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Principi, legislazione e management scolastico 2025

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Principi, legislazione e management scolastico 2025

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Docente: Ridolfo Loredana

Creation Date: 2025/11/26

Category: Others

Number of questions: 147

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Un primo momento di significative trasformazioni nella cultura è da rinvenire nel periodo medievale. Durante questi anni, la maggior parte della popolazione, soprattutto costituita da contadini,. versava in un forte e diffuso grado di analfabetismo, tuttavia godendo dell’accesso alle scuole. godeva dell’alfabetizzazione: l’istruzione era affidata a precettori privati religiosi. godeva dell’alfabetizzazione. versava in un forte e diffuso grado di analfabetismo, essendo costoro esclusi dall’accesso alle scuole.

Quintiliano sostiene che: il maestro deve principalmente essere colto e preparato nella propria materia. la lode, l’esempio e l’incoraggiamento a migliorare non siano metodi stimolanti. il maestro, per dimostrare di essere colto e preparato nella propria materia, deve ricorrere a punizioni corporali quale metodo per incentivare un buon rendimento scolastico. oltre ad essere colto e preparato nella propria materia, il maestro deve avere buone virtù morali ed umane, in primo luogo l’onestà, acquisite tramite esperienza ed educazione.

Con le trasformazioni del XII secolo, i programmi di studio. volevano soddisfare un pubblico prevalentemente composto da contadini. volevano soddisfare un pubblico prevalentemente composto dagli appartenenti alle classi più elevate e nobiliari. volevano soddisfare un pubblico prevalentemente composto da mercanti, artigiani e funzionari. volevano soddisfare un pubblico prevalentemente composto da chierici.

Le prime scuole religiose, nate sulla scorta delle indicazioni dell’imperatore Carlo Magno,. erano affidate principalmente a maestri laici. erano affidate principalmente alla Chiesa. erano affidate principalmente ai Comuni. erano affidate principalmente all’imperatore.

Quale fu una delle innovazioni affermatesi a partire dal XII sec.?. Si diffusero le scuole religiose, affidate principalmente alla Chiesa, che assunse in quegli anni un “protagonismo assoluto”. Il clero fu esortato per la prima volta a istituire scuole nelle cattedrali e nei monasteri, per insegnare a leggere e a scrivere. Molti studiosi lavorarono nelle Corti redigendo trattati didattici, approfondendo la sperimentazione scientifica e compilando opere di carattere enciclopedico. Si perseguì principalmente lo scopo di formare il clero attraverso programmi risultanti dalla fusione tra cultura cristiana e cultura classica, cioè greca e latina.

Secondo Rousseau, grande voce del XVIII secolo, l’educazione dei fanciulli. doveva essere affidata a una società corrotta e doveva connotarsi come “educazione negativa”, cioè volta ad impartire insegnamenti sul come evitare il vizio, e come “educazione naturale”. non doveva essere affidata a una società corrotta, ma a un “buon educatore” e doveva connotarsi come “educazione negativa”, cioè volta ad impartire insegnamenti sul come evitare il vizio, e come “educazione naturale”. non doveva essere affidata a una società corrotta, ma a un “buon educatore” e non doveva connotarsi come “educazione negativa”, ma come “educazione naturale”. non doveva essere affidata a una società corrotta e non doveva connotarsi come “educazione negativa”, ma come “educazione naturale”.

Maria Teresa d’Austria approvò nel 1774 un progetto di introduzione dell’obbligo scolastico. per i bambini dai 6 ai 12 anni. per i bambini dai 3 ai 6 anni. per i ragazzi dai 12 ai 18 anni. per i ragazzi dai 18 anni in su.

L’emergente idea laica di Stato e le idee rivoluzionarie del XVIII secolo: contrastavano fortemente con quella formazione di tipo confessionale dei collegi gesuiti. presentavano forti analogie con quella formazione di tipo confessionale dei collegi gesuiti. erano perfettamente in linea con quella formazione di tipo confessionale dei collegi gesuiti. non si discostavano di molto da quella formazione di tipo confessionale dei collegi gesuiti.

La pedagogia dell’Illuminismo volle porre l’accento. sull’autonomia della Ragione, facendo assumere all’istruzione una indiscussa centralità. sull’egocentrismo e sull’idea dell’istruzione appannaggio delle classi nobiliari. sull’istruzione del clero. sulla centralità della figura dei precettori privati religiosi cui era principalmente affidata l’istruzione.

Durante l’illuminismo, le idee affermatesi. portarono alla riconsiderazione del sistema scolastico: si affermò l’importanza della scuola privata e l’introduzione del diritto allo studio. portarono alla riconsiderazione del sistema scolastico: si affermò l’importanza della scuola religiosa e l’introduzione del diritto allo studio. portarono alla riconsiderazione del sistema scolastico: si affermò l’importanza delle Corti nella diffusione del sapere e l’introduzione del diritto allo studio. portarono alla riconsiderazione del sistema scolastico: si affermò l’importanza della scuola pubblica e l’introduzione del diritto allo studio.

L’intera amministrazione scolastica, secondo l’assetto costruito dalla Legge Casati, faceva capo. al Ministero della Pubblica Istruzione, affiancato dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, istituiti a livello centrale. al Ministero della Pubblica Istruzione, affiancato dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, istituiti a livello locale. al Dirigente scolastico, affiancato dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, istituiti a livello centrale. ad organi scolastici locali, come l’ispettore scolastico per l’istruzione elementare e il provveditore agli studi per quella secondaria o il rettore per le università.

La Legge Casati si compone di ben 380 articoli,. suddivisi in 5 titoli. suddivisi in 12 titoli. suddivisi in 4 titoli. suddivisi in 3 titoli.

Con la Legge Casati. si affermò come predominante la gestione diretta da parte dei privati di scuole statali. Solo a queste ultime, tra l’altro, era riservato il rilascio di titoli come diplomi e licenze. si affermò come predominante la gestione diretta da parte dello Stato di scuole statali. Solo a queste ultime, tra l’altro, era riservato il rilascio di titoli come diplomi e licenze. si affermò come predominante la gestione diretta da parte della Chiesa di scuole statali. Solo a queste ultime, tra l’altro, era riservato il rilascio di titoli come diplomi e licenze. si affermò come predominante la gestione diretta da parte di precettori privati di scuole statali. Solo a queste ultime, tra l’altro, era riservato il rilascio di titoli come diplomi e licenze.

La Legge Casati rimase in vigore fino. all’entrata in vigore della Costituzione (1948). all’anno di introduzione della Legge Coppino (1877). all’anno di introduzione della Riforma Gentile (1923). all’anno di introduzione della Legge Orlando (1904).

La legge Casati tratteggiò importanti novità e fu per questo considerata una svolta nella storia della scuola del nostro Paese. Anzitutto, la prima innovazione di cui si fece interprete fu. la volontà di attribuire alla Chiesa il diritto-dovere di sostituirsi allo Stato nell’organizzazione dell’istruzione, intervenendo attivamente in ambito scolastico. la volontà di ripartire in egual misura l’organizzazione dell’istruzione tra Stato e Chiesa, conferendo loro il diritto-dovere di intervenire attivamente in ambito scolastico. la volontà di sottrarre sia allo Stato che alla Chiesa il diritto-dovere di intervenire attivamente in ambito scolastico. la volontà di attribuire allo Stato il diritto-dovere di sostituirsi alla Chiesa nell’organizzazione dell’istruzione, intervenendo attivamente in ambito scolastico.

Quale normativa è definita “il primo corpus normativo del sistema scolastico italiano”?. La legge Casati. La Riforma Gentile. La Legge Coppino. La Costituzione.

Con la riforma Gentile nell’ambito degli insegnamenti,. si rese obbligatorio l’insegnamento della religione cattolica. si rese meno importante l’insegnamento della religione cattolica. si soppresse totalmente l’insegnamento della religione cattolica. si rese facoltativo l’insegnamento della religione cattolica.

Con la Riforma Gentile,. l’obbligo fu elevato a 10 anni, con severi controlli contro le inadempienze. l’obbligo fu elevato a 14 anni, con severi controlli contro le inadempienze. l’obbligo fu elevato a 18 anni, con severi controlli contro le inadempienze. l’obbligo fu elevato a 16 anni, con severi controlli contro le inadempienze.

