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strumentazione per l'automazione

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strumentazione per l'automazione

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strumentazione per l'automazione

Creation Date: 2023/10/18

Category: Others

Number of questions: 252

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2.1 Per diagnosticare guasti su di un processo a ciclo chiuso è necessario. esaminare le sole uscite, in quanto tutta l'informazione del sistema è contenuta nel ramo di retroazione. esaminare i soli disturbi agenti, tralasciando ingressi e uscite. esaminare i soli ingressi, in quanto tutta l'informazione del sistema è contenuta nell'azione di controllo. esaminare gli ingressi e le uscite, in quanto un guasto può essere compensato in uscita dal controllore, ma ciò comporta un off set visibile nell'ingresso di controllo.

2.2 I processi tecnologici sono organizzati su diversi livelli. Partendo dal livello più basso, indicare quali delle seguenti sequenze non è corretta. Processo, Controllo, Coordinamento. Processo, Controllo, Gestione. Processo, Ottimizzazione, Controllo. Processo, Controllo, Supervisione.

2.3 Quali delle seguenti azioni non è propria della diagnosi dei guasti?. Prevenzione dei guasti. Gestione del guasto. Identificazione del guasto. Isolamento del guasto.

2 04. La supervisione avanzata differisce da quella classica. per la capacità di fornire informazioni aggiuntive provenienti dal supervisore umano. per la capacità di fornire informazioni diagnostiche aggiuntive. per il numero di sensori. per il numero di attuatori.

3 01. Un guasto è definito come. il cambiamento di una quantità osservabile dal valore nominale. un'interruzione permanente della capacità di un sistema di eseguire una funzione richiesta sotto specifiche condizioni operative. una deviazione non permessa di almeno una feature del sistema dalla condizione accettabile/usuale/tipica. una irregolarità intermittente nel soddisfacimento di una funzione desiderata del sistema.

3.2 Una rottura è definita come. una irregolarità intermittente nel soddisfacimento di una funzione desiderata del sistema. il cambiamento di una quantità osservabile dal valore nominale. un'interruzione permanente della capacità di un sistema di eseguire una funzione richiesta sotto specifiche condizioni operative. una deviazione non permessa di almeno una feature del sistema dalla condizione accettabile/usuale/tipica.

3.3 Un malfunzionamento è definito come. un'interruzione permanente della capacità di un sistema di eseguire una funzione richiesta sotto specifiche condizioni operative. una irregolarità intermittente nel soddisfacimento di una funzione desiderata del sistema. una deviazione non permessa di almeno una feature del sistema dalla condizione accettabile/usuale/tipica. il cambiamento di una quantità osservabile dal valore nominale.

3.04. La ridondanza analitica è usata. solo per processi di ridotte dimensioni. in alternativa o in sinergia a quella HW quando è possibile ricavare delle relazioni funzionali che legano un componente a misure provenienti da altri componenti. in alternativa a quella HW quando non esiste un modello del sistema. in alternativa a quella HW quando sono presenti molti componenti dello stesso tipo che operano in parallelo.

3.08. Un sintomo è definito come. il cambiamento di una quantità osservabile dal valore nominale. una deviazione non permessa di almeno una feature del sistema dalla condizione accettabile/usuale/tipica. una irregolarità intermittente nel soddisfacimento di una funzione desiderata del sistema. un'interruzione permanente della capacità di un sistema di eseguire una funzione richiesta sotto specifiche condizioni operative.

4.01. La connessione in parallelo di sistemi. diminuisce sia il failre rate sia il MTTF. aumenta il MTTF, ma diminuisce il failure rate. aumenta il failure rate, ma diminuisce il MMTF. aumenta sia il failure rate sia il MTTF.

4.02. Il Mean Time To Failure (MTTF) può essere utilizzato per fornire una misura. della maintanability. della availability. della reliability. della memoria di un sistema.

4.04. La "curva a vasca da bagno" descrive. l'andamento delle malfunction in un sistema hardware in funzione del tempo di vita. il failure rate tipico dei sistemi elettro-meccanici per fault casuali in funzione del tempo di vita. il failure rate tipico dei sistemi software per fault casuali in funzione del tempo di vita. il tempo di vita di un sistema meccanico in funzione del degradamento dei componenti.

4.07. Quale delle seguenti affermazioni non si applica ai guasti aleatori?. I guasti aleatori dipendono dalla qualità dei componenti e dalle condizioni operative. Sono dovuti prevalentemente ad errori umani. I guasti aleatori sono dovuti a meccanismi di degradazione. I guasti aleatori possono esser predetti con ragionevole precisione.

4.08. Quale delle seguenti affermazioni non si applica ai guasti sistematici?. I guasti sistematici si possono ridurre migliorando la progettazione. I guasti sistematici possono esser predetti con precisione tramite l'esperienza statistica. I guasti sistematici sono legati in maniera deterministica a una causa specifica. I guasti sistematici si possono ridurre usando la ridondanza.

5.01. La Event Tree Analysis (ETA). inizia con l'evento primario (e.g. un evento indesiderato come il guasto di un componente) e continua attraverso tutti gli eventi ad esso collegati per individuare le conseguenze sull'intero sistema. è una procedura formalizzata per considerare tutti i componenti, le loro funzioni, i loro possibili guasti e le cause di guasto per l'intero sistema. inizia con il failure del sistema (nodo principale) e determina le possibili cause che lo hanno generato (guasti nei componenti). una procedura di base che permette di acquisire consapevolezza e informazioni sui componenti e stati che possono pregiudicare la sicurezza (safety) del sistema.

5 02. La Failure Mode and Effects Analysis (FMEA). è una procedura formalizzata per considerare tutti i componenti, le loro funzioni, i loro possibili guasti e le cause di guasto per l'intero sistema. una procedura di base che permette di acquisire consapevolezza e informazioni sui componenti e stati che possono pregiudicare la sicurezza (safety) del sistema. inizia con il failure del sistema (nodo principale) e determina le possibili cause che lo hanno generato (guasti nei componenti). inizia con l'evento primario (e.g. un evento indesiderato come il guasto di un componente) e continua attraverso tutti gli eventi ad esso collegati per individuare le conseguenze sull'intero sistema.

5.03. La Hazard Analysis (HA). inizia con il failure del sistema (nodo principale) e determina le possibili cause che lo hanno generato (guasti nei componenti). è una procedura formalizzata per considerare tutti i componenti, le loro funzioni, i loro possibili guasti e le cause di guasto per l'intero sistema. una procedura di base che permette di acquisire consapevolezza e informazioni sui componenti e stati che possono pregiudicare la sicurezza (safety) del sistema. inizia con l'evento primario (e.g. un evento indesiderato come il guasto di un componente) e continua attraverso tutti gli eventi ad esso collegati per individuare le conseguenze sull'intero sistema.

5.04. Un sistema è affidabile se. è in grado di effettuare le funzioni richieste entro i limiti specificati. non arreca danni a cose e/o persone. se i guasti che compaiono in esso sono di breve durata. è riparabile in breve tempo.

5.05. Safety, dependability e system integrity sono qualità. misurabili quantitativamente tramite un indicatore. esprimibili in maniera discorsiva o tabellare. di scarsa importanza in un sistema di automazione. del tutto equivalenti a reliability, availability e maintainability.

5.07. La Fault Tree Analysis (FTA). è una procedura formalizzata per considerare tutti i componenti, le loro funzioni, i loro possibili guasti e le cause di guasto per l'intero sistema. inizia con il failure del sistema (nodo principale) e determina le possibili cause che lo hanno generato (guasti nei componenti). una procedura di base che permette di acquisire consapevolezza e informazioni sui componenti e stati che possono pregiudicare la sicurezza (safety) del sistema. inizia con l'evento primario (e.g. un evento indesiderato come il guasto di un componente) e continua attraverso tutti gli eventi ad esso collegati per individuare le conseguenze sull'intero sistema.

6.01. In riferimento ai modelli matematici di processo, un modello a scatola grigia richiede che. Sia nota la struttura del modello. I parametri possono essere sconosciuti e una loro stima va effettuata. I parametri possono esser sconosciuti ma devono esser costanti nel tempo. I parametri siano noti.

6.02. In riferimento ai modelli matematici di processo, e in particolare in riferimento ad un modello a scatola nera, indicare l'affermazione sbagliata. Richiede qualche assunzione sulla struttura del modello. Richiede che siano note le equazioni fisiche che governano il processo da modellare. Richiede che i segnali di ingresso e di uscita siano noti. Può esser descritto tramite reti neurali.

6.03. In riferimento ai modelli matematici di processo, un modello a scatola bianca è costituito da. Nessuna delle altre risposte è corretta. Equazioni differenziali con stima dei parametri. Equazioni differenziali. Reti neurali.

6.04. Nei guasti di tipo moltiplicativo il cambiamento subito dalla variabile di uscita. È indipendente da ogni altro segnale. Dipende dall'ingresso. Dipende dallo stato. Nessuna delle altre risposte è corretta.

6.05. I guasti di tipo abrupt (guasti improvvisi) hanno un andamento temporale. A rampa. Intermittente. A gradino. Nessuna delle altre risposte è corretta.

6.06. Nei guasti di tipo additivo il cambiamento subito dalla variabile di uscita. Dipende dall'ingresso. È indipendente da ogni altro segnale. Dipende dallo stato. Nessuna delle altre risposte è corretta.

6.07. I guasti di tipo incipient (guasti lenti) hanno un andamento temporale. Nessuna delle altre risposte è corretta. Intermittente. A gradino. A rampa.

6.08. La diagnosi dei guasti basata su modello ha il vantaggio di. poter diagnosticare fault non noti a priori. essere di semplice progettazione. poter essere sempre applicata a prescindere dal processo in esame. non richiedere conoscenza a priori del processo reale.

6.09. Un guasto di tipo incipient è tipicamente. più semplice da individuare rispetto a un guasto abrupt. più difficile da individuare rispetto a un guasto abrupt. difficile da individuare quanto un guasto abrupt. costante nel tempo.

7.01. Per diagnosticare un guasto su una variabile aleatoria è bene scegliere come parametro/i da valutare. il valore assoluto e la sua derivata. il valor medio e la varianza. il modulo e la fase. l'ampiezza, la frequenza e la fase.

