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Psicologia Sociale 2024 pt 2

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Psicologia Sociale 2024 pt 2

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Secondo slot cap. 27-50

Creation Date: 2024/11/22

Category: Others

Number of questions: 243

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1. L'aiuto è. Una reazioni di sfida. L'insieme delle azioni tese a migliorare la situazione di un destinatario, motivate anche da obblighi professionali. L'insieme delle azioni tese a migliorare la situazione di un destinatario senza obbligo professionale. L'opposto del pregiudizio.

2. Il comportamento pro-sociale è: Una reazioni di sfida. L'insieme delle azioni tese a migliorare la situazione di un destinatario, motivate anche da obblighi professionali. L'insieme delle azioni tese a migliorare la situazione di un destinatario senza obbligo professionale. L'opposto del pregiudizio.

3. Il fenomeno della diffusione della responsabilità: Riduce la probabilità di mettere in atto un comportamento di aiuto. Aumenta la probabilità di mettere in atto un comportamento di aiuto. Riduce l'effetto priming. Aumenta il consenso informato.

4. Nell' esperimento di Latané e Rodin (1969), le persone tendono ad aiutare di più quando: Sono insime a due amici. Sopno da sole. Sono insieme a due estranei. Mai.

5. L'altruismo è: Un falso mito della società contemporanea. E' il desiderio di aiutare un'altra persona per ottenere qualcosa in cambio. E' il desiderio di aiutare un'altra persona quando non comporta un costo personale. Il desiderio di aiutare un'altra persona anche se comporta un costo personale e senza l'aspettativa di ottenere qualcosa in cambio.

6. Secondo il Darwinismo moderno: L'altruismo è presente soprattutto verso le persone con le quali si non condivide gran parte del corredo genetico. L'altruismo è presente soprattutto verso le persone con le quali si condivide gran parte del corredo genetico. L'altruismo non è mai presente. E' necessario per il principio della selezione naturale.

7. Secondo la teoria della scambio, le persone mettono in atto un comportamento altruistico quando: Sono motivate a massimizzare i benefici e minimizzare i costi. Sono motivate a massimizzare i costi e minimizzare i benefici. Sono presenti costi alti. Sono presenti benefici bassi.

8. Nella motivazone egoistica: Aiutare corrisponde al desiderio delle persone di alleviare la loro sofferenza. Aiutare corrisponde al desiderio delle persone di alleviare la sofferenza alla vittima. La fuga corrisponde ad aumentare lo stato emotivo negativo delle personae causato dalla presenza della vittima. La fuga corrisponde ad alleviare lo stato emotivo negativo delle personae causato dalla presenza della vittima.

9. Nella motivazione altruistica: Aiutare corrisponde al desiderio delle persone di alleviare la loro sofferenza. Aiutare corrisponde al desiderio delle persone di alleviare la sofferenza alla vittima. La fuga corrisponde ad aumentare lo stato emotivo negativo delle persone causato dalla presenza della vittima. La fuga corrisponde ad alleviare lo stato emotivo negativo delle persone causato dalla presenza della vittima.

10. L'umore può guidare la messa in atto di un comportamento pro-sociale quando: E' negativo. Mai. E' positivo. E' neutro.

1. L'aggressività è: Un comportaments enza scopo di recare danno o ferire un altro essere vivente che è motivato ad evitare tale trattamento. Un comportamento volto allo scopo di recare danno o ferire un altro essere vivente che è motivato a evitare tale trattamento. Un comportamento volto a discriminare un altro essere vivente. Un comportamento volto allo scopo di recare un vantaggio a un altro essere vivente.

2. Un comportamento violento è: Un comportamento che ha l'intenzione di recare un danno a un'altra perosna attraverso l'uso della forza fisica. Un comportamento che ha non l'intenzione di recare un danno a un'altra perosna. Un comportamento che ha l'intenzione di recare un vantaggio a un'altra perosna. Un comportamento che ha l'intenzione di recare un danno a un'altra perosna senza l'uso della forza fisica.

3. Secondo il modello della caldaia a vapore: L'ammontare di energia negativa non supera supera un certo livello. Se l'ammontare di energia supera un certo livello senza che sia rilasciata per uno stimolo esterno, essa verrà imnpiegata in attività pro-sociali. Se l'ammontare di energia negativa supera un certo livello senza che sia rilasciata per uno stimolo esterno, strariperà, portando ad aggressioni spontanee. Quando l'ammontare di energia negativa supera un certo livello viene rilasciata per uno stimolo esterno.

4. Secondo le teorie ormanli, l'ormone implicato nel comportamenti aggressivi è: Testosterone. Seratonina. Endorfine. Prolattina.

5. Secondo l'ipotesi frustrazione-aggressività: L'aggressività deriva da una risposta alla frustrazione. L'aggressività deriva da tratti di perosnalità. L'aggressività deriva dalla ombinazione di ormoni. L'aggressività derivadall'educazione ricevuta fino a 6 anni.

6. Per effetti arma si intende: Aumento di comportamenti aggressivi in presenza di stimoli aggressivi. Aumento di comportamenti aggressivi in presenza di stimoli neutri. Diminuzione di comportamenti aggressivi in presenza di stimoli aggressivi. Aumento di comportamenti aggressivi in presenza di stimoli ambivalenti.

7. Uno script aggressivo è: L'insimee di linee guida tese a decidere se mettere in pratica o meno un comportamento pro-sociali. Una forma di discriminazione. Un automatismo. L'insimee di linee guida tese a decidere se mettere in pratica o meno un comportamento aggressivo in una certa situazione.

8. Il bias di attribuzione ostile è: La tendenza a interpretare i comportamenti ambigui di una persona come espressione non intenzionale. La tendenza a interpretare i comportamenti ambigui di una persona come espressione di intenti ostili. La tendenza a interpretare i comportamenti ambigui di una persona come forme di discriminazione. La tendenza a interpretare i comportamenti ambigui di una persona come espressione di diritti sociali.

9. Un fattore situazionale che può portare ad aumentare la probabilità di mettere in atto un comportamento aggressivo è: La genetica. Il genere. Le elevate temperature. Gli ormoni.

10. Secondo alcune ricerche l'assunzione di alcol è correlata positivamente con: L'aumento di seratonina. L'aumento di comportamenti aggressivi. L'aumento di comportamenti di aiuto. La diminuzione di testosterone.

1. L'oggettivazione avviene quando: una persona percepisce o è trattata da un'altra persona alla stregua di un soggetto. una persona percepisce o è trattata da un'altra persona alla stregua di un oggetto. una persona non è considerata da un'altra persona. un comportamento volto allo scopo di recare un vantaggio a un altro essere vivente.

2. Tra le sette dimensioni del processo di oggettivazione sessuale individuste da M. Nussbaum (1995) troviamo: complicità. vittimismo. strumentalità. interdipendenza.

3. Secondo E. Papadaki (2007) il processo di oggettivazione sessuale si verifica anche quando: non c'è intenzionalità. c'è complicità. c'è consenso. non c'è vittimismo.

4. Il modello GLOMOsys: precisa quali sono i meccanismi emozionali alla base dell'oggettivazione sessuale. precisa quali sono i meccanismi fisiologici alla base dell'oggettivazione sessuale. precisa quali sono gli strumenti sociali per combattere l'oggettivazione sessuale. precisa quali sono i meccanismi cognitivi e i fattori contestuali e motivazionali alla base dell'oggettivazione sessuale.

5. Uno dei processi motivazionali coinvolti nell'oggettivazione sessuale è: l'infraumanizzazione. la percezione sociale. l'autoefficacia. la prosocialità.

6. Tra i fattori individuali coinvolti nel processo di oggettivazione sessuale troviamo: l'autoefficacia. il genere. il disimpegno morale. la solidarietà.

7. L'auto-oggettivazione sessuale avviene quando: una persona, ingiustamente, si attribuisce il merito di un seccesso. una persona si attribuisce qualità emotive superieri agli altri. una persona non si riconosce un valore in funzione del proprio sex-appeal e del proprio aspetto fisico. una persona si attribuisce un valore in funzione del proprio sex-appeal e del proprio aspetto fisico.

