teorie e tecniche della comunicazione tra gruppi lez.46-70
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Title of test:![]() teorie e tecniche della comunicazione tra gruppi lez.46-70 Description: Covelli Venusia LM51 |




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Si consideri il seguente scambio comunicativo: Domanda del mediatore: ''Sarebbe disposto a cambiare residenza?”. Risposta della parte: ''Sì”. La domanda posta costituisce un esempio di domanda: A spirale. Aperta. A escalation. Chiusa. Quale azione deve cercare di EVITARE il mediatore?. Aiutare le parti a ristabilire un canale comunicativo costruttivo. Concludere la riunione riassumendo i risultati cui si è pervenuti, mettendo a fuoco i punti su cui è stato raggiunto un consenso e quelli ancora da approfondire. Tenere la discussione entro le linee guida tracciate inizialmente, evitando dispersioni non pertinenti. Appoggiare, in maniera più o meno abile e nascosta, l'una o l'altra tesi. Quali sono i compiti di tipo ''comunicativo''del mediatore? (Castelli, 1996). Indica la risposta NON corretta. Aprire e concludere gli incontri di mediazione. Far sì che la discussione si sviluppi in maniera ordinata. Ascolta le parti e impone la soluzione migliore al conflitto. Mantenere la discussione entro le linee guida tracciate. Le domande guidate servono per: consentire a ciascuno di esprimere il proprio punto di vista con la massima libertà, permettendo l'emergere della maggior ricchezza creativa. consentire al mediatore di non prendere alcun tipo di posizione, tenendosi fuori dalla contesa. aiutare le parti a vedere con maggior chiarezza dentro di sé e le motivazioni dell'altro. contenere implicitamente la risposta. Se ben escogitate servono soprattutto allo scopo di stimolare e provocare, magari per tonificare discussioni fiacche e svogliate. Durante il processo di mediazione, il mediatore è chiamato a intervenire su diversi aspetti o elementi che hanno impatto sulle parti in conflitto. Indica l'affermazione NON corretta: Il ricorso a strategie comunicative suggestive. Il ricorso a meccanismi cognitivi distorsivi (bias). Lo stato d'animo e la paura di subire perdite materiali e sociali. La presenza di un clima collaborativo e cooperativo. In riferimento alla tipologia del mediatore illuminante (la mente degerativa) indicare quale delle seguenti affermazioni è CORRETTA: I sentimenti di avidità e ingordigia di cui gli esseri umani sono portatori, sono spesso il frutto di situazioni in cui non si percepisce alcun potere punitivo nei propri interlocutori e pertanto si ritiene la predazione una condotta sensata e vantaggiosa. Il mediatore, pur promuovendo un clima positivo, non dovrebbe permettere nemmeno alla parte più forte di coltivare una sicurezza di sé e altezzosità sfrontata e rilassata. Tutte le affermazioni sono corrette. In mediazione non è infrequente il caso in cui entrambe le parti sarebbero pronte a mediare ma restano in attesa che sia l'altra a fare la prima apertura. Il mediatore dovrà quindi stimolare il senso di libertà e autonomia nelle scelte compiute dalle parti. La paura di subire perdite paralizza le parti e inibisce la generazione di valore in una trattativa. Il mediatore deve farsi promotore dello sviluppo di una prospettiva più ampia del conflitto, proiettata sulle potenziali conseguenze future, e maggiormente consapevole delle conseguenze relazionali di ciò che sta avvenendo. In riferimento alla tipologia del mediatore suggestivo (la mente analogica) indicare quale delle seguenti affermazioni NON è corretta: Esiste una tendenza degli individui a valutare in maniera differente le stesse opzioni descritte però in maniera più o meno dettagliata. Sapendo che gli individui tendono a scegliere l'opzione più dettagliata, il mediatore potrà sfruttare questa distorsione aumentano la propria abilità narrativa nel rappresentare in modo dettagliato le opzioni conciliative che ritiene utile promuovere a vantaggio delle parti. La promozione, da parte del mediatore, di soluzioni o proposte estreme, sebbene ciò possa apparire banale, può effettivamente favorire una soluzione della disputa o almeno una percezione di avanzamento di una trattativa che altrimenti rischierebbe di rimanere bloccata su posizioni apparentemente irremovibili. I frame, o cornici, o rappresentazioni delle situazioni, sono delle strutture mentali che in mediazione possono influenzare la gestione conflitto. Compito del mediatore è favorire lo sviluppo di frame positivi. Indagini sperimentali hanno evidenziato come gli individui siano più propensi a evitare gli estremi, in modo particolare quando le opzioni sono percepite come simili, ovvero quando ci si trova in una condizione di conflitto decisionale determinato dal fatto che le opzioni sul tavolo sono tutte ugualmente apprezzabili seppure per ragioni diverse. In riferimento alla tipologia del mediatore correttivo (la mente distorsiva) indicare quale delle seguenti affermazioni NON è corretta: si è osservato che gli individui tendono ad affrontare le trattative per risolvere una divergenza adottando condotte e strategie già sperimentate con successo in situazioni passate. nell'euristica del falso consenso si spinge le parti a credere di volere le stesse cose, e a formulare ingiustificati giudizi di similarità tra i propri interessi e quelli della controparte. Il mediatore dovrà cercare di mettere in luce le possibili differenze nelle loro aspettative, propensioni e preferenze. gli individui tendono a cercare ostinatamente conferme delle proprie ipotesi e convinzioni. Tale tendenza spinge le persone a considerare in maniera selettiva e distorsiva ciò che contribuisce ad avvalorare quello che pensano essere vero. un aspetto che può avere un impatto particolare sulle decisioni che si prenderanno nel corso della mediazione è la tendenza distorcente degli individui a valutare come più improbabili gli eventi che vengono in mente più facilmente o più frequentemente. Pietroni e Rumiati, nel loro testo del 2012, individuano quattro «tipologie» di mediatore, e le relative strategie da adottare ai fini del raggiungimento di un accordo tra le parti. Indicare tra le seguenti quella NON corretta: La mente distorsiva: il mediatore correttivo. La mente degerativa: il mediatore illuminante. La mente emotiva: il mediatore affettivo. La mente dialogica: il mediatore propositivo. In riferimento alla tipologia del mediatore affettivo (la mente emotiva) indicare quale delle seguenti affermazioni è CORRETTA: gli stati d'animo positivi influenzano anche il grado di fiducia, ovvero un'aspettativa positiva rispetto alla possibilità che la controparte prediliga un approccio cooperativo nei nostri confronti. il mediatore può ricorrere a