7.02. Per diagnosticare un guasto su una variabile periodica è bene scegliere come parametro/i da valutare. il valore assoluto e la sua derivata. il modulo e la fase. l'ampiezza, la frequenza e la fase. il valor medio e la varianza.

7.03. In riferimento al rumore bianco, indicare quale tra le seguenti affermazioni non è corretta: Ha densità di potenza costante per tutte le frequenze. È un segnale statisticamente indipendente. È un segnale stocastico. È un segnale realizzabile.

7.04. Il beating. È un segnale caratterizzato da frequenza costante e ampiezza modulata cosinusoidalmente. È un segnale caratterizzato da frequenza e ampiezza costanti. È un segnale periodico che da la misura della differenza tra due segnali con andamento costante. È un segnale costante che da la misura della differenza tra due segnali con andamento sinusoidale.

7.05. Il beating. È il segnale che si crea andando a sommare due oscillazioni di uguale frequenza e con ampiezze diverse. È il segnale che si crea andando a sommare due oscillazioni con frequenza simile e con la stessa ampiezza. È il segnale che si crea andando a sommare due oscillazioni di uguale frequenza e con la stessa ampiezza. È il segnale che si crea andando a sottrarre due oscillazioni di uguale frequenza e con la stessa ampiezza.

8.01. Il rilevamento della soglia on-line. Richiede che tutti i dati siano stati immagazzinati. Può essere utilizzato anche per processi descritti da variabili aleatorie. Consente di rilevare il superamento di soglia di una variabile aleatoria. Può esser effettuato anche in presenza di un numero limitato di dati.

8.02. Un'ipotesi statistica. È un'affermazione che specifica la legge di distribuzione della probabilità di una variabile casuale. È un'affermazione che specifica i limiti di validità di un test statistico. È una regola che consente di determinare se un campione ha specifiche proprietà statistiche. Nessuna delle altre risposte è corretta.

8.03. Il rilevamento guasti con soglia sulla derivata permette di avere. la predizione del segnale. maggiore prontezza rispetto a quello basato sul valore assoluto. minore prontezza rispetto a quello basato sul valore assoluto. maggiore facilità di calcolo, soprattutto per segnali rumorosi.

8.04. Il rilevamento della soglia off-line. Tutte le altre risposte sono corrette. Può essere utilizzato anche per processi descritti da variabili aleatorie considerando le loro proprietà statistiche. Consente di rilevare il superamento di soglia di una variabile aleatoria. Richiede che tutti i dati siano stati immagazzinati.

8.05. Le tecniche basate su "Hypothesis Testing" non sono utili per. rilevare guasti a partire da misure sensoriali rumorose. rilevare anomalie in serie storiche. determinare se parametri caratteristici di un segnale aleatorio sono mutati nel tempo. rilevare guasti a partire da misure sensoriali marginalmente affette da rumore.

8.06. Il rilevamento guasti con soglia è il modo più semplice per rilevare un guasto e consiste. nel valutare direttamente la grandezza di interesse del componente/apparato/sistema per verificare quando questa esce dai limiti consentiti (ritenuti di normale funzionamento). nel valutare indirettamente ingresso e uscita del componente/apparato/sistema per verificare quando questi escono dai limiti consentiti (ritenuti di normale funzionamento). nella misura dei livelli di riferimento entro i quali i segnali di ingresso e uscita sono tipicamente confinati nelle normali condizioni di funzionamento. nel valutare direttamente l'ingresso al componente/apparato/sistema per verificare quando questo esce dai limiti consentiti (ritenuti di normale funzionamento).

8.08. Il rilevamento di guasti in linea richiede. un numero limitato di misure rispetto a quello fuori linea e, pertanto, risulta mediamente più semplice da portare a termine. un numero limitato di misure rispetto a quello fuori linea e, pertanto, risulta mediamente più complicato da portare a termine. un numero maggiore di misure rispetto a quello fuori linea e, pertanto, risulta mediamente più complicato da portare a termine. un numero maggiore di misure rispetto a quello fuori linea e, pertanto, risulta mediamente più semplice da portare a termine.

8.12. Le tecniche basate su "Hypothesis Testing". possono funzionare a prescindere dalla conoscenza sul tipo di distribuzione. permettono di calcolare, con un certo margine di errore, se uno dei parametri caratteristici di un segnale aleatorio (eg valor medio, varianza varia nel tempo. permettono di calcolare, con un certo margine di errore, se l'ampiezza di un segnale varia nel tempo. permettono di calcolare, con un certo margine di errore, se la fase di un segnale varia nel tempo.

9 01. In un t-test,. I gradi di libertà sono pari al numero di parametri noti della popolazione. I gradi di libertà sono N (con N il numero delle variabili). I gradi di libertà rappresentano il numero di unità di informazioni indipendenti in un campione attinenti alla stima di un parametro. I gradi di libertà sono pari alla numerosità campionaria.

9.02. Il t-test è preferibile allo z-test quando. il numero di campioni è pari a quello della popolazione. il numero di campioni è elevato. si vuole testare la varianza. non si conosce la deviazione standard della popolazione.

9.03. Le soglie adattative sono così chiamate perché adattano il loro valore a quello. dell'uscita. dell'ingresso. del fault. del residuo.

9.06. Il T-test. Consente di non dover calcolare i valori critici che identificano la zona di accettazione dell'ipotesi. Non richiede la consultazione delle tavole della distribuzione t. Assume che la distribuzione sia di tipo gaussiano. Per un elevato numero di campioni, converge allo Z-test.

9.07. Un test a due code (bilaterale): A parità di percentuale di distribuzione, è più significativo del test monolaterale. A parità di percentuale di distribuzione, è meno significativo del test monolaterale. Nessuna delle altre affermazioni è corretta. Non consente di conoscere la direzione della variazione della media.

10.01. La Fast Fourier Transform è utile a livello diagnostico perché. garantisce risultati migliori della Discrete Fourier Transform. calcola lo spettro di un segnale campionato a prescindere dal numero di campioni. permette di individuare guasti in frequenza, ma sono off-line. permette di individuare guasti in frequenza, anche in real-time.

10.03. In riferimento alla stima parametrica in frequenza e allo strumento della media mobile (Moving Average). Nessuna delle altre affermazioni è corretta. Lo spettro è in grado di rappresentare variazioni arbitrarie dell'ampiezza. Lo spettro del segnale viene approssimato con un polinomio. È particolarmente adatto a modellare segnali periodici.

10.04. Le tecniche di individuazione guasti basate sul modello di segnale consentono di individuare guasti. Sul processo e sugli attuatori. Sugli attuatori, sul processo e sui sensori. Sugli attuatori e sui sensori. Sul processo e sui sensori.

10.05. Le tecniche di individuazione guasti basate sul modello di segnale. Possono essere usate anche in presenza di modelli parametrici del segnale. Possono essere usate solo in corrispondenza di segnali stazionari. Possono essere usate anche in assenza di informazioni sui segnali caratteristici del processo. Possono essere usate solo in corrispondenza di segnali deterministici.

11.01. In riferimento all'analisi di segnali periodici non stazionari e alla STFT (Short Time Fourier Trasform) quale delle seguenti affermazioni non è corretta?. La STFT valuta la similarità tra una funzione di riferimento e il segnale analizzato. La SFTF è particolarmente adatta all'analisi di segnali stazionari periodici. La SFTF consente di descrivere come varia nel tempo il contenuto in frequenza del segnale analizzato al variare di un parametro. La SFTF prende in considerazione una finestra temporale centrata su un valore variabile nel tempo.

11.02. In riferimento all'analisi delle vibrazioni in macchine rotanti, quale delle seguenti affermazioni non è corretta?. Nel dominio del tempo si utilizza tipicamente l'analisi dell'autocorrelazione. Quando il numero di armoniche è elevate è preferibile adoperare tecniche in frequenza. Nel dominio del tempo si utilizza tipicamente la Fast Fourier Transform per individuare lo spettro del segnale acquisito. Nel dominio del tempo, nel caso di poche armoniche, è possibile individuare pulsazione e ampiezza dall'analisi della funzione di autocorrelazione.

11.03. In riferimento all'analisi delle vibrazioni in macchine rotanti, quale delle seguenti affermazioni non è corretta?. È possibile combinare metodi nel dominio del tempo e nel dominio della frequenza: tipicamente si applica prima la FFT e poi si processa il segnale nel dominio del tempo. È preferibile usare tecniche nel dominio della frequenza in presenza di molte armoniche. È possibile combinare metodi nel dominio del tempo e nel dominio della frequenza: tipicamente si pre-processa il segnale nel dominio del tempo e poi si applica la FFT. È preferibile usare tecniche nel dominio del tempo in presenza di poche armoniche.

11.04. Se devo diagnosticare un guasto in frequenza a partire da un segnale periodico non stazionario è bene utilizzare. la trasformata di Fourier. il confronto a soglia rispetto al valore assoluto. la Short Time Fourier Transform (STFT) o la trasformata Wavelet. la trasformata Z.

12 01. Quali tra le seguenti non è una specifica che si deve prendere in considerazione nella sintesi di un filtro?. Banda di transizione. Rumore bianco. Attenuazione. Frequenza di taglio a 3dB.

12.02. La risposta di un filtro ideale passa-basso. Ha modulo diverso da zero nella banda proibita. Ha modulo diverso da zero solo nella banda passante. Ha modulo che tende asintoticamente a zero nella banda proibita. È uguale a zero per t<0.

12.03. I filtri ideali. Hanno funzione di trasferimento a modulo costante in banda passante e nullo in banda proibita. Sono sempre causali. Possono avere una fase non lineare. Hanno funzione di trasferimento a modulo costante in banda proibita e nullo in banda passante.

12.04. In riferimento a un filtro passa-basso realizzabile, quale delle seguenti affermazioni non è corretta?. Le diverse componenti del segnale hanno ritardi differenti. Ha una fase non lineare. Il ritardo nel tempo del segnale in uscita non dipende dalla frequenza. Il segnale in uscita è simile al segnale in ingresso.

