Tecnologie dei materiali
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Title of test:![]() Tecnologie dei materiali Description: Di pompeo |




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Attraverso la regola della leva, determinare la frazione di peso della fase solida della lega alla temperatura T3: 0.67. 70. 0.52. 30. Il C, nel reticolo del Fe, si comporta come: atomo sostituzionale. atomo interstiziale. dislocazione. vacanza. Le proprietà al flusso plastico di un acciaio al carbonio sono state valutate attraverso una prova di trazione su un provino a sezione circolare di diametro di 8 mm e lunghezza utile di 60 mm. Tale prova ha fornito un valore di lunghezza finale pari a 80 mm e una forza finale di 500 Kg. Si chiede di determinare il valore della tensione reale alla fine della prova. 130.11. 543.6. 206.78. 331.28. Le proprietà al flusso plastico di un acciaio al carbonio sono state valutate attraverso una prova di trazione su un provino a sezione circolare di diametro di 15 mm e lunghezza utile di 60 mm. Tale prova ha fornito un valore di allungamento pari a 20 mm e una forza finale di 50.5 kN. Si chiede di determinare il valore della deformazione reale alla fine della prova. 0.19. 0.29. 0.43. 0.64. Nella prova di Charpy. Si misura lo snervamento del materiale metallico. Si ottiene sempre una superficie di frattura fragile. Si sfrutta l'energia potenziale e cinetica del pendolo. Si verifica la resistenza a fatica del materiale. Si ottiene una struttura lamellare costituita da ferrite α e cementite, chiamata perlite, quando: un acciaio eutettoidico viene riscaldato e mantenuto per un tempo sufficiente a circa 750 °C e poi raffreddato in acqua. un acciaio ipoeutettoidico viene austenitizzato e temprato in acqua. un acciaio ipereutettoidico viene austenitizzato e poi temprato in acqua. un acciaio eutettoidico viene riscaldato e mantenuto per un tempo sufficiente a circa 750 °C e poi raffreddato lentamente. Nel punto l del diagramma di figura, quali sono le percentuali in peso di stagno rispettivamente nella fase α e nel liquido?. 61% in α e 40% in L. 19% in α e 61% in L. 61% in α e 19% in L. 19% in α e 98% in L. L'orbitale mostrato in figura è: un orbitale s. un orbitale p. un orbitale f. un orbitale d. Il numero di elettroni che possiamo trovare in ogni livello è: 2n. 2l^2. 2n^2. 2n^3. L'orbitale mostrato in figura è: un orbitale d. un orbitale f. un orbitale p. un orbitale s. L'orbitale mostrato in figura è: un orbitale d. un orbitale s. un orbitale p. un orbitale f. Determinare la configurazione elettronica dell'atomo di Silicio (Si, numero atomico 14). 1s^2 2s^2 2p^6 3s^2. 1s^2 2s^2 2p^6 3s^2 3p^2. 1s^2 2s^2 2p^6 3s^2 3p^1. 1s^2 2s^2 2p^6 3s^2 3p^3. Se n=3, è possibile avere: 4 orbitali. 1 orbitale. 16 orbitali. 9 orbitali. Determinare la configurazione elettronica dell'atomo di ossigeno (O, numero atomico 8). 1s^2 2s^2 2p^2 3s^2. 1s 2s 2p 3s 3p 4s 3d 4p. 1s^2 2s^2 2p^4. 1s^4 2s^4. Il principio di esclusione di Pauli afferma che: in un orbitale non si possono trovare più di tre elettroni. gli elettroni si dispongono prima singolarmente negli orbitali con lo stesso contenuto energetico e, solo quando non ci sono altri orbitali degeneri liberi, accettano di occupare gli orbitali già mezzo riempiti. ogni elettrone viene aggiunto progressivamente ed entra nell'orbitale del livello e del sottolivello energetico più basso disponibile. due elettroni in un atomo non possono avere mai tutti e quattro i numeri quantici uguali. Il principio di Aufbau afferma che: gli elettroni si dispongono prima singolarmente negli orbitali con lo stesso contenuto energetico e, solo quando non ci sono altri orbitali degeneri liberi, accettano di occupare gli orbitali già mezzo riempiti. in un orbitale non si possono trovare più di tre elettroni. due elettroni in un atomo non possono avere mai tutti e quattro i numeri quantici uguali. ogni elettrone viene aggiunto progressivamente ed entra nell'orbitale del livello e del sottolivello energetico più basso disponibile. Quale è il numero quantico secondario di un elettrone contenuto in un orbitale 3p?. è 3. è 2. è 1. può assumere tutti i valori interi compresi tra 0 e 2. Determinare la configurazione elettronica dell'atomo di argon (Ar, numero atomico 18). 1s^2 2s^2 2p^6 3s^2 3p^6. 1s^2 2s^2 2p^6 3s^2 4s^6. 1s^2 2s^2 3s^6 2p^6 3p^2. 1s^2 2s^2 2p^6 3s^3 3p^5. Il secondo numero quantico può assumere i valori: 0, 1, 2, 3,..., (n-1). -l, ..., 0, ..., l. 1, 2, 3, ecc. -1/2, +1/2. Se n=4, è possibile avere: 9 orbitali. 1 orbitale. 16 orbitali. 4 orbitali. Se n=2, è possibile avere: 1 orbitale. 16 orbitali. 4 orbitali. 9 orbitali. Il primo numero quantico può assumere i valori: 1, 2, 3, ecc. 0, 1, 2, 3,..., (n-1). -1/2, +1/2. -l, ..., 0, ..., l. Determinare la configurazione elettronica dell'atomo di magnesio (Mg, numero atomico 12). 1s^2 2s^2 3s^2 2p^5 3p. 1s^2 2s^2 2p^5 3s^3. 1s^2 2s^2 2p^6 3s 3p. 1s^2 2s^2 2p^6 3s^2. Determinare la configurazione elettronica dell'atomo di alluminio (Al, numero atomico 13). 1s^2 2s^2 3s^2 2p^7. 1s^2 2s^2 2p^6 3s 3p^2. 1s^2 2s^2 2p^6 3s^3. 1s^2 2s^2 2p^6 3s^2 3p^1. Il secondo numero quantico, indicato con la lettera l, stabilisce: la forma dell'orbitale. il momento angolare. l'orientamento dell'orbitale. il livello di energia. Il terzo numero quantico può assumere i valori: -1/2, +1/2. 1, 2, 3, ecc. -l, ..., 0, ..., l. 0, 1, 2, 3,..., (n-1). Il quarto numero quantico, indicato con la lettera ms, stabilisce: l'orientamento dell'orbitale. la forma dell'orbitale. il momento angolare. il livello di energia. La regola di Hund afferma che: in un orbitale non si possono trovare più di tre elettroni. gli elettroni si dispongono prima singolarmente negli orbitali con lo stesso contenuto energetico e, solo quando non ci sono altri orbitali degeneri liberi, accettano di occupare gli orbitali già mezzo riempiti. ogni elettrone viene aggiunto progressivamente ed entra nell'orbitale del livello e del sottolivello energetico più basso disponibile. due elettroni in un atomo non possono avere mai tutti e quattro i numeri quantici uguali. Gli orbitali sono chiamati degeneri se: differiscono tra loro solo per il valore di n. differiscono tra loro solo per il valore di ms. differiscono tra loro solo per il valore di l. differiscono tra loro solo per il valore di m. L'orbitale mostrato in figura è: un orbitale d. un orbitale p. un orbitale f. un orbitale s. Elementi elettropositivi: hanno natura non metallica. accettano elettroni nelle reazioni chimiche. producono anioni. producono ioni positivi. Nella tavola periodica degli elementi, le colonne del blocco evidenziato in figura corrispondono al sottolivello atomico: d. s. f. p. Nella tavola periodica degli elementi: l'atomo di argento (Ag) ha dimensioni maggiori rispetto all'atomo di oro (Au). l'atomo di zolfo (S) ha dimensioni maggiori rispetto all'atomo del polonio (Po). l'atomo di neon (Ne) ha dimensioni maggiori rispetto all'atomo del carbonio (C). l'atomo di cromo (Cr) ha dimensioni maggiori rispetto all'atomo di rame (Cu). Nella tavola periodica degli elementi: l'atomo di cromo (Cr) ha dimensioni maggiori rispetto all'atomo di molibdeno (Mo). l'atomo di titanio (Ti) ha dimensioni maggiori rispetto all'atomo di scandio (Sc). l'atomo di argento (Ag) ha dimensioni minori rispetto all'atomo di rame (Cu). l'atomo di titanio (Ti) ha dimensioni minori rispetto all'atomo di potassio (K). Nella tavola periodica degli elementi, le colonne del blocco evidenziato in figura corrispondono al sottolivello atomico: d. p. f. s. Nella tavola periodica degli elementi, le colonne del blocco evidenziato in figura corrispondono al sottolivello atomico: d. f. s. p. Elementi elettronegativi: producono cationi. producono ioni positivi. hanno natura non metallica. liberano elettroni nelle reazioni chimiche. L'elettronegatività: esprime la tendenza, da parte degli atomi dei vari elementi, ad respingere a sé gli elettroni messi in comune con altri atomi per raggiungere la stabilità. esprime la tendenza, da parte degli atomi dei vari elementi, ad attrarre a sé i protoni messi in comune con altri atomi per raggiungere la stabilità. esprime la tendenza, da parte degli atomi dei vari elementi, ad attrarre a sé gli elettroni messi in comune con altri atomi per raggiungere la stabilità. esprime la tendenza, da parte degli atomi dei vari elementi, ad attrarre a sé i neutroni messi in comune con altri atomi per raggiungere la stabilità. Un atomo di sodio e un atomo di cloro formano: un legami ionico. un legame metallico. un legame di van derWaals. un legame covalente. E' un legame atomico primario: il legame a dipolo fluttuante. il legame a a dipolo permanente. il legame di van derWaals. il legame covalente. Un metallo e un non metallo formano: un legame covalente. un legame di van derWaals. un legame metallico. un legame ionico. Due atomi di idrogeno formano: un legame metallico. un legame di van derWaals. un legame covalente. un legami ionico. E' un legame atomico secondario: il legami ionico. il legame metallico. il legame di van derWaals. il legame covalente. E' un legame atomico secondario: il legame metallico. il legame a dipolo fluttuante. il legami ionico. il legame covalente. E' un legame atomico secondario: il legami ionico. il legame metallico. il legame a a dipolo permanente. il legame covalente. E' un legame atomico primario: il legame a dipolo fluttuante. il legame di van derWaals. il legame metallico. il legame a a dipolo permanente. E' un legame atomico primario: il legame a a dipolo permanente. il legami ionico. il