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Psicologia Sociale 2024 pt 1

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Psicologia Sociale 2024 pt 1

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Primo slot - cap. 2-26

Creation Date: 2024/11/21

Category: Others

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1. L'approccio centrato sull'individuo considera: Le caratteristiche psicologiche degli individui influenzabili dal contesto sociale. Le caratteristiche psicologiche degli individui invariabili rispetto al contesto sociale. Le relazioni sociali degli individui come fonte di apprendimento. L'apprendimento di un individuo come l'incontro tra il livello intrapsichico e quello collettivo.

2. L'approccio centrato sul sociale studia: Le relazioni sociali degli individui come fonte di apprendimento. Le caratteristiche psicologiche degli individui invariabili rispetto al contesto sociale. L'apprendimento di un individuo come l'incontro tra il livello intrapsichico e quello collettivo. Le caratteristiche psicologiche degli individui influenzabili dal contesto sociale.

3. La psicologia delle folle viene definita: Come il comportamento individuale venga influenzato da reti neurali. Come il comportamento individuale venga influenzato quando grandi folle si raggruppano insieme. Come il comportamento individuale venga influenzato dalle emozioni individuali. Come il comportamento individuale venga influenzato dai processi cognitivi.

4. Livello di analisi intrapsichico studia: Le dinamiche interpersonali tra più persone che fanno parte di un medesimo gruppo. Le relazioni esistenti tra gruppi sociali differenti. Le modalità con cui la persona analizza la realtà e costruisce un'immagine del mondo sociale che la circonda. I processi sociali legati al contesto culturale e storico in cui le persone si trovano ad operare.

5. Livello di analisi intragruppo studia: Le relazioni esistenti tra gruppi sociali differenti. Le modalità con cui la persona analizza la realtà e costruisce un'immagine del mondo sociale che la circonda. I processi sociali legati al contesto culturale e storico in cui le persone si trovano ad operare. Le dinamiche interpersonali tra più persone che fanno parte di un medesimo gruppo.

6. Livello di analisi intergruppi studia: I processi sociali legati al contesto culturale e storico in cui le persone si trovano ad operare. Le dinamiche interpersonali tra più persone che fanno parte di un medesimo gruppo. Le relazioni esistenti tra gruppi sociali differenti. Le modalità con cui la persona analizza la realtà e costruisce un'immagine del mondo sociale che la circonda.

7. Livello di analisi collettivo studia: Le modalità con cui la persona analizza la realtà e costruisce un'immagine del mondo sociale che la circonda. I processi sociali legati al contesto culturale e storico in cui le persone si trovano ad operare. Le dinamiche interpersonali tra più persone che fanno parte di un medesimo gruppo. Le relazioni esistenti tra gruppi sociali differenti.

8. Nell'esperiemnto di Triplett (1897) emerge: I partecipanti erano più veloci quando svolgevano il compito in coppia. I partecipanti erano più veloci quando svolgevano il compito individualmente. I partecipanti erano più veloci quando svolgevano il compito in gruppo. I partecipanti erano meno veloci quando svolgevano il compito in gruppo.

9. Nell'esperiemnto di Ringelmann (1880) emerge: I partecipanti erano più veloci quando svolgevano il compito in gruppo. I partecipanti erano più veloci quando svolgevano il compito individualmente. I partecipanti erano più veloci quando svolgevano il compito in coppia. I partecipanti erano meno veloci quando svolgevano il compito in coppia.

10. Allport definisce la psicologia sociale: Il comportamento umano in relazione al suo ambiente sociale costituito dai suoi simili. Il comportamento umano in relazione al funzionamento emotivo dell'individuo. Il comportamento umano in relazione al funzionamento cognitivo dell'individuo. Il comportamento umano in relazione al funzionamento fisiologico dell'individuo.

1. Per Watson la psicologia deve studiare: Le condizioni obiettive che determinano un gruppo sociale. Le condizioni obiettive che determinano l'ambiente. Le condizioni obiettive che determinano il comportamento umano. Le condizioni obiettive che determinano il pensiero umano.

2. Il comportamentismo è: Soggettivo. Oggettivo. Introspettivo. Societario.

3. Pavlov ideò il paradigma del: Condizionamento classico. Condizionamento operante. Facilitazione sociale. Neurotrasmissione.

4. Pavlov viene ricordo per la scoperta del. Condizionamento operante. Dimaniche intragruppo. Riflesso condizionato. Pregiudizio.

5. Il condizionamento è un processo di associazione tra: Uno stimolo condizionato (naturale) e uno incondizonato (artificiale) in un organismo. Uno stimolo condizionato (naturale) e uno incondizonato (artificiale) in un gruppo. Uno stimolo condizionato (artificiale) ad uno incondizionato (naturale) in un organismo. Uno stimolo condizionato (artificiale) ad uno incondizionato (naturale) in un gruppo.

6. Skinner ideò il paradigma del: Condizionamento Classico. Condizionamento operante. Facilitazione sociale. Neurotrasmessione.

7. Il condizionamento operante è inteso come un processo di: Collaborazione sociale. Inerzia sociale. facilitazione sociale. Selezione adattiva.

8. Il merito dell'approccio comportamentista è quello di aver sottolineato il ruolo cruciale che: Il comportamento svolge sul mondo sociale. L'ambiente svolge sulla condotta umana. L'influenza del sociale svolge sui pensieri degli individui. L'influenza della cultura svolge sui pensieri degli individui.

9. Uno dei limiti del comportamentismo è: La tendenza a studiare i processi cognitivi di una persona rispetto al mondo esterno. La tendenza a studiare solo la persona in relazione con i gruppi sociali. La tendenza a studiare l'influenza della persona sul comportamento dei gruppi. La tendenza a studiare unità comportamentali troppo limitate senza considerare la sua coscienza.

10. I principali autori del comportamentismo sono: Lewin, Pavlov e Skinner. Bruner, Watson e Skinner. Watson, Pavlov e Skinner. Freud, Pavlov e Skinner.

1. L'approccio cognitivista pone al centro dei suoi studi la persona, considerata: Un insieme mente corpo da studiare fisiologicamente. Un elaboratore di informazioni. Un corpo da studiare fisiologicamente. Le condizioni obiettive che determnano il pensiero umanoi.

2. L'approccio cognitivista è interessato a stidiare: I processi cognitivi, analizzati come funzioni organizzative. I comportamenti umani nel sociale. I comportamenti umani, analizzati in laboratorio. I processi cognitivi, analizzati in relazione ai gruppi.

3. Il cognitivismo considera l'organismo come: Passivo organizzatore di informazioni dall'esterno. Soggettivamente attrattore di informazioni. Introspettivamente attivo. Organizzatore e allo stesso tempo elaboratore di informazioni.

4. La prospettiva cognitivista sottolinea l'importanza dei processi cognitivi come mediatori insostituibili tra: Organismo e condotta. Rinforzi, premi e risposte. Stimoli e risposte. Stimoli, punizioni erisposte.

5. Markus e Zajonc (1985) propongono il modello: O-S-O-R (organismo-stimolo-organismo-risposta). S-R-O (stimolo-risposta-organismo). S-R (stimolo risposta). O-S-R (organismo-stimolo-risposta).

6. Gli stati interni dell'organismo hanno di ruolo: Di mera mediazione tra stimolo e risposta. Di stimolo condizionato. Un ruolo passivo, reagendo agli stimoli e ai rinforzi. Un ruolo attivo, compiendo una selezione sia degli stimoli che delle risposte.

7. La teoria sociale cognitiva studia l'interazione tra: Condizionamento e apprendimento. Cognizione e contesto sociale. Apprendimento sociale e gruppi. Comportamento sociale e pulsioni.

8. I giudizi sociali vengono solo in parte influenzati e determinati dagli stimoli esterni in una data situazione, piuttosto dipendono prevalentemente da: Le pulsioni interne. Le conoscenze precedenti. L'influenza sociale. L'influenza della cultura.

9. Maggiori sono le abilità di elaborazione della persona: Minori sono anche le probabilità che nuove informazioni modifichino le conoscenze esistenti (elaborazione bottom-up). Maggiore risulta l'impatto della conoscenza precedente sulle nuove informazioni (elaborazione top-down). Minore risulta l'impatto della conoscenza precedente sulle nuove informazioni (elaborazione top-down). Maggiori sono anche le probabilità che nuove informazioni modifichino le conoscenze esistenti (elaborazione bottom-up).

10. Uno dei processi alla base della Teoria cognitiva è: La desiderabilità sociale. La termoregolazione. L'ascolto. La motivazione.

1. L'autore principale della teoria dell'interazionismo simbolico è: Albert Bandura. Charles Peirce. George Herbert Mead. William James.