8. La scala della consapevolezza del corpo oggettivato di McKinley e Hyde (1996) misura: la vergona e l'accettazione. l'autosorveglianza e la vergogna. l'autosorvegliaza e l'autostima. l'autostima e l'accettazione.

9. Archer e collaboratori (1983), nella loro ricerca (Faceism) evidenziano che: degli uomini si mette in risalto il corpo, mentre nelle donne viene evidenziata maggiormente la competenza. degli uomini si mette in risalto la competenza, mentre nelle donne viene evidenziato maggiormente il volto. degli uomini si mette in risalto il viso, mentre nelle donne viene evidenziato maggiormente il corpo. degli uomini si mette in risalto il corpo, mentre nelle donne viene evidenziato maggiormente il volto.

10. Il fat talk (Nichter e Vuckovic, 1994) è: una pratica discorsiva focalizzata sull'emotività. una pratica discorsiva focalizzata sul merito. una pratica discorsiva focalizzata sul corpo. una pratica discorsiva focalizzata a ripristianare l'equilibrio nel contesto.

1. Il groupthink è: quando un gruppo tende alla divergenza perché è elevata la sensazione di un "noi". quando i membri di un piccolo gruppo coeso tendono a mantenere una serie di illusioni condivise e di norme relative che interferiscono con il pensiero critico e con la verifica della realtà. quando un gruppo di grandi dimensioni perde la corsione interna. quando un gruppo di piccole dimensioni perde la corsione interna.

2. Tra i sintomi centrali del groupthink troviamo: sottovalutazione delle norme di gruppo. flessibilità. chiusura mentale. differenziazione.

3. Per prevenire il groupthink è indicato: stimolare la collegialità. nominare un porta voce. consolidare l'appartenenza all'outgroup. nominare esperti esterni.

4. Per polarizzazione si intende che: dopo una discussione di gruppo, le idee dei singoli sono più estreme. dopo una discussione di gruppo, le idee dei singoli sono più flessibili. prima di una discussione di gruppo, le idee dei singoli sono più estreme. prima di una discussione di gruppo, le idee dei singoli più aggressive.

5. Secondo la teoria degli argomenti persuasivi (Myers e Lamn, 1976): la polarizzazione deriva da un desiderio dei membri del gruppo di collaborare fra loro per l'opportunità di esprimere valori e convinzioni diffusi nella società. la polarizzazione deriva da un desiderio dei membri del gruppo di competere fra loro per l'opportunità di esprimere valori e convinzioni diffusi nella società. la polarizzazione nasce dalla condivisione delle informazioni che espone gli individui a argomenti già conosciuti. la polarizzazione nasce dalla condivisione delle informazioni che espone gli individui a nuovi e persuasivi argomenti.

6. Secondo la teoria del confronto sociale (Burnstein e Vinokur, 1973): la polarizzazione deriva da un desiderio dei membri del gruppo di collaborare fra loro per l'opportunità di esprimere valori e convinzioni diffusi nella società. la polarizzazione deriva da un desiderio dei membri del gruppo di competere fra loro per l'opportunità di esprimere valori e convinzioni diffusi nella società. la polarizzazione nasce dalla condivisione delle informazioni che espone gli individui a argomenti già conosciuti. la polarizzazione nasce dalla condivisione delle informazioni che espone gli individui a nuovi e persuasivi argomenti.

7. Un tipo di gruppo nel quale è possibile produrre nuove idee è: il circolo della qualità. il brainstorming. la categorizzazione. la stereotipizzazione.

8. Un tipo di gruppo nel quale è possibile lo scambio di informazioni è: il circolo della qualità. il brainstorming. la categorizzazione. il comitato.

9. Quando è saliente un'identità sociale condivisa, la discussione di gruppo dovrebbe generalmente condurre: a convergere verso una posizione prototipica dell'ingroup. a convergere verso una posizione prototipica dell'outgroup. a convergere verso una posizione non prototipica dell'ingroup. a convergere verso una posizione individuale.

10. Nella ricerca di Hogg e Hains (1998) emerge che: il fenomeno del grupothnk era legato maggiormente all'appartennza basata sull'amicizia personale. il fenomeno del grupothnk si presentava in modo casuale. il fenomeno del grupothnk era legato maggiormente all'appartenenza basata sull'identificazione sociale condivisa. il fenomeno del grupothnk era legato maggiormente all'appartenenza verso l'outgroup.

1. L'obiettivo dell'accordo Win-Win è: Soddisfare i requisiti massimi delle parti. Soddisfare i requisiti di una sola parte. Soddisfare i requisiti della parte più forte. Soddisfare i requisiti minimi delle parti.

2. Considerando il modello della doppia preoccupazione, la risoluzioe dei problemi e quindi la negoziazione si raggiunge quando: C'è alta preoccupazione per i propri esiti e alta preoccupazione per gli esiti altrui. C'è alta preoccupazione per i propri esiti e bassa preoccupazione per gli esiti altrui. C'è bassa preoccupazione per i propri esiti e alta preoccupazione per gli esiti altrui. C'è bassa preoccupazione per i propri esiti e bassa preoccupazione per gli esiti altrui.

3. Considerando il modello della doppia preoccupazione, la contesa o il conflitto si raggiunge quando: C'è alta preoccupazione per i propri esiti e alta preoccupazione per gli esiti altrui. C'è alta preoccupazione per i propri esiti e bassa preoccupazione per gli esiti altrui. C'è bassa preoccupazione per i propri esiti e alta preoccupazione per gli esiti altrui. C'è bassa preoccupazione per i propri esiti e bassa preoccupazione per gli esiti altrui.

4. Secondo l'approccio delle differenze individuali, la negozioazione deve considerare: Gli orientamenti del gruppo alla gestione dei coflitti. Gli orientamento dell'avversaro. Gli orientamento del contesto. Gli orientamenti individuali alla gestione dei conflitti.

5. Gli approcci cognitivi fanno riferimento al processo di: Regolazione fisiologica. Categorizzazione sociale. Regolazione emotiva. Formazione della prima impressione.

6. Secondo gli approcci motvazionali la soluzione ai conflitti risiede: Nel decategorizzare i gruppi in uno nuovo di livello superiore. Nel categorizzare i gruppi in uno nuovo di livello inferiore che comprenda tutti e non evidenzi differenze. Nel categorizzare i gruppi in uno nuovo di livello superiore che comprenda tutti e non evidenzi differenze. Nel decategorizzare i gruppi in uno nuovo di livello inferiore.

7. Il framing della negoziazione influenza gli esiti negoziali perché: Pone l'attenzione sul guadagno o perdite che la negoziazioe può produrre. Pone l'attenzione sull'equità che la negoziazioe può produrre. Pone l'attenzione sul processo discriminatorio. Pone l'attenzione sulle esigenze del gruppo di status inferiore.

8. Secondo l'approccio dell'identità sociale, la ricategorizzazione: Dimunuisce l'attrattività dei membri dell'ex outgroup. Aumenta l'attrattività dei membri dell'ex outgroup. Diminuisce l'attrattività dei membri dell'ex ingroup. Aumenta l'attrattività dei membri dell'ex ingroup.

9. Secondo l'approccio dell'identità sociale, la decategorizzazione: Dimunuisce l'attrattività dei membri dell'ex outgroup. Aumenta l'attrattività dei membri dell'ex outgroup. Diminuisce l'attrattività dei membri dell'ex ingroup. Aumenta l'attrattività dei membri dell'ex ingroup.

10. Il modello della doppia identità corrisponde a: Ricategorizzare le categorie di riferimento a spese dell'identità del sottogruppo. Decategorizzare le categorie di riferimento a spese dell'identità del sottogruppo. Ignorare le identità sovraordinate e di sottogruppo. Riconoscere e rispettare le identità sovraordinate e di sottogruppo.

1. Per pereformance si intende: Il prodotto in relazione agli obiettivi del comportamento. Il prodotto in relazione alle aspettative del comportamento. Il prodotto in relazione all' esito del comportamento. Il prodotto in relazione alle emozioni legate al comportamento.

2. Per produttività si intende: Il prodotto in relazione agli obiettivi del comportamento. Il prodotto in relazione alle aspettative del comportamento. Il prodotto in relazione all' esito del comportamento. Il prodotto in relazione alle emozioni legate al comportamento.