legame a dipolo fluttuante. il legame di van derWaals. Il legame metallico: si può formare tra atomi con piccole differenze di elettronegatività. si ha nei metalli solidi. si possono formare tra elementi molto elettropositivi ed elementi molto elettronegativi. si può formare tra atomi che sono lontani l'uno all'altro nella tavola periodica. Il legame covalente: si può formare tra atomi che sono lontani l'uno all'altro nella tavola periodica. si può formare tra atomi con piccole differenze di elettronegatività. si possono formare tra elementi molto elettropositivi ed elementi molto elettronegativi. si ha nei metalli solidi. Il calore di fusione: è la quantità di calore che deve essere fornita al sistema affinché questo passi tutto dallo stato solido allo stato liquido. è indipendente dalla quantità di sostanza sottoposta al processo di riscaldamento. è la temperatura a cui inizia la liquefazione del solido. è la quantità di calore che deve essere fornita al sistema affinché questo passi tutto dallo stato liquido allo stato vapore. La legge di Boyle è: è una legge isoterma. è una legge isocora. la legge dei gas reali. è una legge isobara. Il calore di solidificazione: è la quantità di calore che deve essere fornita al sistema affinché questo passi tutto dallo stato liquido allo stato vapore. è la quantità di calore che deve essere fornita al sistema affinché questo passi tutto dallo stato solido allo stato liquido. è la quantità di calore che deve essere sottratta al sistema affinché questo passi tutto dallo stato liquido allo stato solido. è la quantità di calore che deve essere sottratta al sistema affinché questo passi tutto dallo stato vapore allo stato liquido. La legge di Boyle è: V/T=costante. P*V=costante. P*V=nRT. P/T=costante. Il calore di ebollizione: è la quantità di calore che deve essere fornita al sistema affinché questo passi tutto dallo stato solido allo stato liquido. cresce linearmente con il tempo. è indipendente dalla quantità di sostanza sottoposta al processo di riscaldamento. è la quantità di calore che deve essere fornita al sistema affinché questo passi tutto dallo stato liquido allo stato vapore. Il calore di condensazione: è indipendente dalla quantità di sostanza sottoposta al processo di raffreddamento. è la quantità di calore che deve essere fornita al sistema affinché questo passi tutto dallo stato solido allo stato liquido. è la quantità di calore che deve essere fornita al sistema affinché questo passi tutto dallo stato liquido allo stato vapore. è la quantità di calore che deve essere sottratta al sistema affinché questo passi tutto dallo stato vapore allo stato liquido. Nella struttura CFC si ha: la presenza di 2 atomi per cella elementare. l'atomo centrale circondato da sei atomi. il fattore di compattazione atomica pari a 0.70. il numero di coordinazione pari a 12. Nella struttura EC si ha: l'atomo centrale circondato da sei atomi. il numero di coordinazione pari a 12. la presenza di 2 atomi per cella elementare. il fattore di compattazione atomica pari a 0.70. Nella struttura CCC si ha: il fattore di compattazione atomica pari a 0.68. il 74% del volume della cella elementare occupato dagli atomi. l'atomo centrale circondato da dodici atomi. si ha lo stesso numero di coordinazione della struttura EC. Nella struttura CFC si ha. il fattore di compattazione atomica pari a 0.68. l'atomo centrale circondato da otto atomi. il 68% del volume della cella elementare occupato dagli atomi. si ha lo stesso numero di coordinazione della struttura EC. Due elementi si definiscono amorfi se: esistono in più di una forma cristallina. presentano proprietà che dipendono dalla direzione lungo la quale vengono valutate. presentano proprietà uguali in tutte le direzioni. presentano un mancato ordine a lungo raggio nella loro struttura atomica. Due elementi si definiscono allotropi se: presentano proprietà uguali in tutte le direzioni. presentano proprietà che dipendono dalla direzione lungo la quale vengono valutate. presentano un mancato ordine a lungo raggio nella loro struttura atomica. esistono in più di una forma cristallina. Il valore della densità atomica volumetrica del metallo è: il rapporto tra il numero equivalente di atomi i cui centri sono tagliati dall'area in esame e l'area selezionata. il rapporto tra il numero equivalente di atomi i cui centri sono tagliati dall'area in esame e la lunghezza della linea considerata. il rapporto tra la massa della cella elementare e il suo volume. il rapporto tra il numero di diametri intersecati dalla linea considerata e la lunghezza della linea considerata. Il valore della densità planare del metallo è: il rapporto tra il numero di diametri intersecati dalla linea considerata e la lunghezza della linea considerata. il rapporto tra il numero equivalente di atomi i cui centri sono tagliati dall'area in esame e l'area selezionata. il rapporto tra il numero di diametri intersecati dalla linea considerata e l'area selezionata. il rapporto tra la massa della cella elementare e il suo volume. Il valore della densità atomica lineare del metallo è: il rapporto tra il numero equivalente di atomi i cui centri sono tagliati dall'area in esame e l'area selezionata. il rapporto tra il numero di diametri intersecati dalla linea considerata e la lunghezza della linea considerata. il rapporto tra la massa della cella elementare e la sua area. il rapporto tra la massa della cella elementare e il suo volume. La figura seguente mostra: una vacanza. una dislocazione a spigolo. una dislocazione a vite. una dislocazione di tipo misto. E' un difetto planare: la vacanza. la dislocazione. il bordo di grano. l'interstiziale. Il difetto di punto è: costituito da un sito atomico dal quale un atomo è assente. come una bolla nel metallo originata dalla presenza di gas. la dislocazione. una struttura solida alberiforme. La figura seguente mostra: una vacanza. una dislocazione a vite. una dislocazione di tipo misto. una dislocazione a spigolo. La figura seguente mostra: una dislocazione a vite. una vacanza. una dislocazione a spigolo. una dislocazione di tipo misto. Si consideri l'applicazione della regola delle fasi di Gibbs al diagramma della lega binaria isomorfa Cu-Ni. In corrispondenza del punto A, punto di fusione del componente puro (vedi figura), il numero dei gradi di libertà V è: 2. 3. 1. 0. Dall'analisi del diagramma di stato di equilibrio del ferro puro, che fase solida è presente alle condizioni di 1394°C e 10-8 atm?. nessuna. Feδ. Feγ. Feα. Dall'analisi del diagramma di stato di equilibrio del ferro puro, che fase solida è presente alle condizioni di 1550°C e 1 atm?. Feα. nessuna. Feδ. Feγ. Dall'analisi del diagramma di stato di equilibrio del ferro puro, in quali condizioni di pressione e temperatura possono coesistere il Feγ e il Feδ?. T=1394°C; P=10-4 atm. T=1538°C; P=10-4 atm. T=1538°C; P=1 atm. T=1000°C; P=1 atm. Dall'analisi del diagramma di stato di equilibrio del ferro puro, in quali condizioni di pressione e temperatura possono coesistere il Feα e il Feγ?. T=910°C; P=10-12 atm. T=1538°C; P=1 atm. T=1394°C; P=1 atm. T=910°C; P=1 atm. Si consideri l'applicazione della regola delle fasi di Gibbs al diagramma di stato di equilibrio pressione-temperatura dell'acqua pura. In corrispondenza del punto A, interno alla regione della fase del solido (vedi figura), il numero dei gradi di libertà V è: 2. 1. 3. 0. Si consideri l'applicazione della regola delle fasi di Gibbs al diagramma di stato di equilibrio pressione-temperatura dell'acqua pura. Lungo la curva di solidificazione, il numero dei gradi di libertà V è: 0. 1. 2. 3. Si consideri l'applicazione della regola delle fasi di Gibbs al diagramma della lega binaria isomorfa Cu-Ni. In corrispondenza del punto A, punto interno alla regione a due fasi (vedi figura), il numero dei gradi di libertà V è: 3. 2. 1. 0. Si consideri l'applicazione della regola delle fasi di Gibbs al diagramma della lega binaria isomorfa Cu-Ni. In corrispondenza del punto A, punto di fusione del componente puro (vedi figura), il numero dei gradi di libertà V è: 3. 2. 1. 0. Si consideri l'applicazione della regola delle fasi di Gibbs al diagramma di stato di equilibrio pressione-temperatura dell'acqua pura. In corrispondenza del punto A, interno alla regione della fase del liquido (vedi figura), il numero dei gradi di libertà V è: 2. 1. 3. 