Psicologia dell'apprendimento
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Title of test:![]() Psicologia dell'apprendimento Description: Dalla lezione 42 alla 51 |




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Non è una tipologia di interdipendenza positiva: dei risultati. di identità. delle risorse. dei ruoli. Le fasi della gestione dell'apprendimento cooperativo per il formatore sono: progettare l'attività, gestire il contesto, valutare il gruppo e il singolo. progettare l'attività, consolidare le precompetenze, valutare il gruppo e il singolo. progettare l'attività, gestire il contesto, valutare il gruppo. progettare l'attività, gestire il contesto, valutare il singolo e il processo. Nella costituzione dei gruppi cooperativi, occorre considerare: tipologia di costruzione e ambito disciplinare di riferimento. durata e ampiezza del gruppo, tipologia di costruzione. tipologia di costruzione e età dei soggetti. durata del gruppo e tipologia di costruzione. I principi dell'apprendimento cooperativo sono: tutte le opzioni proposte. responsabilità individuale. interdipendenza positiva e interazione costruttiva. competenze sociali e valutazione di gruppo. Le competenze relazionali di base per l'apprendimento cooperativo sono: conoscersi e fidarsi, risolvere i conflitti, comunicare. falso. vero, ad eccezione della comunicazione. vero, includendo anche l'accettarsi e sostenersi. vero. Non è una tipologia di interdipendenza: interdipendenza negativa. nessuna delle opzioni proposte. interdipendenza positiva. individualismo. Nell'apprendimento cooperativo si valutano: tutte le opzioni proposte. il piano dei contenuti e dei processi. il piano dei contenuti e delle relazioni. il piano dei processi e delle relazioni. Nell'apprendimento cooperativo la valutazione è responsabilità: del docente/formatore e dei formandi. del docente/formatore. dei formandi. ogni gruppo è valutato dagli altri. Nella valutazione dell'apprendimento cooperativo si possono usare schede di rilevazione, checklist, osservazione informale. falso. vero. vero, ad eccezione delle checklist. vero, ad eccezione dell'osservazione. Il contatto oculare: è ricercato in tutte le culture. è essenziale per la comunicazione. varia molto in base alla cultura di riferimento. ha sempre valenza positiva. La voce è una sostanza fonica che comprende riflessi, caratterizzatori vocali, vocalizzazioni, caratteristiche extralinguistiche e paralinguistiche. falso. vero. non comprende i riflessi. non comprende le vocalizzazioni. Fanno parte dei gesti: pantomime e ripercussioni. emblemi e imitazioni. tutti le opzioni proposte. emblemi e pantomime. I gesti sono: sono l’insieme delle azioni di contatto in un atto comunicativo. azioni motorie coordinate e circoscritte che generano un significato. un sistema di organizzazione dello spazio interpersonale nella comunicazione. un sistema di organizzazione del tempo nella comunicazione. Qualità paralinguistiche della voce, espressioni facciali, gesti, sguardo, prossimità, aptica e postura sono processi e fenomeni che costituiscono l'insieme della CNV. vero. falso. vero tranne la voce. vero tranne lo sguardo. La zona personale prevede distanze di: 1-4 m. > 4 m. 0,5-1 m. 0-0,5 m. La zona pubblica prevede distanze di: 1-4 m. > 4 m. 0,5-1 m. 0-0,5 m. La zona sociale prevede distanze di: 1-4 m. > 4 m. 0,5-1 m. 0-0,5 m. La zona intima prevede distanze di: 1-4 m. > 4 m. 0,5-1 m. 0-0,5 m. Il sorriso indica disponibilità a cooperare ed è un promotore dell’affinità relazionale con funzione: emotiva. cognitiva. sociale. emotiva e sociale. Il contesto è l’insieme delle condizioni, delle opportunità, delle restrizioni e dei vincoli spaziali, temporali, relazionali, istituzionali e culturali che genera un messaggio di senso. genera un messaggio di senso insieme all'intenzione. vero. falso. genera un messaggio di senso insieme al testo. Il silenzio: è assenza di comunicazione. è una comunicazione strategica ambigua. le regole del silenzio sono trasversali alle diverse culture. è una comunicazione strategica chiara. Non è vero