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Pragmatica e linguistica testuale Description: test pragmatica e linguistica testuale Prof.ssa Messina Author: chiara 79 Other tests from this author Creation Date: 11/01/2025 Category: Others Number of questions: 73 |
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L1.02 Chi viene comunemente considerato il padre della Linguistica moderna? Leonard Bloomfield Ferdinand de Saussure Noam Chomsky Zelig S. Harris. L1.03 La linguistica formale si è sviluppata in Australia in ambito americano in Europa in Gran Bretagna. L1.04 Saussure ha definito il segno linguistico come una triade: referente, significante, significato come una diade: significante, significato come una diade: referente, significante come una diade: referente, significato. L1.05 I livelli di analisi sono fonologia, morfologia, sintassi, lessico fonetica e fonologia, sintassi, e pragmatica fonetica, morfologia, sintassi, semantica e lessicologia fonetica, morfologia, sintassi, semantica e pragmatica. L1.06 Il repertorio include: solamente i dialetti e le lingue dialetti, lingue, varietà nessuna delle risposte fornite solamente la varietà di una lingua. L1.07 Il registro dipende dai parlanti dal momento storico dalla situazione comunicativa dal mezzo espressivo. L1.08 La dimensione diafasica riguarda la localizzazione geografica della lingua la situazione comunicativa la fase storica di riferimento il gruppo sociale. L1.09 La dimensione diamesica riguarda il genere testuale il canale comunicativo il gruppo sociale la scansione mensile della comunicazione. L1.10 I sottocodici fanno parte della dimensione diastratica diafasica diacronica diatopica. L1.11 le scienze del linguaggio comprendono discipline numerose, con correnti di studio in continua evoluzione sono discipline di tipo evolutivo sono il frutto di lunghe e costose elaborazioni sono state a lungo trascurate. L2.01 La linguistica testuale incrocia le seguenti discipline: linguistica e testualità linguistica generale e testualità pragmatica e testo linguistica e filosofia. L2.02 La pragmatica si occupa della competenza comunicativa dei parlanti del rapporto fra lingua e società del rapporto fra utenti del rapporto fra lingua e contesto. L2.03 La pragmatica eredita il modello di studio dalla sociolinguistica dallo strutturalismo dalla retorica classica dall'analisi conversazionale. L2.04 La pragmatica è un livello di analisi una teoria una corrente una prospettiva di ricerca. L2.05 La pragmatica si occupa della relazione fra i segni e la conversazione il discorso il testo chi li usa. L2.06 La linguistica pragmatica viene chiamata anche pragmatica del linguaggio, pragmalinguistica o pragmatica della lingua pragmatica linguistica, pragmalinguistica o pragmatica filosofia del linguaggio, prammatica, pragmasofia pragmatica filosofica, pragmasofia o filosofia del linguaggio. L3.01 La retorica deliberativa è centrata attorno al giusto e all'ingiusto al lodare e biasimare al bello e al brutto all'utile e al dannoso. L3.02 Nel mondo classico i generi di retorica sono deliberata, giudicante dannoso, ingiusto, biasimevole deliberativa, giudiziaria, epidittica utile, giusto, lodevole. L3.03 L'aggettivo retorico applicato a un testo indica un discorso vivace e fluido ampolloso e stantio ricco di figure retoriche difficile e ostico. L3.04 La retorica giudiziaria è centrata attorno all'utile e al dannoso al giusto e all'ingiusto al bello e al brutto al lodare e biasimare. L3.05 Tra i filosofi che sono considerati centrali nella Pragmatica e Linguistica testuale ci sono: John Austin e Charles Morris John Austin e Paul Grice Paul Grice e Charles Morris Charles Morris e Charles S. Pierce. L3.06 La retorica classica è divisa in 5 parti 6 parti 8 parti 3 parti. L3.07 I generi della retorica classica sono caratterizzati da uno spazio, un tempo, un emittente e una meta un luogo, un tempo, un destinatario e uno scopo uno spazio, un'epoca, un emittente e un obiettivo un luogo, un tempo, un ricevente e uno scopo. L3.08 La retorica epidittica è centrata attorno al giusto e all'ingiusto al lodare e biasimare al bello e al brutto all'utile e al dannoso. L4.01 Per capire in testo, il contesto è importante soltanto per i testi orali è essenziale è importante soltanto per i testi scritti no è importante. L4.02 Il contesto è dinamico ma non negoziabile variabile e negoziabile variabile e non negoziabile invariabile ma negoziabile. L4.03 Il contesto è fisso e non negoziabile invariabile e non negoziabile invariabile e negoziabile dinamico. L4.04 Il termine pragmatica si deve a Charles W. Morris Charles Senders Pierca Stephen