0. La trasformazione di tipo eutettico è caratterizzata dalla seguente equazione: α → β + γ. L → α + β. α + β → γ. α + L → β. Attraverso la regola della leva, determinare la frazione di peso della fase solida. LO/LS. LS/OS. OS/LS. LS/LO. Attraverso la regola della leva, determinare la frazione di peso della fase liquida. (wO-wL) / (wS-wL). (wS-wL) / (wO-wL). (wS-wL) / (wS-wO). (wS-wO) / (wS-wL). Nella trasformazione peritettica: il liquido di composizione eutettica viene raffreddato lentamente alla temperatura eutettica e si trasforma simultaneamente in due fasi solide. una fase liquida interagisce con una fase solida per formare una nuova fase solida, diversa dalla precedente. durante il raffreddamento vengono formate due fasi solide da un'unica fase. il liquido di composizione eutettica viene riscaldato alla temperatura eutettica e si trasforma simultaneamente in due fasi solide. La trasformazione di tipo eutettoide è caratterizzata dalla seguente equazione: L → α + β. α + β → γ. α + L → β. α → β + γ. La trasformazione di tipo peritettoide è caratterizzata dalla seguente equazione: α → β + γ. α + L → β. α + β → γ. L → α + β. La trasformazione di tipo peritettico è caratterizzata dalla seguente equazione: α → β + γ. α + β → γ. α + L → β. L → α + β. Si definisce galaverna: deposito di ghiaccio liscio che si forma per il congelamento di grosse gocce di nebbia. deposito di ghiaccio in forma di aghi e scaglie che può prodursi quando la temperatura è inferiore a 0 °C e c'è la presenza di una leggera nebbia. deposito di ghiaccio granuloso dall'aspetto cristallino a forma di scaglie o aghi che si forma quando il vapore acqueo in atmosfera passa dallo stato gassoso allo stato solido. neve parzialmente fusa che cade quando la temperatura è circa 2?3°C. Si definisce calabrosa: deposito di ghiaccio liscio che si forma per il congelamento di grosse gocce di nebbia. deposito di ghiaccio che si produce per la solidificazione rapida di gocce generalmente grosse di nebbia con temperatura inferiore a 0 °C. neve parzialmente fusa che cade quando la temperatura è circa 2?3°C. deposito di ghiaccio granuloso dall'aspetto cristallino a forma di scaglie o aghi che si forma quando il vapore acqueo in atmosfera passa dallo stato gassoso allo stato solido. Si definisce vetrato: deposito di ghiaccio che si produce per la solidificazione rapida di gocce generalmente grosse di nebbia con temperatura inferiore a 0 °C. deposito di ghiaccio liscio che si forma per il congelamento di grosse gocce di nebbia. neve parzialmente fusa che cade quando la temperatura è circa 2?3°C. deposito di ghiaccio in forma di aghi e scaglie che può prodursi quando la temperatura è inferiore a 0 °C e c'è la presenza di una leggera nebbia. Per durezza permanente di un'acqua si intende: la durezza dovuta a tutti i sali di calcio presenti nell'acqua. la durezza dovuta a tutti i sali di calcio e magnesio, esclusi i bicarbonati. la durezza dovuta ai bicarbonati di calcio e magnesio. la durezza dovuta a tutti i sali di magnesio presenti nell'acqua. L'uso diretto dell'acqua naturale in ingresso in industria: comporta un carico inquinante organico e inorganico inaccettabile. non comporta alcun inconveniente. comporta l'abrasione di pompe e parti meccaniche. comporta un'alterazione dei parametri chimico?fisici modificati dall'uso industriale. L'uso diretto dell'acqua naturale in uscita in processi di ricircolo: comporta la modifica di parametri chimico/fisici non idonei al riutilizzo. non comporta alcun inconveniente. comporta lo smaltimento di fanghiglie cariche di particelle inquinanti dai fumi. comporta un carico inquinante organico e inorganico accettabile. Per pH si intende: il contenuto ionico dell'acqua. la somma di tutte la sostanze organiche e inorganiche contenute nell'acqua. il cologaritmo della concentrazione degli ioni idrogeno in soluzione. la capacità degli ioni di condurre corrente elettrica. Per alcalinità si intende: il contenuto ionico dell'acqua. la misura del contenuto di sali di calcio e magnesio disciolti nell'acqua. la misura del contenuto di carbonati, bicarbonati e idrossidi disciolti nell'acqua. la misura del contenuto di sostanze ad azione acida disciolte in un'acqua. Per conducibilità si intende: la misura del contenuto di sostanze ad azione alcalina disciolte in un'acqua. la misura del contenuto ionico dell'acqua. la misura del contenuto di carbonati, bicarbonati e idrossidi disciolti nell'acqua. la misura del contenuto di sali di calcio e magnesio disciolti nell'acqua. A che cosa serve la grigliatura?. Ad eliminare dall'acqua il materiale solido sedimentabile. Nessuna delle altre risposte è corretta. A separare dall'acqua materiale in sospensione di piccole dimensioni. Ad eliminare dall'acqua il materiale solido grossolano. E' un trattamento chimico-fisico o chimico dell'acqua: la grigliatura. la filtrazione. la disabbiatura. la degasazione. La disoleazione ha lo scopo di: eliminare dall'acqua il materiale solido grossolano. separare dall'acqua materiale in sospensione di piccole dimensioni. eliminare dall'acqua il materiale solido sedimentabile con dimensione lineare pari a circa 1mm. separare dall'acqua oli e/o grassi in essa dispersi. E' un trattamento chimico-fisico o chimico dell'acqua: la disabbiatura. la filtrazione. la grigliatura. la dolcificazione. Che cosa si intende per acqua corrosiva?. Acqua dura. Acqua che provoca l'attacco delle superfici metalliche costituenti il recipiente. Acqua che ha il potere di sciogliere il carbonato di calcio. Acqua incrostante. L'acqua potabile deve essere: naturale. sterile. sotterranea. terapeutica. Le acque di scarico: possono essere scaricate direttamente nell'ambiente. nessuna delle altre risposte è corretta. possono essere acque reflue di tipo domestico, industriale e urbano. diventano acque sotterranee. La temperatura di accensione: la temperatura a cui un combustibile si autoaccende. è la temperatura minima cui deve essere portata la miscela combustibile-comburente affinché abbia inizio e possa autosostenersi la reazione di combustione. è direttamente proporzionale all'infiammabilità. è la temperatura che si sviluppa nella combustione completa di 1 N·m3 di una miscela stechiometrica di aria teorica. Dato il volume d'aria effettivamente impiegato (VAE) e il volume d'aria teorico (VAT), l'indice d'aria si determina come: VAE/VAT. VAE*VAT. (VAE-VAT)*100/VAT. VAT/VAE. Dato il volume d'aria effettivamente impiegato (VAE) e il volume d'aria teorico (VAT), l'eccesso d'aria si determina come: (VAE-VAT)*100/VAT. (VAT-VAE)*100/VAE. (VAE-VAT)/(VAT*100). (VAT-VAE)*1000/VAE. Il potere calorifico inferiore: si determina come la facilità con cui una sostanza brucia causando fuoco o combustione. si determina quando l'acqua presente al termine della combustione si trova allo stato liquido. si determina quando l'acqua prodotta si trova allo stato di vapore. si determina come la capacità di un carburante di vaporizzare. Per umidità di un combustibile si intende: la quantità di elementi costituenti presenti nel combustibile stesso. la facilità con cui una sostanza brucia causando fuoco o combustione. la quantità di calore sviluppata nel corso della combustione completa dell'unità di massa. la quantità di acqua, in termini percentuali, presente nel combustibile. Nel meccanismo di reazione della combustione, la precombustione consiste: nella formazione di specie instabili estremamente reattive che attivano le successive reazioni di ossidazione. nella trasmissione di parte del calore dei fumi all'ambiente con conseguente diminuzione della temperatura del sistema. nel contatto uniformemente distribuito tra particelle o molecole del combustibile e comburente. nella combinazione delle specie instabili con l'ossigeno e con le molecole del combustibile in una complessa e rapida sequenza di reazioni a catena. Nel meccanismo di reazione della combustione, la miscelazione consiste: nella combinazione delle specie instabili con l'ossigeno e con le molecole del combustibile in una complessa e rapida sequenza di reazioni a catena. nella formazione di specie instabili estremamente reattive che attivano le successive reazioni di ossidazione. nella trasmissione di parte del calore dei fumi all'ambiente con conseguente diminuzione della temperatura del sistema. nel contatto uniformemente distribuito tra particelle o molecole del combustibile e comburente. Noti il volume del combustibile (VC), il volume teorico dell'aria (VAT) e il potere calorifico inferiore (Qi), si definisce potenziale termico per i combustibili gassosi: Qi/(VC-VAT). Qi*(VC+VAT). (1-Qi)/(VC+VAT). Qi/(VC+VAT). La temperatura di combustione si riduce rispetto a quella teorica a causa: della combustione con il solo ossigeno. dell'arricchimento dell'aria in ossigeno. del preriscaldamento dell'aria e del combustibile. del difetto o eccesso d'aria. La temperatura di combustione si riduce rispetto a quella teorica a causa: della combustione con il solo ossigeno. del preriscaldamento dell'aria e del combustibile. delle dissociazioni termiche. dell'arricchimento dell'aria in ossigeno. La temperatura di combustione aumenta il suo valore a causa: del difetto o eccesso d'aria. delle dissociazioni termiche. dell'umidità dell'aria e del combustibile. del preriscaldamento dell'aria e del combustibile. La temperatura di combustione aumenta il suo valore a causa: del difetto o eccesso d'aria. dell'umidità dell'aria e del combustibile. dell'arricchimento dell'aria in ossigeno. delle dissociazioni termiche. Noti il volume dei componenti dei fumi (V), il calore sensibile dei componenti dei fumi alla temperatura di uscita dei fumi (Cs) e il potere calorifico inferiore del combustibile (Qi), la perdita al camino si determina come: ∑Cs*V*100/Qi. Qi*Cs/100*∑V. Qi*Cs*100/∑V. ∑V*Cs*100/Qi. Noti il volume del combustibile (VC), il volume teorico dell'aria (VAT), il potere calorifico inferiore (Qi) e il calore di vaporizzazione del combustibile (QV), si definisce potenziale termico per i combustibili vaporizzati: (Qi+QV)*(VC+VAT). (Qi-QV)/(VC+VAT). (Qi+QV)/(VC-VAT). (Qi+QV)/(VC+VAT). Noti il calore utile (QU) e il calore disponibile (QD), il rendimento termico della combustione si determina come: 1/(QU*QD). QU/QD. QU*QD. QD/QU. Il potere cokificante è: il numero che viene assegnato quando un grammo di carbone viene scaldato fino a 820°C provocandone la fuoriuscita di gas e conseguente rigonfiamento. la tendenza del carbone a cementarsi con materiali inerti. l'insieme di gas e vapori che si sviluppano da un carbone secco e privo di ceneri quando viene riscaldato a 950± 20°C in assenza di aria. l'attitudine di un carbone ad aumentare di volume dando origine ad una struttura porosa se riscaldato in assenza di aria. L'indice di libero rigonfiamento è: la tendenza del carbone a cementarsi