Pragamatica e linguistica testuale
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Title of test:![]() Pragamatica e linguistica testuale Description: Pragamatica e linguistica testuale |




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02. Chi viene comunemente considerato il padre della Linguistica moderna?. Leonard Bloomfield. Ferdinand de Saussure. Noam Chomsky. Zellig S. Harris. 03. La linguistica formale si è sviluppata. in Australia. in ambito americano. in Europa. in Gran Bretagna. 04. Saussure ha definito il segno linguistico. come una triade: referente, significante, significato. come una diade: significante, significato. come una diade: referente, significante. come una diade: referente, significato. 05. I livelli di analisi sono. fonologia, morfologia, sintassi, lessico. fonetica e fonologia, sintassi, e pragmatica. fonetica, morfologia, sintassi, semantica e lessicologia. fonetica, morfologia, sintassi, semantica e pragmatica. 06. Il repertorio include: solamente i dialetti e le lingue. dialetti, lingue, varietà. nessuna delle risposte fornite. solamente la varietà di una lingua. 07. Il registro dipende. dai parlanti. dal momento storico. dalla situazione comunicativa. dal mezzo espressivo. La dimensione diafasica riguarda. la localizzazione geografica della lingua. la situazione comunicativa. la fase storica di riferimento. il gruppo sociale. 09. La dimensione diamesica riguarda. il genere testuale. il canale comunicativo. il gruppo sociale. la scansione mensile della comunicazione. 10. I sottocodici fanno parte della dimensione. diastratica. diafasica. diacronica. diatopica. 11. Le scienze del linguaggio. comprendono discipline numerose, con correnti di studio in continua evoluzione. sono discipline di tipo evolutivo. sono il frutto di lunghe e costose elaborazioni. sono state a lungo trascurate. 14. Quali sono gli interessi della pragmatica in relazione alla linguistica?. La pragmatica linguistica si interessa a come la lingua viene usata concretamente per compiere azioni e per comunicare in modo efficace. Non si limita a studiare la struttura della lingua (come la grammatica o la sintassi), ma si concentra sull’uso reale della lingua in situazioni specifiche. Le domande come "Che cosa si fa quando si parla (e quando si ascolta)?" evidenziano l’interesse della pragmatica per: Le azioni compiute attraverso le parole (come fare promesse, ordini, richieste) L’intenzione comunicativa dei parlanti L’interpretazione dei messaggi in base al contesto Il rapporto tra lingua e interazione sociale In sintesi, la pragmatica studia come la lingua diventa uno strumento di azione per raggiungere obiettivi comunicativi, ponendo al centro l’uso pratico della lingua. aaaa. Che cosa sono i livelli di analisi?. I livelli di analisi sono i diversi aspetti attraverso cui la linguistica studia e descrive una lingua. Ogni livello si concentra su una componente specifica del linguaggio. I principali sono: Fonetica Fonologia Morfologia Sintassi Semantica Pragmatica Questi livelli permettono di comprendere la lingua in modo completo, sia nella sua forma che nel suo uso. aaaa. Che cos'è la pragmatica?. La pragmatica è lo studio di come usiamo il linguaggio nella comunicazione quotidiana. Si concentra su come capiamo e produciamo frasi, tenendo conto di chi parla, a chi si parla, e in che situazione. Studia anche come il significato delle parole cambia a seconda del contesto e delle intenzioni del parlante. aaaa. 01. La linguistica testuale incrocia le seguenti discipline: linguistica e testualità. linguistica generale e testualità. pragmatica e e testo. linguistica e filosofia. 13. Di cosa si occupa la linguistica?. La linguistica è la disciplina che studia il linguaggio umano e le lingue naturali. Analizza come sono fatte le lingue (suoni, parole, frasi e significati) e come vengono usate nelle diverse situazioni. Si occupa anche di come le lingue cambiano nel tempo, di come variano tra persone e luoghi, e di come il linguaggio è legato ai processi mentali. aaaaa. 02. La pragmatica si occupa. della competenza comunicativa dei parlanti. del rapporto fra lingua e società. del rapporto fra utenti. del rapporto fra lingua e contesto. 03. La pragmatica eredita il modello di studio. della sociolinguistica. dello strutturalismo. della retorica classica. dell'analisi conversazionale. 04. La pragmatica è. un livello di analisi. una teoria. una corrente. una prospettiva di ricerca. 05. La pragmatica si occupa della relazione fra i segni e. la conversazione. il discorso. il testo. chi li usa. 06. La linguistica pragmatica viene chiamata anche. pragmatica del linguaggio, pragmalinguistica o pragmatica della lingua. pragmatica linguistica, pragmalinguistica o pragmatica. filosofia del linguaggio, prammatica, pragmasofia. pragmatica filosofica, pragmasofia o filosofia del linguaggio. 01. La retorica deliberativa è centrata attorno. al giusto e all'ingiusto. al lodare e biasimare. al bello e al brutto. all’utile e al dannoso. 02. Nel mondo classico i generi di retorica sono. deliberata, giudicante,. dannoso, ingiusto, biasimevole,. deliberativa, giudiziaria, epidittica. utile, giusto, lodevole. 03. L'aggettivo retorico applicato a un testo indica un discorso. vivace e fluido. ampolloso e stantio. ricco di figure retoriche. difficile e ostico. 04. La retorica giudiziaria è centrata attorno. all'utile e al dannoso. al giusto e all'ingiusto. al bello e al brutto. al lodare e biasimare. 05. Tra i filosofi che sono considerati centrali nella Pragmatica e Linguistica testuale ci sono: John Austin e Charles Morris. John Austin e Paul Grice. Paul Grice e Charles Morris. Charles Morris e Charles S. Peirce. 06. La retorica classica è divisa in. 5 parti. 6 parti. 8 parti. 3 parti. 07. I generi della retorica classica sono caratterizzati da. uno spazio, un tempo, un emittente e una meta. un luogo, un tempo, un destinatario e uno scopo. uno spazio, un'epoca, un emittente e un obiettivo. un luogo, un tempo, un ricevente e uno scopo. 08. La retorica epidittica è centrata attorno. al giusto e all'ingiusto. al lodare e biasimare. al bello e al brutto. all'utile e al dannoso. 09. Cosa si intende per competenza comunicativa? Spiega portando degli esempi. Fu Dell Hymes nel 1972 che ha parlato di competenza comunicativa, attraverso la quale fa riferimento all'abilità propria degli utenti di una lingua di usarla in modo efficace e appropriato, in diversi contesti, per esigenze comunicative di vario tipo. Per esempio, in una riunione formale si userà un linguaggio più serio e preciso, mentre con gli amici si può usare un linguaggio più informale. aaaaa. 01. Per comprendere un testo, il contesto. è importante soltanto per i testi orali. è essenziale. è importante soltanto per i testi scritti. non è importante. 02. Il contesto è. dinamico ma non negoziabile. variabile e negoziabile. variabile e non negoziabile. invariabile ma negoziabile. 03. Il contesto è. fisso e non negoziabile. invariabile e non negoziabile. invariabile e negoziabile. dinamico. 04. Il termine pragmatica si deve a. Charles W. Morris. Charles Senders Peirce. Stephen Levinson. Robertf Carnap. 05. Il termine pragmatica. deriva da una radice greca: pràgma. deriva da una radice latina. riguarda l'agire umano. deriva da una radice anglofona. 06. Hymes definisce la pragmatica. lo studio degli aspetti formali della lingua. la scienza della competenza comunicativa. lo studio degli aspetti comunicativi e sociali. la scienza della competenza linguistica. 07. La competenza comunicativa. è diversa dalla "langue". è diversa dalla "competence". è simile alla "parole". è simile alla "competence". 08. La tripartizione della semiotica come disciplina riguarda tre campi di studio. sintassi, morfologia, lessico. sintassi, semantica, fonetica. sintattica, pragmatica, semantica. sintattica, fonetica, semantica. 09. Quali discipline hanno avuto un ruolo nello sviluppo della pragmatica? Affronta la questione attraverso le voci autorevoli che hanno affrontato il problema. La pragmatica si è sviluppata grazie a due discipline principali: la filosofia e la linguistica. In filosofia, Charles W. Morris (1938) introdusse il termine pragmatica nella semiotica, distinguendo tre aree di studio: Sintassi → relazioni tra i segni. Semantica → relazioni tra i segni e la realtà. Pragmatica → relazioni tra i segni e chi li usa. Anche Robert Carnap contribuì, sottolineando che la pragmatica studia l’uso della lingua da parte degli utenti. In linguistica, la pragmatica si è affermata come studio dell’uso concreto della lingua nei vari contesti, distinguendosi da altre discipline linguistiche. In sintesi, la pragmatica unisce riflessioni filosofiche e linguistiche per analizzare come le persone usano il linguaggio nella comunicazione. aaaaa. 