12. 05. Quali delle seguenti affermazioni è corretta?. Il filtro di Bessel ha una media accuratezza nell'approssimazione del guadagno e della linearità di fase. Il filtro di Butterworth ha una media accuratezza nell'approssimazione del guadagno e della linearità di fase. Il filtro Ellittico ha un'ottima accuratezza nell'approssimazione del guadagno e della linearità di fase. Il filtro di Chebyshev ha un'ottima accuratezza nell'approssimazione del guadagno e della linearità di fase.

12.06. I filtri di Butterworth. Soddisfano i requisiti meglio in banda passante che in banda di transizione. Soddisfano bene i requisiti solo in banda di transizione. Soddisfano bene i requisiti sia in banda passante che in banda di transizione. Soddisfano bene i requisiti solo in banda passante.

12.07. I filtri di Chebyshev, rispetto ai filtri di Butterworth, ... (indicare la risposta sbagliata). Consentono di ottenere una banda di transizione più stretta. Sono più complessi da realizzare. Consentono di ottenere una migliore attenuazione. Consentono di ottenere una migliore risposta in fase.

12.08. In riferimento al processo di discretizzazione di un filtro, quale delle seguenti affermazioni non è corretta?. È possibile applicare il metodo dell'invarianza della risposta impulsiva stando attenti al fenomeno dell'aliasing. È possibile applicare il metodo della trasformazione bilineare stando attenti al fenomeno della distorsione in frequenza. È possibile applicare il metodo dell'invarianza della risposta impulsiva che corrisponde a mappare i poli dal piano s al piano z. È possibile applicare il fenomeno della sostituzione della derivata con le differenze finite imponendo una condizione affinché la stabilità sia preservata.

12.09. In riferimento al processo di discretizzazione di un filtro, la distorsione introdotta negli assi delle frequenze. Pone dei problemi nella realizzazione di filtri passa-banda con maschera in frequenza di tipo rettangolare. Non pone dei problemi quando si vogliono realizzare particolari sagomature in frequenza in banda passante. Pone dei problemi nella realizzazione di filtri passa-basso. Nessuna delle altre risposte è corretta.

12.10. I filtri IIR (Infinite Impulse Response). Sono caratterizzati da una risposta di durata infinita. Sono dei particolari filtri non causali analogici. Sono dei filtri non lineari. Sono tipicamente progettati con metodi diretti in base alle specifiche della funzione di trasferimento.

12 11. I filtri FIR (Finite Impulse Response). Sono caratterizzati da una risposta di durata infinita. Sono dei particolari filtri non causali analogici. Sono tipicamente progettati con metodi diretti in base alle specifiche della funzione di trasferimento. Sono dei filtri non lineari.

12.12. I filtri ideali. Non hanno una banda proibita. Sono sempre fisicamente irrealizzabili. Sono fisicamente realizzabili solo in particolari condizioni. Sono filtri passa-basso.

13.01. Quale delle seguenti caratteristiche sono proprie dei filtri IIR e FIR e rendono possibile applicare risultati della "Teoria dei Sistemi"?. Linearità, causailtà, instabilità, stazionarietà. Linearità, non causailtà, stabilità, stazionarietà. Linearità, causailtà, stabilità, stazionarietà. Linearità, causailtà, stabilità, tempo invarianza.

13.02. In riferimento alle tecniche di individuazione guasti basate sul modello di segnale, quale delle seguenti affermazioni non è un motivo per cui il segnale viene filtrato?. Ottenere migliori prestazioni in termini della banda passante. Ottenere migliori prestazioni per poter discretizzare il segnale. Ottenere migliori risultati per l'analisi delle vibrazioni. Ottenere migliori risultati nel pre-filtraggio per l'analisi della correlazione.

13.03. In riferimento ai sistemi a memoria finita, quale delle seguenti affermazioni non è corretta?. La risposta in uscita è indipendente dallo stato iniziale dopo un certo intervallo di tempo. La risposta impulsiva ha durata finita. Hanno tutti gli autovalori a parte reale negativa o, al limite, nulla. Tutte le altre risposte sono corrette.

13.04. Quale delle seguenti affermazioni non è corretta?. I sistemi a memoria finita possono ammettere una struttura ricorsiva. Tutti i sistemi a memoria infinita ammettono una struttura ricorsiva. Le struttura che presentano una retroazione possono ammettere una struttura non ricorsiva. I sistemi a memoria finita possono ammettere una struttura non ricorsiva.

14.01. Un sistema descritto da equazioni lineari alle differenze: È causale se e solo se la funzione di trasferimento associata è strettamente propria. È causale se e solo se la funzione di trasferimento associata è propria. È causale se e solo se la funzione di trasferimento associata è impropria. È causale se e solo se la funzione di trasferimento associata è propria o strettamente propria.

14.02. La formula interpolativa di Lagrange. È utile per la realizzazione di filtri FIR a campionamento di frequenza. Consente di individuare la funzione di trasferimento a partire da N punti (dove N è il grado del sistema). Tutte le altre risposte sono corrette. Può essere utilizzata solo se i punti sono da interpolare sono scelti sul cerchio del raggio unitario.

14.03. In riferimento alla procedura da seguire per progettare un filtro numerico, è necessario. Quantizzare i parametri del filtro e verificarne le prestazioni. Individuare una funzione di trasferimento che soddisfi tutti i requisiti. Verificare la sensibilità della struttura. Tutte le altre risposte sono corrette.

15.01. In riferimento alla progettazione di filtri FIR con il metodo della finestra, un requisito di ottimalità per una finestra è che. Il lobo principale sia il più stretto possibile e tale che vi sia concentrata meno energia possibile. Il lobo principale sia il più largo possibile e tale che vi sia concentrata una quantità minima di energia. Il lobo principale sia il più largo possibile e tale che vi sia quanta più energia possibile. Il lobo principale sia il più stretto possibile e tale che vi sia concentrata quanta più energia possibile.

17-01. Le tecniche di identificazione parametrica si basano su. la minimizzazione della funzione di trasferimento. la massimizzazione dell'affidabilità. la minimizzazione dell'errore di equazione oppure di uscita. la massimizzazione dell'errore di equazione oppure di uscita.

17.02. La tecnica dei minimi quadrati è applicabile. per l'identificazione di sistemi LTI a partire dall'errore di uscita. sempre. per l'identificazione di sistemi LTI a partire dall'errore di equazione. solo ricorsivamente.

17 03. Le tecniche di identificazione richiedono che. il segnale di ingresso vari nel tempo. il processo abbia un transitorio di durata limitata. sia noto il modello white-box del processo. sia applicabile il metodo dei minimi quadrati.

17.04. Le tecniche di identificazione mediante funzioni di correlazione possono essere usate se. né la funzione di autocorrelazione del segnale di ingresso, né la funzione di cross correlazione tra il segnale di ingresso è quello di uscita sono note. la funzione di autocorrelazione del segnale di ingresso è nota, mentre la funzione di cross correlazione tra il segnale di ingresso è quello di uscita non è nota. la funzione di autocorrelazione del segnale di ingresso non è nota, mentre la funzione di cross correlazione tra il segnale di ingresso è quello di uscita è nota. sia la funzione di autocorrelazione del segnale di ingresso, sia la funzione di cross correlazione tra il segnale di ingresso è quello di uscita sono note.

17.05. La tecnica dei minimi quadrati ricorsivi permette di. stimare i parametri di un processo non lineare a partire dall'errore di uscita. stimare i parametri di un processo lineare in modo adattativo. stimare i parametri di un processo lineare aumentando l'accuratezza di stima. nessuna delle altre risposte.

18 01. Indicare quale delle seguenti affermazioni è falsa: le reti neurali MLP hanno caratteristiche locali che decadono esponenzialmente. le reti neurali con dinamica esterna possono essere utilizzate per identificare sistemi non lineari dinamici. le reti neurali con dinamica interna possono essere utilizzate per identificare sistemi non lineari dinamici. le reti neurali RBF hanno caratteristiche locali che decadono esponenzialmente.

18.02. Le reti Radial Basis Function (RBF) sono reti neurali tipicamente caratterizzate da. un operatore di ingresso e una funzione di attivazione a base radiale. un operatore di ingresso e una funzione di attivazione di Gauss. un operatore di ingresso a base radiale e una funzione di attivazione che calcola la distanza dal centro. un operatore di ingresso che calcola la distanza dal centro e una funzione di attivazione a base radiale.

18.03. Le reti neurali MLP sono tipicamente caratterizzate da. funzioni di attivazione di tipo gaussiano. strati di diverso tipo. un solo strato nascosto. più strati nascosti.

18.07. L'identificazione di sistemi non lineari dei quali non si conosce la struttura può essere fatta con. metodo dei minimi quadrati. equazioni di parità. reti neurali. nessun metodo.

21-01. La forma interna di un'equazione di parità permette di. esplicitare tutte le grandezze che possono contribuire a causare una variazione del residuo. scrivere il residuo come una funzione delle variabili interne del sistema. stimare il valore limite di soglia oltre al quale è lecito affermare la presenza di un guasto. calcolare il residuo in maniera implicita.

21.02. Sia dato un sistema modellabile con una fdt del 1° ordine. E' lecito affermare che una variazione della costante tempo. genera un gradino nei residui. genera la variazione dei residui solo durante il transitorio, e questo rende difficile la sua individuazione. non genera variazioni del residuo. genera la comparsa di rumore ad alta frequenza.

21.03. Sia dato un sistema modellabile con una fdt del 1° ordine. E' lecito affermare che una variazione del guadagno. genera un gradino nei residui. genera la variazione dei residui solo durante il transitorio, e questo rende difficile la sua individuazione. genera la comparsa di rumore ad alta frequenza. non genera variazioni del residuo.

21.05. La generazione di equazioni di parità mediante l'approccio in spazio di stato. è possibile per i soli sistemi MIMO. è possibile sia per i sistemi SISO sia per i sistemi MIMO. è possibile per i soli sistemi SISO. è da preferirsi a quella mediante approccio con funzione di trasferimento.

21.06. Per la creazione on-line di residui mediante equazioni di parità è necessario utilizzare. la forma interna. l'errore polinomiale. l' errore di equazione. la forma computazionale.

22.01. Quale tra le seguenti non causa variazione nei residui durante il normale funzionamento di un sistema. rumore e disturbi sugli attuatori o sul processo. errori di modellazione. rumore o disturbi sui sensori. guasti.

