ERASED TEST, YOU MAY BE INTERESTED ON Pragamatica e linguistica testuale
COMMENTS | STATISTICS | RECORDS |
---|
TAKE THE TEST
Title of test:
Pragamatica e linguistica testuale Description: Pragamatica e linguistica testuale Author: Biagio Other tests from this author Creation Date: 17/01/2025 Category: Others Number of questions: 135 |
Share the Test:
New Comment
No comments about this test.
Content:
02. Chi viene comunemente considerato il padre della Linguistica moderna?
Leonard Bloomfield Ferdinand de Saussure Noam Chomsky Zellig S. Harris. 03. La linguistica formale si è sviluppata in Australia in ambito americano in Europa in Gran Bretagna. 04. Saussure ha definito il segno linguistico come una triade: referente, significante, significato come una diade: significante, significato come una diade: referente, significante come una diade: referente, significato. 05. I livelli di analisi sono fonologia, morfologia, sintassi, lessico fonetica e fonologia, sintassi, e pragmatica fonetica, morfologia, sintassi, semantica e lessicologia fonetica, morfologia, sintassi, semantica e pragmatica. 06. Il repertorio include: solamente i dialetti e le lingue dialetti, lingue, varietà nessuna delle risposte fornite solamente la varietà di una lingua. 07. Il registro dipende dai parlanti dal momento storico dalla situazione comunicativa dal mezzo espressivo. La dimensione diafasica riguarda la localizzazione geografica della lingua la situazione comunicativa la fase storica di riferimento il gruppo sociale. 09. La dimensione diamesica riguarda il genere testuale il canale comunicativo il gruppo sociale la scansione mensile della comunicazione. 10. I sottocodici fanno parte della dimensione diastratica diafasica diacronica diatopica. 11. Le scienze del linguaggio comprendono discipline numerose, con correnti di studio in continua evoluzione sono discipline di tipo evolutivo sono il frutto di lunghe e costose elaborazioni sono state a lungo trascurate. 14. Quali sono gli interessi della pragmatica in relazione alla linguistica? La pragmatica linguistica si interessa a come la lingua viene usata concretamente per compiere azioni e per comunicare in modo efficace. Non si limita a studiare la struttura della lingua (come la grammatica o la sintassi), ma si concentra sull’uso reale della lingua in situazioni specifiche. Le domande come "Che cosa si fa quando si parla (e quando si ascolta)?" evidenziano l’interesse della pragmatica per: Le azioni compiute attraverso le parole (come fare promesse, ordini, richieste) L’intenzione comunicativa dei parlanti L’interpretazione dei messaggi in base al contesto Il rapporto tra lingua e interazione sociale In sintesi, la pragmatica studia come la lingua diventa uno strumento di azione per raggiungere obiettivi comunicativi, ponendo al centro l’uso pratico della lingua. aaaa. Che cosa sono i livelli di analisi? I livelli di analisi sono i diversi aspetti attraverso cui la linguistica studia e descrive una lingua. Ogni livello si concentra su una componente specifica del linguaggio. I principali sono: Fonetica Fonologia Morfologia Sintassi Semantica Pragmatica Questi livelli permettono di comprendere la lingua in modo completo, sia nella sua forma che nel suo uso. aaaa. Che cos'è la pragmatica? La pragmatica è lo studio di come usiamo il linguaggio nella comunicazione quotidiana. Si concentra su come capiamo e produciamo frasi, tenendo conto di chi parla, a chi si parla, e in che situazione. Studia anche come il significato delle parole cambia a seconda del contesto e delle intenzioni del parlante. aaaa. 01. La linguistica testuale incrocia le seguenti discipline: linguistica e testualità linguistica generale e testualità pragmatica e e testo linguistica e filosofia. 13. Di cosa si occupa la linguistica? La linguistica è la disciplina che studia il linguaggio umano e le lingue naturali. Analizza come sono fatte le lingue (suoni, parole, frasi e significati) e come vengono usate nelle diverse situazioni. Si occupa anche di come le lingue cambiano nel tempo, di come variano tra persone e luoghi, e di come il linguaggio è legato ai processi mentali. aaaaa. 02. La pragmatica si occupa della competenza comunicativa dei parlanti del rapporto fra lingua e società del rapporto fra utenti del rapporto fra lingua e contesto. 03. La pragmatica eredita il modello di studio della sociolinguistica dello strutturalismo della retorica classica dell'analisi conversazionale. 04. La pragmatica è un livello di analisi una teoria una corrente una prospettiva di ricerca. 