Levinson Robertf Carnap. L4.05 Il termine pragmatica deriva da una radice greca: pràgma deriva da una radice latina riguarda l'agire umano deriva da una radice anglofona. L4.06 Hymes definisce la pragmatica lo studio degli aspetti formali della lingua la scienza della competenza comunicativa lo studio degli aspetti comunicativi e sociali la scienza della competenza linguistica. L4.07 La competenza comunicativa è diversa dalla "langue" è diversa dalla "competence" è simile alla "parole" è simile alla "competence". L4.08 La tripartizione della semiotica come disciplina riguarda tre campi di studio sintassi, morfologia, lessico sintassi, semantica, fonetica sintattica, pragmatica, semantica sintattica, fonetica, semantica. L5.01 Il contesto può essere definito come interno ed esterno totale e parziale globale e locale sociolinguistico e pragmatico. L5.02 Il contesto può essere definito come l'insieme delle circostanze in cui si verifica un atto comunicativo unione di contesto e cotesto l'insieme di elementi contestuali che interagiscono con il cotesto l'insieme di circostanze (linguistiche o extralinguistiche) in cui si verifica un atto comunicativo. L5.03 Il primo studioso che parlò di contesto di situazione fu Bronslaw Malinowski Roman Jacobson Dell Hymes Rupert Firth. L5.04 Il contesto interviene sul significato per arricchirlo, cancellarlo, precisarlo, corroborarlo rinforzarlo, enfatizzarlo, livellarlo, adattarlo nessuna delle risposte arricchirlo, disambiguarlo, precisarlo, completarlo. L5.05 La selezione degli elementi del contesto deriva dall'inferenza nessuna delle risposte dalla variabilità della lingua dagli scopi. L6.01 La frase "Quelli sono stupidi" contiene una catafora deissi empatica anafora empatica anafora. L6.02 La logodeissi indica la deissi anaforica la deissi testuale o del discorso la deissi del testo la deissi dello spazio. L6.03 I tipi principali dei deissi sono: personale, spaziale e temporale sociale, testuale, gestuale gestuale, anaforica, simbolica personale, sociale, testuale. L7.01 I tempi deittici anaforici sono: il trapassato prossimo, il futuro anteriore e l'infinito passato il trapassato prossimo, l trapassato remoto, il futuro anteriore e il condizionale composto l'imperfetto, il trapassato remoto, il futuro anteriore il passato prossimo, il passato remoto, il futuro semplice e il condizionale semplice. L7.02 la deissi temporale grammaticalizza la relazione tra ll tempo della situazione che viene descritta, oppure a cui si fa riferimento, e il punto zero del temporale del contesto deittico, cioè il momento dell'enunciazione ll tempo e lo spazio ll tempo della storia e quello del discorso ll tempo della situazione che viene descritta, oppure a cui si fa riferimento, e il punto di riferimento spaziale. L7.03 I tempi deittici nell'indicativo sono: il presente, l'imperfetto, il passato remoto, il futuro il presente, il trapassato prossimo, l'imperfetto ,il trapassato remoto, il futuro semplice il presente, il passato prossimo, l'imperfetto, il passato remoto, il futuro semplice il presente, l'imperfetto, il passato remoto, il futuro anteriore. L8.01 La frase rematica è difficile da realizzare ha una funzione tematica ha una funzione fatica ha una funzione sintattica. L8.02 Il referente nella memoria a breve termine può essere: attivo, accessibile o semiattivo, inaccessibile attivo, inattivo o semiattivo, inaccessibile passivo, attivabile, accessibile accessibile, semiattivo, inaccessibile. L8.03 I concetti di dato e nuovo riguardano la struttura della conoscenza la struttura sintattica la struttura in ruoli tematici la struttura informativa. L8.04 Come si distribuisce l'informazione all'interno di un testo? Attraverso l'alternarsi di struttura della conoscenza e struttura informativa Attraverso dato e nuovo, tema e rema, definito e indefinito Attraverso dato e rema, nuovo e tema, identificabilità e definitezza Attraverso la struttura di soggetto e predicato. L9.01 La frase "I miei figli sono generosi" contiene un referente non specifico un referente specifico un referente specifico definito un referente specifico indefinito. L9.02 Riguardo la definitezza un referente può essere generico e specifico (definito e indefinito) specifico, non specifico (definito o indefinito) specifico (definito oppure indefinito), non specifico definito o non definito (specifico oppure non specifico). L9.03 La distribuzione dell'informazione si riferisca a tema/rema; dato/nuovo; definito/indefinito struttura della conoscenza, struttura sintattica soggetto e predicato tema, dato e definitezza. L10.01 La seguente frase : È Lia che è in ritardo" presenta il seguente