Psicologia della Comunicazione Strategica
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Title of test:![]() Psicologia della Comunicazione Strategica Description: Lezioni 1-48 Creation Date: 2025/04/09 Category: Others Number of questions: 188
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Che cosa si intende per sintassi?. Riguarda proprietà della stilistica. Riguarda proprietà statistiche del linguaggio. Riguarda proprietà della semantica. Riguarda proprietà della pragmatica. Che cosa si intende per pragmatica?. L’influenza sul non verbale. L’influenza sul comportamento. L’influenza sulla semantica. L’influenza sulla sintassi. La consapevolezza che l’uomo ha di se steso è sostanzialmente una consapevolezza: Delle funzioni, quindi delle relazioni in cui si trova implicato. Delle dinamiche intrapsichiche. Delle emozioni che si apprendono. Dei pareri espressi dagli altri. Qual è l’interesse primario della semantica?. La comunicazione. Il significato. La forma. La logica. I sistemi interpersonali possono essere considerati circuiti di retroazione, poiché. Il comportamento di ogni persona influenza ma non è influenzato dal comportamento di ogni altra persona. Il comportamento di ogni persona non influenza ma è influenzato dal comportamento di ogni altra persona. Il comportamento di ogni persona influenza ed è influenzato dal comportamento di ogni altra persona. Il comportamento di ogni persona è guidato dalla casualità non lineare. La retroazione negativa caratterizza l’omeostasi (stato stazionario) e gioca quindi un ruolo importante: Nel far raggiungere e mantenere la stabilità delle relazioni. Nel far raggiungere l’instabilità delle relazioni. Nel far raggiungere e mantenere la stabilità nei sogni. Nel boicottare la stabilità delle relazioni. Il termine ridondanza si riferisce: Alla ripetizione negli schemi comportamentali che osserviamo durante l’interazione. Alla mancanza negli schemi comportamentali che osserviamo durante l’interazione. Alla dinamica degli schemi comportamentali che osserviamo durante l’interazione. Alla reatroazione negli schemi comportamentali che osserviamo durante l’interazione. La retroazione positiva: Provoca un doppio legame. Provoca un cambio di umore. Provoca un cambiamento, cioè la perdita di stabilità e di equilibrio. Provoca un consolidamento, cioè il mantenimento di stabilità e di equilibrio. Se applichiamo il concetto di scatola nera a problemi psicologici e psichiatrici, si vede che: Non abbiamo bisogno di ricorrere ad alcuna ipotesi intrapsichica e possiamo limitarci ad osservare i rapporti di ingresso-uscita, cioè la comunicazione. Non abbiamo bisogno di ricorrere ad alcuna ipotesi intrapsichica ma non possiamo limitarci ad osservare i rapporti di ingresso-uscita, cioè la comunicazione. Non abbiamo bisogno di ricorrere ad alcuna ipotesi intrapsichica e possiamo limitarci ad osservare i rapporti di ingresso-uscita, cioè la sintattica. Abbiamo bisogno di ricorrere a ipotesi intrapsichiche e non possiamo limitarci ad osservare i rapporti di ingresso-uscita, cioè la comunicazione. In una accesa discussione, passare al livello della metacomunicazione: Può esacerbare il conflitto. Può arginare il conflitto. Può far suscitare rabbia. Può suscitare curiosità. Qual è la definizione di metacomunicazione. Comunicazione sul comportamento. Meta-analisi sulla comunicazione. Comunicazione sulla meta-analisi. Comunicazione sulla comunicazione. Nei sistemi con circuiti di retroazione: C’è fine ma non c’è principio. Non c’è base né lato, come in un cerchio. Non c’è fine né principio, come in un cerchio. Non c’è fine ma c’è principio. Che tipo di fenomeno è l’impossibilità di non comunicare?. E’ un fenomeno più che teorico. E’ un fenomeno teorico. E’ un fenomeno esoterico. E’ un fenomeno teoretico. La comunicazione ha luogo: Soltanto quando è intenzionale, inconscia o efficace, cioè quando si ha la comprensione univoca. Soltanto quando è intenzionale, conscia o efficace, cioè quando si ha la comprensione reciproca. Non soltanto quando è intenzionale, ma solo quando è conscia o efficace. Non soltanto quando è intenzionale, conscia o efficace, cioè quando si ha la comprensione reciproca. Il primo assioma della comunicazione suggerisce che: Si può non comunicare. Non si può non comunicare. Si può comunicare. Non si può non essere. Se si accetta che l’intero comportamento in una situazione di interazione ha valore di messaggio, vale a dire è comunicazione, ne consegue che: Comunque ci si sforzi, si può non comunicare. L’attività o l’inattività, le parole o il silenzio hanno tutti valore di negazione. Comunque ci si sforzi, si può non comunicare. L’attività o l’inattività, le parole o il silenzio non sempre hanno valore di messaggio. Comunque ci si sforzi, non si può non comunicare. L’attività o l’inattività, le parole o il silenzio hanno tutti valore di messaggio. Comunque ci si sforzi, si può non comunicare. L’attività o l’inattività, le parole o il silenzio non hanno tutti valore di messaggio. Ogni comunicazione implica un impegno e perciò definisce la relazione: E’ un altro modo per dire che la comunicazione trasmette soltanto informazione, e non impone un comportamento. E’ un altro modo per dire che la comunicazione non soltanto trasmette informazione, ma al tempo stesso impone un comportamento. E’ un altro modo per dire che la comunicazione non soltanto trasmette informazione, ma al tempo stesso impone un processo onirico. E’ un altro modo per dire che la semantica non soltanto trasmette informazione, ma al tempo stesso impone un negoziato. Quanto più una relazione è spontanea e “sana”, tanto più: L’aspetto intrapsichico della comunicazione viene sognato. L’aspetto relazionale della comunicazione recede sullo sfondo. L’aspetto relazionale della comunicazione viene delegato a un terzo. L’aspetto relazionale della comunicazione diventa primario. Definizione del secondo assioma della comunicazione: Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione di modo che il secondo classifica il primo ed è quindi metacomunicazione. Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione di modo che il secondo classifica il primo ed è quindi una resistenza al cambiamento. Ogni comunicazione ha un aspetto estetico e un aspetto esoterico di modo che il secondo classifica il primo ed è quindi metacomunicazione. Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione di modo che il primo classifica il secondo ed è quindi metacomunicazione. Definizione del terzo assioma della comunicazione: La natura di una relazione dipende dalla struttura delle parole usate. La natura di una relazione dipende dall’atteggiamento dei parenti dei comunicanti. La natura di una punteggiatura dipende dalla relazione dei comunicanti. La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti. Definizione del quinto assioma della comunicazione: Tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici o paralleli, a seconda che siano basati sull’uguaglianza o sulla simpatia. Tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari, a seconda che siano basati sulla pertinenza o sulla differenza. Tutti gli scambi di comunicazione sono asimmetrici o complementari, a seconda che siano basati sull'uguaglianza o sulla pertinenza. Tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari, a seconda che siano basati sull’uguaglianza o sulla differenza. Se è vero che ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e uno di relazione: E’ lecito aspettarsi che i due moduli di comunicazione coesistano ma non siano reciprocamente complementari in ogni messaggio. E’ lecito aspettarsi che i due comunicanti non soltanto comunichino tra loro ma siano ranche amici. E’ lecito aspettarsi che i due moduli di comunicazione non soltanto coesistano ma siano reciprocamente complementari in ogni messaggio. E’ lecito aspettarsi che i due moduli di comunicazione non soltanto coesistano ma non siano reciprocamente complementari in ogni messaggio. Nella relazione complementare si hanno due diverse posizioni: One-up, cioè la posizione superiore, primaria e One-down, cioè la posizione inferiore, secondaria. Capo, cioè la posizione superiore, primaria e Schiavo, cioè la posizione inferiore, secondaria. One, cioè la posizione superiore, primaria e Two, cioè la posizione inferiore, secondaria. One-up, cioè la posizione inferiore, secondaria e One-down, cioè la posizione superiore, primaria. Definizione del quarto assioma della comunicazione: Gli esseri umani comunicano con il modulo numerico ma non con quello analogico. Gli esseri umani comunicano sia con il modulo numerico che con quello analogico. Gli esseri umani non comunicano con il modulo numerico ma con quello analogico. Gli esseri umani comunicano sia con il modulo ufficiale che con quello ufficioso. L’importanza pragmatica, interpersonale, dei moduli numerici e analogici non sta solo nell’isomorfismo con il contenuto e la relazione, ma anche: Nell’ambiguità, evitabile e insignificativa, che sia il trasmettitore che il ricevitore non devono affrontare nei problemi di traduzione da un modulo all’altro. Nell’ambiguità, inevitabile e significativa, che sia il trasmettitore che il ricevitore devono affrontare