Con la Riforma Gentile, gli interventi furono orientati. a sopprimere tutti i tipi di istruzione, sia le scuole private o quelle paritarie, sia quelle statali, in ossequio ai princìpi di rigidità e controllo. a disciplinare in primo luogo altri tipi di istruzione, come le scuole private o quelle paritarie, in ossequio al principio della libertà di insegnamento, ponendo quelle statali sotto il loro rigido controllo. a disciplinare le scuole statali alla stregua di altri tipi di istruzione, come le scuole private o quelle paritarie, in ossequio al principio della libertà di insegnamento. a disciplinare altri tipi di istruzione, come le scuole private o quelle paritarie, in ossequio al principio della libertà di insegnamento, anche se queste rimasero però nella realtà sotto il rigido controllo statale.

La Costituzione Repubblicana. fu promulgata il 27 dicembre 1947 ed entrata in vigore il 1° gennaio 1948. fu promulgata il 27 dicembre 1946 ed entrata in vigore il 1° gennaio 1947. fu promulgata il 27 dicembre 1945 ed entrata in vigore il 1° gennaio 1946. fu promulgata il 27 dicembre 1948 ed entrata in vigore il 1° gennaio 1949.

La Riforma Gentile può definirsi: l’«atto di nascita» del sistema scolastico italiano. il «primo corpus normativo» del sistema scolastico italiano. la «carta di identità» del sistema scolastico italiano. la «carta fondamentale» del sistema scolastico italiano.

Con la Costituzione repubblicana, l’istruzione venne concepita. quale fine religioso. quale fine di diseguaglianza sociale. quale fine elitario. quale fine di benessere sociale.

Tre sono in particolare gli articoli della Costituzione che vengono in rilievo in materia scolastica. art. 18 co. 1, art. 19 e art.20. art. 9 co. 1, art. 233 e art.234. art. 9 co. 1, art. 33 e art.34. art. 29 co. 1, art. 233 e art.234.

Secondo l’art.9 co.1 chi deve farsi carico della “promozione culturale dei cittadini”, garantendo perciò i presupposti per lo sviluppo della cultura?. lo Stato. la Regione. la Chiesa. la scuola.

L’art. 34 co. 1 recita: «La scuola è aperta a tutti». Una Costituzione “garantista e solidarista” come la nostra non poteva che affermare con forza. il principio di coesistenza di scuole statali e private, realizzando così un’eguaglianza sostanziale. il principio di coesistenza di scuole religiose e statali, realizzando così un’eguaglianza sostanziale. il principio dell’accesso all’istruzione scolastica a determinate condizioni, realizzando così un’eguaglianza sostanziale. il principio del libero accesso all’istruzione scolastica, senza alcuna discriminazione, realizzando così un’eguaglianza sostanziale.

A seguito del decentramento, mutano gli attori protagonisti del novellato sistema di istruzione. Nel nuovo quadro, Lo Stato. ha potestà legislativa esclusiva in materia di definizione degli obiettivi generali e dei princìpi fondamentali del processo formativo. ha potestà legislativa concorrente in materia di definizione degli obiettivi generali e dei princìpi fondamentali del processo formativo da esercitarsi nei limiti dei principi fondamentali dettati dalle Regioni. non ha potestà legislativa in materia di definizione degli obiettivi generali e dei princìpi fondamentali del processo formativo; questa spetta ora solo alle istituzioni scolastiche, in virtù della loro qualificazione quali soggetti giuridici e in virtù dell’autonomia. ha potestà legislativa concorrente in materia di definizione degli obiettivi generali e dei princìpi fondamentali del processo formativo da esercitarsi nei limiti dei principi fondamentali dettati dalle Istituzioni scolastiche.

La Legge di riforma del Titolo V della Costituzione n.3 del 2001 ridisegna un quadro di poteri, nell’ambito dell’ordinamento giuridico, in prospettiva. piramidale: va a determinarsi cioè una distribuzione di poteri che, sulla base del processo autonomistico che in questa legge trova il suo massimo culmine, viene riletta in chiave di decentramento. federalista e di sussidiarietà: va a determinarsi cioè una distribuzione di poteri che, sulla base del processo autonomistico che in questa legge trova il suo massimo culmine, viene riletta in chiave di decentramento. piramidale: va a determinarsi cioè una distribuzione di poteri che, sulla base del processo autonomistico che in questa legge trova il suo massimo culmine, viene riletta in chiave di accentramento. federalista e di sussidiarietà: va a determinarsi cioè una distribuzione di poteri che, sulla base del processo autonomistico che in questa legge trova il suo massimo culmine, viene riletta in chiave di accentramento.

Con le riforme in materia di autonomia, l’autonomia e il potere di scelta dell’amministrazione scolastica. incontrano dei limiti, i limiti posti dallo Stato, che ha riservato alla propria competenza esclusiva la definizione della normativa generale in materia di istruzione. incontrano dei limiti, i limiti posti dalle Regioni, che hanno riservato alla propria competenza esclusiva la definizione della normativa generale in materia di istruzione. sono illimitati, per cui non incontrano alcun limite, neppure da parte dello Stato, malgrado i tentativi di quest’ultimo di riservare alla propria competenza esclusiva la definizione della normativa generale in materia di istruzione. incontrano dei limiti, i limiti posti dallo Stato, che ha riservato alla propria competenza concorrente la definizione della normativa generale in materia di istruzione.

Il Regolamento dell’autonomia, d.p.r. 275 del 1999, rappresenta. il documento dei nuovi investimenti didattici, una sorta di “primo atto normativo” della scuola italiana, che ogni istituzione scolastica dovrebbe adeguatamente sfruttare, per garantire a ciascun alunno ampi spazi di autonomia e di flessibilità. il documento dei nuovi investimenti didattici, una sorta di “primo atto normativo” della scuola italiana, che solo alcune istituzioni scolastiche dovrebbero adeguatamente sfruttare, per garantire ai propri alunni ampi spazi di autonomia e di flessibilità. il documento dei nuovi investimenti didattici, una sorta di nuovo “Statuto” della scuola italiana, che solo alcune istituzioni scolastiche dovrebbero adeguatamente sfruttare, per garantire ai propri alunni ampi spazi di autonomia e di flessibilità. il documento dei nuovi investimenti didattici, una sorta di nuovo “Statuto” della scuola italiana, che ogni istituzione scolastica dovrebbe adeguatamente sfruttare, per garantire a ciascun alunno ampi spazi di autonomia e di flessibilità.

Con la Legge Bassanini, viene introdotto. un sistema organizzativo di tipo verticale e piramidale, in cui la scuola diventa soggetto protagonista e centro di erogazione di servizi. un sistema organizzativo di tipo piramidale e non più orizzontale, in cui la scuola diventa soggetto protagonista e centro di erogazione di servizi. un sistema organizzativo di tipo orizzontale e non più piramidale, in cui la scuola soggiace passivamente alle scelte di altri soggetti protagonisti nell’erogazione di servizi. un sistema organizzativo di tipo orizzontale e non più piramidale, in cui la scuola diventa soggetto protagonista e centro di erogazione di servizi.

Con la Legge Bassanini si afferma una nuova “filosofia di governance, basata su un diverso rapporto tra controllo centrale e decentramento”, il cui scopo è. rivoluzionare del tutto le amministrazioni. appesantire le amministrazioni. smantellare le amministrazioni. snellire le amministrazioni.

Il “Sistema LIM” nel suo complesso identifica. l’insieme di una superficie interattiva, un proiettore e un computer. l’insieme di una superficie interattiva e di un proiettore. un’espressione per indicare l’uso della televisione a scuola. l’insieme di una superficie interattiva e di un computer.

La prima normativa, che dà inizio all’affermarsi di un processo autonomistico, volto a svecchiare e rendere più efficiente il mondo scolastico, è la Legge Bassanini, cioè. la L. n. 59 del 1997. la L. n. 59 del 1998. la L. n. 58 del 1997. la L. n. 59 del 1999.

Tra le novità principali della Legge 107 del 2015. la programmazione quadriennale dell’offerta formativa (prima triennale). la programmazione annuale dell’offerta formativa (prima triennale). la programmazione quinquennale dell’offerta formativa (prima annuale). la programmazione triennale dell’offerta formativa (prima annuale).

Le singole scuole regolano i tempi di insegnamento e di svolgimento delle attività didattiche,. con metodologie e strumenti rigidi. con metodologie e strumenti standard per tutti gli allievi. con metodologie e strumenti funzionali alla tipologia di studi e ai ritmi degli allievi. con metodologie e strumenti funzionali a ciascuno studente, a eccezione di quelli con svantaggio.