2. L'interazionismo simbolico si fonda sul presupposto che il comportamento è mediato dai: Significati che le persone attribuiscono alla situazione. Segni che le persone ricevono dalla situazione. Rinforzi che le persone ricevono dalla situazione. Dai processi cognitivi, analizzati in relazione ai gruppi.

3. L'interazionismo simbilico considera la persona come: L'incontro tra organismo e condotta. Oggetto di apprendimento sociale. Soggetto che agisce e oggetto della propria esperienza. Soggetto che percepisce e oggetto di percezione.

4. Le risposte reciproche delle persone dipendono: Da comportamenti appresi. Dalla loro interpretazione di simboli. Da rinforzi e punizioni appresi socialmente. Dai processi simbolici inconsci.

5. Le caratteristiche dei simboli sono: Hanno un significato inconscio e socialmente condiviso. Hanno un significato inconscio e culturalmente condiviso. Hanno un significato personale e possono essere usati in assenza della cosa che significano. Hanno un significato pubblico e possono essere usati in assenza della cosa che significano.

6. I segni naturali appaiono quando: La cosa per cui stanno è presente, ma mentalmente condivisa. La cosa per cui stanno è assente e socialmente condivisa. La cosa per cui stanno è assente e inconscia. La cosa per cui stanno è presente o è in corso.

7. Un atto è: Condizionato e appreso. Pulsionale e condizionato. L'unità pulsionale della condotta. L'unità funzionale della condotta.

8. Un atto termina con: Il feedback. La consumazione. La punizione o il rinforzo. L'impulso.

9. Il Sé si costruisce attraverso: Le pulsioni interne. L'interazione tra l'lo e il Me. L'influenza sociale. L'interazione tra l'lo e il Super lo.

10. Attraverso la dinamica ego-alter si realizza: Il gioco simbolico. Il sé sociale. Il super Io. L'altro generalizzato.

1. L'autore di riferimento della Teoria dell'attaccamento è: John Bowly. Charles Peirce. Albert Bandura. Mary Ainsworth.

2. La Teoria dell'attaccamento trae ispirazione dagli studi di: Heghel, Darwin e Lorenz. Mary Ainsworth. Albert Bandura. Darwin, Harlow, Lorenz.

3. Lo scopo del sistema di attaccamento è: Il nutrimento. L'apprendimento sociale. La protezione dai pericoli esterni. La percezione della madre.

4. Il comportamento di attaccamento è costituito dalle azioni finalizzate al raggiungimento o al mantenimento di: Comportamenti appresi. La vicinanza con la madre. Rinforzi positivi. Il nutrimento.

5. Il comportamento di attaccamento comporta: Il pianto e il nutrimento. Simboli condivisi col care giver. Simboli condivisi socialmente. Il pianto ed il richiamo.

6. Il concetto di base sicura descrive l'esperienza della: Protezione mterna. Socializzazione primaria. Pulsione inconscia. Protezione sociale.

7. La procedura di valutazione dello stile di attaccamento della Ainsworth, si chiama: La Base Sicura. La Base Situation. La Strange Situation. La Strange Mother.

8. Lo stile di attaccamento sicuro viene indicato anche come: Tipo C. Tipo B. Tipo A. Tipo D.

9. Nello stile "insicuro-evitante" il bambino: Esplora l'ambiente inisieme alla madre. Cerca la madre. Evita la madre. Aggredisce la madre.

10. I primi legami di attaccamento vengono interiorizzati come: Gioco simbolico. Schemi di apprendimento. Modelli operanti interni. Categorie sociali.

1. L'autore di riferimento dell'apprendimento sociale è: Bowly. Skinner. Bandura. Pavlov.

2. Nel Bobo Doll Experiment sono presenti bambini divisi in: 2 gruppi. 4 gruppi. 5 gruppi. 3 gruppi.

3. Bandura verificò che i bambini che avevano osservato l'adulto picchiare il pèupazzo facevano un maggior uso di giocattoli di tipo: Pacifici. Violenti. Neutri. Violenti e neutri.

4. Per Bandura l'apprendimento sociale è: Osservativo e/o vicariante. Osservativo e/o rinforzante. Classico e/o punitivo. Socializzante e/o cognitivo.

5. Bandura definisce l'apprendimento come: Assimilazione e accomodamento cognitivo-comportamentale. Accomodamento cognitivo e comportamentale. Acquisizione di rinforzi e punizioni attraverso l'elaborazione comportamentale. Acquisizione di conoscenze attraverso l'elaborazione cognitiva di informazioni.

6. L'apprendimento costituisce un processo che può implicare anche: Il controllo cognitivo. Il controllo materno. Il controllo comportamentale. Il gruppo.

7. Lo scopo dell'apprendimento è: La protezione. Il nutrimento. Il rinforzo sociale. Un feedback sociale.

8. Per Bandura l'apprendimento avviene attraverso: Il rinforzo, l'insegnamento e l'imitazione. L'osservazione, l'insegnamento e l'imitazione. La punizione, l'insegnamento e l'imitazione. L'osservazione, l'insegnamento e la simbolizzazione.

9. Una tra le caratteristiche del modello dell'apprendimnto sociale è: Valenza comportamentale positiva. Valenza cognitiva positiva. Valenza affettiva positiva. Complessità del comportamento.

10. Una ta le capacità del modello dell'apprendimento sociale è: Il gioco simbolico. I modelli operanti interni. Schemi di apprendimento. La simbolizzazione.

1. Secondo James le componenti del Sé sono: Io e super IO. Me e Super IO. Io e Me. Conscio e inconsco.

2. Il bias di conferma è: quando cerchiamo le origini dei nostri sentimenti e dei nostri comportamenti utilizzano teorie causali. quando prestiamo maggiore attenzione ai feedback esterni che confermano le nostre aspettative. quando prestiamo maggiore attenzione ai feedback esterni che disconfermano le nostre aspettative. quando cerchiamo le origini dei nostri sentimenti e dei nostri comportamenti utilizzano teorie inferenziali.

3. Festinger nel 1954 postulò la teoria: dell'attribuzione causale. dell'identità sociale. dell'autopercezione. del confronto sociale.

4. Per Markus gli schemi del sé sono: strutture cognitive volte a organizzare in memoria le informazioni riguardanti i propri attributi, i propri ruoli, le esperienze passate e le aspettative future. strutture cognitive volte a organizzare in memoria le informazioni riguardanti solo le esperienze passate. strutture cognitive volte a organizzare in memoria le informazioni riguardanti solo le aspettative future. strutture cognitive volte a organizzare in memoria le informazioni riguardanti il guidiuzio che gli altri hanno di noi.

5. Secondo higgins & bargh (1987) gli schemi di sé presentano un 'effetto: eteroreferenza. boomerang. facilitazione sociale. autoreferenza.

6. Tra le funzioni degli schemni di sé troviamo: facilitare il recupero dei ricordi. ostacolare il recupero dei ricordi. rallentare la capacità di prendere decisoni. prendere decisoni più pensate e ragionate.

7. Una valutazione globale e stabile di noi stessi è: autostima di stato. autoefficacia. autostima di tratto. una strategia di gestione dell'identità.

8. Una valutazione temporanea dovuta a eventi esterni, imprevisti e variabili di noi stessi è:. autostima di stato. autoefficacia. autostima di tratto. una strategia di gestione dell'identità.

9. Per Markus e Nurius (1986) i diversi è possono essere: Sé attuale, sé ideale e sé proiettao. Sé reale, sé proiettato e sé normativo. Sé proiettato, Sé normativo e sé ideale. Sé reale, sé ideale e sé normativo.

10. L'autore della teoria della discrepanza del sé è: Bem. Markus. Higgins. Bargh.

1. Su quale premessa si fonda il concetto di rappresentazioni sociali: Le rappresentazioni sociali sono concetti statici. Gli uomini sono in grado di passare dall'apparenza alla realtà per mezzo di una nozione o un'immagine. Gli uomini restano ancorati alle loro convinzioni riguardo realtà e apparenza. Non permette lo sviluppo di interazioni e condivisioni sociali.

2. L'autore di riferimento dell'apprendimento sociale è: Moscovici. Flament. Moliner. Abric.

3. Quale funzioneha il nucleo centrale: Funzione stabilizzatrice. Funzione centralizzata. Funzione realistica. Funzione scientifica.

4. Lo studio delle rappresentazioni sociali passa attraverso l'analisi di: Realtà e apparenza. Ancoraggio e realtà. Ancoraggio e oggettivazione. Logica e apparenza.

5. La funzione generatrice: Mette in relazione il nucleo centrale con gli aspetti apparenti. Riguarda l'assenza di gerarchia tra i membri di un gruppo. Crea o trasforma il significato degli altri elementi periferici di una rappresentazione. Assicura il significato degli elementi del nucleo centrale e degli elementi periferici.