3. Il fenoimeno dell'inerzia sociale è riferito: All'aumento delle prestazioni del gruppo. All'aumento delle prestazioni dei singoli quando lavorano in gruppo. Alla diminuzione delle prestazioni del gruppo. Alla diminuzione delle prestazioni dei singoli quando lavorano in gruppo.

4. Nell'esperimento di Triplett (1897) si verifica il fenomeno: Della competizione interpersonale. Della compensazione sociale. Della facilitazione socile. Dell'inerzia sociale.

5. Nell'esperimento di Ringelmann (1913) si verifica che: Al crescere della numerosità del gruppo, la forza di tiro esercitata da ciascun partecipante diminuiva. Al crescere della numerosità del gruppo, la forza di tiro esercitata da ciascun partecipante aumentava. Al dimunuire della numerosità del gruppo, la forza di tiro esercitata da ciascun partecipante diminuiva. Non esiste correlazione tra performance e numerosità del gruppo.

6. Le persone con alta competizione interpersonale: Avranno una performance individuale peggiore rispetto alla performance in gruppo. Avranno una performance individuale migliore rispetto alla performance in gruppo. Avranno una performance in gruppo migliore rispetto alla performance individuale. Avranno una performance di gruppo eccellente.

7. Per memoria transattiva si intende: Una forma di memoria volta a produrre discriminazione all'interno del gruppo. Una forma di memoria volta a comportamenti pro-sociali. Una forma di memoria interdipendente dove tutti i membri del gruppo sono competenti per tutto il processo di produzione. Una forma di memoria interdipendente che combina il richiamo individuale con il richiamo sistematico di gruppo.

8. La memoria transattiva in un gruppo di lavoro produce: Sfiducia. Specializzazione. Discriminazione. Totalizzazione.

9. La facilitazione sociale avviene quando: I membri del gruppo cercano collettivamente di migliorare le sorti del gruppo nel suo complesso. I membri del gruppo cercano collettivamente di migliorare le sorti individuali. Le azioni dei membri del gruppo peggiorano le sorti del gruppo nel suo complesso. Le azioni dei membri del gruppo producano l'effetto rebound.

10. Nel secondo esperimento d James e Greenberg (1989) emerge che: I partecipanti nelle condizioni che facevano riferimento alla competizione intergruppi risolvevano meno anagrammi quando l'identità della loro Università̀ era saliente. I partecipanti nelle condizioni che facevano riferimento alla competizione intergruppi risolvevano più anagrammi quando l'identità della loro Università̀ non era saliente. I partecipanti nelle condizioni che facevano riferimento alla competizione intergruppi risolvevano più anagrammi quando l'identità della loro Università̀ era saliente. I partecipanti nelle condizioni che facevano riferimento all'assenza di competizione intergruppi risolvevano più anagrammi quando l'identità della loro Università̀ era saliente.

1. In una organizzazione per ruoli si intende: Le prescrizioni di atteggiamenti e di comportamenti di una persona. Il posto particolare occupato da un individuo e alle sue particolari funzioni. I principi di livello superiore che guidano i comportamenti e l'attività. Gli esiti di una coordinazione di più persone.

2. In una organizzazione per norme si intende: Le prescrizioni di atteggiamenti e di comportamenti di una persona. Il posto particolare occupato da un individuo e alle sue particolari funzioni. I principi di livello superiore che guidano i comportamenti e l'attività. Gli esiti di una coordinazione di più persone.

3. In una organizzazione per valori si intende: Le prescrizioni di atteggiamenti e di comportamenti di una persona. Il posto particolare occupato da un individuo e alle sue particolari funzioni. I principi di livello superiore che guidano i comportamenti e l'attività. Gli esiti di una coordinazione di più persone.

4. Turner e Haslam (2001) definiscono le organizzazioni come: Qualsiasi gruppo non differenziato al suo interno e dotato di una finalità̀ esclusivamente economica. Qualsiasi gruppo differenziato al suo interno e dotato di una finalità̀ esclusivamente economica. Qualsiasi gruppo non differenziato al suo interno e dotato di una finalità̀ che ha un impatto psicologico sui suoi membri. Qualsiasi gruppo differenziato al suo interno e dotato di una finalità̀ che ha un impatto psicologico sui suoi membri.

5. Secondo il paradigma economico: L'ottimalità economica viene raggiunta attraverso l'assenza di tempi standard assegnati ai lavoratori. L'ottimalità economica viene raggiunta attraverso l'attivazione di un'identità sociale. L'ottimalità economica viene raggiunta attraverso la scomposizione e parcellizzazione dei processi di lavorazione. L'ottimalità economica viene raggiunta attraverso l'attenzione alle caratteristiche speficiche di ogni lavoratore.

6. La prima introduzione su vasta scala dei metodi tayloristici fu attuata da: Frederick Taylor. Henry Ford. Hugo Münsterberg. Elton Mayo.

7. Secondo il paradigma delle differenze individuali: E' necessario considerare nel processo di selezione del personale le variabili della personalità e quelle ambiatali. E' necessario considerare nel processo di selezione del perosnale la standardizzazione delle mansioni laviorative. Non è necessario considerare nel processo di selezione del personale le variabili della personalità e quelle ambiatali. Nel processo di selezione del perosnale, è necessario preferire gli uomini alle donne.

8. Il paradigma delle relazioni umane suggerisce che: E' necessario evitare di porre l'attenzione alle relazioni che si instaurano fra le persone all'interno della organizzazione. E' necessario considerare nel processo di selezione del perosnale la standardizzazione delle mansioni laviorative. E' necessario porre l'attenzione alle relazioni che si instaurano fra le persone all'interno della organizzazione. L'ottimalità economica viene raggiunta attraverso la scomposizione e parcellizzazione dei processi di lavorazione.

9. Mayo nel suo esperimento del 1924 introdusse: La musica durante le ore lavorative. Periodi di pausa nell'arco della giornata lavorativa. Messaggi subliminali per aumentare la produttività. Il badge per il conteggio delle ore lavorative.

10. Per Mayo il comportamento organizzativo è: Legato al senso di appartenenza all'organizzazione da parte dei lavoratori. Legato al senso di individualità da parte dei lavoratori. Legato al massimo profitto economico. Legato al senso di unicità da parte dei lavoratori.

1. Il leader è: La persona che, all'interno del gruppo, ha il ruolo di non prendere iniziative. La persona che, all'interno del gruppo, non assume un ruolo di forte responsabilità. La persona che, all'interno del gruppo, ha un potere di influenza sui membri e assume un ruolo di forte responsabilità. La persona che, all'interno del gruppo, non ha intenzione di influenzare i membri.

2. Secondo la teoria degli stati delle aspettative di Berger (1980) un leaders è: La persona con status elevato dalla quale ci si aspetta un contributo maggiore. La persona con status basso dalla quale ci si aspetta un contributo maggiore. La persona con status elevato dalla quale non ci si aspetta un contributo maggiore. La persona con status basso dalla quale non ci si aspetta un contributo maggiore.

3. Il leader emozionale è: Chi assicura che il clima di gruppo sia competitivo. Chi assicura che il clima di gruppo sia armonioso e cooperativo. Chi si prefigge di realizzare i compiti da perseguire ed è costantemente concentrato al raggiungimento degli obiettivi. Chi si prefigge di realizzare i compiti da perseguire ma non è concentrato sul raggiungimento degli obiettivi di gruppo.

4. Il leader centrato sul compito è: Chi assicura che il clima di gruppo sia competitivo. Chi assicura che il clima di gruppo sia armonioso e cooperativo. Chi si prefigge di realizzare i compiti da perseguire ed è costantemente concentrato al raggiungimento degli obiettivi. Chi si prefigge di realizzare i compiti da perseguire ma non è concentrato sul raggiungimento degli obiettivi di gruppo.

5. Il leader carismatico è: Chi assicura che il clima di gruppo sia competitivo. Chi assicura che il clima di gruppo sia armonioso e cooperativo. Chi presenta una maggiora capacità di dominanza. Chi è dotato di espressività emotiva, sicurezza e si mostra pienamente convinto della correttezza delle proprie idee.

