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psicologia dei gruppi e della comunità Description: scienze pedagogiche Author: a.renne Other tests from this author Creation Date: 30/09/2024 Category: Others Number of questions: 23 |
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Le principali cause di un conflitto sono: Opacità relazionale, rabbia e atteggiamento di sottomissione Nessuna delle precedenti Divergenza di interessi, rancore e risorse scarse Questioni unicamente di tipo emotivo. La divergenza di interessi è una causa di conflitto che ha come dimensione temporale di riferimento: Il futuro Il passato La divergenza di interessi non ha dimensione temporale di riferimento Il presente. Il rancore è una causa di conflitto che ha come dimensione temporale di riferimento: Il futuro Il presente Il rancore non ha dimensione temporale di riferimento Il passato. Quale, tra le seguenti affermazioni, rappresenta una delle tre dimensioni attraverso cui le persone si costruiscono la propria rappresentazione del conflitto Entrambe le precedenti Relazione versus Compito Intelletto versus Emozione Nessuna delle precedenti. In merito all'escalation del conflitto, quale tra le seguenti affermazioni è FALSA: A seguito dell'intensificarsi del conflitto, le comunicazioni intergruppo sono dinamiche, positive e costruttive. All'intensificarsi del conflitto segue una sequenza di comportamenti che gli autori hanno descritto come un vero e proprio script (copione) dell'escalation. La reciprocità delle minacce favorisce l'intensificarsi del conflitto. È possibile rilevare un copione dell'escalation del conflitto. In merito all'argomento ''escalation del conflitto'' barrare, tra le seguenti affermazioni, quella considerata ERRATA: Le spirali del conflitto avvengono quando le parti sono legate da una reciprocità negativa; rispondono al comportamento di sfida con una sfida, all'attacco verbale con un attacco verbale e via dicendo. In base allo Script (copione) dell'escalation, dopo due attacchi di sfida, ai quali la controparte risponde con altrettanti attacchi, una delle parti si ritira e non risponde più con un attacco perché non emerge mai il tentativo di pareggiare i conti. Molto spesso in un conflitto nessun attacco di ciascuna delle parti è motivato dal desiderio di produrre un escalation del conflitto. Nonostante questo, il conflitto imbocca l'escalation in quanto nessuna della parti è disposta a rinunciare all'attacco successivo finché sente che la controparte avanza ancora un «ultimo colpo». Nel 1997 Mikolic, Paker e Pruitt hanno realizzato un esperimento per rilevare la reazione a un sopruso persistente, dimostrando il processo dell'escalation del conflitto. Tra le sei strategie individuate da Pruitt e Carnevale (1993) per affrontare il conflitto, prevale la concessione quando: È bassa la motivazione a massimizzare i propri rendimenti ed è alta la motivazione a favorire il raggiungimento dei migliori risultati per la controparte. Nessuna delle precedenti risposte è corretta. È alta la motivazione a massimizzare i propri benefici ed è bassa la motivazione a contribuire ai rendimenti della controparte. I negoziatori si limitano a sospendere il loro impegno nella trattativa. Tra le sei strategie individuate da Pruitt e Carnevale (1993) per affrontare il conflitto, prevale la contesa quando: Nessuna delle precedenti risposte è corretta. È bassa la motivazione a massimizzare i propri rendimenti ed è alta la motivazione a favorire il raggiungimento dei migliori risultati per la controparte. È alta la motivazione a massimizzare i propri benefici ed è bassa la motivazione a contribuire ai rendimenti della controparte. I negoziatori si limitano a sospendere il loro impegno nella trattative. La strategia per affrontare un conflitto denominata CONTESA (contending) può essere caratterizzata da: minacce tutte le risposte fornite sono corrette dichiararsi assolutamente irremovibili rispetto alla propria posizione argomentazioni persuasive. Nell'ambito delle strategie per affrontare un conflitto, la strategia dell'INAZIONE (avoiding) è caratterizzata da un fronteggiamento adeguato del problema in atto dalla sospensione dell’impegno nelle trattative da un forte impegno delle parti in gioco nelle trattative dalla formulazione di richieste dirette e precise. Nell'ambito delle strategie per affrontare un conflitto, quale delle seguenti affermazioni, riferite alla strategia PROBLEM SOLVING, è da considerarsi FALSA: Non è una strategia uguale a quella della "Contesa - contending" Non è una strategia uguale a quella del "Compromesso - compromising" Questa strategia prevale quando è bassa sia la motivazione a massimizzare i propri rendimenti che la motivazione ad aiutare la controparte a ottenere il più possibile dalla trattativa. Si cerca di massimizzare il beneficio di tutte le parti in gioco. Sempre più, ormai, si ritiene che sia proprio la promozione della comunicazione ad avere conseguenze negative sia proprio la promozione della cooperazione ad avere conseguenze negative sia proprio la soppressione del conflitto ad avere conseguenze negative sia proprio la soppressione della cooperazione ad avere conseguenze positive. alcuni autori hanno condotto una ricerca proprio per individuare le caratteristiche di personalità associate alle principali strategie di gestione dei conflitti. In particolare a proposito del problem solving: è correlato con diverse caratteristiche di personalità quali l'orientamento ai risultati, la capacità di resistenza, la tendenza a prendersi cura degli altri, il desiderio di piacere agli altri, l'assenza della necessità di difendersi. è associato alla propensione