Sociologia della Moda 1
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Title of test:![]() Sociologia della Moda 1 Description: E-campus prof.ssa Cereda |




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Il concetto di 'classico' indica: un design che viene indissolubilmente legato a un capo particolare. un andamento ascendente di uno stile nel mercato. il modo di guardare a un capo di abbigliamento almeno 50 anni dopo il suo tempo. uno stile che può durare per un periodo di tempo indefinito. La prospettiva di analisi individuata dalla storia del costume non permette di rispondere a quesiti su: gli usi degli abiti dei popolani in epoche caratterizzate da grande afflusso economico. le caratteristiche di alcuni modi di vestire eleganti e le relative tecniche di produzione. le ragioni della nascita di uno stile o dei cambiamenti in quello stile specifico. usi dei colori e rispettive valenze simboliche nell'abito. Su quali aspetti dell'abbigliamento si concentra la teoria di K. Flügel: psicologici. politici. economici. estetico-visuali. La prospettiva di analisi definita dalla psicologia sociale: cerca di individuare strategie di persuasione all'acquisto dei prodotti di moda. cerca di scoprire come l'abbigliamento sia parte di un comportamento condizionato dal gruppo sociale. individua i bisogni inconsci degli individui nell'uso dell'abbigliamento. cerca le motivazioni e i bisogni individuali su cui si basano le pratiche vestimentarie e le tendenze della moda. La prospettiva teorica della sociologia riferita alla moda si interessa a: i modi inconsapevoli in cui le persone adottano i codici vestimentari nella cultura del consumo. le relazioni esistenti fra diversi tipi di società/cultura e usi dell'abito. l'uso dell'abito in funzione espressiva (del gusto, dell'identità personale). le modalità coscienti con cui i soggetti utilizzano i codici visuali nel loro tempo. La prospetttiva di analisi definita dall'antropologia si concentra su: legame fra cultura, tradizione e svilupo di codici estetici articolati e complessi. somiglianze e differenze fra comportamento animale e umano osservando linguaggio, modi di vita, scambi sociali. caratteristiche fondamentali dell'uso nell'abbigliamento che non variano al variare delle culture osservate. trasformazioni dello stile dell'abito dovute a contatti con popolazioni o prodotti/manufatti di altre culture. In seguito al dibatti inaugurato dai critici della teoria della cultura, gli approcci recenti allo studio della moda tendono a: utilizzare un approccio culturalista per decostruire processi complessi di globalizzazione del gusto. focalizzarsi su un modello specifico di cultura e di società per raggiungere un livello più profondo di comprensione. essere più descrittivi e integrativi, derivando concetti e strumenti analitici da altre prospettive. postulare una modalità particolare di relazione con la società nel suo insieme. Secondo l'approccio di E. Goffman ai simboli di status, persone che occupuano la stessa posizione sociale tendono a: riprodurre schemi di comportamento di altri individui in posizioni inferiori. sviluppare schemi di comportamento differenti e spesso antagonisti. acquisire e mantenere schemi di comportamento simili. cambiare frequentemente gli schemi di comportamento e i relativi simboli. Nella teoria di E. Goffman, il concetto di 'status symbol' fa riferimento a: la relazione fra identità sociale e ruolo sociale dell'individuo manifestato dall'abito. la corrispondenza tra l'identità dell'individuo e i soui bisogni sociali. la posizione che in undividuo occupa nel sistema sociale. il modo in cui un individuo riveste un ruolo sociale. Nella formulazione della teoria di G. Simmel sulla diffusione delle mode, il concetto di 'saturazione' rimanda a: l'acquisizione di uno stile da parte di un gruppo sociale diverso da quello che lo ha introdotto e che comporta la dismissione dello stile stesso. l'accumulo di stili differenti in un gruppo ristretto di persone appartenenti alla stessa cerchia sociale. l'eccesso di stimoli visivi che la città produce e che si