05. La pragmatica si occupa della relazione fra i segni e la conversazione il discorso il testo chi li usa. 06. La linguistica pragmatica viene chiamata anche pragmatica del linguaggio, pragmalinguistica o pragmatica della lingua pragmatica linguistica, pragmalinguistica o pragmatica filosofia del linguaggio, prammatica, pragmasofia pragmatica filosofica, pragmasofia o filosofia del linguaggio. 01. La retorica deliberativa è centrata attorno al giusto e all'ingiusto al lodare e biasimare al bello e al brutto all’utile e al dannoso. 02. Nel mondo classico i generi di retorica sono deliberata, giudicante, dannoso, ingiusto, biasimevole, deliberativa, giudiziaria, epidittica utile, giusto, lodevole. 03. L'aggettivo retorico applicato a un testo indica un discorso vivace e fluido ampolloso e stantio ricco di figure retoriche difficile e ostico. 04. La retorica giudiziaria è centrata attorno all'utile e al dannoso al giusto e all'ingiusto al bello e al brutto al lodare e biasimare. 05. Tra i filosofi che sono considerati centrali nella Pragmatica e Linguistica testuale ci sono: John Austin e Charles Morris John Austin e Paul Grice Paul Grice e Charles Morris Charles Morris e Charles S. Peirce. 06. La retorica classica è divisa in 5 parti 6 parti 8 parti 3 parti. 07. I generi della retorica classica sono caratterizzati da uno spazio, un tempo, un emittente e una meta un luogo, un tempo, un destinatario e uno scopo uno spazio, un'epoca, un emittente e un obiettivo un luogo, un tempo, un ricevente e uno scopo. 08. La retorica epidittica è centrata attorno al giusto e all'ingiusto al lodare e biasimare al bello e al brutto all'utile e al dannoso. 09. Cosa si intende per competenza comunicativa? Spiega portando degli esempi Fu Dell Hymes nel 1972 che ha parlato di competenza comunicativa, attraverso la quale fa riferimento all'abilità propria degli utenti di una lingua di usarla in modo efficace e appropriato, in diversi contesti, per esigenze comunicative di vario tipo. Per esempio, in una riunione formale si userà un linguaggio più serio e preciso, mentre con gli amici si può usare un linguaggio più informale aaaaa. 01. Per comprendere un testo, il contesto è importante soltanto per i testi orali è essenziale è importante soltanto per i testi scritti non è importante. 02. Il contesto è dinamico ma non negoziabile variabile e negoziabile variabile e non negoziabile invariabile ma negoziabile. 03. Il contesto è fisso e non negoziabile invariabile e non negoziabile invariabile e negoziabile dinamico. 04. Il termine pragmatica si deve a Charles W. Morris Charles Senders Peirce Stephen Levinson Robertf Carnap. 05. Il termine pragmatica deriva da una radice greca: pràgma deriva da una radice latina riguarda l'agire umano deriva da una radice anglofona. 06. Hymes definisce la pragmatica lo studio degli aspetti formali della lingua la scienza della competenza comunicativa lo studio degli aspetti comunicativi e sociali la scienza della competenza linguistica. 07. La competenza comunicativa è diversa dalla "langue" è diversa dalla "competence" è simile alla "parole" è simile alla "competence". 08. La tripartizione della semiotica come disciplina riguarda tre campi di studio sintassi, morfologia, lessico sintassi, semantica, fonetica sintattica, pragmatica, semantica sintattica, fonetica, semantica. 09. Quali discipline hanno avuto un ruolo nello sviluppo della pragmatica? Affronta la questione attraverso le voci autorevoli che hanno affrontato il problema La pragmatica si è sviluppata grazie a due discipline principali: la filosofia e la linguistica. In filosofia, Charles W. Morris (1938) introdusse il termine pragmatica nella semiotica, distinguendo tre aree di studio: Sintassi → relazioni tra i segni. Semantica → relazioni tra i segni e la realtà. Pragmatica → relazioni tra i segni e chi li usa. Anche Robert Carnap contribuì, sottolineando che la pragmatica studia l’uso della lingua da parte degli utenti. In linguistica, la pragmatica si è affermata come studio dell’uso concreto della lingua nei vari contesti, distinguendosi da altre discipline linguistiche. In sintesi, la pragmatica unisce riflessioni filosofiche e linguistiche per analizzare come le persone usano il linguaggio nella comunicazione. aaaaa. 01. Il contesto può essere definito come interno ed esterno totale e parziale globale e locale sociolinguistico e pragmatico. 02. Il contesto può essere definito come l’insieme di circostanze in cui si verifica un atto comunicativo. unione di contesto e cotesto l'insieme di elementi contestuali che interagiscono con il cotesto l’insieme di circostanze (linguistiche o extralinguistiche) in cui si verifica un atto comunicativo. 03. Il primo studioso che parlò di contesto di situazione fu Bronislaw Malinowski Roman Jakobson Dell Hymes Rupert Firth. 