ogni volta che si presenta una resistenza al cambiamento. Nell’ambiguità, inevitabile e significativa, che sia il trasmettitore che il ricevitore devono affrontare nei problemi di traduzione da un modulo all’altro. Nell’ambiguità, inevitabile e significativa, che sia il trasmettitore che il ricevitore devono boicottare ogni tentativo di comunicazione. Il paradigma simmetria-complementarità è quello che si avvicina forse di più al concetto matematico di funzione, poiché: Le posizioni individuali sono delle semplici variabili con infiniti valori possibili il cui significato non è assoluto ma piuttosto emerge dalla reciprocità del rapporto. Le posizioni collettive sono delle complesse variabili con infiniti valori possibili il cui significato non è assoluto ma piuttosto emerge dalla reciprocità del rapporto. Le posizioni individuali sono delle semplici resistenze con infiniti valori possibili il cui significato non è assoluto ma piuttosto emerge dalle resistenza stessa al cambiamento. Le posizioni individuali sono delle semplici variabili con infiniti valori possibili il cui significato è assoluto e emerge dalla reciprocità del rapporto. La descrizione dei problemi di punteggiatura si basa: Sulla metamorfosi sottesa al modello classico di retroazione. Sulla metamorfosi sottesa al modello classico di azione-reazione. Sulla metamorfosi sottesa al modello psicoanalitico. Sulla metamorfosi sottesa al modello classico pavloviano. L’impossibilità di non-comunicare: Rende comunicative tutte le situazioni impersonali che coinvolgono due o più persone. Rende comunicative tutte le situazioni impersonali che coinvolgono due sole persone. Rende comunicative tutte le situazioni impersonali che coinvolgono solo più di tre persone. Non rende comunicative tutte le situazioni impersonali che coinvolgono due o più persone. Il rifiuto comunicativo che cosa presuppone?. La negazione. La resistenza. La rimozione. Il riconoscimento. Che cosa avviene quando X disconferma la definizione che Y ha dato di sé?. Y dice la verità. Y nega la realtà di X. X dice la verità. X nega la realtà di Y. Quali possibili reazioni in una situazione tipica, cioè l’incontro tra due estranei di cui uno vuole conversare mentre l’altro non lo vuole, ad esempio due passeggeri d’aereo seduti di fianco?. Rifiuto, accettazione, squalificazione, sintassi come comunicazione. Retroazione, accettazione, squalificazione, sintomo come comunicazione. Rifiuto, accettazione, squalificazione, sintomo come comunicazione. Rifiuto, accettazione, qualificazione, sintomo come comunicazione. Quali fenomeni rientrano nella squalificazione della comunicazione?. Contraddirsi, cambiare argomento o sfiorarlo, dire frasi incoerenti o incomplete, ricorrere a resistenze al cambiamento, usare un linguaggio evocativo, dare un’interpretazione letterale delle metafore e un’interpretazione psicoanalitica di osservazioni letterali, etc... Essere simmetrici, dire frasi complementari, ricorrere ad uno stile elegante, spiegare, dare un’interpretazione letterale delle metafore e un’interpretazione metaforica di osservazioni letterali, etc... Contraddirsi, cambiare argomento o sfiorarlo, dire frasi incoerenti o incomplete, ricorrere ad uno stile oscuro o usare manierismi, fraintendere, dare un’interpretazione letterale delle metafore e un’interpretazione metaforica di osservazioni letterali, etc... Essere coerenti, mantenere lo stesso argomento, dire frasi coerenti, ricorrere ad uno stile chiaro, dare un’interpretazione corretta delle metafore e un’interpretazione giusta di osservazioni, etc... Nel tradurre il materiale analogico in numerico: Bisogna introdurre funzioni di verità logiche che già ha il modulo analogico. Bisogna introdurre funzioni di verità analogiche che mancano al modulo numerico. Non bisogna introdurre funzioni di verità logiche che mancano al modulo analogico. Bisogna introdurre funzioni di verità logiche che mancano al modulo analogico. I casi di comunicazione patologica sono circoli viziosi che non si possono infrangere a meno che e finché: la comunicazione stessa diventi l’oggetto della comunicazione, ovvero finché i comunicanti siano in grado di metacomunicare. la comunicazione stessa non diventi l’oggetto della simmetria, ovvero finché i comunicanti non siano in una stessa posizione. la comunicazione stessa non diventi l’oggetto della comunicazione, ovvero finché i comunicanti non siano in grado di metacomunicare. la comunicazione stessa non diventi l’oggetto della complementarietà, ovvero finché i comunicanti non siano in posizioni differenti. Alla radice dei conflitti di punteggiatura è probabile che ci sia: La convinzione che esistano realtà mondo, il mondo come lo vedo io e il mio gruppo, e che ogni opinione diversa dalla mia dipenda necessariamente dalla produzione onirica. La convinzione che esista soltanto una realtà, il mondo come lo vede il mio responsabile, e che ogni sua opinione dipenda necessariamente dalla mia irrazionalità o dalla sua mancanza di buona volontà. La convinzione che esista soltanto una realtà, il mondo come lo vedo io, e che ogni opinione diversa dalla mia dipenda necessariamente dalla irrazionalità dell’altro o dalla sua mancanza di buona volontà. La convinzione che esistano più realtà, il mondo come lo vedo io e gli altri, e che ogni opinione diversa dalla mia dipenda necessariamente dalla razionalità dell’altro o dalla sua buona volontà. Nella comunicazione, il “dare la cosa per scontata”, si può considerare l’equivalente: Della “profezia che si smentisce”. Della “profezia che si autodetermina”. Della “narrazione storica”. Della “metafora”. Nella comunicazione la simmetria e la complementarità: Sono in se stesse e da sole “buone” o “cattive”, “normali” o “anormali”, etc... I due concetti non si riferiscono semplicemente alle due categorie fondamentali in cui si possono dividere tutti gli scambi di comunicazione. Non sono in se stesse e da sole “buone” o “cattive”, “normali” o “anormali”, etc... I due concetti si riferiscono semplicemente alle due categorie fondamentali in cui si possono dividere tutti gli scambi di comunicazione. Non sono in se stesse e da sole “buone” o “cattive”, ma possono essere“normali” o “anormali”, etc... I due concetti si riferiscono semplicemente alle due categorie non fondamentali in cui si possono dividere tutti gli scambi di comunicazione. Sono in se stesse e da sole “buone” o “cattive”, “normali” o “anormali”, etc... I due concetti si riferiscono alle due categorie fondamentali, giuste e sbagliate, in cui si possono dividere tutti gli scambi di comunicazione. In una relazione simmetrica è sempre presente il pericolo della competitività. Sia negli individui che nelle nazioni, l’uguaglianza sembra più rassicurante se si riesce ad essere un po’ “più uguali” degli altri. La dinamica che può condurre a ciò prende il nome di: Escalation simmetrica. Escalation complementare. Tendenza a litigare. Analisi simmetrica. Nelle relazioni complementari ci può essere la stessa conferma reciproca, sana e positiva. Le patologie delle relazioni complementari presentano invece caratteri del tutto diversi e tendenzialmente equivalgono a: Rifiuti piuttosto che a disconferme del sé dell’altro. Conferme piuttosto che a rifiuti del sé dell’altro. Disconferme piuttosto che a rifiuti del sé dell’altro. Distorsioni piuttosto che a rifiuti del sé dell’altro. I modelli di relazione simmetrica e complementare: Si possono destabilizzare a vicenda e i cambiamenti da un modello all’altro sono importanti meccanismi anti-omeostatici. Non si possono stabilizzare a vicenda e i cambiamenti da un modello all’altro sono importanti meccanismi statici. Si possono stabilizzare a vicenda e i cambiamenti da un modello all’altro sono importanti meccanismi omeostatici. Si possono destabilizzare a vicenda e i cambiamenti da un modello all’altro sono banali meccanismi omeostatici. Con lo sviluppo della teoria dei sottosistemi aperti gerarchicamente ordinati: Non occorre più isolare artificialmente il sistema dal suo ambiente: essi si compenetrano all’interno della stessa struttura teorica. Occorre isolare artificialmente il sistema dal suo ambiente: essi non si compenetrano all’interno della stessa struttura teorica. Non occorre più isolare artificialmente ila causa dal suo ambiente: essa si compenetra all’interno della stessa struttura pragmatica. Occorre interconnettere artificialmente il sistema dal suo ambiente: esso si connetterà all’interno della stessa struttura teorica. Definizione di sistema che hanno dato A. D. Hall e R. E. Fagen: Un insieme di soggetti e di relazioni tra i soggetti e tra i loro oggetti, in cui i soggetti sono componenti o parti del sistema, gli oggetti sono le proprietà degli attributi, e le relazioni “tengono insieme” il sistema. Un insieme di oggetti e di relazioni tra gli oggetti e tra i loro attributi, in cui gli oggetti sono componenti o parti del sistema, gli attributi sono le proprietà degli oggetti, e le relazioni “tengono insieme” il sistema. Un insieme di metafore e di analogie tra gli oggetti e tra i loro attributi, in cui le metafore sono analogie o parti del sistema, gli attributi sono le proprietà delle metafore, e le analogie “tengono