01. Il contesto può essere definito come. interno ed esterno. totale e parziale. globale e locale. sociolinguistico e pragmatico. 02. Il contesto può essere definito come. l’insieme di circostanze in cui si verifica un atto comunicativo. unione di contesto e cotesto. l'insieme di elementi contestuali che interagiscono con il cotesto. l’insieme di circostanze (linguistiche o extralinguistiche) in cui si verifica un atto comunicativo. 03. Il primo studioso che parlò di contesto di situazione fu. Bronislaw Malinowski. Roman Jakobson. Dell Hymes. Rupert Firth. 04. Il contesto interviene sul significato per. arricchirlo, cancellarlo, precisarlo, corroborarlo. rinforzarlo, enfatizzarlo, livellarlo, adattarlo. nessuna delle risposte. arricchirlo, disambiguarlo, precisarlo, completarlo. 05. La selezione degli elementi del contesto deriva. dall'inferenza. nessuna delle risposte. dalla variabilità della lingua. dagli scopi. Che cos'è il contesto?. Il contesto è l’insieme delle circostanze in cui avviene un atto comunicativo. Può essere: Linguistico: legato alle parole e alle frasi usate. Extra-linguistico: legato a situazioni, luoghi, persone ed eventi. Il contesto è sempre presente nella vita quotidiana e ci aiuta a dare significato a parole e azioni. Senza di esso, spesso non riusciremmo a capire il senso di ciò che diciamo o sentiamo. aaaaa. 01. La frase "Quelli sono stupidi" contiene una. catafora. deissi empatica. anafora empatica. anafora. 02. La logodeissi indica. la deissi anaforica. la deissi testuale o del discorso. la deissi del testo. la deissi dello spazio. 03. I tipi principali di deissi sono: personale, spaziale e temporale. sociale, testuale, gestuale. gestuale, anaforica, simbolica. personale, sociale, testuale. Che cos'è la deissi? Illustra la questione portando degli esempi. La deissi è un fenomeno linguistico che si verifica quando alcune parole o espressioni dipendono dal contesto in cui vengono usate per avere un significato chiaro. In altre parole, il loro significato cambia a seconda di chi parla, quando si parla e dove si parla. Le principali categorie di deissi sono: Deissi personale: riguarda le persone che partecipano alla comunicazione, come "io", "tu", "noi". Esempio: "Io vado a scuola" - "io" si riferisce alla persona che parla. Deissi temporale: riguarda il momento in cui avviene l'azione, come "oggi", "domani", "adesso". Esempio: "Ci vediamo domani" - "domani" dipende dal giorno in cui si parla. Deissi spaziale: riguarda il luogo dove avviene l'azione, come "qui", "là", "questo". Esempio: "Metti il libro qui" - "qui" cambia a seconda di dove si trova chi parla. In pratica, la deissi aiuta a collegare le parole alla realtà, in modo che l'interlocutore capisca esattamente di cosa si sta parlando. aaaaa. Quali tipi di deissi esistono? Illustrali tutti portando qualche esempio. Esistono vari tipi di deissi: Deissi personale: riguarda i riferimenti alle persone coinvolte nella comunicazione, come i pronomi (io, tu, lui, ecc.) e dipende dal parlante (origo). Ad esempio, "Io vado" dipende da chi parla. Deissi temporale: fa riferimento al momento in cui avviene l'enunciazione, come nel caso di "oggi" o "domani". Gli adverbi temporali e il tempo verbale sono esempi di deissi temporale. Deissi spaziale: riguarda il luogo in cui si svolge l'azione e dipende dalla posizione del parlante. Ad esempio, "qui" o "là" indicano luoghi in relazione al parlante. Deissi fantasmatica: si manifesta quando il campo deittico è evocato dalla fantasia o dal ricordo, come nel caso di indicazioni spaziali riferite a situazioni future. Un esempio è: "il cinema è subito qui sulla destra", dove "qui" si riferisce a un punto futuro. La deissi riduce la necessità di espressioni complesse, rendendo la comunicazione più diretta e comprensibile, ma anche suscettibile di ambiguità in assenza di riferimenti chiari. aaaa. I tempi deittici anaforici sono: il trapassato prossimo, il futuro anteriore e l'infinito passato.. il trapassato prossimo, il trapassato remoto, il futuro anteriore e il condizionale composto. l'imperfetto, il trapassato remoto, il futuro anteriore . il passato prossimo, il passato remoto, il futuro semplice e il condizionale semplice. 02. La deissi temporale grammaticalizza la relazione tra. il tempo della situazione che viene descritta, oppure a cui si fa riferimento, e il punto zero temporale del contesto deittico, cioè il momento dell'enunciazione. il tempo e lo spazio. il tempo della storia e quello del discorso. il tempo della situazione che viene descritta, oppure a cui si fa riferimento, e il punto di riferimento spaziale. 03. I tempi deittici nell’indicativo sono: il presente, l’imperfetto, il passato remoto, il futuro. il presente, il trapassato prossimo, l’imperfetto, il trapassato remoto, il futuro semplice. il presente, il passato prossimo, l’imperfetto, il passato remoto, il futuro semplice. il presente, l’imperfetto, il passato remoto, il futuro anteriore. 01. La frase rematica. è difficile da realizzare. ha una funzione tematica. ha una funzione fatica. ha una funzione sintattica. 02. Il referente nella memoria a breve termine può essere: attivo, accessibile o semiattivo, inaccessibile. attivo, inattivo o semiattivo, inaccessibile. passivo, attivabile, accessibile. accessibile, semiattivo, inaccessibile. I concetti di dato e nuovo riguardano. la struttura della conoscenza. la struttura sintattica. la struttura in ruoli tematici. la struttura informativa. 04. Come si distribuisce l'informazione all'interno di un testo?. Attraverso l'alternanzi di struttura della conoscenza e struttura informativa. Attraverso dato e nuovo, tema e rema, definito e indefinito. Attraverso dato e rema, nuovo e tema, identificabilità e definitezza. Attraverso la struttura di soggetto e predicato. 05. Descrivi il principio di cooperazione portando degli esempi. Il principio di cooperazione implica che, nella comunicazione, le risposte devono essere equilibrate e adeguate alle circostanze, e che entrambe le parti contribuiscano in modo che il discorso sia fluido e comprensibile. Se una delle massime viene violata, l'interlocutore potrebbe cercare di interpretare il significato nascosto dietro le parole, come accade con l'uso delle implicature.Esempio: Se un amico ti chiede "Sei sicuro che il ristorante sia buono?", rispondere "Sì, è buonissimo!" senza averci mai mangiato potrebbe violare questa massima. Invece, dire "Non ci sono mai stato, ma ho sentito che è molto apprezzato" rispetta il principio di qualità. aaaa. 01. La frase "I miei figli sono generosi" contiene. un referente non specifico. un referente specifico. un referente specifico definito. un referente specifico indefinito. 02. Riguardo la definitezza un referente può essere. generico e specifico (definito e indefinito). specifico, non specifico (definito o indefinito). specifico (definito oppure indefinito), non specifico. definito e non definito (specifico oppure non specifico). 03. La distribuzione dell'informazione si riferisce a: tema/rema; dato/nuovo; definito/indefinito. struttura della conoscenza, struttura sintattica. soggetto e predicato. tema, dato e definitezza. 04. Definito ed indefinito: descrivi la questione e porta degli esempi dalla tua esperienza personale. La differenza tra definito e indefinito riguarda se il referente (la cosa o persona di cui si parla) è specifico o generico. Definito: Il referente è già noto o specifico, come "Il mio gatto è affettuoso". Indefinito: Il referente non è specificato o è nuovo, come "Ho visto un gatto". Esempio: Se parlo del mio telefono, è definito, ma se parlo di un telefono qualsiasi che voglio comprare, è indefinito. aaaaa. 01. La seguente frase: "È Lia che è in ritardo" presenta il seguente fenomeno di marcatezza: estrazione del soggetto attraverso la frase scissa. passivazione. pseudoscissa. messa in evidenza del soggetto per anteposizione. 02. I modi per mettere in evidenza il rema sono: anteposizione contrastiva, frase scissa e pseudoscissa. frase preudoscissa, anteposizione del soggetto e dislocazione. anteposizione contrastiva, dislocazione a destra e a sinistra. frase scissa, passivazione e focalizzazione. 03. La tematizzazione si realizza attraverso: anteposizione dell'oggetto. DS e DD dei diversi costituenti. posposizione del soggetto. passivazione. 