6. Gli elementi periferici: Sono concretizzazioni del significato astratto del nucleo centrale. Sono una componente non negoziabile che determina le rappresentazioni sociali. Sono stati teorizzati da Moliner. Hanno funzione descrittiva legata alle apparenze.

7. L'oggettivazione: Presuppone che si possa conoscere solo ciò che è già noto. Evidenzia l'aspetto iconico di una categoria. È un processo in cui la memoria tende a predominare sulla logica, sul passato e sul presente. Permette la categorizzazione di un oggetto.

8. Le rappresentazioni sociali: Sono solo individuali. Vengono definite come apparenti. Demarcano e consolidano i gruppi. Sono di una percezione sensoriale.

9. L'ancoraggio: Presuppone che si possa conoscere solo ciò che è già noto. Evidenzia l'aspetto iconico di una categoria. Il nucleo figurativo concretizza l'oggetto. Ciò che è sconosciuto assume sembianze fisiche accessibili che risultano più semplici.

10. Le rappresentazioni sociali sono un sistema integrato di: Valori, norme e pratiche. Norme, nozioni e pratiche. Valori, nozioni e feedback. Valori, nozioni e pratiche.

1. Il concetto di "Psicologia Ingenua" è stato introdotto da: Weiner. Ross. Heider. Seligman.

2. L'errore definitivo di attribuzione. Tendenza dell'attore a effettuare una valutazione esterna, mentre l'osservatore una valutazione interna. Attribuire interna agli esiti positivi di cui siamo attori ed esterna ad agiti negativi di cui siamo attori. Tendenza ad attribuzione interna riguardo le condotte degli altri. Distorsioni delle spiegazione del comportamento di un gruppo sualla base della nostra appartenenza.

3. Quali sono i due criteri proposti da Weiner: Stabilità e causalità. Causalità e Intenzione. Controllabilità e Intenzione. Stabilità e controllabilità.

4. L'attribuzione causale: È un processo mediante il quale riusciamo ad attribuire le cause e le spiegazioni di azioni ed eventi. È stata teorizzata da Rotter. Riguarda solo le dinamiche di gruppo. E' un processo di discriminazione.

5. Chi mostra un locus of control esterno: Potrebbe manifestare tratti depressivi. Ha una forte resistenza allo stress. Potrebbe manifestare tratti ansiosi. Esercitano un controllo serrato per cambiare gli esiti degli eventi.

6. Un limite della teoria dell'inferenza corrispondente di Jones e Davis: E' solo pratica. Il modello si riferisce unicamente a casi di eteroattribuzione. Non considera l'intenzione. La teoria non mostra limiti e criticità.

7. Il locus of control può essere: Causale e sistematico. Interno e sistematico. Interno ed esterno. Esterno e causale.

8. Gli errori di attribuzione sono: Atteggiamenti legati alla conoscenza. Il risultato della desiderabilità sociale. Le fasi dell'osservazione. Modalità di giudizio distorte in maniera sistematica.

9. La discrepanza tra attore e osservatore è: Tendenza dell'attore a effettuare una valutazione esterna, mentre l'osservatore una valutazione interna. Attribuire interna agli esiti positivi di cui siamo attori ed esterna ad agiti negativi di cui siamo attori. Tendenza ad attribuzione interna riguardo le condotte degli altri. Distorsioni delle spiegazione del comportamento di un gruppo sualla base della nostra appartenenza.

10. I Bias di autocompiacimento sono: Tendenza dell'attore a effettuare una valutazione esterna, mentre l'osservatore una valutazione interna. Attribuire interna agli esiti positivi di cui siamo attori ed esterna ad agiti negativi di cui siamo attori. Tendenza ad attribuzione interna riguardo le condotte degli altri. Distorsioni delle spiegazione del comportamento di un gruppo sualla base della nostra appartenenza.

2. Secondoi la Teoria del campo di Lewin, il comportamento dipende: Solo dalla persona. dalla persona e dal suo passato. Solo dall'ambiente. Dalla persona e dall'ambiente.

3. Le euristiche sono: Meccanismi di difesa. Scorciatoie di pensiero. Atteggiamenti sociali. Forme di discriminazione.

1. La cognizione sociale è influenzata da: Un processo di consapevolezza che l'individuo ricerca attivamente sia dall'ambiente in cui vive che dalle relazioni che crea con gli altri esseri viventi. E' un errore sistematico. E' una forma di prototipo sociale. Un processo di consapevolezza che l'individuo ricerca passivamente sia dall'ambiente in cui vive che dalle relazioni che crea con gli altri esseri viventi.

4. Le euristiche della disponibilità: Vengono utilizzate per valutare la frequenza e probabilità che si verifichi un determinato evento. Vengono utilizzate per valutare velocemente l'appartenenza di qualcosa o qualcuno. Si bsano sulla facilità con cui ci formiamo degli esempi in riferimento a delle categorie di giudizio. Utilizzate per formulare ipotesi o immaginare di scenari ipotetici relativi alle possibili evoluzioni di un evento.

5. Le euristiche della rappresentatività. Vengono utilizzate per valutare la frequenza e probabilità che si verifichi un determinato evento. Vengono utilizzate per valutare velocemente l'appartenenza di qualcosa o qualcuno. Si bsano sulla facilità con cui ci formiamo degli esempi in riferimento a delle categorie di giudizio. Utilizzate per formulare ipotesi o immaginare di scenari ipotetici relativi alle possibili evoluzioni di un evento.

6. Le euristiche della similitudine:*. Vengono utilizzate per valutare la frequenza e probabilità che si verifichi un determinato evento. Vengono utilizzate per valutare velocemente l'appartenenza di qualcosa o qualcuno. Si bsano sulla facilità con cui ci formiamo degli esempi in riferimento a delle categorie di giudizio. Utilizzate per formulare ipotesi o immaginare di scenari ipotetici relativi alle possibili evoluzioni di un evento.

7. Le euristiche dell'ancoraggio e dell'accomodamento:*. Vengono utilizzate per valutare la frequenza e probabilità che si verifichi un determinato evento. Vengono utilizzate per valutare velocemente l'appartenenza di qualcosa o qualcuno. Si bsano sulla facilità con cui ci formiamo degli esempi in riferimento a delle categorie di giudizio. Utilizzate per formulare ipotesi o immaginare di scenari ipotetici relativi alle possibili evoluzioni di un evento.

8. Le prime informazioni ricevute a livello temporale guidano la percezione e la valutazione della personalità secondo l'effetto: Dopller. Primario. Primacy. Boomerang.

9. Prescrive cosa si dovrebbe fare per spiegare le cause del comportamento sociale quando si ha tempo ed elementi a disposizione: Il modello integrato. Il modello configurazionale. Il modello attribuzionale paranormativo. Il modello attribuzionale normativo.

10. Spiega in che modo le cause variano con gli effetti: Il modello integrato. Il modello della covarianza. Il modello attribuzionale paranormativo. Il modello attribuzionale normativo.

1. L'influenza reciproca avviene: Quando il bersaglio reagisce alla fonte sulla base delle informazioni di cui è in possesso. Quando il bersaglio risponde in modo meccanico alle informazioni provenienti dalla fonte. Quando fonte e bersaglio non si conoscono. Non esiste.

2. La fonte passiva: Presuppone l'intenzione e volontà di indurre aun altro un certo comportamento. Presuppone la mera presenza degli altri per produrre un cambiamento. Presuppone un intervento subliminale. Presuppone una dichiarazione iniziale.

3. La fonte attiva: Presuppone l'intenzione e volontà di indurre aun altro un certo comportamento. Presuppone la mera presenza degli altri per produrre un cambiamento. Presuppone un intervento subliminale. Presuppone una dichiarazione iniziale.

4. Secondo Elkman i livelli di influenza sono: Passivo, attivo, neutro. Diretto, indiretto, subliminale. Compiacenza, identificazione e interiorizzazione. Compiacenza, identificazione e consapevolezza.

5. Come viene definita l'influenza della maggioranza. Attiva. Passiva. Conformismo. Conversione.

6. Come viene definita l'influenza della minoranza. Attiva. Passiva. Conformismo. Conversione.

7. Sherif nel suo esperimento del 1935 sull'influenza della maggioranza, sottolinea il ruolo centrale: Della passività della minoranza. Della capacità persuasiva della maggioranza. Delle norme di gruppo. Della comunicazione strategica.

8. Tra i fattori che facilitano o ostacolano l'influenza della maggioranza si trova: Il clima. L'argomento oiggetto di in fglenza. Il canale utilizzato per influenzare. La numerosità della maggiornanza.