che il contesto: è individuale. dipende dalle persone e dalla loro memoria. è costituito dalla persona che agisce nel e in relazione con un determinato ambiente. implica sviluppo. Intenzione significa: direzionalità e soggettività. direzionalità e volontarietà. tutte le opzioni proposte. autonomia e volontarietà. L'intenzione-in-azione è: la capacità di intervenire in modo intenzionale nell’imprevisto. la progettazione di un’azione. il monitoraggio dell'azione nel suo corso. lo scopo iniziale di un'azione. L''intenzione antecedente è: la previsione degli esiti di un'azione. la progettazione di un’azione. lo scopo iniziale di un'azione. la capacità di intervenire in modo intenzionale nell’imprevisto. Il principio di cooperazione stabilisce che coloro che conversano cercano di fare in modo che: Gli interlocutori siano soddisfatti. Non si perda tempo. Si riesca a comunicare. Non sorgano conflitti. Tommaso è stato dichiarato colpevole di omicidio. Di conseguenza viene incarcerato per i prossimi dieci anni. Secondo Austin, si tratta di un atto: locutorio. comunicativo. illocutorio. perlocutorio. In base alla massima della qualità, il parlante deve: tutte le opzioni proposte. fornire contributi pertinenti, intervenire quando necessario. fornire un contributo vero, dicendo solo cose comprovate. evitare di essere ambiguo, oscuro o prolisso. Il contesto implicito è dato da: il mondo di riferimenti che il parlante condivide con l'interlocutore. tutte le opzioni proposte. parole, gesti, espressioni ed elementi della CNV. il mondo di riferimenti del parlante. Le funzioni base della comunicazione sono: funzione proposizionale, culturale, linguistica. funzione proposizionale, relazionale, emotiva. funzione proposizionale, relazionale, espressiva. funzione dichiarativa, linguistica, espressiva. Il processo di intenzionalizzazione consiste nel: comunicare un messaggio. manifestare un’intenzione. condividere un obiettivo comunicativo. interpretare un messaggio. Secondo Grice, l’intenzionalità comunicativa consiste nel: voler entrare in relazione con l'interlocutore. voler aumentare le informazioni possedute dal destinatario. voler rendere consapevole il destinatario di qualcosa. voler accompagnare il processo di decodifica del destinatario. Le strategie comunicative: tutte le opzioni proposte. sono stabili. implicano un processo di calibrazione affettiva e cognitiva del messaggio. sono generalizzabili. In assenza di intenzionalità reciproca non si ha: informazione. contenuto. relazione. comunicazione. I parametri delle caratteristiche paralinguistiche sono: Altezza, intensità, ritmo. Tono, durata, accento. Tono, intensità, tempo. Tono, durata, ritmo. Lo sguardo dura in media: 5 secondi. 3 secondi. 2,5 secondi. 1,5 secondi. Mara ha l’intenzione comunicativa di manifestare la sua rabbia al proprio capo per la paga molto bassa. Secondo Austin vuole compiere: un atto perlocutorio. un atto locutorio. un atto fatico. un atto illocutorio. Si parla di “uso conversazionale” di un termine quando: il bambino ha acquisito l’uso di un termine in tutti i contesti conversazionali. il bambino riconosce il contesto nel quale viene utilizzato un termine e ne comprende il significato. il bambino riconosce il contesto nel quale viene utilizzato un termine pur non comprendendone il significato. il bambino comprende il significato di un termine, ma non distingue ancora il contesto nel quale viene utilizzato. La comunicazione funzionale è: a) accettante; b) stimolante; c) fondata su motivazioni estrinseche; d) incoraggiante; e) non incerta o imprevista; f) non differenziata. b, c, e. a, b, c, d, e, f. a, b, d. d, e, f. Le impalcature sono: a) inferenze che aiutano a determinare il significato di un enunciato; b) distinte in convenzionali e conversazionali; c) scalari se contravvengono il principio di qualità. B, c. A, b, c. A, b. A, c. Tra i principi della comunità di apprendimento ricordiamo: collaborazione e motivazione. cultura e ordine. azione e riflessione. contenuti e valutazione. All'interno delle comunità di pratiche, l’apprendimento: è