un rispettoso e calibrato senso dellumorismo al fine di mettere nellumore più produttivo i contendenti. uno stato d'animo più funzionale favorisce il raggiungimento di una soluzione conciliativa mutuamente vantaggiosa. tutte le affermazioni sono corrette. Fra le seguenti affermazioni, indicare quella CORRETTA: Mediazione e conciliazione sono due termini, usati talvolta come sinonimi, che si riferiscono al complesso di procedure riassumibili negli istituti predisposti per risolvere le dispute in sedi differenti dalle aule di tribunale. Sia nella mediazione che nella conciliazione si fa ricorso a un intermediario neutrale che agisce come facilitatore imparziale e indipendente, capace di mettere in atto specifiche abilità per giungere a una risoluzione della controversia che soddisfi le aspettative delle parti. Tutte le affermazioni precedenti sono corrette. Sebbene si possano individuare delle varianti nei modelli utilizzati nei differenti contesti in cui si è generata la controversia, la conciliazione e la mediazione condividono vari aspetti caratterizzanti. Nell'ambito della formazione del mediatore, indicare quale tra le seguenti affermazioni è FALSA: È istituito, con decreto ministeriale, un elenco dei formatori per la mediazione (d.m. n. 180 del 18 ottobre 2010) e prevede che per poter essere inseriti negli organismi di mediazione occorre partecipare a un corso di formazione della durata non inferiore a 50 ore. La formazione del mediatore deve riguardare sia corsi teorici su aspetti giuridici, tecniche comunicazionali e negoziali, sia corsi pratici in cui verranno effettuate simulazioni di mediazioni. I partecipanti ai corsi di formazione dovranno sottoporsi a una valutazione della durata minima di quattro ore delle conoscenze apprese a livello teorico e pratico. Il mediatore è un professionista con requisiti di terzietà. Presta la sua opera in organismi specifici pubblici o privati iscritti in un registro la cui vigilanza spetta al Ministero degli Interni. I campi della mediazione sono assai ampi. Ad esempio: Scolastico, delle comunità e dell'uso del territorio. Delle dispute internazionali. Psichiatrico o gerontologico. Tutte le affermazioni sono corrette. Indichi quale, tra le seguenti affermazioni, è CORRETTA: La legge n.69 del 2009 norma in modo puntuale la figura del mediatore scolastico e di comunità. La figura del mediatore familiare è definita e regolata giuridicamente nella legge Decreto Legislativo n. 28 del 4 marzo 2010. La figura del mediatore scolastico e di comunità è definita e regolata giuridicamente nella legge Decreto Legislativo n. 28 del 4 marzo 2010. La figura del mediatore familiare non è definita e regolata giuridicamente da una legge specifica, ma da statuti e linee guida promosse da diverse associazioni. In riferimento alla mediazione familiare, indicare quale, tra le seguenti affermazioni, è NON è corretta: in una mediazione informale le regole sono più flessibili, dal momento che il mediatore potrebbe essere una persona qualsiasi, che agisce magari di propria iniziativa, in maniera intuitiva e spontanea in qualunque situazione di conflitto. in una mediazione informale, le tecniche sono più scorrevoli e tipiche della comunicazione quotidiana fra le persone (ad esempio immedesimarsi, ascoltare, aiutare a cercare soluzioni). in una mediazione informale le regole sono più rigide flessibili, dal momento che il mediatore potrebbe essere una persona qualsiasi, che agisce magari di propria iniziativa, in maniera intuitiva e spontanea in qualunque situazione di conflitto. la differenza sostanziale tra una mediazione formale e una informale è riconducibile anzitutto a una disciplina, una strutturazione e una specificità dei procedimenti, delle regole e norme, dei tempi, delle tecniche e strumenti e delle finalità. Quali frasi, tra le seguenti, sono ascrivibili alla definizione di mediatore familiare presente nello statuto dell'Associazione Italiana Mediatori Familiari (AIMEF): Il mediatore familiare è una terza persona imparziale, qualificata e con una formazione specifica, che agisce in modo tale da incoraggiare e facilitare la risoluzione di una disputa tra due o più persone in un processo informale e non basato sul piano antagonista vincitore-perdente. Tutte le risposte precedenti sono corrette. Obiettivo del mediatore familiare è di aiutare le parti in lite a raggiungere un accordo direttamente negoziato, rispondente ai bisogni e agli interessi delle parti e di tutte le persone coinvolte nellaccordo. Il ruolo del mediatore familiare comporta il compito di assistere le parti nell'identificare le questioni, di incoraggiare la loro abilità nel risolvere i problemi ed esplorare accordi alternativi, sorvegliandone la correttezza legale, ma in autonomia dal circuito giuridico e nel rispetto della confidenzialità. I principi fondamentali della mediazione familiare sono: il mediatore agisce in modo imparziale. le mediazione è un procedimento volontario. la mediazione è un procedimento riservato e confidenziale. tutte le precedenti affermazioni sono corrette. Secondo Haynes e Buzzi (2012), poiché le parti devono essere in condizione di negoziare, la mediazione familiare non è adatta nei casi di: Uso di sostanze che interferiscano con le capacità cognitive. Disturbi e ritardi mentali. Personalità disturbate o devianti (disonestà e/o incapacità di accettare le regole e le norme sociali, abuso su minori, ecc.). Tutte le risposte sono corrette. Nel percorso di mediazione familiare assumono particolare importanza due concetti: quello di centralità e quello di pregiudizio o parzialità (bias). Indicare fra le seguenti l'affermazione FALSA: la centralità fa riferimento alla capacità del mediatore di collocarsi in una posizione centrale tra le parti. per quanto riguarda il pregiudizio, è possibile distinguere tra diversi tipi di bias: personale, situazionale e strutturale. la parzialità personale ha a che fare con una preferenza per una parte, che può spaziare da una semplice affinità culturale fino all'esistenza di passate esperienze comuni di vita o di lavoro. la parzialità situazionale è strettamente correlata alla natura della mediazione, e perciò meno evitabile. Nell'ambito della mediazione familiare, secondo il modello trasformativo: I mediatori e disputanti esercitano un'influenza reciproca continua, attraverso il loro dialogo e il framing è considerato uno degli strumenti principali usati dai mediatori per aiutare i partecipanti a progredire verso un accordo. La mediazione è finalizzata alla ricerca di un accordo (settlement-seeking) e si basa sui principi della negoziazione ragionata, e si focalizza più sugli interessi piuttosto che sulle prese di posizione. Nessuna affermazione è corretta. La