6. La leadership autoritaria corrisponde: Un processo dove il leader si dimostra distaccato rispetto al resto del gruppo, direttivo, stabilisce di volta in volta i passi da compiere. Un processo dove il leader è un compagno di lavoro, esprime pareri tecnici, fa sì che sia il gruppo a decidere le attività da svolgere e lui. Un processo di sola rappresentanza dove il leader è colui che interviene il meno possibile e lascia il gruppo libero di agire. Non esiste.

7. La leadership democratica corrisponde: Un processo dove il leader si dimostra distaccato rispetto al resto del gruppo, direttivo, stabilisce di volta in volta i passi da compiere. Un processo dove il leader è un compagno di lavoro, esprime pareri tecnici, fa sì che sia il gruppo a decidere le attività da svolgere e lui. Un processo di sola rappresentanza dove il leader è colui che interviene il meno possibile e lascia il gruppo libero di agire. Non esiste.

8. La leadership permissiva corrisponde: Un processo dove il leader si dimostra distaccato rispetto al resto del gruppo, direttivo, stabilisce di volta in volta i passi da compiere. Un processo dove il leader è un compagno di lavoro, esprime pareri tecnici, fa sì che sia il gruppo a decidere le attività da svolgere e lui. Un processo di sola rappresentanza dove il leader è colui che interviene il meno possibile e lascia il gruppo libero di agire. Non esiste.

9. La teoria del grande uomo indica che: Un leader si distingue dal livello di competitività del gruppo. Un leader si distingue grazie alle propria capacità di andare contro corrente. Un leader si distingue grazie alle proprie caratteristiche di personalità. Un leader si distingue grazie alla propria capacità di adattarsi all'ambiente.

10. Secondo l'approccio della contingenza: La leadership efficace deriva solamente dalle caratteristiche di personalità del leader. La leadership efficace deriva solamente dalle caratteristiche della situazione specifica. La leadership efficace corrisponde ai desideri di tutti i membri del gruppo. La leadership efficace è il prodotto della corrispondenza delle caratteristiche della leadership stessa e quelle della situazione.

1. Per strain si intende: Lo stato psicologico e fisiologico di una persona nel rispondere alle richieste che le pone un ambiente. Un evento traumatico. Un evento positivo. Una manipolazione sperimentale.

2. Si definisce eustress: Lo stess negativo. Un trauma. Lo stress positivo. Una forma di negoziazione.

3. Il burnout è: Una stress esperito nelle relazioni intime. Un stress che colpisce qualsiasi lavoratore. Uno stress relativo a una catastrofe naturale. Uno stress che colpisce chi lavora nel campo dei servizi alla persona.

4. Le fasi della sindrome generale di adattamento (Selye, 1956) sono: Stimolo, cognizione e risposta. Attivazione, elaborazione e fuga. Allarme, resistenza ed esaurimento. Allarme, elaborazione ed evitamento.

5. Secondo l'approccio delle differenze individuali lo stress: E' determinato dalla fisiologia. E' detrminato dalle caratteristiche di personalità. E' determinato dall'insieme delle caratteristiche ambientali. E' determinato dall'appartenenza sociale.

6. Per gli approcci basati sullo stimolo lo stress : E' determinato dalla fisiologia. E' detrminato dalle caratteristiche di personalità. E' determinato dall'insieme delle caratteristiche ambientali. E' determinato dall'appartenenza sociale.

7. L'approccio transazionale sostiene che lo stress è determinato da: Solamente da processi fisiologici. Solamente da fattori contestuali. Solamente da fattori psicologici. Dall'incontro tra fattori di stress ambientali e la percezione di essi come minacciosi.

8. Una possibile modalità per fronteggiare lo stress a lungo termine è: La negazione. L'evitamento. La fuga. Il sostegno sociale.

9. In condizioni in cui gli individui si identificano fortemente con un gruppo possono: Accettare un livello di stress più alto di quello che sopporterebbero in altre condizioni. Non tollerare un livello alto di stress. Negare di provare stress. Avere comportamenti aggressivi causati dallo stress.

10. In una organizzazizone più è alto il livello di appartenenza ad essa da parte dei lavoratori: Più probabilità di mettere in atto un favoritismo outgroup. Più probabilità di avere alti livelli di burnout tra i dipendenti. Più probabilità di avere bassi livelli di burnout tra i dipendenti. Più probabilità di mettere in atto comportamenti conflittuali intragruppo.

1. Thomas e Znaniecki (1918) definiscono gli atteggiamenti come: Processi di conoscenza sociale che determinano l'azione. Processi di conoscenza sociale che non determinano l'azione. Sinonimi di comportamento. Un oggetto che ha significato.

2. Allport (1935) definisce gli atteggiamenti come: Uno stato mentale neurologico di prontezza, organizzata attraverso l'esperienza, che non esercita un'influenza sulla risposta dell'individuo. Uno stato fisiologico dell'individuo che lo guida a una risposta ambientale. Uno stato mentale neurologico di prontezza, organizzata attraverso l'esperienza, che esercita un'influenza sulla risposta dell'individuo. Uno stato fisiologico dell'individuo che non lo guida a una risposta ambientale.

3. Secondo il modello tripartito (Rosenberg e Hovland, 1960) la componente cognitiva corrisponde: Alla reazione emotiva verso l'oggetto. Alle informazioni e alle credenze verso un oggetto. All'attivazione fisiologica di un individuo verso un oggetto. Alle intenzioni e alle azioni di avvicinamento o allontanamento dall'oggetto.

4. Secondo il modello tripartito (Rosenberg e Hovland, 1960) la componente affettiva corrisponde: Alla reazione emotiva verso l'oggetto. Alle informazioni e alle credenze verso un oggetto. All'attivazione fisiologica di un individuo verso un oggetto. Alle intenzioni e alle azioni di avvicinamento o allontanamento dall'oggetto.

5. Secondo il modello tripartito (Rosenberg e Hovland, 1960) la componente comportamentale corrisponde: Alla reazione emotiva verso l'oggetto. Alle informazioni e alle credenze verso un oggetto. All'attivazione fisiologica di un individuo verso un oggetto. Alle intenzioni e alle azioni di avvicinamento o allontanamento dall'oggetto.

6. Secondo Fazio (1989) l'accessibilità di un atteggimento è: La facilità di associazione tra un target e la sua valutazione. La difficoltà di associazione tra un target e la sua valutazione. La facilità di dissociazione tra un target e la sua valutazione. La facilità di associazione tra due oggetti.

7. L'ambivalenza intracomponente cognitiva corrisponde: Alle reazioni solamente positive verso un target. Alle reazioni sia negative e sia positive verso un target. Alle credenze sia positive sia negative verso un target. Alle credenze solamente negative verso un target.

8. Un esempiio di ambivalenza intercomponente è: La cioccolata mi piace ma so che fa ingrassare. La cioccolata mi piace e mi mette allegria. La cioccolata al latte è di colore più chiaro di quella fondente e fa ingrassare. La cioccolata mi mette allegria e buon umore.

9. La teoria dell'azione ragionata (Fishbein e Ajzen, 1975) sostiene che: L'ostracismo è la determinante principale del comportamento. Il pregiudizio è la determinante principale del comportamento. La reazione fisiologica è la determinante principale del comportamento. L'intenzione è la determinante principale del comportamento.

10. La teoria del comportamento ragionato amplifica la teoria dell'azione ragionata (Fishbein e Ajzen, 1975) introducendo. Le credenze sull'emotività. Le credenze sul controllo. L'intenzione. La reazione fisiologica.

1. Le opinioni sono: Risposte fisiologiche dell'organismo. Risposte verbali a una situazione-stimolo. Rispeste implicite dell'organismo. Per la psicologia sociale non esistono.

2. Gli atteggiamenti si possono misurare con: Misure dirette e indirette. Non si possono misurare. Solo con le misure implicite. Solo con le misure esplicite.

3. La scala likert è: Uno strumento per misurare il valore connotativo dei concetti, presuppone che la descrizione di un concetto si possa collocare in un continuum definito da una coppia di termini bipolari. Uno strumento che utilizza una scala di risposta a più passi, compresa fra due opposti estremi che permette di rilevare diverse sfumature di un'opinione. Uno strumento che consente di effettuare una valutazione della "forza di associazione" tra due elementi, ovvero l' associazione tra un determinato concetto e un determinato attributo. Uno strumento attraverso il quale si valuta come la presenza di uno stimolo possa influenzare una risposta successiva.