distribuito tra le persone e gli artefatti. è situato e contribuisce alla formazione dell’identità. tutte le opzioni proposte. è un atto sociale, guidato dalle esigenze della comunità. I luoghi “interni ” dell'apprendimento: permettono di acquisire competenze e capacità che motivano valorialmente all’apprendimento. permettono di acquisire competenze o capacità rilevanti nella quotidianità e nelle relazioni. permettono di acquisire competenze o capacità intellettuali. permettono di acquisire competenze o capacità rilevanti nella cultura di appartenenza. Il modello del setting di Antonietti prevede: spazio di azione, progetto strutturale, atteggiamento, senso. spazio di azione, progetto strutturale, atteggiamento, valore. spazio di azione, impalcature, atteggiamento, senso. spazio di azione, progetto strutturale, azioni, senso. L'apprendistato cognitivo richiede tre principali operazioni mentali: selezione, riflessione, esplorazione. articolazione, riflessione, esplorazione. articolazione, riflessione, confronto. articolazione, organizzazione, esplorazione. Nel modello di setting di Antonietti, lo "schema organico e coerente rispetto agli obiettivi e alle modalità sottese agli elementi concreti" è detto: sfondo. atteggiamento. progetto strutturale. spazio di azione. Tra i principi della comunità di apprendimento ricordiamo: percorsi di sviluppo e azione. collaborazione e riflessione. tutte le opzioni proposte. contenuti e cultura. Nel modello sistematico di Bronfenbrenner, l’insieme degli schemi di attività, dei ruoli e delle relazioni interpersonali all'interno del contesto immediato del soggetto costituisce: l'Esosistema. il Mesosistema. il Microsistema. il Macrosistema. Nel modello sistematico di Bronfenbrenner, l’interconnessione dei microsistemi che comprende anche situazioni non attualmente presenti, ma influenti, del passato o del futuro, costituisce: l'Esosistema. il Mesosistema. il Microsistema. il Macrosistema. Nel modello sistematico di Bronfenbrenner, le situazioni ambientali in cui si verificano eventi che determinano o sono a loro volta determinati da ciò che accade nella situazione ambientale dell'individuo, ma non lo vedono coinvolto attivamente in modo diretto, costituiscono: l'Esosistema. il Mesosistema. il Microsistema. il Macrosistema. Nel modello sistematico di Bronfenbrenner, gli aspetti comuni ai sottosistemi di una cultura che ne influenzano i cambiamenti a cascata, costituiscono: l'Esosistema. il Mesosistema. il Microsistema. il Macrosistema. Le fasi dell'apprendistato cognitivo sono: modellamento, rinforzo, fading, scaffolding. modellamento, coaching, fading, supervisione. modellamento, coaching, fading, scaffolding. modellamento, coaching, metacognizione, scaffolding. Non è vero che il setting: costituito dalla persona che agisce nel e in relazione con un determinato ambiente. dipende dalle persone e dalla loro memoria. è individuale. implica sviluppo. Nel modello sistematico di Bronfenbrenner, la possibilità di cambiamento è funzione di: partecipazione a situazioni ambientali culturalmente eterogenee. coinvolgimento in attività responsabili, centrate su un compito e condivise con persone più esperte. entrambe le opzioni proposte. nessuna delle opzioni proposte. Nel modello sistematico di Bronfenbrenner, «attività molari» sono: indicatori dell’evoluzione personale dell’individuo e degli influssi che questi ha subìto dall’ambiente. attività che hanno un significato e uno scopo, che sono significative per il soggetto. tutte le opzioni proposte. la manifestazione principale e più immediata dell’apprendimento. I luoghi “esterni” dell'apprendimento: permettono di acquisire competenze o capacità rilevanti nella quotidianità e nelle relazioni. permettono di acquisire competenze o capacità pratiche. permettono di acquisire competenze e capacità che motivano valorialmente all’apprendimento. permettono di acquisire competenze o capacità rilevanti nella cultura di appartenenza. Lo sfondo: è predisposto dal formatore, ma deve essere approvato dal formando. è definito dal formando. è predisposto