Il Piano triennale dell'offerta formativa coinvolge. i membri del Collegio Docenti poiché rappresenta solo per costoro un vademecum utile a chiarire quali siano gli indirizzi che la scuola segue e quali gli scopi che si prefigge. tutti gli attori della scena scolastica, poiché rappresenta per costoro un vademecum utile a chiarire quali siano gli indirizzi che la scuola segue e quali gli scopi che si prefigge. esclusivamente il Dirigente, poiché rappresenta un vademecum utile a chiarire quali siano gli indirizzi che la scuola segue e quali gli scopi che si prefigge. le Regioni, poiché rappresenta per costoro un vademecum utile a chiarire quali siano gli indirizzi che la scuola segue e quali gli scopi che si prefigge.

Per le istituzioni scolastiche sono previste forme di autofinanziamento?. Sì, ad esempio finanziamenti statali e risorse aggiuntive, provenienti da Regioni, Enti locali, enti pubblici e privati, che potenziano l’offerta formativa. No, mai. Le istituzioni scolastiche hanno piuttosto a propria disposizione finanziamenti statali e risorse aggiuntive, provenienti da altri Paesi, che potenziano l’offerta formativa. Sì, ad esempio proventi derivanti dalla vendita di prodotti: beni e prodotti provenienti da aziende agricole annesse a istituti agrari, dove si realizza l’apprendimento pratico degli allievi. No, mai. Le istituzioni scolastiche hanno piuttosto a propria disposizione finanziamenti statali e risorse aggiuntive, provenienti da Regioni, Enti locali, enti pubblici e privati, che potenziano l’offerta formativa.

Lo Stato garantisce alle istituzioni scolastiche in possesso di personalità giuridica una dotazione essenziale per la realizzazione delle loro finalità educative e formative. Tale tipo di finanziamento si scinde in. due assegnazioni. tre assegnazioni. quattro assegnazioni. cinque assegnazioni.

L’autonomia amministrativo-contabile e finanziaria consiste. nella facoltà di stipulare convenzioni e contratti. nella scelta libera e programmata di metodologie, di strumenti, di tempi di insegnamento; iniziative espressione di libertà progettuale che si spingano sino alla possibilità di un’offerta ampia che includa insegnamenti opzionali, facoltativi e aggiuntivi. nella capacità di autonoma gestione dei fondi pervenuti mediante contributi statali. nella libertà progettuale e di iniziative volte all’innovazione.

Le istituzioni scolastiche hanno a propria disposizione. al di là dei finanziamenti statali, anche risorse aggiuntive, provenienti da Regioni, Enti locali, enti pubblici e privati, che potenziano l’offerta formativa. al di là dei finanziamenti statali, anche risorse aggiuntive, provenienti da altri Stati, che potenziano l’offerta formativa. solo finanziamenti statali. solo risorse provenienti da Regioni, Enti locali, enti pubblici e privati, che potenziano l’offerta formativa.

Chi è responsabile della corretta tenuta delle scritture contabili e dell’aggiornamento delle schede finanziarie?. il DSGA. La Giunta esecutiva. il Dirigente scolastico. il Collegio Docenti.

Chi è il rappresentante legale dell’istituzione scolastica?. La Giunta esecutiva. Il Collegio Docenti. Il DSGA. Il Dirigente scolastico.

Il Programma Annuale. viene proposto dal DSGA (Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi) e dalla Giunta Esecutiva e approvato dal Consiglio di Istituto, ma è predisposto dal Dirigente Scolastico. viene proposto dal Dirigente Scolastico, con l’assistenza tecnica del DSGA (Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi) e approvato dal Consiglio di Istituto e dalla Giunta Esecutiva. viene proposto dalla Giunta Esecutiva e approvato dal Consiglio di Istituto, ma è predisposto dal Dirigente Scolastico, con l’assistenza tecnica del DSGA (Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi). viene proposto dalla Giunta Esecutiva e approvato dal Dirigente Scolastico, ma è predisposto dal Consiglio di Istituto, con l’assistenza tecnica del DSGA (Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi).

Il Programma Annuale risponde a una funzione. che manca di programmazione, consentendo all’istituzione scolastica di individuare azioni e scelte di gestione sulla base delle risorse a disposizione. programmatica, consentendo all’istituzione scolastica di individuare azioni e scelte di gestione sulla base delle risorse a disposizione. di improvvisazione, consentendo all’istituzione scolastica di individuare azioni e scelte di gestione sulla base delle risorse a disposizione. nessuna delle precedenti.

La rete rappresenta uno strumento efficace. per un corretto uso dei beni (mobili e immobili, secondo le norme del codice civile) che entrano a far parte del patrimonio della scuola. per la gestione del patrimonio della scuola. per la tenuta delle scritture contabili. per consentire una decentralizzazione dei compiti.

La rete. non può considerarsi un interlocutore in ambito scolastico. Solo gli enti locali possiedono i migliori strumenti per supportare l’apprendimento dei ragazzi, specie facendo fronte a necessità specifiche e particolari problematiche. è un interlocutore forte tanto quanto gli enti locali, possedendo gli stessi strumenti per supportare l’apprendimento dei ragazzi, specie facendo fronte a necessità specifiche e particolari problematiche. è un interlocutore più forte rispetto agli enti locali, cioè possiede migliori strumenti per supportare l’apprendimento dei ragazzi, specie facendo fronte a necessità specifiche e particolari problematiche. è un interlocutore meno forte rispetto agli enti locali, cioè possiede minori strumenti per supportare l’apprendimento dei ragazzi e far fronte a necessità specifiche e particolari problematiche.

Nell’esercizio di autonomia negoziale, le scuole: possono stipulare qualunque tipologia di contratto e intraprendere una qualunque attività finanziaria, anche con finalità speculative, senza particolari limiti. sono assolutamente autorizzate a stipulare contratti aleatori, così come di intraprendere una qualunque attività finanziaria con finalità speculative, che si allineano a quelle previste dal sistema nazionale di istruzione. sono soggette a un assoluto divieto di stipulare contratti aleatori, così come di intraprendere una qualunque attività finanziaria con finalità speculative, che tradiscono quelle previste dal sistema nazionale di istruzione. non sono soggette ad alcun limite o divieto.

L’ampio decentramento amministrativo e costituzionale realizzatosi concretizza un principio cardine nell’ordinamento, che oggi investe anche la scuola. Le funzioni devono essere assegnate al livello di governo territorialmente e funzionalmente più vicino agli interessi del cittadino. Di quale principio si parla?. principio di sussidiarietà. principio di universalità. principio di non discriminazione. principio di libera concorrenza.

L’Autonomia di ricerca-sperimentazione- sviluppo, in quanto espressione della libertà progettuale e di iniziative volte all’innovazione si lega principalmente. all'autonomia contabile. all'autonomia negoziale. all'autonomia didattica e organizzativa. all’autonomia finanziaria.

Come è intesa la conoscenza oggi?. La conoscenza è un fattore da promuovere in ambienti di apprendimento che pongano determinate barriere per fornire risposte adeguate. La conoscenza è intesa quale mera trasmissione di saperi teorici. La conoscenza è intesa come condizione di cittadinanza nazionale e terrestre; di condivisione dell’identità civile del paese e come condizione di adeguamento ai nuovi standard di vita e di accesso al mondo del lavoro. La conoscenza è intesa come mera trasmissione di saperi teorici, ma anche come condizione di cittadinanza.

Oggi, il focus della didattica si sposta. dall’insegnamento all’apprendimento, dalle nozioni alle competenze, dal programma al curricolo. dall’apprendimento all’insegnamento, dalle competenze alle nozioni, dal curricolo al programma. dall’apprendimento all’insegnamento, dalle nozioni alle competenze, dal programma al curricolo. dall’insegnamento alle nozioni, dalle competenze al programma.

L’inclusione realizzerebbe pienamente quel principio costituzionale del diritto allo studio,. affermato agli artt. 23 e 24 della Costituzione. affermato agli artt. 30 e 31 della Costituzione. affermato agli artt. 29 e 30 della Costituzione. affermato agli artt. 33 e 34 della Costituzione.

Nel nuovo modello di scuola inclusiva, ai docenti e agli specialisti è richiesta un’attività. individuale e assolutamente autonoma (con carattere di interdisciplinarità) che persegua lo scopo del pieno sviluppo delle potenzialità di tutti gli allievi. individuale (con carattere di interdisciplinarità) che persegua lo scopo del pieno sviluppo delle potenzialità di tutti gli allievi. organica e coordinata (con carattere di interdisciplinarità) che persegua lo scopo del pieno sviluppo delle potenzialità di tutti gli allievi. singola (con carattere di unicità) che persegua lo scopo del pieno sviluppo delle potenzialità di tutti gli allievi.