con materiali inerti. l'insieme di gas e vapori che si sviluppano da un carbone secco e privo di ceneri quando viene riscaldato a 950± 20°C in assenza di aria. il numero che viene assegnato quando un grammo di carbone viene scaldato fino a 820°C. l'attitudine di un carbone ad aumentare di volume dando origine ad una struttura porosa se riscaldato in assenza di aria. Il contenuto di sostanze volatili è: il numero che viene assegnato quando un grammo di carbone viene scaldato fino a 820°C provocandone la fuoriuscita di gas e conseguente rigonfiamento. la tendenza del carbone a cementarsi con materiali inerti. l'insieme di gas e vapori che si sviluppano da un carbone secco e privo di ceneri quando viene riscaldato a 950± 20°C in assenza di aria. l'attitudine di un carbone ad aumentare di volume dando origine ad una struttura porosa se riscaldato in assenza di aria. Il potere agglutinante è: l'insieme di gas e vapori che si sviluppano da un carbone secco e privo di ceneri quando viene riscaldato a 950± 20°C in assenza di aria. il numero che viene assegnato quando un grammo di carbone viene scaldato fino a 820°C provocandone la fuoriuscita di gas e conseguente rigonfiamento. l'attitudine di un carbone ad aumentare di volume dando origine ad una struttura porosa se riscaldato in assenza di aria. la tendenza del carbone a cementarsi con materiali inerti. L'antracite è: il carbon fossile che presenta un contenuto di C del 75?90%. il termine estremo della carbogenesi del legno. il prodotto di formazione del legno che presenta un contenuto di C pari al 55-65%. il prodotto che deriva da una carbonizzazione più spinta della torba e da piante ad alto fusto. Il litantrace è: il prodotto che deriva da una carbonizzazione più spinta della torba e da piante ad alto fusto. il termine estremo della carbogenesi del legno. il carbon fossile che presenta un contenuto di C del 75-90%. il prodotto di formazione del legno che presenta un contenuto di C pari al 55?65%. La lignite è. il termine estremo della carbogenesi del legno. il prodotto di formazione del legno che presenta un contenuto di C pari al 55-65%. il prodotto che deriva da una carbonizzazione più spinta della torba e da piante ad alto fusto. il carbon fossile che presenta un contenuto di C del 75-90%. Tra i processi di lavorazione previsti nella raffinazione del petrolio, il reforming è: l'eliminazione, mediante un energico lavaggio con acqua, delle sostanze estranee che potrebbero formare incrostazioni e fenomeni di corrosione. il recupo delle frazioni più pesanti che a pressione atmosferica non distillano ma si decompongono. la distillazione frazionata a pressione atmosferica. la trasformazione di idrocarburi leggeri a basso numero di ottano in altri ad elevato numero di ottano. Tra i processi di lavorazione previsti nella raffinazione del petrolio, il topping è: la distillazione frazionata a pressione atmosferica. l'insieme dei trattamenti per aumentare le rese in prodotti leggeri. l'eliminazione di acqua e fanghiglia o altre sostanze in sospensione. l'eliminazione, mediante un energico lavaggio con acqua, delle sostanze estranee che potrebbero formare incrostazioni e fenomeni di corrosione. Tra i processi di lavorazione previsti nella raffinazione del petrolio, la desolforazione è: l'eliminazione dello zolfo mediante l'impiego di catalizzatori. l'eliminazione di acqua e fanghiglia o altre sostanze in sospensione. la trasformazione di idrocarburi leggeri a basso numero di ottano in altri ad elevato numero di ottano. il recupo delle frazioni più pesanti che a pressione atmosferica non distillano ma si decompongono. Tra i processi di lavorazione previsti nella raffinazione del petrolio, la distillazione a pressione ridotta è: il recupo delle frazioni più pesanti che a pressione atmosferica non distillano ma si decompongono. il processo di frammentazione delle molecole costituenti le frazioni "pesanti" derivate dal topping. l'eliminazione, mediante un energico lavaggio con acqua, delle sostanze estranee che potrebbero formare incrostazioni e fenomeni di corrosione. l'eliminazione dello zolfo mediante l'impiego di catalizzatori. Tra i processi di lavorazione previsti nella raffinazione del petrolio, la conversione è: la distillazione frazionata a pressione atmosferica. l'insieme dei trattamenti per aumentare le rese in prodotti leggeri. il processo di frammentazione delle molecole costituenti le frazioni "pesanti" derivate dal topping. la trasformazione di idrocarburi leggeri a basso numero di ottano in altri ad elevato numero di ottano. Tra i processi di lavorazione previsti nella raffinazione del petrolio, il dessalaggio è: l'eliminazione, mediante un energico lavaggio con acqua, delle sostanze estranee che potrebbero formare incrostazioni e fenomeni di corrosione. il processo di frammentazione delle molecole costituenti le frazioni "pesanti" derivate dal topping. la distillazione frazionata a pressione atmosferica. il recupo delle frazioni più pesanti che a pressione atmosferica non distillano ma si decompongono. Tra i processi di lavorazione previsti nella raffinazione del petrolio, la decantazione è: l'eliminazione, mediante un energico lavaggio con acqua, delle sostanze estranee che potrebbero formare incrostazioni e fenomeni di corrosione. l'eliminazione dello zolfo mediante l'impiego di catalizzatori. l'insieme dei trattamenti per aumentare le rese in prodotti leggeri. l'eliminazione di acqua e fanghiglia o altre sostanze in sospensione. La qualità di ignizione è: la difficoltà che incontra la massa di un liquido a scorrere liberamente in un condotto. la quantità di calore che si sviluppa nella combustione completa di 1 N·m3 di una miscela stechiometrica di aria teorica. la capacità di un carburante di vaporizzare. l'attitudine di un combustibile ad autoaccendersi durante l'iniezione in aria compressa a temperatura elevata. La viscosità è: l'attitudine di un combustibile ad autoaccendersi durante l'iniezione in aria compressa a temperatura elevata. la resistenza che un carburante oppone alla detonazione. la capacità di un carburante di vaporizzare. la difficoltà che incontra la massa di un liquido a scorrere liberamente in un condotto. La temperatura di infiammabilità è: la temperatura massima alla quale ha luogo spontaneamente il fenomeno della combustione. nessuna delle altre risposte è corretta. la temperatura minima cui deve essere portata la miscela combustibile-comburente affinché abbia inizio e si autosostenti la reazione di combustione. la temperatura minima alla quale si formano vapori in quantità tale che, in presenza di ossigeno e di un innesco, abbia luogo il fenomeno della combustione. Il potere antidetonante è: la resistenza che un carburante oppone alla detonazione. espresso mediante il numero di cetano. l'attitudine di un combustibile ad autoaccendersi. il flash point. Il viscosimetro di Engler viene utilizzato per determinare: il punto di infiammabilità dei liquidi. nessuna delle altre risposte è corretta. il potere antidetonante. la volatilità. Il potenziale termico è: l'attitudine di un combustibile ad autoaccendersi durante l'iniezione in aria compressa a temperatura elevata. la capacità di un carburante di vaporizzare. la quantità di calore che si sviluppa nella combustione completa di 1 N·m3 di una miscela stechiometrica di aria teorica. la resistenza che un carburante oppone alla detonazione. I GPL: sono miscele di idrocarburi liquidi con un numero di atomi di carbonio variabile da 4 a 12. è stato ampiamente utilizzato per la produzione di gas. sono costituiti da miscele di idrocarburi a 3 atomi di carbonio e 4 atomi di carbonio. è impiegato come carburante per l'alimentazione di motori a turbina. Le benzine: sono costituiti da miscele di idrocarburi a 3 atomi di carbonio e 4 atomi di carbonio. comprendono il residuo della distillazione del petrolio greggio. è impiegato come carburante per l'alimentazione di motori a turbina. sono miscele di idrocarburi liquidi con un numero di atomi di carbonio variabile da 4 a 12. Il cherosene: comprendono il residuo della distillazione del petrolio greggio. sono costituiti da miscele di idrocarburi a 3 atomi di carbonio e 4 atomi di carbonio. è impiegato come carburante per l'alimentazione di motori a turbina. è stato ampiamente utilizzato per la produzione di gas. Il gasolio: sono miscele di idrocarburi liquidi con un numero di atomi di carbonio variabile da 4 a 12. comprendono il residuo della distillazione del petrolio greggio. è stato ampiamente utilizzato per la produzione di gas. sono costituiti da miscele di idrocarburi a 3 atomi di carbonio e 4 atomi di carbonio. Gli oli combustibili: è stato ampiamente utilizzato per la produzione di gas. sono miscele di idrocarburi liquidi con un numero di atomi di carbonio variabile da 4 a 12. è impiegato come carburante per l'alimentazione di motori a turbina. comprendono il residuo della distillazione del petrolio greggio. Il gas associato: deriva da giacimenti contenenti il gas naturale accompagnato da altri costituenti come inerti, acqua, idrocarburi superiori, composti solforati. contiene, oltre a metano e etano, i GPL ed eventuali componenti di benzine. è formato dai soli idrocarburi incondensabili. è disciolto nel petrolio e ne costituisce lo strato di copertura. Il gas naturale umido: è disciolto nel petrolio e ne costituisce lo strato di copertura. deriva da giacimenti contenenti il gas naturale accompagnato da altri costituenti come inerti, acqua, idrocarburi superiori, composti solforati. è formato dai soli idrocarburi incondensabili. contiene, oltre