mediazione mira alla crescita morale dell'uomo in due specifiche dimensioni: la forza del singolo e la relazione con l'altro. Nell'ambito della mediazione familiare, secondo il modello narrativo: Nessuna affermazione è corretta. La mediazione è finalizzata alla ricerca di un accordo (settlement-seeking) e si basa sui principi della negoziazione ragionata, e si focalizza più sugli interessi piuttosto che sulle prese di posizione. La mediazione mira alla crescita morale delluomo in due specifiche dimensioni: la forza del singolo e la relazione con laltro. I mediatori e disputanti esercitano un'influenza reciproca continua, attraverso il loro dialogo e il framing è considerato uno degli strumenti principali usati dai mediatori per aiutare i partecipanti a progredire verso un accordo. Nell'ambito della mediazione familiare, secondo il modello strutturato: I mediatori e i disputanti esercitano un'influenza reciproca continua, attraverso il loro dialogo e il framing è considerato uno degli strumenti principali usati dai mediatori per aiutare i partecipanti a progredire verso un accordo. La mediazione mira alla crescita morale delluomo in due specifiche dimensioni: la forza del singolo e la relazione con laltro. Nessuna affermazione è corretta. La mediazione è finalizzata alla ricerca di un accordo (settlement-seeking) e si basa sui principi della negoziazione ragionata, e si focalizza più sugli interessi piuttosto che sulle prese di posizione. Con l'espressione ''saper essere'' riferita al mediatore familiare, si intende: l'insieme di conoscenze tecniche organizzate che possiede. la capacità di adeguarsi alla società che evolve. la capacità di applicare le conoscenze teoriche acquisite. l’autoconsapevolezza di ciò che sa e può fare. Secondo Parkison (2013) i mediatori familiari devono saper essere creativi nel trovare nuovi metodi e nuove idee. Infatti i mediatori ricoprono diversi ruoli, tra i quali possiamo identificare: Il manager: il mediatore gestisce il processo di mediazione e fornisce una struttura per le negoziazioni. Il catalizzatore: il mediatore inizia un dialogo fra i partecipanti. Spesso la comunicazione tra le parti si è interrotta e in alcuni casi i partecipanti non hanno avuto discussioni dirette per lungo tempo. Tutte le risposte sono corrette. L'arbitro: il mediatore stabilisce e fa rispettare le regole di base, fissando un tempo per parlare per ogni partecipante, controllando le interruzioni e il comportamento aggressivo. Secondo Parkison (2013) i mediatori familiari ricoprono diversi ruoli, tra i quali possiamo identificare ''l'interprete”. Qual'è, tra le seguenti, la definizione corretta per questo ruolo?. il mediatore aiuta i partecipanti a comunicare meglio e a spiegare le loro preoccupazioni. La rabbia che viene espressa, a volte, è una copertura per il dolore e la paura. il mediatore stabilisce e fa rispettare le regole di base, fissando un tempo per parlare per ogni partecipante, controllando le interruzioni e il comportamento aggressivo. il mediatore gestisce il processo di mediazione e fornisce una struttura per le negoziazioni. il mediatore aiuta le coppie ad ascoltarsi a vicenda e a considerare i problemi esistenti in un modo nuovo, anche riformulando affermazioni negative sotto forma di obiettivi e preoccupazioni positive. Affinché il mediatore familiare sia capace di ascoltare, porre le giuste domande e fare ipotesi per aiutare le parti a negoziare, è necessario che egli sia prima di tutto curioso. La curiosità può essere: entrambe le risposte sono sbagliate. situazionale (sentimento transitorio di curiosità che nasce in particolari situazioni). disposizionale (si riferisce a una tendenza generale a sperimentare interessi o curiosità). entrambe le risposte sono corrette. Cigoli (2006) distingue in quattro quadranti i contesti mediabili e non mediabili nell'ambito della mediazione familiare. In particolare, nei contesti di bassa capacità di negoziare e legame forte e di bassa capacità di negoziare e legame debole: sono più indicati quali possibili interventi la consulenza psicologica individuale, lintervento clinico sotto tutela del tribunale o la partecipazione a gruppi terapeutici. entrambe le risposte sono sbagliate. l'intervento di mediazione è sconsigliabile. entrambe le risposte sono corrette. Secondo Cigoli (2006), i criteri di non idoneità della coppia al percorso di mediazione familiare sono: Dopo la separazione i coniugi abitano ancora sotto lo stesso tetto. La coppia non è separata. C'è un invio coatto da parte di un magistrato. Tutte le risposte sono corrette. Quale, tra le seguenti affermazioni, è una situazione che rende inappropriata la mediazione?. Violenza domestica o altri abusi. Intimidazione, minacce, estremo squilibrio di potere. Ammissione o accusa di abusi su minori. Tutte le affermazioni sono corrette. Secondo Irving e Benjamin (1987), la mediazione familiare è controindicata nei casi di: Estrema rigidità nelle aspettative e nei progetti e/o grave disfunzione a livello cognitivo e affettivo. Violenza verso i figli o il coniuge di tipo fisico e/o psicologico. La tensione è talmente intensa da causare una sensazione di sopraffazione nell'individuo e/o preoccupazione ossessiva di un coniuge verso l'altro, che a sua volta lo respinge. Tutte le risposte sono corrette. Esistono delle situazioni in cui il dolore e la perdita sono così forti da rendere inappropriato o impossibile mediare. Tra queste possiamo individuare: se ci sono molteplici perdite in contemporanea. l'effettiva capacità di impegnarsi nella mediazione. l'unilateralità della presa di decisione circa una separazione. Tutte le risposte sono corrette. Esistono diverse tecniche e strumenti utilizzati dal mediatore, tra cui:i focus group. i focus group. la mappa di Todd (1979) e/o l'ecogramma (Mazzoni e Tafà, 2003). la scala di escalation del conflitto di Glasl (1997). tutte le risposte precedenti sono corrette. La definizione ''Un terzo neutrale, il cui compito è esclusivamente quello di garantire il rispetto reciproco, facilitare la comunicazione, promuovere il riconoscimento reciproco, riassumere e parafrasare ciò che viene detto, senza imporre alcuna soluzione (Galli, 2013)''si riferisce al: mediatore familiare. mediatore civile e commerciale. mediatore di comunità. mediatore scolastico. La definizione ''Nuovo professionista del sociale che, avvalendosi di una strumentazione interdisciplinare, guida questi processi e collega punti di vista diversi e tendenzialmente conflittuali, facilita l'attribuzione di senso e premette di far emergere la valenza generativa dei legami (Galli, 2013)''si riferisce al: mediatore civile e commerciale. mediatore scolastico. mediatore familiare. mediatore di