04. I tipi principali di costruzioni marcate sono: DS e DD. tematizzanti e focalizzanti. dato e nuovo. tematiche e rematiche. 05. La seguente frase: "Quella che è in ritardo è Lia" presenta il seguente fenomeno di marcatezza: dislocazione a destra del soggetto. dislocazione a sinistra con anafora empatica. pseudoscissa. frase scissa. 06. La seguente frase: "Le arance le ho messe sul tavolo" presenta il seguente fenomeno di marcatezza: DD del soggetto. DS dell'oggetto con ripresa anaforica. DD del complemento oggetto. DS dell' oggetto senza ripresa anaforica. Descrivi la gerarchia di Givòn. La gerarchia di Givón riguarda l'importanza degli elementi in una frase. In pratica: Soggetto: è la parte della frase più "normale", non evidenziata. si trova nella sua posizione tipica e non viene evidenziato o spostato per attirare attenzione. Soggetto normale: "Maria mangia una mela" – il soggetto ("Maria") è al suo posto standard. Oggetto normale: "Maria mangia una mela" – l'oggetto ("una mela") è anch'esso nella posizione usuale. Invece, se spostiamo l'oggetto o il soggetto, lo "marcato" (più evidenziato) diventa più importante, come in una frase scissa o con dislocazione. Oggetto: è meno "normale" del soggetto e può essere messo in evidenza. Complementi di tempo, luogo: diventano più evidenti se spostati. Focalizzazione e tematizzazione: quando qualcosa è enfatizzato o messo in primo piano, diventa molto importante nella frase. In sintesi, gli elementi più spostati o enfatizzati sono quelli più "marcati" rispetto a quelli che stanno nella loro posizione standard. aaaaaa. 01. Il pidgin è una lingua. che è la risultanza della fusione della lingua nativa con termini stranieri. meticcia data dalla fusione della lingua di partenza con quella di arrivo. che è la risultanza della sovrapposizione della lingua nativa con termini stranieri. che è la risultanza della scomparsa della lingua nativa in quella straniera. 02. Se il tema è facile da recuperare la ripresa è. leggera in termini di materiale sintattico necessario. leggera, riguardo al materiale fonico impiegato. equilibrata in termini di materiale morfo-fonologico presente. pesante per il materiale fonetico impiegato. 03. Le anafore marcate includono. DS e DD dell'oggetto. anafora zero. costruzioni tematizzanti e focalizzanti. topicalizzazione e focalizzazione. Affronta il tema dell'accessibilità del tema. Il tema dell'accessibilità riguarda quanto un elemento del discorso sia facile da comprendere. Givon ha creato una scala che va dai temi più facili (come pronomi semplici) a quelli più complessi (come nuove informazioni introdotte). I temi più facili sono chiari e già presenti nel contesto, mentre quelli più difficili richiedono frasi più elaborate per essere compresi. aaaaa. 01. "Promettere" è un verbo. performativo. constativo. assertivo. imperativo. 02. I performativi devono avere determinate condizioni dette. condizioni di infelicità. condizioni di felicità. condizioni di verità. condizioni di falsità. 03. "Come fare cose con le parole" è. il libro che deriva dalle William James lectures tenute da Searle. una principio generale per spiegare gli atti linguistici. il libro che deriva dalle William James lectures tenute da Austin nel 1955. il libro che deriva dall'inseghnamento di Grice ad Oxford. 04. La dimensione locutoria corrisponde a. le intenzioni del parlante. l'interpretazione. nessuna di queste risposte. gli effetti del dire. 05. La dimensione illocutoria riguarda. le intenzioni del parlante. gli effetti del dire. il semplice atto del dire qualcosa. nessuna di queste risposte. 06. La dimensione perlocutoria riguarda. le intenzioni del parlante. il semplice atto del dire qualcosa. nessuna di queste risposte. gli effetti del dire. 07. La forma canonica del performativo è costuituita da. la presenza opzionale SA (a ciò) ; la seconda persona singolare; il verbo in forma infinita. la presenza opzionale SA (di ciò) ; la prima persona singolare; il verbo in forma passiva; l'indicativo presente. la presenza opzionale del sintagma avverbiale con ciò; la prima persona singolare; il verbo in forma attiva; l'indicativo presente. la presenza opzionale del sintagma avverbiale con ciò; la prima persona singolare; il verbo iall'imperativo presente. 08. Austin è noto per. la teoria dei performativi. la teoria degli atti linguistici. la teoria degli aspeech acts. la teoria degli atti linguistici e per la teoria dei performativi. 09. Destrivi i concetti di tema e rema, soggetto e predicato. Tema: è ciò di cui si parla nell’enunciato ed è il punto di partenza della comunicazione. Spesso coincide con il dato, cioè un'informazione già nota all’interlocutore. In italiano, di solito, il tema si trova all’inizio della frase e spesso corrisponde al soggetto. Rema: è l’informazione nuova che viene detta riguardo al tema. Spesso coincide con il nuovo, ovvero ciò che l’emittente vuole comunicare di nuovo all’interlocutore. In genere, si trova nella parte finale della frase e corrisponde al predicato. Esempio dal testo: I guerriglieri (tema) hanno liberato l’ostaggio (rema). Per quanto riguarda soggetto e predicato: Il soggetto è chi o cosa compie l’azione (spesso coincide con il tema). Il predicato esprime l’azione o la condizione del soggetto (spesso coincide con il rema). In sintesi, nel testo si evidenzia che tema ≈ soggetto e rema ≈ predicato, ma possono variare a seconda del contesto e dell’intonazione. aaaaa. 01. Gli atti linguistici sono. locuzione, allocuzione, conlocuzione. informare, chiedere, convincere. locutivi (o locutori), illocutivi (o illocutori), perlocutivi (o perlocutori). chiedere, ordinare, permettere. 02. Le condizioni appropriate per il constativo sono. di appropriatezza/inapprorpiatezza. di formalità/informalità. di verità/falsità. di felicità/ infelicità. 03. Le condizioni appropriate per il performativo sono. di formalità/informalità. di appropriatezza/inapprorpiatezza. di verità/ falsità. di felicità/ infelicità. 04. La teoria degli atti linguistici e il concetto del performativo si devono a. H.P. Grice. P.L. Austin. P.F. Strawson. J.R. Searle. 05. Se le condizioni di infelicità dei performativi non sono rispettate l'atto è. realizzato ma inefficace. nullo o inappropriato. nullo o vacuo. vacuo e abusato. Descrivi la teoria degli atti linguistici, portando degli esempi che chiariscano il modello. La teoria degli atti linguistici, sviluppata da J.L. Austin e poi ampliata da John Searle, sostiene che parlare significa anche compiere azioni, non solo comunicare informazioni. Ogni frase comprende tre livelli: Atto locutorio: dire qualcosa ("Domani piove") Atto illocutorio: l’intenzione dietro le parole (promettere, ordinare) Atto perlocutorio: l’effetto sull’ascoltatore (spaventare, convincere) Esempio: dire "Ti prometto che studierò" è un atto illocutorio di promessa. In sintesi, ogni frase è un’azione che ha un’intenzione e può produrre effetti su chi ascolta. aaa. 01. Deviare il discorso è una violazione della massima di. qualità. modo. quantità. relazione. 02. Per Grice le implicature rappresentano il riconoscimento. della necessità di aggiungere elementi teorici nuovi. dell'impossibilità di ridurre la totalità del significato linguistico al binomio condizioni di verità e regole della conversazione. della possibilità di individuare il significato linguistico nelle condizioni di verità e nelle regole della conversazione. dell'impossibilità di ridurre la totalità del significato linguistico al binomio razionalità e conversazione. Parlare più del necessario è una violazione della massima di. modo. qualità. quantità. relazione. 04. "Sii pertinente" corrisponde alla massima di. quantità. qualità. modo. relazione. 05. L’implicatura conversazionale è. convenzionale. staccabile. cancellabile. determinata. 06. La parte implicita della comunicazione è detta da Grice. discorso implicito. implicatura. discorso implicato. implicazione. 07. Per Grice la conversazione è. un'impresa. un'impresa irrazionale ma cooperativa. un'impresa razionale cooperativa. un'impresa cooperativa. 