04. Il contesto interviene sul significato per arricchirlo, cancellarlo, precisarlo, corroborarlo rinforzarlo, enfatizzarlo, livellarlo, adattarlo nessuna delle risposte arricchirlo, disambiguarlo, precisarlo, completarlo. 05. La selezione degli elementi del contesto deriva dall'inferenza nessuna delle risposte dalla variabilità della lingua dagli scopi. Che cos'è il contesto? Il contesto è l’insieme delle circostanze in cui avviene un atto comunicativo. Può essere: Linguistico: legato alle parole e alle frasi usate. Extra-linguistico: legato a situazioni, luoghi, persone ed eventi. Il contesto è sempre presente nella vita quotidiana e ci aiuta a dare significato a parole e azioni. Senza di esso, spesso non riusciremmo a capire il senso di ciò che diciamo o sentiamo. aaaaa. 01. La frase "Quelli sono stupidi" contiene una catafora deissi empatica anafora empatica anafora. 02. La logodeissi indica la deissi anaforica la deissi testuale o del discorso la deissi del testo la deissi dello spazio. 03. I tipi principali di deissi sono: personale, spaziale e temporale sociale, testuale, gestuale gestuale, anaforica, simbolica personale, sociale, testuale. Che cos'è la deissi? Illustra la questione portando degli esempi. La deissi è un fenomeno linguistico che si verifica quando alcune parole o espressioni dipendono dal contesto in cui vengono usate per avere un significato chiaro. In altre parole, il loro significato cambia a seconda di chi parla, quando si parla e dove si parla. Le principali categorie di deissi sono: Deissi personale: riguarda le persone che partecipano alla comunicazione, come "io", "tu", "noi". Esempio: "Io vado a scuola" - "io" si riferisce alla persona che parla. Deissi temporale: riguarda il momento in cui avviene l'azione, come "oggi", "domani", "adesso". Esempio: "Ci vediamo domani" - "domani" dipende dal giorno in cui si parla. Deissi spaziale: riguarda il luogo dove avviene l'azione, come "qui", "là", "questo". Esempio: "Metti il libro qui" - "qui" cambia a seconda di dove si trova chi parla. In pratica, la deissi aiuta a collegare le parole alla realtà, in modo che l'interlocutore capisca esattamente di cosa si sta parlando. aaaaa. Quali tipi di deissi esistono? Illustrali tutti portando qualche esempio. Esistono vari tipi di deissi: Deissi personale: riguarda i riferimenti alle persone coinvolte nella comunicazione, come i pronomi (io, tu, lui, ecc.) e dipende dal parlante (origo). Ad esempio, "Io vado" dipende da chi parla. Deissi temporale: fa riferimento al momento in cui avviene l'enunciazione, come nel caso di "oggi" o "domani". Gli adverbi temporali e il tempo verbale sono esempi di deissi temporale. Deissi spaziale: riguarda il luogo in cui si svolge l'azione e dipende dalla posizione del parlante. Ad esempio, "qui" o "là" indicano luoghi in relazione al parlante. Deissi fantasmatica: si manifesta quando il campo deittico è evocato dalla fantasia o dal ricordo, come nel caso di indicazioni spaziali riferite a situazioni future. Un esempio è: "il cinema è subito qui sulla destra", dove "qui" si riferisce a un punto futuro. La deissi riduce la necessità di espressioni complesse, rendendo la comunicazione più diretta e comprensibile, ma anche suscettibile di ambiguità in assenza di riferimenti chiari. aaaa. I tempi deittici anaforici sono: il trapassato prossimo, il futuro anteriore e l'infinito passato.. il trapassato prossimo, il trapassato remoto, il futuro anteriore e il condizionale composto. l'imperfetto, il trapassato remoto, il futuro anteriore . il passato prossimo, il passato remoto, il futuro semplice e il condizionale semplice. 02. La deissi temporale grammaticalizza la relazione tra il tempo della situazione che viene descritta, oppure a cui si fa riferimento, e il punto zero temporale del contesto deittico, cioè il momento dell'enunciazione il tempo e lo spazio il tempo della storia e quello del discorso il tempo della situazione che viene descritta, oppure a cui si fa riferimento, e il punto di riferimento spaziale. 03. I tempi deittici nell’indicativo sono: il presente, l’imperfetto, il passato remoto, il futuro il presente, il trapassato prossimo, l’imperfetto, il trapassato remoto, il futuro semplice il presente, il passato prossimo, l’imperfetto, il passato remoto, il futuro semplice il presente, l’imperfetto, il passato remoto, il futuro anteriore. 01. La frase rematica è difficile da realizzare ha una funzione tematica ha una funzione fatica ha una funzione sintattica. 