comunità. Quale delle seguenti affermazioni, riferite alla mediazione scolastica e comunitaria, è considerabile FALSA: entrambi i contesti, scolastico e comunitario, sono contraddistinti dalla complessità della domanda di intervento sia a livello dei presupporti epistemologici, sia a livello dei giochi relazionali, di cui i conflitti si nutrono. la mediazione comunitaria nel nostro paese è un intervento poco praticato, al contrario dellambito internazionale, dove sono invece presenti numerose esperienze ormai consolidate nel tempo. la mediazione scolastica, pur nella sua progressiva ma faticosa diffusione con progetti e interventi nelle scuole, si scontra costantemente con la mancanza di fondi, la limitata tempistica di realizzazione e la connessa fase di assenza di longitudinalità. nella mediazione scolastica e comunitaria esiste una chiara e definita regolamentazione. Quale delle seguenti affermazioni inerenti il ruolo dei peer mediator NON è corretta: I mediatori tra pari offrono lopportunità di dar voce ai sentimenti e identificare i problemi, fanno un brainstorming delle varie opzioni di soluzione e, possibilmente, aiutano le parti a trovare un accordo. Anche in questo contesto scolastico tra pari, la mediazione mantiene le sue caratteristiche fondanti di processo volontario, che le parti scelgono e che hanno facoltà di abbandonare in qualunque momento. I mediatori tra pari utilizzano soprattutto la strategia del problem solving. In genere, i mediatori tra pari presentano alle parti come si svolgerà il percorso, ascoltano la storia del conflitto da parte dei due disputanti e poi impongono loro una soluzione ottimale al conflitto. In ambito scolastico, quale delle seguenti azioni è riferibile alle fasi del processo mediativo?. attivare percorsi di formazione per studenti-formatori tra pari (peer mediation). attivare uno sportello di mediazione tra pari all'interno dell'ambito scolastico medesimo. attivare percorsi di formazione alla gestione e sensibilizzazione positiva del conflitto. tutte le tre azioni riguardano le fasi del processo mediativo. Nell'ambito della mediazione scolastica, quale tra le seguenti affermazioni è VERA riguardo la mediazione tra pari (o peer mediation)?. i mediatori tra pari presentano alle parti come si svolgerà il percorso di mediazione, ascolteranno le parti ma alla fine imporranno una soluzione ai due contendenti. si tratta di un tipo di mediazione attuata da mediatori scolastici a scuola (come insegnanti, pedagogisti o psicologi o specializzati nella peer mediation). nessuna delle affermazioni è vera. tratta di un tipo di mediazione prima insegnata e poi attuata direttamente dai ragazzi a scuola. In riferimento alla mediazione civile e commerciale, indicare quale, tra le seguenti affermazioni, è considerabile VERA: Nell'accostare, confrontare e differenziare il processo di mediazione civile e commerciale e quello di mediazione familiare è possibile riconoscere la premessa comune, riguardante il concetto di mediazione, quale attività svolta sotto la guida di soggetti terzi, finalizzata ad aiutare due o più parti a raggiungere un accordo, operando nel rispetto della riservatezza e dellautonomia del procedimento, nonché dellidoneità del mediatore. L'obbligatorietà della mediazione in ambito civile e commerciale fa riferimento a tre criteri guida: controversie, cause di risarcimento danni, controversie seriali. Tutte le affermazioni sono corrette. Il mediatore civile e commerciale in Italia nasce come figura professionale con un sapere, un saper essere e un saper fare normati a monte dell'attività stessa. In ambito aziendale le figure di intermediazione sono diverse. Quali, tra le seguenti, possono svolgere la funzione di intermediari, ma la loro collocazione NON è in posizione neutrale rispetto alle parti in causa?. l'arbitro e il mediatore. il negoziatore e meta-arbitro. nessuno dei precedenti. l'agente e il manager. Quali sono alcuni dei fattori che stanno determinando nelle organizzazioni livelli crescenti di ambiguità, flessibilità, autonomia e confusione, con la conseguenza di creare terreno fertile per conflitti intra-organizzativi?. l'approccio al consumo (spinto sempre meno da bisogni stabili e prevedibili e sempre più da desideri e capricci espressivi ed emotivi). la progressiva creazione di società e aziende multietniche. la discontinuità dei cicli economici. tutte le risposte sono corrette. Nell'ambito della mediazione in azienda, la cultura familistico-materna: È caratterizzata dal fatto di ritenere un valore positivo la diversità tra i membri (quanto a capacità, status, ruolo eccetera) e da una tendenza all'isolamento, alla formalità e alla freddezza. ritiene valori portanti: l'autonomia, la disponibilità individuale e l'indipendenza. Ritiene un valore positivo la promozione di percezioni di uguaglianza tra i membri, pur rimanendo bassi livelli di partecipazione, socializzazione e integrazione tra loro. È caratterizzata dal valore dell'eguaglianza tra i membri, coniugato con la promozione della qualità e della quantità dei rapporti tra loro. Nell'ambito della mediazione in azienda, la cultura normativo-burocratica: È caratterizzata dal fatto di ritenere un valore positivo la promozione di percezioni di uguaglianza tra i membri, pur rimanendo bassi livelli di partecipazione, socializzazione e integrazione tra loro. È caratterizzata dal valore dell’eguaglianza tra i membri, coniugato con la promozione della qualità e della quantità dei rapporti tra loro. E' caratterizzata dal fatto di considerare come bisogni prevalenti quelli di affiliazione, e come valori primari quelli dell’appartenenza, della fedeltà e della solidarietà. È caratterizzata dal fatto di ritenere un valore positivo la diversità tra i membri (quanto a capacità, status, ruolo eccetera) e da una tendenza all'isolamento, alla formalità e alla freddezza tra loro. Nell'ambito della mediazione in azienda, la cultura permissivo-individualistica: ritiene un valore positivo la promozione di percezioni di uguaglianza tra i membri, pur rimanendo bassi livelli di partecipazione, socializzazione e integrazione tra loro. È caratterizzata dal fatto di ritenere un valore positivo la diversità tra i membri (quanto a capacità, status, ruolo eccetera) e da una tendenza all'isolamento, alla formalità e alla freddezza tra loro. è caratterizzata dal fatto che i bisogni prevalenti sono quelli di affiliazione, mentre i valori primari sono quelli dell’appartenenza, della fedeltà e della solidarietà. è caratterizzata dal valore dell'eguaglianza tra i membri, coniugato con la promozione della qualità e della quantità dei rapporti tra loro. In riferimento alla funzione dei mediatori nelle organizzazioni, quale delle seguenti affermazioni