08. Descrivi le radici filosofiche della pragmatica. Le radici filosofiche della pragmatica nascono dalla riflessione su come funziona la comunicazione. In passato, si pensava che il significato delle parole fosse legato solo alla realtà e alla verità. Però filosofi come Grice e Searle hanno introdotto l'idea che per capire davvero cosa qualcuno vuole dire, bisogna considerare anche le sue intenzioni e il contesto in cui parla. Grice, per esempio, ha creato il concetto di "implicatura", cioè quello che non viene detto direttamente, ma che si capisce attraverso la conversazione. Ha anche formulato delle regole, chiamate "massime", che aiutano a capire come deve funzionare una conversazione: ad esempio, dire abbastanza informazioni, dire la verità, essere pertinenti e chiari. La pragmatica studia proprio questo: come le parole vengono usate nelle conversazioni quotidiane e come il loro significato dipenda dal contesto e dalle intenzioni di chi parla. aaaa. 01. Gli atti linguistici possono essere. indiretti e performativi. diretti e prescrittivi. diretti e autonomi. diretti e indiretti. 02. Le massime. sono un parametro per valutare ciò che è detto e ciò che è inteso. sono riconducibili ad un principio generale di razionalità. sono riconducibili ad un principio generale di razionalità e funzionano come parametro per valutare ciò che è inteso. funzionano come parametro per valutare ciò che è inteso. 03. "Mi passi il sale?" rappresenta. un atto linguistico indiretto. un atto linguistico diretto. una domanda diretta. una richiesta orientata alla cortesia. 04. Dalle massime scaturiscono delle inferenze, che Grice chiama. implicature conversazionali. presupposizioni. implicature convenzionali. implicature conversazionali e convenzionali. 05. Il principio di cooperazione è stato formulato da. Austin. Grice. Chomsky. Searle. 06. Il principio di cooperazione è importante per. le implicature. le presupposizioni. la dimesione perlocutoria. la dimensione locutoria. 01. L'implicatura conversazionale costituisce un impegno semantico aggiuntivo. per limitare il significato letterale di un enunciato all'intenzione comunicativa del parlante. per andare oltre il significato letterale di un enunciato ed individuare e capire l'intenzione comunicativa del parlante. per capire l'intenzione comunicativa dell'interlocutore. per andare oltre il significato letterale di un enunciato aggiungendo il proprio contenuto semantico. 02. Cancellabilità, non distaccabilità, calcolabilità, non convenzionalità sono. proprietà delle implicature conversazionali. principi per riconoscere le implicature. proprietà dell'implicito. proprietà delle implicature convenzionali. 03. Il principio di pertinenza di Sperber e Wilson. approfondisce l'approccio di Grice in direzione cognitiva. approfondisce l'approcciio di Grice in chiave sociolinguistica. è completamente indipendente dall'approccio di Grice. smentisce l'approccio di Grice. 04. Nella coppia di frasi "Vieni a teatro?" "Sono stanca". costituisce una coppia domanda-risposta. la risposta negativa non è espressa direttamente ma può essere inferita come implicatura. la risposta negativa è espressa indirettamente come implicatura convenzionale. la risposta va interpretata alla luce del contesto e del cotesto. 05. Per Goffman, la 'faccia' è. l'aspetto superficiale dell'interazione. la logica evidente della conversazione. l'immagine pubblica che un partecipante desidera proiettar. l'espressione della cortesia linguistica. 06. La cortesia linguistica. usa anche mezzi non linguisticamente codificati. riguarda gli allocutivi. l'atteggiamento psicologico nei confronti dell'interlocutore. riguarda soltanto la deissi sociale. 07. L'asimmetria nella comunicazione è collegata. alla dominanza e al potere. alle implicature conversazionali. alle intenzioni dei parlanti. alla ricchezza e al prestigio. 08. La logica della cortesia di R. Lakoff è ispirata. al modello di Sperber e Wilson. non ha nessun precedente nella letteratura. alle massime di Grice. alla linguistica testuale. 09. Che cos'è il principio di cooperazione?. Il principio di cooperazione di Grice è una regola che ci dice che, quando parliamo con qualcuno, cerchiamo di rendere la conversazione chiara e utile per entrambe le persone coinvolte. Per fare questo, seguiamo alcune semplici regole, chiamate massime: Dare la giusta quantità di informazioni: Non dire né troppo, né troppo poco. Essere veri: Non dire cose che sappiamo essere false. Essere pertinenti: Dire solo cose che c'entrano con la conversazione. Essere chiari: Evitare confusioni e parlare in modo semplice. Quando rispettiamo queste regole, la conversazione è più facile e i messaggi sono più comprensibili. Se una di queste regole non viene rispettata, la persona che ascolta potrebbe dover "indovinare" il significato nascosto, cioè ci sono implicature, ossia cose non dette esplicitamente ma che si capiscono dal contesto. In breve, il principio di cooperazione aiuta a rendere le conversazioni più chiare e comprensibili, facendo attenzione a ciò che diciamo e come lo diciamo. aaa. 01. Che cos’è la langue?. è l’atto linguistico individuale. è l'uso della lingua. è l’aspetto sociale e astratto della lingua. è la lingua in senso artificiale. 02. Che cos’è la parole?. È l’unione di concetto e immagine acustica. è l’atto linguistico individuale. è la lingua come sistema. È la parte sociale della lingua. 03. Cosa studia la linguistica del testo?. Il testo. L’aspetto sociale della lingua. Le caratteristiche della lingua parlata. Il testo e il discorso. 04. Quali sono le dicotomie saussuriane?. Le dicotomie saussuriane sono: Langue / Parole: La langue è l'aspetto sociale e astratto della lingua, mentre la parole è l'atto linguistico individuale. Significante / Significato: Il significante è il suono o l'immagine acustica, mentre il significato è il concetto ad esso associato. aaaa. Spiegare la dicotomia langue/parole. La dicotomia langue/parole descrive due aspetti della lingua. Langue è l'aspetto sociale e astratto della lingua, il sistema di regole e strutture che tutti i membri di una comunità condividono. Parole è l'uso individuale e concreto della lingua, l'atto linguistico che ciascun individuo compie per comunicare. In altre parole, la langue è il "codice" comune, mentre la parole è il "modo in cui ciascuno usa" quel codice per esprimersi. aaaa. Spiega cosa si intende con linguistica della parole. la linguistica della parole studia i singoli atti comunicativi, come la produzione di parole, frasi e discorsi in situazioni reali. Si interessa di fenomeni come la variazione linguistica, l'adattamento della lingua al contesto e l'evoluzione del linguaggio nei vari gruppi sociali e culturali. aaaa. 01. Le grammatiche del testo hanno segnato un passo importante nella comprensione della testualità perché hanno dato importanza alle proprietà definitorie in. semantici. morfo-fonologici. formali. sintattici. 02. I primissimi tentativi di definizione del testo si basavano su. Criteri pragmatici e presenza di pro-forme. criteri sintattico-semantici. Criteri semantici e assenza di ripetizioni. criteri sintattico-lessicali e presenza di pro-forme. 03. Secondo Van Dijk la coerenza. è una delle possibili proprietà dei testi. È una proprietà necessaria ai testi. è una proprietà di tipo dicotomico: o c’è o non c’è. È una proprietà graduale. 04. I primi studi di linguistica del testo hanno messo in evidenza che. la linguistica del testo non doveva porre al centro dei suoi modelli la forma superficiale del testo, quanto piuttosto fenomeni legati a descrizioni formali della lingua. la linguistica del testo avrebbe migliorato e integrato i metodi della linguistica generale. la linguistica del testo doveva porre al centro dei suoi modelli la forma superficiale del testo e concentrarsi su questo aspetto. la linguistica del testo non doveva porre al centro dei suoi modelli la forma superficiale del testo, quanto piuttosto fenomeni legati al suo significato. 01. L’interpretazione di un testo mette in gioco due operazioni fondamentali: La codifica e la decodifica. La comprensione e l’interpretazione. la decodifica e l’inferenza. La ccoerenza e la coesione. 02. I primi tentativi di definizione del testo si basano su criteri. semantico-sintattici. socio-pragmatici. sintattico-lessicali. morfo-sintattici. 03. Le ipotesi di testo a base semantica furono chiamate. grammatiche del testo. grammatiche generative. grammatiche del periodo. grammatiche della frase. 04. I discorsi sono entità molto complesse e possono essere analizzate a partire da tre domini principali: il dominio fonologico, il dominio sintattico ed il dominio testuale. il dominio grammaticale, il dominio contestuale e il dominio testuale. il dominio grammaticale, il dominio morfo-sintattico e il dominio testuale. il dominio fonetico, il dominio morfologico ed il dominio sintattico. 