02. Il referente nella memoria a breve termine può essere: attivo, accessibile o semiattivo, inaccessibile attivo, inattivo o semiattivo, inaccessibile passivo, attivabile, accessibile accessibile, semiattivo, inaccessibile. I concetti di dato e nuovo riguardano la struttura della conoscenza la struttura sintattica la struttura in ruoli tematici la struttura informativa. 04. Come si distribuisce l'informazione all'interno di un testo? Attraverso l'alternanzi di struttura della conoscenza e struttura informativa Attraverso dato e nuovo, tema e rema, definito e indefinito Attraverso dato e rema, nuovo e tema, identificabilità e definitezza Attraverso la struttura di soggetto e predicato. 05. Descrivi il principio di cooperazione portando degli esempi Il principio di cooperazione implica che, nella comunicazione, le risposte devono essere equilibrate e adeguate alle circostanze, e che entrambe le parti contribuiscano in modo che il discorso sia fluido e comprensibile. Se una delle massime viene violata, l'interlocutore potrebbe cercare di interpretare il significato nascosto dietro le parole, come accade con l'uso delle implicature.Esempio: Se un amico ti chiede "Sei sicuro che il ristorante sia buono?", rispondere "Sì, è buonissimo!" senza averci mai mangiato potrebbe violare questa massima. Invece, dire "Non ci sono mai stato, ma ho sentito che è molto apprezzato" rispetta il principio di qualità. aaaa. 01. La frase "I miei figli sono generosi" contiene un referente non specifico un referente specifico un referente specifico definito un referente specifico indefinito. 02. Riguardo la definitezza un referente può essere generico e specifico (definito e indefinito) specifico, non specifico (definito o indefinito) specifico (definito oppure indefinito), non specifico definito e non definito (specifico oppure non specifico). 03. La distribuzione dell'informazione si riferisce a: tema/rema; dato/nuovo; definito/indefinito struttura della conoscenza, struttura sintattica soggetto e predicato tema, dato e definitezza. 04. Definito ed indefinito: descrivi la questione e porta degli esempi dalla tua esperienza personale La differenza tra definito e indefinito riguarda se il referente (la cosa o persona di cui si parla) è specifico o generico. Definito: Il referente è già noto o specifico, come "Il mio gatto è affettuoso". Indefinito: Il referente non è specificato o è nuovo, come "Ho visto un gatto". Esempio: Se parlo del mio telefono, è definito, ma se parlo di un telefono qualsiasi che voglio comprare, è indefinito. aaaaa. 01. La seguente frase: "È Lia che è in ritardo" presenta il seguente fenomeno di marcatezza: estrazione del soggetto attraverso la frase scissa passivazione pseudoscissa messa in evidenza del soggetto per anteposizione. 02. I modi per mettere in evidenza il rema sono: anteposizione contrastiva, frase scissa e pseudoscissa frase preudoscissa, anteposizione del soggetto e dislocazione anteposizione contrastiva, dislocazione a destra e a sinistra frase scissa, passivazione e focalizzazione. 03. La tematizzazione si realizza attraverso: anteposizione dell'oggetto DS e DD dei diversi costituenti posposizione del soggetto passivazione. 04. I tipi principali di costruzioni marcate sono: DS e DD tematizzanti e focalizzanti dato e nuovo tematiche e rematiche. 05. La seguente frase: "Quella che è in ritardo è Lia" presenta il seguente fenomeno di marcatezza: dislocazione a destra del soggetto dislocazione a sinistra con anafora empatica pseudoscissa frase scissa. 06. La seguente frase: "Le arance le ho messe sul tavolo" presenta il seguente fenomeno di marcatezza: DD del soggetto DS dell'oggetto con ripresa anaforica DD del complemento oggetto DS dell' oggetto senza ripresa anaforica. Descrivi la gerarchia di Givòn La gerarchia di Givón riguarda l'importanza degli elementi in una frase. In pratica: Soggetto: è la parte della frase più "normale", non evidenziata. si trova nella sua posizione tipica e non viene evidenziato o spostato per attirare attenzione. Soggetto normale: "Maria mangia una mela" – il soggetto ("Maria") è al suo posto standard. Oggetto normale: "Maria mangia una mela" – l'oggetto ("una mela") è anch'esso nella posizione usuale. Invece, se spostiamo l'oggetto o il soggetto, lo "marcato" (più evidenziato) diventa più importante, come in una frase scissa o con dislocazione. Oggetto: è meno "normale" del soggetto e può essere messo in evidenza. Complementi di tempo, luogo: diventano più evidenti se spostati. Focalizzazione e tematizzazione: quando qualcosa è enfatizzato o messo in primo piano, diventa molto importante nella frase. In sintesi, gli elementi più spostati o enfatizzati sono quelli più "marcati" rispetto a quelli che stanno nella loro posizione standard. aaaaaa. 