22.02. La generazione di residui strutturati mediante equazioni di parità. permette di ottenere residui sensibili ai disturbi. garantisce sempre l'isolabilità dei fault. permette di ottenere residui sensibili solo ad alcuni fault. è più efficiente rispetto a quella di residui primari.

22.03. Residui creati tramite equazioni di parità mediante l'errore di equazione. hanno un comportamento passa-basso per cui comportano problemi di realizzabilità. possono contenere derivate di ordine elevato che non comportano problemi di realizzabilità. possono contenere derivate di ordine elevato che comportano problemi di realizzabilità. hanno un comportamento passa-basso per cui non comportano problemi di realizzabilità.

22.04. Un guasto si dice fortemente isolabile se. l'errore nella valutazione del residuo comporta l'isolamento di un fault diverso. l'errore nella valutazione del residuo non comporta l'isolamento di un fault diverso. ha un valore assoluto più grande rispetto agli altri guasti. può degenerare in una rottura a seguito di un errato isolamento.

22.05. Per generare residui strutturati a partire da equazioni di parità. si calcola il prodotto vettoriale con un vettore di generazione (w). è necessario applicare una procedura trial-error. si calcola il prodotto scalare con un vettore di generazione (w). si moltiplica il residuo per una matrice di generazione (W).

23.01. E' possibile creare un generatore di residui basato sull'osservatore dello stato andando a scegliere come residuo. il guadagno dell'osservatore. l'errore di stima o di uscita. il guasto. la stima dello stato.

23.02. Dato un sistema LTI affetto da disturbi stocastici. è preferibile generare residui utilizzando un filtro di Kalman. non è possibile generare residui utilizzando un osservatore dello stato. non è possibile generare residui. è preferibile generare residui utilizzando un osservatore dello stato.

23.03. Che differenza c'è tra la costruzione di un residuo mediante equazioni di parità e mediante osservatore dello stato?. Nessuna. La struttura dei residui è simile in tutti i casi, ciò che cambia è il modo in cui le grandezze di ingresso e uscita sono filtrate. La costruzione mediante equazioni di parità è mediamente più complessa. La costruzione mediante equazioni di parità non può essere fatta nel caso in cui il modello del sistema sia espresso in spazio di stato.

23.04. E' possibile creare un generatore di residui basato sull'osservatore dello stato andando a scegliere come residuo. l'errore di stima o di uscita. la stima dello stato. il guadagno dell'osservatore. il guasto.

23. 06. E' possibile creare un generatore di residui basato sull'osservatore dello stato. solo se il modello del sistema da diagnosticare è osservabile e instabile. solo se il modello del sistema da diagnosticare è osservabile. solo se il modello del sistema da diagnosticare è osservabile e stabile. solo se il modello del sistema da diagnosticare non è osservabile.

24.01. Gli osservatori a ingresso sconosciuto (UIO) permettono di. stimare l'ingresso. stimarel'uscita a patto di conoscere il disturbo in ingresso. stimare l'uscita a patto di conoscere la matrice di ingresso del disturbo nel sistema. stimare l'uscita a prescindere da qualunque disturbo in ingresso.

24.03. Gli osservatori a ingresso sconosciuto (UIO) sono anche detti. osservatori trasformati. osservatori dell'ingresso. osservatori dello stato. osservatori dell'uscita.

24.04. Gli osservatori a ingresso sconosciuto (UIO) sono caratterizzati. dalla trasformata Zeta delle variabili di stato del sistema originale. da una trasformazione delle variabili di stato del sistema originale. dalla trasformata di Laplace delle variabili di stato del sistema originale. da una trasformazione dei parametri del sistema originale.

24.05. Gli osservatori a ingresso sconosciuto (UIO) sono utilizzati in ambito diagnostico per generare residui che. non dipendono né dai fault né dai disturbi. dipendono sia dai fault sia dai disturbi. dipendono dai fault ma non dai disturbi. dipendono dai disturbi ma non dai fault.

24.06. Gli osservatori a ingresso sconosciuto (UIO) sono utilizzati in ambito diagnostico per individuare guasti. aleatori. solo sui sensori. sia sui sensori, sia sugli attuatori. solo sugli attuatori.

27.01. Nella PCA è necessario adottare un criterio per scegliere quante componenti principali andare ad includere nell'analisi. I criteri più diffusi sono: Kaiser, volterra e bilineare. Kaiser, inferenza fuzzy e neurale. Kaiser, Cattel scree e percentuale cumulativa. Kaiser, feature selection e percentuale distribuita.

27.02. Il numero di componenti principali da utilizzare per la PCA è. scelto in maniera casuale. pari a 1, cioè alla componente principale a cui è associata la varianza più elevata. scelto utilizzando metodi che vautano la varianza associata alle singole componenti principali. sempre pari al numero di variabili originali.

27 03. La PCA è sensibile alla scalatura, cioè se si moltiplica una variabile per uno scalare si ottengono risultati differenti: questo implica che le componenti principali sono dipendenti dall'unità di misura delle variabili originali e dal range di valori che esse assumono. Pertanto è necessario. distinguere tra le componenti relative alle grandezze fondamentali e quelle relative ai loro sottomultipli. usare la PCA solo per un'analisi di massima. operare una standardizzazione dei dati prima di procedere con l'analisi delle componenti principali. che tutti gli strumenti di misura del processo oggetto di analisi abbiano la stessa unità di misura.

27.04. La standardizzazione delle misure prima dell'applicazione della PCA comporta che: le variabili del dataset abbiano valor medio unitario e deviazione standard nulla. le variabili del dataset abbiano valor medio unitario e deviazione standard normalizzata. le variabili del dataset abbiano valor medio nullo e deviazione standard normalizzata. le variabili del dataset abbiano valor medio nullo e deviazione standard unitaria.

27.08. Le tecniche di individuazione dei guasti basate sui dati (o data driven) cercano le ridondanze tra i segnali disponibili allo scopo di. ridurre la dimensione del problema e generare residui diagnostici utili per l'individuazione del fault. implementare la ridondanza hardware. generare un modello. filtrare il segnale e generare un residuo a frequenze diverse da quelle sulle quali agiscono i disturbi.

27.09. Il numero di componenti principali da utilizzare per la PCA è. scelto in maniera casuale. scelto utilizzando metodi che vautano la varianza associata alle singole componenti principali. sempre pari al numero di variabili originali. pari a 1, cioè alla componente principale a cui è associata la varianza più elevata.

27.10. La Principal Component Analysis trasforma le variabili di partenza in variabili artificiali. al fine di incrementarne il numero e rendere più precisa l'analisi. che non possono essere più trasformate nel dominio di partenza. il cui utilizzo è indicato per l'analisi di sistemi di piccole dimensioni e con pochi dati disponibili, debolmente correlati gli uni con gli altri. al fine di ridurne il numero e facilitare l'analisi.

28.01. La PCA può essere applicata. sia online sia offline. solo online. solo offline. solo se si dispone di un modello del processo.

28.02. La PCA può essere utilizzata a livello diagnostico. operando un'analisi statistica sulle variabili artificiali, sulle variabili artificiali trasformate nel dominio di partenza, e sulla loro differenza. operando un'analisi statistica sulle sole variabili artificiali. operando un'analisi statistica sulla sola differenza tra variabili di partenza e variabili trasformate nel dominio partenza. operando un'analisi statistica sulle sole variabili trasformate nel dominio di partenza.

28.03. La PCA è una tecnica basata su. modello matematico. l'analisi dei segnali. rilevamento della soglia. l'analisi dei dati.

28.04. La PCA è una tecnica caratterizzata da n gradi di libertà, dove n è pari a. 1. 2. 4. 3.

29.01. Dato un sistema di diagnosi è possibile incrementare la velocità di individuazione. migliorando contemporaneamente la robustezza ai disturbi. impattando negativamente sulla robustezza ai disturbi. mai. in maniera indefinita.

29.02. I metodi di diagnosi guasti basati su osservatore dello stato o equazioni di parità sono particolarmente adatti per. guasti additivi. sistemi SISO. guasti moltiplicativi. guasti stocastici.

29.03. Le tecniche di rilevamento guasti basate su osservatori dello stato sono indicate per. guasti intermittenti. guasti incipienti. guasti moltiplicativi. guasti additivi.

29.04. Le tecniche di rilevamento guasti basate su equazioni di parità sono indicate per. guasti intermittenti. guasti incipienti. guasti additivi. guasti moltiplicativi.

29.06. Le tecniche di rilevamento guasti basate su stima parametrica sono indicate per. guasti intermittenti. guasti moltiplicativi. guasti additivi. guasti incipienti.

30.01. Un sistema di diagnosi dei guasti deve essere in grado di. individuare, isolare e identificare i fault. individuare i fault. supervisionare il processo. individuare e isolare i fault.

30.02. Un sistema di diagnosi efficiente richiede sempre una buona rappresentazione della conoscenza, e in tale ottica risulta importante rappresentare in maniera unificata. i processi. le uscite. gli ingressi. i sintomi.

30.03. Un sistema di classificazione opera in due fasi consecutive: test e addestramento. addestramento e test. analisi causa-effetto e test. addestramento e analisi causa-effetto.

30.04. Un sistema di diagnosi dei guasti dovrebbe essere. veloce, robusto ed esclusivamente automatizzato. veloce, robusto e in grado di rilevare guasti non previsti. veloce anche a costo di generare falsi allarmi. veloce, robusto e in grado di fornire informazioni dettagliate ai soli operatori umani.

30.05. In un sistema di diagnosi dei guasti è preferibile. sfruttare ogni tipo di conoscenza pregressa. sfruttare le conoscenze analitiche sul processo, ma non quelle euristiche perché possono aumentare l'incertezza della diagnosi. sfruttare le conoscenze euristiche, ma non quelle analitiche perché complicano la progettazione. non sfruttare le conoscenze sul processo per ridurre la complessità di calcolo.

30.06. Un sistema di diagnosi efficiente richiede sempre una buona rappresentazione della conoscenza, e in tale ottica risulta importante rappresentare in maniera unificata. le uscite. i sintomi. i processi. gli ingressi.