4. Il differenziale semantico è: Uno strumento per misurare il valore connotativo dei concetti, presuppone che la descrizione di un concetto si possa collocare in un continuum definito da una coppia di termini bipolari. Uno strumento che utilizza una scala di risposta a più passi, compresa fra due opposti estremi che permette di rilevare diverse sfumature di un'opinione. Uno strumento che consente di effettuare una valutazione della "forza di associazione" tra due elementi, ovvero l' associazione tra un determinato concetto e un determinato attributo. Uno strumento attraverso il quale si valuta come la presenza di uno stimolo possa influenzare una risposta successiva.

5. Il priming è: Uno strumento per misurare il valore connotativo dei concetti, presuppone che la descrizione di un concetto si possa collocare in un continuum definito da una coppia di termini bipolari. Uno strumento che utilizza una scala di risposta a più passi, compresa fra due opposti estremi che permette di rilevare diverse sfumature di un'opinione. Uno strumento che consente di effettuare una valutazione della "forza di associazione" tra due elementi, ovvero l' associazione tra un determinato concetto e un determinato attributo. Uno strumento attraverso il quale si valuta come la presenza di uno stimolo possa influenzare una risposta successiva.

6. L'Implicit Association Test (IAT) è: Uno strumento per misurare il valore connotativo dei concetti, presuppone che la descrizione di un concetto si possa collocare in un continuum definito da una coppia di termini bipolari. Uno strumento che utilizza una scala di risposta a più passi, compresa fra due opposti estremi che permette di rilevare diverse sfumature di un'opinione. Uno strumento che consente di effettuare una valutazione della "forza di associazione" tra due elementi, ovvero l' associazione tra un determinato concetto e un determinato attributo. Uno strumento attraverso il quale si valuta come la presenza di uno stimolo possa influenzare una risposta successiva.

7. Il focus group è: Uno strumento di rilevazione delle opinioni implicite. Uno strumento di rilevazione delle reazioni fisiologiche di gruppo. Uno strumento di rilezaione delle opinioni attraverso un'intervista di gruppo. Una forma di terapia di gruppo.

8. Il moderatore di un focus group: Gestisce la discussione di gruppo seguendo una traccia costruita. E' un osservatore passivo. Garantisce in modo silente che i punti da discutere vengano rispettati. Prende appunti sullo svolgimento del focus group.

9. Il focus group si utilizza: Per cambiare le opinioni delle persone. Per raccogliere le reazione fisiologiche delle persone. Per omologare i pensieri delle persone. Per ottenere informazioni approfondite su un argomento.

10. L'analisi tematica dei dati di un focus group è: Lo studio delle parole e delle loro relazioni all'interno del testo. Lo studio delle opinioni dei partecipanti attraverso categorie analitiche. L'analisi delle dinamiche interattive tra i partecipanti. L'analisi della comprensione di un messaggio da parte dei partecipanti.

1. La dissonanza cognitiva è: Il senso di benessere provocato dalle informazioni che sono coerenti con la valutazione positiva del sé. Il senso di malessere causato dalle informazioni che sono discrepanti con la valutazione positiva del sé. Il senso di malessere causato dalle informazioni che sono discrepanti con l'Identità sociale. Il senso di malessere causato dalle informazioni che sono discrepanti con la valutazione del gruppo.

2. La dissonanza cognitiva è più forte quando: Compiamo un'azione che minaccia la nostra immagine. Compiamo un'azione che minaccia l'identità sociale. Compiamo un'azione che è coerente con la nostra immagine. Compiamo un'azione che minaccia l'immagine degli altri.

3. La dissonanza cognitiva elicita il bisogno di: Appartenenza. Indipendenza. Evitamento. Coerenza.

4. Nel'esperiemnto di Festinger e Carlsmith (1959) i partecipanti che hanno ricevuto 20 dollari: Valutano il compito come divertente. Mostrano favoritismo ingroup. Giustificano la menzogna sulla base dell ricompensa. Non mentono.

5. La dissonanza post-decisionale: Si riduce aumentando l'attrattività verso l'alternativa scelta e svalutando quella rifiutata. Si riduce all'aumentare dell'attrattività verso l'alternativa rifiutata. Si riduce diminuendo l'attrattività verso l'alternativa scelta. Rimane costante rispetto alle alternative di scelta.

6. Il counter attitudinal advocacy è il processo che: Induce le persone a dichiarare pubblicamente un atteggiamento volto ad aumentare l'identità sociale. Induce le persone a dichiarare pubblicamente un atteggiamento che produce discriminazione. Induce le persone a dichiarare pubblicamente un atteggiamento che è in contraddizione con il loro vero atteggiamento. Induce le persone a dichiarare pubblicamente un atteggiamento che è coerente con il loro vero atteggiamento.

7. La teoria della discrepanza del Sé di Higgins (1987) sostiene che: Le persone riducono l'impatto di una dissonanza affermando la loro competenza su qualche dimensione non collegata con la minaccia. Le persone sono motivate a mantenere una coerenza tra le credenze e percezioni su se stesse. Il concetto di sé può essere minacciato dal confronto con gli altri. Le persone hanno il bisogno di trovare conferma del loro concetto di sé, sia esso positivo o negativo.

8. La teoria del mantenimento del giudizio di Sé (Tesser, 1988) sostiene che: Le persone riducono l'impatto di una dissonanza affermando la loro competenza su qualche dimensione non collegata con la minaccia. Le persone sono motivate a mantenere una coerenza tra le credenze e percezioni su se stesse. Il concetto di sé può essere minacciato dal confronto con gli altri. Le persone hanno il bisogno di trovare conferma del loro concetto di sé, sia esso positivo o negativo.

9. La teoria dell'affermazione di Sé di Steele (1988) sostiene che: Le persone riducono l'impatto di una dissonanza affermando la loro competenza su qualche dimensione non collegata con la minaccia. Le persone sono motivate a mantenere una coerenza tra le credenze e percezioni su se stesse. Il concetto di sé può essere minacciato dal confronto con gli altri. Le persone hanno il bisogno di trovare conferma del loro concetto di sé, sia esso positivo o negativo.

10. La teoria della verifica di sé di Swann (1983) sostiene che: Le persone riducono l'impatto di una dissonanza affermando la loro competenza su qualche dimensione non collegata con la minaccia. Le persone sono motivate a mantenere una coerenza tra le credenze e percezioni su se stesse. Il concetto di sé può essere minacciato dal confronto con gli altri. Le persone hanno il bisogno di trovare conferma del loro concetto di sé, sia esso positivo o negativo.

1. La persuasione è un processo di: Formazione di un atteggiamento. Cambiamento di un atteggiamento. Formazione e cambiamento di un atteggiamento. Mantenimento di un atteggiamento.

2. L'approccio della scuola di Yale (Hovland et al., 1942) analizza: La fonte. Il messaggio. Il ricevente. La fonte, il messaggio e il ricevente.

3. Il paradigma dell'elaborazione dell'informazione di McGuire (1968) studia: Attraverso 6 fasi, il processo di apprendimento di un messaggio. Attraverso 6 fasi, il processo persuasivo della fonte. Attraverso 4 fasi, il processo di apprendimento di un messaggio. Attraverso 6 fasi, la costruzione di un messaggio persuasivo.

4. La forma semplificata del paradigma dell'elaborazione dell'informazione prevede due fasi: Ricezione ed esposizione. Ricezione e accettazione. Accettazione e Attenzione. Attenzione e traduzione.

5. L'approccio della risposta cognitiva di Petty, Ostrom e Brock (1981) considera: Il ruolo delle emozioni nella comunicazione persuasiva. Il ruolo dei fattori individuali nella comunicazione persuasiva. Il ruolo delle risposte cognitive nella comunicazione persuasiva. Il ruolo dell'empatia nella comunicazione persuasiva.

6. La reazione soggettiva alla comunicazione consiste nel fatto che: Il ricevente mette in relazione l'informazione del messaggio ricevuto con le proprie reazioni fisiologiche. Il ricevente mette in relazione l'informazione del messaggio ricevuto con le proprie credenze. Il ricevente mette in relazione l'informazione del messaggio ricevuto con quanto pensato dagli altri. Il ricevente mette in relazione l'informazione del messaggio ricevuto con l'identità sociale.