insieme” il sistema. Un insieme di sistemi e di relazioni tra i sottosistemi e tra i loro attributi, in cui i sottosistemi sono componenti o parti del sistema, gli attributi sono le proprietà dei sistemi, e le relazioni “tengono insieme” il sistema. Sono sistemi interattivi: Due e non più di due comunicanti impegnati nel processo di definire la natura della loro relazione o che si trovano a un livello tale per farlo. Massimo due comunicanti impegnati nel processo di definire la natura della loro relazione (o che si trovano a un livello tale per farlo. Due o più comunicanti impegnati nel processo di definire la natura della loro relazione o che si trovano a un livello tale per farlo. Due o multipli di due comunicanti impegnati nel processo di definire la natura della loro relazione o che si trovano a un livello tale per farlo. Quando si definisce un sistema è importante definire anche il suo ambiente. L’ambiente di un dato sistema è: Costituito dall’insieme di tutte le resistenze tal cambiamento che sono tali che un cambiamento nei loro attributi influenza il sistema e anche di quelle resistenze i cui attributi sono cambiati dal comportamento del sistema. Costituito da solamente alcuni oggetti che sono tali che un cambiamento nei loro attributi influenza la sintassi e anche di quegli oggetti i cui attributi sono cambiati dal comportamento del sistema. Costituito dall’insieme di tutti gli stereotipi che sono tali che un cambiamento nei loro attributi influenza il pregiudizio e anche di quegli i cui attributi sono cambiati dal comportamento del sistema. Costituito dall’insieme di tutti gli oggetti che sono tali che un cambiamento nei loro attributi influenza il sistema e anche di quegli oggetti i cui attributi sono cambiati dal comportamento del sistema. Una delle caratteristiche più significative dei sistemi aperti è: Il comportamento suggestivo, che contrasta in modo particolare con il modello del sistema chiuso. Il comportamento equifinale, che contrasta in modo particolare con il modello del sistema chiuso. Il comportamento trasgressivo, che contrasta in modo particolare con il modello del sistema chiuso. Il comportamento emotivo, che contrasta in modo particolare con il modello del sistema chiuso. Secondo il principio di equifinalità: Gli stessi risultati possono avere origini uguali perché ciò che non è determinante è la natura dell’organizzazione. Risultati diversi hanno necessariamente origini diverse e ciò che è determinante è la natura dell’organizzazione. Gli stessi risultati non possono avere origini diverse perché ciò che è determinante è la natura dell’organizzazione. Gli stessi risultati possono avere origini diverse perché ciò che è determinante è la natura dell’organizzazione. Dall’avvento della cibernetica e dalla “scoperta” della retroazione, ci si è resi conto che: Una correlazione circolare non è un fenomeno notevolmente diverso ma meno scientifico delle nozioni causali più semplici e più ortodosse. Una correlazione circolare è un fenomeno notevolmente diverso ma non meno scientifico delle nozioni causali più semplici e più ortodosse. Una correlazione circolare è un fenomeno emotivo, molto meno scientifico delle nozioni causali più semplici e più ortodosse. Una correlazione circolare è un fenomeno percettivo, molto meno scientifico delle nozioni causali più semplici e più ortodosse. Che cosa si intende per totalità?. Un sistema non si comporta come un semplice composto di elementi indipendenti, ma coerentemente come un tutto inscindibile. Un sistema si comporta talvolta come un semplice composto di elementi indipendenti, altre volte come un tutto inscindibile. Un sistema non si comporta come un semplice composto di elementi indipendenti, ma come un tutto di elementi casuali. Un sistema si comporta come un semplice composto di elementi indipendenti, e non come un tutto inscindibile. In ogni comunicazione i partecipanti si danno a vicenda delle definizioni della loro relazione, o per dirla con più precisione, ciascuno cerca di determinare: La percezione di se stessi. La natura della relazione. Le resistenze al cambiamento. La pragmatica della comunicazione. L’analisi di una famiglia: Non è la somma delle analisi dei suoi membri individuali. E’ la somma delle analisi dei suoi membri individuali. Tutte le risposte corrette. E’ la somma delle valutazioni dei suoi membri individuali. Il comportamento di ogni individuo all’interno della famiglia è in rapporto: Con il comportamento degli amici di famiglia. Con il comportamento di buona parte degli altri membri. Con il comportamento di tutti gli altri membri. Con il comportamento della metà degli altri membri. Secondo W. F. Fry i sintomi di un dei partner sembrano proteggere il coniuge e a sostegno di questa tesi fa notare che: L’inizio dei sintomi è tipicamente in correlazione con un consolidamento nella situazione di vita del coniuge. L’inizio dei sintomi è propedeutico al cambiamento nella situazione di vita del coniuge. L’inizio dei sintomi è raramente in correlazione con un cambiamento nella situazione di vita del coniuge. L’inizio dei sintomi è tipicamente in correlazione con un cambiamento nella situazione di vita del coniuge. Quali le ragioni principali che hanno fatto scegliere agli autori del testo “Pragmatica della comunicazione umana” un sistema fittizio, quale una commedia per un’analisi dal punto di vista comunicativo?. Volevano disporre di un materiale che fosse di proporzioni controllabili e volevano che i dati di questo materiale fossero ragionevolmente indipendenti, indipendenti cioè dagli stessi autori, in atre parole che fossero pubblicamente accessibili. Volevano disporre di un materiale che fosse di proporzioni incontrollabili e volevano che i dati di questo materiale fossero ragionevolmente indipendenti, indipendenti cioè dagli stessi autori, in atre parole che fossero pubblicamente accessibili. Volevano disporre di un materiale che fosse di proporzioni incontrollabili e volevano che i dati di questo materiale fossero ragionevolmente dipendenti, dipendenti cioè dagli stessi autori, in atre parole che fossero pubblicamente inaccessibili. Volevano disporre di un materiale che fosse di proporzioni controllabili e volevano che i dati di questo materiale fossero ragionevolmente dipendenti, dipendenti cioè dagli stessi autori, in atre parole che fossero pubblicamente inaccessibili. Si può sostenere che i personaggi della commedia, soprattutto George e Martha: Costituiscano un sistema interattivo caratterizzato, mutatis mutandis, da nessuna proprietà generali dei sistemi. Non costituiscano un sistema interattivo caratterizzato, mutatis mutandis, da molte proprietà generali dei sistemi. Costituiscano un sistema interattivo caratterizzato, mutatis mutandis, da scarse proprietà generali dei sistemi. Costituiscano un sistema interattivo caratterizzato, mutatis mutandis, da molte proprietà generali dei sistemi. Gregory Bateson ha definito la psicologia sociale come lo studio: Degli atteggiamenti degli individui considerati come monadi. Degli altrui comportamenti all’interno di un dato contesto. Delle dinamiche intra psichiche e inconsce degli individui. Delle reazioni degli individui alle reazioni di altri individui. Potremmo dire che George e Martha costituiscono un: Sistema aperto. Sistema semi chiuso. Sistema semi aperto. Sistema chiuso. George e Martha non fanno nient’altro che darsi ordini o controllarsi a vicenda, anche se tutti e due: Si guardano bene dall’eseguire un atto di gentilezza o dal prendere in considerazione la possibilità di fare un regalo. Si irritano a vicenda e tutte le volte che discutono mettono a repentaglio la stabilità matrimoniale. Si vogliono bene ed esprimono una relazione basata sull’amore e la fiducia. Si guardano bene dall’eseguire un ordine o dal prendere in considerazione una qualsiasi iniziativa dell’altro. La differenza che c’è tra le recriminazioni di George e quelle di Martha è che: Lei lo accusa per la sua forza e lui l’accusa per la sua debolezza. Entrambi si accusano sia per la loro forza che per la loro debolezza. Lui l’accusa per la sua forza e lei lo accusa per la sua debolezza. Lui l’accusa per la sua debolezza e lei lo accusa per la sua forza. Nella misura in cui George e Martha parlano o tentano di parlare sul loro gioco: Comunicano all’interno della commedia stessa. Non metacomunicano all’interno della commedia stessa. Metacomunicano all’interno della commedia stessa. Si analizzano all’interno della commedia stessa. Sebbene George e Martha abbiano uno stile ben diverso, mostrano tuttavia: Una scarsa coerenza e non c’è dubbio che le loro rispettive tattiche siano giuste. Una scarsa coerenza e non c’è dubbio che le loro rispettive tattiche siano sbagliate. Una grande coerenza e non c’è dubbio che le loro rispettive tattiche siano interdipendenti. Una grande incoerenza e non c’è dubbio che le loro rispettive tattiche siano dipendenti. Per paradosso pragmatico si intende: Paradossi logico-matematici. Definizioni contraddittorie. Definizioni paradossali. Ingiunzioni paradossali e predizioni paradossali. W. Stegmüller definisce un’antinomia come: Un’asserzione che è sia contraddittoria che dimostrabile. Un’asserzione che