traducono in stili d'abbigliamento antagonisti. l'acquisizione massiva dello stile prevalente da parte di tutte le fasce della popolazione. Nella teoria di P. Bourdieu, il concetto di negazione dell'economia fa riferimento a: l'insistenza degli stilisti sulla qualità materiale del prodotto di moda piuttosto che sul suo valore economico. la tendenza ei brand di moda a utilizzare strategie comunicative che non rientrano negli standard economici del mercato. le strategie utilizzate dalle case di moda per far prevalere l'autorità del designer sul valore economico effettivo del prodotto. il fatto che gli oggetti di moda non circolano nei mercati finanziari convenzionali ma all'interno di circuiti specifici. L'espressione 'scelta di moda' fa riferimento a: il tipo di sessualità che comunichiamo attraverso lo stile. l'identità che scegliamo di rappresentare in una situazione. il genere che esprimiamo attraverso l'abito. i capi che decidiamo di indossare in una giornata. Nella prospettiva inaugurata da M. Mauss, il corpo vestito può essere considerato come: un artefatto culturale. un prodotto estetico. una performance identitaria. un insieme di codici e simboli. L'espressione 'tecniche del corpo' fa riferimento a: le attività che permettono un mantenimento funzionale dell'organismo. le conoscenze tecniche (e mediche) che una cultura sviluppa riguardo alla costruzione della bellezza fisica. modi in cui il corpo opera rispetto a regole che ne costruiscono e limitano il comportamento. tutti i modi in cui possiamo migliorare/abbellire la nostra apparenza. Nella prospettiva di M. Mauss e P. Bourdieu, il corpo rappresenta: uno stato di partenza dotato di caratteri essenziali unici e immodificabili dalla società. un sostrato biologico a cui la cultura si sovrappone e si modifica adattandosi. un dispositivo sociale equipaggiato con attributi e meccanismi tecnici. un prodotto della cultura in cui possono intervenire fattori di carattere economico. Possiamo considerare le mode vestimentarie come un tipo di tecnica del corpo?. No, mai. Sì, sempre. No, a meno che vi siano politiche istituzionali che lo permettono (es. leggi suntuarie). Sì, ma solo nelle società occidentali industrializzate. "Abito" è un concetto descrivibile come: combinazione di stile, design, colore e foggia. materiale foggiato per rivestire il corpo. oggetto classico del guardaroba maschile e femminile. modo di vestire quotidiano o funzionale. Nell'analisi degli storici del costume, una criticità delle leggi suntuarie consiste principalmente nel fatto che: contribuiscono a definire la vera moda a livello nazionale e a limitarne il processo di diffusione. rallentano lo sviluppo di uno stile italiano. ribadiscono l'importanza dell'abbigliamento come strumento di espressione dell'identità individuale. accelerano l'affermazione dello stile italiano nel contesto internazionale. L'uso dell'abbigliamento è legato a un bisogno sociale di: trasmissione dei costumi da una generazione all'altra. espressione della relazione fra individualità e appartenenza sociale. standardizzazione di comportamenti tendenzialmente universali. liberazione dalla relazione fra individuo e appartenenza sociale. La prospettiva di studio della storia del costume tende a trascurare, nel fenomeno della moda, le questioni relative a... l'archiviazione dei guardaroba di benefattori notabili. la categorizzazione delle caratteristiche delle mises e delle forme di vestire. le ragioni della nascita di uno stile o dei cambiamenti di quello stile specifico. la ricostruzione degli stili dell'abito e dei suoi momenti di utilizzo. Per alcuni intellettuali francesi del Rinascimento, la moda è da considerarsi un tipo di comportamento da condannare, in quanto: rappresenta una forma di agire alienato, che spinge la gente alla follia. conferisce potere sociale a chi non lo meriterebbe. costringe a spendere somme ingenti di denaro per oggetti formalmente brutti. inibisce quella forma di espressione che favorirebbe lo sviluppo personale. Di quale disciplina sono oggetto la ricostruzione degli stili dell'abito e dei suoi