31.01. I classificatori diagnostici sono utilizzati. per catalogare i sintomi in base alla loro pericolosità. per diagnosticare guasti a partire da sintomi dei quali sono ben note le relazioni causali. per diagnosticare guasti a partire da sintomi sui quali non ci sono informazioni a priori. per individuare guasti in processi complessi.

30.02. Il classificatore basato su reti neurali è. preferibile nei casi in cui la distribuzione di probabilità è ignota. sempre preferibile al classificatore polinomiale, anche quando è nota la distribuzione di probabilità dei sintomi ed essa è polinomiale. sempre preferibile al classificatore polinomiale, anche quando è nota la distribuzione di probabilità dei sintomi ed essa è polinomiale. preferibile solo quando le altre tipologie di classificazione falliscono.

31.03. Quali tra i seguenti metodi non è un classificatore. albero decisionale. classificatore Bayesiano. classificatore polinomiale. albero dei guasti.

31.04. I classificatori diagnostici sono utilizzati. per individuare guasti in processi complessi. per diagnosticare guasti a partire da sintomi dei quali sono ben note le relazioni causali. per catalogare i sintomi in base alla loro pericolosità. per diagnosticare guasti a partire da sintomi sui quali non ci sono informazioni a priori.

31.07. In riferimento ai metodi di classificazione per la diagnosi, per utilizzare un classificatore Bayesiano quale delle seguenti affermazioni non è corretta. È necessario il calcolo della densità di probabilità gaussiana. Tutte le altre risposte sono corrette. È necessario il calcolo delle probabilità condizionate. È necessario il calcolo delle probabilità a priori.

31.08 In riferimento ai metodi di classificazione per la diagnosi, le reti neurali MLP. Hanno la capacità di estrapolare decisioni anche quando si lavora su sintomi che ricadono al di fuori del range del set di addestramento. È possibile utilizzare le reti MLP in maniera selettiva per ogni tipologia di fault. È possibile utilizzare le reti MLP non solo per la diagnosi vera e propria, ma anche per generare i sintomi a partire dai segnali di misura. Tutte le risposte sono corrette.

31.09 In riferimento ai metodi di classificazione per la diagnosi, le reti neurali RBF hanno il vantaggio di. Tutte le altre risposte sono corrette. Avere funzioni di attivazione locali. Permettere di interpretare correttamente dati al di fuori del set di addestramento. Gestire problemi con elevata dimensionalità e caratterizzati da set di addestramento poveri di informazioni.

32. 01. Le relazioni causa-effetto tra guasto e sintomo possono essere determinate tramite. reti neurali. un albero decisionale. FTA o ETA. un decisore diagnostico basato su inferenza.

32 02. Nel classificatore bayesiano e geometrico i criteri di valutazione del guasto si basano, rispettivemente, su. minimizzazione della probabilità di guasto (condizionato al set di sintomi) e massimizzazione della distanza (tra sintomo di riferimento e set di sintomi). minimizzazione della probabilità di guasto (condizionata al set di sintomi) e massimizzazione della distanza (tra sintomo di riferimento e set di sintomi). massimizzazione della probabilità di guasto (condizionata al set di sintomi) e massimizzazione della distanza (tra sintomo di riferimento e set di sintomi). massimizzazione della probabilità di guasto (condizionata al set di sintomi) e minimizzazione della distanza (tra sintomo di riferimento e set di sintomi).

32.03. I metodi di inferenza sono tipicamente utilizzati per diagnosticare un fault. sugli attuatori. a partire da un processo sul quale sono note le relazioni di tipo causale. sui sensori. a partire da un processo sul quale non ci sono informazioni.

32.04. Quale tra le seguenti affermazioni è vera?. Le tecniche di classificazione richiedono poco sforzo di progettazione e sono poco trasparenti. Le tecniche di inferenza richiedono un elevato sforzo di progettazione e sono poco trasparenti. Le tecniche di inferenza richiedono poco sforzo di progettazione e sono poco trasparenti. Le tecniche di classificazione richiedono un elevato sforzo di progettazione e sono trasparenti.

35.01. In riferimento alle strutture ridondanti di base, quale delle seguenti affermazioni non è corretta per la ridondanza dinamica cold-standby?. È caratterizzato da transitori di breve durata ma costi operazionali elevate. È richiesta la presenza di un modulo di fault detection. Non richiede un modulo di votazione che confronta i segnali e decide a maggioranza quale tra di essi sia quello corretto. È richiesto un modulo di riconfigurazione per attivare il modulo di standby e disattivare quello non più funzionante.

35.02. La tolleranza ai guasti si ottiene mediante. manutenzione regolare. una diagnostica avanzata dei guasti. utilizzo di componenti tecnicamente all'avanguardia. ridondanza analitica o hardware.

35.03. Lo stadio di degradazione Fail Safe (FS) è tale per cui. è tollerato un solo failure (i.e. il sottosistema rimane operativo dopo il failure di un componente). a prescindere dal numero di failure(s) il sottosistema smette di funzionare. dopo uno (o più) failure(s) dei componenti il sottosistema rimane inattivo. dopo uno (o più) failure(s) dei componenti il sottosistema possiede uno stato sicuro oppure è portato in uno stato sicuro tramite un'azione speciale.

35.04. Un sistema a ridondanza statica con n componenti può tollerare al massimo. (n+1)/2 guasti. n/2 guasti. (n-1)/2 guasti. (n-2)/2 guasti.

35.05. In riferimento alle strutture ridondanti di base, quale delle seguenti affermazioni non è corretta per la ridondanza dinamica hot-standby?. È richiesto un modulo di votazione che confronta i segnali e decide a maggioranza quale tra di essi sia quello corretto. È richiesta la presenza di un modulo di fault detection. È richiesto un modulo di riconfigurazione per attivare il modulo di standby e disattivare quello non più funzionante. Il modulo di standby è sempre attivo.

35.06. In riferimento alle strutture ridondanti di base, quale delle seguenti affermazioni non è corretta?. Tutte le altre risposte sono errate. La ridondanza dinamica necessita di un numero complessivo di moduli inferiore rispetto a quello richiesto dalla ridondanza statica. Il modulo di standby diventa attivo solo dopo il guasto. La ridondanza dinamica necessita di una maggiore capacità di elaborazione dell'informazione.

39.01. La strumentazione utilizzata in automazione industriale è tipicamente classificabile in. sensoristica, attuatori, unità di controllo e supervisione, reti di comunicazione. circuiti di condizionamento del segnale, software, interfacce uomo-macchina. controllo con retroazione, controllo in avanti, supervisione e diagnosi. sensori, attuatori, sistemi di supporto alle decisioni.

39.02. I sensori possono essere definiti come dispositivi che. ricevono uno stimolo e rispondono con un segnale audio. ricevono uno stimolo elettrico e rispondono con un segnale di diversa natura. ricevono uno stimolo e rispondono con un segnale visivo. ricevono uno stimolo e rispondono con un segnale elettrico.

39.05. Indicare quale tra i seguenti sensori non è classificabile come un sensore di Posizione, spostamento e livello: Sensori induttivi. Sensori capacitivi. Sensori termici. Potenziometri.

39.06. Indicare quale tra i seguenti sensori non è classificabile come un sensore di Forza, stress e tattili: Sensori ottici. Estensimetri. Sensori potenziometri. Sensori tattili.

40.01. La risoluzione di un sensore rappresenta. il rapporto tra la variazione della variabile misurata e quella della variabile dell'uscita. il rapporto tra la variazione della variabile di uscita e quella della variabile misurata. la minima variazione della variabile misurata che dà luogo a una variazione rilevabile dell'uscita. la massima precisione raggiungibile.

40.02. La sensibilità di un sensore è definita come. il rapporto tra una variazione della variabile misurata ?u e la corrispondente variazione dell'uscita del sensore ?y. si verificano effetti di usura dovuti all'invecchiamento. il rapporto tra una variazione dell'uscita del sensore ?y e la corrispondete variazione della variabile misurata ?u. la variazione dell'uscita del sensore ?y.

40.03. Per caratteristica statica di un sensore si intende. la relazione che lega l'uscita di un sensore (misura) al suo ingresso (misurando). la relazione che lega l'ingresso del sensore (misurando) all'uscita (misura). la retta che interpola i valori del misurando con quelli della misura. la legge che descrive come varia il comportamento del sensore nel tempo.

40.04. La nonlinearità di un sensore rappresenta. la massima deviazione della caratteristica statica reale dalla sua approssimazione lineare. la caratteristica dinamica. la variazione della variabile misurata ?u. la caratteristica statica al di fuori del punto di lavoro.

40.05. La caratteristica dinamica di un sensore serve a descriverne il comportamento quando. lo stimolo varia con una certa velocità e la misura necessita di un certo tempo (dinamica) per rappresentarlo. la retta che interpola i valori del misurando con quelli della misura. il sensore lavora in continua. si opera al di fuori del punto di lavoro definito nella caratteristica statica.

40.06. Il termine precisione (o ripetibilità) è riferito alla riproducibilità della misura, ovvero esprime. il valore medio di una serie di misure. la dispersione di successive misure dello stesso misurando nelle medesime condizioni. il rapporto tra la variazione dell'ingresso e quella dell'uscita. il rapporto tra la variazione dell'uscita e quella dell'ingresso.

40 07. L'inaccuratezza di un sensore si può esprimere come. la deviazione standard di una serie di misure. la differenza tra il valore vero e la misura da esso più distante. valore esatto del misurando e rumore di misura. la differenza tra il valore vero e la misura da esso più distante, normalizzata sul valore di fondo scala.

40 08. La misura di un sensore è composta da. la massima precisione raggiungibile. valore esatto del misurando e unità di misura. valore stimato del misurando, incertezza e unità di misura. un numero e un simbolo.

41.01. Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. Per misura di spostamento si intende la misura della variazione delle coordinate dell'oggetto (lineari e/o angolari) da un punto ad un altro. Per misura di posizione si intende la misura delle coordinate dell'oggetto (lineari e/o angolari) rispetto ad un riferimento selezionato. I sensori di posizione o spostamento impiegati come sensori di livello sono detti sensori di prossimità. Nel caso in cui l'oggetto fisico da misurare sia una massa liquida, allora i sensori di posizione o spostamento possono essere impiegati per determinare il livello del liquido (o la sua variazione nel tempo).