è contraddittoria ma indimostrabile. Un’asserzione che è sia logica che indimostrabile. Un’asserzione che è sia paradossale che dimostrabile. Il paradosso non solo pervade l’interazione e influenza il nostro comportamento e la nostra salute mentale, ma: Mette in discussione la nostra fede cristiana, e quindi la stessa esistenza di Dio. Sfida anche le nostre emozioni, e quindi determina la costare lotta vero il nostro universo. Sfida anche la nostra fede nella coerenza, e quindi nella fermezza ultima, del nostro universo. Evita di sfidare la nostra fede nella coerenza, e aumenta la consapevolezza ultima, del nostro universo. Quali sono i tre tipi di paradosso?. Contronomie, antinomie semantiche e paradossi pragmatici. Antinomie, idee semantiche e dubbi pragmatici. Antinomie, antinomie semantiche e paradossi pragmatici. Antinomie, antinomie sintattiche e paradossi emotivi. Che cos’è un’antinomia?. Un particolare stile sintattico che si applica a frasi che, se sono maschili, risultano femminili, se femminili, risultano maschili. Un particolare paradosso logico che si applica a frasi che, se sono vere, risultano false, se false, risultano vere. Un particolare atteggiamento che si applica a comportamenti che, se sono veri, risultano falsi, se falsi, risultano veri. Un particolare paradosso non logico che si applica a frasi che, se sono false, risultano vere, ma mai il contrario. Secondo la teoria di B. Russell, dire che la classe di tutti i concetti è essa stessa un concetto: Non è falso, ma è pregno di significato. Non è falso, ma privo di significato. E’ falso e pregno di significato. E’ falso e privo di significato. B. Russell nella sua teoria dei tipi logici postula: Il principio fondamentale che “qualunque cosa comprenda tutti gli elementi di una collezione non deve essere un termine della collezione”. Il principio fondamentale che “qualunque cosa comprenda tutti gli elementi di una collezione può essere un termine della collezione”. Il principio fondamentale che “qualunque cosa comprenda tutti gli elementi di una collezione non deve essere un termine maschile”. Il principio fondamentale che “qualunque cosa comprenda tutti gli elementi di una collezione deve essere un termine della collezione”. Tra i paradossi logico-matematici: Il più famoso è quello sulla “classe di nessuna classe che non è membro di se stessa”. Il meno famoso è quello sulla “classe di tutte le classi che non sono membri di se stesse”. Il più famoso è quello sulla “classe di tutte le classi che non sono membri di se stesse”. Il meno famoso è quello sulla “classe di due classi che non sono membri di se stesse”. Una categoria tipica di paradossi pragmatici è rappresentata: Dalle ingiunzioni contraddittorie, ricorrenti generalmente in una forte relazione complementare. Dalle ingiunzioni paradossali, ricorrenti generalmente in una forte relazione complementare. Dalle ingiunzioni paradossali, ricorrenti generalmente in una forte relazione simmetrica. Dalle ingiunzioni angolari, ricorrenti generalmente in una forte relazione discontinua. H. Reichenbach tratta il paradosso del barbiere. Questo è un soldato a cui viene ordinato dal capitano di radere tutti i soldati della compagnia che non si radono da soli, ma nessun altro. Naturalmente, H. Reichenbach giunge alla sola conclusione logica che: Esiste un barbiere con un cappello diverso a quello della compagnia, come sognato. Non esiste un barbiere simile a quello della compagnia, nel senso che abbiamo precisato. Esiste un barbiere simile a quello della compagnia, nel senso che abbiamo precisato. Non esiste un barbiere, ma tutto è frutto della sola fantasia. Ogni linguaggio ha, come dice L. Wittgenstein: Una struttura della quale nulla può dirsi in quel linguaggio, ma che vi può essere un altro linguaggio che tratti della struttura del primo linguaggio e possegga a sua volta una nuova struttura, e che una tale gerarchia di linguaggi può non avere alcun limite. Una struttura della quale tutto può dirsi in quel linguaggio, ma che non vi può essere un altro linguaggio che tratti della struttura del primo linguaggio e possegga a sua volta una vecchia struttura, e che una tale gerarchia di linguaggi può avere un limite. Una struttura della quale nulla può dirsi onirico, ma che vi può essere un altro sogno che tratti della struttura del primo linguaggio e possegga a sua volta una nuova struttura onirica, e che una tale gerarchia di sogni può non avere alcun limite. Un livello di analisi pari a quel linguaggio antico, ma che nessuno può comprendere se non che a tratti la sua struttura e possegga a sua volta una nuova struttura, e che una tale gerarchia di linguaggi può non avere alcun limite. Forse la più famosa delle antinomie semantiche è quella: Dell’uomo che dice di se stesso: “Io sto dicendo la verità”. Dell’uomo che dice di se stesso: “Io sto mentendo”. Dell’uomo che dice alla donna: “tu stai mentendo”. Della donna che dice all’uomo: “tu stai mentendo”. “Sii spontaneo!”. Chiunque riceva questa ingiunzione si trova: In una situazione insostenibile, perché per accondiscendervi dovrebbe essere spontaneo entro uno schema di coerenza interna. In una situazione sostenibile, che per accondiscendervi potrebbe essere spontaneo entro uno schema di condiscendenza e non spontaneità. In una situazione insostenibile, perché per accondiscendervi dovrebbe essere spontaneo entro uno schema di condiscendenza e non spontaneità. In una situazione artificiale, perché per accondiscendervi dovrebbe essere connesso entro uno schema di connessione e non connettiva. Le definizioni di sé paradossali del tipo di quella del mentitore non soltanto trasmettono un contenuto privo di significato da un punto di vista logico, ma: Definiscono la relazione del sé con l’altro. Sintetizzano la relazione del sé con l’altro. Definiscono la relazione del sé con il sé. Impediscono la relazione del sé con il sé. O’ Brien, il torturatore che G. Orwell presenta in “1984”, è un esempio: Del paradosso “sii spontaneo!”. Della contraddizione “sii quello che vorresti essere!”. Della contraddizione “bionco/nero”. Del paradosso “sii il capo della fattoria!”. Esistono ingiunzioni che richiedono un comportamento specifico, che proprio per sua natura non può essere che spontaneo. Il prototipo di questo messaggio è: Onora la madre!. Sii spontaneo!. Onora il padre!. Sii non spontaneo!. “Regala a tuo figlio Marvin due camicie sportive. La prima volta che ne metta una, guardalo con tristezza e digli col tuo solito tono di voce: Quell’altra non ti piace?”. Questo è un esempio di comunicazione: Strana. Sincera. Arrogante. Paradossale. “Alexis è un tredicenne che va a trovare lo zio che sta morendo per una malattia incurabile. Il suo precettore gli dice di non parlare allo zio della morte e di non piangere. Alexis pensa però che se nascondo la sua ansia allo zio può sembrare che non lo sia e che quindi non gli voglia bene”. E’ un esempio di: Paradosso pragmatico. Analogia. Antinomia. Paradosso intenzionale. Impossibile essere spontanei su richiesta, perché se obbedisco alla richiesta: Non sono più spontaneo. Gli altri mi guarderanno male. Non sono più simpatico. Gli altri mi sorrideranno. Il genitore che dice al figlio che sta facendo i compiti: “Però così non va bene, dovresti essere felice di svolgere i tuoi compiti!”, manda un messaggio: Didattico. Paradossale. Pedagogico. Spontaneo. Una persona in una situazione di doppio legame è probabile che si trovi: Punita per aver avuto percezioni corrette, e che venga definita “cattiva” o “folle” per aver magari insinuato che esiste una discrepanza tra ciò che vede e ciò che “dovrebbe” vedere. Attaccata per aver avuto percezioni scorrette, e che venga definita “arrogante” o “stupida” per aver magari affermato che esiste una discrepanza tra ciò che vede e ciò che “dovrebbe” vedere. Discriminata per aver avuto atteggiamenti negativi, e che venga definita “cattiva” o “folle” per aver magari pensato che esiste una discrepanza tra ciò che vede e ciò che “dovrebbe” vedere. Premiata per aver avuto percezioni corrette, e che venga definita “buona” o “intelligente” per aver magari affermato che esiste una discrepanza tra ciò che vede e ciò che “dovrebbe” vedere. Se si asserisce qualcosa e poi si asserisce qualcosa sulla propria asserzione e queste due asserzioni si escludono a vicenda, siamo in presenza di: Un pregiudizio. Una doppia condanna. Un doppio legame. Una negazione. Il doppio legame non può essere un fenomeno: Collaterale. Bidirezionale. Tangenziale. Unidirezionale. “Se il messaggio è un’ingiunzione, l’ingiunzione deve essere disobbedita per essere obbedita; se è una definizione del sé o dell’altro, la persona di cui si è data la definizione è quel tipo di persona soltanto se non lo è, e non lo è se lo è”. Stiamo parlando di: Un doppio legame. Niente. Una mezza verità. Una menzogna. Mentre nel caso di una contraddizione la scelta è una soluzione, nei paradossi: La scelta è solamente possibile. La scelta non è mai scelta. La scelta non è neanche possibile. La scelta è una opzione. Il dilemma dei prigionieri è costituito dal fatto che: Ciascuno sa che alternativa sceglierà l’altro. Ciascuno non sa che emozione proverà l’altro. Ciascuno non sa che alternativa sceglierà l’altro. Ciascuno sa che emozione proverà l’altro. Nei rapporti umani, ogni predizione è in qualche modo collegata col fenomeno della: Sintonia. Fiducia. Simpatia. Stima. Un paradosso è: Una contraddizione logica che deriva dalle deduzioni coerenti di premesse corrette. Una contraddizione illogica che deriva dalle deduzioni coerenti di premesse scorrette. Una contraddizione logica che deriva dalle deduzioni incoerenti di premesse non corrette. Una contraddizione logica che deriva dalle deduzioni incoerenti di premesse corrette. “La credenza che la realtà che ognuno vede sia l’unica realtà è la più pericolosa di tutte le illusioni” è una frase di: Gregory Bateson. Giorgio Nardone. Karl Popper. Paul Watzlawick. Erede intellettuale di Paul Watzlawick può essere considerato: Giorgio Nardone. Karl Popper. Gregory Bateson. Camillo Loriedo. Il padre del costruttivismo Hein Von Foerster, amava dichiarare di essere una invenzione di: Gregory Bateson. Camillo Loriedo. Paul Watzlawick. Karl Popper. Giorgio Nardone è l’erede intellettuale di: Camillo Loriedo. Paul Watzlawick. Karl Popper. Gregory Bateson. “Quando lei ha l’attacco di panico sente la paura di morire o la paura di perdere il controllo?”