momenti di utlizzo?. antropologia. storia del costume. sociologia. psicologia sociale. Il sistema della moda si configura oggi come... il network dei brand del lusso, che competono per occupare spazio nel mercato globale. un ambito in cui i couturier e i loro collaboratori godono di un potere incondizionato. una realtà ampia, in cui si integrano diverse forme di comunicazione e agire sociale. un circolo elitario, in cui prevalgono forme di interazione tradizionali. Un aspetto critico delle leggi suntuarie consiste principalmente nel fatto che: contribuiscono a definire la vera moda e a limitarne il processo di diffusione. rallentano lo sviluppo di uno stile italiano. accelerano lo sviluppo di uno stile italiano. ribadiscono l'importanza dell'abbigliamento come strumento di espressione dell'identità individuale. Il Rinascimento è un'epoca fondamentale per la nascita della moda, in quanto: l'aumento incessante nella la produzione di tessuti e nella loro diversificazione si traduce in comportamenti di consumo di massa. la proliferazione degli stili inizia a incentivare una forma di competizione fra gruppi sociali. la proliferazione degli stili riflette una separazione rigida e immutabile fra gruppi sociali. le principali corti europee iniziano a far circolare il modello di eleganza proposto dai mercanti come stile "alla moda". Per il modo di vestire precedente al Rinascimento è improprio usare il concetto di moda, in quanto: gli stili degli abiti mutano lentamente e sono definiti rigidamente per ciascun gruppo sociale. la proliferazione degli stili non incentiva una forma di competizione fra gruppi sociali. le principali corti europee iniziano a far circolare il modello di eleganza proposto dai mercanti. lo stile dell'abito dipende dall'aumento della la produzione di tessuti e nella loro diversificazione. In una prospettiva eminentemente sociologica, nell'abbigliamento è possibile leggere: l'espressione della relazione fra individualità e appartenenza sociale. un rispecchiamento tra sé nascosto ed espressione di sé. la separazione tra sfera privata e sfera pubblica. la corrispondenza tra potere d'acquisto e professione. "Combinazione di elementi che integra costruzione, tessuti e dettagli, distintivi della performance del vestire" è la definizione di: stile. moda. abito. fad. Dal punto di vista della sociologia, la definizione di "stile" rimanda a: il gusto dell'individuo, che viene manifestato nell'outfit e cambiato a seconda del ruolo professionale. una combinazione di silhouette, costruzione, tessuti, e dettagli che rendono distintiva la performance del vestire. la forma di un determinato capo d'abbigliamento, ornamento o decorazione del corpo. il movimento che una moda può compiere all'interno del mercato e attraverso di esso. La nascita del fenomeno sociale della moda richiede: che la società sia articolata e ma renda difficile la mobilità sociale. che vi siano gruppi diversi in competizione attraverso i codici espressivi del vestire. un gruppo di creativi capaci di realizzare abiti ad alto contenuto estetico e simbolico. che la società sia articolata e consenta cambiamenti di status. Perché la moda possa nascere come fenomeno sociale occorre: che la società sia ordinatamente strutturata e non faciliti i cambiamenti di status. che vi siano gruppi diversi in competizione attraverso i codici espressivi del vestire. una società articolata e che consenta la mobilità sociale. un gruppo di creativi capaci di realizzare abiti ad alto contenuto estetico e simbolico. Uno dei diversi compiti della Camera Nazionale della Moda Italiana è: formare creativi che dirigeranno il sistema della moda italiano. sviluppare il network dei settori della produzione di moda. costruire strategie comunicative per il made in Italy all'estero. rappresentare e difendere i diritti dei produttori di abbigliamento e tessuti. La Camera Nazionale della Moda Italiana si occupa principalmente di: costruire e sviluppare il network dei diversi settori della produzione di moda. rappresentare e difendere i diritti dei produttori di abbigliamento e tessuti. organizzare