Gradualmente, la realtà scolastica è divenuta sempre più complessa, sotto questo profilo. Le classi presentano una conformazione variegata,. sicuramente molto diversa dal passato, con un tratto caratterizzante, ossia l’omogeneità. sicuramente uguale al passato, con un tratto caratterizzante, ossia il pluralismo. sicuramente molto diversa dal passato, con un tratto caratterizzante, ossia il pluralismo. sicuramente uguale al passato, con un tratto caratterizzante, ossia l’omogeneità.

La Commissione Falcucci ha previsto una scuola con il compito di realizzare lo sviluppo personale di tutti gli utenti. Un ruolo importante, in tal senso, è svolto. dalla scuola superiore. dall’Università. dalla scuola materna e dalla scuola dell’obbligo. dalle scuole paritarie.

Il periodo più fecondo di ricerca didattica si registra. dagli anni ’90 in poi. dagli anni ’80 in poi. dagli anni ’50 in poi. dagli anni ’70 in poi.

Nell’agosto 2009 il MIUR (Nota n. 4274 del 4 agosto 2009) emana. le Linee guida sull’integrazione scolastica degli alunni con disabilità. le Linee guida in materia di Bisogni educativi speciali (BES). la Direttiva relativa ai Bisogni educativi speciali (BES). il Regolamento dell’autonomia.

La direttiva del Ministero dell’Istruzione del 27 dicembre 2012, relativa ai Bisogni educativi speciali (BES) ha il merito di aver ampliato l’area delle problematiche, in linea con l’attuale situazione, al fine di poter dare adeguata risposta alle nuove esigenze. Essa contempla. 2 macro-categorie: alunni con DSA (che sono un caso particolare di Disturbi Evolutivi Specifici) e alunni con DES (disturbi evolutivi specifici). 3 macro-categorie: alunni con DSA (che sono un caso particolare di Disturbi Evolutivi Specifici); alunni con DES (disturbi evolutivi specifici); alunni con svantaggio socio-economico, linguistico e culturale. 3 macro-categorie: alunni con disabilità; alunni con DSA (che sono un caso particolare di Disturbi Evolutivi Specifici) e alunni con DES (disturbi evolutivi specifici); alunni con svantaggio socio-economico, linguistico e culturale. un’unica macro-categoria, che include: alunni con disabilità; alunni con DSA (che sono un caso particolare di Disturbi Evolutivi Specifici); alunni con svantaggio socio-economico, linguistico e culturale.

Sulla base della recente Legge 104/92, e dei vincoli di legge vigenti, l’insegnante per le attività di sostegno viene richiesto. all’Ufficio Scolastico Regionale dal Collegio Docenti sulla base delle iscrizioni degli alunni con disabilità. all’Ufficio Scolastico Regionale dalle famiglie degli alunni con disabilità. all’Ufficio Scolastico Regionale dal Dirigente scolastico sulla base delle iscrizioni degli alunni con disabilità. al Dirigente scolastico dalle famiglie degli alunni con disabilità.

Il PEI, la DIAGNOSI FUNZIONALE e il PDF sono strumenti per orientare l’azione pedagogico – didattica dei docenti. per gli alunni con svantaggio socio-economico, linguistico e culturale. per gli alunni con DES. per gli alunni con DSA. per gli alunni con disabilità certificata.

Il docente curriculare rientra tra gli attori della scena scolastica che danno luogo all’azione integrata e sinergica, orientata al miglioramento dell’ambiente di riferimento?. No, non può considerarsi un attore fondamentale della scena scolastica. Sì, ma il suo operato è marginale e non centrale. Sì, l’operato di ciascun docente è centrale. No, ovviamente è centrale solo l’operato del docente di sostegno.

Un ruolo primario nell’assistenza allo studente disabile è rivestito, oltre che dal collaboratore scolastico, anche. dall’Assistente Educativo e Culturale. dall’Assistente Comunale. dall’Assistente Tecnico ed Educativo. dall’Assistente Digitale e Culturale.

Le funzioni principali dei collaboratori scolastici. nessuna delle precedenti. sono quelle di incoraggiare e valorizzare le potenzialità e attitudini dell’alunno e di promuoverne di nuove con il fine ultimo di implementare la sua socializzazione. ruotano intorno ai servizi generali della scuola, all’accoglienza e alla sorveglianza degli alunni durante i momenti in cui non si svolgono attività didattiche, cioè antecedenti e successivi alle stesse. ruotano intorno alla partecipazione alla programmazione didattica ed educativa e alla attività di verifica, insieme ai consigli di intersezione, di interclasse e di classe e dei collegi dei docenti.

Nel modello Flipped, il primo momento consiste. nella spiegazione, dove l’insegnante svolge una lezione in aula alla classe. nell’apprendimento guidato dalla spiegazione dell’insegnante in aula, dove l’ausilio di strumenti multimediali risulta particolarmente efficace e produttivo. nella lezione in aula tenuta dall’insegnante, che acquista particolare centralità in questa fase, servendosi di strumenti multimediali. nell’apprendimento autonomo da parte di ogni studente, dove l’ausilio di strumenti multimediali risulta particolarmente efficace e produttivo e avviene all’esterno delle aule scolastiche.

Data la complessità delle situazioni oggi esistenti, variegate e sempre differenti, la scuola diventa un ambiente che deve dimostrarsi capace di rispondere adeguatamente e fornire soluzioni a tutte le tipologie di diversità individuali di ogni singolo alunno. Non si pongono barriere, anzi, si valorizzano le peculiarità di ciascuno studente, facilitando la partecipazione attiva e l’apprendimento. Si pongono regole rigide, al fine di valorizzare le peculiarità di ciascuno studente, favorendo l’individualità. Si pongono regole rigide e si valorizzano insegnamenti standard, uguali e omogenei per tutti, facilitando così la partecipazione attiva e l’apprendimento. Si favoriscono le barriere culturali, al fine di valorizzare le peculiarità di ciascuno studente, facilitando così la partecipazione attiva e l’apprendimento.

La conoscenza equivale oggi a mera trasmissione di saperi teorici. L’affermazione può considerarsi. falsa, poiché la conoscenza diventa oggi: condizione necessaria per l’emancipazione sociale e culturale; condizione di cittadinanza nazionale e terrestre; di condivisione dell’identità civile del paese; condizione di adeguamento ai nuovi standard di vita e di accesso al mondo del lavoro. vera, poiché conoscenza equivale a sapere nozionistico. vera, poiché esprime il carattere effettivo del risultato conseguito a seguito del processo di insegnamento/apprendimento a scuola. falsa, poiché conoscenza è sinonimo di sapere mnemonico.

Cosa significa in concreto innovare la didattica?. È necessaria la promozione di percorsi formativi improvvisati e non adeguatamente programmati. È necessaria la promozione di percorsi formativi selezionati e mirati al fine del rafforzamento della mera conoscenza teorica e nozionistica di base degli studenti. È necessaria la promozione di percorsi formativi selezionati e mirati al fine del rafforzamento delle competenze di base degli studenti. È necessaria la promozione di percorsi formativi standard e fondati su rigide regole disciplinari ed educative al fine del rafforzamento dei saperi teorici degli studenti.

Si punta a implementare forme di didattica. individuale e autonoma, che incrementino la capacità dello studente di apprendere attraverso lezioni principalmente frontali. nessuna delle precedenti. individuale e autonoma, che incrementino i saperi disciplinari. collaborativa e costruttiva, che incrementino il rapporto tra saperi disciplinari e didattica per competenze.

La nuova didattica prevede che. alle metodologie di cooperative learning, flipped classroom e altre tipologie di didattica attiva, centrate sull’allievo si sostituisca la lezione frontale. al cooperative learning si sostituisca la flipped classroom. alla flipped classroom si sostituiscano forme di didattica attiva, centrate sull’allievo. alla lezione frontale si sostituiscano metodologie specifiche come il cooperative learning, la flipped classroom e altre tipologie di didattica attiva, centrate sull’allievo.

Le modalità di valutazione cambiano: all’interrogazione e a verifiche standardizzate, espressione di un apprendimento meccanico, si sostituisce una verifica in itinere degli apprendimenti, che sia capace di mettere a fuoco i progressi graduali raggiunti, valutando il risultato e non il processo. all’interrogazione e a verifiche standardizzate, espressione di un apprendimento meccanico, si sostituisce una verifica in itinere degli apprendimenti, che sia capace di mettere a fuoco i progressi graduali raggiunti, valutando il processo e non il risultato. l’interrogazione e verifiche standardizzate, espressione di un apprendimento meccanico, vanno a sostituirsi a una verifica in itinere degli apprendimenti, valutando il risultato e non il processo. l’interrogazione e verifiche standardizzate, espressione di un apprendimento meccanico, vanno a sostituirsi a una verifica in itinere degli apprendimenti, valutando il processo e non il risultato.