. E’ una domanda: Mal strutturata. Ad illusione di alternative. Provocatoria. A scelta multipla. Le comunicazioni paradossali legano quasi sempre tutti coloro che vi sono coinvolti. Dall’interno non si può provocare nessun cambiamento; può verificarsi un cambiamento soltanto: Usando l’ipnosi. Uscendo fuori dal modello. Forzando la mano. Distraendo l’interlocutore. J. H. Weakland e D. D. Jackson hanno usato per primi il termine: Schizofrenia. Illusione di alternative. Paranoia. Palo Alto. Di fronte ad una domanda ad illusione di alternative, il soggetto è indotto a rispondere: Totalmente a caso. Ad entrambe le risposte. In base al suo stato d’animo. Ad una delle due risposte pianificate. Che cosa caratterizza un “gioco senza fine”?. Nessuna possibilità di regole. Tempi lunghi e lunghe attese. L’indecidibilità rende impossibile arrestare il gioco una volta avviato. L’incertezza delle altrui mosse. Il terapeuta in quanto outsider è in grado di provocare quello che il sistema stesso non è in grado di produrre: Il bilanciamento tra giusto e sbagliato. Un cambiamento delle proprie emozioni. Il bilanciamento tra pregi e difetti. Un cambiamento delle proprie regole. Nel “gioco senza fine”: Entrambi i partecipanti vincono. Nessun cambiamento può essere provocato dell’interno. Solo uno dei due partecipanti vince. Tutti i cambiamenti devono essere procurati dall’interno. Si può uscire da un “gioco senza fine”: Grazie ad uno dei due partecipanti. Se c’è volontà di farlo. Se si è ben predisposti. Attraverso un terzo elemento. La tecnica di prescrivere il sintomo sembra che: Avvalori ampiamente quei dogmi della psicoterapia di orientamento gestaltico che vietano ogni interferenza diretta con i sintomi. Contraddica nettamente quei dogmi della psicoterapia di orientamento psicoanalitico che vietano ogni interferenza diretta con i sintomi. Contraddica nettamente quei dogmi della terapia breve strategica che vietano ogni interferenza diretta con i sintomi. Ricalchi a pieno quei dogmi della psicoterapia di orientamento psicoanalitico che vietano ogni interferenza diretta con i sintomi. G. Bateson nel progetto “Terapia della famiglia in schizofrenia” introduce per la prima volta il termine: Training autogeno. Prescrizione del sintomo. Ipnosi autoindotta. Analisi del profondo. La prescrizione del sintomo può essere considerata una: Ingiunzione paradossale. Forma di sadismo. Forma di patologia. Stranezza terapeutica. Assoggettandosi all’ingiunzione paradossale della prescrizione del sintomo da parte del terapeuta il paziente: Esce fuori dal seminato attraverso reazioni paradossali che fino a quel momento non aveva mai usato per cambiare le proprie regole. Conferma lo schema del suo sintomatico gioco senza fine, che fino a quel momento non aveva metaregole per cambiare le proprie regole. Aderisce allo schema del suo sintomatico gioco senza fine, che fino a quel momento non aveva metaregole per cambiare le proprie regole. Esce fuori dallo schema del suo sintomatico gioco senza fine, che fino a quel momento non aveva metaregole per cambiare le proprie regole. Con il doppio legame terapeutico: Il paziente crea una situazione insostenibile, riguardo alla sua terapia. Il paziente viene messo in una situazione insostenibile, riguardo alla sua patologia. Il terapeuta viene messo in una situazione insostenibile, riguardo al suo ruolo. Il paziente viene messo in una situazione insostenibile, riguardo alla terapia. Un doppio legame terapeutico: Costringe il terapeuta ad uscir fuori dallo schema stabilito dal suo modello. Costringe sempre il paziente ad uscir fuori dallo schema stabilito dal suo dilemma. Impedisce al paziente ad uscir fuori dallo schema stabilito dal suo dilemma. Consente al paziente di poter cambiare terapeuta. Secondo una credenza Zen, l’illuminazione giunge quando l’allievo si rende conto che: Non c’è nessun modo di comunicare, nessuna risposta ultima, e quindi nessuna ragione. Non c’è nessun maestro, nessuna teoria Zen, e quindi nessuna ragione di continuare a esistere. Non c’è nessun segreto, nessuna risposta ultima, e quindi nessuna ragione di continuare a far domande. Non c’è nessun terapeuta, nessuna psicopatologia, e quindi nessuna ragione di continuare a curarsi. Metaforicamente, un doppio legame terapeutico è: Uno storcere per raddrizzare. L’immagine allo specchio di quello patogeno. Mentire dicendo la verità. Un aggiungere la legna per spegnere il fuoco. In “The Act of Creation” di A. Koestler, si avanza la proposta che l’humour, la scoperta scientifica e la creazione artistica siano: Il risultato di un processo mentale stravagante. Di licenze artistiche non convenzionali. Il risultato di un processo mentale a cui si dà il nome di “biassociazione”. Dannose alla mente umana. La biassociazione viene definita come: La percezione di uno stato o di un’idea in due schemi di riferimento coerenti ma, di solito, incompatibili. La dispercezione di uno stato o di un’idea in due schemi di riferimento incoerenti ma, di solito, compatibili. La percezione di uno stato o di un’idea in due schemi di riferimento incoerenti ma, di solito, compatibili. La dispercezione di uno stato o di un’idea in due schemi di riferimento coerenti e compatibili. La fantasia, il gioco, l’humour, l’amore, il simbolismo, l’esperienza religiosa e soprattutto la creatività, sia nelle arti che nelle scienze sembrano essere sostanzialmente: Negativi. Incoerenti. Paradossali. Stravaganti. La percezione di uno stato o di un’idea in due schemi di riferimento coerenti ma, di solito, incompatibili, viene detta: Rimozione. Negazione. Biassociazione. Triassociazione. Comunicazione ed esistenza sono concetti: Antitetici. Inseparabili. Separabili. Inutili. L’esistenza è una funzione della relazione tra: L’organismo e la sua psiche. Giusto e sbagliato. Buoni e cattivi. L’organismo e il suo ambiente. Esistono due tipi di conoscenza: la conoscenza delle cose e la conoscenza: Soggettiva. Per le cose. Sulle cose. Oggettiva. L’uomo ha una capacità quasi incredibile di adattarsi ai cambiamenti al secondo livello, ma sembra che la resistenza umana sia possibile finché restano intatte le premesse: Di quarto ordine sulla sua esistenza e il significato del mondo altrui. Di terzo ordine sulla sua esistenza e il significato del mondo in cui vive. Di terzo ordine sulla sua psicodinamica e il significato del mondo in cui vive. Di quarto ordine sulla sua psiche e il significato del mondo in cui vive. Nella teoria della dimostrazione, il termine “procedura di decisione” si riferisce: Ai metodi per trovare dimostrazioni di verità o di falsità di un’asserzione fatta all’interno di un dato sistema formalizzato. Ai valori familiari portatori di verità o di falsità all’interno di un dato sistema formalizzato quale è il matrimonio. Ai metodi per trovare la falsificazione della verità di un’asserzione giusta all’interno di un dato sistema formalizzato. Ai processi mentali volti a ricercare di verità o di falsità di un’asserzione fatta all’interno di un dato sistema formalizzato. L. Wittgenstein, nel suo “Tractatus Logico-Philosophicus”, mostra che potremmo sapere qualcosa sul mondo nella sua totalità soltanto se: Non potessimo uscire fuori da esso; ma se ciò fosse possibile, questo mondo non sarebbe più tutto il mondo. Non potessimo uscire fuori da esso; e se ciò fosse possibile, questo mondo sarebbe tutto il mondo. Potessimo uscire fuori da esso; ma se ciò fosse possibile, questo mondo non sarebbe più tutto il mondo. Potessimo uscire fuori da esso; ma se ciò fosse possibile, questo mondo sarebbe tutto il mondo. Il lavoro di K. Gödel costituisce l’analogia matematica di ciò che vorremmo chiamare il: Contraddizione ultima dell’esistenza umana. Paradosso ultimo dell’esistenza umana. Contraddizione prima dell’esistenza umana. Paradosso primo dell’esistenza umana. Ogni sistema formale è necessariamente incompleto e la coerenza di un sistema simile può essere: Dimostrata soltanto ricorrendo a metodi