9. Nell'esperiemnto del paradigma blu-verde, l'autore dimostra: L'influenza della maggiornaza sulla minoranza. L'assenza di influenza. L'influenza della minoranza sulla maggiornanza. L'inflenza reciprova tra maggioranza minoranza.

10. L'influenza della minoranza rispetto a quella della magggioranza è: Più diretta e più superficiale. Più veloce. Più indiretta e più profonda. Più rigida.

1. Secondo Il seguente meccanismo, In base al consenso ottenuto e all'osservazione delle altre persone, giudichiamo valido o meno il nostro comportamento: Confronto sociale. Identità di gruppo. Conformismo. Autoeficacia collettiva.

2. Ci si riferisce a quella sorta di uguaglianza realizzata quando la persona cede alle pressioni sociali che la obbligano ad essere simile alle altre persone: Confronto sociale. Identità di gruppo. Conformismo. Autoeficacia collettiva.

3. Rappresentano il bisogno di ognuno di piacere e di essere accettato dalle altre persone che ci circondano: Pressioni paranoiche. Pressioni normative. Pressioni conformistiche. Pressioni informative.

4. Lo scopo dell'esperimento di Milgram era quello di verificare: Fino a che punto un essere umano avrebbe resistito alle pressioni del gruppo. Fino a che punto un essere umano avrebbe resistito alle pressioni del capro espiatorio. Fino a che punto un gruppo si sarebbe spinto nell'infliggere punizioni dolorose ad un innocente. Fino a che punto un essere umano si sarebbe spinto nell'infliggere punizioni dolorose ad un innocente.

5. Nella situazione sperimentale di Milgram sull'autorità e obbedienza tutto dipenderebbe da: I processi che analizzano il confronto sociale. I processi che analizzano il conformismo. L'incapacità dei soggetti di contrastare i desideri del "capo". La capacità dei soggetti di contrastare i desideri del "capo".

6. La presenza fisica dell'autorità impatta nel seguente modo: Se il capro espiatorio è presente obbediamo di più, se ci controlla qualcuno che ha il potere legittimo, obbediamo meno. Se il leader è presente obbediamo di più, se ci controlla qualcuno che non ha il potere legittimo, obbediamo meno. Il confronto sociale, i modelli, il conformismo e l'autocontrollo predominano. Attenzione, interpretazione delle informazioni e memorizzazione delle informazioni predominano.

7. Nel suo esperimento Milgram sostiene che: I comportamenti di obbedienza distruttiva dipendono da tratti di personalità. I comportamenti di obbedienza distruttiva sono indotti da un particolare contesto sociale. I comportamenti di obbedienza distruttiva sono il frutto di perversioni. I comportamenti di obbedienza distruttiva sono casuali.

8. La presenza di dissidenti: Favoriva l'obbedienza. Ostacolava l'obbedienza. Erano ignorati. Produceva un effetto subliminale.

9. Per stato eteronimico si intende: Quando una persona inserita in un sistema autoritario passa da uno stato autonomo a uno stato in cui non si sente più libera di agire. Quando una persona inserita in un sistema autoritario passa da uno stato in cui non si sente più libera di agire a uno stato autonomo. Quando una persona inserita in un sistema democratico passa da uno stato autonomo a uno stato in cui non si sente più libera di agire. Quando una persona inserita in un sistema democratico passa da uno stato in cui non si sente più libera di agire a uno stato autonomo.

10. Quando aderiamo al giudizio degli altri, riteniamo che questi posseggano un maggior numero di informazioni, ci rifereriemo: Infleunza paranoica. Influenza normativa. Influenza informativa. Inflenza della minoranza.

1. Provò che gli studenti che avevano avvertito dolore immergendo una mano nell'acqua gelata, mostravano più comportamenti aggressivi verso un loro collega: Milgram. Zimbardo. Sherif. Berkowitz.

2. Ha elaborato per primo la Teoria della dindividuazione: Milgram. Zimbardo. Le Bon. Berkowitz.

3. Secondo il seguente autore le persone sono capaci sia di razionalità che di censura contro le proprie pulsioni negative, ma perdono il controllo di questa capacità quando si trovano a far parte della folla: Sherif. Zimbardo. Le Bon. Berkowitz.

4. L'abbigliamento nell'esperimento di Zimbardo poneva entrambi i gruppi in una condizione di: Deumanizzazione. Deindividuazione. Depersonalizzazione. Diffusioine della fresponsabilità.

5. Nell'esperimento del carcere di Stanford, i soggetti assunsero così rapidamente i rispettivi ruoli da costringere: I ricercatori a sospendere l'esperimento. I ricercatori a chiamare la polizia. I ricercatori a continuare l'esperimento. I detenuti a chiedere l'intervento della polizia.

6. Nell'esperimento carcerario di Stanford, le persone entrarono nei loro ruoli al punto di: Dimenticare le loro identità personali e il proprio senso di umanità. Dimenticare le loro appartenenze e il proprio senso di umanità. Dimenticare le loro identità personali e il proprio senso autoregolazione. Dimenticare le loro identità personali e il proprio senso di autocontrollo.

7. Sensazione psicologica caratterizzata dalla riduzione del senso di individualità e di responsabilità personale provata da colui che si sente anonimo in una situazione di gruppo: Deumanizzazione. Diffusione della responsabilità. Deresponsabilizzazione. Deindividuazione.

8. Il processo di dindividuazione indebolisce: I processi che favoriscono l'espressione di comportamenti distruttivi. I processi che inibiscono l'espressione di comportamenti distruttivi. I processi che inibiscono l'espressione di comportamenti costruttivi. i processi che inibiscono l'espressione di comportamenti collaborativi.

9. Assumere una funzione di controllo (ruolo istituzionale) sugli altri nell'ambito di una istituzione (carcere), induce ad assumere: Le inibizioni dell'istituzione come valore alternativo a cui il comportamento deve adeguarsi. Le norme e le regole individuali come unico valore a cui il comportamento deve adeguarsi. Le norme e le regole dell'istituzione come unico valore a cui il comportamento deve adeguarsi. Le responsabilità dell'istituzione come unico valore a cui il comportamento deve adeguarsi.

10. I risultati dell'esperimento di Zimbardo sono: Drammatici. Controllabili. Normativi. Indifferenti.

1. Per ostracismo si intende: Un evento discriminatorio esplicito. Essere ignorato senza un esplicita dichiarazione. Un esplicito rifiuto sociale. Un pregiudizio indiretto.

2. L'esclusione sociale è: Essere ignorato senza un esplicita dichiarazione. Un evento discriminatorio esplicito. Un pregiudizio indiretto. Un esplicito rifiuto sociale.

3. L'appartenenza è: Bisogno di sentirsi riconosciuto e di essere degno di attenzione. Bisogno di organzzare e spiegare l'ambiente. Bisogno di formare e mantenere stabili relazioni affettive. Bisogno di mantenere un'immagine di sé accettabile.

4. L'autostima è: Bisogno di mantenere un'immagine di sé accettabile. Bisogno di formare e mantenere stabili relazioni affettive. Bisogno di sentirsi riconosciuto e di essere degno di attenzione. Bisogno di organzzare e spiegare l'ambiente.

5. Il controllo è: Bisogno di mantenere un'immagine di sé accettabile. Bisogno di formare e mantenere stabili relazioni affettive. Bisogno di sentirsi riconosciuto e di essere degno di attenzione. Bisogno di organzzare e spiegare l'ambiente.

6. L'esistenza significativa è: Bisogno di mantenere un'immagine di sé accettabile. Bisogno di formare e mantenere stabili relazioni affettive. Bisogno di sentirsi riconosciuto e di essere degno di attenzione. Bisogno di organzzare e spiegare l'ambiente.

7. A livello celebrale quale quale cortecci si attiva dopo un espererieza di ostracismo: Cingolata Anteriore dorsale. Premotoria. Motoria. Visiva.

8. L'ostracismo favorisce il comportamento: Pro-sociale. Altruistico. Aggressivo. Di aiuto.

9. A livello fisiologico l'ostracismo provoca: Diminuzione della temperatura in alcune aree del volto. Aumento della temperatura in alcune aree del volto. Nessuna variazione di temperatura nel volto. Un'aumento di temperaturatura nelle parti periferiche del corpo come gli arti.

10. Ostracismo vicario è: Assistere all'ostracismo di un'altra persona. Assistere a un comportamento pro-sociale. Una forma di ostracismo perpetuata nel tempo. Quando l'ostracismo viene viene messo in atto da un membrro dell'ingroup.

1. Il sociogramma è: Un strumento di analisi delle interazioni sociali. Uno strumento di valutazione fisiologica. Uno strumenti di valutazione neurologica. Uno strumento di analisi statistica.