La flipped classroom produce un ribaltamento dei ruoli tra insegnanti e studenti,. dove il controllo pedagogico del processo si sposta dagli studenti, che assumono il ruolo di “guida” all’insegnante. dove il controllo pedagogico del processo è inesistente e non è detenuto né da insegnante né da studenti. dove il controllo pedagogico del processo si sposta dall’insegnante, che assume il ruolo di “guida” agli studenti. dove il controllo pedagogico del processo si sposta a insegnanti e studenti contestualmente.

Una delle metodologie più innovative è sicuramente: la didattica per discipline. la didattica per saperi teorici. la didattica per memorizzazione. la didattica per concetti.

L’ambiente di apprendimento è: un contesto di insegnamento e apprendimento che rompe con le teorie e le pratiche della didattica tradizionale, centrato su “chi apprende (learner–centred): un sistema dinamico, aperto, funzionale alle diverse situazioni reali e personali. In esso, il formatore svolge il ruolo di allenatore, di facilitatore, di guida. un contesto di insegnamento e apprendimento che rompe con le teorie e le pratiche della didattica tradizionale, centrato contestualmente su “chi apprende (learner–centred) e sul formatore, che mantiene comunque un ruolo primario. un contesto di insegnamento e apprendimento che si allinea alle teorie e alle pratiche della didattica tradizionale, centrato sul formatore, che svolge il ruolo di allenatore, di facilitatore, di guida. un contesto di insegnamento e apprendimento che rompe con le teorie e le pratiche della didattica tradizionale: un sistema chiuso perché centrato su “chi apprende (learner–centred e in cui il formatore svolge un mero ruolo di allenatore, di facilitatore, di guida.

La programmazione orientata all’inclusione diventa indispensabile per assicurare. tutela al diritto allo studio. tutela al diritto di associazione. tutela ai diritti dei minori. tutela al diritto di partecipazione.

La cultura della progettualità si è diffusa a partire. dal Regolamento dell’autonomia del 1999. dalla Riforma Moratti del 2003. dai Decreti Delegati del 1974. dalla Legge Bassanini del 1997.

Soffermandoci ora sulla progettualità didattica orientata all’inclusione, questa diventa una materia centrale perché implica l’adozione di quelle strategie e metodologie più opportune per agevolare i processi inclusivi. Sempre più si avverte l’esigenza di competenze specifiche dei docenti. in materia artistica. in materia digitale. in materie economiche. in materie giuridiche.

In termini pratici, “semplificare l'attività amministrativa” significa. fornire un servizio meno costoso per la collettività e sicuramente meno efficiente. nessuna delle precedenti. fornire un servizio meno costoso per la collettività e sicuramente più efficiente. fornire un servizio più costoso per la collettività ma sicuramente più efficiente.

Secondo il principio autonomistico, alle scuole sono attribuite: funzioni e competenze relative a organizzazione, erogazione e programmazione del servizio scolastico. funzioni legislative generali. le funzioni tecniche dell’istruzione e le funzioni amministrative. compiti di indirizzo e regolazione.

Per attività di programmazione e gestione del servizio scolastico si intendono. quelle volte alla “erogazione discontinua del servizio di istruzione” (D. Lgs. 112 del 1990). quelle volte alla “concreta e continua erogazione del servizio di istruzione” (D. Lgs. 112 del 1998). quelle volte alla “erogazione discontinua del servizio di istruzione” (D. Lgs. 112 del 1998). quelle volte alla “concreta e continua erogazione del servizio di istruzione” (D. Lgs. 112 del 1990).

Con la semplificazione si tenta di individuare un valido strumento per dar voce ai princìpi generali che governano l’attività amministrativa, cioè economicità (intesa come minor dispendio possibile di risorse economiche) ed efficacia (intesa come rapporto tra il risultato che ci si prefiggeva di raggiungere ed il risultato effettivamente raggiunto dall'azione amministrativa). Essi sono individuati. dall'art. 11 della l. 241/90 (Legge sul procedimento amministrativo). dall'art. 111 della l. 241/90 (Legge sul procedimento amministrativo). dall'art. 10 della l. 241/90 (Legge sul procedimento amministrativo). dall'art. 1 della l. 241/90 (Legge sul procedimento amministrativo).

A seguito dell’introduzione del principio di sussidiarietà, anche in materia scolastica,. molti compiti di natura amministrativa sono stati mantenuti in via esclusiva da regioni ed enti locali, secondo una logica di accentramento. molti compiti di natura amministrativa propri dello Stato e gestiti a livello centrale sono stati conferiti a regioni ed enti locali. molti compiti di natura amministrativa sono stati mantenuti in via esclusiva in capo allo Stato, secondo una logica di accentramento. molti compiti di natura amministrativa propri di regioni ed enti locali sono stati conferiti allo Stato e gestiti a livello centrale.

I Dipartimenti rappresentano il nucleo centrale dell’organizzazione ministeriale. e sono coordinati dalle Direzioni generali, che gestiscono le risorse loro conferite. con un ruolo primario nell’ambito della valutazione e della ricerca. con compiti di indirizzo e coordinamento delle Direzioni generali e compiti di gestione delle risorse loro conferite. con funzioni di supporto tecnico-scientifico.

L’INVALSI è. l’Istituto Nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa. l’Istituto Nazionale di Valutazione e di Istruzione. l’Istituto Nazionale del Sistema Educativo di Istruzione e Formazione. il Consiglio Superiore della pubblica istruzione.

L’ente di governo centrale, a capo di tutte le istituzioni scolastiche e rappresentativo delle funzioni proprie dello Stato è: la Regione. l’USR. il Ministero dell’Istruzione. il Provveditorato.

Attualmente vige: l’unificazione del Ministero dell'Istruzione e del Merito e del Ministero dell'Università e della Ricerca. l’esistenza di un solo Ministero, il Ministero dell’Università e della Ricerca, con la conseguente eliminazione del Ministero dell’Istruzione e del Merito. l’esistenza di un solo Ministero, il Ministero dell’Istruzione e del Merito, con la conseguente eliminazione del Ministero dell’Università e della Ricerca. lo scorporo del Ministero in due, da una parte il Ministero dell'Istruzione e del Merito, dall'altra il Ministero dell'Università e della Ricerca.

I vari uffici, enti, dipartimenti che sono distribuiti sul territorio, con competenza territoriale limitata, costituiscono. gli organi dell’Amministrazione centrale dello Stato. gli organi dell’Amministrazione periferica dello Stato. gli Organismi collegati all’amministrazione centrale. le Direzioni Generali del Ministero.

I dirigenti incaricati di svolgere la funzione ispettiva tecnica, ossia gli ispettori scolastici fanno parte. dell’organizzazione delle Direzioni Generali. dell’organizzazione dell’USR. dell’organizzazione dell’INDIRE. dell’organizzazione dell’INVALSI.

Il D. Lgs. n. 77 del 15 aprile 2005, all’art. 1, riconferma che l’alternanza può essere svolta. “nel sistema dei licei sia nel sistema dell'istruzione e della formazione professionale per assicurare ai giovani essenzialmente le conoscenze di base”. “nel sistema dei licei per assicurare ai giovani, oltre alle conoscenze di base, l'acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro”. sia “nel sistema dei licei sia nel sistema dell'istruzione e della formazione professionale per assicurare ai giovani, oltre alle conoscenze di base, l'acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro”. “nel sistema dell'istruzione e della formazione professionale per assicurare ai giovani, oltre alle conoscenze di base, l'acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro”.

Quale delle seguenti affermazioni sull’alternanza scuola-lavoro è falsa?. non è alternativa o un’aggiunta al programma scolastico e alle rigidità del quadro orario. nasce da un profondo ripensamento della scuola, che si sostanzia nello spostamento dell’attenzione dalle competenze ai meri saperi teorici. non può essere realizzata senza un profondo cambiamento del metodo di insegnamento e della didattica. presuppone un nuovo paradigma didattico: da un apprendimento prevalentemente passivo ad un apprendimento che punta all’integrazione fra apprendimento e pratica quotidiana.