01. Il pidgin è una lingua che è la risultanza della fusione della lingua nativa con termini stranieri meticcia data dalla fusione della lingua di partenza con quella di arrivo che è la risultanza della sovrapposizione della lingua nativa con termini stranieri che è la risultanza della scomparsa della lingua nativa in quella straniera. 02. Se il tema è facile da recuperare la ripresa è leggera in termini di materiale sintattico necessario leggera, riguardo al materiale fonico impiegato equilibrata in termini di materiale morfo-fonologico presente pesante per il materiale fonetico impiegato. 03. Le anafore marcate includono DS e DD dell'oggetto anafora zero costruzioni tematizzanti e focalizzanti topicalizzazione e focalizzazione. Affronta il tema dell'accessibilità del tema Il tema dell'accessibilità riguarda quanto un elemento del discorso sia facile da comprendere. Givon ha creato una scala che va dai temi più facili (come pronomi semplici) a quelli più complessi (come nuove informazioni introdotte). I temi più facili sono chiari e già presenti nel contesto, mentre quelli più difficili richiedono frasi più elaborate per essere compresi. aaaaa. 01. "Promettere" è un verbo performativo constativo assertivo imperativo. 02. I performativi devono avere determinate condizioni dette condizioni di infelicità condizioni di felicità condizioni di verità condizioni di falsità. 03. "Come fare cose con le parole" è il libro che deriva dalle William James lectures tenute da Searle una principio generale per spiegare gli atti linguistici il libro che deriva dalle William James lectures tenute da Austin nel 1955 il libro che deriva dall'inseghnamento di Grice ad Oxford. 04. La dimensione locutoria corrisponde a le intenzioni del parlante l'interpretazione nessuna di queste risposte gli effetti del dire. 05. La dimensione illocutoria riguarda le intenzioni del parlante gli effetti del dire il semplice atto del dire qualcosa nessuna di queste risposte. 06. La dimensione perlocutoria riguarda le intenzioni del parlante il semplice atto del dire qualcosa nessuna di queste risposte gli effetti del dire. 07. La forma canonica del performativo è costuituita da la presenza opzionale SA (a ciò) ; la seconda persona singolare; il verbo in forma infinita la presenza opzionale SA (di ciò) ; la prima persona singolare; il verbo in forma passiva; l'indicativo presente. la presenza opzionale del sintagma avverbiale con ciò; la prima persona singolare; il verbo in forma attiva; l'indicativo presente la presenza opzionale del sintagma avverbiale con ciò; la prima persona singolare; il verbo iall'imperativo presente. 08. Austin è noto per la teoria dei performativi la teoria degli atti linguistici la teoria degli aspeech acts la teoria degli atti linguistici e per la teoria dei performativi. 09. Destrivi i concetti di tema e rema, soggetto e predicato Tema: è ciò di cui si parla nell’enunciato ed è il punto di partenza della comunicazione. Spesso coincide con il dato, cioè un'informazione già nota all’interlocutore. In italiano, di solito, il tema si trova all’inizio della frase e spesso corrisponde al soggetto. Rema: è l’informazione nuova che viene detta riguardo al tema. Spesso coincide con il nuovo, ovvero ciò che l’emittente vuole comunicare di nuovo all’interlocutore. In genere, si trova nella parte finale della frase e corrisponde al predicato. Esempio dal testo: I guerriglieri (tema) hanno liberato l’ostaggio (rema). Per quanto riguarda soggetto e predicato: Il soggetto è chi o cosa compie l’azione (spesso coincide con il tema). Il predicato esprime l’azione o la condizione del soggetto (spesso coincide con il rema). In sintesi, nel testo si evidenzia che tema ≈ soggetto e rema ≈ predicato, ma possono variare a seconda del contesto e dell’intonazione. aaaaa. 01. Gli atti linguistici sono locuzione, allocuzione, conlocuzione informare, chiedere, convincere locutivi (o locutori), illocutivi (o illocutori), perlocutivi (o perlocutori) chiedere, ordinare, permettere. 02. Le condizioni appropriate per il constativo sono di appropriatezza/inapprorpiatezza di formalità/informalità di verità/falsità di felicità/ infelicità. 03. Le condizioni appropriate per il performativo sono di formalità/informalità di appropriatezza/inapprorpiatezza di verità/ falsità di felicità/ infelicità. 04. La teoria degli atti linguistici e il concetto del performativo si devono a H.P. Grice P.L. Austin P.F. Strawson J.R. Searle. 