fenomeno di marcatezza: estrazione del soggetto attraverso la frase scissa passivazione pseudoscissa messa in evidenza del soggetto per anteposizione. L10.02 I modi per mettere in evidenza il rema sono: anteposizione contrastiva, frase scissa e pseudoscissa frase preudoscissa, anteposizione del soggetto e dislocazione anteposizione contrastiva, dislocazione a destra e a sinistra frase scissa, passivazione e focalizzazione. L10.03 La tematizzazione si realizza attraverso: anteposizione dell'oggetto DS e DD dei diversi costituenti posposizione del soggetto passivazione. L10.04 I tipi principali di costruzioni marcate sono: DS e DD tematizzanti e focalizzanti dato e nuovo tematiche e rematiche. L10.05 La seguente frase: "Quella che è in ritardo è Lia" presenta il seguente fenomeno di marcatezza: dislocazione a destra del soggetto dislocazione a sinistra con anafora empatica pseudoscissa frase scissa. L10.6 La seguente frase: "Le arance le ho messe sul tavolo" presenta il seguente fenomeno di marcatezza DD del soggetto DS dell'oggetto con ripresa anaforica DD del complemento oggetto DS dell'oggetto senza ripresa anaforica. L10.07 La seguente frase: "Le arance le ho messe sul tavolo" presenta il seguente fenomeno di marcatezza DS dell'oggetto con ripresa anaforica DS dell'oggetto senza ripresa anaforica DD del complemento oggetto DD del soggetto. L11.01 Il pidgin è una lingua che è la risultanza della fusione della lingua nativa con termini stranieri meticcia data dalla fusione della lingua di partenza con quella di arrivo che è la risultanza della sovrapposizione della lingua nativa con termini stranieri che è la risultanza della scomparsa della lingua nativa in quella straniera. L11.02 Se il tema è facile da recuperare la ripresa è leggera in termini di materiale sintattico necessario leggera, riguardo al materiale fonico impiegato equilibrata in termini di materiale morfo-fonologico presente pesante per il materiale fonetico impiegato. L11.03 Le anafore marcate includono DS e DD dell'oggetto anafora zero costruzioni tematizzanti e focalizzanti topicalizzazione e focalizzazione. L12.01 "Promettere" è un verbo performativo constativo assertivo imperativo. L12.02 I performativi devono avere determinate condizioni dette condizioni di infelicità condizioni di felicità condizioni di verità condizioni di falsità. L13.03 "Come fare cose con le parole" è il libro che deriva dalle William James lectures tenute da Searle un principio generale per spiegare gli atti linguistici il libro che deriva dalle William James lectures tenute da Austin nel 1955 il libro che deriva dall'insegnamento di Grice ad Oxford. L13.04 La dimensione locutoria corrisponde a le intenzioni del parlante l'interpretazione nessuna di queste risposte gli effetti del dire. L12.05 La dimensione illocutoria riguarda le intenzioni del parlante gli effetti del dire il semplice atto del dire qualcosa nessuna di queste risposte. L12.06 La dimensione perlocutoria riguarda le intenzioni del parlante il semplice atto del dire qualcosa nessuna di queste risposte gli effetti del dire. L12.07 La forma canonica del performativo è costituita da la presenza opzionale SA (a ciò); la seconda persona singolare; il verbo in forma infinita la presenza opzionale SA (di ciò); la prima persona singolare; il verbo in forma passiva; l'indicativo presente la presenza opzionale del sintagma avverbiale con ciò; la prima persona singolare; il verbo in forma attiva; l'indicativo presente la presenza opzionale del sintagma avverbiale con ciò; la prima persona singolare; il verbo all'imperativo presente. L12.08 Austin è noto per la teoria dei performativi la teoria degli atti linguistici la teoria degli aspeech acts la teoria degli atti linguistici e per la teoria dei performativi. L13.01 Gli atti linguistici sono locuzione, allocuzione, concluzione informare, chiedere, convincere locutivi (o locutori), illocutivi (o illocutori), perlocutivi (o perlocutori) chiedere, ordinare, permettere. L13.02 Le condizioni appropriate per il constativo sono di appropriatezza/inappropriatezza di formalità/informalità di verità/falsità di felicità/infelicità. L13.03 Le condizioni appropriate per il performativo sono di formalità/informalità di appropriatezza/inappropriatezza di verità/falsità di felicità/infelicità. L13.04 La teoria degli atti linguistici e il concetto di performativo si devono a H.P. Grice P.L Austin P.F. Strawson J.R. Searle. L13.05 Se le condizioni di infelicità dei performativi non sono rispettate l'atto è realizzato ma inefficace nullo o inappropriato nullo o vacuo vacuo e abusato. |
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