41.02. A temperatura costante la relazione che in un potenziometro lega la resistenza del conduttore alla sua lunghezza è. esponenziale. quadratica. cubica. lineare.

41.03. Quale tra le seguenti non è una tipica fonte di errore per un sensore di posizione/spostamento di tipo capacitivo?. Peso oggetto. Finitura oggetto. Dimensioni oggetto. Forma oggetto.

41.05. In riferimento ai sensori potenziometrici, indicare quale affermazione non è corretta. Possono essere utilizzati come sensori ad immersione. Sono soggetti a stress meccanico. Possono misurare solo oggetti che si spostano con una velocità bassa. Sono preferibili quando è necessaria un'elevata stabilità alle variazioni ambientali.

42.01. I sensori per la misura di posizione/spostamento ad effetto Hall possono essere: digitali e a triplo livello. analogici e a doppio livello. solo digitali. solo analogici.

42.02. I sensori capacitivi per la misura di posizione/spostamento sono da preferire ai sensori basati su correnti di Foucault ("Eddy Sensor") se. l'ambiente di utilizzo è soggetto a polveri e contaminanti. se lo spessore del materiale da misurare è molto piccolo. se il range operativo di temperature è elevato. se la misura va fatta immergendo la sonda in un liquido.

42.05. In riferimento ai sensori LVDT e RVDT (Linear/Rotary Variable Differential Transformer), quali delle seguenti affermazioni non è corretta?. Consentono di trascurare le isteresi meccaniche e magnetiche. Si basano su un principio di funzionamento che richiede il contatto diretto. Sono caratterizzati da impendenze in uscita di valore molto ridotto. Sopportano rumori ambientali e interferenze.

42.06. Un sensore capacitivo. È basato sui campi magnetici che non risentono di contaminanti non conduttivi. Può essere usato anche in ambienti poco puliti quando si vuole ottenere una misura di posizione o spostamento. Funziona sull'assunzione che la variazione della capacità sia dovuta alla variazione della distanza. Presenta un errore che diminuisce al crescere della costante dielettrica del contaminante.

43.01. I sensori di livello possono essere di tipo full-range o short-range, ovvero. i sensori full-range misurano con continuità il livello del contenuto rispetto allo zero di riferimento, mentre quelli short-range individuano il raggiungimento o meno di un dato livello. i sensori short-range misurano con continuità il livello del contenuto rispetto allo zero di riferimento, mentre quelli full-range individuano il raggiungimento o meno di un dato livello. i sensori short-range sono adatti per misurare livelli bassi, mentre quelli full-range quelli alti. i sensori full-range hanno un campo di misura elevato, mentre quelli short-range un campo di misura ridotto.

43.02. Indicare quale dei seguenti aspetti è un vantaggio dei sensori di livello di tipo tradizionale. Possibilità di trasmettere le informazioni a distanza. Costanti di tempo sufficientemente veloci. Funzionamento a contatto con il liquido. Semplicità di utilizzo e installazione.

43.04. Quali tra le seguenti tipologie di sensore di livello è da preferire se il budget a disposizione è limitato, il materiale di cui si vuole misurare il livello è uniforme e la forma del contenitore sarà soggetta a cambiamento nel tempo?. Laser. Ultrasonori. Capacitivi. A rotazione/pala.

43.05. Se per la misura del livello di un liquido non è possibile il contatto diretto con il sensore, allora è bene escludere sensori di livello: a pala. radar. ottici. ad ultrasuoni.

44.01. In applicazioni critiche che impiegano sensori di prossimità è fondamentale: eliminanre solo i falsi positivi. eliminare sia i falsi negativi sia i falsi positivi. ridurre il più possibile il costo. eliminare solo i falsi negativi.

44.03. I sensori di prossimità ultrasonori sono. preferibili a quelli capacitivi se è necessario un range di misura elevato. preferibili a quelli ottici perché risentono del colore dell'oggetto misurato. preferibili a quelli capacitivi perché il loro range di misura è inferiore. preferibili a quelli capacitivi il sistema da misurare è sottoposto a forti vibrazioni.

44.04. I sensori optoelettronici. individuano la presenza della carica statica trasportata da oggetti in movimento. individuano l'interruzione di un flusso luminoso causata da oggetti in movimento. individuano la riflessione di microonde elettromagnetiche da parte degli oggetti in prossimità del sensore. individuano la variazione nell'illuminazione o nel contrasto ottico nell'area del sensore.

44.05. Indicare quale affermazione non è corretta in riferimento ai sensori di prossimità e rilevamento. Si deve prendere in considerazione la presenza di falsi positivi e falsi negative. È buona norma quella di formare una rete sensoriale distribuita di sensori di prossimità. È buona norma usare all'interno della rete sensoriale distribuita sensori che si basano su principi di funzionamento differenti. È necessario concentrare l'attenzione sui falsi positivi piuttosto che sui falsi negativi.

45.01. Una cella di carico è tipicamente formata da. un ponte estensimetrico. un elemento elastico, un elemento piezoelettrico e un convertitore analogico/digitale. un elemento rigido, un elemento sensibile e un filtro. un elemento elastico, un elemento sensibile e un circuito di condizionamento.

45.02. L'effetto piezoresistivo. consiste in una variazione della resistività del materiale soggetto ad una deformazione meccanica. è un sinonimo dell'effetto piezoelettrico. consiste in una variazione della distribuzione di carica superficiale a seguito di una deformazione meccanica. consiste nella polarizzazione di un pezzo di materiale soggetto a vibrazione.

45.03. Gli estensimetri misurano: la deformazione superficiale di un materiale, in maniera proporzionale alla forza a cui esso è sottoposto e avendo come punto di riferimento l'estensione al momento dell'installazione del sensore. l'estensione di un materiale a prescindere dal punto di applicazione. l'accelerazione. l'estensione di un materiale elastico soggetto alla forza di gravità.

45.06. L'effetto piezoelettrico. consiste nella polarizzazione di un pezzo di materiale soggetto a vibrazione. consiste in una variazione della resistività del materiale soggetto ad una deformazione meccanica. è un sinonimo dell'effetto piezoelettrico. consiste in una variazione della distribuzione di carica superficiale a seguito di una deformazione meccanica.

46.01. Indicare quale dei seguenti requisiti non è richiesto ai sensori tattili in ambito ingegneristico: Il sensore deve idealmente avere un singolo punto di contatto. Le caratteristiche dinamiche del sensore devono essere stabili e a bassa isteresi. La risposta del sensore deve essere perfettamente lineare. Il sensore deve essere in grado di tollerare sovraccarichi accidentali.

46.02. I sensori tattili misurano. il contatto di una persona con la superficie sensorizzata. il contatto, il punto di contatto o lo scivolamento a seguito di un contatto. la posizione del punto di contatto tra la persona e la superficie sensorizzata. lo scivolamento di un oggetto.

46.04. Indicare quale delle seguenti non è corretta per sensori tattili piezoelettrici di tipo attivo. Hanno uno spessore molto ridotto e possono essere assemblati in array per il riconoscimento spaziale degli stimoli tattili. Sono in grado di fornire un'uscita in continua. Richiedono la presenza di una sorgente di energia. Restituiscono una misura proporzionale alla variazione del misurando.

47.01. Quale tra i seguenti metodi non può essere usato per ottenere una misura di pressione?. Azione della pressione sconosciuta su un'area nota e misura dello spostamento risultante. Vibrazione del fluido e misura delle onde di pressione generate. Bilanciamento di una pressione sconosciuta mediante pressione generata da una colonna di liquido di densità nota. Azione della pressione su un materiale elastico noto e misura della deformazione meccanica.

47.02. Per la misura di pressioni di ridotta entità è preferibile usare sensori di tipo. resistivo. capacitivo o induttivo. meccanico. piezoelettrico o piezoresistivo.

47.03. La pressione assoluta. È riferita ad una qualche pressione di riferimento e può essere vista come un caso speciale di pressione differenziale. È misurata rispetto ad una camera a vuoto di riferimento. Nessuna delle altre risposte è corretta. È misurata applicando una pressione ai lati opposti dell'elemento sensibile del sensore.

47.04. La pressione gauge. È riferita ad una qualche pressione di riferimento e può essere vista come un caso speciale di pressione differenziale. Nessuna delle altre risposte è corretta. È misurata rispetto ad una camera a vuoto di riferimento. È misurata applicando una pressione ai lati opposti dell'elemento sensibile del sensore.

47.07. I sensori di pressione a capacità variabile. Forniscono solo misure assolute di pressione. Sono caratterizzati da una bassa dipendenza dalla temperatura. Sono particolarmente efficaci per misure di bassa pressione. Sono caratterizzati da errori di isteresi e non linearità elevati.

48 01. Quali tra i seguenti metodi non è applicabile per la misura di portata con un sensore ad ultrasuoni?. Effetto Doppler. Metodo della misura del tempo di volo. Metodo della misura dello sfasamento. Legge di Faraday.

48.03. La misura della portata di un fluido è di solito fatta mediante sensori che operano una misura indiretta. della velocità del fluido. della conducibilità del fluido. della massa del fluido. della temperatura del fluido.

50.01. Indicare quale tra le seguenti quattro affermazioni è esatta: i sensori propriocettivi restituiscono una misura relativa al sistema di riferimento fisso, mentre quelli eterocettivi restituiscono una misura relativa al sistema di solidale al corpo. i sensori propriocettivi restituiscono una misura del sistema interno, mentre quelli eterocettivi restituiscono una misura del sistema esterno. i sensori propriocettivi restituiscono una misura statica, mentre quelli eterocettivi restituiscono una misura dinamica. i sensori propriocettivi restituiscono una misura relativa al sistema solidale al corpo, mentre quelli eterocettivi restituiscono una misura relativa al sistema di riferimento fisso.

50.02. Il problema della localizzazione di un robot mobile è risolvibile. solo mediante lo SLAM. mediante gli approcci dead reckoning oppure map-based positioning. solo se si conosce la mappa dell'ambiente di lavoro. tramite i soli sensori propriocettivi.