05. Se le condizioni di infelicità dei performativi non sono rispettate l'atto è realizzato ma inefficace nullo o inappropriato nullo o vacuo vacuo e abusato. Descrivi la teoria degli atti linguistici, portando degli esempi che chiariscano il modello. La teoria degli atti linguistici, sviluppata da J.L. Austin e poi ampliata da John Searle, sostiene che parlare significa anche compiere azioni, non solo comunicare informazioni. Ogni frase comprende tre livelli: Atto locutorio: dire qualcosa ("Domani piove") Atto illocutorio: l’intenzione dietro le parole (promettere, ordinare) Atto perlocutorio: l’effetto sull’ascoltatore (spaventare, convincere) Esempio: dire "Ti prometto che studierò" è un atto illocutorio di promessa. In sintesi, ogni frase è un’azione che ha un’intenzione e può produrre effetti su chi ascolta. aaa. 01. Deviare il discorso è una violazione della massima di qualità modo quantità relazione. 02. Per Grice le implicature rappresentano il riconoscimento della necessità di aggiungere elementi teorici nuovi dell'impossibilità di ridurre la totalità del significato linguistico al binomio condizioni di verità e regole della conversazione della possibilità di individuare il significato linguistico nelle condizioni di verità e nelle regole della conversazione dell'impossibilità di ridurre la totalità del significato linguistico al binomio razionalità e conversazione. Parlare più del necessario è una violazione della massima di modo qualità quantità relazione. 04. "Sii pertinente" corrisponde alla massima di quantità qualità modo relazione. 05. L’implicatura conversazionale è convenzionale staccabile cancellabile determinata. 06. La parte implicita della comunicazione è detta da Grice discorso implicito implicatura discorso implicato implicazione. 07. Per Grice la conversazione è un'impresa un'impresa irrazionale ma cooperativa un'impresa razionale cooperativa un'impresa cooperativa. 08. Descrivi le radici filosofiche della pragmatica Le radici filosofiche della pragmatica nascono dalla riflessione su come funziona la comunicazione. In passato, si pensava che il significato delle parole fosse legato solo alla realtà e alla verità. Però filosofi come Grice e Searle hanno introdotto l'idea che per capire davvero cosa qualcuno vuole dire, bisogna considerare anche le sue intenzioni e il contesto in cui parla. Grice, per esempio, ha creato il concetto di "implicatura", cioè quello che non viene detto direttamente, ma che si capisce attraverso la conversazione. Ha anche formulato delle regole, chiamate "massime", che aiutano a capire come deve funzionare una conversazione: ad esempio, dire abbastanza informazioni, dire la verità, essere pertinenti e chiari. La pragmatica studia proprio questo: come le parole vengono usate nelle conversazioni quotidiane e come il loro significato dipenda dal contesto e dalle intenzioni di chi parla. aaaa. 01. Gli atti linguistici possono essere indiretti e performativi diretti e prescrittivi diretti e autonomi diretti e indiretti. 02. Le massime sono un parametro per valutare ciò che è detto e ciò che è inteso sono riconducibili ad un principio generale di razionalità sono riconducibili ad un principio generale di razionalità e funzionano come parametro per valutare ciò che è inteso funzionano come parametro per valutare ciò che è inteso. 03. "Mi passi il sale?" rappresenta un atto linguistico indiretto un atto linguistico diretto una domanda diretta una richiesta orientata alla cortesia. 04. Dalle massime scaturiscono delle inferenze, che Grice chiama implicature conversazionali presupposizioni implicature convenzionali implicature conversazionali e convenzionali. 05. Il principio di cooperazione è stato formulato da Austin Grice Chomsky Searle. 06. Il principio di cooperazione è importante per le implicature le presupposizioni la dimesione perlocutoria la dimensione locutoria. 01. L'implicatura conversazionale costituisce un impegno semantico aggiuntivo per limitare il significato letterale di un enunciato all'intenzione comunicativa del parlante per andare oltre il significato letterale di un enunciato ed individuare e capire l'intenzione comunicativa del parlante per capire l'intenzione comunicativa dell'interlocutore per andare oltre il significato letterale di un enunciato aggiungendo il proprio contenuto semantico. 02. Cancellabilità, non distaccabilità, calcolabilità, non convenzionalità sono proprietà delle implicature conversazionali principi per riconoscere le implicature proprietà dell'implicito proprietà delle implicature convenzionali. 03. Il principio di pertinenza di Sperber e Wilson approfondisce l'approccio di Grice in direzione cognitiva approfondisce l'approcciio di Grice in chiave sociolinguistica è completamente indipendente dall'approccio di Grice smentisce l'approccio di Grice. 