2. La matrice sociometrica è: Raffigurazione visiva delle risposte al sociogramma. Misurazione di una variabile. Sintetizzazione grafica della situazione delle relazioni in un gruppo. Un'intervento attivo in un gruppo.

3. Il sociogramma a bersaglio è: Raffigurazione visiva delle risposte al sociogramma. Misurazione di una variabile. Sintetizzazione grafica della situazione delle relazioni in un gruppo. Un'intervento attivo in un gruppo.

4. Tra le caratteristiche dell'ascolto attivo si trova: Giudizio. Diagnosi. Accoglienza. Intervento di cambiamento.

5. Che tipo di messaggio è: "Non sei capace": Implicito. TU. IO. Indiretto.

6. Che tipo di messaggio è: "Quando non riesco a capire quello che leggi mi irrito": Implicito. TU. IO. Indiretto.

7. Il circle time è: Un gruppo di discussione a bassa gerarchia. Un strumento di analisi delle interazioni sociali. Uno strumento di valutazione fisiologica. Uno strumenti di valutazione neurologica.

8. Tra le regole di un circle time si trova: Disposizione fisica nei banchi di scuola. Una verticalità di ruoli. Adottare un'unica posisione di pesiero. Non denigrare nessuno.

9. Il sociogramma è meglio se sommistrato: In assenza dei membri bersaglio di esclusione. Senza dare chiare informazioni. In presenza di tutti i membri di u gruppo. Se c'è necessità di di valutazione di profitto.

10. Secondo Gordon (1991), durante l'ascolto attovo, è meglio: Fare complimenti. Dare soluzioni. Consolare. Non interpretare.

1. Secondo la prospettiva cognitivista, un gruppo: Corrisponde a un bisogno innato universale di appartenenza. Aiutano a definire se stessi all'interno del mondo sociale, a validare le proprie opinioni e a ridurre l'incertezza. Facilitano scambi sociali mutualmente vantaggiosi. Uno strumento di valutazione fisiologica.

2. L'entitatività è: Un processo fisiologico. Un processo di autocategorizzazione. Il grado in cui un aggregato di persone si percepisce come legato insieme in un'unità coerente. Un'intervento attivo in un gruppo.

3. Il modello della socializzazione di gruppo di Levine e Moreland (1994) è: Un processo dove un individuo entra a far parte di un gruppo, acquisisce norme e stili di comportamento. Un processo di valutazione fiosiologica degli individui. Un processi di categorizzazone sociale degli indiviudui nei gruppi. Racchiude le caratteristiche principali che un gruppo dovrebbe avere.

4. Nella terza fase qualla di mantenimento del modello di socializzazione di Levine e Moreland (1994): I potenziali nuovi membri compiono un'indagine finalizzata alla scelta del gruppo. I nuovi membri apprendono le norme del gruppo e la sua struttura sociale. I membri di un gruppo negoziano il proprio ruolo, il gruppo cerca di essere efficace, i membri cercano soddisfazione. Il gruppo fa pressione ai devianti per farli riallineare al gruppo e i devianti cercano di farsi accettare.

5. Nella quarta fase qualla di risocializzazione del modello di socializzazione di Levine e Moreland (1994): I potenziali nuovi membri compiono un'indagine finalizzata alla scelta del gruppo. I nuovi membri apprendono le norme del gruppo e la sua struttura sociale. I membri di un gruppo negoziano il proprio ruolo, il gruppo cerca di essere efficace, i membri cercano soddisfazione. Il gruppo fa pressione ai devianti per farli riallineare al gruppo e i devianti cercano di farsi accettare.

6. Secondo il modello dello o sviluppo del gruppo di Tuckman e Jensen (1977) il performing è: La fase in cui i membri iniziano a conoscersi in un clima di elevata incertezza. La fase in cui i membri del gruppo lavorano insieme per un obiettivo. La fase in cui i membri del gruppo abbandonano il gruppo. La fase in cui si sviluppa la struttura sociale di un gruppo.

7. L'interdipendenza di un gruppo è: Una carattristica dei gruppi dove le esperienze, le azioni, i risultati di un membro di un gruppo sono tali in quanto legati a quelli degli altri membri dello stesso gruppo. Una caratteristica dei gruppi che si riferisce ai modelli di comportamento prevedibili relatiivi alla posizione che i membri occupano nel gruppo. Una caratteristica dei gruppi che prevede le aspettative condivise rispetto al modo in cui dovrebbero comportarsi i membri del gruppo. Ua carrrateristica dei gruppi che indica la forza che lega i membri al gruppo e li induce a rimanervi.

8. La coesione di gruppo è: Una carattristica dei gruppi dove le esperienze, le azioni, i risultati di un membro di un gruppo sono tali in quanto legati a quelli degli altri membri dello stesso gruppo. Una caratteristica dei gruppi che si riferisce ai modelli di comportamento prevedibili relatiivi alla posizione che i membri occupano nel gruppo. Una caratteristica dei gruppi che prevede le aspettative condivise rispetto al modo in cui dovrebbero comportarsi i membri del gruppo. Ua carrrateristica dei gruppi che indica la forza che lega i membri al gruppo e li induce a rimanervi.

9. Le norme di gruppo sono: Una carattristica dei gruppi dove le esperienze, le azioni, i risultati di un membro di un gruppo sono tali in quanto legati a quelli degli altri membri dello stesso gruppo. Una caratteristica dei gruppi che si riferisce ai modelli di comportamento prevedibili relatiivi alla posizione che i membri occupano nel gruppo. Una caratteristica dei gruppi che prevede le aspettative condivise rispetto al modo in cui dovrebbero comportarsi i membri del gruppo. Ua carrrateristica dei gruppi che indica la forza che lega i membri al gruppo e li induce a rimanervi.

10. I ruoli e gli status i gruppo sono: Una carattristica dei gruppi dove le esperienze, le azioni, i risultati di un membro di un gruppo sono tali in quanto legati a quelli degli altri membri dello stesso gruppo. Una caratteristica dei gruppi che si riferisce ai modelli di comportamento prevedibili relatiivi alla posizione che i membri occupano nel gruppo. Una caratteristica dei gruppi che prevede le aspettative condivise rispetto al modo in cui dovrebbero comportarsi i membri del gruppo. Ua carrrateristica dei gruppi che indica la forza che lega i membri al gruppo e li induce a rimanervi.

1. Si definisce conflitto: Quando una o più parti percepisce i propri obiettivi/interessi in contrapposizione e si decide di reagire. Quando una o più parti percepisce i propri obiettivi/interessi in contrapposizione ma non è intenzionata a reagire. Quando è attivo un processo automatico di valutazione. Quando non è necessaria una bidirezionalità.

2. I conflitti sociali posso essere: Inconsapevoli e subliminali. Intragruppo e inconsapevoli. Intragruppo e intergruppi. Intergruppi e subliminali.

3. Secondo la teoria del confltto realistico di Sherif, esistono i conflitti socili: Quando le risorse presenti nell'ambiente, ambite da più gruppi, sono scarse. Solo per posizioni ideologiche. Quando le risorse presenti nell'ambiente sono sufficienti ma i gruppi presentrano aspetti di invidia. Solo a causa del processo automarico di categorizzazione Sociale.

4. Sherif sostiene che per eliminare scopi conflittuali è necessario attivare: Una riflessione intragruppo. Uno scopo sovraordinato. Un confronto tra le parti. Una supervisione.

5. Nell'esperimento del campo estivo di Sherif, nella seconda fase qualla dell'interdipendenza: Si sviluppano le norme sociali intragruppo. Si rafforza il conflitto intergruppi. Si risolve il conflitto intergruppi. E' la fase in cui i membri del gruppi socializzano.

6. Nell'esperimento del campo estivo di Sherif, nella terza fase qualla dell'interdipendenza negativa: Si sviluppano le norme sociali intragruppo. Si rafforza il conflitto intergruppi. Si risolve il conflitto intergruppi. E' la fase in cui i membri del gruppi socializzano.

7. Nell'esperimento del campo estivo di Sherif, nella quarta fase qualla dell'interdipendenza positiva: Si sviluppano le norme sociali intragruppo. Si rafforza il conflitto intergruppi. Si risolve il conflitto intergruppi. E' la fase in cui i membri del gruppi socializzano.

8. Per delegittimazione si intende: Un processo nel quale non vengono attribuite attribuire emozioni primarie ad alcuni gruppi. Un processo nel quale non vengono attribuite attribuire emozioni secondarie ad alcuni gruppi. Un processo di categorizzazione sociale di alcuni gruppi che vengono valutati attraverso categorie sociali neutre. Un processo di categorizzazione sociale di alcuni gruppi che vengono valutati attraverso categorie sociali estremamente negative.