inerenti la figura del manager è CORRETTA: non usa la mediazione come strategia dintervento nelle dispute in cui non è neutrale. se la situazione conflittuale vede le parti molto distanti dal punto di un possibile accordo, il manager non tenderà ad assumere una condotta caratterizzata da un maggior livello di controllo sulle parti. adotta strategie molto differenti a seconda che intervenga in situazioni conflittuali che vedono implicati dei pari o dei subalterni. la scelta dello stile di mediazione non può essere influenzata dagli obiettivi che il manager si prefigge di raggiungere con il suo intervento. A proposito di conflitto e mediazione in azienda, indica l'affermazione corretta. tutte le affermazioni sono corrette. Il manager come mediatore in una azienda è un intermediario neutrale cui spesso viene demandato il compito di risolvere una varietà di conflitti nell'organizzazione in cui lavora. Il manager deve cercare di adottare strategie di mediazione simili indipendentemente dalla posizione occupata dalle parti, ovvero dei pari o dei subalterni. Il manager come mediatore può adottare strategie di mediazione molto differenti a seconda che intervenga in situazioni conflittuali che vedono implicati dei pari o dei subalterni. Indichi con una crocetta l'opzione che meglio completa la seguente affermazione: è una figura, terza parte, che può essere chiamata a intervenire in una disputa tra due parti e ciò che lo caratterizza è il fatto di appartenere all'organizzazione che sta conducendo la trattativa. il meta-arbitro. l'arbitro. l'agente. il rappresentante. In riferimento alla funzione dei mediatori nelle organizzazioni, quale delle seguenti affermazioni inerenti la figura dell'agente è CORRETTA: non agisce per conto o come rappresentante delle parti in conflitto. ha un potere sufficiente a imporre una soluzione ai propri clienti. ha acquisito abilità generalizzate che gli consentono di identificare e mettere a confronto le prospettive delle parti. dispone di una conoscenza specializzata nel dominio in cui opera. Nell'ambito della mediazione in azienda, le figure di mediazione sono diverse. Quali, tra le seguenti, possono svolgere la funzione di mediatori, ma la loro collocazione NON è in posizione neutrale rispetto alle parti in causa?. L'arbitro e il giudice. Il rappresentante e il giudice. L'arbitro e il mediatore. L'agente e il manager. In riferimento alla funzione dei mediatori nelle organizzazioni, quale delle seguenti affermazioni inerenti la figura dell'arbitro è CORRETTA: allarbitro non viene assegnato il potere di decidere e di imporre una soluzione alla disputa. è raro che gli arbitri convenzionali vengano accusati di suddividere semplicemente la differenza tra le posizioni finali espresse dalle parti. è un intermediario ma non si colloca in una posizione super partes. negli arbitrati convenzionali, l'accordo finale si basa sulle argomentazioni e sulle posizioni espresse dalle parti. L'arbitro seleziona usualmente un punto d'accordo che cade tra le loro posizioni finali. De Dreu e De Vries (1993) illustrano gli effetti negativi associati alla soppressione del conflitto in ambito organizzativo. Tra questi vi sono: l'abbassamento della qualità e della forza delle decisioni collettive. la riduzione della creatività individuale e di gruppo. l'inibizione dell'intraprendenza, dello sviluppo e dell'innovazione. tutte le risposte sono corrette. De Dreu e De Vries (1993) ritengono che promuovere l'emergere delle conflittualità intra-organizzative ha diversi effetti positivi. Quale, tra le seguenti affermazioni, NON è un effetto positivo: stimola la cooperazione. limita i «tradimenti». sprona all'impegno. riduce l'autonomia decisionale. In riferimento al conflitto in ambito organizzativo, un attore può esprimere interessi che possono essere ritenuti dalla controparte legittimi o illegittimi. Quando è più frequente che gli interessi vengano percepiti come ILLEGITTIMI?. in presenza di un escalation del conflitto. in presenza di ambiguità di relazione, cioè quando non è chiaro quale parte detiene maggiore potere. in presenza di un atteggiamento marcatamente cooperativo della controparte. in presenza di ambiguità di dominio, cioè quando vi è mancanza di norme chiare e condivise (conflitto normativo). Per negoziare al meglio in contesti organizzativi secondo Neik Rackham (1968) è possibile fornire ai negoziatori alcune indicazioni operative. Ad esempio, a trattativa conclusa: Entrambe le risposte sono corrette. Al termine della negoziazione concentrare la propria attenzione sulle potenziali aree di comune accordo con la controparte. Al termine delle negoziazioni fallite impegnarsi a estrapolare uno o più insegnamenti utili a migliorare la propria capacità negoziale. Dedicare del tempo a mettere a verbale i punti più rilevanti della negoziazione affrontata. Per negoziare al meglio in contesti organizzativi secondo Neik Rackham (1968) è possibile fornire ai negoziatori alcune indicazioni operative. Ad esempio, durante la trattativa: Dedicare almeno il 20% dei propri atti comunicativi a porre domande alla controparte. Creare un buon clima relazionale, non solo evitando di sminuire il valore delle proposte e delle idee della controparte, ma anche evitando di incensare le proprie. Nel caso si venga attaccati dalla controparte, mantenersi calmi e lasciarla sbollire senza preoccuparsi di difendersi e di contrattaccare. Tutte le risposte sono corrette. Per negoziare al meglio in contesti organizzativi secondo Neik Rackham (1968) è possibile fornire ai negoziatori alcune indicazioni operative. Ad esempio, prima di entrare in trattativa: Definire i propri obiettivi-valori negoziali non in termini puntali ma in termini di gamme aventi come estremi il valore richiesto (massima aspirazione) e il valore limite (punto di indifferenza). Concentrare la propria attenzione sulle potenziali aree di comune accordo con la controparte. Identificare almeno cinque possibili opzioni per ciascuna questione negoziale. Tutte le risposte sono corrette. Gli elementi fondamentali e sinergici di un negoziato integrativo sono sostanzialmente tre: la qualità della relazione con la controparte, l'apertura allo scambio reciproco e approfondito di informazioni e:.. l'utilizzo di soluzioni che si sono rivelate utili e produttive in passato. la comunicazione divergente con la controparte. la chiusura comunicativa con la controparte nel momento in cui non tiene in considerazione il BATNA dell'altro. l'emergere di soluzioni originali e creative circa la definizione e distribuzione della questioni negoziali. Quale tra le seguenti affermazioni relative alla gestione del conflitto a livello preventivo, è CORRETTA: Per poter operare un corretto