Un serbatoio tank in tank viene impiegato: Per la sola produzione di acqua calda sanitaria. Per la produzione di riscaldamento. Per la produzione combinata acqua calda sanitaria e riscaldamento. Per la produzione combinata acqua calda sanitaria a due livelli termici.

26.4 Se due collettori solari termici sono collegati in serie: La temperatura del fluido in uscita dal primo pannello della serie (fila) è minore della temperatura di quello uscente dal secondo pannello. La temperatura del fluido in uscita dal primo pannello della serie (fila) è maggiore della temperatura di quello uscente dal secondo pannello. La temperatura in uscita dal primo pannello della serie (fila) è uguale alla temperatura di quello uscente dal secondo pannello. La temperatura del fluido in uscita dal primo pannello della serie (fila) può essere maggiore o minore della temperatura di quello uscente dal secondo pannello.

26.5 Un impianto a circolazione naturale si distingue da quello a circolazione forzata: In base alla destinazione d'uso finale dell'acqua calda prodotta. Per l'assenza del circolatore. Per l'assenza di un serbatoio di accumulo. Per la presenza di un serbatoio di espansione.

26.6 In un impianto solare con caldaia di integrazione esterna al serbatoio di accumulo, la valvola deviatrice si attiva: In funzione della temperatura del serbatoio di accumulo. In base alla temperatura dell'acqua di rete. In base alla temperatura di impiego dell'acqua calda. In base alla temperatura della caldaia.

26.7 Un doppio serbatoio è consigliato quando: Quando ci sono più impianti solari da collegare agli accumuli. Quando vi è una forte richiesta di acqua concentrata in un tempo limitato della giornata. La domanda di acqua calda presenta dei picchi repentini. Vi è una richiesta di acqua calda continua.

26.8 In un impianto solare combinato in esercizio la temperatura del serbatoio è quella: Del collettore solare termico. Dell'impianto di riscaldamento. Dell'acqua calda sanitaria. Della rete idrica.

26.9 In un serbatoio di accumulo di un impianto a circolazione naturale si può trovare : Un serbatoio più piccolo interno a quello più grande (tank in tank). Un circolatore. Una resistenza elettrica. Una serpentina per l'allaccio alla caldaia esterna.

26.10 Un circolatore in un impianto solare a circolazione forzata si attiva quando la sonda di temperatura sull'uscita del fluido termovettore dal collettore solare: Misura una temperatura inferiore a quella misurata nel serbatoio di accumulo. Misura una temperatura superiore a quella misurata nel serbatoio di accumulo. Misura una temperatura superiore di almeno 5 gradi a quella misurata nel serbatoio di accumulo. Misura una temperatura superiore di almeno 5 gradi a quella misurata in ingresso al collettore solare.

27.1 I sistemi solari a concentrazione sono: Collettori sottovuoto, torri solari, Collettori parabolici cilindrici. Dischi parabolici, torri solari, Collettori parabolici cilindrici. Dischi concentratori, torri solari, Collettori piani cilindrici. Dischi concentratori, colonne solri, Collettori parabolici cilindrici.

27.2 Gli impianti solari termodinamici sono impiegati per: Produrre calore di processo. Produrre energia elettrica mediante trasformazioni termofisiche dei sali fusi. Per la generazione termoelettrica con impianti tradizionali. Per generare materiali plastici ad alta temperatura.

27.3 Un problema dell'impiego dei sali fusi negli impianti termodinamici: La solidificazione a temperature inferiori ai 140°C. L'instabilità a 600°C. Il costo elevato. L'infiammabilità.

27.4 I Sali fusi di un impianto solare termodinamico sono costituiti tipicamente da: Cloruro di sodio e di potassio. Nitrati di sodio e di potassio. Solfato di sodio e di potassio. Nitrati di alluminio e di ferro.

27.5 Il coefficiente C0 del rendimento di un collettore solare parabolico cilindrico: E' almeno il doppio di quello relativo a un collettore solare piano vetrato. E' uguale di quello relativo a un collettore solare piano vetrato. E' minore di quello relativo a un collettore solare piano vetrato. E' maggiore di quello relativo a un collettore solare piano vetrato.