9. Per deumanizzazione si intende: Un processo nel quale non vengono attribuite attribuire emozioni primarie ad alcuni gruppi. Un processo nel quale non vengono attribuite attribuire emozioni secondarie ad alcuni gruppi. Un processo di categorizzazione sociale di alcuni gruppi che vengono valutati attraverso categorie sociali neutre. Un processo di categorizzazione sociale di alcuni gruppi che vengono valutati attraverso categorie sociali estremamente negative.

10. Le tipologia di deumanizzazione sono: Implicita ed esplecita. Implicita e animalistica. Animalistica e meccanicistica. Esplicita e meccanicistica.

1. La moralità è: Una valutazione di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Una valutazione solo di ciò che è giusto. Una valutazione solo di ciò che è sbagliato. Un processo automatico.

2. La moralità è composta da: Calore e condivisione. Condivisione e competenza. Calore e competenza. Condivisione e altruismo.

3. Secondo Ellemers e Barreto (2007) la valutazione delle abilità morali legate all'entrare in relazione con le altre persone include: La socievolezza e la morilità. La socievolezza e l'altruismo. La moralità e la condivisione. La condivisione e l'altruismo.

4. Per effetto Muhammed Ali si intende: La tendenza delle persone a descriversi come meno morali delle altre. La tendenza delle persone a descriversi come più morali delle altre. La tendenza delle persone a descriversi come meno competenti delle altre. La tendenza delle persone a descriversi come più competenti delle altre.

5. Secondo il modello configurazionale di Asch, la prima impressione di crea: Da un insime di caratteristiche disponibili. Dalla somma delle informazioni disponibili. Da un processo automatico. Da un processo visivo-percettivo.

6. Secondo il modello algebrico di Anderson, l prim impressione si crea: Da un insime di caratteristiche disponibili. Dalla somma delle informazioni disponibili. Da un processo automatico. Da un processo visivo-percettivo.

7. Gli indivudui derivano informazioni sulla propria moralità: Dal confronto con un estraneo. Dal confronto con se stessi. Dal condfornto con un gruppo sociale. Dagli stereotpi.

8. Tra le funzioni sociali regolatrice dei giudizi sociali troviamo: La definizione degli altri. La regolazione fisiologica. La definizione della propria identità. La capacità di fare complimenti.

9. L'adesione alle norme di gruppo basate sulla moralità è centrale nella funzione: Di regolazione dell'identità. Di regolazione delle dinamiche intragruppo. Della moralità nelle relazioni intergruppi. Nella creazione del pregiuzione verso l'outgroup.

10. La formazione degli stereotipi verso l'outgroup è centrale nella funzione: Di regolazione dell'identità. Di regolazione delle dinamiche intragruppo. Della moralità nelle relazioni intergruppi. Di acquisizione di rispetto come meccanismo fondamentale dell'adesione a norme morali.

1. Nell'esperimento di Tjfel e Wilkes (1963): Non si verifichino differenze nelle risposte dei partecipanti rispetto al gruppo sperimentale a loro assegnato. I partecipanti assegnati al gruppo sperimentale "casualità" tendevano a stimare le linee costraddistinte con la lettera A molto più diverse rispetto a quelle costraddistinte con la lettera B. I partecipanti assegnati al gruppo sperimentale "classificazione" tendevano a stimare le linee costraddistinte con la lettera A molto più diverse rispetto a quelle costraddistinte con la lettera B. le risposte ei partecipanti erano indipendenti rispetto alle condizioni sperimentali.

2. Per assimilazione intracategoriale si intende: Incremento della differenza di soggetti o oggetti appartenenti a categorie diverse. Diminuzione della somiglianza tra persone dello stesso gruppo. Diminuzione della differenza di soggetti o oggetti appartenenti a categorie diverse. Aumento della somiglianza tra persone dello stesso gruppo.

3. Per differenziazione intercategoriale si intende: Incremento della differenza di soggetti o oggetti appartenenti a categorie diverse. Diminuzione della somiglianza tra persone dello stesso gruppo. Diminuzione della differenza di soggetti o oggetti appartenenti a categorie diverse. Aumento della somiglianza tra persone dello stesso gruppo.

4. Secondo Tajfel e colleghi (1971) il processo che fornice motivzioni che sono alla base del confronto tra gruppi è: La percezione. La categorizzazione. L'autoefficacia. L'autostima.

5. Nell'esperimento dei gruppi minimi di Tajfel e colleghi (1971): I partecipanti non scelgono nessuna strategia di risposta. I partecipanti scelgono una strategia di guadagno assoluto. I partecipanti scelgono una strategia di guadagno relativo. I partecipanti scelgono una strategia di risposta individuale.

6. L'identità sociale è: Quella parte del concetto di sé che deriva dalla consapevolezza di essere un individui distiunto. Quella parte del concetto di sé che deriva dalla consapevolezza di appartenere a un gruppo. E' un sinonimo dell'identità individuale. Quella parte del concetto di sé che deriva dalla propria autoefficacia.

7. La Teoria dell'Identità Sociale (TIS) è: Una teoria cognitiva e motivazionale. Una teoria fisiologica e motivazionale. Una teoria emotiva e motivazionale. Una teoria emotiva e fisiologioca.

8. Si definisce favoritismo ingroup: Un processo nel quale non vengono attribuite attribuire emozioni primarie ad alcuni gruppi. Un processo attraverso il quale si tende a preferire i membri del proprio gruppo. Un processo di categorizzazione sociale di alcuni gruppi che vengono valutati attraverso categorie sociali neutre. Un processo attraverso il quale vengono considerati i membri dell'outgroup come tutti uguali tra di loro.

9. Attraverso nil processo di categorizzazione sociale gli individui cercano: Di risolvere un conflitto interpersonale. Di acquisire un rconosciment sociale. Di acquisire una ruolo individuale nel confornto sociale. Di acquisire una autostima positiva.

10. Secondo la TIS le cognizioni e i comportamenti delle persone sono spiegabili: Assumento solo una prospettiva fisiologca. Considerando il continuum interpersonale-interguppi. Considerando il continuum interpersonale-intragruppo. Considerando il continuum intragruppo-interguppi.

1. Per omogeneità dell'outgroup si intende: Uno scopo sovraordinato. La tendenza a considerare i membri dell'outgroup come tutti uguali tra di loro. Un confronto tra le parti. La tendenza a considerare i membri dell'outgroup come tutti diversi tra di loro.

2. La teoria della categorizzaizone del sé: Cerca di comprendere perchè le persone agiscono in modo individuale. Cerca di comprendere come le persone agiscono in modo individuale. Cerca di comprendere perchè le persone arrivano a identificarsi con un gruppo. Cerca di comprendere come le persone arrivano a identificarsi con un gruppo.

3. La depersonalizzaizone è: Un processo con cui le persone categorizzano il sé in termini di un particolare gruppo sociale piuttosto che come individuo. Un processo con cui le persone categorizzano il sé come individo piuttosto che in termini di particolare gruppo sociale. E' un prodromo di una distirbo dell'umore. E' un prodromo di un distirbo antisociale.

4. Il fit normativo è: Il grado di identificazione con un gruppo attraverso l'uso di una categorizzazione sociale che deriva dall' esperienza passate, le aspettative presenti, le motivazioni, obiettivi, valori e bisogni correnti. La misura in cui una particolare categorizzazione si allinea con il modo in cui le persone interpretano il mondo sociale. E' il prodotto del rapporto tra la media delle differenze intergruppi e la media della differenza intragruppo. E' il prodotto del rapporto tra la media della differenza intragruppo e la media delle differenze intergruppi.

5. Il fit comparartivo è: Il grado di identificazione con un gruppo attraverso l'uso di una categorizzazione sociale che deriva dall' esperienza passate, le aspettative presenti, le motivazioni, obiettivi, valori e bisogni correnti. La misura in cui una particolare categorizzazione si allinea con il modo in cui le persone interpretano il mondo sociale. E' il prodotto del rapporto tra la media delle differenze intergruppi e la media della differenza intragruppo. E' il prodotto del rapporto tra la media della differenza intragruppo e la media delle differenze intergruppi.

6. Il perceived readiness è: Il grado di identificazione con un gruppo attraverso l'uso di una categorizzazione sociale che deriva dall' esperienza passate, le aspettative presenti, le motivazioni, obiettivi, valori e bisogni correnti. La misura in cui una particolare categorizzazione si allinea con il modo in cui le persone interpretano il mondo sociale. E' il prodotto del rapporto tra la media delle differenze intergruppi e la media della differenza intragruppo. E' il prodotto del rapporto tra la media della differenza intragruppo e la media delle differenze intergruppi.