screening della conflittualità e delle dinamiche presenti nell'organizzazione occorrerà rilevare non solo il conflitto in atto, ma comprendere al più presto possibile la cultura dell'organizzazione che richiede l'intervento. Nella gestione del conflitto a livello preventivo è prevista una fase di screening della conflittualità e delle dinamiche presenti nell'organizzazione, una restituzione o feedback dell'analisi svolta e un intervento pluri-articolato per la sua gestione. Attraverso una buona restituzione dell'analisi effettuata, sarà possibile per le parti confrontare apertamente le rappresentazioni personali della propria organizzazione, così come percepite, e rilevare similitudini e differenze rispetto a quanto presupposto e imputato come atteggiamento altrui. Tutte le affermazioni sono corrette. In riferimento alle fasi del processo di gestione del conflitto socioaziendale, il mediatore - conciliatore dovrà progettare con cura il proprio intervento, rispondendo a delle domande. Individui, tra le seguenti, la domanda NON corretta: Dove e come si svolgerà l'incontro?. Chi verrà invitato a partecipare?. Chi indice l'incontro?. Perché viene indetto l'incontro?. In riferimento alle fasi del processo di gestione del conflitto socioaziendale, quale tra le seguenti affermazioni riferite all' ''incontro con le parti e gestione mediata del conflitto''è FALSA: La fase della mediazione vera e propria vede il conciliatore lavorare con le parti insieme. Occorre che il mediatore-conciliatore indaghi sulle cause emotivo-relazionali del conflitto, ovvero quale comportamento ha scatenato il conflitto. È possibile dividere il momento dell'incontro con le parti in due fasi: una prima fase che consiste nella preparazione delle parti e una seconda fase che consiste nella mediazione vera e propria. La fase che segue la mediazione vera e propria vede il conciliatore impegnato nel cercare di imporre alle parti una visione condivisa del problema. In riferimento alle fasi del processo di gestione del conflitto socioaziendale, quando si parla dei sei stadi della mediation e, in particolare, dello stadio della condivisione…. Si intende la stesura dell'accordo o piano d'azione. Si intende lintroduzione del tema della discussione e limpostazione della discussione. Si intende il portare le parti a presentare il conflitto in atto, identificando insieme alle parti i punti centrali da discutere insieme. Si intende la fase centrale delle trattative o degli incontri di mediazione, in quanto permette il raggiungimento di soluzioni realizzate grazie alla compartecipazione dei partecipanti, e nel rispetto dei bisogni da loro espressi. In riferimento alle fasi del processo di gestione del conflitto socioaziendale, è possibile distinguere due momenti principali che caratterizzano il processo: operativo e preventivo . La definizione corretta di ''momento operativo''è: entrambe le definizioni sono corrette. il mediatore potrebbe essere chiamato a intervenire a titolo «cautelativo», ovvero per comprendere e facilitare la gestione positiva della conflittualità in ambito aziendale. nessuna delle definizioni è corretta. il mediatore si trova a dover intervenire quando la conflittualità ha già assunto aspetti formali di controversia e quindi opererà principalmente nell'ambito della singola disputa e nel rispetto delle procedure e delle norme. In riferimento alle fasi del processo di gestione del conflitto socioaziendale, quale tra le seguenti affermazioni riferite al ''clima durante le trattative''è CORRETTA: Nell'incontro con le parti il clima dovrebbe essere il più possibile informale e il setting ben strutturato. Attraverso la propria comunicazione non verbale, il mediatore - conciliatore cercherà di creare un equilibrio tra quanto detto a parole e quanto le parti si aspettano da lui e dalla mediazione, dimostrandosi competente, sicuro di sé e chiaro, dando ai partecipanti la sensazione di essere in buone mani. Nessuna delle affermazioni è corretta. Tutte le affermazioni sono vere. Buzzi propone un modello teorico che possa guidare l'operato del mediatore-conciliatore, denominato ESBI. Come applicare ESBI?. Il mediatore cercherà di indentificare insieme ai partecipanti a una lite, o di quanti richiedono il suo intervento, linteresse comune, ovvero la soluzione che porterà dei vantaggi a tutti i partecipanti, considerati i loro bisogni. Tutte le affermazioni sono corrette. Il mediatore ha il compito della gestione del setting ed è anche un negoziatore esperto, quindi agisce attraverso molteplici tecniche e strumenti per facilitare le trattative tra le parti, ma ciò che distingue il suo operato da un'abilità istintiva, quindi irripetibile e quasi «magica», è la consapevolezza di agire secondo un modello semplice di analisi della realtà che può essere condiviso e insegnato. Il mediatore si allena a una immediata lettura degli ESBI dei partecipanti a una lite, o di quanti richiedono il suo intervento, e una volta identificati agirà per accogliere ma limitare gli effetti delle emozioni più negative o che impediscono alle parti di affrontare apertamente il conflitto, per neutralizzare le strategie meno efficaci e aiutare le parti a potenziare le proprie abilità di negoziazione, ma soprattutto per identificare e rendere espliciti, a volte anche alle parti stesse, i loro reali bisogni. L'acronimo E.S.B.I. fa riferimento a una piattaforma teorica operativa a disposizione del mediatore per affrontare i conflitti in ambito aziendale. A quali termini corrispondono le singole lettere dell'acronimo ESBI?. Entertainment,Strategie, Bisogni, Interdipendenza. Entertainment, Strategie, Bilancio, Interdipendenza. Emozioni, Strategie, Bisogni, Interesse comune. Emozioni, Scarsità delle risorse, Bilancio, Interesse personale. Il rapporto tra gli operatori sanitari e loro pazienti presenta alcune caratteristiche peculiari che lo differenziano da altre pratiche professionali. Parlando di 'asimmetria' si intende: il fenomeno della mancata adesione alle indicazioni terapeutiche del medico. il conflitto tra medico e paziente su chi abbia il potere di decidere quale percorso terapeutico intraprendere. il particolare rapporto di fiducia che si deve instaurare tra il paziente e l'operatore sanitario. quella caratteristica relativa al particolare stato di debolezza e vulnerabilità dovuto alla malattia, dato dallo stato di necessità in cui si trova il malato e dalla particolare rilevanza che ha lo scopo della relazione d'aiuto, ovvero la salvaguardia della salute o della vita stessa. Quale tra le seguenti affermazioni si riferisce al modello dell'autonomia in ambito sanitario e relativo alla relazione tra medico e paziente: esiste una profonda asimmetria tra medico e paziente e