di dimostrazione più generali di quelli che il sistema stesso può produrre. Dimostrata soltanto ricorrendo a processi cognitivi più generali come ad esempio la dissonanza. Indimostrabile ricorrendo a metodi di dimostrazione più generali di quelli che il sistema stesso può produrre. Osservata soltanto ricorrendo a un processo introspettivo del sistema stesso e delle sue produzioni. Qual è la logica che guida l’intervento sul piacere?. Affrontarlo per trasformarlo in coraggio. Se vuoi venirne fuori, devi passarci nel mezzo. Concederselo per poterci rinunciare. Canalizzarlo per avvelenarsi. Per gestire un’emozione dobbiamo imparare ad utilizzare il suo stesso linguaggio che non è quello delle spiegazioni razionali e dei ragionamenti logici, ma: Quello della comunicazione manipolatoria, delle insistenze, delle esperienze emozionali scorrettive. Quello della fantasia, delle suggestioni, delle esperienze oniriche e dei sogni lucidi. Quello della comunicazione aristotelica, delle spiegazioni approfondite, delle esperienze cognitive correttive. Quello della comunicazione persuasiva, delle suggestioni, delle esperienze emozionali correttive. Qual è la logica che guida l’intervento sul dolore?. Affrontarlo per trasformarlo in coraggio. Concederselo per poterci rinunciare. Se vuoi venirne fuori, devi passarci nel mezzo. Canalizzarlo per avvelenarsi. Quali sono le emozioni di base?. Paura, rabbia, dolore e piacere. Terrore, tenerezza, rabbia e piacere. Paura, disprezzo, gioia e dolore. Piacere, dolore, rabbia e coraggio. Che cosa si intende per realtà di secondo ordine?. L’oggetto o il fatto in sé. L’oggetto percepito da un terzo. Come viene percepito il fatto o l’oggetto. Il fatto raccontando. Quanti ordini di realtà possiamo definire?. Tre. Due. Quattro. Cinque. Quali effetti hanno prodotto il continuo progresso tecnologico e la sempre più incalzante necessità di risposte immediate?. Hanno alzato il livello dell’interazione telematica alterando al contempo la qualità comunicativa. Hanno prodotto nuove emozioni alterando al contempo la qualità delle nostre percezioni. Hanno alzato il livello culturale alterando al contempo la qualità comunicativa. Hanno abbassato il livello dell’interazione telematica alterando al contempo la qualità comunicativa. Che cosa si intende per realtà di primo ordine?. L’oggetto percepito da un terzo. L’oggetto o il fatto in sé. Il fatto raccontando. Come viene percepito il fatto o l’oggetto. Che cosa studia la semantica?. Della comunicazione digitale. Come i codici linguistici vengono assemblati. Effetto che la comunicazione crea nelle sensazioni e nel comportamento di chi riceve il messaggio. Il significato di ciò che viene comunicato. Pragmatica della comunicazione umana, pubblicata nel 1967, è divenuta: La bibbia per tutti coloro che vogliono studiare gli effetti della comunicazione sull’agire umano. La meta-analisi più importante per tutti coloro che vogliono studiare la relazione tra esseri umani. La rassegna più importante per tutti coloro che vogliono studiare la relazione tra uomo e animale. La bibbia per tutti coloro che vogliono studiare gli effetti della meccanica quantistica. Che cosa studia la sintassi?. Come i codici linguistici vengono assemblati. Il significato di ciò che viene comunicato. Effetto che la comunicazione crea nelle sensazioni e nel comportamento di chi riceve il messaggio. Della comunicazione digitale. Che cosa studia la pragmatica?. Della comunicazione digitale. Come i codici linguistici vengono assemblati. Il significato di ciò che viene comunicato. Effetto che la comunicazione crea nelle sensazioni e nel comportamento di chi riceve il messaggio. Il primo assioma della comunicazione, contestualizzato nel mondo della comunicazione web: Non funziona. Non cambia la regola. Cambia la regola. Cambia in base alla connessione. Qualsiasi cosa facciamo, ogni contenuto che pubblichiamo come qualsiasi interazione di natura tecnologica diventano un atto comunicativo: Dipendente dalla piattaforma. Che non influenza l’altro. Dipendente dal social. Che influenza l’altro. Considerando che in ambito telematico la maggior parte dei contenuti possono essere rivisti più e più volte va da sé che l’attenzione alla nostra comunicazione dovrà essere: Focalizzata sulle procedure. Minore rispetto che dal vivo. Sempre maggiore. Impegnata sulla scelta del social. Ascoltare una persona parlare attraverso uno schermo è decisamente più faticoso che farlo dal vivo. A fronte di questa riduzione della qualità dell’interazione rispetto alla comunicazione in presenza: Sapere come comunicare è indifferente sia per quanto riguarda l’attenzione dell’uditorio, sia per noi stessi che stiamo comunicando. Sapere come comunicare è indispensabile sia per tenere alta l’attenzione dell’uditorio, sia per gestire noi stessi che stiamo comunicando. Sapere come comunicare è indispensabile sia la scelta del social, sia per l’account utilizzato. Sapere come comunicare è un processo molto più lento che necessita circa un terzo in più di tempo rispetto che dal vivo. La prima impressione, per quanto possa essere studiata e pianificata, anche in ambito telematico, dovrà sembrare: Del tutto normale, spontanea, come se non nascondesse alcuna costruzione, e dovrà armonizzarsi con ciò che andremo a dire, ovvero con la nostra comunicazione verbale. Del tutto artificiosa, irreale, come se nascondesse qualcosa di prezioso, e non dovrà armonizzarsi con ciò che andremo a dire, ovvero con la nostra comunicazione verbale. Del tutto arcaica, ricercata, come se fossimo nel Rinascimento, e dovrà armonizzarsi con l’ambiente elegante che dovremo far vedere dalla cam. Del tutto anormale, strana, proprio per attirare l’attenzione, e dovrà creare dissonanze con ciò che andremo a dire, ovvero con la nostra comunicazione verbale. Durante una videochiamata, il fatto di essere seduti comodamente sulla sedia della propria scrivania di casa: Ci permette di ignorare l’impatto del nostro aspetto sull’altro. Ci assicura un minor l’impatto del nostro aspetto sull’altro. Ci consente di trascurare l’impatto del nostro aspetto sull’altro. Non deve farci sottovalutare l’impatto del nostro aspetto sull’altro. Nel corso di un meeting online, la postura delle spalle e quella della testa: Non hanno alcun valore; ciò che conta sono i contenuti ed il valore intrinseco ai messaggi che vogliamo mandare, meglio se accompagnati da grafici. Sono particolarmente influenti; per renderle erette ma non rigide è importante guardare nello schermo come se guardassimo all’orizzonte, realizzando ciò che gli antropologi fisici definiscono «visione vestibolare». Sono particolarmente influenti; per renderle erette ma non rigide è importante non guardare mai nello schermo come se guardassimo un punto alla sua destra, realizzando ciò che gli antropologi fisici definiscono «visione tangenziale». Sono scarsamente influenti; per renderle note all’altro è importante guardare nello schermo come se guardassimo un test durante un interrogatorio, realizzando ciò che gli antropologi fisici definiscono «visione aggressiva». Tenendo presente che in ambito telematico, dove l’impatto visivo è amplificato, un’estetica troppo curata e caricata nei dettagli produce effetti non positivi, è quindi da preferire: Un look più trascurato, facendo leva sulla trasgressione. Un look più da mare, privilegiando la comodità. Un look più sobrio, attento più che altro alla combinazione dei colori. Un look più casalingo, attento più che altro a non avere macchie evidenti. Molto spesso si osservano video call in cui il soggetto è inquadrato male, ovvero troppo a destra o a sinistra dell’inquadratura. Quello che dovremmo prediligere è: Un effetto sorpresa, tagliato fuori dall’inquadratura il volto per 2/3 del dialogo, favorendo fortemente l’impatto della nostra comunicazione. Il contenuto di quanto diciamo, non tanto aspetti marginali e vani come l’inquadratura di chi parla. una ripresa centrale in cui il volto non rischi di essere tagliato fuori dall’inquadratura danneggiando fortemente l’impatto della nostra comunicazione. Una ripresa centrale in cui il volto, sebbene tagliato fuori dall’inquadratura, possa almeno fa vedere dagli occhi fino al mento. In ambito telematico: L’appuntamento dovrebbe essere dato senza fisso orario. L’appuntamento dovrebbe essere rispettato il più possibile nei suoi orari. L’appuntamento dovrebbe essere anticipato il più possibile nei suoi orari. L’appuntamento non dovrebbe mai essere rispettato nei suoi orari. In un mondo sempre più veloce e sempre più connesso il rispetto del tempo altrui diventa: Un elemento da fatturare. Una inutile e desueta formalità. La colonna portante della professionalità. Totalmente inutile, se non dannoso. Per una comunicazione telematica ottimale è meglio eliminare: Quadri che alle spalle possano ricordare vissuti familiari complessi. Qualsiasi cosa che alle spalle possa riflettere in maniera anche minima le immagini. Piante o fiori che alle spalle possano emanare odori fastidiosi. Qualsiasi cosa che alle spalle possa ricordare in maniera anche minima le origini di chi parla. Roman Jacobson definisce tutti gli elementi che danno vita alla musicalità del nostro eloquio: Aspetti melodrammatici del linguaggio. Aspetti sinfonici del linguaggio. Aspetti soprastrutturali del linguaggio. Aspetti soprasegmentali del linguaggio. Qual è in ambito telematico l’atto comunicativo che predomina da un punto di vista di influenzamento e persuasione?. Il paraverbale. Il non verbale. Il verbale. Il paranormale. Saper utilizzare bene la voce: Non è un dono riservato a pochi eletti ma può essere acquistato avverso corsi di mezza giornata o massimo un giorno. E’ un dono riservato a pochi eletti e il frutto di un dono che può essere ereditato da riconosciuti santoni orientali. Non è un dono riservato a pochi eletti ma il frutto di un’ingiunzione ipnotica o l’effetto di sostanze. Non è un dono riservato a pochi eletti ma il frutto di un apprendimento che può essere allenato con un esercizio costante. Se il dialogo che sto tenendo è rilassato e la mia postura lo è altrettanto: Il mio paraverbale non dovrà avere un ritmo veloce ma particolarmente lento, un tono inadeguato e un volume con sbalzi. Anche il mio paraverbale dovrà avere un ritmo né troppo veloce né troppo lento, un tono adeguato e un volume senza sbalzi. Il mio paraverbale dovrà avere un ritmo alterato, un tono agitato e un volume alto. Anche il mio paraverbale dovrà avere un ritmo né troppo veloce né troppo lento, un tono inadeguato e un volume con sbalzi. Saper utilizzare il nostro sguardo, adeguatamente combinato con il sorriso e la mimica facciale: E’ indifferente per comunicare efficacemente on line, e la potenza di questi strumenti risulta aumentata rispetto a quella che esprimono in un incontro dal vivo. E’ importante per comunicare efficacemente on line, anche se la potenza di questi strumenti risulta ridotta rispetto a quella che esprimono in un incontro dal vivo. E’ importante per comunicare efficacemente on line, proprio perché la potenza di questi strumenti risulta aumentata rispetto a quella che esprimono in un incontro dal vivo. E’ indifferente per comunicare efficacemente on line; conta molto di più la potenza delle argomentazioni e quanto queste riescono a suscitare emozioni. Di particolare importanza è “l’effetto pupilla dilatata”: Ovvero l’associare a un gesto strano uno sguardo che dilata le pupille e le rende più scure, sperimentato come uno dei più potenti effetti suggestivi e aggressivi. Ovvero l’associare al ghigno uno sguardo che dilata le pupille e le rende più cupe, sperimentato come uno dei più potenti effetti suggestivi e seduttivi. Ovvero l’associare al sorriso uno sguardo che dilata le pupille e le rende più luminose, sperimentato come uno dei più potenti effetti suggestivi e seduttivi. Ovvero l’associare al sorriso uno sguardo che dilata le pupille e le rende più spente, sperimentato come uno dei più potenti effetti suggestivi e trasgressivi. La strumentazione tecnologica riduce l’impatto dello sguardo e azzera il potere suggestivo e ipnotico del: Dreaming. Primacy. Gazing. Fraiming. Ciò che viene evidenziato in una comunicazione telematica sono le microespressioni facciali. Questo per due motivi: La comunicazione digitale è accelerata rispetto a quella dal vivo e siamo più impegnati da un punto di vista sensoriale. La comunicazione digitale è scellerata rispetto a quella dal vivo e siamo meno impegnati da un punto di vista sensoriale. La comunicazione digitale è rallentata rispetto a quella dal vivo e siamo più impegnati da un punto di vista sensoriale. La comunicazione digitale è rallentata rispetto a quella dal vivo e siamo meno impegnati da un punto di vista sensoriale. Per quanto riguarda la prossemica, durante una videochiamata, dovremo: Avvicinare il corpo allo schermo quando vogliamo trasmettere interesse o quando stiamo per dire qualcosa di importante, sempre mantenendo rigidi e disarmonici nei movimenti. Allontanare il corpo allo schermo quando vogliamo trasmettere interesse o quando stiamo per dire qualcosa di importante, sempre mantenendo flessibilità e armonia nei movimenti. Allontanare il corpo allo schermo quando vogliamo trasmettere interesse o avvicinarlo quando stiamo per dire qualcosa di importante, cercando di ignorare gli altri movimenti. Avvicinare il corpo allo schermo quando vogliamo trasmettere interesse o quando stiamo per dire qualcosa di importante, sempre mantenendo flessibilità e armonia nei movimenti. Se desideriamo far trasparire interesse possiamo: Inclinare leggermente la testa verso destra o verso sinistra per qualche secondo, per poi ritornare al centro. Inclinare la testa verso destra per 1 minuto, per poi inclinarla a sinistra per 2 minuti. Ridere leggermente, muovere velocemente la testa, per poi ammutolirci. Avvicinare la testa al nostro interlocutore per qualche secondo, per poi ritornare distanti. Se vogliamo entrare in sintonia con l’altro i movimenti della testa dovranno essere: Morbidi, in un’alternanza di immobilità e di cenni di assenso. Vari, in un’alternanza di immobilità e frenesia. Simpatici, in un’alternanza di riso e di cenni di seduzione. Rigidi, in un’alternanza di immobilità e di cenni di dolore. In ambito telematico, dato che la maggior parte delle volte la ripresa è a mezzo busto, dovremo: Gestire i movimenti della testa e delle mani, ma non considerare la nostra postura. Gestire bene i movimenti della testa e delle mani, sapendo mantenere una postura adeguata. Ignorare i movimenti della testa ma concentrarci su quelli delle mani, sapendo fare gesti armonici. Ignorare i movimenti della testa e delle mani, ma solamente mantenere una postura adeguata. Sviluppare la capacità di osservare le ridondanze diventa un elemento essenziale per comunicare efficacemente, poiché ci permette di: Convincere l’altro da un punto di vista cognitivo, emotivi e comportamentali e quindi di attivare con lui un processo attivo. Manipolare la mente dell’altro, obbligarlo a comportarsi in un certo modo e quindi dominare su di lui e sulla su. Ipnotizzare l’altro e quindi di attivare con lui un processo di regressione, esplodendo il suo inconscio. Sintonizzarci con i modelli mentali, emotivi e comportamentali dell’altro e quindi di attivare con lui un processo comunicativo persuasorio. Certamente le intenzioni personali sono determinanti e non vanno trascurate, ma in un processo di comunicazione, nei suoi effetti pragmatici, ciò che innesca il senso della relazione e determina l’efficacia del comunicare è: Ciò che l’altro effettivamente pensa, unito a ciò che io avrei voluto che capisse o sentisse. ciò che l’altro effettivamente ritiene eticamente corretto, non ciò che la mia morale suggerirebbe. Ciò che l’altro effettivamente percepisce, non ciò che io avrei voluto che capisse o sentisse. ciò che io effettivamente penso, non ciò che l’altro di fatto comprende. Il frainteso è alla base di qualsiasi insuccesso relazionale e comunicativo; al contrario, saper comunicare efficacemente significa: Raggiungere gli obiettivi prefissati nel minor tempo possibile e con la massima efficacia. Manipolare l’altro nel minor tempo possibile e con la massima efficacia. Raggiungere gli obiettivi prefissati nel maggior tempo possibile e con la minor efficacia. Convincere l’altro nel minor tempo possibile e con la massima efficacia. Essere capaci di osservare le ridondanze comunicative dell’altro aiuta: A manipolare quello che è il suo sistema percettivo reattivo, ovvero il suo modello di immunizzazione nei confronti della realtà. A comprendere il suo stato d’animo, ovvero la sua realtà intrapsichica e il suo inconscio. A gestire quello che è il suo sistema cognitivo comportamentale, ovvero il suo modello di pensiero e azione nei confronti della realtà. A intuire quello che è il suo sistema percettivo reattivo, ovvero il suo modello di percezione e reazione nei confronti della realtà. In che cosa consiste la nobile arte della persuasione?. Nella capacità di comprendere e capire i desideri dell’altro. Nell’abilità di condurre a sé l’altro attraverso sofisticate manovre. Nella capacità di manipolare le menti e forzare le decisioni. Nel voler convincere l’altro attraverso chiare argomentazioni. La prospettiva strategica si fonda sulla: Saggezza trascendentale e sull’uso di mistificazioni e quindi non si baserà sui contenuti, quanto piuttosto sulla spiritualità in grado di produrre determinati effetti magici. Logica aristotelica e sull’uso delle argomentazioni e quindi si baserà sui contenuti, piuttosto che sulla forma della comunicazione e sui suoi effetti pragmatici. Retorica sofista e sull’uso di suggestioni e quindi non si baserà sui contenuti, quanto piuttosto sulla forma della comunicazione in grado di produrre determinati effetti pragmatici. Capacità di condurre la persona a conoscere il «vero», a evitare le contraddizioni e a essere coerente con tali presupposti. Caratteristica fondamentale della capacità retorica è il saper esprimere compiutamente il proprio pensiero e le proprie posizioni: Senza mai farle apparire le uniche valide, ma semmai le più efficaci. Senza mai farle apparire intelligenti, ma semmai le più astute. Senza mai dichiararle esplicitamente, ma semmai facendole capire. Senza mai farle apparire efficaci, ma semmai le uniche valide. Il primo obiettivo da raggiungere in un processo di argomentazione