7. Per mobilità sociale si intende. Le credenze legate all'idea che le persone siano libere di passare da un gruppo all'altro al fine di migliorare o mantenere la propria posizione sociale. Una stratgia di gruppo che ha lo copo di migliorare condizioni negative o conservare condizioni positive. Una strategia che permette di confrontare l'ingroup con l'outgroup in una nuova dimensione. La ricerca di un carattere distintivo positivo attraverso la concorrenza diretta con l'outgroup.

8. Per cambiamento sociale si intende: Le credenze legate all'idea che le persone siano libere di passare da un gruppo all'altro al fine di migliorare o mantenere la propria posizione sociale. Una stratgia di gruppo che ha lo copo di migliorare condizioni negative o conservare condizioni positive. Una strategia che permette di confrontare l'ingroup con l'outgroup in una nuova dimensione. La ricerca di un carattere distintivo positivo attraverso la concorrenza diretta con l'outgroup.

9. Con il termione creatività sociale intendiamo. Le credenze legate all'idea che le persone siano libere di passare da un gruppo all'altro al fine di migliorare o mantenere la propria posizione sociale. Una stratgia di gruppo che ha lo copo di migliorare condizioni negative o conservare condizioni positive. Una strategia che permette di confrontare l'ingroup con l'outgroup in una nuova dimensione. La ricerca di un carattere distintivo positivo attraverso la concorrenza diretta con l'outgroup.

10. La competizione sociale è: Le credenze legate all'idea che le persone siano libere di passare da un gruppo all'altro al fine di migliorare o mantenere la propria posizione sociale. Una stratgia di gruppo che ha lo copo di migliorare condizioni negative o conservare condizioni positive. Una strategia che permette di confrontare l'ingroup con l'outgroup in una nuova dimensione. La ricerca di un carattere distintivo positivo attraverso la concorrenza diretta con l'outgroup.

1. Si definisce stereotipo: Credenze sugli attributi personali di una categoria sociale, in particolare di alcuni gruppi sociali. Conoscenze reali sugli attributi personali di una categoria sociale, in particolare di alcuni gruppi sociali. Consapevolezza sugli attributi personali di una categoria sociale, in particolare di alcuni gruppi sociali. Comnportamenti sugli attributi personali di una categoria sociale, in particolare di alcuni gruppi sociali.

2. Tra i vantaggi dell'uso degli stereotipi troviamo: Attivazione automatica. Visione del mondo coerente. Effetto persistenza. Complessizzare la realtà esterna.

3. Tra i svantaggi dell'uso degli stereotipi troviamo: Rigidità e resistenza al cambiamento. Semplificazione della realtà. Omogeneità dei valori. Visione del mondo coerente.

4. Secondo Tjfel, le funzioni dello stereotipio sono: Sociale e culturale. Individuale e culturale. Sociale e ambientale. Individuale e sociale.

5. Per Adorno lo stereotipi corrisponde. Alla reazioni emotivi. Ai processi cognitivi. Alle caratteristiche culturale. Ai tratti di personalità.

6. Il processo di categorizzazione è: Un processo secondo cui gli individui complessizzano il mondo sociale. Un processo secondo cui gli individui ordinano mentalmente il loro mondo sociale e riducono la quantità di informazioni con cui si confrontano. Un processo secondo cui gli individui tendono ad acquisire più informazioni possibili con cui si confrontano. Un processo secondo cui gli individui evitano di acquisire informazioni dall'ambiente per emettere un giudizion sociale.

7. Un motivo per cui le persone utilizzano la categortizzazione è: Farsi conoscere. Promuovere l'uguaglianza sociale. Aumentare la quantità di informazioni da gestire nell'ambiente. Aiutare a ridurre la quantità di informazioni da gestire nell'ambiente.

8. Gli stereotipi si attivano quando: Un membro di una categoria costituisce un nuovo stimolo e attira automaticamente la nostra attenzione. Un membro di una categoria costituisce uno stimolo già presente e attira automaticamente la nostra attenzione. Ci troviamo in una condizione di desiderabilità sociale. Viniemo giudicati negativamente.

9. La correlazione illusoria è: Il reale legame tra due variabili ambientali. Un'associazione tra due variabili ambientali a prescindere dal loro reale legame. La creazione di attese che dirigono le azioni entro schemi previsti e favoriscono la conferma comportamentale del soggetto. Il livello di accessibilità al contenuto degli stereotipi.

10. Le profezie che si autoadempie sono: Il reale legame tra due variabili ambientali. Un'associazione tra due variabili ambientali a prescindere dal loro reale legame. La creazione di attese che dirigono le azioni entro schemi previsti e favoriscono la conferma comportamentale del soggetto. Il livello di accessibilità al contenuto degli stereotipi.

1. Il pregiudizion è formato da: Due componenti. Tre componenti. Quattro componenti. Una componente.

2. Quali di queste non è una componente del pregiudizio individuate da Krech: La tendenza all'azione. La componente affettiva. La componente conoscitiva. La componente di ostilità.

3. Mazzara spiega l'irrazionalità del pregiudizio secondo: Una prospettiva cognitiva. Una prospettiva psicodinamica. La teoria della frustrazione-aggressività. La teoria del dogmatismo e della congruenza delle credenze.

4. La teoria del dogmatismo e della congruenza delle credenze si basa sul: Presupposto che le persone privilegiano l'interazione con coloro che condividono le loro idee e opinioni. Presupposto che le persone privilegiano l'interazione con coloro che non condividono le loro idee e opinioni. Pesupposto che le persone privilegiano l'interazione con coloro che confermano in parte le loro idee e opinioni. presupposto che le persone privilegiano l'interazione con l'outgroup.

5. La base irrazionale del pregiudizio comporta: Difficoltà nel cambiamento del pregiudizio. L'assenza di approvazione sociale. Difficoltà sulla tendenza ad agire. L'interazioni con l'outgroup.

6. La prospettiva cognitiva sostiene che: I pregiudizi non aiutino a comprendere la realtà. I pregiudizi siano pre-cognizioni. La frustrazione generi aggressività verso l'oggetto che causa tensione. I pregiudizi derivino da tratti stabili di personalità.

7. Dollard e Miller hanno postulato: La teoria del dogmatismo e della congruenza delle credenze. Un'integrazione tra fattori percettivi e fattori motivazionali. La teoria della frustrazione-aggressività. L'esistenza di una componente situazionale.

8. La Anderson (2010) ha analizzato i miti e le credenze che tengono in piedi il pregiudizio sottile e lo ha etichettato come: Good bigotry. Benign bigotry. Pregiudizio inoffensivo. Pregiudizio offensivo.

9. Il «fanatismo benevolo» troverebbe espressione attraverso: I conflitti. I miti. I pregiudizi inoffensivi. I pregiudizi sottili.

10. Nasconde una forma invisibile di pregiudizio e un inespugnabile muro ideologico di esclusione sociale: Il pregiudizio inoffensivo. Il pregiudizio offensivo. Il mito delle società etniche. Il mito delle società multietniche.

1. Le nuove forme di pregiudizio denotano: Espressioni latenti e nascoste di pregiudizio. Espressioni dirette di pregiudizio. Espressioni Esplicite di pregiudizio. Espressioni volontarie di pregiudizio.

2. L'elemento particolare del razzismo simbolico e moderno è il fatto che le persone: Rinnegano le vecchie espressioni di stereotipi e si dichiarano assolutamente egualitarie. Rinnegano le vecchie espressioni di razzismo e si dichiarano assolutamente egualitarie. Rinnegano le vecchie espressioni di pregiudizi e si dichiarano assolutamente egualitarie. Non rinnegano le vecchie espressioni di razzismo e si dichiarano assolutamente egualitarie.

3. Le caratteristiche del pregiudizio sottile sono: Freddezza e distanza. Freddezza e stigma. Stigma e distanza. Stereotipo e stigma.

4. Consiste nel rifiuto esplicito degli altri gruppi, considerati una minaccia: Stereotipo. Pregiudizio. Stigma sociale. Pregiudizio manifesto.

5. La tendenza a considerare l'esistenza caratterizzata dalla competizione tra gruppi e dal desiderio di sostenere il dominio dei gruppi superiori su quelli inferiori è: L'orientamento alla dominanza dell'ingroup. L'orientamento alla dominanza gruppale. L'orientamento alla sudditanza sociale. L'orientamento alla dominanza sociale.

6. Consiste nella reazione di rabbia e paura verso gli omosessuali: La deumanizzazione. L'omofobia. La dindividuazione. L'omonegatività.

7. Costrutto che fa riferimento al tema del pregiudizio e della discriminazione sociale e si manifesta non solo attraverso gli atteggiamenti e i componenti delle singole persone verso gli omosessuali: La deumanizzazione. L'omofobia. La dindividuazione. L'omonegatività.