50.03. Il problema della navigazione di un robot mobile è decomponibile nei seguenti sotto problemi: misura dell'accelerazione, della velocità angolare e integrazione sensoriale. localizzazione, definizione dei target e pianificazione della traiettoria. definizione di waypoints, movimentazione e aggiramento degli ostacoli. misura inerziale, misura eterocettiva e integrazione sensoriale.

51.01. Un giroscopio fermo e non dotato di circuito di calibrazione restituisce una misura pari a. un valore casuale. 9_81 m/s2. 0 º/s. la velocità di rotazione della terra.

51.02. I giroscopi laser e a fibra ottica hanno tipicamente prestazioni. peggiori delle altre tipologie di giroscopi ma un prezzo più basso. migliori delle altre tipologie di giroscopi ma un prezzo elevato. simili ai giroscopi meccanici. simili ai giroscopi MEMS.

51.04. I giroscopi misurano. lo spostamento angolare. il jerk angolare. l'accelerazione angolare. la velocità angolare.

52.01. Per sensibilità trasversa di un accelerometro si intende. la sensibilità in caso di errato posizionamento dell'accelerometro. la sensibilità lungo un asse ortogonale a quello principale di misura <no test>. la sensibilità al netto del contributo di rumore. la derivata temporale della sensibilità.

52.02. La risposta in frequenza di un accelerometro è tipicamente caratterizzata da. un picco in concomitanza della frequenza di taglio. un tratto a modulo costante indipendente dalla frequenza, tra la frequenza di taglio e quella di risonanza. un unico tratto a modulo decrescente. un tratto periodico tra la frequenza di taglio e quella di risonanza.

52.04. La risposta in frequenza di un accelerometro è tipicamente caratterizzata da. un unico tratto a modulo costante indipendente dalla frequenza. un unico tratto a modulo crescente. un unico tratto a modulo decrescente. un picco in concomitanza della frequenza di risonanza.

52.03. Gli accelerometri misurano. velocità lineare. jerk lineare. accelerazione lineare. spostamento lineare.

53.01. I sistemi di posizionamento globale permettono di calcolare la posizione di un ricevitore sul globo terrestre mediante. calcolo dello pseudo-angolo e triangolazione. calcolo della pseudo-distanza e trilaterazione. calcolo della potenza del segnale fornito. calcolo delle effemeridi e filtro di Kalman.

53.02. I sistemi di posizionamento globale di tipo differenziale. sono più incerti dei sistemi tradizionali, ma necessitano di strumentazione meno complessa. sono meno incerti dei sistemi tradizionali, ma necessitano di una lettura accurata proveniente da una stazione di riferimento. hanno la stessa incertezza nella misura rispetto ai sistemi di posizionamento globale. sono meno incerti dei sistemi tradizionali perché calcolano la derivata della posizione.

53.03. Quale tra i seguenti non è un Global Navigation Satellite Systems (GNSS)?. RTK. NAVSTAR GPS. BEIDOU/COMPASS. GALILEO.

53.04. Il NAVSTAR GPS è composto da tre segmenti, ovvero. spaziale, terrestre e lunare. spaziale, utente e di controllo. terrestre globale, terrestre locale e utente. radio, elettronico e meccanico.

53.05. Le effemeridi contengono informazioni su. posizione e il tempo in cui il satellite si è trovato, si trova e si troverà nell'arco di 24 h - 7 giorni. l'errore casuale che affligge la misura del tempo di volo. l'offset di misura dovuto alla correzione relativistica. l'offset di misura dovuto alla velocità di rotazione della terra.

53.06. Il numero minimo di satelliti che devono essere riconosciuti da un dispositivo NAVSTAR GPS per una corretta localizzazione tridimensionale è. 5. 3. 2. 4.

54.01. Per Angle Random Walk (ARW) si intende. l'offset di misura dovuto alla velocità di rotazione della terra. l'errore casuale che affligge la misura del giroscopio. l'angolo acquisito da un giroscopio in un esperimento di movimentazione (walk) casuale (random). la deviazione standard che avrà la stima dell'angolo, eseguita mediante la sola integrazione del segnale di velocità angolare, dopo un'unità di tempo.

54.02. La configurazione skewed ("inclinata") prevede la collocazione di giroscopi e accelerometri su un cono inclinato di un certo angolo rispetto al corpo, e non è adottata. in caso di giroscopi con basse prestazioni. se si conosce con esattezza l'angolo di inclinazione dei sensori. quando si vuole garantire tolleranza ai guasti. se si vogliono misurare velocità angolari al di fuori del range di misura dei giroscopi adottati.

54.03. Le unità di misura inerziali di tipo MEMS sono caratterizzate da accelerometri e giroscopi in configurazione. strapdown. in parallelo. in serie. a cascata.

54.05. Un Inertial Navigation System (INS) è composto da. accelerometri e giroscopi che forniscono misure raw. cluster di sensori, elettronica di supporto, computer di geolocalizzazione. cluster di sensori, elettronica di supporto, computer d'assetto e computer di navigazione. cluster di sensori, computer d'assetto, computer di navigazione e sistema di posizionamento globale.

55.01. Le più diffuse tecniche di misura mediante laser sono basate su. minimizzazione della correlazione, massimizzazione del risparmio energetico. calcolo della potenza di emissione, calcolo dell'angolo di rifrazione. trilaterazione, calcolo del crosstalk. triangolazione, calcolo del tempo di volo, modulazione di fase, modulazione di frequenza.

55.02. Un sensore laser è tipicamente impiegato per. indicare un punto dello spazio. misurare la velocità con cui l'emettitore si muove. misurare la distanza tra l'emettitore e gli oggetti che si trovano all'interno di un cono di visione predefinito. valutare la tipologia di materiali colpite dal fascio di scansione.

55.03. La misura di un laser rangefinder non è influenzata da. la distanza alla quale si trova l'oggetto da misurare, fino a che rientra nel cono di scansione. la tipologia del materiale colpito dal fascio di scansione. l'angolo di inclinazione tra il materiale e il fascio di scansione. il colore del materiale colpito dal fascio di scansione.

55.04. In un sensore laser basato su triangolazione il range di misura è correlato a. lo spessore della lente. la distanza alla quale si trova l'oggetto da misurare, fino a che rientra nel cono di scansione. il numero di pixel del CCD. la dimensione del CCD.

55.05. In un sensore laser basato su triangolazione la risoluzione di misura è correlata a. lo spessore della lente. la dimensione del CCD. il numero di pixel del CCD. la distanza alla quale si trova l'oggetto da misurare, fino a che rientra nel cono di scansione.

55.06. Un sensore laser basato su misura del tempo di volo è preferibile se. non ci sono ostacoli tra il sensore e l'oggetto da misurare. il range di misura richiesto è elevato. il range di misura richiesto è piccolo e l'accuratezza è elevata. la velocità di propagazione non dipende dal mezzo trasmissivo.

56. 01. Un sensore sonar deve essere posto oltre una distanza minima dal materiale da misurare, in quanto. il tempo di commutazione dallo stato di trasmissione a quello di ricezione non è istantaneo. non deve influenzare il materiale da misurare. l'onda sonora non riesce a riflettersi in spazi ridotti. potrebbe risentire di effetti di cross-talk.

56.02. La misura di distanza ottenuta mediante tecnologia sonar. non è influenzata dal mezzo trasmissivo. è mediamente meno accurata di quella ottenuta mediante tecnologia laser. è mediamente più accurata di quella ottenuta mediante tecnologia laser. non è influenzata dalla velocità di commutazione del trasduttore sonoro.

57.01. La mappatura tra l'immagine del mondo reale e quella ottenuta su una matrice di pixel mediante fotocamera digitale può essere descritta tramite tre passaggi in successione ordinata, ovvero. traslazione, rotazione e matching. calibrazione e matching. rototraslazione, prospettiva e calibrazione. nessuna delle altre combinazioni.

57.02. Il matching è una procedura. di riconoscimento di uno specifico oggetto (o caratteristica di un oggetto) a partire dai dati acquisiti mediante un sistema di visione. di localizzazione. che associa due oggetti tra loro simili. di navigazione.

59.01. Per "condizionamento del segnale" si intende. la tecnica che trasforma un segnale analogico in un segnale digitale. il processamento del segnale in un circuito logico condizionale. l'insieme degli stadi che hanno lo scopo di trasformare il segnale proveniente dal sensore in un segnale equivalente di formato compatibile con il dispositivo di processamento. la procedura mediante la quale un segnale può essere "condizionato", cioè forzato ad avere un valore desiderato.

59.02. Quali tra le seguenti funzioni non può essere realizzata da un circuito di amplificazione per il condizionamento dei segnali?. Adattare l'impedenza di un sensore a quella dell'interfaccia. Migliorare il rapporto segnale-rumore. Incrementare l'intensità del segnale in ingresso. Adattare il formato analogico del segnale a quello digitale.

60.01. Un generatore di corrente è un dispositivo che possiede le seguenti caratteristiche. elevata resistenza di uscita e ingresso di controllo per la generazione di correnti di forma e ampiezza desiderate. monopolarità e bipolarità. resistenza in uscita e tensione ammissibile. elevata resistenza di ingresso e uscita di controllo per la generazione di correnti di forma e ampiezza desiderate.

62.01. Per minimizzare l'effetto di disturbi additivi su un dispositivo di misura è possibile adottare. un filtro a banda stretta. un collegamento di tipo raziometrico. un collegamento a ponte. un collegamento di tipo differenziale.

62.02. Lo "zero vivo" di un segnale consiste. in un valore minimo (lo zero) variabile nel tempo. nell'avere un valore minimo ammissibile diverso da zero, in modo tale da poter distinguere l'interruzione del circuito dal segnale nullo. in un valore di soglia oltre il quale scatta un allarme di funzionamento. nell'avere un valore massimo ammissibile diverso da zero, in modo tale da poter utilizzare una scala di riferimento negativa.

62.03. I segnali standard provenienti dai sensori per l'automazione. viaggiano su doppino di rame con correnti variabili tra 4 e 20 mA. viaggiano su doppino di rame con correnti variabili tra 0 e 20 mA. viaggiano su connessioni a 4 o a 6 fili con correnti variabili tra 4 e 20 A. viaggiano su bus digitali.