05. Il dominio grammaticale riguarda. fenomeni di accordo e di sintassi. i modi in cui le unità del discorso si intrecciano sia dal punto di vista del significato che da quello della forma linguistica. la costruzione linguistica delle frasi che compongono il discorso. fattori paralinguistici ed extralinguistici;. 06. Il dominio contestuale tiene conto di. fattori semantici e pragmatici. fattori testuali e grammaticali. fattori linguistici e sociali. fattori paralinguistici ed extralinguistici. 07. Che cos'è l'analisi della conversazione. l'analisi della conversazione si riferisce allo studio di come le persone usano il linguaggio nelle interazioni quotidiane. Si focalizza su aspetti come i turni di parola, le pause, le ripetizioni, e altre dinamiche che permettono alle conversazioni di procedere in modo comprensibile ed efficace. aaa. 01. Quando si scrive un testo, si mettono in opera. due sistemi costruttivi: costruzione grammaticale della frase e costruzione del testo. due sistemi costruttivi: costruzione grammaticale e costruzione frasale. due sistemi: grammatica della frase e grammatica del testo. costruzione grammaticale e costruzione funzionale. 02. Rispetto agli altri livelli dell’analisi linguistica (fonologico, morfologico e sintattico) quello testuale: va al di là della frase, riguarda il significato e non la forma, e tiene conto di fenomeni extralinguistici. va al di là della frase, riguarda il significato e non la forma, e tiene conto di cotesto e deissi fantasmatica. coincide con la frase, riguarda il significato e la forma, e non tiene conto di fenomeni extralinguistici. va oltre la frase, di cui analizza il contenuto formale facendo attenzione al contesto. 03. Quali sono le proprietà semantiche fondamentali di un testo?. Univocità, consecutività, progressione. Linearità, progressione e tematizzazione. Unitarietà, referenzialità, progressione. Unitarietà, continuità, progressione. 04. Il dominio testuale riguarda. i modi in cui le unità del discorso si combinano sul piano semantico. i modi in cui le unità del discorso si intrecciano. la capacità delle unità del discorso di dare forma al flusso di coscienza. i modi in cui le unità del discorso si intrecciano sia dal punto di vista del significato che da quello della forma linguistica. 01. Le tipologie di testi sono date dai seguenti criteri classificatori. • funzione illocutiva • grado di costrizione/libertà interpretativa imposta al destinatario • capacità enciclopedica. • funzione illocutiva (testi informativi, argomentativi, prescrittivi) • grado di costrizione/libertà interpretativa imposta al destinatario (testi molto vincolanti, poco vincolanti) • capacità cognitive. • testi informativi, argomentativi, prescrittivi) • testi molto vincolanti, poco vincolanti) • capacità sperimentali. • funzione pragmatica • funzione interpretativa) • capacità metacognitive. 02. Al variare di un testo e della sua destinazione la lingua può. mantenere un equilibrio. variare. regolare la comunicazione. mantenersi costante. 03. Le unità del testo appartengono a. • il piano etico; • il piano semantico; • il piano testuale. • il piano logico; • il piano referenziale; • il piano enunciativo. • il piano cognitivo; • il piano testuale; • il piano conversazionale. • il piano argomentativo; • il piano tematico; • il piano semantico. L'analisi del discorso è. L'analisi del discorso è un'area della linguistica che studia come le unità linguistiche si organizzano in testi e come vengono utilizzate per costruire significato, tenendo conto del contesto, delle intenzioni comunicative e delle relazioni tra i partecipanti alla comunicazione. aaaa. 01. Le unità del testo sono. le unità comunicative, le unità informative, i movimenti testuali. le unità informative di sfondo, le unità informative nucleo, i movimenti testuali. le unità di sfondo, le unità in primo piano, i movimenti testuali. le unità comunicative, e informative,gli enunciati. 02. Nello scambio tra A e B: Usciresti con Giovanni? B Ha una Mercedes. La risposta di B. non risponde direttamente alla domanda di A: perché essa sia pertinente, A deve costruire un significato implicito. Prevede un contenuto implicito da cui si può inferire che B uscirebbe con A. Prevede un contenuto esplicito da cui si può inferire che B non uscirebbe mai con A. non risponde direttamente alla domanda di A e klascia intendere chele Mercedes siano macchine da evitare. 03. Le unità informative possono essere. in primo piano e sullo sfondo. di nucleo in primo piano. nuclei e satelliti. presenti o assenti. Lezione 023 01. Nel seguente scambio: A Come va con tua mamma? B Come sai, è in età avanzata. La risposta di B: Comunica ad A che non va molto bene, lasciando intendere che vecchiaia è un'età complessa. Se presa letteralmente, offre ad A guadagno di conoscenze. Comunica ad A che c'è un guadagno cognitivo. Comunica ad A le informazioni enciclopediche secondo le quali i rapporti sono difficili e si litiga spesso. 02. Le unità informative di sfondo. hanno un riempimento sintattico-semantico obbligato. non hanno un riempimento sintattico-semantico. hanno un riempimento sintattico-semantico predefinito. non hanno un riempimento sintattico-semantico predefinito. 03. Nel seguente scambio: A Come va con tua figlia Amalia? B Come sai, è in piena pubertà. La risposta di B: Comunica ad A che va molto bene, i rapporti sono sereni. Comunica ad A le informazioni enciclopediche secondo le quali nell’adolescenza le relazioni sono facili. Se presa letteralmente, offre ad A guadagno di conoscenze. Comunica ad A che non va molto bene, i rapporti sono difficili. Cosa si intende per livello di analisi testuale?. Il livello di analisi testuale riguarda lo studio di come le frasi e le idee si collegano tra loro per formare un testo coerente e significativo. Non si limita solo alla grammatica, ma analizza anche come le informazioni sono organizzate, come si collegano tra loro e come il significato complessivo emerge nel discorso. In altre parole, si tratta di studiare il modo in cui un testo comunica il suo messaggio attraverso la struttura e le relazioni tra le sue parti. aaaa. 01. Il movimento testuale è. costituito da una sequenza di enunciati organizzati e numerati. tipicamente costituito da una sequenza di enunciati sprovvista di un’organizzazione gerarchica interna. tipicamente costituito da un unico enunciato ma aperto alla possibilità di essere composto da più enunciati. tipicamente costituito da una sequenza di enunciati globalmente unitaria e provvista di un’organizzazione gerarchica interna. 02. Le unità comunicative si riuniscono tipicamente in. movimenti testuali, cioè sequenze unitarie dal punto di vista logico-argomentativo, tematico o enunciativo. movimenti testuali, cioè sequenze unitarie dal punto di vista logico, tematico ed enunciativo. paragrafi e capoversi, cioè sequenze unitariee coese. paragrafi unitari dal punto di vista logico-argomentativo, tematico ed enunciativo. 04. Cos'è la coerenza e come si individua in un testo. In sintesi, la coerenza è la proprietà che consente a un testo di risultare chiaro, ben strutturato e facilmente comprensibile, mentre la coesione riguarda più la connessione formale delle frasi e delle parole. La coerenza si individua osservando come i vari enunciati si legano tra loro attraverso: Relazioni logiche: Ogni parte del testo deve seguire una logica precisa. Ad esempio, se un testo parla di una causa, dovrebbe poi trattare del suo effetto, creando un collegamento naturale tra le frasi. Coesione semantica: Le idee e le informazioni devono essere in sintonia. Per esempio, se un testo introduce un argomento e poi cambia tema senza una chiara connessione, si perde la coerenza. Ogni passaggio deve supportare o ampliare l'argomento principale del testo. Riferimenti e pronomi: L'uso di pronomi e altre forme di riferimento (come "questo", "quel", "loro") deve essere preciso per mantenere la coerenza. Un testo che salta tra argomenti o entità senza una chiara identificazione rischia di diventare incoerente. Sviluppo tematico: Un testo coerente sviluppa un tema o un'argomentazione in modo organico, senza divagare su punti non collegati. Ogni frase dovrebbe aggiungere qualcosa di significativo alla comprensione dell'argomento. aaaaa. 01. Gli incapsulatori sono. particolari SN che riprendono non un semplice referente, ma una sequenza di contenuti più complessi. particolari SV che riprendono non un semplice referente, ma una sequenza di contenuti più complessi. particolari SN che riprendono un semplice referente. particolari SA che riprendono una sequenza di SN più complessi. 02. Le implicature possono essere. di prevenzione e di riparazione. di significante e di significato. di attacco e di riparazione. convenzionali e conversazionali. 