dal formatore, ma si realizza pienamente nell'interpretazione del formando. è predisposto dal formatore. Il patto formativo non definisce: le regole del setting. nessuna delle opzioni proposte. i presupposti (teorici, culturali, ecc.). le modalità e i tempi di lavoro. Il nome del modello CASCO significa: Contesto, Ampliamento repertorio strategico, Sperimentazione, Competenze sociali e personali, Osservazione. Contesto, Associazione, Sperimentazione, Confronto, Osservazione. Capacità, Associazione, Sperimentazione, Competenze sociali e personali, Osservazione. Capacità, Anticipazione, Strategia, Competenze sociali e personali, Obiezioni. L'ultimo obiettivo del Modello CASCO è l'osservazione, intesa come: osservazione e ascolto attivo di sé e del mondo. osservazione di sé e del mondo. osservazione dei risultati. osservazione dei comportamenti. Rispetto alle epistemologie personali, la dimensione della "natura della conoscenza", comprende credenze: sulle fonti e le giustificazioni della conoscenza. relative al grado di certezza e di semplicità della conoscenza. relative al grado di certezza e di giustificabilità della conoscenza. relative al grado di semplicità e le fonti della conoscenza. Le dimensioni delle epistemologie personali riguardano: la natura della conoscenza e gli effetti del processo del conoscere. la natura della conoscenza e il processo del conoscere. la natura e la valutazione della conoscenza. le tipologie della conoscenza e il processo del conoscere. Secondo Schommer, le dimensioni delle epistemologie personali comprendono: nessuna delle opzioni proposte. controllo e velocità di acquisizione. grado di certezza e organizzazione. tutte le opzioni proposte. Secondo Schommer, le dimensioni delle epistemologie personali comprendono: controllo e velocità di acquisizione. nessuna delle opzioni proposte. origine e grado di certezza. tutte le opzioni proposte. Rispetto alle epistemologie personali, la dimensione del "processo del conoscere", comprende credenze: sulle fonti e le giustificazioni della conoscenza. relative al grado di semplicità e le fonti della conoscenza. relative al grado di certezza e di semplicità della conoscenza. relative al grado di certezza e di giustificabilità della conoscenza. Non è vero che le epistemologie personali: quelle rispetto alla velocità dell’apprendimento, la costruzione del sapere e le caratteristiche degli studenti di successo risentono delle differenze culturali. sono stabili rispetto ai diversi domini specifici. sono influenzate dall’ambiente di apprendimento. sono influenzate dalla struttura del materiale. Le epistemologie personali: sono intuizioni socialmente condivise circa la natura della conoscenza e dell’apprendimento. non incidono sulla definizione degli obiettivi, né forniscono standard per la valutazione. sono visioni consapevoli. riguardano ciò che un individuo ha appreso in ambito scolastico su che cosa significa imparare a studiare. Secondo Magolda, l'affermazione che la conoscenza evolve ed è la capacità individuale di valutare un contesto per definire una propria posizione, caratterizza la visione: visione assoluta. visione transizionale. visione indipendente. visione contestuale. Secondo Magolda, la messa in discussione dell’idea dell’autorità come unica fonte del sapere e la valorizzazione delle opinioni individuali caratterizzano la visione: visione assoluta. visione transizionale. visione indipendente. visione contestuale. Secondo Magolda, la graduale accetazione dell’incertezza del sapere caratterizza la visione: visione assoluta. visione transizionale. visione indipendente. visione contestuale. Secondo Magolda, l'affermare che la conoscenza è certa e le autorità sono onniscienti caratterizza la visione: visione assoluta. visione transizionale. visione indipendente. visione contestuale. Le visioni dell'apprendimento di Magolda sono: assoluta, transizionale, indipendente, contestuale. assoluta, transizionale, dipendente, contestuale. assoluta, transizionale, indipendente, sociale. assoluta, transizionale, interdipendente, contestuale. |