27.6 Il coefficiente C1 del rendimento di un collettore solare parabolico cilindrico: E' almeno il doppio di quello relativo a un collettore solare piano vetrato. E' minore di quello relativo a un collettore solare piano vetrato. E' uguale di quello relativo a un collettore solare piano vetrato. E' maggiore di quello relativo a un collettore solare piano vetrato.

27.7 Per avere un fluido a temperature oltre i 100°C è meglio impiegare: Collettori solari non vetrati. Collettori solari piani vetrati. Collettori sottovuoto. Collettori piani.

27.8 Il rapporto d/D di un collettore solare parabolico cilindrico è: Il rapporto tra il diametro del tubo posizionato nel fuoco della parabola e la corda della parabola. Il rapporto tra il diametro interno e il diametro esterno del tubo posizionato nel fuoco. Il rapporto tra il diametro del tubo posizionato nel fuoco della parabola e la lunghezza della parabola. Il rapporto tra la corda e la lunghezza della parabola.

27.9 Il coefficiente C0 del rendimento di un collettore solare parabolico cilindrica è dato da: Il prodotto del coefficiente di trasparanza del vetro protettivo del tubo assorbente e il coefficiente di assorbimento del tubo assorbente. Il prodotto del coefficiente di riflessione della parabola e il coefficiente di trasparenza del vetro protettivo del tubo assorbente. Il prodotto del coefficiente di riflessione della parabola e il coefficiente di assorbimento del tubo assorbente. Il prodotto del coefficiente di riflessione della parabola, il coefficiente di trasparenza del vetro protettivo del tubo assorbente e il coefficiente di assorbimento del tubo assorbente.

27.10 Le perdite termiche per conduzione in un collettore solare parabolico cilindrico sono: Similari alle perdite per convezione. Similari alle perdite per irraggiamento. Trascurabili. Superiori alle perdite per convezione.

28.1 L'energia di un fotone è data dalla formula: E= h v. E= hc. E= h/v. E= c v.

28.2 Il drogaggio delle celle al silicio avviene con: Boro e Potassio. Boro e Fosforo. Cadmio e Fosforo. Cadmio e Potassio.

28.3 L'energia necessaria per strappare un elettrone al silicio deve essere almeno superiore a: 1,12 eV. 200 eV. 1000 eV. 10 keV.

28.4 La corrente di corto circuito di una cella è: Maggiore della corrente di picco. Minore della corrente di picco. Uguale alla corrente di picco. Circa la metà della corrente di picco.

28.5 Il Fill Factor è dato: La Potenza di picco diviso la potenza solare incidente. La potenza di picco diviso il prodotto tra Isc e Voc. Il prodotto tra Isc e Voc diviso la potenza di picco. Il prodotto tra Isc e Voc diviso la radiazione solare incidente.

28.6 All'aumentare della temperatura la tensione di una cella fotovoltaica: Aumenta. Rimane invariata. Diminuisce. Aumenta in modo logarimico.

28.7 Le condizioni standard di temperatura e radiazione solare per la misura di un dispositivo fotovoltaico sono: 20 °C, 1000 W/m2. 20 °C, 800 W/m2. 25 °C, 800 W/m2. 25 °C, 1000 W/m2.

28.8 Il rendimento di una cella è dato dal rapporto tra: Prodotto Isc e Voc, diviso radiazione solare incidente. Potenza di picco diviso la radiazione solare incidente. Prodotto Isc e Voc, diviso la potenza di picco. La potenza di picco e il prodotto Isc e Voc.

28.9 Elencando le tipologie di celle al silicio partendo da quella meno efficiente fino a quella più efficiente: Amorfo, Monocristallino, Policristallino. Amorfo, Policristallino, Monocristallino. Monocristallino , Policristallino, Amorfo. Monocristallino, Amorfo, Policristallino.

28.10 In corrispondenza della corrente di corto circuito in una curva V-I di una cella fotovoltaica la tensione è pari a=: La tensione di massima potenza. 1 Volt. 0 Volt. La tensione massima Voc.

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