7. La lista dei pensieri è: Una tecnica per indagare l'elaborazione delle informazioni di un messaggio. Un tecnica per evitare fraintendimenti. Una tecnica di persuasione. Una tecnica per pianificare una persuasione subliminale.

8. Il modello della probabilità di elaborazione ELM (Petty e Cacioppo, 1981) prevede due percorsi: Diretto e indiretto. Diretto e periferico. Indiretto e centrale. Centrale e periferico.

9. La persuasione è più efficace se segue il percorso: Diretto. Indiretto. Centrale. Periferico.

10. Il modello euristico-sistematico di Eagly & Chaiken (1980-1984) si distingue dal modello della probabilità di elaborazione ELM di Petty e Cacioppo (1981) perché: Prevede che i due percorsi siano alternativi. Prevede che i due percorsi siano identici. Prevede che i due percorsi siano messi in atto contemporaneamente. Prevede che i due percorsi siano rigidi.

1. Goffman ha proposto una prospettiva detta: Sociologica. Psicoanalitica. Drammaturgica. Filologica.

2. La micro-sociologia studia: I processi della vita quotidiana, facendo ricorso all'osservazione. I processi della vita quotidiana, facendo ricorso al metodo sperimentale in laboratorio. I processi generali inerenti le istituzioni e le organizzazioni complesse in quanto costitutive della società, utilizza metodi quantitativi. I processi generali inerenti le istituzioni e le organizzazioni complesse in quanto costitutive della società, utilizza metodi qualitativi.

3. La macro-sociologia studia: I processi della vita quotidiana, facendo ricorso all'osservazione. I processi della vita quotidiana, facendo ricorso al metodo sperimentale in laboratorio. I processi generali inerenti le istituzioni e le organizzazioni complesse in quanto costitutive della società, utilizza metodi quantitativi. I processi generali inerenti le istituzioni e le organizzazioni complesse in quanto costitutive della società, utilizza metodi qualitativi.

4. Bateson evidenzia due livelli per ogni atto comunicativo, ovvero il livello di notizia e il livello di: Intenzione. Comando. Emozione. Informazione.

5. Per Bateson, si possono avere due tipi di relazione: Simmetrica e asimmetrica. Asimmetrica e Complementare. Simmetrica e ludica. Simmetrica e complementare.

6. La meta-comunicazione è: Una parte dell'atto comunicativo. Comunicare sulla comunicazione stessa. Il senso dei messaggi. L'intenzione comunicativa.

7. Si parla di doppio legame quando: La comunicazione è paradossale. La comunicazione è efficace. La comunicazione è emozionale. La comunicazione è interrogativa.

8. La teoria della mente è: Una teoria psico-fisiologica. La capacità di attribuire stati mentali agli altri. Un sinonimo dell'empatia. Una forma di comunicazione mentale.

9. Per strategie di reappraisal si intende: Una forma di comunicazione paradossale. Una forma di pregiudizio implicito. Una ri-valutazione cognitiva dello stimolo. La gestione dell'emozione focalizzata sull'emozione stessa.

10. Di particolare interesse per l'approccio psicologico alla comunicazione sono: I segni e i messaggi. I sistemi di comunicazione rintracciabili nel comportamento. Le reazioni fisiologiche. I tratti di personalità.

1. Il protolinguaggio è: Un tentativo di sviluppare un linguaggio. Un linguaggio telegrafico, privo di grammatica. La vocalizzazione di un bambino. Un movimento del corpo.

2. La teoria dell'istinto del linguaggio sostiene che: Il linguaggio è codificato nel cervello ed è emerso gradualmente attraverso processi di selezione naturale. La capacità di comunicazione ha origine nell'antichità e si basate sulla voce e sulla parola ma sono prive di grammatica. Il linguaggio trova la sua origine in pratiche sociali edha una funzione sociale. Nascono prima i gesti e poi il linguaggio per dare un senso ai gesti stessi.

3. La teoria dell'origine sociale del linguaggio sostiene che: Il linguaggio è codificato nel cervello ed è emerso gradualmente attraverso processi di selezione naturale. La capacità di comunicazione ha origine nell'antichità e si basate sulla voce e sulla parola ma sono prive di grammatica. Il linguaggio trova la sua origine in pratiche sociali edha una funzione sociale. Nascono prima i gesti e poi il linguaggio per dare un senso ai gesti stessi.

4. La teoria motoria sostiene che: Il linguaggio è codificato nel cervello ed è emerso gradualmente attraverso processi di selezione naturale. La capacità di comunicazione ha origine nell'antichità e si basate sulla voce e sulla parola ma sono prive di grammatica. Il linguaggio trova la sua origine in pratiche sociali edha una funzione sociale. Nascono prima i gesti e poi il linguaggio per dare un senso ai gesti stessi.

5. Il modello di Greene del processamento del linguaggio è un modello: Comportamentista. Umanista. Cognitivista. Fisiologico.

6. Il processamento sintattico per Greene significa: Il Processamento di regole e procedure grazie alle quali le parole formano frasi. Il processamento di regole e procedure grazie alle quali le parole esprimono intenzioni. Il processamento di regole e procedure grazie alle quali le parole trasmettono il significato. Il processamento di regole e procedure grazie alle quali le parole ottengono una funzione simbolica.

7. L'embodied cognition riconduce: I processi cognitivi all'emotività. I processi cognitivi all'esperienza, l'ambiente, il corpo e l'azione. I processi cognitivi all'imitazione. I processi cognitivi alle reazioni fisiologiche.

8. L'acronimo ACE sta per: Activity sentence compatibility effect. Arm sentence compatibility effect. Action sentence compatibility effect. Adverb sentence compatibility effect.

9. Per la psicologia discorsiva, il discorso ha una funzione: Persuasiva. Emotiva. Letteraria. Retorica.

10. Secondo il costruzionismo sociale: Le persone creano la propria realtà personale e sociale attraverso pratiche come il discorso. In ogni discorso è rinrtracciabile una reazione contraria. Le persone creano la realtà oggettiva attraverso pratiche come il discorso. In ogni discorso è rinrtracciabile una regola sintattica.

1. Tra i sistemi della comunicazione non verbale si può trovare: La risposta fisiologica. I correlati neurali. L'aptica. La connettività.

2. Tra le caratteristiche paralinguistiche della voce troviamo: Aspetti sociali. Aspetti di personalità. L'emotività. L'intensità.

3. La teoria neuroculturale è stata sviluppata da: Fernandez-Dols. Ekman. James. Dewey.

4. La teoria neuroculturale sostiene: L'universalità delle espressioni emotive. L'esistenza di espressioni facciali diverse da persona a persona. L'impossibilità di esprimere del tutto le emozioni. L'origine culturale delle espressioni emotive.

5. FACS è l'acronimo di: Facial Action Coding Solution. Facial Action Coding Sperimentation. Facial Action Coding System. Facial Advice Coding System.

6. La regolazione delle espressioni facciali avviene tramite: Uno sforzo fisico. Nascondendo il volto. Le display rules. La comunicazione verbale.

7. Tra i tipi di gesti troviamo: I segni convenzionali. Le pantomime. La mimesi. Il silenzio.

8. La prossemica regola: Le distanze interpersonali. Le modalità di contatto. La gestualità. Le emozioni.

9. Il sistema aptico regola: Le distanze interpersonali. Le modalità di contatto. La gestualità. Le emozioni.

10. Un esempio di atefatto è: Una voce squillante. Un abbraccio. Un saluto. L'abbigliamento.

1. Nella discomunicazione a prevalere sono gli aspetti: Espliciti. Impliciti. Incerti. Veritieri.

2. Si parla di opacità intenzionale quando nella comunicazione è presente: Un inganno intenzionale. Una disattenzione intenzionale. Una velatura intenzionale. Una coscienza intenzionale.

3. Una forma di ironia è l'ironia: Bonaria. Astuta. Intenzionale. Cognitiva.

4. L'ironia sarcastica viene usata quando: Si fanno battute di spirito che servono a sdrammatizzare una situazione delicata. Si vuole mettere in discussione qualcosa e lo si fa attraversoi battute garbate. Si vuole elogiare qualcuno e lo si fa atraverso una critica. Si vuole criticare qualcuno e lo si fa tramite un elogio.