L’art. 4 della legge n. 53 del 2003 prevedeva, per i giovani che avessero compiuto il quindicesimo anno di età, la possibilità di svolgere l’intera formazione dai 15 ai 18 anni “attraverso l’alternanza di periodi di studio e di lavoro”. Il corso doveva tenersi. sotto la responsabilità dei genitori. sotto la responsabilità del Comune. sotto la responsabilità dell’impresa. sotto la responsabilità dell’istituzione scolastica.

L’Alternanza scuola-lavoro entra formalmente nel nostro sistema educativo con. la Legge Bassanini. il Regolamento dell’autonomia. la Riforma Moratti. la Riforma Gelmini.

A livello normativo, con la Legge di Bilancio 2019 (articolo 1, comma 785, legge 30 dicembre 2018, n. 145), non solo l'alternanza scuola-lavoro cambia nome e diventa "Percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento", ma viene ridimensionato il monte ore del triennio previsto originariamente, che oggi risulta così ripartito: 210 ore nel triennio terminale del percorso di studi degli istituti professionali; 150 ore nel secondo biennio e nell’ultimo anno del percorso di studi degli istituti tecnici; 90 ore nel secondo biennio e nel quinto anno dei licei. 210 ore nel triennio terminale del percorso di studi degli istituti professionali; 90 ore nel secondo biennio e nell’ultimo anno del percorso di studi degli istituti tecnici; 150 ore nel secondo biennio e nel quinto anno dei licei. 90 ore nel triennio terminale del percorso di studi degli istituti professionali; 150 ore nel secondo biennio e nell’ultimo anno del percorso di studi degli istituti tecnici; 210 ore nel secondo biennio e nel quinto anno dei licei. 110 ore nel triennio terminale del percorso di studi degli istituti professionali; 75 ore nel secondo biennio e nell’ultimo anno del percorso di studi degli istituti tecnici; 4% ore nel secondo biennio e nel quinto anno dei licei.

Il focus nei PCTO viene posto. sui saperi teorici e sulla continuità educativa. soprattutto sulle competenze professionali. sull’orientamento e sulle competenze trasversali. sull’insegnante, quale figura centrale del processo educativo.

Dal Dicembre 2018 si assiste a un mutamento di denominazione: l’Alternanza scuola-lavoro cede ora il posto. ai nuovi PCTO (Percorsi per le Capacità trasversali e l’Orientamento). ai nuovi PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento). ai nuovi PCTO (Progetti per le Competenze Trasversali e l’Orientamento). ai nuovi PCTO (Percorsi per le Competenze Triennali e l’Orientamento).

Tra le finalità dei nuovi PCTO, fondamentale quella di. trasferire agli alunni conoscenze e abilità curriculari, creando al contempo esperienze formative dal valore orientante, utili a comprendere meglio il complesso mondo del lavoro e come districarsi in esso. trasferire agli alunni conoscenze e abilità curriculari, essenzialmente teoriche e dogmatiche. nessuna delle precedenti. coinvolgere i genitori e le famiglie nel processo di insegnamento/apprendimento.

La finalità primaria dei PCTO è quello di accompagnare gli studenti nello sviluppo di competenze che servano. ad «apprendere ad apprendere per tutto l’arco della vita» (lifelong learning). ad «apprendere a costruire per tutto l’arco della vita» (lifelong learning). ad «apprendere ad apprendere per tutto l’arco della vita» (cooperative learning). ad «apprendere a vivere per tutto l’arco dell’esistenza» (lifelong learning).

Il laboratorio oggi diventa. uno spazio fisico attrezzato in maniera specifica. oltre che uno spazio fisico attrezzato in maniera specifica ai fini di una determinata produzione, soprattutto una metodologia di lavoro. uno spazio fisico dove gli alunni lavorano principalmente da soli e individualmente, senza alcuna cooperazione, per un apprendimento più efficiente. essenzialmente uno spazio fisico attrezzato per un apprendimento intensivo, non idoneo agli alunni con svantaggio.

Grazie ai laboratori territoriali per l’occupabilità, le istituzioni scolastiche ed educative perseguono l’obiettivo principale di. apertura della scuola al territorio. apertura delle famiglie al territorio. apertura della scuola ai genitori. apertura del territorio alla scuola.

Come è definita la didattica laboratoriale?. Essa è definita la “didattica del conoscere”. Essa è definita la “didattica del fare”. Essa è definita la “didattica del sapere”. Essa è definita la “didattica dell’apprendere”.

Le esperienze di Scuola impresa si sono sviluppate soprattutto. in alcuni conservatori. in alcuni licei. in alcune scuole paritarie. in alcuni indirizzi dell’istruzione tecnica e professionale.

La Bottega Scuola rappresenta. reti di soggetti operanti nell'istruzione e nella formazione, a tutti i livelli, e di imprese o aggregati di imprese che si impegnano per perseguire lo scopo comune di operare insieme al fine di supportare la Regione nella definizione della propria offerta formativa, mediante l'analisi dei fabbisogni formativi dell'area economico professionale di riferimento, ma anche per instaurare nuove sinergie e valorizzare quelle già esistenti, al fine di avvicinare i giovani in formazione al mondo del lavoro. un modello educativo innovativo che valorizza mestieri tipici di settori artigianali di eccellenza del nostro made in Italy. una nuova generazione di laboratori aperti anche in orario extra scolastico, pensati per essere palestre di innovazione e spazi dove mettere in campo attività di orientamento al lavoro e di alternanza, ma anche progetti contro la dispersione scolastica e per il recupero dei giovani non inseriti in percorsi di studio né nel mondo del lavoro. una metodologia didattica consistente in un’azienda virtuale animata dalle studentesse e dagli studenti, che svolge un’attività di mercato in rete (ecommerce) e fa riferimento ad un’azienda reale (azienda tutor o madrina) che costituisce il modello di riferimento da emulare in ogni fase o ciclo di vita aziendale.

I rapporti giuridici e gli atti che impegnano l’amministrazione scolastica verso l’esterno spettano materialmente. al Capo Dipartimento. all’USR. al Dirigente. al Ministro dell’istruzione.

A seguito dell’entrata in vigore della Costituzione repubblicana, si realizza. un processo teso a una sorte di “aziendalizzazione” della scuola. un processo teso a una sorte di “organizzazione” della scuola. un processo teso a una sorte di “regionalizzazione” della scuola. un processo teso a una sorte di “nazionalizzazione” della scuola.

Durante il periodo fascista, il preside (o direttore didattico) era. il superiore gerarchico rispetto al Ministro, a lui subordinato. Dunque si poneva al vertice dell’istituzione scolastica. subordinato al personale docente, che si poneva al vertice dell’istituzione scolastica. il superiore gerarchico rispetto al personale docente, a lui subordinato. Era comunque il personale docente a porsi al vertice dell’istituzione scolastica. il superiore gerarchico rispetto al personale docente, a lui subordinato. Dunque si poneva al vertice dell’istituzione scolastica.

Il Dirigente è coadiuvato dal DSGA, che rappresenta il. Direttore delle Sezioni primavera e degli Asili nido. Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi. Direttore dei Servizi, della Giunta e dell’Assemblea studentesca. Direttore dei Servizi Gestionali e Assembleari.

Il Dirigente deve individuare gli indirizzi da seguire e gli obiettivi da perseguire, sulla base di. un parere obbligatorio e vincolante dell’INVALSI (Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione). un parere obbligatorio e vincolante dell’INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa). una attenta lettura del Rav (Rapporto di Autovalutazione) d’istituto, che è indice di punti di forza e debolezze. una assoluta discrezionalità in materia.

Il PTOF. è elaborato dal Dirigente sulla base degli indirizzi per le attività della scuola e delle scelte di gestione e di amministrazione definiti dal collegio dei docenti. Il piano è approvato dal consiglio d’istituto. è elaborato dal collegio dei docenti sulla base degli indirizzi per le attività della scuola e delle scelte di gestione e di amministrazione definiti dal dirigente scolastico. Il piano è approvato dal consiglio d’istituto. è elaborato dal Dirigente sulla base degli indirizzi per le attività della scuola e delle scelte di gestione e di amministrazione da lui stesso definiti. Il piano è approvato dal medesimo Dirigente. è elaborato dal Dirigente sulla base degli indirizzi per le attività della scuola e delle scelte di gestione e di amministrazione definiti dal consiglio d’istituto. Il piano è approvato dal collegio docenti.

Il Dirigente gestisce l’organizzazione scolastica secondo criteri. di efficienza ed efficacia. di efficacia e imparzialità. di rigidità e disciplina. di efficienza e rigore.