strategica è quello di: Rendere la propria posizione prima affascinante e poi ragionevole, successivamente avvincente e infine quella più corretta tra tutte le possibili. Rendere la propria posizione prima quella più corretta tra tutte le possibili e poi ragionevole, successivamente avvincente e infine affascinante. Imporre la propria posizione in modo perentorio e autorevole; solo successivamente si può ascoltare l’altro e capire le sue ragioni. Rendere la propria posizione prima quella più corretta tra tutte le possibili e poi affascinante, successivamente avvincente e infine ragionevole. Scegliere determinate parole piuttosto di altre per descrivere un certo fenomeno creerà effetti: Differenti sull’interlocutore ma indifferenti su noi stessi. Indifferenti sull’interlocutore ma differenti su noi stessi. Differenti sia sull’interlocutore che su noi stessi. Indifferenti sia sull’interlocutore che su noi stessi. Dire a una persona “Il tuo problema è..." invece di “La tua criticità è...”: Non traccerà alcuna differenza e non provocherà alcun cambiamento nella percezione della realtà che sta vivendo. Traccerà una differenza ma non provocherà alcun cambiamento nella percezione della realtà che sta vivendo. Traccerà una differenza e provocherà un cambiamento nella percezione della realtà che sta vivendo. Non traccerà una differenza ma provocherà un cambiamento nella percezione della realtà di chi parla. In ottica strategica i problemi e le soluzioni sono il prodotto di che cosa?. Della somma delle parti tra la realtà percepita, quella immaginata e quella desiderata. Dell’integrazione tra il soggetti differenti, diverse realtà e culture distanti tra loro nel mondo. Dell’interazione tra il soggetto, la realtà percepita e la comunicazione che si instaura con sé stessi, gli altri e il mondo. Del fato in primis, ma anche delle esperienze passate vissute dal soggetto. Il linguista Roman Jacobson si è occupato delle funzioni del linguaggio suddividendole per categorie; quali sono di particolare rilievo per la comunicazione telematica?. La funzione cognitiva, la funzione conativa-comportamentale, quella emotiva e infine quella evocativa. La funzione poetica, la funzione metalinguistica, quella ideativa e infine quella testuale. La funzione fatica, la funzione conativa, quella referenziale e infine quella evocativa. La funzione spirituale, la funzione ascetica, quella autoreferenziale e infine quella invocativa. Una delle prime testimonianze dell’utilizzo di un dialogo finalizzato alla persuasione e al cambiamento risale a: Protagora. Platone. Nietzsche. Proust. Qual è il primo passo per condurre uno scambio telematico in maniera efficace?. Aprire affermando la propria tesi anziché con delle domande. Aprire con l’umorismo per far rilassare l’interlocutore. Aprire con delle domande invece che affermando la propria tesi. Aprire affermando tesi opposte alla propria. Le domande più efficaci saranno quelle all’interno delle quali si offrono: Tre possibilità di risposta. Un indefinito numero di risposte. Due possibilità di risposta. Nessuna possibilità di risposta. In un’ottica strategica, durante un dialogo, una volta inquadrate bene la situazione e le credenze dell’altro si andrà avanti con domande che orientino punti di vista alternativi e che infine: Influenzino le scelte, poiché conducono ad assumere quelle prospettive che fanno scoprire all’altro ciò che per lui è più svantaggioso e scarsamente funzionale. Non influenzino le scelte e non conducano ad assumere quelle prospettive che farebbero scoprire all’altro ciò che per lui è più vantaggioso e funzionale. Non influenzino le scelte, poiché conducono ad assumere quelle prospettive che fanno scoprire all’altro ciò che per lui è più svantaggioso ma funzionale. Influenzino le scelte, poiché conducono ad assumere quelle prospettive che fanno scoprire all’altro ciò che per lui è più vantaggioso e funzionale. In un dialogo strategico, sia la sequenza sia le domande non dovranno seguire un processo rigido e prestabilito ma: Sarebbe bene che fossero calzate più alla situazione che alla logica dell’interlocutore e, quindi, ben bilanciate tra il contesto e le aspettative. Dovranno essere calzate alla situazione e alla logica dell’interlocutore e, quindi, calibrate in relazione all’obiettivo che vogliamo raggiungere. Potranno essere casuali, a prescindere dalla situazione e dalla logica dell’interlocutore e, quindi, non dovranno essere calibrate in relazione ad alcun obiettivo. Flessibile in base alla situazione, all’umore e alla logica dell’interlocutore e, quindi, volte a non mettere in discussione i suoi valori etici. Nel corso di un dialogo strategico, ogni due o tre domande sarà necessario procedere con: Parafrasi che aiutino e verifichino la comprensione. Cambi di argomento per disorientare. Piccole pause per non affaticarsi troppo. Brevi momenti introspettivi o regressivi. Quale l’effetto congiunto nell’interlocutore di un processo di domande strategicamente orientate e di parafrasi sempre più ristrutturanti, unito all’utilizzo del linguaggio evocativo?. Scoprire nuovi punti di vista attraverso le sue stesse risposte. Pensare a eventi passati rimossi da lungo tempo. Dimenticare i suoi punti di vista attraverso le sue stesse risposte. Inventare nuovi scenari di vita attraverso le sue stesse risposte. In ambito telematico, data la maggiore difficoltà nel mantenere un alto grado di concentrazione e attenzione, diventa decisiva, nel momento in cui stiamo per chiudere il dialogo, la tecnica del: Scavare nel profondo. Come peggiorare. Mentire dicendo la verità. Riassumere per ridefinire. La cura a distanza era stata già predetta da Hugo Gernsback, inventore ed editore di Science and Invention, la prima rivista americana di fantascienza, nel: 1925. 2000. 1989. 1887. Qual è il grande assente delle cure a distanza?. Il medico. L'esame obiettivo. Il paziente. Il digitale. Se il tocco del terapeuta non può essere sostituito in alcun modo, l’interesse del medico verso la malattia può essere espresso: A parole, chiedendo al paziente come sta. Attraverso la realtà virtuale. Chiedendo al paziente di inviare foto o filmati, o anche registrazioni audio. Dalle emozioni che il clinico dovrebbe esprimere. Nel contesto telematico, mancando la comunicazione non verbale, è più difficile accorgersi se il paziente ha qualche dubbio o non ha compreso qualcosa. È quindi fondamentale che il medico adoperi il più possibile parole di uso: Tecnico, evitando termini comuni, ma preferendo termini stranieri o sigle, spesso importanti sui referti. Scientifico, evitando termini comuni, ma anche modi di dire o dialetti locali. Comune, evitando termini tecnici, ma anche termini stranieri o sigle, spesso abbondantissime sui referti. Arcaico, evitando termini moderni, ma anche termini stranieri o sigle, spesso abbondantissime sui referti. Che cosa si intende per cambiamento terapeutico?. Un cambiamento casuale nelle condizioni di vita. Un generico miglioramento che avvenga nella vita del paziente in corso di psicoterapia. Un cambiamento non casuale, ma focalizzato in una direzione ben precisa, che dovrebbe essere definita a priori come obiettivo terapeutico. La totale guarigione del paziente. Quali sono i tre pilastri su cui poggia ogni psicoterapia, indipendentemente dalla teoria di riferimento?. Emozione, cognizione e relazione. Introspezione, comunicazione e setting. Volontà, comunicazione e setting. Tecnica, comunicazione e relazione. Ogni modello di psicoterapia ha formalizzato tecniche di comunicazione differenti per guidare il paziente a superare il proprio disturbo. Al di là delle singole tecniche, tuttavia, è importante distinguere due grandi modelli comunicativi. Quali?. La manipolazione e la persuasione. Il convincimento e la persuasione. Emozioni e cognizioni. Azione e reazione. Nel modello strategico la comunicazione terapeutica coincide con: L’introspezione. La comunicazione manipolatoria. L’astrazione. La comunicazione persuasoria. L’apprendimento, per essere efficace ed efficiente, deve seguire il normale funzionamento del cervello, applicando il concetto di: Tentata soluzione. Esperienza emozionale. Uber alles. Rimozione del rimosso. La processualità di una formazione efficace parte sempre dal: Potere. Capire. Sentire. Volere. Secondo il paradigma costruttivista, al quale l’approccio strategico fa riferimento, gli allievi: Possono essere considerati dall’alto al basso, attivando in loro passività. Devono essere considerati «contenitori» passivi da riempire con informazioni e non costruttori attivi di conoscenza. Non hanno alcun ruolo nel processo di apprendimento, se non quello di ascoltare. Non devono essere considerati «contenitori» passivi da riempire con informazioni, ma costruttori attivi di conoscenza. Il formatore deve punteggiare il corso con domande o affermazioni che aprano dei varchi: Facendo prima sentire agli allievi che non valgono nulla, poi esaltandoli. Facendo prima sentire agli allievi che la formazione è utile, poi inutile. Facendo prima sentire agli allievi che la formazione è inutile, poi utile. Facendo prima sentire agli allievi che c’è qualcosa che non sanno, poi guidandoli a trovare risposte. |