01. L’unità comunicativa svolge al tempo stesso due funzioni: una funzione locutiva ed una funzione di composizione testuale che si definisce rispetto al cotesto. una funzione illocutiva (asserzione, domanda ecc) ed una funzione di cperformativa (promessa). una funzione enunciativa ed una funzione di composizione testuale che si definisce rispetto al cotesto. una funzione illocutiva (asserzione, domanda ecc) ed una funzione di composizione testuale che si definisce rispetto al cotesto. 02. L'unità comunicativa. è l’unità principale del testo, necessaria ma non sufficiente perché il testo sussista. è costituita da più parole. è l’unità fondamentale del testo, necessaria e sufficiente perché il testo sussista. è costituita al suo interno da più UC. 03. L'enunciato è. il corrispettivo linguistico di una unità informativa. nella maggior parte dei casi coincide con una unità comunicativa. il corrispettivo linguistico di una unità informativa veicolata esplicitamente. il corrispettivo linguistico di una unità comunicativa veicolata esplicitamente. 04. Individua i tipi principali di relazione in un testo ed illustrane uno a tua scelta. Fai esempi che esemplifichino lil tipo di relazione scelto. I principali tipi di relazione in un testo sono le relazioni logiche, semantiche e sintattiche. Questi tipi di relazione contribuiscono a stabilire il senso complessivo e la coerenza del testo. Relazione logica: La relazione logica tra le parti di un testo si riferisce ai collegamenti di causa-effetto, condizione, concessione e contrasto tra le diverse proposizioni. Ad esempio, una relazione di causa-effetto potrebbe essere espressa come "Poiché ha piovuto tutta la notte, il campo da calcio è diventato impraticabile." Relazione semantica: Questo tipo di relazione riguarda il significato delle parole e delle frasi, e come esse si connettono tra loro per formare il significato globale del testo. Ad esempio, parole come "fiori" e "giardino" sono semanticamente collegate, poiché in un giardino solitamente si trovano dei fiori. Relazione sintattica: Le relazioni sintattiche riguardano la struttura grammaticale e il modo in cui le parole si combinano tra loro per formare frasi e periodi. Ad esempio, in una frase come "Il cane corre nel parco", la relazione sintattica stabilisce come "cane" e "corre" siano legati attraverso il verbo "corre" come predicato. Esempio di relazione logica: "Marco ha studiato molto per l'esame, pertanto ha superato il test con il massimo dei voti." In questo caso, la relazione logica di causa-effetto è espressa dall'uso di "pertanto", che indica che il risultato (superare l'esame con il massimo dei voti) è la conseguenza diretta del fatto che Marco ha studiato molto. aaaaa. 01. La segnalazione linguistica dell’enunciato può avvenire tramite. la punteggiatura, la prosodia e gli incisi. la prosodia, la punteggiatura, le pause. la punteggiatura, la sintassi e gli incisi. la morfologia, la sintassi e le pause. 02. Le connessioni riguardano i seguenti piani: logico, referenziale, enunciativo. dei connettivi, dei referenti, del discorso. logico, tematico, rematico. semantico. pragmatico, , testuale. 03. La punteggiatura «forte» comprende: il punto e la virgola, le parentesi e i trattini. il punto esclamativo ed il punto interrogativo, i due punti ed i trattini lunghi. il punto, i due punti, le parentesi e i trattini lunghi. punto, due punti, punto e virgola. 04. La struttura sintattica di un enunciato è. gerarchica. circolare. subordinata. lineare. 05. La referenza testuale può essere. Attiva, attivata, attivabile. Attiva, inattiva, semiattiva. Attiva, passiva, semiattiva. accessibile, inaccessibile, semiaccessibile o passiva. Che cos'è il piano enunciativo?. Il piano enunciativo riguarda come e quando un messaggio viene detto. Si occupa di chi parla, a chi si parla e in quale situazione. In pratica, riguarda l'atto di comunicare: l'intenzione di chi parla e come il messaggio viene trasmesso. aaaa. 01. Le principali relazioni testuali sono. anaforiche, cataforiche, deittiche. pragmatiche, sintattiche, morfologiche. logico-argomentative, tematiche e prosodiche. logiche, referenziali, enunciative. 02. Le relazioni di composizione testuale rientrano tra le. relazioni tematiche. relazioni tra eventi. relazioni enunciative. relazioni logiche. 03. I referenti testuali sono. gli «oggetti» del discorso. ambienti e personaggi che entrano a far parte del discorso in atto e che quindi diventano un «oggetto». l’entità o evento che entra a far parte del discorso in atto e che quindi diventa un «oggetto» del discorso. l’entità astratta che diventa un «oggetto» del discorso». 01. Il «topic» è. il referente attorno al quale la proposizione veicola la conoscenza. quel referente testuale su cui verte l'unità informativa. il referente umano su cui verte la proposizione, quello attorno al quale la proposizione veicola l’informazione saliente. il referente testuale su cui converge la proposizione e attorno al quale la proposizione veicola l’informazione comunicativamente pertinente. 02. Le relazioni logiche sono. di composizione testuale, illocutive, tra i processi (detti anche eventi) evocati dal testo. di processo, illocutive, tra eventi evocati dal testo. di composizione testuale, locutive, tra processi o eventi. di composizione testuale, performative, tra i processi (detti anche eventi) evocati dal discorso. 03. Le relazioni referenziali consentono. la cancellazione del referente e del topic. l'attivazione del referente e il mantenimento del topic. l'attivazione del referente e le catafore. la topicalizzazione del referente e la progressione del topic. 04. Le relazioni enunciative riguardano. le voci del testo. l'enunciazione come intesa da E. Benveniste. la referenza del testo. le voci del piano logico. 01. Il principio di pertinenza fa interagire. il contesto ed il contesto, lper stabilire quali siano i fattori preminenti in un testo o discorso. i risultati della decodifica linguistica con importanti operazioni di inferenza contestuale. i risultati della decodifica linguistica con semplici operazioni di inferenza contestuale. la coerenza e la coesione di un testo o discorso. 02. L'inferenza è un meccanismo. cognitivo. psicologico. linguistico. mentale. 03. La coerenza è. è la proprietà del testo fondamentale secondo la concezione di Beaugrande e Dressler. è l'unità fondamentale della comunicazione linguistica. è la proprietà che insieme alla coesione serve per definire il testo come unità fondamentale della comunicazione. è la proprietà che definisce il testo come unità fondamentale della comunicazione linguistica. 04. La coerenza è. una caratteristica che riguarda l’organizzazione referenziale interna del testo. una caratteristica che riguarda l’organizzazione semantica interna del testo. una caratteristica che riguarda l’organizzazione logica interna del testo. una caratteristica che riguarda l’organizzazione enunciativa interna del testo. 05. La coerenza. è sufficiente affinché il testo soddisfi il suo obiettivo comunicativo. non è definibile in lingue a soggetto nullo. è indispensabile per la natura di un testo. non è sufficiente affinché il testo soddisfi il suo obiettivo comunicativo. 06. Rispetto alla coerenza, l'ambiguità è. sempre possibile. esclusa. una proprietà del segno. rara. 07. La coerenza è. una proprietà graduale, con una componente oggettiva. una proprietà graduale, con una componente soggettiva. una proprietà scalare, con una componente oggettiva. una proprietà lineare, con una componente soggettiva. 08. La coerenza è. una proprietà indispensabile alla superficie linguistica. un insieme di regole dell'interpretazione del discorso. un principio guida dell'interpretazione del discorso. un principio accessorio nell'economia del discorso. 09. L'inferenza si basa. sul ragionamento. sulla coesione. sulle forme linguistiche. sul pensiero. 10. Ambiguità e vaghezza sono. parte accessoria dell'interpretazione. date da decodifica linguistica e processi inferenziali di natura contestuale. parte inalienabile dell' operazione di interpretazione che obbliga l'uso di decodifica linguistica e processi inferenziali di natura contestuale. parte inalienabile di qualunque operazione di interpretazione che combini decodifica linguistica e processi inferenziali di natura contestuale. 11. Nel processo comunicativo, la coerenza è. un fattore di importanza secondaria. una proprietà delle lingue. un principio di base della linguistica generale. un fattore di importanza primaria. 