04. Nella coppia di frasi "Vieni a teatro?" "Sono stanca" costituisce una coppia domanda-risposta la risposta negativa non è espressa direttamente ma può essere inferita come implicatura la risposta negativa è espressa indirettamente come implicatura convenzionale la risposta va interpretata alla luce del contesto e del cotesto. 05. Per Goffman, la 'faccia' è l'aspetto superficiale dell'interazione la logica evidente della conversazione l'immagine pubblica che un partecipante desidera proiettar l'espressione della cortesia linguistica. 06. La cortesia linguistica usa anche mezzi non linguisticamente codificati riguarda gli allocutivi l'atteggiamento psicologico nei confronti dell'interlocutore riguarda soltanto la deissi sociale. 07. L'asimmetria nella comunicazione è collegata alla dominanza e al potere alle implicature conversazionali alle intenzioni dei parlanti alla ricchezza e al prestigio. 08. La logica della cortesia di R. Lakoff è ispirata al modello di Sperber e Wilson non ha nessun precedente nella letteratura alle massime di Grice alla linguistica testuale. 09. Che cos'è il principio di cooperazione? Il principio di cooperazione di Grice è una regola che ci dice che, quando parliamo con qualcuno, cerchiamo di rendere la conversazione chiara e utile per entrambe le persone coinvolte. Per fare questo, seguiamo alcune semplici regole, chiamate massime: Dare la giusta quantità di informazioni: Non dire né troppo, né troppo poco. Essere veri: Non dire cose che sappiamo essere false. Essere pertinenti: Dire solo cose che c'entrano con la conversazione. Essere chiari: Evitare confusioni e parlare in modo semplice. Quando rispettiamo queste regole, la conversazione è più facile e i messaggi sono più comprensibili. Se una di queste regole non viene rispettata, la persona che ascolta potrebbe dover "indovinare" il significato nascosto, cioè ci sono implicature, ossia cose non dette esplicitamente ma che si capiscono dal contesto. In breve, il principio di cooperazione aiuta a rendere le conversazioni più chiare e comprensibili, facendo attenzione a ciò che diciamo e come lo diciamo. aaa. 01. Che cos’è la langue? è l’atto linguistico individuale è l'uso della lingua è l’aspetto sociale e astratto della lingua è la lingua in senso artificiale. 02. Che cos’è la parole? È l’unione di concetto e immagine acustica è l’atto linguistico individuale è la lingua come sistema È la parte sociale della lingua. 03. Cosa studia la linguistica del testo? Il testo L’aspetto sociale della lingua Le caratteristiche della lingua parlata Il testo e il discorso. 04. Quali sono le dicotomie saussuriane? Le dicotomie saussuriane sono: Langue / Parole: La langue è l'aspetto sociale e astratto della lingua, mentre la parole è l'atto linguistico individuale. Significante / Significato: Il significante è il suono o l'immagine acustica, mentre il significato è il concetto ad esso associato. aaaa. Spiegare la dicotomia langue/parole La dicotomia langue/parole descrive due aspetti della lingua. Langue è l'aspetto sociale e astratto della lingua, il sistema di regole e strutture che tutti i membri di una comunità condividono. Parole è l'uso individuale e concreto della lingua, l'atto linguistico che ciascun individuo compie per comunicare. In altre parole, la langue è il "codice" comune, mentre la parole è il "modo in cui ciascuno usa" quel codice per esprimersi. aaaa. Spiega cosa si intende con linguistica della parole la linguistica della parole studia i singoli atti comunicativi, come la produzione di parole, frasi e discorsi in situazioni reali. Si interessa di fenomeni come la variazione linguistica, l'adattamento della lingua al contesto e l'evoluzione del linguaggio nei vari gruppi sociali e culturali. aaaa. 01. Le grammatiche del testo hanno segnato un passo importante nella comprensione della testualità perché hanno dato importanza alle proprietà definitorie in semantici morfo-fonologici formali sintattici. 02. I primissimi tentativi di definizione del testo si basavano su Criteri pragmatici e presenza di pro-forme criteri sintattico-semantici Criteri semantici e assenza di ripetizioni criteri sintattico-lessicali e presenza di pro-forme. 03. Secondo Van Dijk la coerenza è una delle possibili proprietà dei testi È una proprietà necessaria ai testi è una proprietà di tipo dicotomico: o c’è o non c’è. È una proprietà graduale. 04. I primi studi di linguistica del testo hanno messo in evidenza che la linguistica del testo non doveva porre al centro dei suoi modelli la forma superficiale del testo, quanto piuttosto fenomeni legati a descrizioni formali della lingua la linguistica del testo avrebbe migliorato e integrato i metodi della linguistica generale la linguistica del testo doveva porre al centro dei suoi modelli la forma superficiale del testo e concentrarsi su questo aspetto la linguistica del testo non doveva porre al centro dei suoi modelli la forma superficiale del testo, quanto piuttosto fenomeni legati al suo significato. 