a metano e etano, i GPL ed eventuali componenti di benzine. Rispetto ai combustibili liquidi e solidi, i combustibili gassosi presentano il seguente vantaggio: elevato tenore di ceneri. elevata temperatura di accensione. alto potere antidetonante. elevato eccesso d'aria. Il gas non associato: deriva da giacimenti contenenti il gas naturale accompagnato da altri costituenti come inerti, acqua, idrocarburi superiori, composti solforati. è disciolto nel petrolio e ne costituisce lo strato di copertura. contiene, oltre a metano e etano, i GPL ed eventuali componenti di benzine. è formato dai soli idrocarburi incondensabili. Il gas naturale secco: è formato dai soli idrocarburi incondensabili. è disciolto nel petrolio e ne costituisce lo strato di copertura. contiene, oltre a metano e etano, i GPL ed eventuali componenti di benzine. deriva da giacimenti contenenti il gas naturale accompagnato da altri costituenti come inerti, acqua, idrocarburi superiori, composti solforati. Nei cicloni: nessuna delle altre risposte è corretta. il meccanismo di abbattimento si basa sulle forze centrifughe aiutate dall'agglomerazione da turbolenza delle particelle. si raggiunge un'efficienza di abbattimento accettabile per particelle con dimensioni <10µm. si ha una serie di camere cilindriche. Nelle camere di sedimentazione: nessuna delle altre risposte è corretta. si raggiunge un'efficienza di abbattimento accettabile per particelle con dimensioni <50µm. i fumi da depurare sono costretti a percorrere un tragitto più o meno tortuoso. le particelle, a causa degli urti, perdono parte della loro energia potenziale. Un separatore Venturi: non presenta problemi di corrosioni, incrostazioni, intasamenti. nessuna delle altre risposte è corretta. ha dei costi di impianto elevati. ha la possibilità di rimuovere anche componenti gassosi. Il punto di scorrimento: indica l'influenza che le variazioni di temperatura esercitano sulla viscosità dell'olio. indica la minima temperatura alla quale il lubrificante, in particolari e normalizzate condizioni operative, assolve ancora alla propria funzione. è data dalla presenza di materiale solido in sospensione nell'olio chee ostacola l'attività lubrificante dell'olio. rappresenta la capacità di aderire alle superfici da lubrificare formando su di esse un velo uniforme. L'indice di viscosità: è data dalla presenza di materiale solido in sospensione nell'olio chee ostacola l'attività lubrificante dell'olio. indica la minima temperatura alla quale il lubrificante, in particolari e normalizzate condizioni operative, assolve ancora alla propria funzione. indica l'influenza che le variazioni di temperatura esercitano sulla viscosità dell'olio. rappresenta la capacità di aderire alle superfici da lubrificare formando su di esse un velo uniforme. La torbidità: indica l'influenza che le variazioni di temperatura esercitano sulla viscosità dell'olio. rappresenta la capacità di aderire alle superfici da lubrificare formando su di esse un velo uniforme. indica la minima temperatura alla quale il lubrificante, in particolari e normalizzate condizioni operative, assolve ancora alla propria funzione. è data dalla presenza di materiale solido in sospensione nell'olio che ostacola l'attività lubrificante dell'olio. L'aderenza: è data dalla presenza di materiale solido in sospensione nell'olio che ostacola l'attività lubrificante dell'olio. indica la minima temperatura alla quale il lubrificante, in particolari e normalizzate condizioni operative, assolve ancora alla propria funzione. indica l'influenza che le variazioni di temperatura esercitano sulla viscosità dell'olio. rappresenta la capacità di aderire alle superfici da lubrificare formando su di esse un velo uniforme. La deformazione nominale e si determina come: ln(l/lo). Δl/lo. F/Ao. F/A. La deformazione reale ε si determina come: Δl/lo. F/A. ln(l/lo). F/Ao. Le proprietà al flusso plastico di un acciaio al carbonio sono state valutate attraverso una prova di trazione su un provino a sezione circolare di diametro di 18 mm e lunghezza utile di 75 mm. Tale prova ha fornito un valore di lunghezza finale pari a 80 mm e una forza finale di 40 kN. Si chiede di determinare il valore della deformazione reale alla fine della prova. 0.19. 0.64. 0.25. 6.4000000000000001E-2. La tensione reale può essere determinata come: s (1 - e). s / (1 - e). s / (1 + e). s (1 + e). Trovare l'affermazione errata: La prova di trazione non comporta il problema della barilottatura. La prova di trazione si esegue su provini cilindrici. La prova di trazione è una prova ditruttiva. La prova di trazione si esegue su provini a doppia T. La deformazione reale può essere determinata come: ln (1 + e). 1 / ln (1 + e). ln e. ln (1 - e). Le proprietà al flusso plastico di un acciaio al carbonio sono state valutate attraverso una prova di trazione su un provino a sezione circolare di diametro di 15mm e lunghezza utile di 40 mm. Tale prova ha fornito un valore di lunghezza finale pari a 76 mm e una forza finale di 50.5 kN. Si chiede di determinare il valore della tensione reale alla fine della prova. 268.4 MPa. 543.2 MPa. 331.3 MPa. 206.8 MPa. Le proprietà al flusso plastico di un acciaio al carbonio sono state valutate attraverso una prova di trazione su un provino a sezione circolare di diametro di 18mm e lunghezza utile di 42 mm. Tale prova ha fornito un valore di lunghezza finale pari a 48 mm e una forza finale di 29 kN. Si chiede di determinare il valore della deformazione reale alla fine della prova. 0.15. 0.1. 0.17. 0.13. Le proprietà al flusso plastico di un acciaio al carbonio sono state valutate attraverso una prova di trazione su un provino a sezione circolare di diametro di 16mm e lunghezza utile di 30 mm. Tale prova ha fornito un valore di lunghezza finale pari a 37 mm e una forza finale di 25 kN. Si chiede di determinare il valore della tensione reale alla fine della prova. 135.2 MPa. 176.5 MPa. 153.4 MPa. 182.6 MPa. Quale delle seguenti non è una proprietà meccanica ottenuta dalla prova di trazione?. carico di snervamento. resistenza a trazione. dimensione del grano. modulo di elasticità. Le proprietà al flusso plastico di un acciaio al carbonio sono state valutate attraverso una prova di trazione su un provino a sezione circolare di diametro di 18mm e lunghezza utile di 75 mm. Tale prova ha fornito un valore di lunghezza finale pari a 80 mm e una forza finale di 40 kN. Si chiede di determinare il valore della tensione reale alla fine della prova. 543.24 MPa. 167.75 MPa. 331.28 MPa. 206.78 MPa. Le proprietà al flusso plastico di un acciaio al carbonio sono state valutate attraverso una prova di trazione su un provino a sezione circolare di diametro di 18mm e lunghezza utile di 42 mm. Tale prova ha fornito un valore di lunghezza finale pari a 48 mm e una forza finale di 29 kN. Si chiede di determinare il valore della tensione reale alla fine della prova. 143.2 MPa. 112.4 MPa. 130.3 MPa. 156.5 MPa. Le proprietà al flusso plastico di un acciaio al carbonio sono state valutate attraverso una prova di trazione su un provino a sezione circolare di diametro di 15mm e lunghezza utile di 40 mm. Tale prova ha fornito un valore di lunghezza finale pari a 76 mm e una forza finale di 50.5 kN. Si chiede di determinare il valore della deformazione reale alla fine della prova. 0.64. 0.19. 0.43. 0.25. Le proprietà al flusso plastico di un acciaio al carbonio sono state valutate attraverso una prova di trazione su un provino a sezione circolare di diametro di 15mm e lunghezza utile di 60 mm. Tale prova ha fornito un valore di lunghezza finale pari a 72.64 mm e una forza finale di 48.33 kN. Si chiede di determinare il valore della tensione reale alla fine della prova. 543.24 MPa. 206.78 MPa. 331.28 MPa. 268.42 MPa. Le proprietà al flusso plastico di un acciaio al carbonio sono state valutate attraverso una prova di trazione su un provino a sezione circolare di diametro di 16mm e lunghezza utile di 30 mm. Tale prova ha fornito un valore di lunghezza finale pari a 37 mm e una forza finale di 25 kN. Si chiede di determinare il valore della deformazione reale alla fine della prova. 0.23. 0.21. 0.17. 0.19. Le proprietà al flusso plastico di un acciaio al carbonio sono state valutate attraverso una prova di trazione su un provino a sezione circolare di diametro di 15 mm e lunghezza utile di 40 mm. Tale prova ha fornito un valore di lunghezza finale pari a 76 mm e una forza finale di 60.5 kN. Si chiede di determinare il valore della tensione reale alla fine della prova. 