62.04. Per minimizzare l'effetto di disturbi moltiplicativi su un dispositivo di misura è possibile adottare. un collegamento di tipo differenziale. un collegamento di tipo raziometrico. un filtro a banda stretta. un collegamento a ponte.

63.01. Le reti per il controllo. consentono di realizzare le comunicazioni tra dispositivi di controllo e sensori ed attuatori "intelligenti", ovvero dotati di una interfaccia di rete e di un minimo di capacità di elaborazione. assicurano la comunicazione tra i dispositivi dedicati al controllo e alla supervisione degli impianti. assicurano la comunicazione tra i dispositivi dedicati al controllo e quelli dedicati alla gestione dello stabilimento e dell'azienda. servono per collegare l'azienda ad internet.

63.02. Le reti per il campo. consentono di realizzare le comunicazioni tra dispositivi di controllo e sensori ed attuatori "intelligenti", ovvero dotati di una interfaccia di rete e di un minimo di capacità di elaborazione. assicurano la comunicazione tra i dispositivi dedicati al controllo e alla supervisione degli impianti. assicurano la comunicazione tra i dispositivi dedicati al controllo e quelli dedicati alla gestione dello stabilimento e dell'azienda. servono per collegare l'azienda ad internet.

63.03.Le reti per l'informazione. consentono di realizzare le comunicazioni tra dispositivi di controllo e sensori ed attuatori "intelligenti", ovvero dotati di una interfaccia di rete e di un minimo di capacità di elaborazione. assicurano la comunicazione tra i dispositivi dedicati al controllo e alla supervisione degli impianti. assicurano la comunicazione tra i dispositivi dedicati al controllo e quelli dedicati alla gestione dello stabilimento e dell'azienda. servono per collegare l'azienda ad internet.

63.04. I DCS (Distributed Control Systems) sono impiegati per. sistemi di piccole dimensioni con poche variabili di processo. centralizzare lo sforzo di calcolo su un singolo elaboratore. sistemi di grandi dimensioni con numerose variabili di processo. sostituire i PID e i PLC nelle applicazioni in tempo reale.

63.09. Gli SCADA (Supervisory Control And Data Acquisition) non supportano. lo scambio di dati con i pacchetti di analisi ed elaborazione più diffusi sui PC. le funzioni di controllo e supervisione. le funzioni di acquisizione dati e la loro archiviazione. l'elaborazione in tempo reale per il controllo di basso livello.

64.01. Uno smart sensor è un sensore. in grado di eseguire direttamente operazioni di elaborazione e trattamento del segnale. che fornisce un'uscita analogica nel range 4-20 mA. che supporta il protocollo HART. usato per applicazioni smart.

64.02. Il protocollo HART (Highway Addressable Remote Transducer) permette di. sovrapporre al segnale analogico nel campo 4-20 mA un segnale digitale ausiliario sotto forma di sinusoidi di frequenza diversa. modulare il segnale con una portante sinusoidale in modo da facilitare la trasmissione. convertire il segnale analogico dei sensori in un segnale digitale trasmissibile su doppino intrecciato. trasferire contenuti digitali con elevato bit-rate.

64.03. Il FOUNDATION Fieldbus è una rete di campo costituita da. un unico livello concepito espressamente per sostituire i collegamenti analogici 4 ÷ 20 mA. un unico livello concepito per la comunicazione digitale e basato su standard ethernet. componenti multistandard. un livello H1 a 31,25 kbit/s dedicato all'interconnessione dei dispositivi di campo e un livello HSA 100 Mbit/s dedicato all'intergrazione di sistemi a più alta complessità e prestazioni.

Una look-up table prevede l'interpolazione per ottenre il dato più vicino a quello teoricamente richiesto. Indicare quale dei seguenti punti della procedura di interpolazione è errato. si calcolano le 4 aree interpolanti. si posizionano sull agriglia di riferimento le 2 misure per cui si vuole ricavare il valore desiderato. si calcola la media dei valori di altezza di ognuno dei 4 punti e lo si pesa con il valore delle aree omologhe calcolate al punto precedente. si ricavano gli indici dei 4 dati puntuali più vicini al punto richiesto.

Se ho un sensore molto rumoroso a più ingressi e a più uscite è preferibile generare residui mediante. filtro di kalman. equazioni di parità con modello a funzione di trasferimento. osservatore dello stato. equazione di parità con modello in spazio di stato.

I criteri più usati nella PCA per adottare un criterio per la scelta delle componenti principali sono: Kaiser, Cattel scree e percentuale cumulativa. Kaiser, feature selection e percentuale distribuita. Kaiser, Volterra e bilineare. Kaiser, inferenza fuzzy e neurale.

La PCA può essere applicata in campo diagnostico facendo uso di 3 diversi schemi. Indicare quale tra i seguenti non è usato con la PCA. costruzione di residui a partire dalle variabili artificiali;. costruzione di residui a partire dalle variabili artificiali trasformate nel dominio originale;. confronto tra variabili artificiali trasformate nel dominio originale e variabili originali;. confronto tra variabili stimate e variabili misurate.

Nella fase di apprendimento o addestramento (learning or training phase) il classificatore. genera la misura del fault per ogni classe. genera il vettore dei sintomi di riferimento a partire dalla conoscenza della classe di fault associata. opera un confronto tra il vettore dei sintomi e il vettore dei sintomi di riferimento. separa le misure affette da guasto da quelle fault-free.

La ridondanza dinamica hot standby differisce da quella cold standby per. un minor tempo di riconfigurazione a seguito di un guasto. l’assenza del modulo di riconfigurazione. la presenza di un modulo diagnostico e un maggior numero di switch. l’assenza del modulo diagnostico.

Un sensore tattile dovrebbe avere le seguenti caratteristiche. area di alcuni mm2, banda minima di circa 100Hz e spessore inferiore al mm. area di alcuni mm2, banda minima di circa 1Hz e caratteristica statica lineare. area di alcuni mm2, banda minima di circa 100Hz ed elevata isteresi. area di alcuni cm2, banda minima di circa 100Hz e una sensibilità tra gli 0_4 e i 10 N.

Gli oscillatori sono generatori di segnali elettrici variabili, composti essenzialmente da. un circuito con uno stadio di guadagno, una nonlinearità e un feedback positivo. un op-amp, una rete RC e una retroazione. un amplificatore, una nonlinearità e un feedback negativo. un circuito lineare.

La conversione A/D del segnale fornito da un sensore è tipicamente necessaria perché. il solo modo di inviare il segnale al sistema di controllo è mediante un bus digitale. l’elaborazione avviene di solito mediante un sistema digitale. non è possibile controllare un sistema in maniera del tutto analogica. gli attuatori usati in automazione accettano solo ingressi digitali.

Il convertitore A/D più impiegato nella sensoristica è di tipo. ad approssimazioni successive. dual slope. VF a bilanciamento di carica. VF a multivibratore.

il modello ISO-OSI è. un modello di riferimento per la configurazione della tipologia di rete. un modello concettuale dei sistemi di comunicazione che organizza le funzioni di un generico sistema di comunicazione in 7 livelli. un modello concettuale dei sistemi di comunicazione che organizza le funzioni di un generico sistema di comunicazione in 5 livelli. il modello di riferimento per i sensori che forniscono un uscita analogica nel range 4-20mA.

una rete dati per l'automazione di campo ha una topologia tipicamente a. bus. anello. strella. ibrida.

le valvole di regolazione consentono di. modulare con continuità la portata di un fluido nella tubazione in sui sono inserite. limitare la pressione nei circuiti idraulici. controllare il flusso di liquido mediante apertura e chiusura on/off. regolare il livello di un circuito idraulico.

le pompe centrifughe servono a. aumentare il carico totale incrementando la velocità e/o la pressione del fluido. creare una variazione del volume (e quindi della pressione) di fluido all'interno di una camera. miscelare il fluido. trasportare il fluido da una parte all'altra di un circuito idraulico.

le pompe volumetriche servono a. aumentare il carico totale incrementando la velocità e/o la pressione del fluido. creare una variazione del volume (e quindi della pressione) di fluido all'interno di una camera. miscelare il fluido. trasportare il fluido da una parte all'altra di un circuito idraulico.

l'equazione di Bernoulli esprime la conversione della somma dell'energia cinetica, potenziale e di pressione, al variare della quota del condotto. Come viene chiamata questa quantità che si conserva?. Portata. Prevalenza. Carico idraulico. Cavitazione.

in una macchina idraulica si definisce prevalenza la differenza di. portata tra la flangia di aspirazione e quella di mandata. pressione tra la flangia di aspirazione e quella di mandata. carico idraulico tra la flangia di mandata e quella di aspirazione. velocità tra la flangia di mandata e quella di aspirazione.

quale dei seguenti componenti non fa parte di un motore elettrici a collettore in cc?. rotatore. circuito di commutazione elettronica. circuito di armatura. circuito di eccitazione.

in un motore elettrico a collettore in cc ci sono 4 variabili elettriche, di cui. solo tre possono essere impiegate come variabili di controllo. solo due possono essere impiegate come variabili di controllo. solo una puo essere impiegata come variabile di controllo. solo due possono essere impiegate come variabili di controllo, a patto che esse siano relative a diversi avvolgimenti.

in un motore brushless il modulo elettrico. è dipiu semplice implementazione rispetto ad un collettore elettro-meccanico. svolge la stessa funzione realizzata dalle spazzole di un motore a commutazione meccanica. ha una complessità indipendente dal numero delle fasi. è il componente più soggetto a usura.

quale dei seguenti fenomeni tipici di un motore elettrico a collettore non è eliminabile con un motore brushless. produzione di scintille durante la commutazione da una lamella all'altra. perdite meccaniche dovute all'attrito durante la commutazione. bassa ondulazione della coppia motrice della posizione del rotore. perdite elettriche causate dalla caduta di tensione di contatto tra la spazzola e il collettore.

i motori passa-passo fanne parte, insieme ai motori brushless, della categoria dei motori elettrici a commutazione elettronica tuttavia i campi applicativi e le modalità di funzionamento del passa-passo differiscono molto da quelle del motore di brushless, lo "scopo" del motore passa-passo è infatti quello di. ridurre il passo si un motore a collettore. realizzare movimenti di tipo incrementale. pilotare, per passi, un motore brushless propriamente detto. realizzare movimenti continui.

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