5. La prospettiva "teatrale" dell'ironia è stata proposta da: Bandura. Grice. Morgan. Finley.

6. Nella comunicazione seduttiva, il primo obiettivo del seduttore è quello di cambiare: Aspetto. Status. Tono di voce. Abbigliamento.

7. Un segnale non verbale di attrazione fisica è: Il respiro affannoso. L'aumento della gestualità. L'aumento del contatto fisico. La dilatazione della pupilla.

8. Una forma di inganno può essere: L'ironia. Il mascheramento. L'astuzia. Il compiacimento.

9. Per la teoria DeMiT di Anolli, Balconi e Ciceri, le menzogne sono: Ad alto e basso contenuto. Di alto e basso livello. Di alto e basso grado. Ad alta e bassa informazione.

10. Nella comunicazione shizofrenica è importante osservare che: Le intenzioni comunicative sono gli unici elementi per la valutazione psichiatrica. Gli schizofrenici utilizzano primariamente la comunicazione verbale. La schizofrenia è una patologia esclusivamente comunicativa. La schizofrenia non colpisce solo l'individuo ma tutte le sue relazioni.

1. La sintassi studia: le relazioni formali tra i segni. la generazione del significato. la relazione tra i parlanti. la relazione tra pensiero e linguaggio.

2. La pragmatica si occupa: della relazione tra semiotica e matematica. della psicologia della comunicazione. delle relazioni tra i segni e i comunicanti. della relazione tra i parlanti.

3. Un esempio di deissi è: certamente. un gatto. qui. cantare.

4. Un esempio di atto illocutorio è: sto scrivendo un romanzo. ti nomino cavaliere. domani mangerò tardi. ho molto sonno.

5. Il principio di cooperazione è stato elaborato da: Peirce. Grice. Austin. Bruner.

6. Tra i requisiti o massime del principio di cooperazione vi è: la correttezza grammaticale. la qualità. la precisione. l'umiltà.

7. Tra i requisiti del principio di cooperazione vi è: la quantificazione. l'attenzione. l'accento. il modo.

8. Ogni osservanza o violazione del principio di cooperazione permette di identificare: le intenzioni comunicative. il vero significato della comunicazione. le informazioni corrette. lo stile comunicativo.

9. La pragmatica distingue: tra diversi linguaggi. tra leggi e principi della comunicazione. tra parola e concetto. tra informazione e comunicazione.

10. Per la pragmatica della comunicazione un parlante può influenzare: la scelta del codice per la comunicazione. le teorie della comunicazione. le relazioni fra i segni. i sentimenti e comportamenti altrui.

1. Secondo l'approccio strategico della comunicazine, il linguaggio rappresenta il mezzo di elezione per favorire: La coesione. La consapevolezza. Il cambiamento. Il trattamento.

2. Nell'approccio strategico, il linguaggio rappresenta il mezzo di elezione per favorire: De-strutturazione del sintomo. Ri-strutturazione dei sistemi. Ri-strutturazione del sintomo. De-strutturazione del sistema.

3. Al posto di un linguaggio descrittivo e indicativo, tipico della spiegazione e della descrizione delle cose e degli eventi, viene adoperato un linguaggio: Suggestivo e disgiuntivo. Suggestivo e ingiuntivo. Ipnotico e ingiuntivo. Ipnotico e disgiuntivo.

4. Secondo il primo assioma della comunicazione umana: Non si può non colludere. Non si può che comunicare. Non si può non comunicare. Non si può non cooperare.

5. Il seocndo assioma della comunicazione umana assume che essa possieda due aspetti: Contenuto e interazione. Sintassi e relazione. Semantica e contenuto. Contenuto e relazione.

6. Secondo il quarto assioma della comunicazione umana, essa è: Digitale e analogica. Numerica e analogica. Analogica e ricorsiva. Numerica e ricorsiva.

7. L'utilizzo del linguaggio e del modo in cui la persona si rappresenta e si relaziona con se stesso e con la realtà consiste nella tecnica: Del linguaggio suggestivo. Della ristrutturazione. Del paradosso. Del ricalco.

8. Quale tecnica consente di cambiare lo sfondo concettuale ed emozionale in cui il cliente colloca il suo disagio, ponendolo all'interno di una cornice alternativa: Del linguaggio suggestivo. Della ristrutturazione. Del paradosso. Del ricalco.

9. Quale tecnica permette di modificare la rigidità percettiva e reattiva attraverso azioni e comunicazioni illogiche e impreviste: Del linguaggio suggestivo. Della ristrutturazione. Del paradosso. Del ricalco.

10. Quale tecnica è particolarmente indicata le personei che, invece di pensare a migliorare il proprio comportamento, sono maggiormente interessati a vanificare il lavoro terapeutico: Del linguaggio suggestivo. Della ristrutturazione. Del paradosso. Dichiarazione di impotenza.

1. Sostiene che il discorso sia l'azione sociale compiuta da coloro che utilizzano il linguaggio per comunicare fra loro e nell'ambito dellasocietà e della cultura: Lewin. Bandura. Bruner. van Diik.

2. Consiste in un processo continuo e fluido che cresce e si rafforza confrontandosi con la diversità degli altri: L'identità culturale. L'identità sociale. L'identità gruppale. L'identità personale.

3. È divenuto una realtà data delle società contemporanee: Il pluralismo sociale. Il pluralismo culturale. Il pluralismo multiculturale. La multiculturalità.

4. Viene considerato un Sé autonomo, i cui confini rispetto agli altri sono ben delineati e chiari: Il Sé interdipendente. Il Sé dipendente. Il Sé indipendente. Il Sé sociale.

5. La persona si sente parte integrante del contesto e presenta un Sé fluido, flessibile e impegnato nel contesto in cui vive: Il Sé interdipendente. Il Sé dipendente. Il Sé indipendente. Il Sé sociale.

6. La critica fondamentale a questi due Sé (indipendente e interdipendente) riguarda: Il rifiuto esplicito degli altri individui. Il rifiuto implicito degli altri gruppi. L'aspetto dicotomico e la netta distinzione fra i due concetti. L'aspetto dicotomico e la distinzione fra i due gruppi.

7. Rimanda alla coabitazione di etnie diverse: Intercultura. Pluricultura. Interdipendenza. Multiculturalismo.

8. Comporta la celebrazione delle culture intese come patrimonio etnico e come marcatori simbolici dei gruppi: Multiculturalismo implicito. Multiculturalismo simbolico. Multiculturalismo strutturale. Multiculturalismo strumentale.

9. Rappresenta attualmente un atteggiamento normativo su come il multiculturalismo debba essere attuato: Multiculturalismo dialogico. Multiculturalismo simbolico. Multiculturalismo strutturale. Multiculturalismo strumentale.

10. Viene considerato in termini di esclusività, irripetibilità e indipendenza, per cui i pensieri, le emozioni e le abilità sono stabili e poco condizionati dal contesto: Il concetto di interdipendenza. Il concetto di unicità. Il Sé indipendente. Il Sé sociale.

1. Chi è il principale esponente circa gli studi sul bullismo: Ferrington. Bolwby. Fonzi. Olweus.

2. Una vittima di bullismo può sviluppare a lungo termine: Ripetute bocciature. Problemi nell'adattamento socioaffettivo. Comportamenti antisociali. Abuso di sostanze.

3. La spedizione ripetuta di messaggi insultanti con l'unico fine di ferire il destinatario si riferisce alle: Molestie. Violenze. Rivelazioni. Percosse.

4. Cosa guida le azioni aggressive del bullo ansioso: La mancata percezione delle conseguenze. L'irrequietezza. Un forte disimpegno morale. Il senso di fallimento e il bisogno di attenzione.

5. La vittima provocatrice: Presenta sintomi ansiosi e aggressivi. Provoca per aumentare la sicurezza in sé stessa. Solitamente è una persona prudente. Ha un carattere risoluto.

6. Tra i fattori implicati nello sviluppo di comportamenti aggressivi troviamo: La dipendenza tra caregiver e bambino. Tratti di personalità evitante del bambino. Tratti di personalità dipendente del caregiver. L'uso coercitivo del potere.