543.2 MPa. 268.4 MPa. 650.8 MPa. 206.8 MPa. La prova di compressione: può essere in stato piano di deformazione. presenta il fenomeno della strizione localizzata. consente di raggiungere valori di deformazione minori rispetto a quelli ottenuti con una prova di trazione. si esegue su provini con un intaglio a V. La minimizzazione dell'attrito durante la prova di compressione assilasimmetrica: nessuna delle altre risposte è corretta. si realizza con prove a secco. non è un problema rilevante. si realizza attraverso dei solchi per l'intrappolamento del lubrificante. Trovare l'affermazione errata: La prova di compressione assialsimmetrica si esegue su provini cilindrici. La prova di compressione supera il problema della strizione che si manifesta nella prova di trazione. La prova di compressione non si esegue su provini piani. La prova di compressione presenta il problema della barilottatura. La superplasticità nei materiali metallici si manifesta se sono verificate le seguenti condizioni: a. b. c. d. La durezza è una misura: della resistenza di un metallo al taglio puro. della quantità di energia che un materiale è in grado di assorbire in campo elastico. della resistenza di un metallo alla deformazione plastica permanente. della quantità di energia che un materiale è in grado di assorbire prima di giungere a rottura. La ricottura è un trattamento termico che: nessuna delle altre risposte è corretta. consiste nell'addolcimento della struttura di un metallo deformato a freddo. consiste nel riscaldamento seguito da raffreddamento a velocità controllata. consiste nel brusco raffreddamento di un materiale dopo averlo portato a temperatura di austenizzazione. La figura mostra un provino che ha subito: rottura duttile. rottura dopo strizione. rottura fragile. rottura per fatica. La resilienza si determina con: la prova di compressione. la prova con il pendolo di Charpy. la prova di flessione rotante. la prova di durezza. La resistenza a fatica: aumenta in presenza di intagli. aumenta in presenza di fori. aumenta con elevate finiture superificiali del componente. aumenta in ambiente corrosivo. La prova di creep. è estremamente rapida. è una prova in cui la temperatura aumenta costantemente. è una prova in cui il carico aumenta costantemente. può durare anni. La figura mostra un provino che ha subito: rottura fragile. rottura lungo i piani di clivaggio. rottura per fatica. rottura duttile. Il creep consiste: nello scorrimento viscoso a caldo. nello scorrimento viscoso a freddo. nella deformazione in campo elastico. nella deformazione fragile. La fatica: indica l'energia che un materiale è in grado di assorbire prima di giungere a rottura. provoca rottura in parti metalliche soggette a forzi ripetitivi o ciclici. si misura con la prova di resilienza. si misura con la prova di durezza. La massima solubilità allo stato solido del carbonio nella ferrite α è: 2% a 1100°C. 0.02% a 723°C. 0.8% a 723°C. 2% a 1100°C. La martensite nel diagramma ferro carbonio: È presente al di sotto della temperatura eutettica. Ha una concentrazione massima di carbonio del 4% nel ferro. è una forma allotropica stabile. Non è rappresentata. Al punto di trasformazione eutettoidica, l'austenite solida con 0.8% di carbonio forma: ferrite α con 0.02% di carbonio. austenite γ con 2.06% di carbonio + cementite Fe3C che contiene 6.67% di carbonio. austenite γ con 0.17% di carbonio. ferrite α con 0.02% di carbonio + cementite Fe3C che contiene 6.67% di carbonio. La ferrite delta è: una soluzione solida interstiziale del carbonio nel ferro γ. un composto intermetallico Fe3C. una soluzione solida interstiziale del carbonio nel reticolo cristallino CCC del ferro. una soluzione solida interstiziale del carbonio nel ferro δ. La trasformazione eutettoidica avviene alla temperatura di: 1148°C. 1495°C. 723°C. 1000°C. Al punto di trasformazione peritettica il liquido si combina con ferrite δ, con 0.09% di carbonio, per formare: austenite γ con 0.17% di carbonio. austenite γ con 2.06% di carbonio + cementite Fe3C che contiene 6.67% di carbonio. ferrite α con 0.02% di carbonio. ferrite α con 0.02% di carbonio + cementite Fe3C che contiene 6.67% di carbonio. La massima solubilità allo stato solido del carbonio nella ferrite δ è: 0.02% a 723°C. 2% a 1100°C. 4.3% a 1148°C. 0.09% a 1465°C. Al punto di trasformazione eutettica, il liquido con 4.3% di carbonio forma: austenite γ con 0.17% di carbonio. ferrite α con 0.02% di carbonio + cementite Fe3C che contiene 6.67% di carbonio. ferrite αα con 0.02% di carbonio. austenite γ con 2.06% di carbonio + cementite Fe3C che contiene 6.67% di carbonio. La cementite è: una soluzione solida interstiziale del carbonio nel ferro δ. una soluzione solida interstiziale del carbonio nel reticolo cristallino CCC del ferro. un composto intermetallico Fe3C. una soluzione solida interstiziale del carbonio nel ferro γ. Un acciaio eutettoidico è: un acciaio al carbonio che contiene lo 0.08% di carbonio. un acciaio al carbonio che contiene lo 0.8% di carbonio. un acciaio al carbonio che contiene meno di 0.8% di carbonio. un acciaio al carbonio che contiene più di 0.8% di carbonio. Il processo di rinvenimento consiste: nel riscaldamento di un acciaio a struttura martensitica, precedentemente temprato, ad una temperatura inferiore a quella eutettoidica. nel riscaldamento a temperatura elevata del metallo, del suo mantenimento a questa temperatura per un tempo prolungato e nel suo successivo lento raffreddamento. nel rapido riscaldamento dell'acciaio dalla temperatura ambiente ad una temperatura all'interno del campo di austenitizzazione. nel rapido raffreddamento dell'acciaio da una temperatura all'interno del campo di austenitizzazione a quella ambiente. Il processo di tempra consiste: nel rapido riscaldamento dell'acciaio dalla temperatura ambiente ad una temperatura all'interno del campo di austenitizzazione. nel rapido raffreddamento dell'acciaio da una temperatura all'interno del campo di austenitizzazione a quella ambiente. nel riscaldamento a temperatura elevata del metallo, del suo mantenimento a questa temperatura per un tempo prolungato e nel suo successivo lento raffreddamento. nel riscaldamento di un acciaio a struttura martensitica, precedentemente temprato, ad una temperatura inferiore a quella eutettoidica. Il processo di ricottura consiste: nel rapido riscaldamento dell'acciaio dalla temperatura ambiente ad una temperatura all'interno del campo di austenitizzazione. nel rapido raffreddamento dell'acciaio da una temperatura all'interno del campo di austenitizzazione a quella ambiente. nel riscaldamento a temperatura elevata del metallo, del suo mantenimento a questa temperatura per un tempo prolungato e nel suo successivo lento raffreddamento. nel riscaldamento di un acciaio a struttura martensitica, precedentemente temprato, ad una temperatura inferiore a quella eutettoidica. Un processo di corrosione può verificarsi se: ΔG<1. ΔG=0. ΔG>0. ΔG<0. Un processo di corrosione non si verifica se: ΔG>0. ΔG=0. ΔG>1. ΔG<0. Il pitting: costituisce una forma di corrosione localizzata di tipo perforante. può essere prevenuto evitando il contatto fra materiali di nobiltà molto diversa o isolando fra loro materiali metallici differenti. procede in maniera uniforme provocando l'assottigliamento del metallo fino alla messa fuori servizio della struttura. è un meccanismo di corrosione a secco. La corrosione per contatto galvanico: è un tipo di attacco localizzato fessurante, che si manifesta per l'azione contemporanea di una sollecitazione meccanica di trazione e di un ambiente scarsamente corrosivo. si manifesta quando due materiali di differente nobiltà, o anche lo stesso materiale ma con due parti a diversa nobiltà, a diretto contatto tra loro, vengono immersi in un ambiente anche non particolarmente corrosivo. costituisce una forma di attacco localizzato di tipo perforante. procede in maniera uniforme provocando l'assottigliamento del metallo fino alla messa fuori servizio della struttura. La corrosione per vaiolatura: procede in maniera uniforme provocando l'assottigliamento del metallo fino alla messa fuori servizio della struttura. si manifesta in corrispondenza dei contorni dei grani, senza interessare in modo significativo il corpo dei grani stessi. si manifesta quando due materiali di differente nobiltà, o anche lo stesso materiale ma con due parti a diversa nobiltà, a diretto contatto tra loro, vengono immersi in un ambiente anche non particolarmente corrosivo. costituisce una forma di attacco localizzato di tipo perforante. La corrosione interstiziale: è un tipo di attacco localizzato fessurante, che si manifesta per l'azione contemporanea di una sollecitazione meccanica di trazione e di un ambiente scarsamente corrosivo. si manifesta quando due materiali di differente nobiltà, o anche lo stesso materiale ma con due parti a diversa nobiltà, a diretto contatto tra loro, vengono immersi in un ambiente anche non particolarmente corrosivo. si manifesta su numerosi materiali ferrosi e non ferrosi che formano con facilità film di passivazione. si manifesta in corrispondenza dei contorni dei grani, senza interessare in modo significativo il corpo dei grani stessi. La corrosione generalizzata: si manifesta in corrispondenza dei contorni dei grani, senza interessare in modo significativo il corpo dei grani stessi. è un tipo di attacco localizzato fessurante, che si manifesta per l'azione contemporanea di una sollecitazione meccanica di trazione e di un ambiente scarsamente corrosivo. si manifesta quando due materiali di differente nobiltà, o anche lo stesso materiale ma con due parti a diversa nobiltà, a diretto contatto tra loro, vengono immersi in un ambiente anche non particolarmente corrosivo. procede in maniera uniforme provocando l'assottigliamento del metallo fino alla messa fuori servizio della struttura. La media pesata del peso molecolare si ottiene: suddividendo le catene in una serie di intervalli dimensionali e determinando la percentuale di catene che appartengono a ciascun intervallo. suddividendo le catene in una serie di intervalli dimensionali e determinando la frazione numerica di catene che appartengono a ciascun intervallo. dal rapporto tra il peso molecolare medio numerico della sostanza polimerica e il peso molecolare dell'unità merica. come il numero di meri contenuti nella molecola di un polimero. La media numerica del peso molecolare si ottiene: come il numero di meri contenuti nella molecola di un polimero. suddividendo le catene in una serie di intervalli dimensionali e determinando la frazione numerica di catene che appartengono a ciascun