Per assicurare continuità nella presa in carico del soggetto. il Dirigente ha la responsabilità di attivare specifiche azioni di orientamento. il DSGA ha la responsabilità di attivare specifiche azioni di orientamento. il Dirigente deve evitare l’attivazione di specifiche azioni di orientamento. il DSGA deve evitare l’attivazione di specifiche azioni di orientamento.

Quale delle seguenti affermazioni sul rapporto tra Dirigente e inclusione è vera?. É il collegio docenti a promuovere e incentivare attività diffuse di aggiornamento e di formazione del personale. Malgrado il coinvolgimento del Dirigente, non è comunque di sua spettanza l’assegnazione degli alunni con disabilità alle varie classi; la definizione degli orari; la pianificazione degli incontri di progettazione e la gestione di tutta la documentazione formale. Il Dirigente è responsabile dell’organizzazione dell’integrazione degli alunni con disabilità e della vigilanza sull’attuazione di quanto deciso nel Piano Educativo Individualizzato (PEI). Il coordinamento delle varie attività che richiedono la collaborazione di più soggetti, ai fini del loro coinvolgimento, spetta direttamente all’USR, previo parere del Dirigente.

Con riguardo al personale da assegnare ai posti dell’organico dell’autonomia,. non sarà più il vecchio sistema di punteggi e graduatorie a far arrivare i docenti nelle scuole, ma sarà l’USR a individuare i docenti che faranno parte dell’organico dell’autonomia dell’istituzione scolastica che dirige. non sarà più il vecchio sistema di punteggi e graduatorie a far arrivare i docenti nelle scuole, ma sarà il dirigente a individuare i docenti che faranno parte dell’organico dell’autonomia dell’istituzione scolastica che dirige. vige ancora il vecchio sistema di punteggi e graduatorie per far arrivare i docenti nelle scuole. non sarà più il vecchio sistema di punteggi e graduatorie a far arrivare i docenti nelle scuole, ma sarà il Ministro a individuare i docenti che faranno parte dell’organico dell’autonomia dell’istituzione scolastica che a lui fa capo.

Il Consiglio di Circolo (nella scuola primaria) o di istituto (nella scuola secondaria) è l’organo che detiene il governo economico-finanziario della scuola. È presieduto. dal DSGA. da uno dei suoi membri, eletto tra i rappresentanti dei genitori. da uno dei suoi membri, eletto tra gli studenti. dal Dirigente scolastico.

La possibilità di irrogare sanzioni disciplinari agli studenti fino alla sospensione non superiore a 15 giorni è una competenza spettante. al Consiglio di classe. al DSGA. al Collegio docenti. al personale tecnico-amministrativo.

Il Consiglio di Intersezione per la scuola dell’infanzia; il Consiglio di Interclasse per la scuola primaria; il Consiglio di Classe per la scuola secondaria; il Consiglio di Circolo o di istituto e la Giunta esecutiva; il Collegio Docenti; il Comitato per la valutazione del servizio dei docenti; le Assemblee studentesche e dei genitori sono definiti: organi collegiali territoriali periferici. nessuna delle precedenti. organi collegiali territoriali centrali. organi collegiali a livello di circolo e di istituto.

La Giunta esecutiva è eletta all’interno. del Comitato per la valutazione del servizio dei docenti. delle Assemblee studentesche e dei genitori. del Consiglio di Circolo (nella scuola primaria) o di istituto (nella scuola secondaria). del Collegio Docenti.

Il Collegio Docenti può essere convocato ogni volta che il Dirigente ne ravvisi la necessità?. no, è convocato all’inizio di ogni anno (seduta di insediamento) e quando ne fa richiesta 1/3 dei componenti. No, è convocato solo quando ne fa richiesta 1/3 dei componenti. Sì, oltre che all’inizio di ogni anno (seduta di insediamento) e quando ne fa richiesta 1/3 dei componenti. No, è convocato solo all’inizio di ogni anno (seduta di insediamento).

La giunta dura in carica. 2 anni. 3 anni. un anno. 5 anni.

L’affermazione: “Sono membri di diritto della Giunta esecutivo il Dirigente, che la presiede e il DSGA con funzioni di segreteria” può considerarsi. assolutamente vera. assolutamente falsa: nessuno dei due è membro di diritto. in parte vera, poiché membro di diritto è solo il DSGA che la presiede, mentre il Dirigente svolge solo funzioni di segreteria. in parte vera, poiché membro di diritto è solo il Dirigente, che la presiede, mentre il DSGA svolge solo funzioni di segreteria.

Il comitato per la valutazione dei docenti è stato novellato dal comma 129 della L. 107 del 2015 e oggi dura in carica. un anno ed è presieduto dal Dirigente scolastico. tre anni ed è presieduto da uno dei suoi membri, eletto tra i rappresentanti dei genitori. tre anni ed è presieduto dal Dirigente scolastico. un anno ed è presieduto da uno dei suoi membri, eletto tra i rappresentanti dei genitori.

Il Collegio Docenti è un organo collegiale che si insedia all’inizio di ogni anno scolastico. Dura pertanto in carica un anno ed è un organo elettivo. Dura pertanto in carica due anni e non è un organo elettivo. Dura pertanto in carica due anni ed è un organo elettivo. Dura pertanto in carica un anno e non è un organo elettivo.

L’adozione del Regolamento d’istituto, l’approvazione del bilancio preventivo e di quello consuntivo, nonché l’approvazione del PTOF spettano. al DSGA. al Dirigente. a tutti gli Organi collegiali della scuola. al Consiglio di istituto.

Il Consiglio di Stato ha individuato il concetto di “coerenza sistematica”, con riguardo alle attribuzioni del Collegio Docenti: seppure, quest’organo è titolare di funzioni propulsive e deliberative, queste non possono andare in contrasto rispetto alla responsabilità di gestione e di organizzazione del Dirigente. seppure quest’organo è titolare di funzioni propulsive e deliberative, queste non possono andare in contrasto rispetto alla responsabilità di gestione e di organizzazione del DSGA. quest’organo è titolare di funzioni propulsive e deliberative più importanti rispetto alla responsabilità di gestione e di organizzazione del Dirigente, il quale dunque è tenuto a soggiacervi. quest’organo è titolare di funzioni propulsive e deliberative, pertanto queste possono andare in contrasto rispetto alla responsabilità di gestione e di organizzazione del Dirigente.

Il rapporto tra Dirigente e Organi collegiali all’interno della scuola è ispirato al fondamento. del riparto di competenze. preminenza dei secondi sul primo. della preminenza del primo sui secondi. della subordinazione dei secondi rispetto al primo.

L’art. 25 del D. Lgs. 165 del 2001 contempla un ruolo. esclusivo del Dirigente scolastico, i cui “autonomi poteri di direzione, di coordinamento e di valorizzazione delle risorse umane” devono essere esercitati con libertà e a prescindere dalle competenze degli organi collegiali scolastici. secondario e subordinato rispetto alle competenze degli organi collegiali scolastici, non essendo contemplati “autonomi poteri di direzione, di coordinamento e di valorizzazione delle risorse umane” in capo al Dirigente. non esclusivo del Dirigente scolastico, i cui “autonomi poteri di direzione, di coordinamento e di valorizzazione delle risorse umane” devono essere esercitati nel rispetto delle competenze degli organi collegiali scolastici. totalmente inesistente del Dirigente scolastico, dati gli “autonomi poteri di direzione, di coordinamento e di valorizzazione delle risorse umane” esercitati dagli organi collegiali scolastici.

I dirigenti scolastici sono reclutati, secondo la normativa vigente,. dal Ministero della Pubblica Istruzione tramite un corso-concorso pubblico nazionale. dal Ministero della Pubblica Istruzione in maniera assolutamente discrezionale. dalla Regione e dalla Provincia in maniera assolutamente discrezionale. dalla Regione e dalla Provincia tramite un corso-concorso pubblico nazionale.

Secondo la contrattazione collettiva, precisamente in base al disposto dell’art. 11 del CCNL 11 aprile 2006, l’incarico del Dirigente ha natura. a tempo determinato, con durata minima non inferiore a 5 anni e massima di 7. a tempo determinato, con durata minima non inferiore a 3 anni e massima di 5. a tempo determinato, con durata minima non inferiore a un anno e massima di 3. a tempo indeterminato.

La Scuola dell'infanzia: accoglie bambini dai 3 ai 6 anni di età e non è obbligatoria. accoglie bambini dai 3 ai 6 anni di età ed è obbligatoria. accoglie bambini dai 2 ai 3 anni di età ed è obbligatoria. accoglie bambini dai 2 ai 3 anni di età e non è obbligatoria.