un'idea oggettiva e meccanica di salute in cui l'esperto, il medico, sa quale sia il bene del paziente. dopo la seconda guerra mondiale inizia un processo di radicale cambiamento nel mondo della medicina, segnato dall'affermazione del principio paternalistico. trova origine nel vecchio giuramento di Ippocrate in base al quale lazione medica è definita dal giudizio del medico a cui il paziente si affida completamente. gli interessi del paziente possono entrare in conflitto con le opzioni terapeutiche considerate come le migliori dal medico. Quale tra le seguenti affermazioni si riferisce al modello paternalistico, in ambito sanitario, e relativo alla relazione tra medico e paziente: medico e paziente si collocano su una posizione simmetrica in base alla quale il paziente ha la facoltà di discutere circa il giudizio terapeutico e di cura ricevuto dal medico. dopo la seconda guerra mondiale inizia un processo di radicale cambiamento nel mondo della medicina, segnato dall'affermazione del principio di autonomia. gli interessi del paziente possono entrare in conflitto con le opzioni terapeutiche considerate come le migliori dal medico. trova origine nel vecchio giuramento di Ippocrate in base al quale l'azione medica è definita dal giudizio del medico a cui il paziente si affida completamente. Quale, tra i seguenti, può essere identificato come un contesto specifico dell'ambito sanitario dove il conflitto trova una sua espressione?. Conflitti all'interno di Comitati Etici. Allocazione delle risorse. Conflitti tra operatore sanitario e paziente. Tutte le affermazioni sono corrette. Il consenso informato porta con sé elementi di conflittualità. Indica a questo proposito l'affermazione FALSA. Le direttive anticipate, cioè il diritto a esprimere il proprio volere anche per le situazioni in cui la capacità di esprimerlo verrà persa totalmente o parzialmente (coma, stato vegetativo, malattie neurodegenerative), possono essre fonti di conflitto in ambito sanitario. Le direttive anticipate, cioè il diritto a esprimere il proprio volere anche per le situazioni in cui la capacità di esprimerlo verrà persa totalmente o parzialmente (coma, stato vegetativo, malattie neurodegenerative), elimina la conflittualità in ambito sanitario perchè si conosce già la volontà del paziente. Al fine di evitare il conflitto tra medico e paziente, è opportuno fornire al paziente solo le indicazioni necessarie alla firma del consenso, così da evitare inutili discussioni che possono riguardare la visione della vita e della salute del paziente. La competenza, cioè il problema di quali individui debbano essere ritenuti capaci di dare il proprio consenso., può essere una fonte di conflitto in ambito sanitario. Indichi l'opzione che meglio completa la seguente affermazione: Riferendosi al conflitto in ambito sanitario, il modello di medicina trova origine nel vecchio giuramento di Ippocrate in base al quale l'azione medica è definita dal giudizio del medico a cui il paziente si affida completamente. Alla base di questo pensiero esiste una profonda asimmetria tra medico e paziente, e un'idea oggettiva e meccanica di salute in cui l'esperto, il medico sa quale sia il bene del paziente. fondato sulla cooperazione. riorganizzativo. fondato sulla autonomia. paternalistico. In relazione al conflitto in ambito sanitario, il modello paternalistico è di tipo: Distributivo e conflittuale. Cooperativo e conflittuale. Integrativo e non conflittuale. Elusivo e non conflittuale. In relazione al conflitto in ambito sanitario, il modello dell'autonomia è di tipo: Distributivo e conflittuale. Elusivo e non conflittuale. Integrativo e non conflittuale. Cooperativo e conflittuale. Gli autori Robson e Morrison, due medici pionieri nell'utilizzo degli strumenti ADR (Alternative Dispite Resolutions) in contesti sanitari, hanno tracciato un profilo del sistema sanitario. Barrare tra le seguenti l'affermazione ERRATA: L'ampia disparità di potere, di conoscenze e di controllo non riguarda solamente quella ovvia tra personale sanitario e pazienti, ma è anche interna al personale sanitario stesso, tra professioni diverse (medici, infermieri, operatori psico-sociali) e intra-professionali (medici di medicina generale, specialisti ecc.). Il sistema sanitario può essere definito un "sistema disadattivo" per la difficoltà a integrare i suoi componenti, figure professionali profondamente diverse tra loro in interazione con persone, i pazienti, portatori di una propria cultura personale. La sanità può essere definita un «sistema adattabile complesso» (complex adaptive system): questo genere di sistema è portato a essere più innovativo di altri tipi di struttura sociale, ma anche a generare più errori e a rendere più difficile la comprensione delle interrelazioni tra i suoi componenti e delle fonti generative dei conflitti. Esiste un'ampia divergenza di culture e di sistemi di valori tra i vari gruppi, professionali o meno, operanti all'interno dell'ambito sanitario. Quale, tra le seguenti affermazioni, rappresenta un esempio di conflitto che può sorgere in ambito sanitario e riguardare il livello micro, interpersonale: Conflitti all'interno di reparti e unità operative. Conflitti tra cittadini e sistema socio-sanitario. Conflitti tra unità operative di un ospedale. Conflitti tra un operatore sanitario e paziente. In riferimento al consenso informato quale, tra le seguenti affermazioni, è FALSA: La pratica del consenso è nata per rispondere ai bisogni di comunicazione, ascolto, relazione e rispetto dei diritti del cittadino-paziente. Un consenso che sia effettivamente libero dovrebbe ricercare il rafforzamento della posizione del paziente e della sua capacità di sostenere la responsabilità della scelta. Al medico spetta un ruolo non di semplice registrazione del consenso ma di sollecitazione dell'assunzione di capacità decisionale. La firma sul consenso è una garanzia necessaria e sufficiente del rispetto dell'autonomia del paziente. Il riconoscimento dell'autonomia decisionale del paziente e della sua competenza sulle scelte che riguardano la cura della sua salute ha portato a quale conseguenza?. La necessità di ottenere la firma sul consenso informato da parte del paziente evitando di fornirgli troppi dettagli inerenti agli atti terapeutici che potrebbero solo cause ansie e preoccupazioni inutili. Tutte le altre affermazionie sono corrette. Il dovere del medico di fare in modo che il paziente segua pedissequamente le sue indicazioni di cura. La necessità di verificare il consenso del paziente prima di sottoporlo ad accertamenti diagnostici o ad atti terapeutici, o di coinvolgerlo in una sperimentazione. Il fenomeno della mancata adesione alle indicazioni terapeutiche del medico