intervallo. suddividendo le catene in una serie di intervalli dimensionali e determinando la percentuale di catene che appartengono a ciascun intervallo. dal rapporto tra il peso molecolare medio numerico della sostanza polimerica e il peso molecolare dell'unità merica. Il grado di polimerizzazione si ottiene: suddividendo le catene in una serie di intervalli dimensionali e determinando la frazione numerica di catene che appartengono a ciascun intervallo. come il numero di meri contenuti nella molecola di un polimero. suddividendo le catene in una serie di intervalli dimensionali e determinando la percentuale di catene che appartengono a ciascun intervallo. dal rapporto tra il peso molecolare medio numerico della sostanza polimerica e il peso molecolare dell'unità merica. Il grado medio aritmetico di polimerizzazione si ottiene: suddividendo le catene in una serie di intervalli dimensionali e determinando la percentuale di catene che appartengono a ciascun intervallo. suddividendo le catene in una serie di intervalli dimensionali e determinando la frazione numerica di catene che appartengono a ciascun intervallo. come il numero di meri contenuti nella molecola di un polimero. dal rapporto tra il peso molecolare medio numerico della sostanza polimerica e il peso molecolare dell'unità merica. Nella polimerizzazione per crescita a catena: i monomeri reagiscono chimicamente tra di loro rilasciando piccole molecole in modo da creare polimeri lineari. si può ottenere un materiale plastico tridimensionale reticolato grazie ad un reagente chimico con più di due funzioni reattive. si ottengono stereoisomeri. i monomeri vengono legati insieme covalentemente in modo da costituire catene molecolari di polimeri. Il grado medio pesato di polimerizzazione si determina come: peso molecolare dell'unità merica / peso molecolare medio numerico della sostanza polimerica. peso molecolare dell'unità merica / peso molecolare medio pesato della sostanza polimerica. peso molecolare medio pesato della sostanza polimerica / peso molecolare dell'unità merica. peso molecolare medio numerico della sostanza polimerica / peso molecolare dell'unità merica. I copolimeri alternati hanno una sequenza del tipo: ABABABABABABABAB .... AABABBBBAABABAAB ... AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA B B B B B B. AAAAAAA-BBBBBBBB-.... La figura mostra: un copolimero ad innesto. un copolimero a blocchi. un copolimero casuale. un copolimero alternato. La figura mostra: un copolimero a blocchi. un copolimero casuale. un copolimero alternato. un copolimero ad innesto. Nella polimerizzazione a stadi: i monomeri reagiscono chimicamente tra di loro rilasciando piccole molecole in modo da creare polimeri lineari. i monomeri vengono legati insieme covalentemente in modo da costituire catene molecolari di polimeri. si può ottenere un materiale plastico tridimensionale reticolato grazie ad un reagente chimico con più di due funzioni reattive. si ottengono stereoisomeri. Nella polimerizzazione per reticolazione: si può ottenere un materiale plastico tridimensionale reticolato grazie ad un reagente chimico con più di due funzioni reattive. i monomeri vengono legati insieme covalentemente in modo da costituire catene molecolari di polimeri. si ottengono stereoisomeri. i monomeri reagiscono chimicamente tra di loro rilasciando piccole molecole in modo da creare polimeri lineari. Per cristallizzazione di un materiale polimerico si intende: il passaggio materiale gommoso-solido rigido. il passaggio dallo stato solido, con struttura cristallina o semicristallina, allo stato fuso, con struttura altamente disordinata. il passaggio dallo stato fuso, con struttura ordinata allo stato solido, con struttura cristallina o semicristallina. il passaggio dallo stato fuso, con struttura altamente disordinata, allo stato solido, con struttura cristallina o semicristallina. Per transizione vetrosa di un materiale polimerico si intende: il passaggio dallo stato solido, con struttura cristallina o semicristallina, allo stato fuso, con struttura altamente disordinata. il passaggio dallo stato fuso, con struttura ordinata allo stato solido, con struttura cristallina o semicristallina. il passaggio materiale gommoso-solido rigido. il passaggio dallo stato fuso, con struttura altamente disordinata, allo stato solido, con struttura cristallina o semicristallina. Per fusione di un materiale polimerico si intende: il passaggio materiale gommoso-solido rigido. il passaggio dallo stato fuso, con struttura altamente disordinata, allo stato solido, con struttura cristallina o semicristallina. il passaggio dallo stato fuso, con struttura ordinata allo stato solido, con struttura cristallina o semicristallina. il passaggio dallo stato solido, con struttura cristallina o semicristallina, allo stato fuso, con struttura altamente disordinata. I materiali termoplastici: sono materiali non riciclabili. richiedono calore per essere plasmati. non possono essere riscaldati e rimodellati più volte. sono generalmente fragili. Trovare la definizione errata: i materiali termoindurenti vengono modellati in forma permanente attraverso una reazione chimica. i materiali termoindurenti sono materiali non riciclabili. i materiali termoindurenti possono essere nuovamente rimodellati con il calore. i materiali termoindurenti sono formati da una rete di atomi di carbonio legati covalentemente tra di loro. Nel materiale polimerico semicristallino: si hanno sia una discontinuità nel volume specifico in corrispondenza del raggiungimento della temperatura di fusione sia una leggera diminuzione di pendenza in concomitanza della temperatura di transizione vetrosa. si rileva sperimentalmente una leggera diminuzione del volume specifico in concomitanza della temperatura di transizione vetrosa. si ha una discontinuità nel volume specifico in corrispondenza del raggiungimento della temperatura di fusione. nessuna delle altre risposte è corretta. La frattura nei materiali polimerici: è di tipo fragile nei materiali termoplastici per T>Tg. è di tipo duttile nei materiali termoindurenti. è di tipo fragile nei materiali termoindurenti. è di tipo duttile nei materiali termoplastici per T. La frattura nei materiali polimerici: è di tipo duttile nei materiali termoplastici per T>Tg. è di tipo duttile nei materiali termoindurenti. è di tipo duttile nei materiali termoplastici per T. è di tipo fragile nei materiali termoplastici. La frattura nei materiali polimerici: è di tipo fragile nei materiali termoplastici indipendentemente dalla temperatura. è di tipo fragile nei materiali termoplastici per T. avviene per fatica. è di tipo duttile nei materiali termoindurenti. I materiali termoplastici: richiedono il calore per essere plasmati e dopo raffreddamento tendono a ritornare in parte alla loro forma originale. si degradano o si decompongono dopo essere stati riscaldati ad una temperatura troppo elevata. non possono essere nuovamente riscaldati e rimodellati. richiedono il calore per essere plasmati e dopo raffreddamento mantengono la forma in cui sono stati modellati. I materiali termoindurenti: vengono modellati in forma permanente attraverso una reazione chimica. vengono modellati in forma permanente attraverso una reazione fisica. possono essere nuovamente rimodellati con il calore. sono riciclabili. Il fullerene sferico: è costituito da molecole composte interamente di carbonio a forma cilindrica o tubolare. appare molto simile ad un pallone da calcio composto da pentagoni e esagoni. è una forma metastabile allotropica del carbonio a temperatura e pressione ambiente. è caratterizzato da strati di atomi di carbonio disposti in forma esagonale. Il diamante: è costitutito dalle molecole di fullerene, composte interamente di carbonio, che assumono la forma cilindrica o tubolare. è caratterizzata da strati di atomi di carbonio disposti in forma esagonale. è una forma metastabile allotropica del carbonio a temperatura e pressione ambiente. appare molto simile ad un pallone da calcio che è composto da 12 pentagoni e 20 esagoni. Il nanotubo: è costitutito dalle molecole di fullerene, composte interamente di carbonio, che assumono la forma cilindrica o tubolare. è caratterizzata da strati di atomi di carbonio disposti in forma esagonale. è una forma metastabile allotropica del carbonio a temperatura e pressione ambiente. appare molto simile ad un pallone da calcio che è composto da 12 pentagoni e 20 esagoni. La grafite: appare molto simile ad un pallone da calcio che è composto da 12 pentagoni e 20 esagoni. è costitutito dalle molecole di fullerene, composte interamente di carbonio, che assumono la forma cilindrica o tubolare. è una forma metastabile allotropica del carbonio a temperatura e pressione ambiente. è caratterizzata da strati di atomi di carbonio disposti in forma esagonale. La figura mostra: strutture di silicati a isola. strutture di silicati a strati. strutture di silicati ad anello. strutture di silicati a catena. La figura mostra: strutture di silicati ad anello. strutture di silicati a catena. strutture di silicati a isola. strutture di silicati a strati. I silicati a catena: si producono quando tutti e quattro gli angoli del tetraedro di SiO44- condividono atomi di ossigeno. si producono quando tre angoli complanari di un tetraedro di silicato sono legati agli angoli di tre altri tetraedri di silicato. si producono quando ioni positivi si legano con gli ioni di ossigeno del tetraedro dei silicati. si producono quando due angoli di ogni tetraedro di SiO44- sono legati con gli angoli di altri tetraedri. I silicati a