01. L’interpretazione di un testo mette in gioco due operazioni fondamentali: La codifica e la decodifica La comprensione e l’interpretazione la decodifica e l’inferenza La ccoerenza e la coesione. 02. I primi tentativi di definizione del testo si basano su criteri semantico-sintattici socio-pragmatici sintattico-lessicali morfo-sintattici. 03. Le ipotesi di testo a base semantica furono chiamate grammatiche del testo grammatiche generative grammatiche del periodo grammatiche della frase. 04. I discorsi sono entità molto complesse e possono essere analizzate a partire da tre domini principali: il dominio fonologico, il dominio sintattico ed il dominio testuale il dominio grammaticale, il dominio contestuale e il dominio testuale il dominio grammaticale, il dominio morfo-sintattico e il dominio testuale il dominio fonetico, il dominio morfologico ed il dominio sintattico. 05. Il dominio grammaticale riguarda fenomeni di accordo e di sintassi i modi in cui le unità del discorso si intrecciano sia dal punto di vista del significato che da quello della forma linguistica. la costruzione linguistica delle frasi che compongono il discorso fattori paralinguistici ed extralinguistici;. 06. Il dominio contestuale tiene conto di fattori semantici e pragmatici fattori testuali e grammaticali fattori linguistici e sociali fattori paralinguistici ed extralinguistici. 07. Che cos'è l'analisi della conversazione l'analisi della conversazione si riferisce allo studio di come le persone usano il linguaggio nelle interazioni quotidiane. Si focalizza su aspetti come i turni di parola, le pause, le ripetizioni, e altre dinamiche che permettono alle conversazioni di procedere in modo comprensibile ed efficace. aaa. 01. Quando si scrive un testo, si mettono in opera due sistemi costruttivi: costruzione grammaticale della frase e costruzione del testo due sistemi costruttivi: costruzione grammaticale e costruzione frasale due sistemi: grammatica della frase e grammatica del testo costruzione grammaticale e costruzione funzionale. 02. Rispetto agli altri livelli dell’analisi linguistica (fonologico, morfologico e sintattico) quello testuale: va al di là della frase, riguarda il significato e non la forma, e tiene conto di fenomeni extralinguistici. va al di là della frase, riguarda il significato e non la forma, e tiene conto di cotesto e deissi fantasmatica coincide con la frase, riguarda il significato e la forma, e non tiene conto di fenomeni extralinguistici. va oltre la frase, di cui analizza il contenuto formale facendo attenzione al contesto. 03. Quali sono le proprietà semantiche fondamentali di un testo? Univocità, consecutività, progressione Linearità, progressione e tematizzazione Unitarietà, referenzialità, progressione Unitarietà, continuità, progressione. 04. Il dominio testuale riguarda i modi in cui le unità del discorso si combinano sul piano semantico i modi in cui le unità del discorso si intrecciano la capacità delle unità del discorso di dare forma al flusso di coscienza i modi in cui le unità del discorso si intrecciano sia dal punto di vista del significato che da quello della forma linguistica. 01. Le tipologie di testi sono date dai seguenti criteri classificatori • funzione illocutiva • grado di costrizione/libertà interpretativa imposta al destinatario • capacità enciclopedica • funzione illocutiva (testi informativi, argomentativi, prescrittivi) • grado di costrizione/libertà interpretativa imposta al destinatario (testi molto vincolanti, poco vincolanti) • capacità cognitive • testi informativi, argomentativi, prescrittivi) • testi molto vincolanti, poco vincolanti) • capacità sperimentali • funzione pragmatica • funzione interpretativa) • capacità metacognitive. 02. Al variare di un testo e della sua destinazione la lingua può mantenere un equilibrio variare regolare la comunicazione mantenersi costante. 03. Le unità del testo appartengono a • il piano etico; • il piano semantico; • il piano testuale. • il piano logico; • il piano referenziale; • il piano enunciativo. • il piano cognitivo; • il piano testuale; • il piano conversazionale. • il piano argomentativo; • il piano tematico; • il piano semantico. L'analisi del discorso è L'analisi del discorso è un'area della linguistica che studia come le unità linguistiche si organizzano in testi e come vengono utilizzate per costruire significato, tenendo conto del contesto, delle intenzioni comunicative e delle relazioni tra i partecipanti alla comunicazione. aaaa. |
Report abuse