all'aggressione, al bisogno di esibizione, al disinteresse a evitare danni e fastidi, all'orientamento ai risultati e al bisogno di comprendere e controllare. è associato al bisogno di riconoscimento sociale, alla scarsa impulsività, allo scarso piacere del gioco e della sfida, ai limitati bisogni di comprendere l'altro, di ricercare l'autonomia e di promuovere il cambiamento. è adottato da individui con bisogno di autonomia, necessità di evitare danni e fastidi, scarsa propensione a soccorrere e sa prendersi cura degli altri, e limitati bisogni di affiliazione. Indichi quale delle seguenti affermazioni, riferite allo stile negoziale maschile e femminile, è FALSA: Gli autori hanno individuato le tendenze distintive del negoziatore con orientamento maschile e di quello con orientamento femminile. Lo stile negoziale maschile e femminile non è da imputarsi meramente a una differenza ormonale o genetica ma a un orientamento di ruolo acquisito nelle fasi di socializzazione primaria. Lo stile negoziale femminile non può essere appreso e impiegato con efficacia anche da negoziatori maschi. Nella socializzazione al ruolo maschile giocano un forte effetto distorsivo la pregnanza e la generalizzazione nei diversi contesti della mentalità dello sport, dove la sfida è sempre episodica ('one-shot'), gli altri sono avversari e può esserci solo un vincitore. Nell'ambito degli studi sulle differenze individuali nella gestione dei conflitti, quale tra le seguenti affermazioni è FALSA: L'ansia del rifiuto favorirebbe le tattiche di contesa. Tenere conto del sistema di credenze di una persona può aiutare a capire le differenze individuali sulla modalità di interpretare e gestire i conflitti. Gli stili di attaccamento possono influenzare la modalità attraverso la quale una persona gestisce un conflitto. Non sono emerse differenze di genere, quindi maschi e femmine affrontano i conflitti allo stesso modo. Diversi autori hanno cercato di spiegare le differenze individuali nella gestione dei conflitti basandosi sull'analisi dei sistemi di credenze. Quale, tra le seguenti affermazioni, si può ricondurre al concetto di 'sistema di credenze'? Lo stile negoziale maschile e femminile non è da imputarsi meramente a una differenza ormonale o genetica ma a un orientamento di ruolo acquisito nelle fasi di socializzazione primaria. Una stessa persona può utilizzare diversi stili a seconda dell'importanza che attribuisce alla persona che ha di fronte. Vi è una tendenza a supporre che per ogni soggetto che si arricchisce vi debba essere sempre uno che si impoverisce (mentalità della scarsità), o che l'essere umano sia fondamentalmente buono e degno di fiducia, o che la vittoria comune paghi nel lungo periodo più della vittoria personale. È un modello di relazione appreso nella prima infanzia attraverso il rapporto con la madre. In merito al conflitto, quale tra le seguenti affermazioni è VERA: Gli stili di attaccamento non influenzano la modalità attraverso la quale una persona gestisce un conflitto. Tenere conto del sistema di credenze di una persona può aiutare a capire le differenze individuali sulla modalità di interpretare e gestire i conflitti. Nessuna delle precedenti è vera. Tenendo conto del genere, maschi e femmine affrontano i conflitti allo stesso modo. Collins (1996) ha evidenziato una relazione tra le risposte al conflitto e basilari stili di attaccamento, intesi come modelli di relazione appresi nella prima infanzia attraverso il rapporto con la madre. Questi sono: entrambe sono corrette entrambe sono errate ansia del rifiuto comfort con l'intimità. Indichi quale delle seguenti affermazioni, riferite alle ''decisioni in situazioni di incertezza''è VERA: Il decisore razionale deve scegliere la strategia che minimizzi il più elevato grado di dispiacere possibile. Tutte le affermazioni precedenti sono corrette. Le decisioni che vengono prese interattivamente dalle parti in vista della soluzione di un conflitto fanno parte di un gioco che può concludersi con esiti diversi a seconda delle strategie adottate. La scelta dovrebbe essere guidata dal principio della massimizzazione dell'utilità attesa. La situazione tipica definita “gioco a somma zero” è quella in cui qualsiasi sia l’esito del gioco, i pay-off daranno sempre somma zero. le parti cooperano genuinamente tra loro. ciò che viene guadagnato da una parte viene guadagnato anche dall’altra. nessuna delle risposte fornite. Il comportamento competitivo di uno dei due giocatori garantisce l’esito maggiore, ma solo se la controparte cede. Si tratta del "gioco del pollo". di una negoziazione integrativa. di una strategia cooperativa. di una dinamica win-win. Nel gioco dell’ultimatum A livello teorico, la soluzione sarebbe l’accettazione di qualsiasi offerta fatta poiché “è meglio ricevere qualcosa anziché nulla” si coopera sempre in modo genuino è una dinamica negoziale che non si è mai rilevata negli studi scientifici, quindi non esiste si è nella situazione opposta a quella tipica del “prendere o lasciare”. Spesso le persone potrebbero anche valutare poco un bene, ma trovandosi poi in una situazione incerta e in una dinamica d’asta finiscono sempre con il vincere il bene a un prezzo molto basso, essendosi basati, per i loro rilanci, sulle offerte maggiori degli altri. basano i loro rilanci sull’offerta maggiore di un’altra persona, che è esattamente ciò che si deve fare in questi casi. tendono poi sempre a spartirlo equamente con gli altri partecipanti dell'asta. tendono poi a valutarlo non in base alla personale o oggettiva stima dello stesso, ma in base all’offerta maggiore di un’altra persona. |
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