01. La coesione si serve. dellla punteggiatura. del soggetto nullo. delle strutture marcate. delle anafore e dei connettivi. 02. La proprietà della coesione riguarda. la manifestazione linguistica superficiale di un testo. la superficie grammaticale di un testo. la superficie semantica di un testo. la grammaticalità di un testo. 03. La coesione è la proprietà che si manifesta principalmente nella forma. di un sistema di dispositivi linguistici e di reti di collegamenti linguistici tra le frasi. delle dipendenze fra le unità che costituiscono il testo. di un sistema grammaticale di collegamenti tra le frasi. di un sistema sintatticoi e di reti di connettivi tra le frasi. 04. La coesione si serve. delle strutture marcate. delle anafore. delle catafore. della deissi. 02. null. la manifestazione linguistica superficiale di un testo. la superficie grammaticale di un testo. la superficie semantica di un testo. la grammaticalità di un testo. 03. La coesione è la proprietà che si manifesta principalmente nella forma. di un sistema di dispositivi linguistici e di reti di collegamenti linguistici tra le frasi. delle dipendenze fra le unità che costituiscono il testo. di un sistema grammaticale di collegamenti tra le frasi. di un sistema sintatticoi e di reti di connettivi tra le frasi. 04. La coesione si serve ok. delle strutture marcate. delle anafore. delle catafore. della deissi. 01. I complementatori sono. elementi congiuntivi per la complementazione. gli introduttori delle subordinate soggettive e oggettive. le congiunzioni subordinanti. i connettivi che introducono oggettive e soggettive. 02. Tra i connettivi ci sono. i complementatori. i pronomi relativi. le preposizioni come dopo. le locuzioni congiuntive subordinanti. 03. I connettivi sono. i dispositivi di coesione logica del testo più usati. elementi di collegamento argomentale del testo. i dispositivi di coesione logica del testo più rappresentativi. elementi di coesione referenziale del testo. 01. Le relazioni logiche tra eventi riguardano. il modo in cui si collegano gli eventi o processi nel mondo reale o in mondi supposti. il modo in cui si collegano i processi in mondi fittizi. la forma del collegamento di frasi nel nel mondo reale. la forma in cui si collegano gli eventi nel mondo reale. 02. I connettivi indicano forme linguistiche. avverbi. composizionali. invariabili. variabili. 03. I connettivi indicano le relazioni logiche che vigono. tra i processi e tra unità di composizione testuale. tra i processi. tra unità di composizione testuale. tra eventi o processi. 01. I connettivi possono essere. complementatori e pronomi relativi. congiunzioni, locuzioni, ecc. Locuzioni e sintagmi preposizionali. Preposizioni, interiezioni ecc. 02. Che relazione logica puoi individuare nel seguente testo: “[Micòl] Mi guardò senza dissimulare un moto di sorpresa, meravigliata forse che trovassi la forza di passare al contrattacco, anche se, tutto sommato, con così poca convinzione.” (Giorgio Bassani, Il giardino dei Finzi-Contini). relazione logica tra eventi: concessione. relazione logica tra eventi: tempo. relazione logica tra eventi: fine. di composizione testuale. 03. Il seguente testo “Bhe… insomma…ecco io volevo chiederti… se tu ritieni necessario – informare gli inquirenti della circostanza… non so… non so … tu che pensi?” (dal film Indagine su un cittadino aldisopra di ogni sospetto) contiene una relazione logica. tra eventi, di tipo condizionale. tra eventi, di tipo consecutivo. tra eventi, di tipo concessivo. di composizione testuale, di tipo causale. 01. Non ho visto lo scalino e sono caduta. è una relazione tra processi. è una relazione espressa in modo ricco. è una relazione di aggiunta. può essere interpretata sia come relazione causale che temporale. 02. Individua la relazione logica dell’unità di sfondo della frase: // Questo scritto risale ad alcuni secoli prima di Cristo. //E1 / E, / proprio perché antichissimo, /UIsfondo può trovare una nuova vita interpretativa. /UInucleo //E2. esemplificazione. aggiunta. rettifica. motivazione. 03. "Sono uscita ed ho incontrato Giuseppe". manifesta una relazione consecutiva. esprime una relazione temporale. riguarda una relazione causale. è una relazione di aggiunta. 01. Nella frase "Mi ha riparato il computer. Nulla di grave: è bastato sbloccare la tastiera" è presente. una referenza diretta. una catafora. un referente non attivo. un'anafora associativa. 02. Le anafore associative sono chiamate anche. referenziali o esplicite. indirette o di referenza implicita. dirette o immediate. dirette o esplicite. 03. Nella frase "Nel cofano c'era un gatto" è presente un'espressione. anaforica associativa. anaforica parziale. anaforica sostitutiva. anaforica diretta. 04. Le catene anaforiche hanno origine nell'elemento. antecedente. sorgente. precedente. seguente. 05. Le catene cataforiche hanno origine nell'elemento. seguente. antecedente. sorgente o susseguente. precedente. 06. L'individuazione dell'antecedente può essere mediata da informazioni. morfo-sintattiche. morfologiche, semantiche, pragmatiche. pragmatiche. fonetiche, fonologiche. 07. Una catafora può essere. diretta o indiretta. estesa o ridotta. ampia o stretta. attiva o non attiva. 02. I pronomi "io e tu". sono a volte deittici. non sono mai deittici. sono anaforici. sono sempre deittici. 01. La concezione ristretta della catafora si realizza attraverso. pronome, articolo, aggettivo. soggetto espresso, pronome, indefiniti. soggetto sottinteso, pronome, sintagma nominale con contenuto generico. sintagma nominale, sintagma aggettivale, sintagma verbale. 02. In una catafora ampia un referente viene. precisato e arricchito nel cotesto precedente. aggiunto e arricchito nel cotesto successivo. precisato e arricchito nel cotesto seguente. precisato e arricchito nel contesto. 03. Le conoscenze enciclopediche su cui si basa l’associazione referenziale veicolata da un testo. devono essere note già all’interlocutore. devono essere necessariamente note al destinatario. non devono necessariamente essere ignorate dall'interlocutore. non devono necessariamente essere note già all'interlocutore. 01. La relazione tra anafora e catafora consente di dire che. non sono fenomeni speculari e l'anafora è marcata. sono fenomeni inversi e l'anafora è più marcata. sono fenomeni speculari dal punto di vista del rinvio testuale. non sono fenomeni speculari e la catafora è più marcata. 02. Gli incapsulatori anaforici sono sintagmi che in determinate circostanze assumono il ruolo testuale di incapsulare una porzione del co-testo precedente. Che tipo di sintagmi sono?. sintagmi avverbiali. sintagmi aggettivali. sintagmi nominali. sintagmi verbali. 03. L'anafora è. un fenomeno possibile, frequente e onnipresente della costruzione testuale. un fenomeno basico, normale e universale della costruzione testuale. un fenomeno della costruzione testuale frequente ma con forti restrizioni. un fenomeno basico ma raro e poco diffuso della costruzione testuale. 01. Ci sono casi di ripetizione codificati dalla tradizione, come. la ripetizione referenziale è un modulo estraneo alla tradizione. la ripetizione referenziale a fine frase che crea un effetto eco all’interno del testo. la ripetizione referenziale a metò frase che crea un'armonia all’interno del testo. la ripetizione referenziale a inizio frase che crea un netto parallelismo all’interno del testo. 02. Analizza l’incipit di Memorie di un italiano: "Ecco la morale della mia vita . E siccome questa morale non fui io ma i tempi che l’hanno fatta." In questo esempio il periodo iniziale viene. isolato attraverso un incapsulatore anaforico. condensato e ripreso attraverso un incapsulatore anaforico e poi ampliato mediante l’uso della ripetizione:. condensato attraverso un incapsulatore anaforico e duplicato inutilmente:. condensato e ripreso attraverso un deittico anaforico. 03. Nella frase: "la iettatura la porti tu a noi….sei tu lo iettatore…" (A. Moravia Racconti Romani) la messa in evidenza è realizzata. dalla tematizzazione. dalla combinazione della ripetizione con una tematizzazione. dalla ripetizione. dalla combinazione della ripetizione con una rematizzazione. 04. L’anafora per ripetizione lessicale è per tradizione un modulo linguistico antipatico alla scrittura italiana. con l’eccezione dei linguaggi tecnico-scientifici. con l’eccezione dei linguaggi artistici. con l’eccezione dei linguaggi espositivi. con l’eccezione dei linguaggiburocratici. 