7. Quali di questi tratti è sempre presente nei comportamenti del bullo: Ripetività. Isolamento. Inganno. Denigrazione.

8. Secondo Fonzi: Le bulle prediligono calunnie e ricatti. Le bulle sono meno predisposte a comportamenti aggressivi. I bulli usano l'aggressività per danneggiare la vittima. Bulle e bulli sono ugualmente aggressivi.

9. Secondo Olweus la vittima può essere: Dimessa. Sottomessa. Irritabile. Complice.

10. A livello internazionale per la prevenzione del bullismo si stanno proponendo progetti che si basano su: Le Soft Skill Education. La restorative justice. Programmi per la dindividuazione dei bulli. Le Life Skill Education.

1. L'autoefficacia percepita è una credenza: contesto e cultura specifica. contesto e compito specifica. gruppo e compito specifica. autoricorsiva e autoriferita.

2. L'autoefficacia percepita è un importante fattore di influenzamento e di mediazione del: l'intelligenza. la autostima. la capacità di concentrazione. la motivazione.

3. L'autoefficacia percepita: non è presente fin dalla nascita, ma viene costruita gradatamente nel corso della vita. è presente fin dalla nascita ed è biologicamente determinata. è presente fin dalla nascita, ma viene gradatamente modificata nello sviluppo. viene costruita gradatamente nel corso della vita anche se è innata.

4. Tra le fonti dell'autoefficacia troviamo: i simboli culturalmente condivisi. i successi o i fallimenti sperimentati nell'esperienza passata. i vissuti esperiti nell'attaccamento. il controllare, il controllo e l'autoregolazione.

5. La grandezza, la forza e la generalizzazione dell'autoefficacia sono: dimensioni lungo le quali possono variare le aspettative di autocontollo. il costrutto dalle convinzioni di autostima. dimensioni lungo le quali possono variare le aspettative di autoefficacia. il costrutto dalle convinzioni di controllo.

6. Il seguente costrutto si riferisce al numero di difficoltà in crescendo che la persona si considera in grado di affrontare: la grandezza dell'autoefficacia. la convinzione di confronto. la convinzione di generalizzazione. la grandezza dell'autocontrollo.

7. Il seguente costrutto permette di motivare i gruppi al raggiungimento di obiettivi con elevati standard di competenza nei diversi ambiti: l'autoefficacia di gruppo. l'autoefficacia regolatoria. l'autoefficacia collettiva. l'autoefficacia sociale.

8. Le convinzioni degli alunni e delle alunne circa la propria efficacia nell'apprendimento predicono: il sucesso lavorativo. la percentuale di problemi risolti e l'incremento delle abilità di studio. il comportamento prosciale. l'aumento dei voti e dei successi scolastici.

9. Le convinzioni degli studenti circa le proprie capacità di affrontare gli impegni scolastici determinano: il successo professionale. il livello di interesse nelle attività di tipo intellettuale. il successo sociale. il livello di interesse nelle attività di tipo sociale.

10. La capacità di moderare, diluire e superare le emozioni negative, sia la capacità di godere, condividere e trarre tutti i benefici che possono derivare da emozioni e affetti positivi è: la competenza affettiva individuale. l'ascolto empatico. l'empatia. la competenza emotiva individuale.

1. Consiste nella costellazione di elementi a cui una persona fa riferimento per sé stessa: autostima. autoefficacia. concetto di Sé. autoregolazione.

2. Consiste nel processo soggettivo e duraturo che porta la persona a valutare e apprezzare sé stessa tramite l'auto-approvazione del proprio valore: autostima. autoefficacia. concetto di Sé. autoregolazione.

3. Consiste in una valutazione circa le informazioni contenute nel concetto di sé: autostima. autoefficacia. concetto di Sé. autoregolazione.

4. Secondo Baumeister (1998): l'autocontrollo rappresenta un aspetto valutativo della coscienza riflessiva. l'autoregolazione rappresenta un aspetto valutativo della coscienza riflessiva. l'autoefficacia rappresenta un aspetto valutativo della coscienza riflessiva. l'autostima rappresenta un aspetto valutativo della coscienza riflessiva.

5. Si tratta di un costrutto contesto e compito specifico: autostima. autoefficacia. concetto di Sé. autoregolazione.

6. Le persone utilizzano fondamentalmente tre processi per ricavare elementi di conoscenza sul Sé: l'introspezione, l'osservazione dei comportamenti e l'interazione sociale. l'autoriflessione, l'osservazione dei comportamenti e l'interazione sociale. l'introspezione, l'osservazione dei comportamenti e l'interazione gruppale. l'introspezione, l'apprendimento classico e l'interazione sociale.

7. Secondo Bandura, il senso di autoefficacia riguarda i giudizi di capacità personale, mentre l'autostima: riguarda giudizi di valore gruppale. riguarda l'autoregolazione. riguarda giudizi di valore personale. riguarda giudizi di valore sociale.

8. Rappresenta il processo chiave per comprendere le transizioni identitarie: il sucesso lavorativo. la riconsiderazione dell'impegno. la riconsiderazione dell'attenzione. la riconsiderazione dell'autostima.

9. Tra processi identitari e contenuti del concetto di Sé intercorre una relazione di: mediazione. opposizione. interdipendenza. competizione.

10. Il sentimento di identità che può rappresentare: l'elemento unificante attraverso cui superare la separazione tra identità e concetto di sé. l'elemento unificante attraverso cui superare la separazione tra autoefficacia e autostima. l'elemento unificante attraverso cui superare la separazione tra autocontrollo e autoregolazione. l'elemento unificante attraverso cui superare la separazione tra automonitoraggio e autoregolazione.

1. La spiegazione della condotta, secondo Bandura, si articola nei seguenti elementi: agentività umana, autostima e disimpegno psicologico. agentività umana, autostima e disimpegno morale. agentività umana, autoefficacia percepita e disimpegno morale. apprendimento, autoefficacia percepita e disimpegno morale.

2. La caratteristica essenziale dell'agentività umana è: la facoltà di generare azioni mirate a determinati scopi. la autostima. la facoltà di generare azioni sociali. la motivazione d'azione diretta allo scopo.

3. L'agentività umana riguarda gli atti compiuti: gradatamente nel corso della vita. e biologicamente determinati. attraverso l'apprendimento sociale. intenzionalmente.

4. Consiste in un meccanismo cognitivo attivato come difesa dell'autostima o come conseguenza della perdita e dell'abbassamento della stessa: disimpegno morale. disimpegno psicologico. autoefficacia percepita. agentività umana.

5. Consiste in un insieme di strategie cognitive-sociali per svincolarsi dalle norme e dalla responsabilità: autoefficacia percepita. autostima. disimpegno morale. disimpegno psicologico.

6. Il seguente meccanismo di disimpegno morale comporta una sostanziale ridefinizione della condotta: etichettamento eufemistico. attribuzione di colpa. minimizzazione delle conseguenze. giustificazione morale.

7. Il seguente meccanismo di disimpegno morale provoca una rivalutazione della vittima: etichettamento eufemistico. attribuzione di colpa. minimizzazione delle conseguenze. giustificazione morale.

8. Il seguente è un meccanismo che determina una distorsione nella relazione causa - effetto: attribuzione di colpa. minimizzazione delle conseguenze. etichettamento eufemistico. giustificazione morale.

9. Sono strettamente collegate con i concetti di rispetto di sé, con l'autocensura preventiva per le azioni che concordano o che viceversaviolano i criteri personali: le influenze regolatrici sulla condotta umana. le influenze regolatrici sulla condotta gruppale. le influenze cognitive sulla condotta umana. le influenze sociali sulla condotta umana.

10. La Scala del Disimpegno Morale è composta da: 20 item. 16 item. 8 item. 32 item.

Con Embodied Cognition facciamo riferimento. Ad aspetti concreti. All'empatia. Alla comunicazione scritta. Alle percezioni corporee e sensoriali.

L'encoder è. Un altro nome per il destinatario. Il dispositivo che consente di trasformare il messaggio in segnali fisici. Il dispositivo che consente di trasmettere il messaggio. Il dispositivo che consente di trasformare il messaggio in segnali uditivi.

La differenziazione tra atteggiamenti e comportamenti è stata discussa da. Potter. Le Bon. Hobbes. Bowly.

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