8. Quando una persona appartenente a minoranze sessuali, sottoposta all'idea secondo la quale l'omosessualità è negativa, introietta dentro di sé un'avversione nei confronti dei proprie desideri, della propria identità e verso la stessa cultura gay e lesbica in cui non si riconosce, si parla di: Deumanzzazione. Omofobia interiorizzata. Deindividuazione. Omonegatività interiorizzata.

9. Quando i pregiudizi vengono tradotti in comportamenti, il livello di analisi è: Personale. Interpersonale. Istituzionale. Sociale.

10. Qulando l'insieme di politiche discriminatorie da parte di governi, aziende, organizzazioni religiose e professionali sono presenti, si parela di livello di analisi: Personale. Interpersonale. Istituzionale. Sociale.

1. La deprivazione relativa (Davies, 1969; Gurr, 1970; Runciman, 1966) resuppone: Che l'insoddisfazione oggettiva che si sperimenta quando si confronta la propria situazione con quella che si ritiene dovrebbe essere, si giudica peggiore. Che l'insoddisfazione soggettiva che si sperimenta quando si confronta la propria situazione con quella che si ritiene dovrebbe essere, si giudica peggiore. Che l'insoddisfazione soggettiva che si sperimenta quando si confronta la propria situazione con quella che si ritiene dovrebbe essere, si giudica migliore. Che l'insoddisfazione oggettiva che si sperimenta quando si confronta la propria situazione con quella che si ritiene dovrebbe essere, si giudica migliore.

2. Il bisogno di certezze secondo Hogg (2000), presuppone: Che l'ingroup fornisce un sistema di valori, informazioni sul mondo e sugli altri e l'outgroup rappresenta qualcosa di diverso e di minaccioso. Che l'outgroup fornisce un sistema di valori, informazioni sul mondo e sugli altri e l'inggroup rappresenta qualcosa di diverso e di minaccioso. Che l'ingroup fornisce un sistema di valori, informazioni sul mondo e sugli altri e l'outgroup rappresenta qualcosa di accettabile. Che l'outgroup fornisce un sistema di valori, informazioni sul mondo e sugli altri e l'ingroup rappresenta la devianza.

3. Secondo la minaccia legata allo stereotipo (Steele & Aronson, 1995): L'ansia deriva dal timore che i propri risultati individuali saranno spiegati sulla base delle aspettative pregiudizievoli e che i propri comportamenti possano confermare lo stereotipo. La tristezza deriva dal timore che i propri risultati individuali saranno spiegati sulla base delle aspettative pregiudizievoli e che i propri comportamenti possano confermare lo stereotipo. L'ansia deriva dal timore che i propri risultati individuali saranno spiegati sulla base delle aspettative pregiudizievoli e che i propri comportamenti possano sconfermare lo stereotipo. La tristezza deriva dal timore che i propri risultati individuali saranno spiegati sulla base delle aspettative pregiudizievoli e che i propri comportamenti possano sconfermare lo stereotipo.

4. L'ipotesi del contatto di allport (1954) sostiene che: Entrare in contatto con l'altro, ci permette di auentare il pregiudizio verso esso. I pregiudizi e gli stereotipi nascono dal fatto di conoscere direttamente l'altro e le sue reali caratteristiche. I pregiudizi e gli stereotipi nascono dal fatto di non conoscere direttamente l'altro e le sue reali caratteristiche. Entrare in contatto con l'altro, ci permette di discriminarlo.

5. Tra le condizioni dell'ipotesi el conatto troviamo: Conoscenza superficiale tra i gruppi. Status diverso tra i gruppi. Caratteristiche idiosincratiche. Supporto istituzionale.

6. Secondo il modello integrativo di Pettigrew (1998) per essere efficace il contatto deve: Agire solo a livello individuale. Agire solo a livello di gruppo. Agire solo a livello interpersonale. Agire a livello sia interpersonale che di gruppo.

7. Il linguistic Intergroup Bias significa: Utilizaare un linguaggio concreto per descrivere i comportamenti positivi dell'ingroup e i comportamenti negativi dell'outgroup, e un linguaggio astratto per descrivere comportamenti negativi dell'ingroup e comportamenti positivi dell'outgroup. Utilizaare un linguaggio astratto per descrivere i comportamenti positivi dell'ingroup e i comportamenti negativi dell'outgroup, e un linguaggio concreto per descrivere comportamenti negativi dell'ingroup e comportamenti positivi dell'outgroup. Utilizaare un linguaggio astratto per descrivere i comportamenti positivi dell'ingroup e dell'outgroup, e un linguaggio concreto per descrivere comportamenti negativi dell'ingroup e dell'outgroup. Utilizaare un linguaggio astratto per descrivere i comportamenti dell'outgroup, e un linguaggio concreto per descrivere comportamenti negativi dell'ingroup.

8. Il modello della personnalizzazione sostiene che: La riduzione del pregiudizio richiede un contatto in cui le persone vengono decategorizzate e trattate come individui dotati di specifiche caratteristiche. La riduzione del pregiudizio richiede un contatto in cui le persone vengono categorizzate in categorie divrse. La riduzione del pregiudizio richiede un contatto in cui le persone vengono decategorizzate e trattate come membri di nun gruppo. La riduzione del pregiudio avviene favorendo un'interazione positiva tra gruppi ed enfatizzando l'appartenenza al gruppo delle persone.

9. Il modello della muta differenziazione sostiene: La riduzione del pregiudizio richiede un contatto in cui le persone vengono decategorizzate e trattate come membri di nun gruppo. La riduzione del pregiudizio richiede di favorire un'interazione negativa tra gruppi enfatizzando l'appartenenza al gruppo delle persone. La riduzione del pregiudizio richiede di favorire un'interazione positiva tra gruppi enfatizzando l'appartenenza al gruppo delle persone. La riduzione del pregiudizio richiede di ricategorrizzare i membri dell'outgroup in un una nuova categoria sovraordinata che include l'ingroup e l'outgroup.

10. Il modelle dell'identità comune sostiene: La riduzione del pregiudizio richiede un contatto in cui le persone vengono decategorizzate e trattate come individui dotati di specifiche caratteristiche. La riduzione del pregiudizio richiede di ricategorrizzare i membri dell'outgroup in un una nuova categoria sovraordinata che include l'ingroup e l'outgroup. La riduzione del pregiudizio richiede di decategorrizzare i membri dell'outgroup in un una nuova categoria sovraordinata. La riduzione del pregiudizio richiede di favorire un'interazione positiva tra gruppi enfatizzando l'appartenenza al gruppo delle persone.

1. L'empatia si distingue in: Fisiologica e cognitiva. Emotiva e implicita. Emotiva e cognitiva. Esplicita e cognitiva.

2. L'empatia reattiva corrisponde: Alle risposte generate in reazione alla sofferenza dell'altro. Alle risposte generate in reazione al benessere dell'altro. Alle risposte generate in reazione alla propria sofferenza. Alle risposte generate in reazione al proprio benessere.

3. La capacità di "entrare" nei panni dell'altro e capire il suo punto di vista è: L'ansia generalizzata. Il perspective taking. Il prodromo di un deficit cognitivo. L'indicazione di pregiudizio.

4. La modifica degli atteggiamenti pregiudizievoli è difficile perché: E' esplicita. Non hanno regolarità. Si basano sul fuzionementi fisiologico. Si basano su processi cognitivi di base.

5. Se osserviamo una vittima innocente rispetto all'accaduto: E' più difficile provare empatia. E' più facile provare empatia. Non abbiamo reazioni. Si sviluppa il pregiudizio.

6. Assumere la prospettiva di un individuo in difficoltà, produce un aumento di sentimenti empatici verso tale individuo, secondo il modello a tre scalini di Batson, corrisponde: Primo scalino. Secondo scalino. Terzo scalino. Al mantenumento del pregiudizio.

7. Il fatto che provare sentimenti empatici incrementano l'importanza al benessere dell'individuo e degli altri, secondo il modello a tre scalini di Batson, corrisponde: Primo scalino. Secondo scalino. Terzo scalino. Al mantenumento del pregiudizio.

8. Il modello Galisky e Moskiwitz (2000) presuppone: L'impossibilità di essere empatici. Il coinvolgimento del Sé. L'assenza di pregiudizio. Una propensione naturale all'empatia.

9. L'emaptia affettiva è: Risposta fisiologica orientata verso l'altro e congruente con la percezione del suo benessere. La capacità di "entrare" nei panni dell'altro, capire il suo punto di vista. Risposta affettiva orientata verso l'altro e congruente con la percezione del suo benessere. L'antecedente di un comportamento di inerzia sociale.

10. Secondo Batson (1997) e Stotland (1969) per mettersi nei panni dell'altro è necessaria: Una naturale predisposizione. Una psicoterapia relazionele. Una prospettiva centrata sull'altro e sul sé. Un capacità di autoconvincimento.

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