importanti eventi in Italia che riguardino il settore della moda. invitare celebrità opportune alle diverse sfilate di stilisti affermati. Nell'attività del fashion designer un errore fondamentale è: concepire collezioni che rispecchino la personalità dei clienti che dovranno indossarli. realizzare capi esclusivi e costosi riservati al segmento di mercato del lusso. creare collezioni che assecondino le tendenze in corso e i mutamenti del gusto del pubblico. sviluppare capi considerando esclusivamente la propria sensibilità e l'esperienza personale nel mercato dell'abbigliamento. Un aspetto fondamentale del lavoro del fashion designer riguarda: lo sviluppo di capi, analizzando le tendenze in corso e prevedendone l'evoluzione nel mercato. la creazione di capi unici e preziosi per un mercato d'elite. la concezione di capi che rispecchino la personalità degli influencer che dovranno promuoverli. la creazione di nuovi capi, evitando di seguire i mutamenti sociali e le tendenze culturali del momento. Negli anni Venti, la manifattura industriale trasforma la produzione degli abiti, ciò comporta: una prevalenza della produzione industriale e seriale e un arretramento della produzione artigianale. uno sviluppo costante del mercato di massa e una produzione ridotta di pezzi unici per un pubblico selezionato. uno sviluppo smodato della produzione massiva e una paralisi del mercato artigiano. uno sviluppo parallelo della produzione di massa e di pezzi unici. Alla fine del Settecento, la Rivoluzione francese provoca: un mutamento sociale repentino in cui lo stile dell'abito è dettato dal nuovo direttorio. una fase di confusione in cui però prevale ancora lo stile di corte. un periodo di alternanza tra stile di corte e stili popolari. una trasformazione sociale radicale e un rifiuto dello stile aristocratico. L'intreccio tra Rivoluzione industriale e sviluppo del sistema moda è stato favorito da... un potenziamento del settore della ricerca e dello sviluppo. un'organizzazione razionale e centralizzata della produzione in serie e della distribuzione. una circolarità tra logica imprenditoriale e logica economico-creativa. una parziale sovrapposizione fra arte e produzione manifatturiera. Tra il XVIII e il XIX secolo, la crescita delle aree urbane è un effetto di: un incremento della popolazione. uno sviluppo del sistema delle fabbriche. un miglioramento delle tecnologie costruttive. un'introduzione di attività di loisir nel centro cittadino. L'idea dell'esistenza di un solo self, prevalentemente espresso attraverso l'abito, prevale fino a: l'inizio del XIX secolo. la fine del XX secolo. la fine del XVIII secolo. la metà del XV secolo. Il nuovo tenore culturale promosso dall'industrializzazione porta in primo piano: il valore dell'assistenza sociale e della solidarietà. il valore del progresso e l'importanza della ricerca e dello sviluppo tecnologico. il valore dell'apparenza, della libertà e dell'autonomia. il valore della soggettività e del talento personale. Per gran parte del XIXI secolo, la produzione viene realizzata al fine di: soddisfare il bisogno della comunità locale. perfezionare la produzione di beni di lusso. sviluppare prodotti utili per le prime tipologie di consuamtori. aprirsi ai mercati dei centi urbani limitrofi. Il lavoro minorile: si unisce ad altre forme di educazione/formazione durante la Rivoluzione industriale. compare proprio con la Rivoluzione industriale. viene eliminato con la Rivoluzione industriale. esisteva da prima della Rivoluzione industriale. La supremazia della borghesia ha comportato: la ridistribuzione democratica della ricchezza e delle risorse sociali. il trionfo degli ideali della parsimonia e della sobrietà. la diffusione tacita del valore del profitto e della competizione economica. l'annullamento del valore del privilegio sociale. Il sistema economico determinato dalla Rivoluzione Industriale rende cruciale un fattore della produzione. Quale?. La strategia comunicativa (pubblicitaria). Il legame con il pubblico (dei contesti urbani). L'innovazione. L'arte come fonte di ispirazione. |