strati: si producono quando tre angoli complanari di un tetraedro di silicato sono legati agli angoli di tre altri tetraedri di silicato. si producono quando ioni positivi si legano con gli ioni di ossigeno del tetraedro dei silicati. si producono quando tutti e quattro gli angoli del tetraedro di SiO44- condividono atomi di ossigeno. si producono quando due angoli di ogni tetraedro di SiO44- sono legati con gli angoli di altri tetraedri. E' un materiale ceramico tradizionale: l'allumina. l'argilla. il nitruro di silicio. il carburo di silicio. E' un materiale ceramico avanzato: il feldspato di potassio. il carburo di silicio. la silice. l'argilla. L'allumina: è un materiale caratterizzato dalla migliore combinazione delle proprietà di interesse tecnologico. è un materiale caratterizzato da una bassa perdita dielettrica e un'alta resistività. è un materiale caratterizzato da durezza e refrattarietà, con una eccellente resistenza all'ossidazione a elevata temperatura. nessuna delle altre risposte è corretta. E' un materiale ceramico avanzato: la silice. il nitruro di silicio. l'argilla. il feldspato di potassio. E' un materiale ceramico tradizionale. il nitruro di silicio. l'allumina. la silice. il carburo di silicio. I materiali ceramici con dimensioni dei grani più piccole: presentano una finitura superficiale peggiore rispetto a quelli con grani di dimensioni maggiori. hanno difetti di dimensioni maggiori ai loro bordi di grano. sono più resistenti di quelli con grani di dimensioni maggiori. hanno una resistenza alla corrosione maggiore rispetto a quelli con grani di dimensioni maggiori. I materiali ceramici con dimensioni dei grani più piccole: presentano una finitura superficiale migliore rispetto a quelli con grani di dimensioni maggiori. nessuna delle altre risposte è corretta. hanno difetti di dimensioni maggiori ai loro bordi di grano. sono meno resistenti di quelli con grani di dimensioni maggiori. I materiali ceramici: hanno bassa conducibilità termica. hanno scarsa resistenza all'usura. hanno scarsa resistenza termica. non sono buoni isolanti termici. I materiali ceramici: hanno scarsa resistenza all'usura. hanno alta resistenza termica. hanno alta conducibilità termica. hanno alta conducibilità termica. La figura mostra il trattamento termico di: incollaggio. sinterizzazione. essiccamento. vetrificazione. Tra i trattamenti termici dei materiali ceramici, la sinterizzazione consiste: nel consolidamento di piccole particelle di un materiale attraverso fenomeni di diffusione allo stato solido. nella rimozione dell'acqua dalla massa ceramica plastica prima della cottura a più alta temperatura. nella liquefazione della fase vetrosa che riempie gli spazi porosi del materiale. nella formazione di particelle più piccole a spese di quelle più grandi. Tra i trattamenti termici dei materiali ceramici, la vetrificazione, consiste: nella trasformazione di un prodotto poroso compatto in un prodotto denso e coerente. nella rimozione dell'acqua dalla massa ceramica plastica prima della cottura a più alta temperatura. nella liquefazione della fase vetrosa che riempie gli spazi porosi del materiale. nella formazione di particelle più piccole a spese di quelle più grandi. I vetri: sono materiali ceramici e metallici. hanno una struttura ordinata. aumentano la loro viscosità all'aumentare della temperatura al di sopra della sua temperatura di transizione vetrosa. hanno una struttura non cristallina o amorfa. Il vetro al piombo: è un vetro basso fondente. presenta un ridotto indice di rifrazione. è facile da lavorare. è un vetro con una ridotta espansione. Il vetro al borosilicato: è un vetro con una ridotta espansione. è facile da lavorare. è un vetro basso fondente. presenta un alto indice di rifrazione. Il vetro sodico-calcico. viene usato per le protezioni da radiazioni ad alta energia, per finestre antiradiazioni, bulbi di lampade fluorescenti o lampade per televisori. viene usato per attrezzature di laboratorio, tubazioni, forni e fari. viene utilizzato per produrre lastre piane, recipienti, manufatti pressati o soffiati e prodotti di illuminazione. viene usato per produrre soda calcica. ATTRAVERSO LA REGOLA DELLA LEVA, DETERMINARE LA FRAZIONE DI PESO DELLA FASE SOLIDA DELLA LEGA ALLA TEMPERATURA T2: 50. 0.67. 60. 0.4. COSA CARATTERIZZA LE CATENE POLIMERICHE DI UN TERMOINDURENTE RISPETTO A QUELLE DI UN TERMOPLASTICO?. La disposizione lineare delle catene polimeriche. La presenza di maggior ordine. la ripetitività delle catene. La presenza di legami reticolanti tra le catene. GLI ADDITIVI CHE HANNO LO SCOPO DI NEUTRALIZZARE L'AZIONE NEGATIVA DELLA FRAZIONE PARAFFINICA RESIDUA E FAVORISCONO LA FORMAZIONE A BASSA TEMPERATURA DI MONOCRISTALLI PARAFFINICI SONO: Abbassanti il punto di scorrimento. Emulsionanti e emulgatori. Detergenti e disperdenti. modificatore dell'attrito e antiusura per pressioni estreme. IN PRESENZA DI ATOMI SOSTITUZIONALI DI DIMENSIONI MAGGIORI RISPETTO AGLI ATOMI DEL RETICOLO BASE, IL RETICOLO INTORNO A QUESTI E' : Più rigido. Meno denso. Sollecitato a trazione. Sollecitato a compressione. LA CELLA ELEMENTARE MOSTRATA IN FIGURA E' UNA: Ortombica. Triclina. Tetragonale. Monoclina. L'ATOMO DI CARBONIO NEL RETICOLO DELLA MARTENSITE MOSTRATO IN FIGURA E' UN ATOMO: Intero. A spigolo. Interstiziale. Sostituzionale. LA CURVA CARATTERISTICA DI CREEP VIENE RAPPRESENTATA IN UN GRAFICO CHE MOSTRA L'ANDAMENTO: Della deformazione in funzione del carico. Del carico in funzione della temperatura. Della sollecitazione in funzione della temperatura. Della deformazione nel tempo. LE ACQUE LITOSFERICHE DURE CONTENGONO: Acido Carbonico. Acido Borico. Cloruri. Pulviscolo di terra in sospensione. LE PROPRIETA AL FLUSSO PLASTICO SONO STATE VALUTATE ATTRAVERSO UNA PROVA DI TRAZIONE SU UN PROVINOA SEZIONE QUADRATA DI LATO 15 MM E LUNGHEZZA UTILE DI 40 MM. TALE PROVA HA FORNITO UN VALORE DI LUNGHEZZA FINALE PARI A 76 MM E UN CARICO FINALE DI 50.5KG. SI CHIEDE DI DETERMINARE IL VALORE DELLA TENSIONE REALE ALLA FINE DELLA PROVA. 26.8MPa. 4.26MPa. 331.3 MPa. 543.2 MPa. LE PROPRIETA AL FLUSSO PLASTICO SONO STATE VALUTATE ATTRAVERSO UNA PROVA DI TRAZIONE SU UN PROVINOA SEZIONE CIRCOLARE DI RAGGIO 6MM E LUNGHEZZA UTILE DI 60 MM. TALE PROVA HA FORNITO UN VALORE DI LUNGHEZZA FINALE PARI A 85 MM E UNA FORZA FINALE DI 400. SI CHIEDE DI DETERMINARE IL VALORE DELLA TENSIONE REALE ALLA FINE DELLA PROVA. 54.36. 331.28. 20.78. 49.15. LE PROPRIETA AL FLUSSO PLASTICO SONO STATE VALUTATE ATTRAVERSO UNA PROVA DI TRAZIONE SU UN PROVINOA SEZIONE CIRCOLARE DI DIAMETRO 7MM E LUNGHEZZA UTILE DI 45 MM. TALE PROVA HA FORNITO UN ALLUNGAMENTO PARI A 25 MM E UNA FORZA FINALE DI 50.5KN. SI CHIEDE DI DETERMINARE IL VALORE DELLA DEFORMAZIONE REALE ALLA FINE DELLA PROVA. 0.64. 0.44. 0.29. 0.19. LE PROPRIETA AL FLUSSO PLASTICO SONO STATE VALUTATE ATTRAVERSO UNA PROVA DI TRAZIONE SU UN PROVINOA SEZIONE CIRCOLARE DI DIAMETRO 15MM E LUNGHEZZA UTILE DI 40 MM. TALE PROVA HA FORNITO UN VALORE DI LUNGHEZZA FINALE PARI A 76 MM E UNA FORZA FINALE DI 60.5KN. SI CHIEDE DI DETERMINARE IL VALORE DELLA TENSIONE REALE ALLA FINE DELLA PROVA. 650.8 MPa. 206.8 MPa. 543.2 MPa. 268.4 MPa. QUALE DI QUESTI GAS ARTIFICIALI SONO OTTENUTI MEDIANTE GASSIFICAZIONE A PARTIRE DA DERIVATI PETROLIFERI?. Gas d'aria. Gas di raffineria. Gas illuminante. Gas misto. QUALI DI QUESTI REFLUI SONO DEPURABILI PER ADSORBIMENTO?. Grassi. Idrocarburi. Fenoli. Fibre. UNA LEGA CON COMPOSIZIONE PARI AL 71,9% DI Ag è LA LEGA: Stabile allo stato liquido ma non allo stato solido. Peritettica. Di composizione non omogenea. Eutettica. CHE TIPO DI VETRO VIENE GENERALMENTE USATO PER PRODURRE LASTRE PIANE E LAMPADINE?. Vetro al piombo. Vetro sodico-calcico. Vetro al borosilicato. Vetro pirex. COSA SI OTTIENE QUANDO TRE ANGOLI COMPLANARI DI UN TETRAEDRO DI SILICATO SI LEGANO AGLI ANGOLI DI ALTRI TRE TETRAEDI DI SILICATO?. Silicati a strati. Grafene. Allumina. Fullerene. LA TRASFORMAZIONE PERITETTICA è SOLITAMENTE PRESENTE : In diagrammi di stato di una sostanza pura. In diagrammi di stato ternari in cui i costituenti della lega fondono a temperature simili. In diagrammi di stato binari in cui i costituenti della lega fondono a temperature simili. In diagrammi di stato binari in cui i costituenti della lega fondono a temperature sensibilmente differenti. IL PVC è UN SOLIDO CON UNA STRUTTURA : Semicristallina. Semiamorfa. Cristallina. Amorfa. OSSERVANDO L’IMMAGINE, LA STRUTTURA è : Cubica a corpo centrato (ccc). Esagonale compatta (ec). Cubica a faccia centrata (cfc). Esagonale non compatta (en). UN MATERIALE METALLICO DURANTE LA SOLIDIFICAZIONE PASSA DA LIQUIDO A SOLIDO, IL PRIMO STEP DI SOLIFICAZIONE è: Cristalli. Nuclei. Grani. Aggregati. OSSERVANDO L’IMMAGINE, LA CORROSIONE CHE EVIDENZIA è: Vaiolatura. Interstiziale. Galvanica. Intergranulare. LA CORRELAZIONE TRA VELOCITà DI RAFFREDDAMENTO E INGROSSAMENTO DEL PIANO è : Inversamente proporzionale. Direttamente proporzionale. Uguale. Direttamente proporzionale x2. SI OTTINE UNA STRUTTURA LAMELLARE COSTITUITA DA FERRITE A E CEMENTITE, CHIAMATA PERLITE, QUANDO: Un accaio ipereutettoidico viene austenizzato e poi temprato in acqua. Un accaio ipereutettoidico viene austenizzato temprato in acqua. Un acciaio eutettoidico viene riscaldato e mantenuto per un tempo sufficiente a circa 750° C e poi raffreddato lentamente. Un acciaio eutettoidico viene riscaldato e mantenuto per un tempo sufficiente a circa 750° C e poi raffreddato in acqua. CHE CORROSIONE PUO AVVENIRE TRA DUE DIFFERENTI MATERIALI A CONTATTO?. Vaiolatura. Generalizzata. Galvanica. Interstiziale. |