05. I sintagmi nominali e aggettivali usati anaforicamente sono empatici quando nella loro semantica è. esclusa, in modo completo o parziale, una componente soggettiva. inclusa, in modo completo o parziale, una componente valutativa. consentita, in modo occasionale, una componente valutativa. esclusa, in modo universale, una componente oggettiva. 01. Le espressioni cataforiche rinviano. ad una sorgente enunciativa. ad un elemento anaforico. ad un elemento susseguente o sorgente. ad un elemento antecedente. 02. Le catafore possono essere. pronomi, avverbi , soggetti sottintesi, SA modali, SN con significato generico. proforme, soggetto nullo, SA, SV, Savv, SN con significato generico. proforme, , avverbi pronominali, soggetti sottintesi, aggettivi possessivi o modali, SN. pronomi, avverbi pronominali, soggetti sottintesi, aggettivi possessivi o modali, SN con significato generico. 03. Le espressionbi cataforiche più diffuse sono. i pronomi. soggetto sottinteso. SN con significato generico. avverbi pronominali. 01. La struttura tematica riguarda. Functional sentence perspective. Functional phrase perspective. Functional clause perspective. Syntactic sentence perspective. 02. Ciò di cui si parla è il. soggetto sottinteso. rema. tema. predicato. 03. Le informazioni rematiche sono. le informazioni meno pertinenti per l’obiettivo comunicativo. le informazioni meno dinamiche ma pertinenti per l’obiettivo comunicativo,. le informazioni più dinamiche, le più pertinenti per l’obiettivo comunicativo. le informazioni più predicibili, perché più pertinenti per l’obiettivo comunicativo. 01. I fenomeni attorno a cui ruota la dimensione enunciativa sono. il discorso diretto e indiretto. il discorso riportato e la deissi. la deissi e il punto di vista. i tipi di discorso riportato. 02. Nell'enbunciazione il discorso riportato riguarda. discorso diretto libero e legato. discorso diretto e indiretto. discorso diretto e indiretto, libero o legato che sia. discorso indiretto libero o legato. 03. Il discorso riportato riguarda. parole o pensiero in forma diretta. la citazione di parole o pensiero altrui. la presentazione di parole o pensiero del locutore. la citazione di dialogo. 01. La deissi testuale è legata. al cotesto. a differenze di composizione testuale. all'ongoing discourse. al grado di formalità del testo. 03. In italiano la deissi sociale si manifesta. attraverso gli allocutivi io, noi. attraverso scarse differenze regionali e di registro. dando del voi secondo l'età del locutore in determinate aree geografiche. attraverso l’impiego del pronome allocutivo tu che si oppone alle forme Lei, Ella, Voi, Loro. 04. Gli aggettivi dimostrativi. nessuna di queste risposte. sono sempre deittici. sono sempre anaforici. possono essere sia deittici, sia anaforici. 05. I dimostrativi possono codificare. la distanza. la prossimità all'interlocutore. la visibilità. tutt'e tre le risposte. 06. Un esempio di verbo deittico è. correre. venire. promettere. non esistono verbi deittici. 07. Per la deissi spaziale, l'origo coincide con. nessuna di queste risposte. la posizione occupata dall'ascoltatore. il mittente del messaggio. la posizione occupata dal parlante. 08. L'origo è. il centro del campo indicale. l'origine della teoria di Buhler. un avverbio deittico. una teoria pragmatica. 09. La deissi sociale. serve a identificare il rapporto di potere che lega i partecipanti alla comunicazione. riguarda i rapporti sociolinguistici. identifica il rapporto sociale (paritario o gerarchico) che lega tra loro i partecipanti alla comunicazione. serve a identificare il rapporto socio- pragmatico tra i partecipanti alla comunicazione. 10. "Qui comincia l'avvventura del signor Bonaventura": "Qui" è un. deittico personale. deittico temporale. deittico testuale. deittico spaziale. 01. I testi possono essere. fondamentalmente orali. scritti e parlati. prototipicamente scritti. parlati. 02. Le lingue. sono innanzitutto parlate. hano una tradizione scritta. sono scritte e parlate. sono parlate per essere scritte. 03. La forma più naturale di vita e circolazione di una lingua è. il parlato mediato. il parlato scritto. il parlato. lo scritto. 01. Secondo la tipologia funzionale-cognitiva i testi si suddividono in. descrittivi, espositivi, argomentativi, normativi. descrittivi, narrativi, espositivi, argomentativi, istruzionali (o prescrittivi). giornalistici, narrativi, espositivi, argomentativi, prescrittivi. descrittivi, narrativi, espositivi, vincolanti. 02. Secondo la tipologia di Sabatini i testi possono suddividersi in. testi rigidi, testi fissi, testi morbidi. testi rigidi, testi mediamente morbidi, testi poco vincolanti. testi con discorso molto vincolante, testi con discorso mediamente vincolante, testi con discorso poco vincolante. testi con discorso vincolante, testi con discorso non vincolante, testi con discorso libero. 03. I testi con discorso molto vincolante sono. espositivi, divulgativi, informativi. letterari, divulgativi, espositivi. scientifici, normativi, tecnici. scientifici, normativi, informativi. 01. I testi poco vincolanti sono. testi personali e soggettivi. testi tecnici e scientifici. opere divulgative. opere letterarie in prosa e poesia. 02. Nel repertorio linguistico sono disponibili. lingua scritta e stampata. lingua trasmessa. usi scritti e parlati della lingua. lingua orale. 03. I testi sono centrali. nella didattica. nella pedagogia linguistica tradizionale. nei livelli di analisi. nella linguistica pragmatica. 01. La catafora comporta. un valore enfatico sulla frase. l'uso abbondante della deissi. nessuna delle risposte. una sospensione dell'interpretazione del testo. 02. Quale elemento può contribuire all'espressione del disaccordo?. la prosodia. la catafora. l'anafora. la deissi. 03. L'unità fondamentale di un testo è. descrittiva. comunicativa. informativa. movimento testuale. 04. L'architettura di un testo si basa. su inferenze. sui connettivi. su relazioni simmetriche. su relazioni gerarchiche. 05. Il contenuto semantico di un testo proviene. dalla decodifica e dall'inferenza. dall'interazione. dalla codifica e dall'inferenza. dalla deferenza e dall'inferenza. 06. La sostanza di un testo è primariamente. funzionale. semantica. cognitiva. pragmatica. 07. La catafora realizza un effetto di. distanziamento. anticipazione. straniamento. attesa. 01. Testi e discorsi sono nozioni che si riferiscono. entrambi allo scritto. entrambi al parlato. il testo allo scritto, i discorsi al parlato. si riferiscono ai testi misti. 02. In italiano, quale delle seguenti coppie di frasi può essere usata per distinguere un referente identificabile e uno non identificabile: a) Non compro mai biscotti allo zenzerob) Non compro mai i biscotti allo zenzero. a) Ho conosciuto la ballerina di flamenco b) Ho conosciuto una ballerina di flamenco. a) Gli insetti hanno sei zampe b) Degli insetti hanno sei zampe. a) Oggi si mangiano gli spaghettib) Oggi si mangiano degli spaghetti. In italiano, quale delle seguenti coppie di frasi può essere usata per distinguere un referente identificabile e uno non identificabile: a) Oggi si mangiano gli spaghettib) Oggi si mangiano degli spaghetti. a) Non compro mai biscotti allo zenzerob) Non compro mai i biscotti allo zenzero. a) Gli insetti hanno sei zampe b) Degli insetti hanno sei zampe. a) Ho conosciuto la ballerina di flamenco b) Ho conosciuto una ballerina di flamenc. 04. Una marca dedicata ad esprimere la definitezza o non definitezza di un'espressione è in molte lingue tipicamente la classe degli specificatori dei sintagmi nominali: in italiano, come in molte lingue indeuropee, la classe comprende: I possessivi, i dimostrativi, i numerali, gli articoli determinativi e gli indeterminativi. Gli articoli, le preposizioni, i numerali, gli indeterminativi, gli indefiniti. Gli articoli, i dimostrativi, i pronomi, i possessivi, i determinanti. I dimostrativi, gli articoli, i numerali, i possessivi, gli indefiniti. 05. In italiano, quale delle seguenti frasi distingue un riferimento generico?. Gli insetti hanno sei zampe. Ho conosciuto una ballerina di flamenco. Degli insetti hanno sei zamp. Ho conosciuto la ballerina di flamenco. 06. I mezzi di ripresa anaforica, accessibilità e continuità referenziale di Givón sono: anafora zero > pronomi atoni > pronomi tonici > accordo > SN definiti > SN indefiniti. Referente discontinuo e inaccessibileReferente più continuo ma inaccessibile. Referente più continuo l accessibileReferente più discontinuo l inaccessibile. anafora zero > pronomi atoni o accordo > pronomi tonici > SN definiti > SN indefiniti. |