Il primo ciclo di istruzione include: scuola dell’infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di primo grado. licei, istituti tecnici e istituti professionali. scuola primaria, scuola secondaria di primo grado, scuola secondaria di secondo grado. scuola primaria e scuola secondaria di primo grado.

Con la Riforma Moratti, l’obbligo scolastico viene innalzato. fino ai 20 anni, con 14 anni complessivi di studi. fino ai 15 anni, con 9 anni complessivi di studi. fino ai 16 anni, con 10 anni complessivi di studi. fino ai 18 anni, con 12 anni complessivi di studi.

La previsione secondo cui, nella scuola secondaria di primo grado, per poter essere promossi e passare alla classe successiva è necessario ottenere la sufficienza in tutte le materie è introdotta. con la Riforma Fioroni. con la Riforma Gelmini. con la Riforma Gentile. con la Riforma Moratti.

Sono state previste misure specifiche e concrete per la realizzazione e messa in sicurezza di asili nido e scuole per l’infanzia, per la costruzione di scuole innovative, per l’incremento di mense e palestre, per la riqualificazione del patrimonio edilizio scolastico a partire. dalla riforma messa in campo dal Ministro Fioroni. dalla riforma messa in campo con i fondi del PNRR. dalla riforma messa in campo dal Ministro Gelmini. dalla riforma messa in campo con il riassetto voluto dalla Legge Bassanini.

Chi effettua la programmazione dell’insegnamento della Religione Cattolica nell’orario delle lezioni?. Il Dirigente, tenendo conto delle proposte del Collegio Docenti. Il Dirigente, tenendo conto delle proposte del DSGA. Il Dirigente, tenendo conto delle proposte del Consiglio di classe. Il Collegio Docenti, tenendo conto delle proposte del Dirigente.

Il profilo del docente CLIL della scuola secondaria di secondo grado deve disporre: competenze linguistico-comunicative nella lingua straniera veicolare di livello B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue (QCER); competenze metodologico-didattiche acquisite al termine di un corso di perfezionamento universitario del valore di 60 CFU per i docenti in formazione iniziale e di 30 CFU per i docenti in servizio. competenze linguistico-comunicative nella lingua straniera veicolare di livello B1 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue (QCER); competenze metodologico-didattiche acquisite al termine di un corso di perfezionamento universitario del valore di 60 CFU per i docenti in formazione iniziale e di 20 CFU per i docenti in servizio. competenze linguistico-comunicative nella lingua straniera veicolare di livello C1 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue (QCER); competenze metodologico-didattiche acquisite al termine di un corso di perfezionamento universitario del valore di 60 CFU per i docenti in formazione iniziale e di 20 CFU per i docenti in servizio. competenze linguistico-comunicative nella lingua straniera veicolare di livello C1 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue (QCER); competenze metodologico-didattiche acquisite al termine di un corso di perfezionamento universitario del valore di 30 CFU per i docenti in formazione iniziale e di 20 CFU per i docenti in servizio.

L’Educazione Civica viene a tutti gli effetti introdotta nel settembre 2019, con l’entrata in vigore della Legge 20 agosto 2019 n. 92. È un insegnamento che. presenta tratti del tutto nuovi e differenti rispetto al precedente insegnamento “Cittadinanza e Costituzione”, previsto con la L. 169/2008. il legislatore ha voluto trasformare in maniera radicale rispetto al passato, quando non era assolutamente contemplato. del tutto nuovo nello scenario normativo fino a quel momento contemplato. rappresenta un continuum rispetto a “Cittadinanza e Costituzione”, già prevista con la L. 169/2008.

Con riferimento alla Religione cattolica, quale delle seguenti affermazioni è vera?. gli studenti (nel caso di scuola secondaria di secondo grado) o i genitori non possono mai derogare all’obbligo di avvalersi di tale insegnamento. gli studenti (nel caso di scuola secondaria di secondo grado) o i genitori sono “costretti” ad avvalersi di tale insegnamento. gli studenti (nel caso di scuola secondaria di secondo grado) o i genitori devono necessariamente compilare un modulo di adesione all’insegnamento, a pena di esclusione dalla scuola. gli studenti (nel caso di scuola secondaria di secondo grado) o i genitori hanno facoltà di scelta se avvalersi o meno di tale insegnamento.

L’insegnamento dell’Educazione Civica è articolato in. 38 ore annue. 18 ore annue. 33 ore annue. 35 ore annue.

L’Italia inizia il c.d. “processo di digitalizzazione della scuola” sulla base di. una Direttiva UE del 18 dicembre 2008. una Raccomandazione UE del 18 dicembre 2008. una Raccomandazione UE del 18 dicembre 2006. un Regolamento UE del 18 dicembre 2006.

Le competenze digitali sono previste tra. le 3 competenze-chiave dello studente europeo disposte dalla Raccomandazione UE del 18 dicembre 2006. le 10 competenze-chiave dello studente europeo disposte dalla Raccomandazione UE del 18 dicembre 2006. le 8 competenze-chiave dello studente europeo disposte dalla Raccomandazione UE del 18 dicembre 2006. le 5 competenze-chiave dello studente europeo disposte dalla Raccomandazione UE del 18 dicembre 2006.

La Raccomandazione UE così definisce la competenza digitale: «consiste. nel saper utilizzare con dimestichezza le tecnologie della società dell’informazione per il lavoro, il tempo libero, la comunicazione». nel saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie della società dell’informazione per il lavoro, il tempo libero, la comunicazione». nel saper utilizzare con dimestichezza e senza freni le tecnologie della società dell’informazione per il lavoro, il tempo libero, la comunicazione». nel saper utilizzare con dimestichezza e illimitatamente le tecnologie della società dell’informazione per il lavoro, il tempo libero, la comunicazione e qualsiasi ambito di vita».

I due Piani Nazionali per la Scuola Digitale (PNSD), conseguenti alla Raccomandazione UE del 2006, che anche nel nostro Paese realizzarono appieno il processo di digitalizzazione della scuola, con apposite modifiche strutturali e organizzative risalgono: il primo al 2010 e il secondo al 2015. il primo al 2015 e il secondo al 2016. il primo al 2008 e il secondo al 2015. il primo al 2009 e il secondo al 2015.

TIC sta per: Tecnologie dell’Informatica e della Comunicazione. Tecniche dell’Informatica e della Comprensione. Tecnologie dell’Informazione e della Conoscenza. Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione.

Alla base della nuova scuola, inserita nel contesto della società della conoscenza, si pongono. la comunicazione e la socializzazione. il sapere teorico e la mancanza di partecipazione. la conoscenza e l’individualità. l’acquisizione di nozioni e l’autonomia.

É corretto dire che nella didattica fanno oggi ingresso i nuovi media?. Assolutamente no: è impensabile e del tutto inammissibile l’uso di media a scuola. Sì, ma solamente quali strumenti di sostegno per alunni con disabilità o svantaggio. No. A scuola è possibile solo l’uso delle strategie e delle metodologie tradizionali. Certamente, essi si pongono quali diversificazione e arricchimento delle metodologie tradizionali.

Spiegazioni attraverso mappe concettuali interattive, utilizzo di pagine a righe o quadretti con margini visibili e differenziati, specie per i dislessici, utilizzo di software specifici, chiamati “compensativi” sono esempi di: attività agevolate dall’uso del pc. attività agevolate dall’uso della LIM. attività agevolate dall’uso della televisione. attività agevolate dall’uso della lavagna tradizionale.

Il “Sistema LIM” nel suo complesso identifica. l’insieme di una superficie interattiva, un proiettore e un computer. l’insieme di una superficie interattiva e di un proiettore. un’espressione per indicare l’uso della televisione a scuola. l’insieme di una superficie interattiva e di un computer.

La LIM consente. un insieme di svantaggi per gli studenti da non sottovalutare. un lavoro collaborativo e cooperativo tra studenti e tra studenti e insegnante; induce a una costruzione attiva del sapere che fa aumentare l’autostima. un lavoro collaborativo e cooperativo tra studenti e insegnante, però principalmente guidato dal docente, che assume un ruolo prioritario. un lavoro passivo e sostanzialmente di osservazione da parte degli studenti; induce a una costruzione passiva, appunto, del sapere che fa diminuire l’autostima.

Un ruolo primario nell’assistenza allo studente disabile è rivestito, oltre che dal collaboratore scolastico, anche. dall’Assistente Educativo e Culturale. dall’Assistente Comunale. dall’Assistente Tecnico ed Educativo. dall’Assistente Digitale e Culturale.

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