da parte del paziente ha probabilmente più di una ragione. Tra queste possiamo individuare: una cattiva comunicazione, che non permette al paziente di ricevere tutte le informazioni tecniche, come gli effetti collaterali, o di significato, come i motivi della prescrizione, che egli ritiene necessarie. un'inadeguata valutazione dell'opinione del malato riguardo all'uso dei farmaci. la relazione problematica, per cui viene meno quel rapporto di fiducia essenziale all' alleanza medico-paziente. tutte le precedenti affermazioni sono corrette. Riferendosi al conflitto in ambito sanitario, il modello di medicina fondato sulla autonomia (in contrapposizione al modello paternalistico) è di tipo: Elusivo e non conflittuale. Integrativo e non conflittuale. Distributivo e conflittuale. Cooperativo e conflittuale. Quale, tra le seguenti affermazioni, rappresenta un esempio di conflitto che può sorgere in ambito sanitario e riguardare il livello meso, intergruppo/organizzazione: Conflitti tra un reparto e un paziente. Conflitti tra cittadini e sistema socio-sanitario. Conflitti tra operatore sanitario e paziente. Conflitti tra reparti e unità operative. Riferendosi al conflitto in ambito sanitario, una controversia tra i cittadini e il sistema socio-sanitario riguarda il livello: dinamico-relazionale. interpersonale (micro). intergruppo/organizzazione (meso). di sistema (macro). Riferendosi al conflitto in ambito sanitario, una controversia tra due medici appartenenti alla stessa Unità Operativa riguarda il livello: intergruppo/organizzazione (meso). di sistema (macro). intrapersonale (micro). interpersonale (micro). Riferendosi al conflitto in ambito sanitario, una controversia tra un operatore sanitario e un paziente riguarda il livello: di sistema (macro). euristico. intergruppo/organizzazione (meso). interpersonale (micro). Riferendosi al conflitto in ambito sanitario, secondo il modello di medicina gli interessi del paziente possono entrare in conflitto con le opzioni terapeutiche considerate migliori dal medico. paternalistico. interpersonale. riorganizzativo. fondato sulla autonomia. Quale, tra le seguenti affermazioni, rappresenta un esempio di conflitto che può sorgere in ambito sanitario e riguardare il livello macro, di sistema: Conflitti tra un reparto e un paziente. Conflitti tra operatore sanitario e paziente. Conflitti all'interno di reparti e unità operative. Conflitti tra cittadini e sistema socio-sanitario. Barrare tra le seguenti l'affermazione ERRATA in riferimento ai conflitti interprofessionali: I conflitti interprofessionali sono controversie tra operatori della stessa professione, in particolare quando si svolgono diversi ruoli come nel caso del rapporto tra medici di medicina generale e specialisti (conflitti interprofessionali orizzontali). I conflitti interprofessionali sono controversie tra operatori gerarchicamente diversi, come nel caso del rapporto tra medico e infermiere (conflitti interprofessionali verticali). I conflitti interpersonali, oltre a coinvolgere il rapporto tra medico (e più in generale tra operatore sanitario) e paziente, interessano anche l'ambito dei rapporti interprofessionali. Trattandosi di conflitti tra figure professionali diverse, non sono previste conseguenze sulla relazione tra medico e paziente. In riferimento all'argomento ''errori medici e percorsi giudiziari''barrare tra le seguenti l'affermazione ritenuta CORRETTA: L'evoluzione della giurisprudenza penale e civile va nella direzione di essere sempre più negativa nei confronti dell'operato della categoria medica, nella ricerca di una crescente tutela dei diritti del malato. L'area sanitaria che oggi presenta maggiore densità conflittuale è quella dell'errore medico, ovvero dei casi in cui un errore diagnostico, una scelta terapeutica inappropriata o un'omissione di un intervento necessario, hanno come conseguenza un evento avverso clinicamente significativo. Comprensibilmente qualunque professionista può sbagliare, ma diversamente da quanto accade in altri campi l'errore da parte di un operatore sanitario è caratterizzato da una gravità e una responsabilità particolari, e sempre più spesso si arriva a un esito delle controversie di carattere processuale, con denunce penali e richieste di risarcimento. Tutte le affermazioni precedenti sono corrette. In riferimento al tema del conflitto in ambito sanitario, il timore di un medico di essere citato in giudizio ha conseguenze molto negative, ad esempio: i medici sono portati a negare l'errore, a cercare di occultarlo e a non collaborare alla ricerca delle cause. la medicina si chiude in una posizione difensiva, aumentando le richieste di esami e visite specialistiche anche superflue, con conseguente aumento della spesa pubblica e delle aspettative dei pazienti, in un inevitabile circolo negativo. il rispetto pedissequo di protocolli e linee-guida e la burocratizzazione del consenso informato, che da strumento garante della autonomia di scelta dei cittadini diventa un mezzo di tutela del medico da disavventure giudiziarie, con pericoloso tentazioni allastensionismo e dalla fuga di responsabilità. tutte le affermazioni precedenti sono corrette. Quale delle seguenti affermazioni, riferita ai 'comitati etici', è ERRATA?. I Comitati Etici per la ricerca e la sperimentazione si trovano a dover garantire la tutela dei diritti, della sicurezza e del benessere dei soggetti umani coinvolti nella ricerca biomedica e a garantire la validità scientifica dello studio. I comitati etici operano al fine di garantire la validità scientifica dello studio, emettendo pareri vincolanti su protocollo di sperimentazione, sull'idoneità degli sperimentatori. I Comitati Etici non assolvono a funzioni consultive, né promuovono iniziative di formazione e sensibilizzazione, azioni di competenza dell'ufficio formazione. Un luogo della Sanità dove si intrecciano vari livelli di conflitto è quello dei Comitati Etici locali o regionali, istituiti presso strutture sanitarie o di ricerca scientifica. In riferimento al tema del conflitto in ambito sanitario, quale delle seguenti affermazioni, riferita ai 'conflitti etici', è CORRETTA ?. Entrambe le affermazioni precedenti sono errate. Le differenze etiche in questo campo sembrano a volte irriducibili: la ricerca di un ethos universale, o quantomeno, di un'etica minima (legiferata) a che consenta pacifici rapporti interpersonali, si scontra spesso con una realtà sociale dove sembrano non esistere imperativi morali condivisi. La realtà sociale chiede anche al mondo medico di interrogarsi, oggi più di ieri, sui limiti della propria azione imposti dal rispetto di principi etici anche se non condivisi. Entrambe le precedenti affermazioni sono corrette. |